I cinque gradi di perversità

“Il cinismo è l’ideale abbattuto, la parodia della bellezza fisica e morale, il delitto dello spirito, l’abbrutimento dell’immaginazione, ed io non potevo compiacermene. Vi era in me troppo entusiasmo per sguazzare in quelle lordure dell’intelligenza. La mia natura aveva le ali e i miei pericoli erano in alto, non in basso.” Alphonse de Lamartine.

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Sappiamo che nella vita quotidiana i narcisisti perversi provano piacere nel soggiogamento psicologico e fisico dell’altro.

Mentre esigono dolcezza e pazienza dai loro partner, i perversi li accoltellano alle spalle senza alcuna pietà. D’altronde, non sarebbero narcisisti perversi se agissero con coerenza e rispetto per il prossimo!

Hanno un comportamento non lineare (dicono A, ma fanno B) perché appartiene al loro godimento mentale credersi gli unici possessori della verità: “X non arriverà mai a sapere come davvero sono fatto/a! Evviva!”.

Il meccanismo di difesa del soggetto narcisista perverso è il RIFIUTO. Cioè, una parte del suo Io riconosce la realtà e l’altra la rifiuta. L’intera esistenza del perverso è segnata dallo sdoppiamento del suo Io. In parole povere: LE SUE AZIONI SARANNO SEMPRE OPPOSTE A CIO’ CHE VI DICE. Per trasgredire una legge bisogna conoscerla, sapere della sua esistenza. Ecco che una parte dell’Io diviso del perverso capisce la sua mancanza di limiti, valori, principi e rapporti sociali profondi, l’altra parte, però, nega questo quadro agghiacciante, rifiuta la realtà oggettiva.

Quando rifiutiamo la realtà andiamo incontro alla confusione identitaria, alla negazione dell’altro e delle norme. La trasgressione di ogni imperativo morale ed etico diventa l’unica legge che siamo disposti ad accettare. Con il tempo incorporiamo questo modo di essere e di fare finché alla domanda “Chi sono e cosa voglio” ne esce una ragnatela di risposte contraddittorie e poco credibili.

I narcisisti perversi non registrano il dolore recato agli altri poiché implica avere una coscienza, ossia quella “roba” che secondo la loro visione di mondo, appartiene ai poveri disgraziati che si auto flagellano di sensi di colpa, alle anime dannate che attendono ansiose le loro direttive per scoprire se possono vivere o morire.

Una volta inquadrati bene i personaggi, cercate di ricordare chi siete e volate leggeri.

Per ricordare chi eravate prima di lui/lei dovete imparare a dividere le false memorie impiantate nel vostro cervello, la narrativa menzognera dei narcisisti perversi su ogni aspetto del vostro vissuto di “coppia” per guardare unicamente alla realtà oggettiva dei fatti. Ci sono stati momenti belli? Siete sicuri? Non vorrei dubitare dei vostri ricordi, ma soltanto farvi riflettere su alcuni aspetti:

  1. Se vi ha portato a ristoranti costosi è perché voleva soltanto mangiare bene oppure fare una gita per sfuggire alla noia. La vostra presenza oppure di un’altra era soltanto un dettaglio. Cercate di ricordare cosa avete raccontato di voi in quelle occasioni… Riuscite a ricordare? I narcisisti perversi spesso parlano unicamente di loro stessi. Credetemi: qualunque somma abbia speso per voi l’avete ripagata con il vostro ascolto come dei bravi psicologici. Quanto costa una seduta da un bravo terapeuta? Quanto potrebbe chiedere la sua prostituta preferita per passare 24 ore con lui? Vi pare brutto ragionare così? Date retta a me: l’avete fatto risparmiare tantissimo!
  2. Vi ha consolato nel momento del bisogno, ha giurato di volervi tanto bene, sembrava tutto vero ma poi… cosa vi ha chiesto in cambio? La vostra disponibilità totale? Soldi? Sesso? Qualcosa che gli serviva? Un favore lavorativo?
  3. Diceva di amarvi tanto e siete andati gioiosamente a convivere. Nulla è cambiato in te ma lei ha cominciato a vedere difetti dappertutto, diventando improvvisamente crudele e meschina? Forse voleva soltanto liberarsene della sua famiglia di origine: i momenti belli che avete vissuto facevano parte della sua strategia di convincimento. Siete stati il suo ponte verso la libertà;
  4. Ricordate che i perversi non chiudono mai un rapporto senza aver già iniziato un altro. È probabile che vi abbia usati per “trovare la forza” di chiudere un rapporto molto complesso. Il vostro ruolo è stato cedere la vostra energia vitale per farlo risolvere i suoi guai.

Aggrappatevi ai fatti, inquadrate bene il personaggio e sarete liberi.

Andiamo ai gradi di perversità relazionale.

PRIMO GRADO: I CAFONI

Includono i perversi principianti che non hanno ancora imparato tutte le leggi del “mestiere”.

È il tipico bullo/a che ama ridicolizzare le/i partner davanti agli amici: si divertono mettendo l’altro in imbarazzo per posare poi da salvatori o da saggi.

Non sanno cosa sia la lealtà e la riservatezza, raccontano ovunque i dettagli della loro intimità, le peculiarità appartenenti a ogni coppia e che dovrebbero essere mantenute segrete. Trasformano i loro partner negli zimbelli dei gruppi che frequentano assieme, li rendono vulnerabili alle prese in giro altrui. Le loro performance migliori includono correggere l’altro in pubblico, farsi beffe delle sue idiosincrasie, minimizzare i suoi meriti. Sviluppano un modo di raccontare “i fatti” che implica la svalutazione dell’altro pur di rendere tragicomico il racconto. Vogliono divertire il pubblico ad ogni costo, anche passando sopra i sentimenti dell’altro. Se il pubblico ride, il cafone è felice. Anche i partner sorridono: quel sorriso sconcertato e timido di chi è in prima fila nel circo ed è appena stato scelto dal pagliaccio per partecipare a un numero ridicolo.

Guai a reagire malamente alle sue performance! Vi beccherete l’accusa di essere creature grigie, depresse e senza alcun senso dell’umorismo!

Es.:

Il perverso, rivolgendosi agli amici: «Altro giorno questa qua (la moglie) credeva di poter fare tutte le curve verso la casa in montagna alle nove di sera! Era arrabbiata con me, tanto per cambiare. A questo punto sarei vedovo!»

La moglie: «Un vedovo molto allegro, suppongo!»

