I narcisisti perversi e la caccia agli impegnati: “Perché tanti conigli son meglio di uno…”

I narcisisti perversi sono persone generalmente molto promiscue che amano trastullarsi tra amiche-amanti, moglie e prostitute con enorme facilità. Lo stesso vale per le donne narcisiste perverse che collezionano un numero elevato di “amici” disposti a fare i più svariati favori in cambio di qualche incontro sessuale.

Cinque sono i motivi che portano i/le narcisisti/e perversi/e a “interessarsi” alle persone impegnate in rapporti ben consolidati per soddisfare i loro capricci:

  1. Il silenzio;
  2. L’esercizio del controllo sulla vita di più persone, cioè, sull’intero nucleo familiare dell’oggetto del loro interesse;
  3. La garanzia di poter liberarsene a qualunque momento della preda senza il rischio di essere infastiditi da rivendicazioni o scandali che potrebbero compromettere la loro immagine o status quo;
  4. La limitata libertà della persona già impegnata, che è la garanzia della propria. Una persona single e ugualmente libera potrebbe esigere per sé la stessa libertà del perverso, mentre una persona sposata è teoricamente “impedita” di pretenderla per i doveri, gli orari e la routine della vita in famiglia;
  5. Essendo persone altamente competitive, amano l’idea di poter trionfare su qualcun altro (i coniugi dei soggetti presi di mira, i loro figli, ecc.).

Le antenne dei narcisisti perversi sono sempre alzate per provare a indovinare quali sono le persone single/sposate disponibili negli ambienti che frequentano (soprattutto il lavorativo), chi sono le più vulnerabili, chi apparentemente è insoddisfatto della propria vita o sfoggia un atteggiamento ipercritico nei confronti del proprio partner, magari lamentandosi fin troppo della vita di coppia. Una volta individuate le prede potenziali, i perversi valutano i cinque punti sopra elencati e puntano sulla persona già impegnata. Si tratta di un fatto di comodità e della garanzia di poter dettare i tempi e le regole di un pseudo rapporto senza che l’altro abbia molto da ridire:

Sono sposata e ho due figli piccoli. Lui appartiene al mio ambito lavorativo. 
Quando è arrivato, circa due anni fa, sono rimasta “affascinata” per il suo incanto e logorrea (logorrea totalmente superficiale e incoerente, però all’inizio non te ne accorgi o non vuoi vedere).
È stato il classico prototipo del perverso narcisista: grandiosità, promiscuità (non lo sapevo all’inizio), intollerante alle critiche, abile utilizzatore della triangolazione per ferirmi (con una collega che ha rotto il suo rapporto sentimentale per lui – che a proposito è sposato e ha due figli)  e che ora che l’ha conquistata, ha cominciato a disprezzarla, svalutarla, umiliarla con altre donne, insomma. Prima le proponeva amore eterno e giurava di volersi divorziare …addirittura diceva di voler un figlio da lei…niente di tutto ciò!!! Lei, però, segue essendo complementare al 100%,  mi dispiace molto per lei.
Gli è andata male, fortunatamente, quando ha provato a fare lo stesso gioco con me, il mio sistema di allarme era bell’acceso quando mi ha cercata. L’ho frenato, ho negato il sesso che voleva. Non potete capire la sua reazione!!!!Mi ha punito togliendomi il saluto per due giorni, usava un linguaggio paradossale e mi faceva sempre vedere che c’era qualcun’altra interessata a lui (una delle quali la ragazza che vi ho già raccontato). Cercava ovviamente di accendere la gelosia in me, sperava che lottassi per lui, che mi venissi voglia di andarci a letto. La mia reazione è stata l’indifferenza! A quel punto ho cominciato a leggere tutto ciò che trovavo sul narcisismo perverso perché ero basita per i suoi comportamenti, cercavo su internet perché non capivo come mai ero stata presa di mira da lui, ho letto un articolo e ho visto chiaramente cosa significava il suo comportamento. Sono stata fortunata perché mi ha aiutato a comprendere, a non cedere e a guarire perché lui ha passato a denigrarmi a lavoro.

I colleghi mi hanno riferito che per lui sono una donna maniaca del controllo, sessualmente fredda e manipolatrice…

Ora sta cercando di avvicinarsi da me perché mi vuole come “amica”…niente di niente…ho stabilito che il contatto è pari allo zero. (…) Insomma…seguirà depredando chiunque trovi per strada, è la sua natura[1].

