Ho trattato in precedenza in questo blog il tema della gelosia nei “rapporti” con i perversi narcisisti. Ora soffermiamoci sul modo come deturpano la parola “libertà”, svuotandola del suo significato.
Un narcisista perverso è un individuo che vive in un mondo irreale nel quale i perversi sono gli altri, non lui. Per “far ragionare” gli altri secondo la sua logica, egli distrugge il loro equilibrio psichico impiantando la SUA verità.
Il punto è che ha innumerevoli “verità” che ama disseminare sul campo minato della psiche degli altri. La sua creatività in altri ambiti della vita è spesso debole e ondeggiante, perché concentrata sul modo migliore di sottrarre energia agli altri. Recitare per nuove platee permette ai perversi di diversificare i loro ruoli, inventandosi nuovi copioni più consoni al loro ideale di onnipotenza.
Incapaci di stabilire legami veri a prescindere della parvenza di una relazione stabile di facciata, abbiamo visto che i perversi narcisisti sono individui che si trastullano tra l’idealizzazione e la distruzione dei loro partner, alternando queste fasi senza mai fermarsi. Consolidano il loro potere sulla psiche altrui mettendo in atto un meccanismo perverso che li permetterà di affermare la loro totale “libertà” all’interno di questo “pseudo rapporto”, messo in atto per coprire la loro vera natura.
Il concetto di libertà per un perverso narcisista non è mai qualcosa di alto, di elevato o di nobile. Ecco che per meglio esercitare la loro “libertà”, questi uomini e donne hanno bisogno di un elemento in più rispetto ai comuni mortali: L’INCOMMENSURABILE FIDUCIA DI QUALCUNO, che sia un compagno/a di vita o un bambino, un collega o un genitore, un amico o un perfetto sconosciuto è assolutamente irrilevante. Hanno bisogno dell’elemento fiducia per svuotarlo, calpestarlo e rispedirlo al mittente in una nuova veste, quella del sospetto.
Ricordiamoci che i perversi giustificano ogni azione perpetrata come essenziale alla loro sopravvivenza e che sono le norme a doversi aggiustare alle loro condizioni e desideri.
In cosa consiste questa particolare visione della libertà? Per loro non solo implica fare ciò che vogliono senza alcun tipo di ostacolo, agire senza inibizioni, repressioni, limitazioni interne ed esterne, ma soprattutto avere qualcuno da ingannare. Libertà, per loro, è promiscuità totale e rischio. Chi non è promiscuo e non rischia la pelle è represso o insoddisfatto, conformista, moralista e bigotto.
I perversi sono convinti che ogni essere umano sulla terra sarebbe invidioso della loro libertà se solo sapesse l’utilizzo che ne fanno.
Nel saggio “Utilizzatori finali” di Riccardo Iacona, pubblicato da Chiarelettere, abbiamo diversi esempi di ragionamenti e razionalizzazioni perverse sul concetto di libertà. In una delle interviste concesse al giornalista Federico Ruffo, partito dall’Italia verso un bordello austriaco per l’inchiesta in oggetto, abbiamo un primo esempio[1]:
“Siete tutti fidanzati?” chiede Federico.
“Certo!”
“E convivete?”
“Sì, tutti e tre.”
“Ma scusate, come fate? Non si accorgono di nulla?”
“Mah, dipende da come imposti il rapporto: se le abitui fin dall’inizio al fatto che tu per lavoro giri molto, loro non notano la differenza!” dice uno dei fondatori del sito. E prosegue: “Pensa che noi siamo appena tornati da Minsk per un importante viaggio di lavoro e siamo rientrati giovedì!”
“E dopo due giorni già ripartite? Anche questa volta gli avete detto che siete in viaggio di lavoro?”
“E certo! È un periodo in cui si lavora tanto!”
In un’altra intervista realizzata dallo stesso giornalista a Pattaya, in Tailandia, abbiamo un settantenne pensionato del Nord Italia che racconta con dovizie di particolari la sua giornata tipo[2]:
“Sono quindici anni che vengo qui. Perché sono andato in pensione abbastanza giovane, a neanche sessant’anni. Ho mandato a fanculo la moglie, i figli sono grandi, e sono venuto qui. Adesso ci passo quattro o cinque mesi all’anno. Ho una fidanzata, fissa per così dire, ma i patti sono molto chiari: viene, si scopa, stiamo insieme, ma poi se ne va! Io rogne non ne voglio a casa!”
“E come funziona qui quando hai una fidanzata?”
“Le fai qualche regalo ogni tanto. La mia ha venticinque anni e due figli. Qualche volta andiamo insieme alla bancarella per comprare qualcosa per i figli. E basta. E poi loro sono al tuo servizio e tu sei al centro. Le thailandesi ti fanno sentire importante. Tra poco arriva qui da me. Già lo so quello che succede. Mi fa sedere sul letto, mi sfila la camicia, mi asciuga il sudore, mi sfila le scarpe, mi mette le pantofole, mette i vestiti sulla stampella, e quando la mattina lasciamo la stanza non serve mica che passi la donna delle pulizie. Lei lascia sempre la casa più pulita di com’era quando è entrata. (…)”
La testimonianza seguente, contrapposta a quella del pensionato, è stata ricavata dalla rete, tra le tante che affollano i blog e social network’s su questo tema[3]:
1 novembre 2010
Ci sono stata 35 anni, ero il sostegno per tutta la famiglia sia psicologico che economico ma era riuscito a convincermi che senza di lui non sarei sopravvissuta. E così giorno dopo giorno il suo potere aumentava, la sua grandezza, la sua genialità, la sua indipendenza, il suo “saper sopravvivere in un’isola deserta in mezzo all’oceano senza luce, né altro” mi hanno reso totalmente dipendente e schiava nonché terrorizzata dall’idea di essere abbandonata. DI NON RIUSCIRE A CAVARMELA DA SOLA. Mai difesa in pubblico, sempre attaccata e umiliata. Ma lui ormai era diventato il mio Dio a cui tutto era dovuto.
Io lavoro ancora, lui già in pensione riusciva a colpevolizzarmi di essere a casa tutto il giorno d’inverno al freddo, per cui NON OBIETTAVO (anche se soffrivo tantissimo) che lui svernasse nei paesi tropicali 3 – 6 mesi. Aveva bisogno di nuotare, però dove l’acqua era calda.
Invece erano i paesi del turismo sessuale. Ma accettavo. Accettavo lui, le foto delle ragazzine, le lettere delle ragazzine, PURCHE’ NON MI LASCIASSE SOLA, perché senza di lui non sarei sopravvissuta.
COM’E’ FINITA ? l’ultima volta che è partito (per la sua vacanza al caldo) non ha RITENUTO IMPORTANTE INFORMARMI. Ha preso l’aereo.
Ho trovato la casa vuota-
E’ riuscito a convincermi che la colpevole sono io.
Vivere con un perverso significa sacrificare ogni certezza sulla propria vita, sui principi e convinzioni che riteniamo etiche e giuste. È un sentiero che conduce a sofferenze certe con risultati che variano tra la delusione insopportabile e la tragedia vera e propria.
Non esiste un modo semplice e meno ambiguo, più dignitoso e soddisfacente per sfuggire all’incertezza, per mettersi sotto una luce calda e rassicurante in questo tipo di “interazione”, chiamiamola così. I perversi narcisisti lo sanno bene, e lo trasformano in un punto di forza. Amano la propria evanescenza e inaffidabilità, così come tutti gli elementi che appartengono al favoloso Regno del Nulla.
I perversi narcisisti non riconoscono la sofferenza nel partner per il loro “modo di essere”, anzi, criticano aspramente “l’incapacità” dei partner di accettarli “così come sono”. Spesso accusano i malcapitati di avere presunte libertà represse e di invidiare la loro abilità di farsi “tanti amici”, convincendoli sulla normalità del binomio libertà-promiscuità. Esigono che siano gli altri a “capire” i loro “bisogni”, esortandoli a partecipare attivamente – con la sottomissione o il rifiuto netto – a un gioco ambivalente nel quale la loro “libertà” prevale su ogni valore o patto fondante di una vita di coppia sana. D’altronde, scrisse Blaise Pascal:
Un uomo passa la vita senza annoiarsi, giocando ogni giorno un po’ di denaro. Dategli ogni mattina la somma che può guadagnare ogni giorno, a patto che non giochi più: lo renderete infelice. Forse, si dirà che egli cerca lo svago del gioco e non il guadagno. Fatelo dunque giocare per niente, non ci prenderà gusto e si annoierà. Dunque, non è soltanto lo svago che egli cerca: uno svago fiacco e senza passione lo annoierà. Occorre che si ecciti e inganni se stesso, immaginando che sarebbe felice di vincere quello che non vorrebbe che gli fosse donato a patto di non giocare più, e questo per avere un oggetto a cui tendere con passione, un oggetto che ecciti il suo desiderio e la sua collera e susciti il suo timore, come i bambini che si spaventano per la faccia che hanno essi stessi impiastricciato[4].