Il perverso: «Che ci posso fare? Sono pur sempre un bel ragazzo! È da una vita che hai paura di guidare la notte…»

La moglie: «Ti prego, non cominciare.»

Il perverso: «Ecco, lo sapevo. Dovresti ringraziarmi per averti salvato la vita anziché guardarmi storto! Ma che ti ho fatto?»

Un amico: «Son donne, non cercare di capirle o diventi matto!»

MORALE: Il villano della storia è la donna che non solo è ansiosa e maldestra alla guida, ma anche passionale, isterica, impulsiva e persino irriconoscente nei confronti dell’eroe che l’ha salvata di buttarsi dal burrone dopo la sfuriata. In questi casi raramente le ragioni dell’offeso sono sentite, sia per la sua riservatezza (contrariamente al perverso), sia perché certe volte la storia è talmente divertente e tragicomica da farlo desistere dal difendersi.

Nel primo grado di perversità il livello di cattiveria è comunemente involontario.

Spesso è sfoggiato nelle riunioni sociali per far passare i narcisisti perversi per eccellenti compagni di vita perché “leggeri”, “allegri” e capaci di sdrammatizzare le più brutte situazioni. L’obiettivo principale resta sempre divertire il pubblico con le loro chiacchiere da bar. Se il partner si lamenta, i perversi grossolani possono addirittura sorprendersi e arrivare a chiedere scusa. Ogniqualvolta sarà in pubblico, tuttavia, il suo comportamento sarà sempre lo stesso. È l’unico modo di avere i riflettori puntati su di sé.

SECONDO GRADO:  IL CAFONE DOCTOR ONORIS CAUSA

Il narcisista perverso fa un “salto di qualità”. Dopo aver approfondito la conoscenza dell’altro per quanto riguarda le sue debolezze e i suoi punti di forza, eccolo memorizzare alcuni sottili meccanismi atti a destabilizzare il partner per distruggere la sua autostima. Può raccontare piccole bugie fatte per essere scoperte, con l’intenzione palese di mettere “un po’ di pepe” nel rapporto oppure insinuare che qualcosa non va nell’apparenza dell’altro, con la scusa di farlo “scendere dal piedistallo”.

Es. Il perverso nasconde qualcosa di vostro per farvi cercare inutilmente per casa prima di uscire con le amiche o andare in palestra, magari una scarpa da ginnastica, la vostra sciarpa preferita ecc. C’è la coscienza e la voglia di ferirvi, per esempio, rinfacciando la vostra mancanza di organizzazione. Sa cosa vi fa stare male e vi punge nel punto dolente.

Es.

Moglie: «Hai visto la mia camicia bianca con i fiorellini?»

Marito: «No! Quella un po’ trasparente?»

Moglie: «Non è per nulla trasparente.»

Marito: «Credevo appartenesse a Lisa (la figlia).»

Moglie: «Perché?»

Marito: «Non so… Mi sembrava troppo piccola per te.»

Moglie: «Non cambio taglia da anni.»

Marito: «Sicura? Contenta tu!»

Moglie: «Mi stai dicendo che sono grassa?»

Marito: «No, amore mio. Era solo un modo di dire.»

Moglie: «Sul serio? Non mi sembrava.»

Marito: «Figurati, cara! Tutti prendono qualche etto durante le feste, e tu credimi sei sotto la soglia generale. Sei bellissima.»

Moglie (sollevata): «Meno male! Vuoi un caffè?»

Morale: Dopo aver deriso il fisico della moglie, il perverso si calma e la “salva” dall’ipotesi di essere fuori forma. Essere cattivi e subito dopo buoni è una strategia che gli permette di concentrare Dio e il Diavolo in un’unica persona. C’è il piacere di far soffrire l’altro (insinuazioni molto cattive, paragone con il fisico della figlia) e poi la sensazione di onnipotenza quando il riscatto dall’Inferno della disistima avviene, badate bene, grazie al più prosaico dei complimenti (“Sei bellissima”). Dopo riprendersi dalla frecciata, la persona offesa offre un premio al perverso per non essere stato poi tanto cattivo (“Vuoi un caffè?”). A lui tocca la soddisfazione di ricevere le coccole nonostante la chiara intenzione di ferire l’altro. Una volta imparato il meccanismo, il perverso mai più tornerà sui suoi primi passi da principiante. Ora sa di poter dire o fare ogni sorta di cattiveria al suo partner, ha capito che se saprà gestirlo con parole dolci, verrà ricompensato con raddoppiata tenerezza. Comprende che più svaluta l’altro, più premi riceve in cambio.

TERZO GRADO:  LO STAGISTA DEL DIAVOLO

Dopo aver imparato le tecniche adatte per confondere e distruggere l’autostima del partner, il narcisista perverso si scatena. Le critiche all’altro diventano più esplicite e più aperte tanto in privato quando in pubblico. Giura a tutti di sostenere unicamente la verità, ma mente spudoratamente su ogni circostanza della vita di coppia. Si lamenta spesso della mancanza di soldi ma puntualmente appare con qualcosa di nuovo: capi di abbigliamento, telefonini di ultima generazione, computer, macchina, viaggi, ecc. Vive nella fantasia e nell’ambiguità, non sa più distinguere il vero dal falso, per esempio dimentica quando ha portato la/il partner oppure l’ennesima/o amante in un determinato posto, confonde luoghi, circostanze e date, ecc. A questo punto avete sancito la superiorità del perverso perché avete imparato a premiarlo sempre che vi fa del male. Lo premiate restando a sua disposizione, quando cercate di compiacerlo dopo aver subito le sue triangolazioni, quando sorridete mentre vi svaluta sottilmente. Insomma, il narcisista perverso oramai è completamente a suo agio in ciò che fa, non si preoccupa più di disfare un frainteso o di alleggerire un’insinuazione cattiva. Trattarvi da zerbino gli sembra normalissimo, vi ferisce per abitudine o per vendetta appena abbozzate un minimo segno di ribellione.

Es.

A: «Dove sei? Mi hai detto che stavi male, sono sotto casa tua.»

B: «Ho dovuto uscire per fare un paio di cose.»

A: «Non avevi un mal di pancia fortissimo?»

B: «Mi sono imbottito di medicina… ora sto meglio.»

A: «Ti raggiungo.»

B: «Figurati. Devo sbrigare alcune commissioni urgenti. Lascia perdere.»

A: «Vediamoci stasera, allora.»

B: «Niente da fare. Ho il calcetto.»

A: «Scusami, mi hai detto che stavi malissimo e ora deve andare al calcetto.»

