Sull’incomprensione dell’ambiente quando avete bisogno di sostegno emotivo

 

Fonte:http://sobreviviendoasociopatasynarcisistas.blogspot.it/2014/11/la-incomprension-del-medio-cuando-mas.html

Trad. C. L. Dias

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I giorni, settimane e mesi successivi alla fine del vostro rapporto con il narcisista perverso (a prescindere se a prendere la decisione dell’allontanamento sia stata vostra o del vostro partner, nel modo più crudele) è naturale sentirsi vuoti e amareggiati. È proprio questo il momento in cui avete più bisogno di affetto, di calore umano e di comprensione. Purtroppo, né sempre riuscirete ad ottenere sostegno dalle persone più vicine a voi. Infatti, sono in pochi a comprendere cosa significa l’abuso emotivo, in cosa consiste la tortura psicologica e tante volte, addirittura, sarà lo psicopatico a indossare i panni della vittima presso i vostri amici, familiari e colleghi,  peggiorando il vostro stato d’animo. Ben sapete oramai lo scopo di uno psicopatico quando si traveste da vittima: distruggervi totalmente. Che cosa potete fare per trovare un po’ di conforto quando il mondo intero sembra voltarsi dall’altra parte?

Per quanto riguarda la vostra famiglia e i vostri amici vi consigliamo di provare a trascorrere del tempo – per quanto sia possibile – unicamente con chi non mantiene un fortissimo legame con lo psicopatico giacché la maggior parte crederà a ciò che dirà lui/lei e quindi è normale che parenti e amici vengano da voi per ottenere altre informazioni che comprovino le parole dello psicopatico oppure per rimproverarvi.  Anche quando cerchiamo di mantenere il contatto zero con gli amici in comune, a volte i nostri sostenitori non comprendono (almeno inizialmente) la magnitudine dello scombussolamento interno che stiamo vivendo e la devastazione causata dagli psicopatici nella nostra anima e psiche. Spesso, quando cerchiamo di far capire alle persone attraverso letture scientifiche e testi specializzati, la risposta che otteniamo è che non si tratta di materiale essenziale e che dobbiamo smettere di concentrarci su delle cose negative. Magari ci consigliano di uscire a ballare per provare a distrarci, di leggere o fare qualcosa di divertente o più semplicemente di “provare a dimenticare”. Quando confessiamo il nostro malessere per il fatto che la maggior parte delle persone crede alle parole dello psicopatico e che se nessuno fa niente per frenarlo egli continuerà a recare danni emotivi agli altri, di solito ci dicono (con lo sguardo impaziente rivolto verso il cielo!) di non dare peso ai pettegolezzi e che la pretesa di avvertire il mondo sulla malvagità del suo comportamento è da stolti. Ecco il nucleo del problema…chi non sa cos’è la psicopatia o il narcisismo patologico, continuerà a pensare che ogni essere umano è dotato di una coscienza e che pure il vostro ex partner alla fine maturerà e smetterà di  fare “cose cattive” agli altri. Si comportano così, anche volendoti bene, perché non comprendono la portata delle sue manipolazioni, le minacce e l’erosione identitaria adoperata su di te a regola d’arte. Purtroppo, soltanto nei casi in cui la violenza fisica è presente troviamo l’appoggio incondizionato degli altri (certe volte le persone che non vi conoscono tanto bene, influenzate dal vostro ex, giustificheranno persino la sua violenza con parole del tipo “Lo facevi ingelosire, ecco perché è andato oltre”).

Consigliamo, quando vi sentirete soli e incompresi il ricorso ai gruppi di ‘sopravvissuti’. Ci rendiamo conto, però, che si tratta di un argomento controverso. In diversi paesi come negli Stati Uniti, nel nord dell’Europa oppure qui in Spagna, è possibile trovare associazioni di terapeuti e psicologi specializzati sul tema della psicopatia. Non sono in molti, tuttavia esistono e sono anche molto capaci. In America Latina, purtroppo, la maggior parte degli terapeuti e dei gruppi di auto aiuto non conosce la natura della psicopatia e del narcisismo patologico e quindi seguono sostenendo teorie obsolete che colpevolizzano la persona danneggiata per non aver imposto dei sani limiti all’abuso. In alcuni casi affermano che la persona abusata “ha bisogno” dell’abuso per scoprire “qualcosa”. È l’antichissima e poco scientifica teoria della codipendenza. In linea di massima sono teorie che predicano che se un ladro entra a casa nostra per rubare è perché fuori non abbiamo messo un’insegna con la scritta “non entrare, proprietà privata”. Non comprendono, e tanto meno si preoccupano di attualizzarsi sulle caratteristiche elementari degli psicopatici, veri maestri “in sistema di sicurezza, protezione e allarme”. Bisogna fare molta attenzione a chi si consegna un cervello oramai scombussolato. Informatevi sugli strumenti e sulle linee terapeutiche, provate. Ma se vi sentiti giudicati e non avvertiti neppure un segno di miglioramento, considerate l’ipotesi di cercare un professionista con un approccio diverso. Come dicevamo prima né tutti gli psicologi e psichiatri sono specializzati sul tema.

Non ci sono dubbi che uno degli ambienti più ostili è quello lavorativo. È proprio qui che vediamo delle belle. Lo psicopatico spesso è un leader, un capo o comunque possiede un incarico direttivo in cui cerca di dimostrarsi molto produttivo, carismatico, circondato da apatici servi che eseguono il lavoro sporco per lui, incluso distruggere la credibilità e la reputazione di chiunque lo contrasti. Se sospettate l’esistenza di una campagna di sabotaggio nei confronti del vostro lavoro/della vostra persona un consiglio molto utile è lasciare una traccia scritta di tutto ciò che fate, anche se né sempre sarà possibile (lo psicopatico, essendo sadico, cercherà di farvi diventare matti). Cercate di spiegare la vostra situazione ai colleghi più fidati molto chiaramente, ma fatelo soltanto una o due volte, senza premere più di tanto perché credano alle vostre parole (questo perché quando insistiamo troppo nello spiegare ciò che stiamo vivendo la cosa viene interpretata come una nostra ‘ossessione’ nei confronti dello psicopatico e che siamo noi a “molestarlo” perché “siamo malati”).

La situazione quindi potrebbe rovesciarsi a vostro sfavore molto velocemente.  

