La decostruzione degli psicopatici e narcisisti: il crollo dei miti

Fonte: http://sobreviviendoasociopatasynarcisistas.blogspot.it/

Traduzione: Claudileia Lemes Dias

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Durante il rapporto, forse anche adesso, la vostra vita e i vostri pensieri giravano attorno a colui/colei che vi ha programmato come un cane di Pavlov a rispondere a condotte che non riuscivate a classificare come abusive. In molti blog, incluso questo, spieghiamo le tecniche di controllo e di manipolazione usate da loro, poiché la conoscenza della situazione reale anziché “farvi pensare di più”, offre risposte rassicuranti sul fatto che non eravate le persone “visionarie” dei loro racconti. Ciò nonostante, continuiamo a insistere, e lo faremo sempre, che il contatto zero è la chiave per riprendersi  la sicurezza personale che vi porterà a sentirvi meglio. Tuttavia, oggi abbiamo pensato che sarebbe interessante fare un esercizio di decostruzione dei  “miti” che gli psicopatici e i narcisisti introducono nella nostra psiche.

Ci è sembrato necessario perché abbiamo osservato che molti di noi parlano di loro come se fossero imbattibili.

Non è così, semplicemente dobbiamo riflettere sull’ultima menzogna che ci hanno fatto credere. Ricordatevi, il 100% di ciò che vi dicono o che vi dimostrano di essere è MENZOGNA.

Ecco una lista degli elementi che in apparenza giocano a loro favore, ma che finisce per distruggerli.

  • IL SENSO DI GRANDIOSITÀ: poveri o ricchi, attraenti o brutti, educati oppure no, invariabilmente pensano di poter controllare tutte le situazioni e tutte le persone. Non si accorgono della loro impulsività fuori controllo, che assieme alla cecità fronte ai propri limiti li porta a commettere errori grossolani.  Anche chi è arrivato ad alti livelli sociali spesso affronta indagini e guai giudiziari.  Credono che la mancanza di emozioni che ostacolano le loro elucubrazioni sia un segno di potere, ma questa credenza è soltanto un autoinganno, loro comportamento somiglia più alla caricatura del villano che dell’antieroe malvagio. Vuol dire che si credono übermensch (i superuomini di Nietzsche) quando sono unicamente la patetica imitazione di Mojo Jojo. (Se non sapete chi è Mojo Jojo vi raccomandiamo di guardare qualche episodio delle “Superchicche alla Riscossa” che probabilmente coinciderà con ciò che diciamo qui e vi divertirete di sicuro). Ricordatevi: in un determinato momento delle loro vite la facciata crolla e cadono vergognosamente dalle loro torri di finzione.

Le parole che seguono appartengono a una ragazza di 22 anni:

Sono stata assediata sistematicamente da un capo che credeva di dover “provare” ogni nuova impiegata. All’inizio ho avuto molta paura ma ho cominciato a cercare informazioni su di lui e ho confermato che aveva una denuncia per violenza sessuale. Nemmeno la denuncia lo aveva fermato. Credeva di agire impunemente perché nessuno in azienda diceva nulla. Io, però, l’ho denunciato. Dopodiché diverse altre donne l’hanno fatto. L’azienda è stata portata in Tribunale e l’hanno licenziato. Credeva che nessuno l’avrebbe mai preso.

  • LA GRANDE AUTOSTIMA: i narcisisti possono affermare di avere una grande autostima. Loro comportamento da farfalloni potrebbe essere interpretato come un segno che è proprio così. Tuttavia le evidenze portate dalle ricerche con l’uso della risonanza magnetica dimostrano l’esatto contrario. Ricercatori altamente specializzati sul tema del narcisismo e della psicopatia (Dott. Chester e colleghi[1]) hanno riscontrato che queste persone hanno poca connettività tra la corteccia prefrontale ventromediale e il nucleo striato ventrale, caratteristica che descrivono come prova del “deficit interno nel sistema di autocompensazione” dei narcisisti e degli psicopatici. In altre parole, sono persone che hanno difficoltà di formare buoni pensieri su loro stesse. Per questa ragione cercano affermazione nelle loro prede come una forma di compensazione causata dal deficit neuronale evidenziato.  La testimonianza di un sopravvissuto illustra chiaramente cosa vogliamo dimostrare:

Lei viveva cercando di chiamare l’attenzione di tutti, tutto il tempo. Quando parlavano di lei, anche se negativamente, rimaneva sempre estasiata. Se non ricordavo spesso il quanto era bella si arrabbiava, se ne andava e tornava quando voleva. Ora so che in questi momenti cercava l’attenzione di altri uomini. Il tempo passò, mi sono ripreso, e quando mi ricordo di questi momenti rido pensando che senza saperlo avevo coltivato un rapporto con la matrigna di Bianca Neve.

  • LA MANCANZA DI EMPATIA: arrivati a questo punto bisogna fare molta attenzione su dov’è la fregatura quando comunicate a loro che non sentite rispettati i vostri sentimenti: possono inventarsi qualche tipo di disordine di tipo autistico. Sì, è quello che avete letto, si autodiagnosticano per dissimulare la loro reale condizione. È bene evidenziare una cosa, la Sindrome di Asperger – sotto la quale molti provano a nascondersi – si tratta di una condizione che fa sì che la persona non sappia leggere i gesti, comprendere l’ironia e i doppi sensi nelle frasi. Chi ha avuto la diagnosi di Asperger manca di empatia cognitiva ma non manifesta grossi problemi con l’empatia emotiva, amano e soffrono come qualsiasi altra persona. Gli psicopatici e i narcisisti, al contrario, non hanno una grande empatia cognitiva, per questo studiano ogni gesto e gli stati d’animo degli altri, inoltre non possiedono empatia emotiva. Psicopatici e narcisisti comprendono perfettamente ciò che fanno, sanno che gli altri ci restano male, che spargono dolore, è solo che non li importa niente. Fate attenzione perché molti usano questo artificio per ingannare gli altri, azione che è di una bassezza incredibile perché non solo riescono a imbrogliare le persone che li restano accanto come aggregano ulteriori pregiudizi ai già esistenti sull’autismo. Se volete altre informazioni sulla differenza tra l’empatia cognitiva e l’emotiva, vi consigliamo i video del Dott. Simon Baron-Cohen[2].
  • FASCINO E LA CAPACITÀ DI INGANNARE: è così finché la vostra conoscenza sul tema è scarsa. Dopo che qualcuno con queste caratteristiche è passato per la vostra vita o avete studiato a fondo questo tipo di personalità, a un certo punto non vi ingannano più e riuscite a identificarli a 40 chilometri di distanza. Sono prevedibili e ripetitivi con le loro tecniche. Una lettrice ci scrive:

Qualche anno fa ho avuto una relazione con un collega che è risultato essere uno psicopatico. Fortunatamente, sono riuscita a uscire del rapporto con garbo, con molto dolore personale ma senza perdere il lavoro. Ho dovuto chiedere un cambio di succursale. L’anno scorso è arrivata in azienda una nuova impiegata molto estroversa e simpatica. Siamo uscite insieme un paio di volte. M’infastidiva la sua insistenza per farmi raccontare tutto sulla mia vita. Ho preso come una curiosità nei miei confronti. Tuttavia, la mia intuizione diceva che qualcosa non quadrava. Un giorno raccontai brevemente cos’era successo con il collega e che mi ero resa conto di averci a che fare con uno psicopatico, ecc. Sì è dimostrata estremamente comprensiva, anche se ho avvertito immediatamente di aver dato un passo in falso.  Curiosamente dopo pochi giorni lei mi chiese di considerare la proposta di aprire una società per conto nostro. Sembrava interessante, ma in realtà la specialista nel tema ero io, non lei, e dovevo investire un bel po’ di capitale (il suo compito sarebbe unicamente quello di mettere a disposizione un locale vuoto, di proprietà della sua famiglia). Mi è venuto il sospetto, però, siccome non associavo il tema della psicopatia alle donne – terribile errore – ho lasciato correre. In ogni caso, ho espresso i miei dubbi ad altri colleghi. Un giorno, durante una paura, lei mi disse – “Hai messo un completino molto bello. È per farti guardare da Miguel?”. Da questo momento in poi ho cominciato a riunire i pezzi del puzzle. È stato un autentico déjà-vu. Il mio ex partner diceva lo stesso, ma con relazione a lui medesimo (pensava che io mi disperassi provando a sedurlo e compiacerlo, quando in realtà mi sono sempre vestita allo stesso modo). Dunque, questa collega mi prendeva in giro credendo di conoscere le mie motivazioni e, come lui, stava commettendo lo stesso grave errore: cioè, era chiaro che stava studiando me. Ho cominciato, quindi, a valutare  a fondo il progetto, ma non per andare avanti: volevo trovare la fregatura e quando ho avuto riscontro, comunicai ai colleghi di voler abbandonare l’idea spiegando bene il perché. Dopodiché rifiutai il progetto e smise di socializzare con lei. Il collega psicopatico sparse diverse voci contro di me, ma non funzionò: i numeri sono numeri e i miei altri colleghi avevano visto chiaramente i fini ultimi di lei. I sociopatici non sono poi tanto intelligenti, la loro pedanteria e il loro narcisismo è accecante. L’importante è sapersi difendere e seguire la nostra intuizione.