Mentre esercitano la loro “libertà” i perversi non provano alcun rimorso o angoscia. L’immagine di un uomo/donna sofferente e piegato dai sensi di colpa/rimorsi di coscienza per i gesti compiuti a danno degli altri, non appartiene alla realtà, ma all’immaginario del partner.
L’assenza delle facoltà morali e di coscienza rende i perversi narcisisti ipersensibili a ogni sorta di vizio. Non badano mai al livello di depravazione che potrebbero raggiungere, ma unicamente al piacere che potrebbero ipoteticamente ricavare. Piegandosi ai “bisogni” più spropositati, i perversi si convincono di esercitare un loro diritto naturale, sono i bambini con la faccia impiastricciata descritti da Pascal, con la differenza che i loro danni sono molto più gravi di una semplice finestra rotta. Ricordiamoci che sono persone che hanno perso la capacità di comprendere ciò che è giusto o sbagliato, perdendosi in razionalizzazioni varie che vanno esclusivamente a loro favore.
Tendenzialmente, i perversi narcisisti credono che le nozioni di moralità e di altruismo presenti nella società siano fin troppo severe e spropositate per i loro gusti. Ecco perché si dipingono come contravventori, trasgressivi, rivoluzionari, anticonformisti e via col tango, convincendosi di essere al top della scala evolutiva, altroché predatori della loro specie!
La maggioranza dei narcisisti perversi si “accontenta” della violenza psicologica e della disintegrazione della personalità altrui. Hanno bisogno di salvaguardare la loro “libertà” da potenziali invasori ad ogni costo. In questo senso, riporto pressoché integralmente dal sito dello psichiatra Hugo Marietan un’importante testimonianza. Ho rilevato le parti più interessanti perché appartengono al modo di fare tipico dei narcisisti perversi:
Lei si sente totalmente libera e crede che la cosa più incoerente sia possibile e deva essere vista come coerente anche da me. Io devo credere in lei e punto. La sua massima è: le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite . Quando domando perché agisce così non fornisce alcuna spiegazione ma torna alla sua massima: non ho bisogno che tu mi capisca. Si sente libera di violare le regole che abbiamo pattuito nel nostro rapporto di coppia. Non s’impegna di assumersi la responsabilità della violazione. Gli accordi con il partner non la legano, non si risolvono in un freno alla sua libertà. Agisce come se non fosse impegnata in una relazione di coppia, come se non fosse qualcosa di serio, ma di superficiale, non c’è alcuna coerenza tra i pensieri che verbalizza e le sue azioni. Afferma di essere affettuosa, onesta, sincera, dedicata, amabile, collaboratrice, buona compagna, buona amante e, in effetti, era proprio così, anche se era una maschera, all’inizio della relazione la sua rappresentazione era credibile, ero innamorato e la sua maschera m’ingannava. Tutte le sue recite “alla luce del giorno” erano coerenti, ma quando ho scoperto le sue performance “all’ombra”, le sue affermazioni hanno smesso di essere coerenti con le recite. Lei fa unicamente ciò che gli trae un personale beneficio, è egoista e non gli importa niente se produce un danno emotivo. Nelle sue recite trasgredisce i patti che avevamo fatto, è consapevole della trasgressione ma non le importa, semplicemente occulta la cosa, è come una sfida per lei vincere, comprendere che è riuscita a ingannarmi. Sento che lei trae una personale soddisfazione quando mi vede come un bambino che non si rende conto delle cose. Sì, perché lei fornisce tutte le tracce, ma io non le scopro. Ingannandomi, credo che lei si metta in un piano superiore, sente di essere la più furba, la più intelligente, quella che ha tutto sotto controllo e che manovrando i fili può convertirmi nella sua marionetta. Credo che in fondo goda del fatto che io non le creda e che vada alla ricerca della verità, mentre lei continua a raccontarmi bugie per depistarmi sempre che parto per ricercarla. Credo che lei si senta dominante perché lei soltanto può definire ciò che corrisponde alla verità.Lei è convinta che sia possibile rimuovere un travestimento e prenderne un altro sotto il mio naso, e che io deva credere a questa sua nuova recita. Se continuo a dubitare della cosa lei si mette un altro travestimento, ed io devo credere a questa nuova performance, è un gioco per lei il fatto di mettere e togliere le sue maschere davanti ai miei occhi, è come se pensasse che gli inganni in serie siano possibili, siano credibili, che non potrò mai scoprirli, ed è incredibile che mi accusi di mancata fiducia in lei, sono io il matto del villaggio, il sospettoso[5].
Dobbiamo comprendere che la libertà concessa da un partner fiducioso non è mai abbastanza per un perverso narcisista. Per legittimare la sua idea di libertà, egli DEVE sacrificare la dignità e l’autostima dell’altro, lottare ferocemente per ottenere concessioni sempre maggiori, ridicolizzare e trascinare il partner “ufficiale” verso l’ossessione o la depressione, pur di avvertire una parvenza di emozione, lo scorrere dell’adrenalina, il dominio sull’altro, il POTERE e il CONTROLLO. Proseguiamo con la testimonianza:
(…) lei afferma di aver chiuso la sua relazione precedente, però alle mie spalle continua a uscire con questa persona. Crede sia possibile avere due vite parallele senza che nessuno sappia. Ritiene che barare sia possibile e che tutto può essere nascosto per mantenere la sua maschera, la sua immagine impeccabile. Le concedo la libertà di uscire con questa persona perché dice di essere confusa e di non sapere cosa prova per me, tanto meno sa cosa prova per l’altro. Concedo libertà e tempo per chiarire la sua confusione uscendo con l’altro, con la condizione che mi dica quando usciranno insieme. Lei esce con questa persona senza dirmi mai niente. Io colgo la bugia diverse volte. Le informo che verificherò se è andata effettivamente nei posti in cui afferma di essere stata; afferma che lo posso fare restando impassibile come un giocatore di poker, senza esprimere alcun tipo di sentimento. Con impressionante freddezza mi dà il permesso di verificare, fornendo pure l’indirizzo e il nome della persona (un suo cliente con chi stava facendo un affare), dice di essere stata con lui, però, quando vado a verificare mi dicono che non era mai stata lì e che il cliente non era in città. Mentre ero lì, prendo il telefonino e la chiamo per dirle che ero fermo davanti all’ingresso del posto (nel quale lei diceva di essere stata) e racconto cosa mi dicono, che la persona era fuori città. Lei non si tira indietro e continua a mentire dicendo che la persona ha problemi con la propria sicurezza e che, per questa ragione, il portiere e la segretaria non possono dare alcuna informazione agli estranei come me. Questa nuova bugia la inventa per spiegare il motivo per cui era perfettamente plausibile essere stata sul luogo che diceva, nonostante m’informassero l’esatto contrario. Questa menzogna la dice con grande freddezza e la maggior naturalità del mondo. Affermo che non può essere vero che ha incontrato il cliente restandoci per ben due ore sul posto perché gli addetti avevano consultato la lista d’ingresso delle persone nell’azienda e il suo nome non era stato registrato. Con identica tranquillità immediatamente cambia la versione dei fatti e riconosce di non essere entrata, di non aver lasciato il suo nome, che non ha avuto la riunione, però che si era recata su quel luogo, aveva timbrato un cartellino e domandato del cliente, il resto del tempo lo aveva trascorso cercando un regalo per me, però, senza trovare qualcosa di adatto ai suoi gusti.Percepisco questo come un atto di manipolazione emotiva, dice: “non te l’avevo detto per farti una sorpresa”. Credo che con questa affermazione intendesse commuovermi per indurmi a non indagare più, farmi sentire in colpa per aver dubitato di lei. Domando allora cosa intendesse comprarmi, lei mi risponde una tuta (da operaio), chiedo dove pensava di prenderla. Risponde che ci sono dei negozi a pochi isolati nella stessa zona. Verifico e non c’è alcun negozio nella zona, giacché si tratta di una zona industriale con grandi capannoni e magazzini di vendita al dettaglio, la chiamo nuovamente e gli chiedo dov’è, perché nella zona non esiste questo tipo di negozio ed io ho bisogno di acquistare la tuta, vorrei approfittare il viaggio per acquistarlo, riafferma la sua menzogna e mi sprona a cercare meglio, ovviamente cerca di incolpare me per non aver cercato bene, continuo i miei giri per la zona ed è evidente che è falso, dopo