Come se non bastasse, buona parte delle storie di mobbing in ambito lavorativo finisce con lo spostamento della vittima del settore, con il cambio di funzione o della sede aziendale. Spesso i top manager sociopatici, soprattutto quando traggono un gran profitto all’azienda, vengono risparmiati da ogni accusa e assolti dai diretti superiori con la scusa che non avete in mano prove concrete contro di loro, cosa non vera, poiché di solito i superiori sanno bene come trattano i dipendenti e quindi preferiscono non averli come nemici (molti manager custodiscono gli scheletri nell’armadio delle aziende per cui lavorano e purtroppo sappiamo bene come funziona… ‘una mano lava l’altra’).  Ci piacerebbe raccontare molte storie in cui le vittime di mobbing riescono a smascherare un capo psicopatico, salvando così la propria immagine in ambito lavorativo. Purtroppo non è così. Il sistema legale attuale molto spesso favorisce l’aggressività dei datori di lavoro, costringendo la vittima di mobbing a cercare disperatamente le prove, le testimonianze e le evidenze perché, di primo acchito, la tendenza dell’ascoltatore è credere all’incanto superficiale dello psicopatico, un individuo che mente senza farsi degli scrupoli. Ovviamente, quando possibile, conviene cambiare azienda. Se non potete farlo, cercate di passare inosservati (vide metodo “sasso grigio” su questo blog). Considerate che anche quando vi allontanerete cercheranno di fare terra bruciata intorno a voi, è probabile che vi daranno da pazzi/solitari dipingendovi come una specie di Don Chisciotte ossessionati nel molestare il povero psicopatico perché invidiosi della sua competenza/popolarità.

Fa male, è ingiusto e a volte vi domanderete (se siete credenti perché, se non lo siete, avrete una questione in meno da affrontare!) perché Dio permette a chi mente, minaccia, tradisce, diffama, usa e abusa delle false testimonianze per rovinare l’esistenza delle persone, trionfi professionalmente e nella vita sociale? Con base nella nostra esperienza sappiamo con certezza che il ciclo che avete vissuto ricomincerà con qualcun altro nel giro di poco, finché un giorno due o tre persone della vostra ex azienda, una volta sottoposte allo stesso ‘trattamento’, penseranno proprio a voi: “Perché non gli abbiamo creduto!”. Si tratta di un riscatto morale che arriva tardivamente, tuttavia che accade sempre.

L’incomprensione e le calunnie sono la parte peggiore del processo di guarigione. Cercate di portare pazienza con i vostri amici e familiari che ancora non comprendono, ma se anche così vi faranno stare male, meglio limitare momentaneamente i contatti finché sarete più forti. La priorità è la vostra guarigione. Per quanto riguarda le terapie e i gruppi, informatevi bene e cercate di rispettare il vostro istinto, la vostra intuizione, due aspetti che avete ignorato durante il vostro rapporto con lo psicopatico/narcisista perverso. Abbiamo riscontrato che la maggior parte dei sopravvissuti ha cambiato terapeuta per circa due volte prima di incontrare quello giusto.

Per quanto riguarda il mondo lavorativo, se avete la fortuna di avere in mano prove schiaccianti del mobbing  non esitate a denunciarlo e a fare ricorso alle vie legali. Lo dovete alla società. Tuttavia, se avete unicamente degli indizi (perché l’azione perversa è stata eseguita alla perfezione) cercate di uscire dalla situazione in modo che l’azienda non metta in atto una caccia alle streghe non solo con voi, ma con tutte le altre vittime dello psicopatico. Le statistiche non smentiscono sulla tutela dei manager spietati: a pagare per le crisi sono sempre i più deboli.

Del resto bisogna avere tanta forza e pazienza non solo con voi stessi, ma anche con tutti quelli che non riescono tuttora a comprendervi. Quando avete ricuperato le vostre forze sarete in grado di aiutare le persone che hanno sofferto come voi. La prevenzione è tutto. Allontanatevi definitivamente dalle persone che vi diffamano, dalle persone incapaci di rivolgervi un’unica critica costruttiva. Un giorno riderete di tutti quelli che avendo bisogno di un po’ di attenzione, di sesso o di qualche favore dal/la vostro/a ex psicopatico/a si convincono che parlare male di voi sia un grandissimo argomento. Riderete della pochezza d’animo e dell’omertà di chi assisteva alla vostra umiliazione in ambito lavorativo senza mai spendere una parola in vostro favore. E riderete finalmente dello psicopatico/narcisista perverso, di colui/colei che vi ha trasformato nell’oggetto del suo odio perché siete diventati, vostro malgrado, i testimoni perfetti di ciò che non avranno mai: una vita autentica, sentimenti, compassione per gli altri ed empatia.

Ecco la vostra vittoria.

Ed ecco la loro eterna sconfitta.  

33 pensieri su “Sull’incomprensione dell’ambiente quando avete bisogno di sostegno emotivo

  1. GRAZIE, HO LETTO QUESTO ARTICOLO PER CASO, STAVO USCENDO…
    Mi sono iscritta in FB ad un gruppo in cui si parla del narcisismo perverso e delle vittime di tale perversione. Ho letto spesso la parola “codipendenza”, e ci ritrovo (nel gruppo) proprio ciò che hai scritto su: se ci hanno fatto male è perché glielo abbiamo permesso, perciò impariamo ad amarci, per evitare che si ripeta il tutto.
    Beh io sto cercando disperatamente di uscire dalla dipendenza emotiva, non sapendo più bene cosa ciò significhi per me. Mi riscoprivo dipendente ogni volta che mandavo giù gli abusi del mio ex marito, np, ma quando mi ha aggredita fisicamente, lì ho proprio sentito che il limite era stato superato e che ad ogni costo, anche di rimanere sola, l’avrei mollato.
    Ora dopo mesi dalla nostra separazione, mi ritrovo ad avere in mano le redini della mia vita ed a poterla gestire, con chi pensavo fosse la persona adatta. Un uomo che mi è stato molto vicino durante gli ultimi periodi del mio matrimonio, via sms, con qualche telefonata e sporadici incontri, mai sessuali, solo una mezz’ora qua o là per pranzo o cose simili. Ora però, alla luce di tutto quanto è successo (mia fuga da casa per paura di una nuova aggressione da parte di mio marito, rifugio in una casa di accoglienza per donne maltrattate, depressione e rilascio emotivo che ne sono derivati, il mio “amico” non si sente di andare oltre, come mi aveva fatto capire prima.
    Al che, non posso certo obbligarlo né altro, ma mi ritrovo di nuovo ad accontentarmi di “briciole”, cioè vederci una volta al mese max, qualche sporadica telefonata ed sms ogni giorno. Questo è ciò che dice di potermi dare ora come ora.
    Allora che devo pensare? Che non sono per nulla capace di amarmi né di farmi amare? Gli ho più volte detto che questa non è per me una relazione e così non posso starci dentro. Si è limitato a dirmi, oltre al fatto che mi ama e che vuole che io resti nella sua vita, si ma come?, che se non mi sento bene in questa relazione, capisce e che accetta che io possa mettervi fine o rivolgermi a qualcun altro. Non mi sembra un np, anche perché mi lascia libera e non mi fa ricatti morali, ma sento che mi devo liberare da questa dipendenza nuova che ho verso di lui. Sono stanca…