LO SGUARDO IPNOTICO: All’inizio del rapporto può sembrare così, ma col passare del tempo vedrete che avete davanti un paio di occhi di plastica che non si muovono per nulla. Se tuttavia credete che vi imbroglierà con lo sguardo, meglio non mantenere alcun tipo di contatto visuale e usare un linguaggio sprovvisto di emozioni.

Ecco un esempio di come farlo senza timore:

 Quel compagno di università non mi aveva dato grossi segni di psicopatia, ma il suo sguardo quando si metteva a studiare qualcun’altro era da brivido. Del resto era tranquillo, un po’ arrogante in certe occasioni, ma non più degli altri che frequentavano la stessa facoltà. Tuttavia, lui un giorno cominciò a cercarmi. Ho cominciato ad avere gli stessi sintomi generati dal mio ex narcisista: mi attraeva e allo stesso tempo mi faceva ribrezzo in identiche proporzioni. A quel punto ho avuto un momento di panico pensando di dover cambiare corso immediatamente, però ho respirato fondo e mi sono tranquillizzata, mi sono detta che potevo farcela, che non avevo alcuna ragione per trovarlo desiderabile solo perché ci stava provando con me. Quello era il suo gioco, no il mio. Non ho dovuto fuggire. Mi sono messa una corazza invisibile con lui affinché la sua persona mi risultasse indifferente. Lui l’ha capito. Allora raddoppiava il suo bombardamento amoroso, ma io continuavo come se niente fosse. La sua seduzione non funzionava. Diventò molto aggressivo. Mi sgridava per qualunque cosa. Più perdeva il controllo e mostrava la sua vera identità davanti a tutti, più ero in pace con me stessa. Finalmente si è dato per vinto e cercò un’allieva dei primi anni. Durante l’intero semestre ho subito il suo odio, ma lui oramai aveva capito che se continuava ad attaccarmi la sua vera identità emergeva. Qualche settimana fa ho saputo che è stato cacciato dall’Università nella quale lavorava come assistente alla cattedra per aver molestato un’allieva che alla fine lo denunciò. Non posso descrivere il bene che mi ha fatto sapere di non essere una donna indifesa, nel caso in cui qualche altro psicopatico mi prenda di mira in futuro. Ho guadagnato fiducia in me stessa.