più di mezz’ora la chiamo nuovamente, lei ancora una volta cambia versione senza scomporsi e dice che, in realtà, non stava cercando una tuta da regalarmi ma che era andata da quelle parti, in ogni caso, per domandare del cliente. La invito a parlare più tardi quando mi recherò a casa sua. Vicino a casa sua la chiamo nuovamente per dirle che non aveva senso continuare a mentire, continuare a insistere di aver utilizzato due o tre ore per andare a timbrare un cartellino e poi cercarmi una tuta, che non avevamo più niente da dirci e che non sarei più andato da lei. Siccome lei giura di voler dichiarare la verità mi reco a casa sua. Racconta, quindi, senza alterarsi, di essere andata nell’ufficio dell’altro, (suo ex fidanzato, 5 anni di relazione). (…) Dopo lunghissimi silenzi e senza scomporsi, smette di fare scena muta e spiega di essere stata unicamente a chiacchierare in ufficio, afferma di non aver fatto niente di male; gli dico che non è coerente restare a chiacchierare per due ore in ufficio senza andarci a pranzo. Fa un silenzio un po’ più prolungato e poi, imperterrita, come se non fossero state già abbastanza le bugie precedenti, afferma di essere rimasta a chiacchierare con l’ex fidanzato, ma che erano usciti per andare a un ristorante vicino all’ufficio. Nuovamente gli chiedo perché non ha risposto al telefonino, e allora mi dice che nel ristorante c’era troppo rumore, come se lei non lo avesse sentito. (…) Gli chiedo se è andata a letto con lui. Afferma di no ma confessa senza un pizzico di vergogna che tre mesi dopo che eravamo già fidanzati era andata a letto con lui per ben due mesi, ma che stavolta erano andati unicamente a pranzo. Che potevamo pure andare al ristorante per chiedere una copia della fattura. Allora mi fermai e non ho voluto più andare avanti. Dopo mi ha scritto: “il mio unico errore è stato andarci a pranzo” vuol dire che non si sente in colpa per le sue menzogne, per l’inganno e l’infedeltà. (…) Lei segue sempre lo stesso modello di inganno. Mi chiama per capire cosa sto facendo, dove sono e cosa intendo fare. La cosa si ripete di solito all’ora di pranzo. Questa chiamata la fa dal bagno dei ristoranti mentre l’altra persona la attende a tavola. Quando ho scoperto che la cosa funzionava così, lasciavo passare alcuni minuti e poi tornavo a chiamarla, lei allora non rispondeva più al telefono oppure lo spegneva. (…) La visita previa era così: quando era ancora in coppia con il suo ex, veniva a casa mia alle 7:00 di sera, restava per circa 15 minuti molto affettuosa e allegra prima di andarsene verso l’appartamento dell’allora fidanzato.
Altra cosa che fa è eludere un appuntamento, non fa programmi, non risponde mai chiaramente, cambia improvvisamente programma, spesso non risponde di modo concreto a una domanda precisa oppure cambia argomento. Di fronte a domande che potrebbero lasciare una persona normale in una situazione scomoda, lei resta impassibile. Ride in situazioni in cui altri sarebbero sconvolti, oppure quando commette un errore. Sono condotte che anticipano le sue bugie. Sono un avvertimento che indica che ciò che dirà è falso. (…)
Non ho chiaro il concetto di aggressione psichica. Sento però che la mia intelligenza è stata insultata quando si mette a mentire di modo incoerente. Quando non dimostra uno stato d’animo ben definito mi sembra uno specchio, sorride se gli sorrido, prende la mia mano se io prendo la sua per primo, misura ogni parola che dirà conforme cosa le dico, se la chiamo “amore” mi risponde uguale, se la saluto con un “ciao” freddo, lei fa lo stesso. Certe volte sento di essere con un robot programmato per rispondere emotivamente con base nello stimolo che riceve[6].
Un altro aspetto fondamentale per comprendere il concetto di libertà dal punto di vista perverso si verifica quando il/la partner finalmente decide di abbandonarla/lo alla sua sorte. In questo caso il perverso toglie dall’altro la libertà di andarsene definitivamente, non sempre con la violenza o lo stalking, ma rendendosi improvvisamente disponibile e onnipresente verso chi ha soggiogato poco tempo prima. Fingendosi disposto ad abdicare della “libertà” per la quale “ha duramente combattuto” per mettersi a disposizione del partner e fare esattamente ciò che vuole l’altro (come un genitore accudente), egli gioca la sua carta vincente, riuscendo a riportare la preda nella sua ragnatela fino a “far calmare le acque” (hoovering), salvo poi tornare a bramare libertà totale appena riacquistata la sua fiducia.
Questo è, senz’altro, un meccanismo dei più perversi, destabilizzanti e manipolatori [7]:
Quando mi chiese perché lo lasciavo, gli dissi che ci tenevo a lui, ma che soffrivo troppo. Spiegai che mi sentivo umiliata, male e triste la maggior parte del tempo. Che andavamo d’accordo sul sesso, ma che il resto del rapporto mi faceva stare male. Gli dissi che la sua vita era stata già decisa, lui aveva una moglie, figli, ecc. e che io avevo già 35 anni, avendo dedicato 5 anni a lui; gli dissi che avevo anch’io diritto all’opportunità di essere felice.
L’ho pregato di aiutarmi, di non chiamarmi più, di permettermi di cercare altrove la pace che da troppi anni non sentivo. L’ho pregato di condividere con me questo bisogno, gli dissi che più tardi avrebbe potuto chiamarmi per sapere come andava la mia vita, che gli sarei stata grata.
Lui mi disse: “Non andremo molto avanti, io e te, senza giochi sessuali. Tu ed io siamo destinati, stai commettendo l’errore più grande della tua vita e lo sai.”
Gli dissi Ok., va bene, potrebbe essere un errore, ma vorrei sbagliare lo stesso.
Il giorno dopo tornò a chiamarmi e così successivamente. Mi chiese di lasciarlo pensare per me, disse che dovevo affidarmi a lui, perché era molto più saggio (…)
In sintesi, un narcisista perverso è un “qualcosa” che non vive e non lascia vivere; egli non ama, non si fa amare e tanto meno concede agli altri la libertà di amare chiunque altro. Distrugge l’essenza delle persone che prova perché ‘macchina tritacarne’: quando non riesce a distruggere la vita degli altri la ritarda, la blocca per il piacere di mettere nel sacco un essere umano in più. Abbiamo a che fare con un robot dotato di una parvenza di intelligenza artificiale che si nutre dell’energia umana senza la quale, da “qualcosa che manipola qualcuno per far soffrire”, rischia di essere declassato a “niente che svanisce nel Nulla”.
Vanno declassati, fatti svanire nel loro Nulla; ecco la libertà che CI dobbiamo concedere, QUELLA DI DIRE BASTA. Amen.
C.l.dias
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[1] IACONA, Riccardo. Utilizzatori finali. Chiarelettere, 2014, p.20
[2] Idem, ibidem. p. 34-35
[3] http://escialloscoperto.blogspot.it/2008/09/il-narcisista.html
[4] PASCAL, Blaise. Pensieri, opuscoli, lettere. Ed. Rusconi, Milano, 1984. p. 477.
[5] http://www.marietan.com/material_psicopatia/misteriosa.htm
[6] Idem.
[7] http://www.marietan.com/material_psicopatia/artimania%20perversa.htm
Perchè dare così enfasi e onnipotenza a queste figure di narcisisti perversi, depotenziamo, vediamo la povertà delle loro vite. Lavoriamo su di noi, sulla nostra dipendenza. Siamo testimoni della nostra autodistruttività.
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Cara Daniela, non credo che informare le persone sull’esistenza di questo tipo di personalità sia ‘dare enfasi e onnipotenza’ ai narcisisti perversi. L’enfasi e l’onnipotenza vengono assegnate dai perversi a loro stessi quando mettono in scena un teatrino al giorno per trarre vantaggio dal maggior numero di persone possibili e disponibili. Non credo affatto che TUTTI siano ‘testimoni della propria distruttività’, che tutti siano masochisti o dipendenti affettivi a livello estremo, ma che ci sono persone EMPATICHE che rischiano di essere distrutte emotivamente per eccesso di umanità. Togliere il diritto all’informazione gratuita quando ci sono testi autorevoli che dimostrano l’assoluta disabilità emotiva dei soggetti perversi, che comprovano l’impossibilità di un cambiamento e che esiste una via di uscita per le persone che soffrono, soprattutto quando ci sono bambini di mezzo è regalare ai perversi esattamente ciò che vogliono da noi: il nostro silenzio. Onestamente mi sembra un’idea poco producente. Il silenzio e la finta indifferenza funzionano come un lascia passare a queste persone per continuare a fare ancora peggio. Rispetto molto la tua opinione, ma qui continueremo a parlare e divulgare il contributo autorevole dei professionisti che abbiano voglia di collaborare.