Abbiamo visto in questo blog che i narcisisti perversi hanno sete di rapporti occasionali, tuttavia attraggono nella loro rete persone che si caratterizzano per la loro profondità. Vogliono depredarle della capacità di amare. Dobbiamo sempre ricordare l’essenziale caratteristica di questi individui di provare piacere nella distruzione della bellezza e delle qualità dell’altro, nell’annientamento della sua identità e autostima. Quando riescono ad abbassare le difese delle loro prede vendendo l’idea di un amore incondizionato, convincono gli “oggetti” messi nel sacco che nessuno al mondo potrà mai sostituirli e che sono gli oggetti stessi a pensarla così. Ciò che provano per le loro prede è una sorta di iniziale entusiasmo, lo stesso provato per una nuova attività o idea, purtroppo, essendo l’entusiasmo una sensazione superficiale, si disinteressano delle loro conquiste (a prescindere dei sacrifici umanamente ed economicamente fatti per loro) lasciando alle spalle una scia di morti e feriti:

Portiamo con noi, nel matrimonio, i desideri inconsci e i compiti non ultimati dell’infanzia e, sospinti dal passato, avanziamo nel rapporto delle richieste senza esserne consapevoli. Perché nell’amore coniugale cercheremo di ricuperare l’amore dei nostri primi desideri, di trovare nel presente le figure dei tempi andati: il genitore inconquistabile della passione edipica, l’amore incondizionato della madre dell’infanzia. E l’unità simbiotica dove il proprio sé e quello dell’altro si fondono com’era già successo una volta. Nelle braccia del nostro vero amore lottiamo per unire gli scopi e gli oggetti del passato desiderio. E a volte odiamo il nostro compagno per l’incapacità di soddisfare questi antichi impossibili desideri. Lo odiamo perché non ha posto fine alla nostra separatezza. Lo odiamo perché non ha riempito il nostro vuoto. Lo odiamo perché non ha soddisfatto il nostro desiderio che ci faccia da madre, da specchio, da salvezza, da complemento[2].

Una famiglia solida attrae e stuzzica la molle distruttiva dei narcisisti perversi perché costituisce una sfida al loro cinismo. Quanti sono gli uomini e le donne sposate che mantengono acceso il desiderio per i propri compagni di vita dopo una lunga serie di vicissitudini insieme? Quanti si dicono “ti amo” anni dopo la nascita dei figli, dopo aver affrontato lutti, piccoli e grandi torti, problemi lavorativi ed economici? È in questa faglia farcita da momenti di crisi familiare o di routine che i perversi s’inseriscono per fornire ai malcapitati l’illusione dell’amore incondizionato che “soltanto loro” sarebbero in grado di offrire:

Mario e Gabriella sono andati a vivere insieme dopo anni d’amore travolgente. Lui era sposato e inizialmente si era illuso di poter salvaguardare il suo matrimonio senza rinunciare alla relazione con Gabriella. Lei, tuttavia, si è battuta con tutte le sue forze per costringerlo a prendere una decisione in un senso o nell’altro.

Nei giorni in cui temeva che Mario decidesse di restare con la moglie, Gabriella ha scoperto in sé un inaspettato impeto amoroso. Ogni volta che facevano l’amore, viveva un immaginario confronto con la rivale e pensava che l’unico modo per trionfare su di lei fosse dimostrarsi eccezionalmente creativa e intraprendente. Sentiva di dover “catturare” il suo uomo offrendogli emozioni sempre più forti. Più si sentiva frustrata dalla sua condizione di amante da nascondere e da negare, più intenso si faceva il bisogno di una sessualità coinvolgente. A letto le sembrava di poter dimostrare un’assoluta superiorità sulla moglie e vincere finalmente quella guerra estenuante.

Ma quando Mario è apparso alla porta con la valigia in mano, lei si è sentita di colpo esausta e depressa. Ha provato un’inspiegabile caduta del desiderio: la sessualità, che per anni era stata la linfa del loro rapporto, di colpo si è spenta, come se qualcuno le avesse lanciato un maleficio. Gabriella è ricorsa all’espediente più antico: ha cominciato a lamentarsi di emicranie o altri vaghi disturbi. Altre volte, più esplicitamente, ha detto a Mario che non era in vena. E lui, che era stato travolto dall’idea di avere accanto una donna calda e appassionata, si è sentito sconcertato e offeso da quegli inaspettati rifiuti[3].

In buona sostanza tirano fuori l’antico copione materno di un legame assoluto e unico. Appena riescono a instaurare una pseudo relazione con la persona sposata/fidanzata, iniziano il lavoro di erosione identitaria dell’altro, devono decomporre le loro conquiste per renderle unità plasmabili.

Facciamo un esempio concreto, tratto da uno scritto di Gianna Schelotto:

Franca ha un marito tenero e generoso e un amante inaffidabile e infedele.

