La sistematica distruzione dell’autostima della partner

Leggete attentamente queste frasi:

«Le donne dai seni grossi non mi sono mai piaciute, tu sei la prima.»

«Certi culi mi fanno impazzire.»

«Amavo tizia, anche se era bruttina. Quell’altra non mi ricordo manco com’era fatta.»

«Chi è Maria? Dopo te lo dico… be’ è una ragazzina alla quale faccio lezioni di ripetizione. Perché non te l’ho detto? Mi sono scordato.»

«Chissà cosa ho visto in te! Hai pure la pancetta.»

«Cammini come una papera, sei cicciottella, ma quanto mi piaci!»

«Lucia me la tromb…se solo mi avesse dato retta in passato! Non ho mai conosciuto una donna brava come lei. Al lavoro mi difende sempre. Non so perché.»

«Solo un uomo che capisce di donne come me può trovarti bella, gli altri avrebbero da ridire.»  

«Le donne incinte mi fanno impressione, possono piacere soltanto ai malati.»

«Mi hai incastrato con un cazzo di bambino, mi hai tradito. Per questo cercai delle trans. È colpa tua. Un altro se ne sarebbe andato!»

«Sei una donna cattiva, mi costa ammetterlo.»

«Sei pazza e finirai per fare del male a quella povera creatura con la tua follia.»

«Porto a lavoro la collega… suo marito è brutto, pelato e ciccione, la chiama in continuazione perché è gelosissimo di me!»

Questo terribile elenco di affermazioni che farebbero saltare dalla sedia una persona normale è il pane quotidiano della compagna, fidanzata, amante o moglie del narcisista perverso. Sono uomini che evidenziano sin dall’inizio ciò che sono, ma lo fanno con un sorriso, in modo subdolo e confondente, per celare la loro vera natura. Amano provocare e mettere alla prova costantemente chi gli sta accanto. Tengono in pugno la donna/le donne con le quali si relazionano mettendole in competizione con il mondo. Decodificare il loro modo di manipolare la partner fino a farla perdere completamente l’autostima (spesso già fragile) è un compito che va fatto esclusivamente dagli specialisti. A loro la parola:

Nelle relazioni con un manipolatore, o una manipolatrice, la nostra autostima combatte per rimanere a galla. Invano: in questo tipo di rapporti, l’autostima è messa a dura prova (mentre pochi elementi durante la fase di seduzione lasciavano intuire che dopo ci sarebbero state difficili battaglie). Questo vuol dire che in seguito la fiducia nelle nostre capacità si sgretola. Il dubbio e il senso di colpa prendono il sopravvento. Rimettiamo in discussione le nostre decisioni e, così facendo, siamo più inibiti. Il nostro pensiero positivo svanisce. La collera e la frustrazione aumentano piano piano. E il corpo implode[1].

Il narcisista perverso non instaura mai una relazione vera con la partner ma la usa come sostegno alla sua autostima: lei è stata scelta per la sua capacità di ammirarlo, per gli occhi che brillano come dei riflettori puntati sul suo lato migliore. Lui non ha difetti e non sbaglia mai, è il mondo che non lo capisce. Per dimostrare che a comandare è soltanto lui, spesso cammina qualche passo in avanti, come se la donna accanto non esistesse. Corteggia, distribuisce flirt e seduce le altre senza alcun ritegno, con una certa predilezione per il cerchio di conoscenze della donna: è un modo per umiliarla sempre di più. Lui è il Re; lei il giullare che gli porta lo scettro e la corona, quella che si presta alla derisione dai suoi “compagni di merenda” al corrente degli innumerevoli tradimenti vantati e ostentati da lui. Si comportano così per il potere che una simile situazione genera: un padrone senza uno schiavo non è nessuno.

A dettare le regole, gli orari e il programma nel corso dell’intera durata della relazione sarà il narcisista perverso. I programmi o suggerimenti azzardati dalla vittima non saranno mai presi in considerazione oppure saranno ritenuti noiosi. Si tratta di un rapporto totalmente sbilanciato in termini di riconoscimento, di cura, di dare e avere. La partner, abituata a rispettare i tempi del perverso, i suoi spostamenti, impegni e stati emotivi non goderà mai della stessa accondiscendenza a lui riservata:

L’assoluta mancanza di reciprocità rende la relazione asimmetrica e relega a un ruolo di patologia e di stress angoscioso. Impulsività, instabilità dell’umore e asimmetria relazionale sono una miscela tossica in grado di trasformare chiunque in un dipendente affettivo, in una persona che non ha più il controllo della propria vita e che “incomprensibilmente” viene aggredita da sintomi sempre più pesanti…[3]