B: «Non posso dire di no ai colleghi, oggi ci sarà pure il capo.»

A: «Ok. Allora vado al cinema con le mie amiche.»

B: «Ma no! Andiamo domani, su!»

A: «Me lo dici da due settimane, forse il film che volevo vedere non c’è più!»

B: «Ci sarà di sicuro, te lo dico io! Aspettami a casa che dopo il calcetto passo da te, ok? Fai la brava. Non mettermi in imbarazzo a lavoro.»

Morale: Il perverso riesce a far quello che vuole e a distruggere l’autonomia della partner, che resta a casa a sua disposizione perché “Tanto andiamo domani a vedere il film… e poi deve coltivare i suoi rapporti lavorativi.”

Essendo la volontà del perverso sovrana su ogni cosa, i suoi desideri corrono sulla corsia preferenziale.  L’altro può strillare quanto vuole perché in realtà non ha voce, è come lo spaventapasseri fermo nella campagna isolata, un bambolotto senza volontà rinchiuso nella sua amarezza. È il perverso a decidere su tutto, anche cosa ordinare al ristorante, la sua agenda è l’unica a dover essere rispettata, i programmi dell’altro non hanno valore e dovranno piegarsi ai suoi. Se la preda si rassegna alla perdita della voce, l’immagine esterna della coppia sarà affiatata. Tutti, però, si renderanno conto che uno di loro non conta niente, che a decidere per uno è sempre l’altro, che uno di loro è senza personalità e l’altro ne ha troppa, che uno può essere unicamente l’ombra o lo zerbino dell’altro, e più nulla. Il terzo grado corrisponde al primo schiaffo o alla prima spinta, al dito puntato in faccia o allo sputo, ai graffi e alle minacce. Ma cosa succede quando la preda si ribella? Viene catapultata al quarto grado.

QUARTO GRADO: ALTO COMMISSARIO DEGLI INFERI vs. APPRENDISTA VAMPIRO

Il partner si risveglia, diventa un Apprendista Vampiro. Capisce di non essere stato mai amato e forse di non amare più. È furioso con se stesso e con l’altro.

Resta con il perverso cercando un modo di porre fine alla relazione, senza successo. Appena si apre uno spiraglio di libertà scappa, tuttavia, torna sui suoi passi al primo richiamo del perverso: ha disimparato a vivere, a desiderare ed essere desiderato, a divertirsi, a coccolarsi, ecc.

L’Alto Commissario degli Inferi non vuole sbarazzarsi dell’Apprendista Vampiro perché lo diverte troppo. Sa che tornerà sempre. Lo vede come un essere goffo e ridicolo, incapace di tagliare i ponti. È  consapevole della rabbia dell’altro, dei suoi dubbi e del disamore, ma sa altrettanto che la mancanza di amor proprio e di dignità che l’hanno portato ad accettare tutti i suoi misfatti così a lungo sono ancora lì, pronti per essere nuovamente smossi e sfruttati.  Il rispetto sparisce, stavolta da entrambe le parti. Sono due single che si sopportano a fatica, ognuno con il suo progetto di vita e i suoi segreti. L’Alto Commissario degli Inferi può giurare di amare l’Apprendista Vampiro sempre che lo vede tentennare, andarsene e poi tornare, ma lo dice altrettanto ai suoi nuovi partner sessuali. La triangolazione diventa costante – per vendicarsi delle fughe e del disamore della preda storica – ogni donna/uomo diventa un potenziale sostituto. L’Alto Commissario degli Inferi comincia ad aborrire le riunioni sociali e i luoghi frequentati con l’Apprendista Vampiro: non vuole compromettersi con una preda che ha dimostrato di essere capace di andarsene a qualunque momento. Ne sfoggia un’altra preda, più fresca, negli stessi luoghi frequentati dall’Apprendista Vampiro, la presenta agli amici giusti facendo sotto intendere che quella rimasta a casa è già spacciata.  Racconterà a tutti di essere rimasto invischiato in un rapporto con una pazza, depressa o malata di mente e di essere costretto a subire i suoi torti. Sapendo dividere la sua personalità per assecondare il gruppo che frequenta, il narcisista perverso sa rendersi credibile soprattutto quando va alla ricerca di alleati di guerra.

Es.  Se l’Apprendista Vampiro frequentava il suo ambiente di lavoro, sarà costretto a smettere di frequentarlo con qualche scusa.  Oppure sarà l’Apprendista a intuire un clima pesante, di superficialità o di rivalità intorno all’Alto Commissario degli Inferi nei luoghi abitualmente frequentati assieme (lo capirà dagli sguardi delle rivali, dalla rabbia di questa o quella, dall’amico che la tratta con freddezza). Dopo aver intuito che c’è qualcosa che non va, l’Apprendista può far presente le sue intuizioni e smettere di frequentare simili posti per un barlume di amor proprio. Per l’Alto Commissario degli Inferi si tratta di uno sgarbo inammissibile:  è arrivato il momento di potenziare il Gaslight, le accuse di paranoia e di pazzia, aumentano le botte nel caso nei violenti.

In questa fase il dolore della preda ha oltrepassato il suo ideale di amore. È scomparsa la sua fiducia nella vita. Non c’è solidarietà con il perverso nemmeno nella malattia. Intatta è rimasta soltanto la facciata del loro pseudo rapporto, le circostanze sociali nelle quali la devono esibire e il tentativo maldestro di trarre un po’ di vantaggio dallo squallore.

Es.: a) Lui la tradisce, ma ha un sacco di soldi? Lei diventa una spendacciona e lo sfrutta fino al midollo; b) Lei è molto bella, ma bugiarda e ambivalente. Lui la sfoggia agli amici, ma non la tocca da mesi.

Nel quarto grado i ruoli si confondono. Da preda indifesa l’Apprendista Vampiro impara a scimmiottare l’Alto Commissario degli Inferi che sa, però, come stenderlo a terra. L’equilibrio è precario, con entrambi alla ricerca disperata di arme che possano ferire di più. Che cosa viene fuori alla fine del Quarto Grado? La stanchezza dell’Apprendista Vampiro che, non reggendo più il peso della cattiveria acquisita ritorna al punto di partenza ancora più confuso, cioè, torna a essere succube dell’A.C. degli Inferi con l’aggravante di dover accettare i suoi rinfacci, accuse e offese per il suo “pessimo comportamento”. Per l’Apprendista Vampiro la vita si trasforma in un incubo senza fine. Ogni azione del suo tempo da carnefice sarà rimarcata e punita dal narcisista perverso, stavolta “giustificato”: “Anche tu mi hai fatto stare DAVVERO male. Anche tu mi ha tradito, hai perso il diritto di lamentarti, meriti tutta la mia malvagità.”