Nella sua relazione clandestina sopporta e perdona ogni tipo di sgarbo, infedeltà, menzogna. L’amante si comporta da mascalzone e non ha rispetti né riguardi per la sua compagna. Non si presenta agli appuntamenti pur sapendo che Franca fa salti mortali per ritagliarsi spazi e tempi per i loro incontri segreti; non telefona per scusarsi, sparisce per giorni e poi si ripresenta aspettandosi che tutto proceda come al solito.

Franca, che pure è consapevole della totale inaffidabilità di quell’uomo, se ne sente invincibilmente attratta e sopporta da lui qualsiasi offesa. Ogni volta giura a se stessa che non gli permetterà di offenderla ancora, ma poi si lascia convincere dai pentimenti effimeri e dalle promesse mai mantenute.

Inoltre la generosità, il garbo, le premure del marito rappresentano per lei un consistente risarcimento sia narcisistico che affettivo, che paradossalmente sembra aiutarla a sopportare le umiliazioni che l’altro le infligge. Franca non può fare a meno di interrogarsi. Cosa la trascina in quella pericolosa clandestinità quando potrebbe essere felice accanto all’uomo che ha sposato?

Ha ricevuto un’educazione molto severa, la sua era una famiglia tradizionale nella quale si dava grande importanza al rispetto delle regole, ai valori morali, ai comportamenti adeguati. Franca si serve del suo perfetto rapporto coniugale come di una specie di “banca” dove conservare le parti migliori di sé, i buoni sentimenti, le azioni e i pensieri di una “brava ragazza”[4].   

Nel caso sopra osserviamo con chiarezza il vampirismo energetico anche delle prede che sfruttano i loro partner ufficiali come fonte narcisistica (per questa ragione in questo blog utilizzo spesso il termine complementare di H. Marietan), come presa per ricaricare le energie che le permettono di sopportare con abnegazione i capricci degli amanti perversi. I narcisisti perversi possono giurare amore eterno per indurre l’altro a porre fine all’unione ma quando ciò finalmente accade lo scarto è quasi certo. La rovina di un intero nucleo famigliare li fa sentirsi irresistibili, invincibili e più forti che mai.

Mi servo di una testimonianza che racconta nei dettagli il tipo di rapporto che un predatore narcisista coltiva nel suo ambiente di lavoro:

Recentemente ho conosciuto un tipo così nel precedente lavoro nel quale restai unicamente per un mese e mezzo (perché accettai l’offerta di un lavoro migliore). Eravamo entrambi responsabili commerciali di una grande azienda. Sin dal primo giorno del mio arrivo l’uomo non smise mai di lusingarmi, cambiando tecnica piano piano poiché i suoi primi tentativi di sedurmi con base nell’esibizione del suo status economico sono miseramente falliti (non mi impressionano gli uomini con macchine sportive costose, ville lussuose o barche, ma l’esatto contrario). Studiandomi bene ha scoperto di poter usare l’arma della sensibilità, della cooperazione tra colleghi e dell’interesse verso la cultura (per quanto riguarda la cultura devo dire che aveva grosse lacune, difficilmente si può simulare questo aspetto). Dopo tre settimane durante le quali sono stata invitata a mangiare quotidianamente con lui, dopo aver fatto lunghissime chiacchierate e aver dimostrato un comportamento premuroso nei miei confronti, sono arrivata a credere di aver conosciuto un soggetto affettuoso, sensibile, attento e affascinante. Cominciavo ad avvertire “le farfalle sullo stomaco” quando lo vedevo e lui l’aveva capito. Non siamo arrivati a formare una coppia, e il nostro rapporto non andò oltre le ore condivise in ambito lavorativo, però stavo considerando la possibilità di interessargli davvero come donna, perché me lo ripeteva insistentemente, lodando il mio aspetto fisico, il mio carattere e le qualità intellettive che tanto lo attraevano. Era un seduttore nato. Sapeva simulare bene anche il suo linguaggio corporale, tranne che per le iridi che normalmente si dilatano quando una persona è fortemente emozionata. Appena cambiai lavoro ha smesso di chiamarmi e mi diede buca l’unica volta in cui provai a rivederlo. Non mi lasciò un’impronta emotiva importante perché il rapporto era stato molto tangenziale, confesso, però, di essere arrabbiata con me stessa per non aver compreso il tipo di gioco che stava giocando, piuttosto che non essere riuscita a conquistarlo. Come detto prima non eravamo molto compatibili, anche se l’attrazione fisica c’era. Alcuni giorni dopo aver lasciato il lavoro, ho cercato di sapere perché fosse improvvisamente sparito, una cosa così non mi era mai capitata (in effetti, non ci pensavo più al discorso di far coppia con lui, ma mi piacerebbe averlo come amico perché la sua compagnia era molto piacevole). È stato allora che domandai informazioni ai miei ex colleghi dell’azienda, persone che lo conoscevano da ben 11 anni. Ecco la sintesi della sua condotta raccontata dai colleghi: 