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    1. Carissima Sadiong, intanto hai la mia totale solidarietà! Hai fatto bene a cercare un rifugio sicuro, lontano dal tuo ex violento. Muoviti di lì unicamente quando avrai ricuperato le tue forze e mai per voltarti indietro! Per quanto riguarda il tuo ‘amico’, diciamo che sei inciampata in ciò che chiamiamo allumeur/allumista, vide https://artedisalvarsi.wordpress.com/2015/07/28/un-perverso-narcisista-per-amico-dal-girone-infernale-al-grande-limbo/. Qui dobbiamo analizzare due aspetti: 1. il tuo bisogno di sostegno in un momento di fragilità non deve per forza provenire da un’altro uomo. Puoi ritrovare da sola le tue forze, immagino che nella struttura protetta che ti ha accolto avrai modo di essere seguita e orientata in questo senso. E’ sempre molto rischioso uscire da una storia terribile come la tua ed imbarcarsi subito in un’altra perché la nostra percezione della realtà è falsata e quindi persiste in noi la tendenza a idealizzare chiunque mostri un po’ di riguardo nei nostri confronti; 2. detto questo il tuo ‘amico’ è andato oltre, per questo mi fa pensare che si tratti di un allumeur. Se si trattasse di un uomo che vuole unicamente aiutare una donna in difficoltà per umana pietà, perché dichiararti il suo ‘amore’ per te? Cosa c’entra l’empatia per una persona che soffre con dei discorsi che hanno a che fare con il sentimento amoroso? Ecco la differenza tra una persona solidale e una che vuole, in qualche modo, generare dipendenza negli altri, rendersi indispensabile ed essere idealizzata, come fa l’allumista. Il piacere dell’allumista consiste nel promettere tanto con degli sguardi e gesti affettuosi senza mai concludere niente dal punto di vista sessuale. Come il narcisista perverso egli ama avere una corte a sua disposizione non tanto per fare ricorso nei momenti del bisogno, ma per sentirsi più forte e al di sopra degli altri, quindi cerca persone fragili per elargire dei favori semplici e banali con l’unico intento di essere idolatrato e riverito. Lui oramai ti ha in pugno, ecco perché ti ha detto che se non ti sente bene in questa ‘relazione’ capisce e accetta che tu possa mettervi fine o addirittura ‘rivolgerti a qualcun altro’. Si tratta di un atteggiamento tipicamente allumista dire “Io ti amo però è meglio neanche iniziare la storia perché soffriremo entrambi.” E così la persona tanto amata a parole (ma poi scartata nei fatti) ha la sensazione che qualcosa di molto promettente e piacevole è rimasta in sospeso fino a vita natural durante… Pensaci bene se ti conviene restare attaccata psichicamente a questa persona anche se, da quanto ho capito, sei già arrivata alla conclusione giusta! Un abbraccio fortissimo, C.

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      1. Grazie per la tua risposta, mi giunge come un fulmine a ciel sereno a dire il vero, ma forse è un bene.
        Premetto che sono uscita dalla casa per donne quest’estate, in luglio dopo la permanenza di un mese, quando il mio ex marito è volato in Italia ed io sono rimasta in Canada, dove vivo attualmente.
        Detto ciò, il mio “amico” mi ha si seguita per un paio d’anni da lontano, senza mai essere invadente, ma un annetto fa mi disse che avrebbe voluto un giorno vivere insieme etc… Una nuova situazione pseudo-matrimoniale non è quello che voglio, mi piacerebbe poter godere della sua compagnia come pensavo che avrei potuto fare prima che mi succedesse la situazione di emergenza.
        A dire il vero non l’ho mai visto come un narcisista, a volte l’ho messo alla prova, ma non mi ha mai convinta, perché mi ha sempre dato delle risposte che lasciavano la massima libertà di espressione, contrariamente al mio ex marito.
        Lui (pare, almeno ciò è quanto mi disse due anni fa in tempi non sospetti) sarebbe divorziato da quella che la madre gli aveva proposto come moglie, sono originari dello Sri Lanka, ma lui è nato e vissuto a Dubai.
        Insomma ora che il matrimonio sarebbe oggettivamente “fallito”, a lui il compito di trovarsi una nuova compagna e moglie, questa volta con l’avvallo di mamma a scegliersi quella che meglio crede. Ok fin qui, vabbè… Il mio obiettivo non è nemmeno una convivenza o un rapporto stretto, ma semplicemente quello che avrebbe dovuto essere la naturale continuazione di ciò che pensavo avessimo instaurato, cioè un proto-rapporto, tutto da sperimentare, avrebbe potuto fermarsi all’amicizia, cosi come sbocciare ed evolvere ad altro. Il contatto fisico in realtà c’è stato, ma è stato deludente (credo che soffra di impotenza, ma ovviamente “non gli è mai successo prima”) e ci si vede con la frequenza di 1 volta al mese, però capisco che sia difficilissimo che diventi una relazione, date le circostanze.
        Quello che mi chiedo e che vorrei capire, al di là della realtà, non credo mi abbia detto tutto (sposato o divorziato?), è se sono io che mi accanisco quando le cose sono evidenti, come facevo col mio ex marito, e quindi sono un po’ fuori di testa o lui ha effettivamente qualcosa che non quadra? Senza parlare del fatto che quando i miei messaggi si fanno serrati, tipo gli faccio domande dirette un po’ scomode, risponde si, ma è come se si mettesse degli scudi. Tipo gli ho mandato in sms il testo di una canzone che parla di una ragazza che ama un ragazzo ma che lui considera solo un po’ più di un’amica. E lei gli dice che comunque è innamorata di lui, insomma vuole attirare la sua attenzione. Lui mi ha risposto “wow che testo intenso, bella che canzone è? Awwwww” . Al che ho risposto e poi ho chiesto “perché dici”awww” mi ha fatto pensare a te ti sembra strano, siamo in una relazione no?” in modo provocatorio, perché sa come la penso, cioè che non è una relazione vedersi così poco.
        “Si, è normale, ma lo trovo un pensiero carino e posso immaginare il tuo bel viso”…
        Mah…. non un commento nulla, a parte questo… forse mi aspetto io cose troppo strane.
        Un mese fa gli ho dato uno stop ed ho praticato il no contact, dopo due settimane mi ha riagganciata dicendo che gli manco da morire, che mi vuole nella sua vita, che vorrebbe tentare a stare insieme, poi se non va ok, ma almeno provarci… io l’ho vista come una dichiarazione positiva. Ma l’impressione che ho ancora è che si stia ritraendo pian piano. Ho perfino pensato di andare davanti a casa sua per vedere con chi vive, cosi mi toglierei ogni dubbio, ma non ho mai fatto questo tipo di cose ed il solo fatto di averci pensato mi dà fastidio. Pensarlo come un “allumeur” mi piace, ma non so se sia davvero il suo caso, perché non lo vedo come un narciso. O sbaglio?
        Ma come il mio ex narciso mi dà la sua assenza, evita fin che può gli argomenti e svicola il contatto fisico…. per il resto è senz’altro una persona piacevole, abbiamo passato delle belle giornate insieme, mangiando fuori o cucinando o chiacchierando… è molto affettuoso … ah! gli piace il rapporto di “dominazione-sottomesso” dove lui è ovviamente il dominante. Anche questa per me è stata una caduta dall’alto….
        Magari tutto ciò ha delle caratteristiche tipiche di una persona disturbata che non mi sembra lui. Certo ha qualcosa da nascondere, quello è chiaro.
        Grazie ancora

        Sadiong

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      2. Cara Sadiong, cerca di capire perché è così complicato per te imbarcarsi in una storia semplice con una persona trasparente. So poco della cultura dello Sri Lanka, tuttavia conforme la religione e l’estrazione sociale so che il divorzio è un disonore per loro, tanto per l’uomo quanto per la donna. Comunque, credo che la psicoterapia ti servirà per uscire dalla nebbia in cui ti trovi.