  • IL SESSO CON LORO È BELLO: Permetteteci di dirvi una sola cosa “LOL”. È un fatto che siano molto promiscui, ma la promiscuità non significa grandi performances da amatori. In realtà ciò che fanno è farvi credere di risvegliare in loro un desiderio fuori dal comune, basta questo accorgimento per farvi sentire immersi in una storia ad alto voltaggio sessuale. La testimonianza seguente illustra questo punto:

 Quando l’ho lasciato (ero stanca delle sue infedeltà e di prestargli soldi), mi mancava fisicamente. Non lo volevo più nella mia vita, ma pensavo che mai più avrei provato la stessa passione per nessun’altro. È stato il terapeuta ad aiutarmi a districare questa mia ipotesi. Ho ripassato la nostra vita sessuale. C’erano giorni in cui lui voleva farlo tutto il tempo, io cedevo per evitare che andasse da altre anche quando non mi andava di farlo. Dico di più, è arrivato a farmi del male. Se ero io a prendere l’iniziativa lui si negava o rinviava per farmi desiderarlo di più. Se lo facevamo in luoghi semi pubblici (era ossessionato da questo e della pornografia), anziché qualcosa di eccitante, mi spaventava non poco. Ciò che considero veramente particolare è che mi costava arrivare al climax, mentre prima non manifestavo alcun tipo di problema. Questo aspetto lo attribuisco al fatto che inconsciamente non mi sono mai sentita sicura con lui, che oramai non si sforzava molto per soddisfarmi, concentrandosi esclusivamente sul suo piacere. Com’è possibile essere arrivata a credere che si trattasse del miglior sesso della mia vita? Era un venditore di fumo. Sono riuscita a dimenticarlo totalmente quando ho preso coscienza di questo aspetto.

  •  SONO LA CATTIVERIA IN PERSONA: In un certo senso è vero. Solo dopo aver incrociato uno si riesce a comprendere il male nel suo senso più perverso e gratuito. Il mondo non è più visto come un luogo sicuro e amichevole e si comincia a cercare un nuovo senso al concetto del bene e del male. È così, indubbiamente. Ma dire che sono il demonio oppure Nefilim, come abbiamo letto in alcuni blog, è un’esagerazione, sarebbe cadere nella superstizione concedendoli un potere che non hanno per continuare ad aggrovigliarci la mente, oramai stanca, con superstizioni che non ci portano da nessuna parte. Sebbene alcuni di loro flirtino con queste idee e giocano dichiarandosi “figli di Satana”, ricordate che evocano tali immagini archetipiche o mitologiche per indurvi a temerli. Non c’è nulla di sovrannaturale in loro. Possono essere tenuti sotto controllo, la società può frenarli, le leggi possono contenerli. Non lasciateli invadere la vostra mente. Sono esseri vuoti, pieni di odio infinito verso gli altri e verso se stessi. Credo che abbiamo già detto una volta ma non costa niente ricordare ciò che disse un vecchio monaco una volta: il male non sopporta che ridano di lui, che non si abbia più paura o rispetto per lui.

Sappiamo tutti cosa c’è da fare…

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[1] Tra i quali menzioniamo Robert  D. Hare, con libri pubblicati in italiano.

[2] https://www.youtube.com/watch?v=nXcU8x_xK18

Del Dott. Baron-Cohen trovate anche “La scienza del male. L’empatia e le origini della crudeltà“, edito da Raffaele Cortina Editore nel 2012.

23 pensieri su “La decostruzione degli psicopatici e narcisisti: il crollo dei miti

  1. direi che posso confermare quanto letto sopra.Dopo tre esperienze devastanti, l’ultima finita (spero) da poco ed un anno di stalkin pianti promesse minacce contro di me e di suicidio (ma quando mai si ucciderebbero….) devo dire che sono di una prevedibilità sconcertante ed anche, francamente ,di una noia mortale. Imitano tutte le vostre, nostre emozioni:dall’amore alla paura, dall’angoscia (forse quella a volte è vera e la sfiorano quando qualcuno gli mostra chi sono, ma subito si tirano su cercando un altro specchio-donna che possa inviare una immagine di loro fantastica (e nata su inganno), al pianto, alla gioia .Sono scatole vuote che ripetono sempre le stesse frasi,hanno sempre i medesimi alibi per tentare di incartare le malcapitate circa le loro azioni violente e malsane,sono insomma fissi.La loro unica ragione di vita è piacere ,con l’inganno ed ogni sorta di raggiro,a tutti e tutte.Sono compulsivi nel distruggere e asservire, dominare e far soffrire.Non credete al possibile cambiamento nè che per loro siete speciali.Cercano sangue a vostro danno,siamo solo oggetti a cui si aggrappano disperatamente e senza pietà per poter sopravvivere…sono in perenne rischio di crollo psichico…
    Rimpiccioliteli…perchè sono piccoli e cattivelli.