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Claudileia buongiorno e grazie per tutto attraverso tt quello scritto da voi ho capito tutto tutto tutto.però avete ragione per il no contact però quando lui ti incrocia perche purtroppo facciamo lo stesso lavoro e ti ride beffardo dopo sette anni di inferno psicologico dove nn sei piu nulla di umano allora nn ci ho visto piu …e ora pero quel dolore,acuto si e’ mitigato…..
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Cara Giò, non ho capito. In che senso non ci hai visto più? Giò, carissima, per evitare di cadere nelle sue provocazione EVITA di guardarlo in faccia. Lui sa quali sono le espressioni che ti mandano in bestia e cosa fare per farti stare male. Togliere il saluto a qualcuno è da maleducati e cafoni? E chi se ne frega? E’ il tuo benessere psicologico ad essere in gioco! Trattalo come una persona radioattiva alla quale la sola vicinanza nuoce alla tua salute, come un sole (nero) che t’offusca gli occhi fino a toglierti la visione della realtà, portandoti a compiere gesti insensati e ad agire di modo controproducente per te. Nell’ambiente di lavoro gli n.p. provocano le colleghe/i colleghi seminando zizzania fra loro fino a far fuori esattamente chi vogliono. Attenta alle tue reazioni emotive alle sue ESPRESSIONI. Ricordati che sono provocazioni da due soldi con l’obiettivo di farti arrabbiare e perdere la calma.
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Claudileia scusami ma io l ho colpito dove un narcisista muore su i suoi difetti strano e le sue manie …..si l ho distrutto come sono distrutta io …..ora uso quando posso il no conctat. ma,sta rovinando una ns collega che ga ben 22meno di lui con sorrisini e approcci ….
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A maggior ragione devi restare alla larga del soggetto, proprio perché sai quali sono i suoi diffetti: in primis, quello di non rendersi conto dei propri difetti e di proiettare sugli altri il male che è in lui. Quando un narcisista sente da una bocca qualunque tutto il male che è capace di fare può pure mettersi a piangere, ma non perché si rende conto della propria cattiveria, più semplicemente perché non è riuscito a prenderti in giro come vorrebbe. La frustrazione è talmente grande che potrebbe ‘restarci male’ MOMENTANEAMENTE con le tue parole ma poi, girato l’angolo della strada, ci sarà sempre una donna con gli occhi brillante per dirgli che è una persona meravigliosa, leggera, sincera, fantastica… e se non trova la sua povera crista pagherà una per farlo e crederà alle sue parole dietro congruo compenso, qualche favore, ecc. The question is: tu, cosa ci guadagni rinfacciandolo della sua malvagità? Oramai lo sai che è incapace di cambiare psicologicamente e anche biologicamente, mi preme aggiungere. Non ti resta che restare ai margini del fiume per assistere allo spettacolo grottesco della sua pateticità e miserabilità umana.
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“Lei si sente totalmente libera e crede che la cosa più incoerente sia possibile e deva essere vista come coerente anche da me. Io devo credere in lei e punto.”….
Questo è l’articolo che rispecchia maggiormente la mia relazione ,in particolare questa parte del racconto. La mia ex è proprio cosi. Libertà assoluta senza alcun freno,”amici”,ex,corteggiatori,amanti virtuali ,a cui fa credere e poi li molla per qualcun altro.Nessuna morale, prendere ,usare e buttare via. Mi è stata fedele fin quando non è uscita dalla sua depressione narcisista, non riusciva a ottenere quello che voleva ,quando capi come usare le persone senza “pagare dazio” , mi ha mollato per qualcosa di meglio (le sue parole). Salvo poi ,mollare il tipo perchè si ricordò che il meglio era un altro ,un uomo che aveva fatto breccia nel suo cuore 2 mesi prima che mi lasciasse,anche se mi giurava che non c’era nessuno e che mai lei dai saldi e altissimi principi morali ,potesse mai tradirmi. Infatti mi tradi…
Si è fatta beffe di me anche con il tradimento perchè lo meritavo,troppo oppressivo..Strano che 2 giorni prima mi lodava per il contrario e che progettava una convivenza e il matrimonio addirittura…
Un uomo vero non deve capire una donna la deve amare ,comprendere e sostenere ,senza chiedere nulla ,senza piegarsi mai,senza mai essere dipendente ,ma sempre disponibile in ogni momento e senza fare domande da buon cavaliere e sopratutto deve lasciare andare la sua donna con altri uomini perchè è normale (secondo lei) per una donna avere tanti corteggiatori e amanti (definiti amici) ,aspettare il ritorno in silenzio come un vero uomo d’altri tempi e accoglierla con tenerezza e dolcezza ,ma sopratutto essere felice per le sue nuove esperienze che non possono che far bene ad una relazione .Notate le inconcruenze ? Per il suo teurapeta e le sue amiche il matto ero e sono io !!!
Da quello che sò, in seguito ha avuto altre storielle,nulla di serio ,solo scopo sfruttamento ,economico e sociale . Poi la mollano ,tranne uno che è stato mollato e per poco non finiva ai pazzi.
Per tanto tempo è andata dicendo che ero stato il suo amore della vita ma che non ero stato alla sua altezza (reale) ,non riuscivo a soddisfare le sue ambizioni di grandezza e la facevo sfigurare con le amiche , che tra l’altro erano sigle e stranamente bruttine … Quindi doveva farmela pagare..Le sue “migliori” amiche erano tutte brutte (cosi le definiva) e complessate,però da buone scimmie volanti le danno sempre supporto.
Ha un concetto di libertà che si avvicina al libertinaggio , per lei non valgono le regole che impone e nemmeno il rispetto verso gli altri che le è dovuto.
Divide il mondo in fighi e sfigati e ama far sfigurare gli uomini davanti a tutti , una volta ci provò con me ,cascò male però… mi tenne il broncio per giorni perchè io l’avevo offessa non subendo i suoi sfottò davanti ai suoi amici che mi vedevano per la prima volta . Mi disse che non si sentiva libera di esprimersi.
Forse sono molto matto io davvero ,ma nei suoi concetti di libertà,dei suoi amici e non ultimo del suo psicoteurapeta anzi dei suoi .. non riesco proprio a entrarci.
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Caro Yuri, se a un bambino viene insegnato sin da piccolo che imbrogliare e sedurre è uno stile di vita vantaggioso la sua crescita viene arrestata. E’ naturale che ‘non cresca’ ma che viva cercando di trarre il massimo profitto da ogni sua relazione, mentendo spudoratamente su tutto. Come hai potuto osservare, i narcisisti sono convinti di avere un senso estetico molto spiccato e quindi giudicano le persone come dei cavalli al mercato. Nessuno scappa, nemmeno i parenti. Ho sentito di narcisisti che criticavano esteticamente i propri genitori “Mamma era brutta, papà era bellissimo!”, le fidanzate degli amici dei figli “Tutte ragazze grasse!”, gli ‘amici’ e via col tango. Si guardano allo specchio? Certo che si guardano, ma si vedono STUPENDI! Hanno il cervello deformato dall’Io smisurato che li fa sentire onnipotenti. Ti sembra libera una persona che ha bisogno di più rapporti pseudo affettivi per sentirsi in equilibrio con se stessa? Si rendono schiavi da rapporti compulsivi, ossessivi e morbosi, ma spacciano il tutto per libertà. “Io sono un cane sciolto!” “Io non amo le etichette!” “I miei ex non si annoiavano mai!”. Hanno bisogno di queste interazioni come l’aria che respirano. Se non hanno mille rapporti contemporaneamente si sentono vuoti e inutili. Non avendo grosse qualità o riserve energetiche, servono le qualità e le riserve degli altri per poter campare. Non possono fare a meno di agire così per ottenere dei vantaggi nei più svariati campi. Cosa c’entra la libertà con la ‘coazione a ripetere’? Se questa ragazza cambia psicoterapeuta in continuazione un motivo ci sarà: o i suoi curanti capiscono che non c’è niente da fare, oppure lei (come ogni narcisista doc) si convince dopo un po’ che ‘nessuno la capisce’ e che ‘ognuno è medico di se stesso’.