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      3. Cara C.,

        grazie per la tua pazienza, si sono seguita da una psicoterapeuta, che mi ha subito classificato questo rapporto “di controllo” perché in sostanza ci si vede quando vuole/può lui e non mi dà accesso alle libere telefonate di sera, quando sarebbe a casa. Tutto molto “controllante”. Ecco perché sto mettendo tutto in discussione, mai avrei pensato di ritrovarmi con lui-narciso. Comunque non sono alla ricerca di un compagno per ora, era solo un modo per me di uscire dall’isolamento, vivo all’estero e non ho famiglia qui, mi piacerebbe uscire a cena, cinema, etc… insomma cose normali, senza per questo entrare in una vita di coppia.
        Grazie ancora mi hai davvero “ILLUMINATA” 🙂

        Sadiong

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      4. Be’, più che ‘controllo’ parliamoci chiaramente: mi sembra che il tizio abbia una moglie al calduccio. La questione è che ti ha fatto una dichiarazione di amore che inficia la vostra amicizia, giocando sul piano dell’ambiguità senza concedersi. Diciamo che non si tratta di un rapporto positivo per te in questo momento, ovviamente tocca a te valutarlo o ridimensionarlo perché per lui va bene così. Un abbraccio!

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      5. Vorrei aggiungere anche che abbiamo parlato insieme di questa situazione anomala e lui ha ammesso che la mia richiesta di vedersi di più è legittima e normale. ma purtroppo la sua vita per ora è piena tra lavoro e famiglia (genitori specifica), con cui è tornato a vivere. Ci tiene a farmi sapere che se lui si sente così non è per causa mia, che i suoi sentimenti non sono cambiati fin dall’inizio, ma che è semplicemente così, non si dà una spiegazione, nonostante sia consapevole che io cerchi delle ragioni logiche.
        L’ultima volta che ci siamo visti mi ha detto che le sorelle che vivono in altri paesi gli hanno detto che ora tocca a loro occuparsi dei genitori, perché è ora che lui si rifaccia una vita, che si risposi. Mi chiedo: perché mi dice ciò, forse per lasciarmi intendere che ci sta pensando, ma che allo stesso tempo non posso essere io, perché non è pronto?
        Per quello ritengo che una visitina dalle sue parti sia la soluzione, una volta saputa la verità la mia anima sarà in pace, perché ciò che mi riesce difficile è liberarmi dei buoni sentimenti che ho nutrito per lui.

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      6. Cara Sadiong, le cose importanti della vita non solo sono semplici e trasparenti, ma anche molto concrete. Non campare delle fantasie che questa persona cerca di introdurre nel tuo cervello. Da quanto ho capito sai ben poco di lui e quindi ora sei intrigata… Il punto è che da bravo allumeur quest’uomo si è avvolto di nebbia e ora ti sta tirando dentro, riportandoti ancora una volta nel tunnel dell’ossessione che ben conosce. Sei seguita da un terapeuta nella struttura in cui stai? Credimi, è molto importante perché sei ancora troppo fragile per iniziare una storia qualunque e quindi non riesco a immaginare lo scempio che un allumista può fare della tua psiche!

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      7. Cara Claudileia,

        Ho messo fine alla relazione ieri. Mi sono affermata con la comunicazione della decisione, che ovviamente non ha accettato subito. Inizialmente ha tentato di mettere la colpa su di me. Poi visto che non reagivo mi ha detto che se non lo amo più di dirglielo e non mi darà più fastidio. Gli ho spiegato (una volta di più, l’ultima) che l’unico che ha voluto mettere limiti alla relazione è stato lui. In fondo mi bastava uscire qualche volta, ma non posso cercargli l’amore se non c’è. Ho detto che di sicuro avrà una situazione di cui non mi ha parlato, ma non lo voglio sapere, lo lascio andare e la chiudiamo così. Ha tentato un po’ di manipolazione affettiva con il classico “voglio che tu sappia che ti amo veramente no Matter what”, ma non ho più risposto… credo di aver preso la giusta decisione per me.
        Ti ringrazio di avermi aperto gli occhi

        Sadiong

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      8. Cara Sadiong, sappiamo che è stata la decisione più saggia da prendere. L’inutilità e la sterilità di questo tipo di ‘relazione’ poteva beneficiarti soltanto superficialmente. Laddove regna l’ambiguità, i segreti, i non-detti, i ‘ti amo, però…’, il controllo assoluto di uno sull’altro, i limiti poco chiari imposti da una sola parte non può esserci nulla di buono. Ci saranno momenti in cui avvertirai fortemente la mancanza di una PERSONA che ti dia un po’ di affetto e ascolto, insomma, un po’ di buona compagnia. Le buone compagnie, tuttavia, non cercano di confondere le acque rendendo ambivalenti i loro rapporti personali… Un fortissimo abbraccio e qualsiasi cosa non esitare a scriverci! Claudileia

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  2. Purtroppo è così: c’è molta incomprensione tra coloro che non sanno , che non hanno capito o che non vogliono e non possono vedere perché sarebbe assurda come realtà o sarebbe troppo doloroso (come nel caso di mio figlio che si rifiuta di credere alla psicopatia del padre)
    Del resto io stessa per anni , anche se avevo capito che c’era qualcosa che non andava in quell’uomo, non pensavo che avesse tanto odio nei miei confronti, e perché poi? non sembra possibile che un uomo, tuo marito e padre dei tuoi figli voglia distruggerti, annientarti e tendi piuttosto a credere che la colpa sia tua. E quando accade ciò che inevitabilmente accadrà, lo vedi per quello che è e capisci e sopratutto sai ,che hai sempre visto giusto e che il tuo istinto messo a tacere da te stessa, non ti ha mai ingannata. Ed allora poco alla volta pezzo dopo pezzo ricostruisci sulle macerie, come se una bomba ti fosse esplosa da dentro e non è facile e ti senti meno sola se hai la fortuna di avere qualcuno o un terapeuta che ti crede. Allora è stato importante per me eliminare dalla mia vita tutti coloro che mi hanno giudicata o che si sono mostrati clementi nei confronti del narcisista. Non serve continuare a farsi del male, a frequentare gente che ti fa stare male. Bisogna fare una grande pulizia, fuori e dentro se stessi, riprendersi tutte le belle cose che credevi ti avesse portato via e su quelle ricrearsi, migliorarsi andare avanti lasciandosi dietro tutto il marciume. Solo così ,prendendo a cuore se stessi puoi avere la certezza di non incontrare più queste persone devastanti, ma ci vuole tempo e pazienza e se nel frattempo se ne ripresenta qualcun altro, bisogna avere la lucidità di riconoscerlo e la fermezza di allontanarlo dalla propria esistenza. Questo esige un grande atto d’amore verso se stessi.
    grazie sempre per gli spunti di riflessione che questo blog offre.