Ossessionato dalle apparenze, il perverso narcisista offrirà svariate occasioni per dimostrarsi un essere umano estremamente superficiale. La vittima, però, accecata dall’illusione di essere alla sua “altezza” persisterà nel rapporto come una kamikaze. I commenti del perverso saranno sempre più inquietanti. Tratterà ogni essere umano sulla Terra come una merce in vetrina. Tutti saranno reificati e annullati conforme le loro caratteristiche fisiche, come lei stessa: “Quella ragazza da grande diventerà brutta, si vede che lotta contro la bilancia.” “Io sto molto meglio fisicamente dei miei amici.” “Certe donne che non si tingono i capelli mi fanno ribrezzo…” “I vecchi mi fanno schifo.”

Il perverso vive esclusivamente per la sua immagine, la sua mente è programmata per imporre agli altri l’ideale di perfezione di una fotografia corretta con photoshop. La sua realtà è alterata, deforme, stereotipata e confusa. Non sa cosa vuole ma chi lo ama si deve adeguare perché lui “è fatto così” e “ha un cervello che funziona in modo diverso, più sofisticato degli altri”. Alla partner, già indebolita da mesi oppure anni di svalutazione, abituata ad essere trattata a bastone e carote, quando finalmente si accorgerà che l’ideale prefissato dal perverso è irraggiungibile ai comuni mortali perché lui va sempre alla ricerca di qualcosa “di meglio” subentrerà puntualmente la depressione, la malattia, le idee suicidare, la voglia di allontanarsi (ideale molto sano, l’unico ad essere giusto anche quando tardivo).

Quando incapace di reagire, di ribellarsi, di mandarlo via o di andarsene, la sua donna gli resterà accanto, a volte fino alla vecchiaia, occasione imperdibile nella quale potrà assisterlo trasgredire quotidianamente ogni regola del buon senso, sedurre o pagare per ottenere gli oggetti del suo desiderio. Resterà per farsi massacrare e annientare piano piano perché il perverso la metterà in competizione con delle ragazze sempre più giovani, ancora “fresche” e piene della stessa vitalità sottratta da lei in tempi insospettabili…  Vitalità che lei da tempo non sa più che fine abbia fatto.

Per un perverso le donne, anche quando molto giovani, sono un oggetto transitorio e intercambiabile, è bene sottolineare. Per lui sono unicamente un capriccio da concedersi per sconfiggere il vuoto cosmico che ha nell’anima; un elemento in più per sfogarsi quando crede che tutto vada male o per festeggiare alla grande, magari con la più bella del Reame, quella esposta nelle vetrine dell’web, quando tutto va per il verso giusto. Incapace di comprendere che il bisogno irrefrenabile e compulsivo di acquistare il maggior numero di “figurine” è il sintomo per eccellenza della sua malattia, la partner/vittima avrà l’impressione che qualunque altra donna sia infinitamente meglio di lei. Ecco il più triste degli inganni perpetrati dal perverso: far credere alla sua compagna di vita di non essere nessuno quando il nulla in persona è proprio lui.

Con l’autostima ridotta a pezzi dai meccanismi abilmente messi in atto dal narcisista perverso per prevaricarla, la partner prima o poi si trasformerà esattamente in ciò che vuole lui:  diventerà un manichino senza voce, una mera spettatrice della sua doppia o tripla vita. Nei casi più duri e tragici, la vergogna di raccontare le umiliazioni subite ad amici o parenti che potrebbero sostenerla la porterà a somatizzare le sue angosce favorendo la comparsa di una serie di disturbi molto comuni in questi casi:

Molto spesso, il manipolatore non presta nessuna attenzione alle vostre lamentele, o ne minimizza l’importanza. Vi accusa di esagerare o parla del suo caso, che considera più grave e quindi l’unico degno di interesse. Anzi, quando è colpito da una malattia fisica, l’intero pianeta Terra dovrebbe smettere di girare per potersi occupare di lui. È possibile che abbia una parvenza di compassione per una persona, che non siete voi, in difficoltà. È anche capace di farsi in quattro per qualcuno che abbia il vostro stesso problema. La differenza tra voi e questa persona? Voi non avete diritto ad alcuna considerazione da parte del vostro coniuge, perché lo avete trascurato, e di conseguenza lui ora ha premure per qualcun altro. Il manipolatore dà così una buona immagine di sé e può far credere agli altri che le sorti dell’Umanità lo preoccupino enormemente[4].

