http://www.thenarcissisticpersonality.com/narcissist-chaos/
Trad. C. Lemes Dias
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Il presente brano è un estratto dal libro di Zari Ballard, “When Love Is a Lie”:
Senza il caos un narcisista è nessuno.
Più caos i narcisisti creano e proiettano su di voi, più soffrite e più controllo si prendono. E, se hanno il controllo, sono allora in grado di gestire le vostre aspettative per prendere poi distanza dal delitto – proprio davanti ai vostri occhi. Creando un ciclo non-stop di caos narcisistico, loro proiettano la condizione di “crazy-making” (fabbricante di pazzi) sulle stesse vittime che intendono distruggere.
La reazione delle vittime a questa forma di abuso mentale – dove la confusione e il caos hanno preso apparentemente il sopravvento – può andare dalla pura frustrazione alla follia psicotica in un periodo molto breve ed è questo ciò che conta per i narcisisti.
Una volta che voi – come vittime – raggiungete un punto di rottura, i narcisisti trovano svariati modi di utilizzare il vostro comportamento (che è ovviamente una reazione al loro comportamento!) contro di voi, per trarre qualche beneficio. Il fatto stesso che agite da “squilibrati” li fa vibrare, sentirsi rinvigoriti! Per questo motivo, i narcisisti riescono sempre a trasformare una bella giornata in un brutto giorno, facendovi essere su di giri grazie ai loro comportamenti erratici ed imprevedibili.
I narcisisti VOGLIONO che vi troviate in uno stato di maggior ansia e incertezza 24 ore al giorno: vi diranno una cosa e poi faranno un altra.
Le mansioni normali e le responsabilità quotidiane sono intollerabili per queste persone. Sanno essere affidabili soltanto quando il risultato è in qualche modo utile per loro. Quando avete veramente bisogno di un aiuto, non li troverete mai. Faranno piani per “la prossima settimana” e poi scompariranno il giorno prima, come se i piani non fossero mai stati fatti. Per spiegare una scomparsa, un comportamento strano o il perché del “trattamento del silenzio”, creeranno una storia illogica, imbastendola con dettagli incredibili e poi faranno gli offesi quando la metterete in discussione. La maggior parte del tempo sarete così sconcertati per la profondità della menzogna da scegliere di “far finta” di credere. L’alternativa – per mantenere intatto il vostro senso della realtà – sarebbe chiamarla con il suo vero nome “La Grande Bugia”, il che naturalmente garantisce la loro partenza anticipata dalla vostra vita, ma non senza lasciarvi la sensazione di fallimento e di tristezza che vi porta/vi ha portato a fare qualsiasi cosa per evitare.
Ogni tanto (e di solito quando stava cercando di riagganciarmi), il mio ex narcisista suggeriva, pieno di entusiasmo, di andare a vedere insieme un concerto che si sarebbe realizzato prossimamente. Questo, ovviamente, implicava dover pianificare qualcosa con lui, situazione che mi rendeva titubante da quando mi aveva intrappolata, innumerevoli volte in precedenza, con promesse mai mantenute. Così, ogni volta che suggeriva una data io, naturalmente, sembravo riluttante e odiavo il fatto di non riuscire a provare alcun entusiasmo. Quando ho spiegato a lui il perché delle mie paure, cioè, la paura di entusiasmarmi per niente, eccolo fare l’offeso – come se non avesse mai fatto una cosa del genere! – delegando a me, inevitabilmente, la determinazione di una data.
Ogni volta, però, capitava così: la notte dell’evento o del concerto arrivava e finiva senza che lui si facesse trovare da nessuna parte. Provavo un forte dolore allo stomaco – ancora una volta – per il fatto di avergli permesso di condurmi verso l’ennesima delusione. Era un tale spettacolo di malizia deliberata e di negligenza deliberata, che fino ad oggi mi sento addirittura male solo a pensarci.
Nelle relazioni normali l’obiettivo di un partner è tipicamente quello di far sentire bene l’altro. Con entrambi lavorando verso lo stesso obiettivo, i rapporti godono di un periodo di pace e di sicurezza in cui sembrano fondersi. Questo tipo di rapporto è positivo per entrambi, perché sentono che l’altro “spalleggia”. Cosa che un narcisista è incapace di fare.