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    1. Hai fatto bene ad allontanarti dalla marmaglia di gente che ti fa stare male. Meglio soli. Meglio cercare nuove amicizie, più pulite. Dopo bastonate di questo tipo credo si producano gli anticorpi necessari ad una migliore selezione. Anche io ho attuato questa strategia, fuori dalle scatole chiunque abbia avallato il comportamento irresponsabile della narcisista, chiunque mi si sia avvicinato e non abbia sentito il bisogno di chiedermi come stai, o di dirmi mi dispiace. Un abbraccio.

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  3. Mi ritrovo anch’io in ogni singola parola dell’articolo. Da quando ho capito che mia sorella è una psicopatica, ho disperatamente cercato aiuto e comprensione in parenti e in qualche amica di infanzia. Mi sono sentita giudicata e megalomane, come se stessi parlando di alieni. Eppure, l abuso emotivo che ho vissuto soprattutto in questi anni, è stato devastante. Parlo al passato, perché al momento, vivo all estero da pochi mesi e spero di restarci per mia sopravvivenza. Credo fortemente che la psicopatia di mia sorella si sia aggravata 4 anni fa con la morte di nostra madre ma a ben pensare, era già latente da ragazzina. Siamo figlie di un narcisista passivo-aggressivo che su di lei ha fatto il danno più grave. Sento la sua invidia e la sua competizione che si traduce in atti concreti ma che passano non catalogati per i più. Ha una cattiveria ed una perversione tacita inenarrabile, vive di maschere usate all occorenza ed intercambiabili tra di loro, secondo chi le sta davanti. A causa sua, che ha aggiunto dolore sul dolore, ho sofferto di attacchi di panico, tachicardia, ansia generale, mancanza di concentrazione, inappetenza. Ho temuto di dventare pazza ed ho cercato di mantenere il contatto con la realtà, tenendomi, a suo tempo, quanto più possibile fuori di casa. Inutile dire che mentre ero ridotta all osso, ho provato a chiedere aiuto a mio padre il quale essendo un np , non solo è privo di empatia ma prende da ogni figlio ciò che gli serve secondo le sue esigenze. Questo atteggiamento egoista e vile, lo porta a muoversi come in una scacchiera. Ho quindi chiesto aiuto a mio fratello persino il giorno in cui, stesa al suolo, non respiravo più. Lui vive lontano da casa, in un altra regione ma gli chiesi comunque di intervenire in quelle dinamiche perverse. Come risposta ebbi: ” vai dallo psichiatra e fatti dare le gocce, perché se io homla febbre vado dal medico di base per avere gli antibiotici”. Ho pensato sarei morta con il peso di tutto quel dolore. Oggi sono fuori casa ma non sono serena. Mia sorella, trova il modo di ferirmi passando per benefattrice, mio padre, al solito, fa la vittima nonostante le nefandezze che anche lui ha compiuto e di cui non ha mai chiesto scusa. Gente che non ha imparato nulla neanche dalla morte di mia madre che non a caso, è morta di un tumore allo stomaco terribile. Sto cercando di salvarmi. Ho 38 anni e mi sento distrutta non solo dal dolore ma dall idea che non potrò mai chiudere definitivamente con mia sorella. Fosse stata un estranea, le avrei chiuso ogni contatto. Va da se, che da quando vivo fuori, ho ridotto il contatto al minimo. Non cerco mai per prima e se lo fa lei, rispondo con monosillabi. Non sono serena, penso anche al sua essere avida e al suo mettere le mani in tutte le cose di nostra madre. Scusate la lungaggine ma è un dolore inespresso e non compreso dai più.

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    1. Carissima Valeria, considera che un manipolatore/manipolatrice ha sempre bisogno di qualcuno da sfruttare. Quando non ci sei tu cerca un’altro da parassitare e così continuerà a fare per tutta la sua vita. Tu hai la mia età e come me sei lontana dal nucleo familiare di origine per scelta adoperando un contato minimo (e salvifico) con la fonte avvelenata della tua esistenza. Come dice un articolo che ho tradotto qui, possiamo tornare dalla fonte con un secchiello d’oro, ma l’acqua resterà sempre la stessa e quindi fatalmente ci avvelenerà ancor di più. Ahimè solo il tempo e le azioni sempre più sfacciate di tua sorella porteranno tuo fratello a comprendere che non sei tu ad aver ‘bisogno di gocce’ perché ‘sei malata’ ma che siete nati in una famiglia disfunzionale e che tu, da persona consapevole, hai cercato di dirlo in ogni modo senza trovare il dovuto ascolto da parte sua. Capisco che il quadro non è bello e che tua sorella, facendosi passare per benefattrice mentre dilapida il patrimonio familiare con il beneplacito di tuo padre è un incubo da non augurarsi a nessuno poiché si tratta di una dinamica che sfugge a qualunque tipo di controllo da parte nostra. Finché avrà l’appoggio di tuo padre e l’omertà di tuo fratello tuo sorella continuerà ad agire indisturbata, inoltre, più fai presente agli altri cosa si cela dietro il suo buonismo, cioè, una bella dose di manipolazione e opportunismo, più lei ti attaccherà facendoti passare per la ‘mezza matta’ e ingrata della famiglia. Dai retta a me, credo di averti già scritto in un commento precedente: tutto ciò che apparentemente viene facile per i manipolatori/narcisisti perversi se ne va altrettanto, e questo vale non solo per quanto riguarda l’aspetto economico quanto l’affettivo. Non so da quanto tempo ti sei allontanata, immagino da poco per come stai soffrendo ora. Per quanto mi riguarda ci sono voluti anni per straniarmi totalmente da ciò che accadeva altrove. Ho scelto di avere contatti esclusivamente con chi non aveva alcun tipo di rapporto con mia madre (narcisista perversa diagnosticata!) e quindi ho dovuto ‘sacrificare’ due sorelle diventate negli ultimi 2 anni il suo braccio destro (considera che mia madre è ‘sparita’ per 20 anni per tornare ora con la Bibbia sotto il braccio dicendosi molto cambiata… peccato che continua a raccontare una marea di menzogne, per esempio, omettendo le sue violenze su noi figli nelle testimonianze che, come una martire, dà nella sua ‘chiesa’!) . D’altronde mi sono rimasti una marea di nipoti, mio padre, un fratello e una sorella con i quali non ho mai smesso di dialogare e so di poterci contare. Fatti forza! Senz’altro abbiamo bisogno di un sostegno terapeutico per metabolizzare le cattiverie gratuite ma senza farsi l’illusione di poter cambiare la dinamica familiare, sopratutto quando abbiamo scelto la lontananza come unica via di salvezza. PS: le notizie che mi giungono oltreoceano dalle sorelle che hanno deciso di prendere le parti di mia madre accusando me e gli altri fratelli di essere ‘cattivi’ perché non la ‘perdoniamo’ non sono per niente belle perché includono l’abuso di tranquillanti, maltrattamenti ai figli, l’inconcludenza nella vita affettiva e lavorativa, la frustrazione perenne e l’invidia cronica che porta loro a maledire e sminuire chiunque vada avanti nella famiglia, mentre loro restano impietrite come la moglie di Lot nelle stesse vecchie dinamiche che hanno contraddistinto intere generazioni del mio nucleo familiare. Conclusione: le persone che hanno deciso di allontanarsi dalla fonte avvelenata per non tornare più stanno molto meglio dopo un duro periodo di patimento, dolore e delusione per l’ingiustizia subìta. Il tempo è veramente il signore di tutto, cara Valeria, fidati di lui e coltiva come un orto rigoglioso la tua spiritualità. E’ importante. Un fortissimo abbraccio e tanta solidarietà, Claudileia.