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Grazie Claudileia per l’esauriente risposta ,descrivi la mia ex in modo sbalorditivo!!! Quella cosa del senso estetico poi.. E’ convinta di avere buon gusto e sceglie le persone come si sceglie la frutta al mercato ,però poi “stranamente” le sue scelte le esplodono in mano ,sopratutto gli uomini ,non a caso l’ultima sua conquista se ne andato con un altra ,perchè stanco del suo modo di fare da civetta e della zona di limbo in cui l’aveva confinato. Mi dissero che lei ci rimase malissimo , credeva fosse un vero amico e invece aveva secondi fini. In effetti hanno tutti secondi con lei ,prima li seduce, ci amoreggia in modo plateale ,tanto che il tipo in questione venne mollato dalla fidanzata ,fà intendere di essere disponibile sessualmente e poi li lascia ad aspettare e nel frattempo civetta con altri . Questo è uno dei suoi modi di esprimere la libertà,però se poi tu fai lo stesso sei solo un bastardo traditore….
Le zocc… sono le altre ,donne di pochi principi,che vanno con tanti uomini e per di più girano svestite .Sono ironico ,perchè lei fà esattamente cosi ma lo stesso giudizio per lei non vale ,poiche’ lei è meglio….
Forse ,negli ultimi anni sono stato l’unico a farle perdere la testa davvero e questo non me l’ha perdonato. Non avere il controllo deve essere devastante per una narcisista .Ci si mise d’impegno per farmi capitolare ,bugie enormi ,tante le ho scoperte in seguito e non capisco come poteva pensare che avessero retto con la realtà delle cose .Sono cose talmente enormi che sarebbe stato impossibile passarci sopra facendo finta di nulla.
E poi anche quella cosa dell’ energia ,caspita!!! Non ci crederai ,ma nel suo continuo vagare tra,guru,psicocositeurapeti,psicoolistici,psicoenergicosalutisti e cose varie ,mi disse una mia amica che la conosce ( la mia ex non l’ha mai saputa questa cosa) che si è fatta un corso su come assorbire l’energia positiva delle altre persone e prenderne e il meglio tipo i Borg di star trekk!!
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Caro Yuri, funziona esattamente come hai descritto. I narcisisti perversi lasciano intendere al maggior numero di persone possibili non solo che sono sessualmente disponibili, ma anche CHE SONO PERFETTAMENTE CAPACI DI IMPEGNARSI PROFONDAMENTE PERCHE’ ALLA RICERCA DI QUALCUNO DA AMARE COME NON HANNO MAI AMATO PRIMA. Rendono l’idea di aver tanto amore da dare, ma solo a persone molto speciali, come il primo ascoltatore che li capita sotto tiro. Investono molto nella gestualità, nello sguardo e nelle gentilezze non richieste per creare un’atmosfera di alta tensione sessuale, di ammirazione incondizionata (e anche di leggero imbarazzo) nella persona presa di mira che all’inizio potrebbe pensare: “C’è qualcosa in lui/lei che non mi piace, però è così gentile, quasi magnetico. Ha fascino e mi ricopre di attenzioni.” La seduzione non viene svelata immediatamente, ma è qualcosa di subdolo e costante. Ti studiano e raccolgono informazioni prima di decidere la strategia seduttiva adatta a te. Per questo all’inizio ti ricoprono di attenzioni: vogliono farti parlare per sapere dove colpire e su cosa far leva. Una volta scoperti i tuoi punti deboli, cominciano i lunghi monologhi… e non finiscono più perché la tua funzione è quella di fare da pubblico! Il controllo è tutto per un narcisista. In effetti, in famiglia nulla sfugge al suo assoluto controllo. Sono sempre loro a decidere su tutto, oppure fanno in modo (attraverso la manipolazione) di convincere ogni singolo elemento che le decisioni prese da loro sono le migliori. Tutto deve essere sottoposto alla loro approvazione, altrimenti cercano di boicottare o sminuire i progetti e l’autonomia degli altri. Addirittura esistono corsi che insegnano come assorbire l’energia degli altri? Mi hai fatto fare due risate: come se loro ne avessero il bisogno! Diciamo che i narcisisti perversi cercano di perfezionare le loro tecniche manipolative nell’arco degli anni anche frequentando persone che esercitano professioni legate all’ambito psicoterapeutico, come sedicenti ‘coach’ e guru. Molto spesso sfoggiano nozioni elementari e approssimative su determinati concetti, dicono tutto per sentito dire con l’aria di chi la sa lunga. Perché sfogliare un libro se con uno sguardo dolce tizio e caio mi dicono tutto ciò che sanno sull’argomento che mi interessa e che potrei usare per ottenere ciò che voglio dagli altri? Manipolatori all’ennesima potenza.
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Cara Claudileia,
in questi giorni ho riflettuto sulle parole del dr. Marietan secondo il quale una complementare resta sempre una complementare. Io non credo che se incontrassi un altro NP permetterei che accadesse quello che già è accaduto perchè conosco l’esistenza di questa “patologia” che prima non conoscevo il che fa una bella differenza. MA l’attrazione istintiva proveniente da non so quali profondità della mia persona rimane. E la conferma è l’uomo del treno di cui ti ho parlato un pò di tempo fa. Come avevo immaginato lacvora nella stessa zona in cui lavoro io, prende quel treno tutte le mattine alla stessa ora in cui lo prendo io. Fa parte di una tipologia di uomo che mi attrae profondamente, incomprensibilmente, tanto da spingermi oggi, ad es. a sedermi accanto a lui. Quel viso che esprime una certa “rigidità” , compostezza e quell’eleganza nei gesti causano in me lo stesso senso di turbamento e smarrimento provati in precedenza. Certo, ora che so, nulla di brutto potrà capitare ma è come se ci fosse “un’altra me” che rimane attratta e turbata ancora da queste figure, nonostante tutto. Mai tornerei con il precedente NP ma rimane la curiosità verso costui.
Un abbraccio.
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Cara Anna, una complementare si attende sempre che qualcosa di straordinario accada nella sua vita. Vuole l’adrenalina, la passione travolgente dei film, la sorpresa permanente… Sono persone che non si sentono appagate da un rapporto nella norma fatto di progettualità, affetto sincero e rispetto reciproco. E’ come se negassero agli uomini che le rispettano la capacità di essere dei bravi amanti, di sorprendere, di arricchirle dal punto di vista intelletuale ed emotivo. Tutti vengono classificati come ‘noiosi’ e quindi spalancano le loro porte all’imprevedibilità degli psicopatici. E’ la vecchia storia della donna che abbandona il marito fedele per il narcisista perverso traditore incallito. La complementare è convinta di meritarsi un oggetto raro, conteso da tutte. Per questo i narcisisti perversi le mettono sempre in competizione, facendo leva sul narcisismo delle loro prede. L’ordine è: dimostrami che sei la migliore e sarò tuo. Ecco perché la complementare accanto al suo psicopatico si sente una vincente quando tutto va bene e decisamente una fallita quando viene abbandonata oppure abbandona. Finché si identificherà con questa tipologia di uomo difficilmente riuscirà a realizzarsi e maturare emotivamente, andando fatalmente alla ricerca di qualcuno di simile. Tu provi attrazione per questa persona perché si somiglia al tuo ex. L’attrazione è qualcosa di irrazionale e di incontrollabile, lo sappiamo. In questo caso però viene falsata dalla tua esperienza precedente. Come andrà a finire lo sai soltanto tu. Questo uomo sul treno sarà un “uguale ma diverso”? Chissà! Ovviamente ognuno è libero di approcciarsi a chi vuole, il punto è rispettarsi e sapere quali sono le proprie debolezze e limiti, così da non farsi calpestare a causa dei condizionamenti del passato incorrendo negli stessi errori.
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Si, hai ragione: l’attrazione senz’altro viene falsata dalla esperienza precedente. E la curiosità deriva proprio dalla domanda da te così ben posta: sarà un “uguale ma diverso”?. Come sempre sai leggere bene dentro di noi, cara Claudileia. Ma non è solo attrazione, è un movimento interiore di corde profonde che causa sentimenti come la commozione, la tenerezza che non capisco da cosa nascano. Ti faccio un es . se era un collega del mio ex NP che lavorava per 24 ore di seguito , mi dispiaceva perchè ne immaginavo la stanchezza. Se le stesse 24 ore lavorative le faceva il NP (era un medico) mi venivano le lacrime agli occhi. Ecco questa è la differenza tra i sentimenti che comunemente posso provare per le persone in difficoltà e quella che provo per il NP.