Il fatto che non avrei mai potuto “contare” sul narcisista per niente era – e lo è ancora, in retrospettiva – la parte dell’esperienza che mi ha più colpita. Durante un periodo di tre anni, quando il mio ex lavorava come tassista, ero probabilmente l’unica persona in città che non aveva mai portato a fare un giro. Una notte spaventosa, dopo che avevano bloccato l’autostrada, avevo scelto l’uscita più vicina per ritornare a casa, ma mi sono ritrovata scaraventata probabilmente nella zona peggiore della città. Terrificata, ho chiamato il narcisista che sapevo essere di servizio: non ha risposto al telefono.
Ho chiamato ancora e ancora. Niente. Ho contattato il call center della compagnia di taxi in cui lavorava lasciandogli un messaggio nel quale indicavo la mia ubicazione. Dopo un’ora, un gruppo di elementi apparentemente aggressivi scoprì la mia macchina, circondandola, (peggio di così – cos’altro poteva succedermi?). Provavano a spaventarmi. Osservai che due veicoli della polizia erano passati senza fermarsi (come ho detto, si trattava di una parte difficile della città). Un’altra ora era passata e nel mentre continuavo a chiamare il telefono del narcisista (che mi ignorava). Provai a ripartire diverse volte, ma il gruppetto non mi faceva passare. Terrificata, finalmente chiamai un’amica, che saltò velocemente fuori dal letto e guidò oltre 20 miglia per aiutarmi ancora in pigiama. Più tardi lei mi avrebbe confessato che il terrore nella mia voce, durante la chiamata, l’aveva perseguitata per giorni.
Il narcisista, invece, si giustificò dichiarandosi arrabbiato con me per qualcosa, ecco perché non era venuto a prendermi e tanto meno aveva risposto al telefono. Lui semplicemente aveva trovato “interessante” ciò che mi era capitato e non ha mai chiesto scusa per aver ignorato la mia richiesta di soccorso.
Da quel momento in poi, nei casi rari in cui avevo bisogno di qualsiasi tipo di aiuto, una volta ogni tanto il narcisista mi dava una mano, ma sempre creando un bel po’ di caos. I miei amici, però, maschi e femmine, non mi voltavano mai le spalle, proprio come fanno gli amici. E, siccome partiamo dal presupposto che anche i nostri partner lo sono…
La reazione del narcisista nei confronti delle persone che mi aiutavano (sempre che venisse a saperlo) andava dalla totale indifferenza (e probabilmente sollievo per non essere stato scomodato) alla sorpresa e disappunto per la mia scelta di chiamare qualsiasi altra persona tranne lui. Inoltre, quando cercavo di spiegare il mio ragionamento, di fargli capire perché non l’avevo chiamato (con tanto di esempi della sua negligenza), il narcisista faceva finta di non avere la minima idea di cosa stessi parlando, in più mi accusava di provare a farlo passare per una cattiva persona.
I vostri compagni di vita sanno (o sapevano) sostenervi? Potete (o potevate) contare su di loro – non importa per cosa – anche quando uno di voi è/era arrabbiato con l’altro?
Sanno (o sapevano) fare squadra? Riflettete su questo. Se rispondete “no” ad ognuna di queste domande….chiedetevi perché mai dovrebbe essere questa la scelta di vita migliore per voi.
Tutto così preciso!sono tutti così uguali!!! Ma quando un mostro del genere torna a casa chiedendo aiuto perché seriamente ammalato non mi è possibile negarglielo proprio in virtù della mia diversità! Ma io come mi salvo ?
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Attenzione che di solito esagerano tutto. Raramente si tratta di qualcosa di grave. Se è davvero il caso e si tratta di un genitore, per esempio, meglio delegare (avendo le possibilità economiche) a una terza persona che fa da cuscinetto, altrimenti ti rovinano l’esistenza, a maggior ragione se malati. Questo perché la loro innata cattiveria li porta a delegare a te ogni responsabilità, anche quando possono perfettamente gestire da soli qualcosina. Dopodiché potrebbero attribuire a te la responsabilità per la malattia, dal raffreddore al tumore sarà sempre colpa tua.
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Tutto vero come sempre
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Devo ringraziarvi di cuore per i vostri articoli. Senza di voi non avrei aperto gli occhi. Siete un conforto ed un perenne supporto lungo questo doloroso percorso di allontanamento. Leggo e rileggo tutto ciò che pubblicate, in ogni frase ritrovo dolorose verità che però mi aiutano ad affrontare la realtà .