QUINTO GRADO: LA TRAGEDIA ANNUNCIATA

La preda, non essendo di natura perversa e non avendo racimolato forze abbastanza da scappare comincia a correre gravissimi rischi. Ribellarsi senza andar via e tagliare completamente i ponti non ha reso certamente migliore la sua vita. Inoltre, ha accumulato punti a suo svantaggio dimostrando di essere capaci farlo a qualunque momento. Nulla di ciò che ha fatto è servito a umanizzare il narcisista perverso (che non si sente colpevole di niente). Arrivato all’ultimo livello di perversità, un narcisista perverso doc capisce di essere al di sopra del bene e del male e quindi anche della legge. Per questa ragione nei casi di separazione o divorzio non esitano a ricattare i figli, corrompere testimoni, falsificare documenti, registrare conversazioni, deturpare ogni parola scritta dal partner fuggiasco per denigrarlo giudizialmente. Fare l’Apprendista Vampiro con un narcisista perverso patentato cercando di vendicarsi goffamente delle sue cattiverie ha un costo molto elevato perché ogni azione sarà interamente rivista in Tribunale. Il narcisista perverso farà il possibile per screditare il partner nei minimi particolari per spogliarlo della sua dignità e minimizzare i danni economici di una separazione. Più il partner rivendicherà vantaggi economici, più verrà distrutto psicologicamente. I narcisisti perversi, se abbandonati e colpiti in tasca sono disposti a ricatti e minacce, stalking e omicidi. La loro logica militare impone che una recluta debba ubbidienza al suo superiore e basta.  Molti narcisisti perversi molestano a lungo oppure uccidono le loro prede in fuga – nonostante abbiano già una calduccio e qualcun’altra “in lavorazione” – perché non possono sopportare il loro coraggio, perché si sentono odiati, perché hanno perso il controllo sull’altro. Prima, però, di ideare la soppressione totale del partner dopo una scia di umiliazioni, atti persecutori e vendette ci sarà sempre il tentativo di pianificare tutto per sfuggire alla legge degli uomini, che non coincide mai con la sua.

Nella mente di un narcisista perverso tutto è lecito per difendere la sua immagine, anche uccidere chi non ha mai amato e chi non lo ama più – e non soltanto psichicamente. Rendiamocene conto.

Ora rileggete le parole di Alphonse de Lamartine all’inizio di questo testo. Siete proprio sicuri che la persona che vi ha portato fin qui era/è il meglio che la vita aveva/ha riservato per voi?

C.l.Dias

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Per l’elaborazione di questo testo (I cinque gradi di perversità) ho usato una fonte in lingua portoghese. Si tratta del libro delle psicologhe brasiliane Leila Sodero Rezende e Vania Crespo: Assédio Moral – entre o amor e a perversidade, edito da Danilo CID.

39 pensieri su “I cinque gradi di perversità

  1. “No amore mio, era solo un modo di dire”. A noi scegliere se credere all’amore mio o se credere al fottuto modo di dire. A questo bivio si capisce quanto la rana sia bollita. Mi piace la parola “preda”, perché vittima è sancire un destino che non si deve mai accettare. Ciao Amica 🙂 grazie

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    1. Dolcezza, sono predatori e si vantano di esserlo. Gli ultimi fatti di cronaca nera sono più crudi del solito perché questo “modo di essere” è diventato un modello da copiare. Il succo è sempre lo stesso: “Voglio essere libero/a non solo di calpestare la tua dignità ma all’occorrenza anche di ucciderti.”

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      1. Modello da copiare e con cui mangiarci pure sopra. La loro idea del narcisismo? “Ma è una moda, adesso tutti ne parlano, mi sento sempre dire che sono un anaffettivo, non se ne può più!” – et voilà.

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  2. Tante cose che scrivi mi ricordano lei:
    – Ristoranti costosi?: voleva mangiare bene… senza offrire quasi mai nulla
    – Gite e viaggi?: si per fuggire dalla noia e dai genitori maltrattanti e assenti
    – Proposte di convivenza?: si.. dopo essere fuggita e tornata.. prima le mettevo ansia e terrore poi ero il salvatore… Per poi chiedere di convivere nella stessa casa con i suoi genitori…che lei detestava…
    – usati per “trovare la forza” di chiudere un rapporto molto complesso?: si quello con il suo ex.. un uomo ricco che poteva garantirle a vita, vitto.. alloggio… una splendida villa.. agi… viaggi… vizi… io?: la spugna per dimenticare quel fallimento… riempire la solitudine.. scaricare le sue paranoie!!!!
    Andiamo avanti…

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    1. Cara Giovanna, da cosa sei gelosa? Dell’altra che subirà le stesse angherie, tradimenti, umiliazioni, triangolazioni e manipolazioni che hai subito tu? Della donna che lo vedrà guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa di “meglio” mentre la tiene per mano? Della creatura che non s’immagina che i numeri della sua rubrica nascondono amiche-amanti o prostitute? Cara, mettiti in testa di non aver perso un bel niente. Non pensare che “l’altra” sia molto meglio di te perché capace di renderlo “felice” perché più giovane, perché ha la terza di reggiseno, perché è mora o bionda, ecc. I narcisisti perversi, quando hanno a disposizione la donna più bella del mondo vanno a trans perché nulla basta mai. Nessuno al mondo può vincere la battaglia di “salvarlo” dall’unico modo di vivere che conosce e che include essere sleale con chiunque. Cara, che lui abbia trovato qualcun’altra da vampirizzare deve essere motivo di sollievo per te, MAI DI GELOSIA. Ti consiglio due articoli di questo blog “Quando il “Re” è nudo: narcisismo perverso e potenza simulata” e “Verso l’abisso: la gelosia come arma privilegiata del perverso narcisista nella vita di coppia”. Non cadere in questa trappola mentale, è una delle peggiori. Ti sei liberata di lui, non andare più a cercare informazioni su questa persona, non conservare nulla che ti abbia regalato o gli appartenga. Liberati di tutto, cara. Sii giusta con te stessa.