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    1. Cara Marina, infatti la loro vita è un costante ‘copia incolla’: cambiano donna ma ripetono frasi, luoghi, gesti. Ho scritto un articolo qui sul mito della loro potenza sessuale, eccolo https://artedisalvarsi.wordpress.com/2015/12/09/quando-il-re-e-nudo-narcisismo-perverso-e-potenza-simulata/ . Non provano nulla nemmeno per un bambino, figuriamoci per un adulto che ‘prova a farli ragionare’. Lo sguardo di ammirazione altrui è la loro droga, ambiscono alla lode facile e a palcoscenici pronti ad applaudirli. Senza di quello non sono nessuno.

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      1. “non provano nulla nemmeno per un bambino”….Cara Claudileia questa frase quanto è vera!! ed è stata una delle rivelazioni sulla facciata del narc, così impegnato nel sociale e nel suo lavoro di assistenza ai più deboli. Un giorno si era commosso, e l’aveva raccontato alle varie amiche, perché un bimbo di una famiglia dove aveva fatto volontariato l’aveva cercato. il bimbo. Ma a un secondo pensiero, quello che mi sono chiesta è: “ma lui ha mai pensato a questi oltre le ore di volontariato-scena? gli ha mai portato qualcosa (vestiti, libri, medicine, un pensiero) diretto a questo bimbo?”. No.
        Lui che è in mille foto di volontariato con bimbi africani e poi, in realtà, era giudicante verso chi aveva figli e cambiava vita (oltre al paragonare il volontariato ad avere figli). Peccato che stesso la sua amica raccontava che quello che gli piaceva era la situazione sociale, la compagnia. In più di un anno, spesso manco ho capito il contenuto dei progetti, parlava solo delle amiche e volontarie (e prostitute).

        Altra cosa…la programmazione del cane di Pavlov. Cos’è? ..perché in quel suo apparire sotto casa e bussare, spesso usavo la metafora di chi porta il cane a passeggio. C’è chi viene per stare insieme, lui no..era proprio chiaro (alla fine, ovvero un paio di mesi fa) che arrivare-bussare era una sorta di prova di forza “scendi quando lo dico io”.

        Ad oggi credo che dopo aver iniziato a capire certe dinamiche, i comportamenti sono anche identificabili, la vera fatica è decostruire l’immagine e i comportamenti quando si vede che, però, hanno seguito e approvazione intorno. Lì scatta il “magari sono impazzita”.

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      2. Carissima Eva, non credo esista un n.p al mondo capace di provare empatia per un bambino. Oltre l’immagine da persone dal “cuore grande” che vorrebbero vendere a tutti i passanti sussiste l’invidia patologica per chi davvero è in grado di immedesimarsi nella sofferenza altrui e offrire affetto sincero a perfetti sconosciuti in una condizione di debolezza. Considera che i narcisisti (a maggior ragione se perversi) si sentono persone speciali e uniche ma invidiano la capacità di sentire delle persone comuni. La loro invidia patologica è talmente elevata per tutto ciò che è autentico e durevole nel tempo che l’impegno e l’energia che mettono nel riprodurre all’esterno tali sentimenti può essere colossale. Grazie all’impegno all’energia che ci mettono nella rappresentazione di ciò che NON sono è che riescono a ingannare buona parte delle persone che conoscono. Possono PERFETTAMENTE piangere davanti a te quando raccontano di “un’amica” maltrattata dal marito, ma “si scordano” di dire che in realtà “l’amica” è una delle loro amanti e che non esiste alcun marito: prendono qualcosa di vero e lo deturpano per rientrare nella loro narrativa menzognera. Non importa l’approvazione che hanno attorno: TU SAI LA VERITA’ e questo basta e avanza per allontanarti definitivamente. Abbracci a te!

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    2. Salve

      Visti i commenti volti più che altro a raccontare le proprie storie,non sarebbe invece il caso di provare compassione per questi individui ed aiutarli in un certo senso,senza quindi tenerli lontani facendoli comprendere questo tipo di disturbo,e senza la necessità di decostruirli ?