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Cara Flordemayo, non sei sola nel tuo percorso di consapevolezza, puoi esserne sicura. Grazie a te per le parole di sostegno. Sempre che vorrai, scrivici. Un abbraccio
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Il caos… guardacaso proprio ieri, ancora una volta, meditavo sul caos che lo psicopatico può generare nella vita delle proprie vittime ed ecco questo bell’articolo! Ieri per poco non facevo un incidente perché ero angosciata dal fatto di avere pochissimi soldi sul conto. Ho dovuto pagare dei debiti comuni la scorsa settimana e ieri lo psicopatico mi ha detto che la sua parte non me la può dare subito perché sta senza soldi. Ed io, nei giorni scorsi, oltre a pagare questi debiti, ho fatto quello che una normale madre farebbe in questo periodo… comprare roba invernale (urgente) per i propri tre bambini e delle coperte perché non posso permettermi di comprare il gasolio per il riscaldamento. Yuhuuu! Ecco che a contatto col caos generato da uno psicopatico, una persona è portata a iper-responsabilizzarsi per fare ordine e sopperire alle sue mancanze. Purtroppo stonata come sto, invece di anticipare il danno dello psicopatico, come a volte riesco a fare, mi sono creata il danno. Dovevo fregarmene del debito e pagarlo quando lui avrebbe avuto i soldi o pagare solo la mia parte. Pazienza. Poi, come se non bastasse, ieri ho pure litigato con mio padre. Gli stavo spiegando che da sempre lotto contro il caos che lo psicopatico crea imponendo le sue regole e che anche per questo motivo devo tornare in Italia e lui “ecco, a proposito del fatto di tornare in Italia e andartene a vivere vicino Roma… é meglio di no. Se vuoi ci parlo io con lui…o gli mando un sms per dirgli di stare tranquillo, di smetterla di perseguitarti, cosi puoi continuare a lavorarci assieme… sai com’è… sono sempre soldi. Come faresti da sola… dove lo trovi il lavoro… chi ti aiuta… vuoi iniziare un’attività, ma qui c’é crisi…”
Penoso da ascoltare, perché lui a volte ti appoggia, altre volte continua a spingerti verso lo psicopatico per paure economiche. Ma ok, ci sono abituata, ma appena gli ho detto della “cazzata” del debito pagato per fargli capire il caos in cui sono costretta a vivere, ha iniziato ad umiliarmi e ad aggredirmi verbalmente con violenza dando la colpa a me e al mio modo di essere per trovarmi in questa storia con lo psicopatico. Non ci ho visto più e l’ho mandato subito a quel paese. Ora basta! Ci sono limiti! Dopo tutto quello che mi é successo esigo rispetto. Se sono facilmente manipolabile è anche grazie alla violenza psicologica e fisica gratuita subita durante la mia infanzia e adolescenza. Per cui si stesse calmo. Lui nega tutto. Non ricorda. Ma io si. Lui dice che non mi stava aggredendo ieri, che è frutto della mia immaginazione, invece no. Ora lo só. Ora ho abbastanza esperienza e coscienza per dirgli che è un abusatore è non ho paura. Pensasse che sono una visionaria, è la mia verità. Punto.
Mio padre poi alla fine mi ha detto che vuole che torni alla mia città natale, a vivere con lui!!!! Sarei pazza se accettassi. Per subire altri abusi psicologici?! Ancora non ne ho avuto abbastanza!? E i miei figli!?! Vedere abusare psicologicamente e a volte anche fisicamente mio figlio più grande da lui, quelle poche volte che tornavo a “casa”, per me è stato uno strazio!!! Mio padre è mio padre, non il padre dei miei figli! Sono io, che se è proprio il caso devo dargli uno schiaffo, non lui! Ha cominciato subito a dirmi che sono un’ingrata, che se non mi volesse bene non mi starebbe aiutando economicamente. Ma qui nesduno.mette in discussione amore o affetto… Santa pazienza!
Dulcis in fundo sempre ieri mi contatta un’amica che conosco da 20 anni da cui mi sono allontanata poco tempo fa perché tossica, dipendente da me e pessima consigliera. Nella mia fragilità, le parlo di mio padre, dell’accaduto, e lei ovviamente come sempre giustifica la violenza con l’amore. Lo ha fatto con il mio ex marito, lo fa con il suo compagno… “Tuo padre ti vuole bene, metti da parte le analisi e le diagnosi psicologiche, sai lui com’è, é un’orco ma è buono, con l’amore e l’affetto tutto si risolve. Sei sola, con 3 figli e lui è l’unico che può aiutarti, torna qui! Ci parlo io con lui, ci andiamo a prendere un caffé… tu non stai bene, hai bisogno dell’amore di tuo padre.” Amore!?! Amore!?! Ma quale amore? Ma siamo pazzi? Secondo lei con l’amore tutto si risolve… ormai sono abituata alle sue sparate… ho quasi 40 anni… nisogna avere pazienza. Pazienza!?