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      1. Grazie Claudia,
        stò leggendo gli articoli, il bello è che leggo e rileggo il tuo blog e sò quanto sono vere queste sensazioni così difficili da esprimere a voce, ma il lavaggio del cervello che ho subìto è così profondo che a volte è come se mi dimenticassi del male, e devo ricominciare…
        Lui mi ha sempre negato il sesso, dall’articolo ho visto che questo è uno dei “modi” per esercitare il potere sul partner, è profondamente disturbato su molti fronti, ma al mondo appare un eroe, questo non riesco a sopportarlo.

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      2. Cara, basta che tu sappia che gli eroi sono ben altri. Il “mondo” che li crede degli eroi è popolato da persone che non vanno oltre l’immagine ostentata dagli esseri umani. La sostanza di una persona ha ben poco a che fare con il mondo perverso, hai avuto modo di costatare da sola. Lascia pure che il suo pubblico lo ammiri e lo sostenga purché il TUO mondo sia ben diverso dal suo. Nel mondo perverso c’è uno scambio di superficialità e di favori che ha ben poco a che fare con il tuo, per questo soffri ancora, immagino. Per quanto riguarda la negazione del sesso la cosa funziona più o meno così: quando i narcisisti perversi negano il sesso reiteratamente lo fanno a) per punire l’altro; b) perché in quel periodo sono invischiati in altre storie; c) perché hanno lasciato che la fantasia prevalesse sulla realtà e quindi hanno qualche disfunzione legata al desiderio. Attenzione: non sto parlando di un normalissimo uomo che può avere periodi difficili per le più svariate ragioni, ma di narcisisti perversi patentati, uomini e donne. Bene, quando hanno deciso di negare il sesso a qualcuno, i narcisisti perversi fanno il possibile per evitare una situazione di intimità con l’altro adducendo scuse varie (programmi in cui non restano mai da soli con il partner, oppure si presentano con degli amici agli appuntamenti romantici, vale tutto pur di non dire chiaramente come stanno le cose); il partner, allora, si mette ad elemosinare un momento di intimità, si umilia, si degrada, si tormenta, l’autostima crolla. Cosa fanno i perversi? Accusano i partner – già umiliati! – di essere dei maniaci sessuali, insensibili, ninfomani. Posano da creature romantiche mentre l’altro diventa improvvisamente un malato di sesso. Guarda, tu non devi più “sopportare” la sua facciata perché sei molto più di una semplice impalcatura; non devi per forza tollerare la sua finta gloria perché sei fuori del suo mondo di plastica. Lascia che sia la vita ad occuparsene di sorreggere la sua facciata finché vecchiaia arrivi e resta lontana anni luci dal soggetto, ben protetta dai calcinaci che prima o poi un’altra raccoglierà al posto tuo. Per fortuna.

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      3. Gentile dottoressa, è possibile raccontarle, anche in privato, la mia storia? Vorrei tanto sapere se c’è la possibilità che io abbia avuto a che fare con un narcisista.

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    1. Se non puoi cambiare posto impara a crearti una distanza mentale. Non è facile quando si lavora insieme, ma è possibile dopo aver inquadrato bene il personaggio. Non proverai rancore quando ciò accadrà perché distanza mentale vuol dire disamore. E il disamore è molto più forte dell’odio e dell’amore messi insieme. Prima o poi ti toccherà anche la disaffezione, riuscirai a vederlo per quel che è. Quanto tempo ci metterai ancora? Dipende da te e del lavoro che farai su te stessa.

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    2. Uguale anch’io con una Lei.
      La perversa ha anche una complice che sa tutto, mentre i maschi fanno tutti parte del suo cerchio magico, nessuno riesce a muoverle una critica, tutti soggiogati dalla sua tacita manifestazione di potere.
      Non perdere mai la speranza in te, ricordati che sei un essere di luce!

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  3. Grazie infinite Claudia, davvero… io sto lavorando su di me, vedo una psicologa da piu di un anno e sembra che di passi io ne abbia fatti. Purtroppo quando penso di esserne fuori e di aver messo una giusta distanza (mentale), ricado nel vortice dei pensieri e mi scoraggio, e rivedo il baratro e la sua profondità.
    È vero quello che dici sull’intimità, si verificava..trovava tutti i modi x stare lontani, avevo la sensazione che per lui il sesso fosse un tabù, qualcosa di “sporco”..l’unica cosa che si concedeva era il sesso orale, ma non era un approccio spontaneo, mi sembrava ci muovessimo dentro confini prestabiliti e per nulla spontanei, tutto questo per un anno..io credevo che sarei impazzita, continuava a rifiutarmi. Quando è finita ha avuto il coraggio di dirmi che lui aveva voluto rispettarmi come donna perché mi voleva troppo bene per usarmi..l’ idea di ergersi a creatura romantica come l’hai definito tu calza a pennello…
    Ho sempre dovuto elemosinare tutto, un bacio, una carezza un abbraccio..A parole una cosa nei fatti un’altra e per come rigirano la frittata tutte le volte sembra anche che abbiano ragione loro.. che persone sono mai queste…?

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      1. Ciao Claudia,
        vorrei sapere come si comportano le donne narcisiste per quanto riguarda il sesso. Sono stato con una narcisista per tre mesi, all’inizio era sempre lei che lo voleva, e faceva di tutto per sedurmi, e voleva farlo sempre, era estate e faceva caldo. Poi quando ha cominciato a trattarmi male ha cominciato a negarsi, diceva che non ne aveva voglia e che faceva troppo caldo! Dovevo elemosinarlo, e non c’erano versi, addirittura sono stato accusato di pensare solo al sesso…era una punizione secondo te? (nel frattempo mi svalutava e criticava in tutti i modi)
        grazie

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      2. Caro Mike, ho bisogno di alcuni elementi in più. Se si tratta di una donna narcisista perversa ti avrà fatto un sacco di promesse di amore eterno sin dall’inizio del tipo: “Sei l’uomo della mia vita”, “Non ho mai conosciuto uno come te”, “Mi piacerebbe fare un progetto con te”, “Ti farò credere nell’amore”, “Voglio vederti tutti i giorni” e così via. Se non c’è stato alcun tipo di bombardamento amoroso del genere, ma puramente sesso sfrenato ogni giorno, può darsi che lei sia una “predatrice sessuale” stanca del suo giocattolo (te) e basta. Le predatrici sessuali non scendono a patto con i sentimenti, fanno sesso per il sesso e quando si stancano cercano un’altro partner sessuale. Sono donne che si sentono libere di prenderti e scartarti quando vogliono per semplice divertimento e tocca all’uomo comprendere che è tutto un gioco. Le narcisiste perverse, al contrario, non conquistano un uomo unicamente attraverso il sesso ma offrono pure quel qualcosa di materno e accogliente che le fa sembrare le compagne di vita ideali. L’uomo pensa: “E’ la donna della mia vita! Lei è comprensiva, dolce, mi ascolta, si racconta, mi dà tanto sesso, ecc.” e si illude CON BASE NELLE PAROLE DELLA PERVERSA che questa condizione durerà per sempre. Se è questo il tuo caso la risposta è SI, la negazione del sesso è una punizione. Perché punirti, ti chiederai? Perché tu hai dimostrato di amarla e desiderarla follemente, ti sei mostrato in tutta la tua fragilità. Siccome lei, essendo narcisista perversa, è destinata a non provare nulla per nessuno, ti punisce per la tua capacità di amare, negandosi sessualmente.