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  4. Cara Claudileia, grazie infinite per il tuo intervento. Mi tocca nel profondo e mi fa sentire meno sola. Si! Mi avevi già scritto in merito ad un’altro intervento. Io dal canto mio, sto cercando di restare fuori casa e mantenere il contatto minimo. Dipende molto dalla questione lavorativa. Vivo all estero da settembre 2016 e se potessi, non chiamerei mai casa. Vivo momenti di grande sofferenza e solitudine. Mi mandre mi manca moltissimo ed il non avere nessun supporto familiare ma solo gente da cui scappare, aggiunge dolore sul dolore. Mio malgrado non ho trovato comprensione neanche in qualche amica che credevo più aperta di mente. Mi sento con un cappio al collo. Se fossero stati sconosciuti, avrei blocatto loro qualunque accesso reale e virtuale alla mia persona ma ahimè parliamo di un padre ed una sorella. Ho una voragine affettiva enorme ma ad oggi, ho trovato la forza di non perdermi ne di cedere alle false lusinghe di altri narcisisti travestiti da buon pastore. Mio padre oltre ad essere un uomo molto ignorante è anche un debole, un vile. Un indolente e maschilista che ha sempre concepito le donne come oggetto. Mio fratello ha preso da lui molti comportamenti che, per fortuna, negli ultimi anni ha leggermente attenutao ma resta anche lui un cinico che tende a razionalizzare tutto pur di prendere le distanze da ciò che provoca dolore. Tornando a mio padre, sappiamo bene come i narcisisti, siano terribili opportunisti. Mio padre ha bisogno di una presenza in casa. Poco conta chi sia delle 2 figlie, l importante è che sia funzionale a lui. Ciò detto, nel suo interesse e nel timore delle reazioni di lei, tace e soccombe riconoscendo in lei, mia sorella, uno squalo più grande. Io invece, sonk quella empatica, sensibile e come tale da masticare esattamente come hanno fatto con mia madre.
    Non riesco ad essere totalmente serena manco adesso che sono lontana da casa. Il pensiero che lei possa mani ovunque mi dilania. Mio padre non la fermerebbe cosi come non lo ha fatto in passato. A questo aggiungo il rancore profondo. Ma siamo davvero sicuri che questa gente paghi mai il conto con la vita?

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    1. Cara Valeria, il conto lo pagano ogni volta che l’ambiente non offre alcun riscontro alla grandiosità e al potere che credono di esercitare sugli altri. Subentra, in questo caso, un’enorme senso di frustrazione che porta queste persone a imbarcarsi in progetti poco fattibili, spendendo una gran quantità di energia per dimostrare al mondo che sono i migliori. Quindi, quotidianamente c’è una sorta di combattimento interno che li porta a pensare: “che cosa posso fare per dimostrare agli altri che sono il più bello e il più bravo sulla terra? Cosa posso combinare di diverso dai comuni mortali, per stupirli?” Bene, questa profonda irrequietezza porta allo sviluppo di una grande “sofferenza” interna e quindi per sfuggirla danno inizio a una serie infinita di fallimenti affettivi e lavorativi che cercano di imputare agli altri per proteggersi dalla depressione e dal crollo psichico. Ecco perché non si assumono mai alcun tipo di responsabilità su nulla. A questo punto, in tutta onestà, ti dico che non raggiungeranno mai la serenità, l’auto conoscenza, un livello elevato di spiritualità, l’amore sincero e progettuale, la passione oltre la teatralità dei gesti e comportamenti calcolati a tavolino, il benessere psicofisico, la spontaneità e la naturalezza e tante di quelle caratteristiche e conquiste che rendono una persona comune appagata e in pace con se stessa.

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      1. Carissima Claudileia,
        non so come ringraziarti per aver dato vita a questo sito, è rassicurante, consolatorio, c’è una perfetta condivisione , non ci si sente diversi nè soli.
        L’articolo è la descrizione della mia situazione vissuta negli ultimi anni, come ti ho già scritto in relazione ad un altro articolo, il commento di Jeng è quello che potrei scrivere anch’io.
        Mi pare che il narcisismo sia sempre più diffuso e in qualche modo premiato.
        Un sentimento di rabbia non riesco a gestire: non credo che paghino per il dolore che seminano, almeno da quel che vedo dalle persone che purtroppo conosco, mio marito ma anche mio padre, una collega, vivono la loro vita sicuri di sè, sono quasi invidiabili!
        Allargando gli orizzonti viene da pensare anche a capi politici, ma anche a persone con forte potere che non pagano affatto le conseguenze delle loro azioni.
        Non mi consola nemmeno la mia battaglia personale, perchè so già che mio marito ne uscirà sicuramente meglio di me anche nei confronti dei figli, non parliamo poi dei parenti più prossimi!
        Si riuscirà mai ad estirpare?
        Un caro e sincero abbraccio
        giovanna

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      2. Carissima Giovanna, intanto infinite grazie per le tue parole! Mi riscaldano il cuore! Riflettiamo un attimo su tutte le persone che provano ammirazione e invidia degli individui psicopatici o n.p… quali sarebbero i valori apprezzati da ogni singolo componente della loro corte? Posso menzionare alcune caratteristiche, per esempio, la parvenza di potere, la seduttività, l’apparenza vincente e sicura di sé… Molto bene. Chi conosce bene la psicologia di queste persone e ha toccato con mano il vuoto che hanno dentro sa perfettamente che si tratta di una costruzione, di un’illusione ottica da due soldi che non affascina e tanto meno è degna di ammirazione e rispetto, proprio perché dietro a questo tipo di personalità c’è unicamente superficialità e di conseguenza dolore e delusione. Sapere tutto ciò ti sembra poco? Ti sembra poco il tempo e l’energia che risparmiamo dedicandoci a delle persone vere, con dei valori costruttivi e sentimenti puliti e sinceri? A me non fa alcun effetto sapere che un narcisista perverso possa essere riverito e ammirato nel suo ambiente perché sono più interessata a seguire la mia strada, illuminata dalla presenza di chi mi vuole bene.