      Saluti a tutti

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      1. Caro Antonio, la compassione è tutto ciò di cui hanno bisogno per continuare a manipolare e sfruttare le persone. Qui parliamo di individui che non sono malati, ma che hanno bisogno unicamente di AMMIRAZIONE, sesso, soldi, fama e gloria e che lo ottengono molte volte USANDO le persone e ABUSANDO dei loro sentimenti… Certo, nulla ci impedisce di perdonare l’imperdonabile e nemmeno di ritrovarci sull’orlo del suicidio con l’accusa di essere pazzi, deboli e instabili dopo una scia inesauribile di “perdoni”, così come nulla ci impedisce di provare A DEBITA DISTANZA la compassione di cui parli. Un abbraccio.

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      2. ad Antonio, provare ad aiutarli. Si, certo. Ma hai presente un bambino dispettoso che gli spieghi cosa non va e, in tutta risposta, ti butta per terra tutto il servizio di piatti? questa è la reazione, nel migliore dei casi. Ma parliamo di adulti, adulti che difficilmente accettano di sentirsi dire che qualcosa in loro non va (salvo poi prendere quello che gli è utile, per risolvere un loro problema o apparire meglio) e sono altamente vendicativi.
        Se tornassi indietro di un anno esatto, invece di mettermi a spiegare, consigliare, suggerire anche di andare da uno psi…scapperei e basta.

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  2. Purtroppo il mondo ne è pieno di questi esseri indegni
    Credere sperare in 1 piccolo sentimento da parte di questi esseri è impossibile
    La descrizione dai testi da voi pubblicati sono reali e sono come fotocopie queste xsone
    Chiedono la xfezione …ubbidienza…
    Ti mettono in castigo..PSICOLOGICO
    BUGIARDI…XVERSI…CALCOLATORI….IMSGFETTIVI…SAPUTI….E MAIALI
    sei 1 attrezzo di piacere in tutti i semsi

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  3. Che fantastico pos che avevo perso fino ad ora !
    E’ proprio quello che ci vuole, sempre, e proprio per le persone che ne sono vittime.
    Questo fa sentire meglio e smitizza come hanno detto altri in risposta.
    e’ esattamente quello che ci vuole. Nessun dubbio che non sia sempre e solo così coem descritto in questo articolo.
    Grazie.

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    1. L’unico modo è chiedere protezione legale, denunciare. Il che significa essere disposti a stravolgere la propria vita, abbandonare tutto ciò che si è costruito per salvaguardare un bene maggiore: la tua vita e quella dei figli, quando rischia di essere soppressa. Dove vado? Si chiedono in molti? Mi nascondo da un parente, abbandono il mio lavoro? Conforme la gravità della minaccia la risposta è sì poiché una scorta non è prevista per ogni singola denuncia, quindi, se lo psicopatico è diventato uno stalker oppure se dentro casa è diventato sempre più violento (anche solo verbalmente, minacciando di attentare contro la tua vita) il rischio che faccia ciò che dice è troppo elevato. Ripeto: se c’è una diagnosi di psicopatia/narcisismo perverso i rischi sono troppo elevati. Di solito, però, gli psicopatici non annunciano ciò che hanno intenzione di fare, il che rende quasi impossibile prevedere l’esito tragico di una discussione banale. Quando c’è una diagnosi di psicopatia bisogna orientare le persone adeguatamente di modo a farle comprendere che forse la loro vita dovrà essere interamente rivista, prepararle psicologicamente per agire di modo preventivo. Devono scappare, anziché rimanere ad aspettare che il peggio accada. E’ dura da digerire, ma i fatti di cronaca parlano abbastanza chiaro.