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  4. Claudia, hai da suggerirmi qualcosa per accelerare il processo della distanza mentale? Ho paura di restare invischiata in questi pensieri ancora per tanto tempo dal momento che vedendolo spesso mi riesce difficile non pensarci…
    Grazie ancora.

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    1. Cara, stai seguendo un percorso psicoterapeutico e questo è già un grande passo. Capisco il tuo tormento. I narcisisti perversi fanno disastri nel loro ambiente di lavoro, amano il clima di competizione che seminano e gli sguardi degli ex amori puntati su di loro. Come sottrarsi alla vergogna di essere cascata nella sua rete? Mi stai chiedendo. Impossibile quando si lavora insieme. Non ho idea di cosa fai e com’è la tua situazione lavorativa ma se esiste anche la più remota possibilità di chiedere un trasferimento o cambiare posto di lavoro, non pensarci due volte. Lo so che è un grosso sacrificio, ma ne va della tua salute mentale e fisica. Valuta bene il da farsi, parlane con la tua curante circa la possibilità di cambiare completamente l’aria. Riprogramma il tuo cervello per pensare della seguente maniera: “La persona con la quale sono stata è altamente tossica, la sua tossicità coinvolge anche l’aria che respiro se mi sta vicina. Non posso smettere di respirare per lei, ho bisogno di aria pulita.” Aria pulita vuol dire cambio drastico e radicale, taglio netto. Pensaci, cara.

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  5. Non lavoriamo a stretto contatto, a dire il vero lo vedo poco in generale, lui poi ha evitato di farsi vedere da me in tutto questo ultimo anno, sapeva di darmi fastidio e ha evitato sempre di incrociarmi. Cambiare ambiente non è facile per me, ho provato a cercare altrove, ma niente, e infondo lavoro qui da tanto tempo e mi trovo bene, non voglio “scappare” per colpa sua, non lo trovo giusto, anche se sicuramente prenderei in seria considerazione l’idea se dovesse presentarsi l’occasione, ma vedo il tutto molto difficile.
    Mi viene da pensare che finchè non mi interesserò ad un’altra persona il pensiero sarà sempre su di lui, perchè è l’ambiente che mi porta a questo, quando sono lontana da qui con altre persone non ci penso più, torno a stare bene e a sorridere, a volte credo di essere io ad essere esagerata, quando chiudo una porta dovrei murarla, e invece non ci riesco a livello mentale ma solo con cose pratiche, tipo non cercarlo più e non considerarlo in alcun modo…ma la testa? E’ lì il difficile…

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    1. Bene, che non sei costretta a lavorare gomito a gomito con questa persona è già una notizia fantastica. Non si tratta di “scappare” ma di mettersi in salvo. Se capita l’opportunità non pensarci due volte… Hai identificato già che è proprio l’ambiente a portarti a pensarci su con una certa intensità dopo più di un anno. Hai fatto grandi passi, per esempio, quando sei fuori non pensi più a lui e questa cosa è certamente merito della tua forza e della psicoterapia. Ti consiglio un libro molto carino “E cancello il tuo nome” di Gina Kastele, edito da TEA. Ti offrirà una serie di piccoli rituali per allontanare la mente del Mostro. In bocca al lupo, cara.

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  6. “ormai la mia vita non avrebbe più senso senza di te”
    “non mi sono mai sentita tanto amata prima di te”
    “mi stai facendo ricredere sulla parola amore”
    “sei un regalo della vita”
    “sei un dono di Dio”
    “sei un tesoro”
    “sei speciale”
    “per sempre tua”
    “è la prima volta che mi è piaciuto (il sesso)”
    “non ho mai conosciuto un uomo come te”
    “che belle mani, che buon profumo, come parli bene, come scrivi bene, che begli occhi”
    IL TUTTO DOPO DIECI GIORNI CHE CI SIAMO CONOSCIUTI!
    ti basta?
    dopo un mese e mezzo, da un giorno all’altro, non mi guardava neanche in faccia.

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      1. addirittura patentata? d’altro canto hai ragione, viste tutte le volte che cercava di farmi ingelosire e ne godeva a vedermi arrabbiato, tutte le volte che mi triangolava e dopo mi derideva….
        me ne dovevo accorgere quando già al primo appuntamento mi disse “c’era un tipo con gli occhi azzurri che mi guardava…”
        o al secondo appuntamento, quando la salutai e disse “oggi mi chiamato un mio caro amico…”
        me ne dovevo accorgere quando una sera mentre io soffrivo per la sua freddezza lei mi cantò in faccia, ridendo, “se telefonando” alludendo al fatto di lasciarmi. sadicamente, incurante del mio dolore.
        me ne dovevo accorgere quando ogni volta che mi trattava male mi chiedeva “ci sei rimasto male?” sempre col sorriso, aspettando che le dicessi “si, ci sono rimasto male”.
        me ne dovevo accorgere quando si avvicinava a me per farsi baciare, e quando io cercavo di baciarla si ritraeva, provocandomi.
        me ne dovevo accorge quando le chiesi “ma quando dicevi di amarmi, fingevi?” e lei mi rispose “no, lo pensavo in quel momento! e comunque quelle cose te le ho dette per farti piacere”
        me ne dovevo accorgere quando le dicevo che soffrivo per i suoi comportamenti e lei diceva, non hai le palle, e mi minacciava di scappare se soffrivo troppo…
        me ne dovevo accorgere quando facevamo l’amore e subito dopo mi respingeva e non voleva che i avvicinassi a lei…

        me ne dovevo accorgere allora. e purtroppo non l’ho fatto.