  • Ricerca compulsiva di nuove partner: c’era sempre qualche ragazza (certe volte più di una) che provava a conquistare contemporaneamente, adattandosi emozionalmente alle caratteristiche che le donne cercavano nel loro uomo ideale. Quando iniziava a suscitare l’interesse delle donne, bloccava la frequentazione. Questo atteggiamento provocava un tartassamento di telefonate da parte delle ex abbandonate, decine e decine, che lo cercavano senza riuscire a comprendere il motivo della sua sparizione. Lui godeva dell’inseguimento e dell’ansia che generava nelle donne;

  • Usa l’incanto, la simpatia sfavillante, la loquacità e il fascino superficiale per ottenere l’attenzione altrui. Apparentemente cerca la sua donna ideale, senza trovarla mai. Vanta costantemente le sue conquiste femminili;

  • Fa uso della rete, dei siti di incontri per “ampliare” la sua banca dati, per rifornirsi di nuove candidate da conquistare;

  • Usa i suoi incanti e il suo magnetismo anche nei confronti delle clienti: riesce sempre a ottenere benefici economici extra;

  • I pochi rapporti “stabili” (durati qualche mese) erano nati perché gli offrivano la possibilità di beneficiarsi economicamente dei soldi della donna. Appena riusciva nell’intento ( l’ultima volta il padre della sua fidanzata, che godeva di un’ottima posizione sociale, lo aveva aiutato a ottenere un buon prestito per l’acquisto di una barca) spariva della circolazione, abbandonava le donne, smetteva di chiamarle, dava buche, inventava che l’eccesso di lavoro lo impediva di vederle;

  • Le sue prede non hanno un profilo definito, ma sono generalmente donne difficili: molto esigenti e selettive, sposate, quelle che ho conosciuto di persona erano molto attraenti e curate. Dicono, però, che distribuisce commenti negativi su ognuna di loro quando hanno smesso di interessarlo: “è pazza di me, è un po’ grossa, speriamo che la smetta di chiamarmi”;

  • Né sempre ha dei rapporti sessuali: quando la preda comincia a dare segni d’interesse, lui sparisce ed evita qualsiasi tipo di contatto futuro;

  • Non ha amici uomini né donne, non coltiva alcun tipo di rapporto stabile;

  • Manipola i superiori per ottenere vantaggi lavorativi. Di solito mette il bastone tra le ruote dei colleghi, gioca sporco per beneficarsi di commissioni extra;

  • È molto ambizioso e ama essere al centro;

  • È incredibilmente narcisista, nelle conversazioni parla sempre di sé e dei suoi sorprendenti risultati economici, argomento che va pari passo con le sue avventure in barca;

  • Cura molto il fisico e posa da uomo sano e sportivo[5].

Come abbiamo visto la caccia alla persona impegnata è una situazione molto comune nell’ambiente di lavoro e non solo. Il tentativo di molte aziende di regolare i rapporti sentimentali tra i dipendenti è un altro aspetto che stuzzica i narcisisti perversi a trasgredire un’ulteriore regola, raddoppiando il senso del proibito.

Una volta scartati gli amanti sposati raccolti qua e là, i narcisisti perversi si sentono liberi di maltrattarli velatamente, denigrarli e ferirli. Sanno che l’altro ha paura di perdere non solo la famiglia ma anche il posto di lavoro e quindi li condannano ad assistere e subire passivamente altri capricci, nuove conquiste, calunnie, la rivelazione di dettagli dell’intimità condivisa con l’altro oppure le accuse di impotenza, di frigidità, di freddezza o di omosessualità latente quando i malcapitati non cedono alle loro avances.

Intrappolate e ricattate, i sensi di colpa delle prede le portano a sopportare ogni sorta di umiliazione quando provano a porre fine alla relazione. Avendo abbandonato i loro principi e magari anche i loro partner, il dolore subito a lungo e lo stress accumulato vengono somatizzati.

Nel silenzio e nella solitudine si ammalano. Accettano il crollo della loro autostima come il giusto prezzo da pagare dopo essersi prestate al gioco perverso senza reagire conforme dettavano i loro principi.