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  4. incredibile! dopo un lungo percorso di sofferenza che attribuivo a questa o a quella situazione, ho cominciato ad analizzare come e con chi stavo al
    sorgere di precisi malesseri: stanchezza, astenia, gastrite, intorpidimento delle dita dei piedi, pensieri suicidiari troppo anche per una depressione.
    in breve, figlia di madre narcisista e manipolatrice, madre di figlia che mi ha portato allo sfinimento con le sue manovre, amica di una donna di cui
    da poco ho capito la perversione . chiaro che io ero, ero, terreno fertile, empatica, generosa, infanzia solitaria, e altro ancora. ma ne sono uscita e scrivo, mi libero scrivendo e ho imparato ad amarmi e ad apprezzare la vita.

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  5. Più che un articolo che mette in guardia dagli psicopatici è un articolo che mette in guardia da persone con disturbi mentali in generale. Molti dei comportamenti descritto non sono specifici e a volte nemmeno tipici di uno psicopatico, inoltre a volte risulta quasi ridicolo per espressioni come “occhi di plastica”, “colmi d’odio” etc.

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      1. Su di una cosa si può essere certi, non soffrono. L’idea che queste persone soffrano o provino odio, quindi sentimenti di rabbia persistente, può aiutare che è stato vittima dei loro comportamenti a riprendersi pensando che in fin dei conti anche loro sono tristi etc. ma non è così.

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  6. sono persone a cui manca “il giorno dopo”. Il giorno dopo o subito dopo che qualcosa è accaduto, le persone normali provano amore o tenerezza o gratitudine… oppure rammarico, dispiacere, rimorso, mancanza. Loro no. Tutto si conclude lì, in quello che accade, che si dice, che si fa, anzi che fanno accadere, che dicono, fanno

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    1. Bravissima, cara Daniela! È il qui e l’ora ciò che conta… Il punto è che la mancanza di progettualità ha le sue conseguenze. Di solito applicano questo concetto non solo a livello affettivo ma anche finanziario, combinando dei disastri inimmaginabili.

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  7. L’orrore piú grande è averli in casa. Quando il sadico narcisista è un compagno/a puoi davvero liberartene ma quando sono il padre o un fratello, per quanta distanza si voglia mettere (ed io l’ho messa), i problemi ti raggiungono sempre. La serenitá non esiste piú e le preoccupazioni sono quotidiane proprio perché hai capito benissimo chi sono e sviluppi una lungimiranza degna di un chiaroveggente. Un incubo senza fine soprattutto quando l’unico genitore in vita (narcisista) non ha neanche voglia di mettere le cose in chiaro quanto all’ereditá dei figli e se tra questi vi è un’altro malato di mente, ecco altri problemi in arrivo.

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  8. “Considera che i narcisisti (a maggior ragione se perversi) si sentono persone speciali e uniche”
    Cara Claudileia, già…il narc infatti si è offeso moltissimo quando ho messo in dubbio la sua empatia e la sua “spontaneità” tanto nel lavoro con le donne a rischio che nel volontariato (e puoi immaginare che, ovviamente, quella che manca di empatia sono io). Ma sinceramente, al di là di quello che diceva lui (almeno quello inizio a prenderlo con le pinze) la “confusione” nasce da come ho visto dargli credito ed è vero, con i bimbi (in pubblico) ci sa fare. Questo alimenta la confusione. Sul pianto..sfondi una porta aperta. La prima volta che sono tornata con lui, dopo triangolazioni varie, è stata perché sembrava sincero e in lacrime (non due, proprio scena di mezz’ora). Nella sceneggiata davanti al nostro collaboratore, perché l’ho ripreso su una cosa da fare davanti due corsiste con cui era tutto il first man, idem..scoppio suo e pianto. Quindi figurati…se un uomo piange, che strega che devo essere.
    PEr allontanarmi..ora sono in pieno scarto suo, quindi figurati. PErò almeno questo suo disinteresse serve a me per calmare un po’ i nervi dopo i mesi di discussioni e bugie. Resta che, però, quando arrivano i comunicati dell’associazione, le foto degli eventi..sinceramente prende male, anche perché in questa città del cavolo ero venuta per cercare di portare avanti qualcosa di mio e, invece, è già tanto se non sono davvero in strada dopo quello che è successo. Quello che però dispiace è vedere quanto si finisce a processo, senza neanche essere sentiti…e vedere che chi gioca con i dadi truccati, casca sempre in piedi.

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