Esempi:

  1. “Ho detto al mio amico medico che avresti portato il bambino da lui. Chiamalo subito, oppure mi farai fare una pessima figura.” (della sorte del bambino non gli importa granché, l’importante è trovare un nuovo paziente per il suo amico, ne va della sua immagine.)
  2. “Perché piangi? Ancora stai male? Madonna quanto drammatizzi! Uffa…”
  3. “Anch’io sto male”.

Nel saggio “Quando l’amore finisce”, la prof.ssa Daria Francescato della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, ci offre un’interessante chiave di lettura per il comportamento distruttivo di questo tipo di personalità, per loro:

(…) la vita reale appare banale, priva di forti emozioni, di drammi, così, negli stadi più avanzati della malattia, essi creano piccoli drammi, provocano litigi famigliari, per sperimentare emozioni forti. Possono provocare danni a se stessi e agli altri, mettendosi in situazioni pericolose, provocando sessualmente altri o cercando persone disturbate da salvare, per giocare a fare l’eroina o l’eroe e sentirsi importanti e potenti. Non riescono a sopportare normali relazioni di coppia, perché nessun uomo e nessuna donna sono mai all’altezza del partner sognato. Quello che li fa star bene e cercano è l’eccitazione. All’inizio si limitano a fantasticare, in stadi più avanzati della malattia possono cercare di realizzare le loro fantasie, ma il grado di pericolo richiesto per ottenere lo stesso senso di thrill è sempre maggiore. (…) è bravissimo nel trovare difetti in tutte le persone che lo amano e nel farle sentire inadeguate e insufficienti[4].

Per CHAPAUX-MORELLI e COUDERC:

Il perverso narcisista gode nel far notare alla sua compagna che non è l’unica partner possibile, che potrebbe trovare di meglio. Questo atteggiamento suscita l’ansia, nella donna, che vive sempre sotto tensione. Egli gioca con il suo oggetto come con un pupazzo, inducendo in lei pensieri e reazioni dettati da lui. Il periodo distruttivo può durare a lungo, per mesi o anni, mentre la donna perde man mano la sua sostanza. Alcuni dicono che la vittima “rattrappisce”, fino ad essere l’ombra di se stessa, ed è vero. Si assiste in genere ad un impoverimento della sua personalità[5].

L’unica medicina contro la violenza psicologica a questi livelli è ripristinare o costruire da capo l’amore per sé stessi, quello che ci fa intuire i pericoli per preservarci da sofferenze ancora maggiori in futuro.

C.l.d.


[1] NAZARE-AGA, Isabelle. La manipolazione affettiva, Castelvecchi Editori, 2008, p. 96

[2] SECCI, Enrico Maria. I narcisisti perversi e le unioni impossibili, Youcanprint, 2014, p.69

[3] NAZARE-AGA, Isabelle. Op. cit., p. 108-109.

[4] FRANCESCATO, Donata. Quando l’amore finisce, Il Mulino, 2012, p. 28-29.

[5] CHAPAUX-MORELLI, Pascale; COUDERC, Pascal. La manipolazione affettiva nella coppia, Edizioni Psiconline, p.106-107.

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6 pensieri su “La sistematica distruzione dell’autostima della partner

  1. La Professoressa Daria Francescato ha centrato un punto di cui si parla ben poco e connesso a questi figuri, quando dice:
    Possono provocare danni a se stessi e agli altri, mettendosi in situazioni pericolose…
    Ho visto farlo in più di un occasione alla persona n p che ho conosciuto e consigliava anche ad altre persone di farlo. Ecco questo è un ennesimo aspetto che ti ringrazio di aver evidenziato nel tuo blog Claudileia.

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  2. Dopo anni bruciati con un np della peggior specie,ho avuto il coraggio di ricominciare,conoscendo un’ atro uomo,che da quasi due anni ormai frequento.Ora,rispetto al padre di mia figlia,un santo,almeno mi sembrava..Ultimamente pero’,comincio a temere di aver attirato un altro egocentrico insicuro,per non voler etichettare da ignorante in materia,la sua personalita’..Se potete,aiutatemi a capire voi per favore..un uomo che dimostra amore e allo stesso tempo spesso e volentieri enfatizza commentando la sensualita’,la bella fisicita’ di altre donne davanti alla propria,nonostante le numerose incazzature della stessa,cos’e’?cosa fa?perche’ lo fa?L’unico risultato e’ avermi allontanata gradualmente sempre di piu’,aver aggredito la mia autostima gia’ parecchio compromessa..Solo immaturita’?non comprendo

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