La certezza dei perversi di aver sfruttato come Dio comanda lo stato civile di una persona per un capriccio e la convinzione che queste prede in particolare cercheranno di rielaborare il dolore della truffa e dell’inganno – insieme alla colpa –  nella più completa solitudine li solleva dal peso di dover contenere le reazioni imprevedibili che una persona single, se mortalmente ferita, potrebbe permettersi di manifestare.

Indubbiamente un capolavoro di cattiveria da levarsi il cappello.

C.l.dias

_________________________________________________

[1] Testimonianza tratta da http://sobreviviendoasociopatasynarcisistas.blogspot.it/

[2] VIORST, Judith. Distacchi, Milano, Frassinelli, 1987, p.192.

[3] Gianna, SCHELOTTO. S.O.S – Cuori Infranti. Mondadori, 2014, p.61-62

[4] Idem, p.51-52.

[5] http://www.marietan.com/material_psicopatia/mujeriegos_ago2011.htm

7 pensieri su “I narcisisti perversi e la caccia agli impegnati: “Perché tanti conigli son meglio di uno…”

  1. un post eccellente e profondo. Io credo che tutto ciò che qui è scritto sia vero. Il che implica automaticamente una pericolosità estrema di queste persone. Che vanno riconosciute e isolate.

    Il blog è molto originale, utile e serio.

    Grazie per il tuo lavoro.

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  2. Ci teneva tanto a precisare lo stato di “sentimentalmente occupata” delle sue fiamme. E’ FIDANZATA. Più importante dell’aspetto fisico o intellettuale. L’ho interpretato come la pisciatina del cane che toglie il territoro all’altro, una ridicola prova di insicurezza e di superficialità. Questo all’inizio, quando non aveva ancora compattato il suo caos. Ci sta anche tutto il resto, presumo. Tutto il vantaggio e il calcolo. Come sempre, nulla da obiettare, Vostro Onore! Articoli perfettamente logici e calzanti. Grazie. Sai, leggo e mi dico CHE RAZZA DI NOIOSI ! Banali alla fine… Non vi pare?

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  3. Claudileia allora mi conosci!Io sono Franca! A parte gli scherzi uguale tutto dannatamente uguale!!!!Oltre a me impegnata ne aveva un harem,pian piano qua è la che mi scopriva Lui.Pazzesco anche donne con figli piccoli pur di attirare nella sua rete e spillare soldi ,con la scusa
    di essere stato sfortunato ed aver
    perso il lavoro.All’inizio si presentava
    sempre come single e si alzava o
    abbassata l’età in base agli anni delle
    prede che potevano spaziare tra i 16 ai
    60 ed oltre.Poi con alcune dopo un po
    di tempo,saltava fuori che aveva una
    moglie che doveva arrivare(vero) e se
    volevamo prima che arrivasse essendo libero in quel momento,fare un
    viaggetto insieme(naturalmente spesa to dalla
    preda).Come franca ho durato un po’ di mesi ma poi grazie
    all’informazione,perche se non sei
    stupida anche se in dissonanza,capisci
    che questo soggetto ha qualcosa che
    non quadra non è normale.Io sono
    sparita e spero di non vederlo mai
    più.Ma danni ne farà all’infinito
    specialmente con quelle sposate con
    bambini sai che goduria!

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    1. Cara Iara, c’è da chiedersi come mai questo tipo di soggetto, apertamente promiscuo, che spazia tra minorenni dai 16 a donne di 60 anni, riesca ad affascinare, truffare e gettare nella sua rete così tante persone disposte a pagare per averlo. Una delle risposte sta nella manipolazione, certo. Ma anche la psiche delle sue prede va compresa, perché difficilmente sono persone stupide. La capacità incredibile di captare cosa vuole ognuna di loro e fingere di poter colmare il loro vuoto è una chiave di lettura interessante. Spesso le mogli di questi soggetti sono ‘fantasmi’, nel vero senso della parola. Sono donne che dopo anni o decenni di sofferenza hanno abbandonato letteralmente la barca e ora li usano solo come addobbo natalizio nelle feste comandate. Diciamo che donne con figli piccoli, vedove, o con una storia di sofferenza alle spalle (famiglie disfunzionali, migranti), nonostante siano spesso persone molto forti e resilienti, fanno raddrizzare le antenne di questo specifico tipo di ‘soggetto’ perché più facilmente ricattabili dal punto di vista emotivo. Possono avere mille qualità e risorse, ma la loro condizione svela subito una posizione di vulnerabilità di fatto: elaborazione di un lutto, responsabilità nei confronti di un figlio, lotta per affermarsi in un nuovo Paese, voglia di essere accettata dai genitori disfunzionali, ecc.

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