Uno dei primi pensieri che ho avuto sullo sconosciuto del treno è stato: deve prendere il treno così presto al mattino! ma quel treno lo prendo anche io e decine di altre persone sempre al mattino presto! eppure un pensiero simile non l’ho mai avuto nè per me stessa nè per gli altri che come me vanno al lavoro alla stessa ora.
Da quanto mi dici circa il concetto di “complementare” (che non avevo ben compreso) ritengo di non esserlo. Non mi ritrovo nella descrizione che ne hai fatto. Questo dovrebbe aiutarmi.
Grazie, e torna presto con i tuoi articoli!
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Cara Anna, la sensazione che provi può essere ricondotta al modo in cui il tuo ex sollecitava il tuo lato materno, la tua capacità di accudimento. I narcisisti perversi posano sempre da vittima, sono gli unici colpiti dal mondo malvaggio, sono gli incompresi dall’infanzia difficile, i gran lavoratori che non conoscono mai la gloria perché il mondo crudele è dominato da mascalzoni e raccomandati. Quando ti vomitano addosso la loro negatività sei costretta a dire qualcosa di bello e di positivo per tirarli su, come una mamma che dice al suo bambino: “vedrai che ce la farai a segnare questa volta, sei capace, non badare al protagonismo dei tuoi compagni di squadra che sei sempre il migliore!” La mamma è sempre la mamma e poco importa se il bambino è una frana, lei lo incoraggia lo stesso. Fin qui lo facciamo tutti, chi più chi meno. È normale sostenere e incoraggiare le persone che amiamo nei limiti della realtà e del possibile, altrimenti sarebbe disonesto. Il problema è che con i narcisisti perversi questa dinamica è estremizzata, accade tutti i giorni fino a cronicizzarsi. Sono persone che non vogliono semplicemente essere comprese e ascoltate ma DIVINIZZATE, in più non c’è un sano scambio di incoraggiamenti: resti sempre a bocca asciuta. In buona sostanza la tua funzione è quella di essere sempre dolce, tenera e materna, mentre la loro è quella di buttarti giù perché queste tue caratteristiche non sono mai abbastanza per loro, che vogliono la tua incondizionata ammirazione. Con il tempo la donna o l’uomo caduto nella trappola acquisce il “vizio” di compatirli più del dovuto e molto più degli altri e, come hai ben osservato, riesce a dimenticare di sé per badare al loro bisogno di attenzione e di sostegno come se i propri sacrifici e meriti fossero irrilevanti se paragonati a quelli del narcisista.
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E’ vero essere complementari è tutto ciò che hai descritto. Come è verissimo che veniamo continuamente messe in competizione con noi stesse. Porto un esempio di ciò che avveniva con il mio np: rapporto fatto di ritorni strazianti andato avanti per più di vent’anni. Al suo ultimo ritorno di circa un’anno fa, quindi dopo ben 25 anni, mi convince che finalmente sono diventata ciò che lui voleva che io fossi, cioè sono finalmente pronta ad avere un rapporto fatto di leggerezza con lui, perchè ho il giusto cinismo per affrontare questa storia. Mi illudo che posso portare avanti questa relazione fatta di briciole e gli concedo, perchè ne ho bisogno, di continuare la farsa delle e-mail infinite. Tutto si ripete come un copione, riparliamo della nostra adolescenza, del perchè ogni volta non abbia funzionato (naturalmente la colpa era sempre la mia) e continua a ripetermi che il motivo sostanziale era il fatto che lui non volesse prendersi il mio “carico emotivo”. Ecco perchè invece adesso tutto è diverso, perchè ora con lui sono cinica e forte, riesco a contrastarlo.
Non vi conoscevo ancora, non sapevo nulla di questi meccanismi, e quindi mi ero convinta che avrei potuto godere di questa relazione “leggera”, perchè mi faceva comunque stare bene, mi riempiva, mi faceva sentire viva, mi spostava la mente da tutte le problematiche che ho. E così faccio in modo di metterlo alle strette e faccio in modo incontrarlo. Succede che sparisce.
Dopo un mese si rifà vivo ed io gli vomito addosso tutto il mio disprezzo per questo rapporto fatto di nulla. Scopro dopo circa due gironi della vostra esistenza e mi rendo finalmente conto di tutto. Che lui è un np ed io una perfetta complementare. E successo circa 2 settimane fa. E’ dura ma grazie a quello che leggo qui riesco a reagire. E spero che questo mio racconto aiuti qualcuno ad andare avanti.
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Cara Liberadaora, il tipo di “interazione” che questo tipo di soggetto propone è sempre sprovvisto dai contenuti che un vero rapporto affettivo dovrebbe avere per essere ritenuto tale. Quindi, questo “pseudo” ti “voleva” (si fa per dire!) per scacciare la sua noia quotidiana e NIENTE PIU’. Credimi, si tratta di un tipo di interazione che i soggetti n.p. collezionano a bizzeffe a destra e a manca. Una in più, una in meno non fa alcuna differenza. So che è tremendo sentirsi dire, perché nella tua testa il rapporto è durato 25 anni quasi senza interruzione. In realtà, anche vivendo insieme a un soggetto n.p. per 25 anni e vedendo quotidianamente la sua faccia ogni mattino IL RAPPORTO NON ESISTEREBBE COMUNQUE perché appena chiusa la porta del focolaio domestico il soggetto n.p. VIVE LA SUA VITA SREGOLATA LO STESSO. Ogni forma di “unione” con queste persone è fasulla. Cosa c’è di reale? Figli a parte NIENTE. Se a te ha preso in giro per la bellezza di 25 anni con questa modalità, ad altre donne potrebbe aver imbrogliato anche di più semplicemente offrendo il classico caffettino una volta ogni 7 mesi per 30 anni e fingendosi amico per avere una botta di sesso e un letto caldo nel quale riposarsi una volta all’anno quando le prede preferite non sono disponibili. Mi dirai: ma come è stato possibile? Attraverso il cinismo, la menzogna abituale e la capacità di persuasione. Ti convincono che il loro desiderio (un rapporto cinico e vuoto) è anche il TUO DESIDERIO. NELLA SUA TESTA lui ti ha plasmato e ti ha trasportato esattamente dove voleva come qualunque altra donna. Se non sei tu a stabilire che tutta questa superficialità non ti appartiene rischi di compromettere ulteriori 25 anni della tua vita. Non sono d’accordo che si è complementare a vita perché una persona intelligente è dotata di forza di volontà e sa distinguere il bene dal male, il giusto dell’ingiusto. L’obiettivo del n.p. è unicamente uno: divertirsi a prescindere dai costi che fanno pagare agli altri. In questo senso non mollano quasi mai le loro prede, sopratutto quando hanno una famiglia alle spalle. Perché significa fare il maggior numero di morti e feriti possibili e avere una storia “interessante” da raccontare a posteriori, ai compagni di merenda. E’ gente superficiale che ti trascina nel loro vuoto senza alcuna pietà. E ti portano lì perché è l’unico luogo in cui si trovano bene: NEL VUOTO. Due settimane sono passate, ma se si tratta dell’inizio di un nuovo modo di pensare e di vivere VA BENISSIMO tutta la sofferenza che comporta. Un abbraccio e buona estate!
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Piacere di conoscerti Claudileia, leggo le tue risposte a tutti gli altri ed adesso questa a me e non faccio che confermare l’importanza di questa interazione. Mai come in questo periodo mi sento forte e ammetto che la forza mi arriva da voi tutti. Quello che vorrei condividere in questo blog è la mia assurda esperienza, proprio perché fatta di nulla. A volte leggo i no contact che vanno avanti da anni ed approfondendo la lettura delle esperienze ritrovo storie di soprusi, violenze, male fisico e violenza a discapito dei figli ed allora penso che la loro forza a reagire arrivi da tutto questo. Io nn ho vissuto nulla di tutto ciò ma nn per questo ritengo che la mia manipolazione sia stata minore della loro. Venticinque anni sono tanti, sopratutto se si pensa che é entrato nella mia vita quando ne avevo appena 17. Vorrei che si conoscessero gli episodi che mi sono accaduti per far sapere quanto può essere subdolo il loro modo di fare. Tutti gli episodi passati che giustificavo dicendomi: “Non è colpa sua, ma semplicemente non mi ama abbastanza”, adesso li vedo sotto una luce diversa. È difficile, veramente difficile realizzare tutto ciò. Ma se posso aiutare chi come me ha vissuto questa esperienza sono pronta. Aiuterà anche è soprattutto me. Grazie di tutto.
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Cara Liberadora, credo che la tua esperienza è di fondamentale importanza per tutti. Cerca di informarti sull’allumismo, che è una delle forme di violenza psicologica più deleteria assieme alla triangolazione. Un abbraccio!