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  5. cara Claudileia, ho convissuto per 17 anni con un narcisista perverso, ma solo l’anno scorso, ho conosciuto questa patologia…insieme a lui ho 2 figli, come già ti avevo spiegato in un altro post, da luglio non è più in casa con noi, non se ne sarebbe mai andato se non avessi cambiato serratura e minacciato di chiamare i carabinieri…ora è in casa dei suoi, che da una parte lo criticano aspramente per i suoi comportamenti, dall’altra invece lo hanno riaccolto in casa, dice sempre che andrà via, ma non lo fa mai…niente sarà più come prima, anche con loro, io mi sento in difficoltà perchè , nonostante siano stati presenti le innumerevoli volte in cui mi ha distutto con bieche bugie e manipolazioni, con assenze ingiustificate, allontanamenti, bugie, vite parallele che pian piano sto scoprendo, in un certo qual modo li sento complici….a dicembre per esempio, loro non c’erano e ha tolto i quadri dei bambini per ospitare qualche sua fidanzata in casa loro, e loro se ne sono accorti, ha negato l’esistenza dei bambini, iscritto in un sito di incontri e chissà quanto altro…..a casa diceva che ero pazza, che non ero normale e che lui lavorava sempre.
    a parte loro, quando ho parlato di questa patologia anche ad altri, non mi hanno mai presa sul serio….fino a quando ho contattato la sua donna di ora, a cui chiaramente non aveva detto nulla della convivenza con me di 17 anni , e dei bambini, inventandosi cose assurde e inesistenti….lei si trova nella mia medesima situazione…e solo con lei, paradossalmente sono riuscita a parlare e essere compresa appieno.
    a casa, prima che andasse via, si viveva del terrore di questa persona, chiusa nella stanza con le tapparelle abbassate, che lavorava al pc e usciva solo per mangiare ..la sera andava via x clienti, così diceva, i we spariva…la sua più grande arma era il silenzio e l’indifferenza verso me e i bambini…questa cosa ci ha fatto impazzire…sino allo scoppio della bomba perchè io non mi capacitavo che esistesse una persona così malvagia.
    ti abbraccio, resterei a parlarti per ore, meno male che esiste il tuo blog e una serie di gruppi fb che davvero sono chiarificatori, però il tuo blog non ha eguali!

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    1. Silenzio e anaffettività, sono le loro armi. Mi sento vicino a tutti/e voi che combattete contro questi mostri sociali nell’indifferenza generale. Nessuno si accorge dei danni che procurano i manipolatori. Siamo noi a passare per folli, mentre loro fanno e disfano, giocano con le vite degli altri senza remore. È sconvolgente scoprire che sia un fenomeno così diffuso, spero davvero che si formi un rete di professionisti e comuni cittadini in grado di contrastare il fenomeno ed aiutare chi esce distrutto da queste situazioni. Bisognerebbe impararle a scuola, queste cose. A 18 anni, per poi potersi difendere.

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      1. Ciao Claudileia
        Vivo in Quebec e qui la gente è molto ferrata sull’argomento. Pare che già alla scuola media insegnino a ragazzi e ragazze a non accettare i comportamenti dei manipolatori. Infatti parlando con le persone di ciò che mi è successo, qui sono tutti al corrente bene dei meccanismi perversi di queste relazioni… invece parlando con amici a casa o anche la mia famiglia, mi sento come se dovessi spiegare tutto dal principio. L’abc… in Italia infatti io stessa non mi ero mai resa conto di vivere in una ragnatela ben definita. Solo qui e stato chiaro, ma a caro prezzo. Prima ho dovuto subire violenza fisica e passare attraverso un iter giudiziario forzato che non avrei voluto. Perché X me di trattava pur sempre del padre delle mie bimbe.

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  6. Grazie ancora e sempre Claudileia,
    c’è sempre bisogno di persone che ti dicano bene le cose come stanno quando non hai modo di vederle tu stessa, perché sei annebbiata e confusa. Mi hai fatto aprire gli occhi di fronte a qualcosa che NON volevo vedere, ma era li e lo sapevo benissimo.
    Si lo so avrò bisogno di qualcuno che mi ami e mi corrisponda, ma so anche che quando ci sarà davvero non ci saranno giochetti e sarà a mia disposizione senza difficoltà.

    Sadiong

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    1. Anche io come altre vittime di np non riesco a darmi pace,mi sforzo di riportare la testa e lo spirito sull buona via,la strada della non sete di vendetta,ma ametto che il vedere chi mi ha distrutto la vita senza pieta’ permeato da quell alone di vittoria mi brucia.Come tu giustamente affermi non ha senso invidiare un illusione,per quanto ben mimata essa sia…eppure non riesco a non desiderare di invertire i ruoli..forse perche davvero non riesco apercepire come ci si sente nei loro panni,e in compenso dopo anni di mortificazioni so come ci si sente nei miei,quelli di una perdente,come mi ripeteva sempre.Quando riusciro’ ad igienizzare il cervello?Lui lavora in televisione,e’ un presentatore mediamente famoso,belloccio,accattivante,sempre sopra le righe..circondato da tutto cio che io non ho e nonsono.Mi ha scalta e come diveva mia madre..lo cacciavo dalla porta e rientrava dalla fiestra…perche io ero vera,con la mia timidezza,l amore per la natura,i cani,il silenzio..tutto il contrario di lui..eppure mi ha succhiato l anima,mi ha indotto al pensiero ossessivo di essere fortunata perche prescelta,di eesre sola perche senza famiglia ma di avere lui…E poi insulti,cattiverie di ogni tipo,anche a dieci gg dal parto…Non mi riprendo piu’…non totalmente..non sento piu fiducia e amore nel mondo…e lui..?lui mi ha sostituita con qualcuna migliore,piu sensuale,piu capace…grazie per quello che fai,non ci sono parole adeguate per la tua umanita e passione