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      2. Caro Mike, non farti più male di quanto lei t’abbia fatto. Nessuno è in grado di accorgersi sin dall’inizio di averci a che fare con dei narcisisti perversi/psicopatici. L’offerta di amore eterno sin dai primi giorni ci può insospettire, la triangolazione e la manipolazione possono confermarlo, così come una serie di altri elementi che hai avuto modo di costatare in questo e negli altri blog che trattano dell’argomento. Purtroppo si va alla ricerca di informazioni unicamente quando si è “scottati” da queste persone. Perché? Perché non esiste una campagna informativa sulle caratteristiche delle personalità tossiche e sulla loro pericolosità, quindi la tua conoscenza sull’esistenza di questo tipo di personalità era pari allo zero quando l’hai conosciuta. Non è colpa tua. Ti è capitata una persona così. Esci dal guscio vuoto del disamore nel quale lei ti ha messo e non dare più questo potere a nessuno.

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  7. Ho una domanda che mi sta tormentando da tempo.da quando leggo e mi documento sul narcisismo patologico.lui sposato, io due storie finite male.lui dolcissimo disponibile poco prestante sessualmente ma con parecchie fantasie ..io mi sono allontanata diverse volte per periodi sempre più lunghi da quando ho capito che oltre a me vedeva altre donne..ma dopo un po’..l ultima volta quasi un anno..torno sempre da lui ..lui sempre li accogliente e disposto al dialogo anche senza sesso..e qui i miei dubbi..ma sono io la narcisista?..grazie

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    1. Cara Erika, è difficile capire senza fornirci ulteriori caratteristiche della persona se hai a che fare con semplice donnaiolo da due soldi oppure con un narcisista patologico. Nel caso dei narcisisti perversi ci sono una serie di elementi che lo determinano: manipolazione, triangolazione, maltrattamenti psicologici e/o fisici, bugia patologica, disonestà, anaffettività, gaslight, uso smodato dei messaggi paradossali, ecc. Il fatto che lui sia sposato, si veda con altre donne eppure con te accogliendoti ad ogni ritorno come se il tempo non fosse passato (e con molta “dolcezza”) è un atteggiamento tipico ma non basta per definirlo un narcisista perverso. Per ora mi fa pensare a un uomo magari con dei complessi di inferiorità che lo portano a gioire da questo inseguimento femminile, un uomo diventato praticamente un distributore automatico di “dolcezza”, ecco perché ti accoglie sempre rendendosi disponibile anche “come amico”. Il punto è: cosa vuoi tu da un uomo così? Se la tua risposta intima e profonda è “voglio che lui veda solo me, voglio trionfare sulle altre, voglio che lui cambi, ecc.” è giusto indagarsi sul tuo livello di narcisismo ma anche su dove hai seppellito la tua autostima, in quali circostanze e chi l’ha uccisa. Non è sano per te avere come “amico” un soggetto che ama giocare con i sentimenti altrui, a prescindere che sia un narcisista perverso oppure un Dongiovanni da bar. Cara, un uomo che ha una moglie da soddisfare e frequenta un numero imprecisato di donne non può essere prestante con tutte, il che rende il tuo ruolo nella sua vita quasi insignificante. La sua “dolcezza” è la sua facciata, dopodiché c’è la promiscuità e la slealtà nei confronti della moglie e anche tuoi (affermi di aver ‘scoperto’ le sue frequentazioni, quindi il suo gioco non era a carte scoperte). Bene, cerca di uscire dal suo limbo. Persone così ti bloccano la vita e se sei qui è perché hai bisogno d’altro. Un abbraccio e coraggio!

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      1. La maschera .Essi la indossano sempre ed è talmente credibile che, anche quando più o meno abbiamo scoperto inganni, ambiguità,cattiverie e ritorni lacrimosi, stentiamo a credere non siano sinceri.Chi non è come loro si trova, ad un certo punto, prima nel caos e nel dolore, poi ,se cerca di capire davvero, si trova davanti l’ipotesi che siano davvero mostri inumani,capaci di uccidere emotivamente ed a volte fisicamente donne che li hanno amati curati sostenuti.L’orrore sembra insopportabile così si stenta a credere possa esser vero e si dubita di noi stesse.Invece è vero.Capaci di piangere disperatamente e chiedere perdono, saranno in chat una manciata di secondi dopo teneri e pimpanti con altre,ripetono sempre lo stesso copione, copiano sms , fingono una profondità d’animo e ti fanno sentire speciale (“non fuggo da te ma da me stesso perchè temo di sentirmi inadeguato dinanzi a te che sei immensa)ma ,ahimè, ripetono frasi identiche contemporaneamente ad altre.Minacciano di uccidersi, ti ricattano se tenti la fuga, fingono interesse ma ti colpiscono alle spalle non appena cedi e sorridi.La maschera…dietro non c’è nulla, un buco nero che deve succhiare la tua linfa vitale per sopravvivere al suo vuoto. Non ci sarà pietà da parte loro, non ci sarà gratitudine, rimorso, nè tantomeno cambiamento. Quanto ci è costato amarli?soldi, tempo, investim,ento emotivo e soprattutto l’innocenza ….quella di pensare che l’amore può tutto o quasi .Ma quando si inizia a superare il trauma ci si sente immensamente forti , consapevoli di essere ora diverse ,sipravvissute e guerriere. Fuggite e prima organizzate la difesa: stampate messaggi,registrate conversazioni, inchiodateli alla loro tripla quadrupla vita…vi servirà perche spesso non vorranno farvi fuggire e vi minacceranno col sorriso freddo di chi aveva un potere assoluto. Beh ,là, in caso saprete difendervi, perchè una cosa temono davvero, oltre a rimanere soli senza adoranti donne, ed è che cada la maschera. Forza, tagliate i fili.

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  8. Ristoranti costosi? All’inizio si, con gentilezza e savoir faire.
    Ma poi col tempo il “mio” non parlava mai… Usava il silenzio come arma..
    Mi addomesticò con quello.
    Ora è più di un anno che è finita ma è come se quel silenzio mi si fosse piantato nell’anima.