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Grazie, ci sono articoli su questo blog che affrontano l’argomento? Certo che mi documenterò. Ancora Grazie!
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Cara Claudileia, come hai fatto ad acquisire tanta lucidità e tanta competenza? Sembri una psichiatra con in più l’empatia di una che queste cose le ha vissute sulla sua pelle! Scherzi a parte, ti ringrazio. E’ successo esattamente come dici. ESATTAMENTE!
Oggi sono piacevolmente sorpresa dalle mie reazioni emotive. Stamattina l’uomo del treno non mi ha fatto l’effetto strabiliante di ieri e dell’altro ieri. Ho provato un leggero senso di nausea. Non mi dilungo nelle spiegazioni, non voglio essere noiosa ma credo, cara Claudileia, che non perderò mai più la lucidità e il rispetto che si deve a se stessi.
Non gli ho mai parlato ma ho colto infinitesimali segnali che mi hanno dato un certo senso di fastidio. Credo sia un’ottima occasione di studio di me stessa se continuerò ad incontrarlo.
A presto.
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Carissima Anna, chi ha una formazione giuridica riceve all’Università alcune nozioni sulla psicopatia. In ambito penale dobbiamo saper identificare alcuni aspetti nel caso in cui decidessimo di diventare avvocati penalisti. All’inizio del mio percorso formativo ho fatto uno stage presso un manicomio giudiziario e la pratica presso uno studio legale penalista. Inoltre, ho lavorato presso un’ONG che si occupava della prevenzione del virus HIV e delle violenze subite dalla popolazione omosessuale e trans che lavorava per strada. I racconti agghiaccianti di queste persone mi hanno convinto di una sorta di collegamento tra la psicopatia e determinati ambienti underground in cui gli psicopatici possono maggiormente manifestare la loro onnipotenza narcisistica. Quindi, per circa cinque anni ho ascoltato le storie più terrificanti sugli psicopatici che vanno in carcere, che uccidono o commettono dei reati e crimini gravi. Tuttavia, anche la vita privata, a prescindere dell’ambito lavorativo, mi ha dato le sue lezioni e quindi mi sono messa a studiare il modus operandi degli psicopatici che non vanno in carcere mai perché usano ‘soltanto’ tortura psicologica per ottenere dei vantaggi, devastando tante vite. Indubbiamente le vittime degli psicopatici quotidiani sono molto maggiori! Grazie per le tue parole, sei sull’eccellente strada per riprenderti al 100%! A settembre torneremo con gli articoli!
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Cara Claudileia, in questo anno di NC con lo psicopatico, ho incontrato un uomo che frequentava un corso di un interesse condiviso. Sapevo che era legato ad una donna, per cui per me rimaneva solo un compagno di corso e nulla più. In primavera, dopo una lezione mi invitò a bere qualcosa insieme e in quella occasione seppi che da poco aveva chiuso la sua relazione, per il carattere troppo geloso di questa donna.
Trascorremmo una piacevole serata, durante la quale esplicitai la mia perplessità sui suoi tempi veloci di “metabolizzazione” della chiusura di un rapporto.
Mi rispose che per lui erano normali: quando terminava un legame sentimentale era storia passata.
Poco dopo cominciò una fase di corte serrata, alla quale cedetti. Al primo incontro “ravvicinato”, mi chiese subito se ero innamorata e alla mia risposta negativa (memore della mia precedente esperienza), reagì bruscamente.
Due giorni dopo mi chiamò per dirmi che si sentiva in colpa nei confronti della ex per essere stato con me, che rivedendola si sentiva ancora attratto da lei e che vi erano tante pressioni da parte di amici e familiari perchè questa unione non si interrompesse.
Mi sorpresi della profonda sofferenza che tutto ciò mi procurò.
Lui ammise di essersi comportato male, ma che non ci poteva fare nulla.
Trascorsero alcuni mesi, in cui per un po’ non si fece vedere alle lezioni, poi a fine giugno lo rividi (ero con altri amici) in un’occasione e vedendo che non serbavo più nessuna forma di rancore, si riavvicinò “amabilmente”.
Ricominciò ad inviarmi dei messaggi, a chiedermi se ogni tanto avevo piacere di uscire per un cinema, per uno spettacolo teatrale, per comunicarmi che avevo ancora chiuso con la stessa donna, perchè impossibile da sostenere una relazione “tranquilla”.
Mi disse chiaramente che era molto attratto da me, sotto tutti i punti di vista, che non voleva più farmi stare male, che questa ex partiva per un mese per tornare dai suoi parenti e che quindi sperava, non rivedendola per un lasso di tempo ragionevole, di finire definitivamente il rapporto.
Confesso che questo riavvicinamento non mi lasciava indifferente e che tutte le sue proposte di “condivisione” mi facevano riassaporare la voglia di un legame con un uomo.
Ma, ponendomi di fronte al fatto che, memore di ciò che era successo in precedenza, non era in grado di prevedere la sua reazione al ritorno della ex; che voleva essere sincero in merito alle sue “incertezze”.
Secondo lui io dovevo vivere questa fase, vivendo ciò che di bello ci stava procurando, sperando che questo periodo potesse servire a fargli superare la sua indecisione.
L’altro giorno gli ho detto chiaramente che preferisco che non mi cerchi più.
Mi sento profondamente avvilita, per questa ennesima delusione, per il fatto che evidentemente attraggo ancora persone “sbagliate”.
So solo che ancora una volta, la tristezza si è impossessata di me.
Grazie per avermi letto.
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Cara Lucia, non credo che questo uomo abbia mai chiuso alcunché con la sua partner. Mi sembra più il tipo che fa il farfallone approfittandosene dell’assenza eventuale della sua compagna. Premesso che un uomo che si avvicina da te mettendo subito in cattiva luce la sua donna precedente non promette bene, andiamo ai segnali di allerta che ti ha dato: 1. Voleva un’innamoramemto instantaneo per arrivare il più in fretta possibile al dunque (un’uomo veramente libero e maturo cerca di approfondire la conoscenza della donna prima di dichiararsi e di richiedere altrettanto). Da questo primo punto è facile dedurre che il suo era un bisogno sessuale che non c’entra niente con l’innamoramento. Infatti, quando hai manifestato la tua perplessità, cioè, quando hai messo nero su bianco sulla differenza tra attrazione e sentimento, conoscendolo così poco, lui ha fatto l’offeso. 2. Quando ti ha chiamato per dirti che si sentiva ancora attratto dalla sua ex e che c’erano “pressioni” per farlo tornare ha voluto ferirti per la tua sincerità, vendicarsi, triangolare e allo stesso tempo esimersi da ogni responsabilità: “sono gli altri a volere che torniamo insieme, non è tutta colpa mia!”. Ovviamente si aspetta che il tuo inconscio ti porti a pensare: “Lui è stato sincero, ha confessato di sentirsi attratto dall’altra. In più il poverino non può lasciarla perché la gente lo costringe a restare”. Insomma, conveniamo che il signore è quantomeno un manipolatore! 3. Il resto del tuo racconto è la dimostrazione che il tipo non aveva mai chiuso la sua storia e che voleva soltanto evadere per un po’. Al contrario di ciò che pensi non sei tu ad attrarre persone così. Ti manca soltanto sviluppare quel tuo lato instintivo che ti porta a decifrare con una certa velocità le ambiguità e le ambivalenze nei discorsi per tirarti fuori da situazioni spiacevoli come queste senza subire ulteriori danni. L’ultima assurdità delle pretese di questa persona è dirti “Dolcezza, viviamo i nostri bei momenti, vediamo ciò che sai fare. Se sei più brava dell’altra capitolerò e deciderò per te, altrimenti resterò con lei…”. In linea di massima ti ha lanciato una sfida, vuole portarti a competere con la sua compagna per lui. Non ti avvilire più di tanto perché non ne vale la pena. Narcisista perverso o semplice donnaiolo, perché soffrire per un personaggio così?
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Carissima Cladileia, la tua disponibilità, la tua capacità di analisi e di comprensione delle nostre realtà mi lasciano sempre senza parole. Non so come esprimere la mia gratitudine, perché sai compenetrare con una semplicità disarmante le vicissitudini e nei grovigli della mente sai svolgere il filo della matassa per aiutarci a sciogliere i nodi più complessi.
Grazie ancora, mi hai aiutato a capire ancor meglio che non vale la pena stare male per un uomo simile.
Evidentemente devo rinforzare maggiormente la lettura di comportamenti ambigui, che – purtroppo – a volte incontrano quel bisogno di un sentimento condiviso che è stato dolorosamente compromesso dalla precedente esperienza.