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      1. Cara (?)… mi rifiuto di pronunciare il nickname che hai scelto per scrivermi per un motivo molto semplice: TU NON SEI ‘QUESTA COSA’ ma così ti vedrai finché i tuoi valori non verranno radicalmente cambiati. Gli individui che hanno bisogno di un palcoscenico e di una platea RARAMENTE sono persone equilibrate. Mi dirai che ho dei pregiudizi contro gli artisti ed io ti risponderò DIPENDE del loro talento. Oggi come oggi chiunque un po’ bellino può fare la sua mediocre figura ovunque e da come mi scrivi il tipo non mi sembra un nuovo Fiorello, ma piuttosto qualcuno che ha bisogno di un palcoscenico non tanto per dare mostra del suo ipotetico talento da presentatore ma per dare libero sfogo all’esuberanza che non riesce a trattenere. Abbracciando una professione che lo tenga lontano dall’aura di potere che il mondo dello spettacolo offre, un individuo così perde completamente l’energia vitale: figuriamoci se riuscirebbe a comprendere una persona profonda e radicalmente opposta al concetto di ‘apparire per esistere’! Mi addolorano particolarmente le parole che riporto qui: “(…) mi ha indotto al pensiero ossessivo di essere fortunata perché prescelta,di essere sola perché senza famiglia ma di avere lui…E poi insulti,cattiverie di ogni tipo,anche a dieci gg dal parto…” E TU TI SENTI UNA PERDENTE? Ma quando mai? Dai retta a me: le persone così possono avere una corte IMMENSA fatta di occhi brillanti ed innamorati (perché illusi quanto te!), ma dentro sono di una mediocrità unica. Tu non senti più fiducia in te stessa e nel mondo semplicemente perché l’individuo in questione ti ha venduto la sua mediocrità e la superficialità DEL SUO MONDO come un valore assoluto, trasmettendoti un alone di potere FITTIZIO alimentato dai fari degli studi televisivi o dai palcoscenici improvvisati in cui si esibisce come un semidio. Per questo dico che per ritrovare la fiducia in te stessa serve un cambio di valori dentro di te. Hai figlio che immagino sia suo e quindi l’unico consiglio che potrei darti è: INSEGNALO A NON TROVARE IN UN PALCOSCENICO LA SUA RAGIONE DI VITA. Ti consiglio un articolo in particolare: https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/03/09/perche-contatto-zero-non-e-fuga-la-metafora-del-leone-e-del-rinoceronte/. Infine, questa persona ha dimostrato di non tenere più di tanto nemmeno a un bambino. Domanda di rito: che ci fai con uno così? Lascialo alle sue bellone e tanti saluti! Un fortissimo abbraccio, C.

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  7. La mia ex si è preparata il terreno. Aveva un altro da anni, mi ha devastato e denigrato a destra e a manca per poi costringermi ad allontanarla senza prendersi alcuna responsabilità. Io ora sono isolato. Tutti credono a lei, alla sua buona fede, alle mie paranoie. È stata geniale, malata e geniale. Andasse dove vuole, chi vuole la segua pure. Alla fine del mio percorso di guarigione, sarò talmente forte da ridere di lei e di tutti gli stolti che la hanno seguita nelle fogne.

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    1. Caro Guglielmo, nell’atto di preparare il terreno prima di scartarti sono davvero geniali ma prima, come hai ben ricordato nel tuo precedente commento, provano a distruggere la tua autostima con tanto di triangolazione e gaslight, tanto di gelosia indotta e sparizioni, tanto di freddezza e indifferenza con colpi improvvisi di affetto (spesso quando la storia che coltivano parallelamente soffre una battuta di arresto o stanno ai ferri corti ‘si ricordano’ di avere una famiglia, un partner fisso e allora con grandissima nonchalance diventano ‘amorevoli’ al limite della nausea… ma sempre per brevissimo tempo!). Ti pregherei di guardare il tuo isolamento attraverso un’altra ottica: quella della disintossicazione. Mettiti in testa di aver bisogno di stare alla larga del circuito, che meriti restare ai margini delle chiacchiere da bar e che, in fondo, le persone che credono in lei ciecamente (o per interesse) non possono esserti utili, nutrire la tua psiche, dare la comprensione di cui hai bisogno in questo preciso momento della tua vita, perché sono, come purtroppo siamo stati anche noi che qui scriviamo o commentiamo, degli oggetti manovrabili che hanno servito/servono a uno scopo determinato nella mente disturbata di questi individui.

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  8. Caro Guglielmo,hai tutta la mia solidarietá…
    Vero che fanno in modo di risultare lindi/e da qualsivoglia critica o dubbio,creando ogni volta ad’hoc l’immagine della vittima,ma non credere che a compatirli/e sia il mondo intero.Generalmente riescono ad ottenere consensi da persone con le quali hanno un rapporto superficiale,o/e comunque dai classici “Charlie Brown”,cioé soggetti che gravitano intorno a loro e che,all’occorrenza,sono sempre disponibili e manipolabili.
    Ti voglio raccontare un episodio in merito.
    Ultimamente ho conosciuto delle persone dello stesso paese della mia n/p.Sono persone adulte,serie ed affidabili.Quando hanno saputo della mia relazione con questa persona,mi hanno detto che in paese appunto questa”signora”é conosciuta per il suo modo particolare di porsi e per la risaputa promiscuitá nei rapporti.
    É vero che noi siamo prima caduti dal pero e che poi anche volutamente abbiamo tenuto le fette di salame sugli occhi,ma é pure vero che questi personaggi siano noti per il loro modo di essere.Di conseguenza non credere che tutti gli amici che decantano gli n/p siano in numero reale.E poi dietro ad una tastiera é facilissimo essere”amici”,e loro ci sanno fare molto bene.
    Non sei per niente isolato Guglielmo.Coraggio!

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    1. Sono d’accordo con te, caro Franco. Di solito gli ‘amici’ che difendono a spada tratta queste persone hanno degli scheletri nell’armadio, conti in sospeso e favori scambiati con il n.perverso/la n.perversa/ oppure sono stati abilmente manipolati come i Charlie Brown. Non c’è da prendersela con loro per aver subìto il ‘fascino perverso’ fino al punto di perdere la nozione di giusto e sbagliato esattamente come noi: basta ricordare come eravamo, come ci credevamo immune a questo tipo di ‘rapporto’ per comprendere la debolezza (tante volte anche la malafede!) della loro Corte. Abbracci.

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  9. Leggendo mi é sembrato di rivivere quanto ho passato con il mio primo ” capo”… era arrivato sull’orlo della depressione e per salvaguardarmi mi ero dovuto trasferire in un’altra sede di lavoro. Ma i miei parenti stretti che ( molto superficialmente ) l’avevano conosciuto, tutti a dirmi : ” sembra una brava persona” ” non mi ha fatto una così cattiva impressione”. Un po’ come quei genitori per i quali la colpa é sempre dei figli a prescindere… e in quei momenti ci si sente veramente soli…

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