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    1. Cara Bluette70, a me dispiace che quel silenzio ti sia rimasto dentro perché in quelle lunghe pause il tuo ex metteva in moto un meccanismo molto crudele: “sono qui con il corpo, ma il mio spirito è altrove…”. Non credere che lo faceva soltanto per punirti o perché eri noiosa o chissà cosa. Più che altro, se si trattava di un narcisista perverso in quei momenti si “ritirava” in un mondo fantastico in cui creava situazioni ideali soltanto per lui escludendo totalmente la persona che aveva di fronte: tu. Per ‘situazioni ideali’ intendo dire tutto ciò che lo portava ad evadere da quel momento con te perché vissuto come troppo reale, troppo normale, troppo pieno di ‘sensazioni strane’ che non riusciva ad identificare perché incapace di amare, di vivere pienamente un momento, di sentire come gli esseri umani comuni che sanno apprezzare la compagnia della donna/dell’uomo che amano… ricordati che i soggetti n.p. non sanno cos’è sentire perché vivono di emozioni fugaci e primitive che funzionano per loro come una droga che inibisce l’intelletto. Ecco perché alla lunga il loro cervello non riesce più a partorire un discorso profondo e sensato e perché diventano molto spesso monotematici. Quando non sappiamo ascoltare gli altri perché diamo per scontato la loro presenza e il loro affetto ci chiudiamo sempre di più in un mondo tutto nostro in cui ci sentiamo sempre più onnipotenti…Il risultato di questa operazione di annullamento dell’altro, di questo far finta che l’altro non esiste è paradossalmente la loro condanna alla mediocrità totale. Un abbraccio grosso!

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  9. Le stesse dinamiche si applicano anche a un rapporto non di coppia, ma ad esempio quello lavorativo, di amicizia e anche quello altamente pericoloso perché già sbilanciato in partenza come un/a vip e un/a suo/a fan. Io sono rimasta invischiata in una storia del genere per alcuni mesi e ne porto ancora addosso, le pesantissime conseguenze fisiche e psicologiche non indifferenti a distanza di quasi due anni. È stato un rapporto prevalentemente virtuale, fatto di pochi incontri di persona, pochissime telefonate e non c’è stata alcuna relazione, storia d’amore o convivenza. Eppure io avevo cominciato a perdere il lume della ragione già dopo pochi giorni di conoscenza. Non ho paura di dire che quella persona supera abbondantemente tutti i gradi della perversità citati. Con 13 anni di formazione in psicologia sapeva bene quello che mi faceva. Solo che non sono stata una vittima “tipica”, di quelle sue solite che si fanno friggere il cervello per 5-10 anni. Ho iniziato a stare male immediatamente, fisicamente soprattutto, e non capendo cosa stava accadendo, esternavo in modo molto violento e plateale il mio malessere con tutti… Nel giro di pochissimo tempo sono andata sull’orlo del suicidio, più volte, sono andata in terapia, poi in cura con psicofarmaci… Ho subito una campagna diffamatoria allucinante per aver capito in pochissimo tempo chi era veramente. Il fatto di aver iniziato a pubblicare troppe cose sul narcisismo (da questo blog soprattutto, che è stata la mia vera salvezza) era stato visto come una forte minaccia per chi vive nella menzogna e nella paranoia più totale… Ha deciso di annientarmi con ogni mezzo. Ora sono in ballo con una denuncia falsa per diffamazione (da manuale direi), basata sul delirio: bugie, accuse (proiezioni) e supposizioni. Non sui fatti. Quelli li posso ampiamente documentare io, per fortuna. Appena mi sento pronta, vi scriverò questa storia. Per adesso ancora non ci riesco, solo per raccogliere le prove a mia discolpa ho dovuto rileggere i messaggi e sono crollata di nuovo. Stavo benissimo da tempo, ma a rileggere tutto mi ha fatto tornare i ricordi dell’inferno mentale che ho vissuto, e dopo ho pianto per ore e ho vomitato. Per adesso non riesco, ma prometto che scriverò tutto in forma anonima e voi tre (Claudileia, G. e M.) sarete le prime ad averne una copia. E ne avranno una anche tutti i professionisti che lavorano in questo ambito. Intanto grazie per tutto ciò che fate, qui si trovano delle risposte che non si trovano da nessun’altra parte. State salvando la vita a tante persone. Grazie infinite di cuore.

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    1. Cara Anonima, mai tornare sui propri passi, rileggere messaggi o conservare qualcosa che ricordi il loro passaggio per la tua vita. Purtroppo, ora sei costretta a farlo per difenderti da un’accusa. Ahimè, chiunque può denunciare il mondo senza averne alcuna prova, pazienza. Ovviamente, se non hai mai fatto nome e cognome della persona pubblicamente non ci sono i presupposti per l’avvio delle indagini e quindi… Un abbraccio grande e grazie per le parole di sostegno. Cerca di stare tranquilla perché il peggio è passato! C.

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  10. Oggi ho l’animo un po’ giù. A parte il fatto che lui me ne abbia fatta un’altra delle sue, ma stavolta è diverso, e le varie fasi del PTSD le ho già passate tutte. Non è stato facile.

    Dopo molti mesi di assenza, dopo averlo lasciato e allontanato, lui si ripresenta come se niente fosse successo (svalutazione dei miei sforzi per tenerlo lontano). Torna, come se niente fosse, mostrandosi cordiale (anche se ci leggo un velo di rabbia e insofferenza, lo conosco) scrivendomi che ci saremmo visti al matrimonio di un amico in comune (peccato che non gli avessi proprio chiesto nulla). Mi scrive su facebook, social che non uso mai (per testare l’eventuale possibilità di hoovering con qualche “attentato” improvviso), mandandomi un messaggio-pretesto dove finge un ritorno di fiamma (e con i ritorni di fiamma c’è da stare attenti il doppio).

    Tra un mese parto per l’Africa, faccio volontariato per almeno un anno, e lui indovinate cosa architetta? Dopo avermi scritto che ci saremmo visti al matrimonio, parte tre mesi per la California a fare uno stage di lavoro (e al matrimonio lui non apparirà all’improvviso). Ho riso di gusto, se non altro, il suo infantilismo adesso mi fa ridere di ciò che prima non ero stata in grado di vedere. Sì, dopotutto è buffo. Mi vien da ridere, perché sono libera.

    Comunque, dicevo, ho l’animo un po’ giù. Ma stavolta non è per lui, ma è per me. Forse perché finalmente ho avuto la certezza di aver chiuso un libro che, nel bene e nel male, mi aveva insegnato tanto.

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  11. Claudileia.. non so dirti quanto mi hai illuminato ogni giorno in cui ho letto il tuo blog per capire l’inferno in cui sono entrata. Ora sonò in una fase dopo lo chock e il dolore, ma il cammino è ancora lungo perché l’accettazione totale ed intima di questa patologia è difficile da introiettare. Grazie per quello che fai. Nessuno mi ha insegnato queste cose con più intelligenza, competenza e umanità di te. Grazie davvero.

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