Un abbraccio.
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Carissima Lucia, un abbraccio enorme anche a te. Immense grazie per le tue parole e per il prezioso contributo!
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Lucia perdona l’intromissione. Ovviamente sei libera di non rispondermi ma ho una domanda da farti: quanti anni ha quest’uomo? E tu?
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Ciao Anna, scusa ma vorrei capire il senso delle tue domande.
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Si, hai ragione. Ti spiego i miei pensieri. Se quest’uomo avesse al max trent’anni, considerando che a trent’anni ci si definisce ancora “ragazzi” forse il suo comportamento e le sue perplessità si potrebbero attribuire ad una profonda immaturità dovuta alla sua “giovinezza”, si potrebbe pensare ad un donnaiolo che comunque andrebbe evitato. Se ha un’età maggiore (e qualcosa, forse la maturità della tua scrittura, mi fa pensare che abbia ben più di trent’anni)non è possibile neanche questo “barlume” di giustificazione.
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Cara Anna, sei stata chiarissima e ti ringrazio. Purtroppo ho a che fare con un immaturo che si avvicina alla sessantina di età. Sob… Purtroppo, sempre più mi ritrovo a conoscere, sia nel mondo del lavoro che nel mondo dei miei interessi uomini la cui età anagrafica non coincide con una crescita interiore. Il cui vanto, molte volte è di titoli accademici, “data base” intellettuali, ma la conoscenza umana è lungi da loro. Un abbraccio.
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Ho letto la storia di Lucia. Come dice Claudeleia, un uomo o donna che subito parte sparlando dell’ ex non mi pare una gran persona,lo dico per esperienza, la mia partì subito così con mio enorme disagio e arrabbiatura in seguito a relazione intrapresa. Anzi si meravigliava che io non parlassi male delle mie ex, era strano… I suoi ex parevano avanzi di galera,come tutti i suoi spasimanti a cui lei mai aveva dato seguito, (see lallero) Solo di una mi scappò la storia di un tradimento da me subito, avevo vent’anni…
Volete sapere una cosa? Si, dai avete già capito!!! Mi fece le stesse cose di quella mia ex.
Ho compreso che quando stai in una relazione devi stare super abbottonato, puoi incappare in una psyco o in una persona “normale “, ma visti i tempi e l’ infantilismo diffuso se non vuoi farti male devi tenerti tutto per te. Vi giuro, che la mia ex tutto pareva tranne che una pazzoide, complicata si, estremamente ma la sapevo prendere, solo che la sua psicopatia (lo è al 100%) è sopraggiunta a spazzare via tutto.
Un consiglio se vi sfottono, vi prendono in giro, si assentano nei modi che solo loro sanno fare o vi mentono e vi tradiscono fatevi solo una grandissima risata, anzi ridete di loro di fronte a loro e la loro pazza libertà psicopatica. L’ unico modo di fargli del male è questo. Mi sono ricordato di quando mi sparava fesserie ed io sorridevo tranquillo, come s’incaz..va… .
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Caro Yuri, grazie per aver ricordato un dettaglio non trascurabile: quando racconti la tua sofferenza a un narcisista perverso stai offrendo il collo al vampiro. Loro non intendono ferirti come gli altri ma fare PEGGIO degli altri, così da cancellare il morso del vampiro precedente con uno nuovo, ancora più doloroso. Molte persone non riescono a capacitarsi, si dicono “perché mi ha fatto questo, ben sapendo cosa avevo vissuto?”. La verità è che gli psicopatici non riescono a sopportare l’ipotesi che qualcuno ti abbia fatto soffrire più di loro e quindi personalizzano e perfezionano il morso precedente per cancellare le tracce del tuo passato. La loro vanità malata li porta ad associare la tua sofferenza per l’ex con l’amore incommensurabile che provavi per lui/lei. Un amore e una sofferenza che soltanto loro credono di meritare da te. Per questo bisogna andarci molto piano prima di aprirsi perché non è facile saper distinguere i semplici difetti caratteriali che possono avere una normalissima persona dal modus operandi delle personalità totalmente disturbate. La fretta è sempre nociva. Tempo e prudenza è tutto!
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Cara Lucia,
grazie per la tua risposta. Avevo intuito bene. Non pensavo 60enne ma 50enne si. La risposta di Claudileia ti aiuterà a liberarti dalla tristezza. A 60 anni, cara Lucia, non si può non capire se si ama o meno una persona. Troppa acqua è passata sotto i ponti per essere ancora così “bimbi indecisi su quale merendina mangiare a colazione”. Un caro saluto.
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Ciao Claudileia,
ho fatto ciò che mi consigliavi, ho cercato articoli e materiali sull’allumismo. Non ho trovato grandi documentazioni in merito, ma ciò che ho letto mi è bastato per capire ancora di più in cosa sono stata coinvolta in questi 25 anni.
Uno degli episodi che ha caratterizzato la mia storia è stato quando avevo 23 anni. Il mio np si è presentato a casa mia in piena notte, mentre io lavoravo alla mia tesi di laurea. Ero in procinto di partire da lì a qualche mese, e in quella notte abbiamo pianificato cosa avremmo fatto del nostro futuro. Sarebbe venuto a trovarmi a Londra, dove stavo per trasferirmi per restarci un anno ed al mio ritorno, avremmo provato per la seconda volta da quando avevamo avuto il “nostro colpo di fulmine” quando avevo 17 anni, a “provarci veramente” per vedere se tra noi avrebbe potuto funzionare.
La cosa che mi lasciò basita quella notte, fu che andando via da casa mia, alle 5 del mattino, non provò alcun approccio sessuale con me.
Preciso che a 17 anni il nostro rapporto era stato “bianco”, mentre quando all’età di 21 anni eravamo tornati insieme, avevamo avuto rapporti molto soddisfacenti.
Lui non è stato il primo ragazzo con il quale avevo fatto sesso, perché in uno dei suoi ritorni quando avevo 18 anni, non aveva voluto “prendersi il mio carico emotivo”.
Il suo andare via quella notte senza neanche un bacio, mi lasciò perplessa. Io 23 anni, lui 24, una casa a nostra disposizione e nulla… andò via così, senza sfiorarmi.
Ma per me ciò che contava era che finalmente avessimo dei nostri progetti ed il fatto che dopo 6 anni avesse ammesso di amarmi.
Risultato? Silenzio assoluto per 2 giorni, fino a quando, alla terza mattina, alle 5,30, squilla il telefono di casa (avevamo già i cellulari), e mi dice che si era sbagliato. Non dovevo tener conto di ciò che mi aveva detto quella notte, perché era uno stronzo e non avrebbe mai potuto amarmi come io meritavo.
Come posso pensare che non sia allumismo?
Anche se dopo quella volta, non disse mai più di amarmi, non mi promise mai più nulla, non ha mai raccontato cose negative sulla sua attuale compagna, non mi ha mai promesso più nulla, non abbiamo mai più avuto rapporti sessuali, in 25 anni di ritorni, ho una sfilza infinita di episodi che confermano che di questo si è trattato.
Spero che questo racconto possa arricchire lo scarso materiale presente sull’argomento e sono disposta a condividere molto altro, mi metto a vostra completa disposizione.
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Cara Liberadora, certo che si tratta di allumismo della peggiore specie. Si è presentato in un orario inconsueto per programmare un futuro con te (roba impegnativa e seria) senza nulla darti PROPRIO PER RESTARE NELLA TUA MEMORIA. Il trucco è: mi presento a sorpresa e non offro ciò che lei si aspetta. LA SORPRENDO. Gli allumisti fanno questo gioco tutto il tempo, anche se con persone diverse. Fondamentalmente amano collezionare rapporti ambigui e ambivalenti in ogni ambito perché fa comodo giocare con le diverse solitudini e attese altrui. Vendere un illusione d’amore (o di amicizia incrollabile) a destra e a manca è ciò che porta queste persone a ottenere quasi tutti i risultati che ottengono nella vita. Questa “persona” ti ha drogato di sogni, di parole, progettando con te un futuro fake che ti ha fatto fantasticare per giorni e di conseguenza per una vita. QUELLI GIORNI FANTASTICATI, quella vita fantasticata, ti è rimasta impressa di un modo così forte da coprire la tua vita reale. L’allumista gioca sporco perché fa perdere colore alla vita vera di una persona, portandola a nutrire la vita psichica in cui si è subdolamente inserito. Adopera questo mezzo per mettere la persona nel sacco: “quando vorrò lei mi accoglierà, perché so di dominare la sua mente.” Delirio di onnipotenza narcisistico.
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