Devo passare come si suol dire “dalla padella alla brace”? Dal caos dello psicopatico alla violenza psicologica di chi ha da sempre seri problemi e non vuole ammetterlo! In ogni caso oggi mi trovo in una situazione davvero terribile… senza soldi… con la necessità psichica e fisica di tornare in Italia… ma senza alcun appoggio. A chi ci si rivolge in certi casi?
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Carissima Girasole, quasi tutte le donne che mi scrivono e che hanno figli, quando prendono la decisione di separarsi RARAMENTE possono contare con il sostegno dei genitori, fratelli, amici, ecc. È agghiacciante rendermi conto che il motivo principale di questa assoluta mancanza di solidarietà è puramente economico: tutti hanno PAURA di dover soccorrerla in mezzo alla strada con i suoi figli. È incredibile osservare il cambiamento epocale nelle famiglie, per quanto riguarda il sostegno emotivo dei suoi membri. Hai ragione da vendere quando affermi che tuo padre può usare con i tuoi figli gli stessi meccanismi di sopraffazione psicologica usati con te. Un padre/madre narcisisti patologici, quando diventa nonno/nonna è un coppia incolla di un film già visto! A breve tradurrò un articolo su questo… Bene, nessuno può garantire che il tuo rientro filerà liscio MA se sei motivata a rompere la catena degli abusi e salvaguardare i tuoi figli, nulla ti fermerà, nemmeno l’ipotesi di svolgere un lavoro umile. Una cara amica nelle tue stesse condizioni mi disse una volta: “Lavoro come un cane, ma mio figlio studia nella miglior scuola pubblica e quando arrivo a casa RESPIRO. Niente più urla, disprezzo, botte, silenzi… Lo vedo sereno come non mai. Il ragazzo ha finalmente un gruppo di amici, non si vergogna più o ha paura di portare gli amici a casa… È un’altra vita.” Essendo una persona responsabile e lavoratrice vedrai che il dissesto economico diventerà piano piano il male minore. Restando psicologicamente forti diventiamo vere macchine da guerra per quanto riguarda la risoluzione di questi problemi. Nulla cadde dal cielo e lo sai, quindi stringi fortemente i tuoi ragazzi e coraggio che, sono certa, guardandoli sereni ogni giorno che verrà capirai di aver fatto la scelta giusta. Un abbraccio fortissimo, C.
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Grazie Claudileia mi hai illuminato! Quando mesi fa mi rivolsi ad una psicologa per avere sostegno e per prendere coscienza dell’intera situazione con lo psicopatico, lei mi disse che mio padre era come il mio ex, ma pensai si riferisse a certe caratteristiche della personalità che i due avevano in comune, non che mio padre fosse anche lui un narcisista patologico! In questi giorni ho pensato molto a mia madre (a quando era viva) alla sua insonnia cronica, alla confusione mentale che lei mi riferiva spesso di sentirsi, alla maniera assurda come é morta, alla maniera come mio padre ha sempre inveito contro di lei anche da divorziati, alla sua difficoltà a prendere decisioni in autonomia dipendendo sempre da mio padre anche da divorziati, i suoi problemi di alcolismo dopo il divorzio, la maniera come tutta la famiglia la umiliava e perseguitava perché credevano tutti a mio padre (era ritenuta una pazza isterica, irresponsabile, spendacciona e una cattiva madre). Mio fratello arrivó persino a ripudiarla. Ecco insomma ho fatto un salto nel tempo e mi sono chiesta sarà che mio padre è un narcisista perverso anche lui!? mia madre sicuramente aveva qualche problemino, era istrionica, ma sar á che con mio padre è peggiorata? Ma mio padre non ha mai mentito…mmmm non ha mai mentito?! E cosa erano quei preservativi che mia madre a volte trovava nella tasca dei suoi pantaloni? Mia madre che aveva l’abitudine di fregargli i soldi dalle tasche (lui le confiscava lo stipendio e poi dopo la pensione, perché diceva che lei aveva le mani bucate) mi diceva che sapeva benissimo che mio padre andava con le prostitute. Ebbe una relazione con la madre della mia migliore amica ai tempi della mia adolescenza…lui negó ma poi un anno dopo o più la lasciò per questa donna. Ora ti leggo ed è come se il puzzle si fosse completato. Grazie infinite. Che dolore ma anche che sollievo….
E grazie per il sostegno che mi dai. Ce la farò a crescere i miei 3 bimbi, anche con pochi soldi…non ho dubbi! Il problema è che posso pure andare in Italia per cercare casa, ma poi la caparra e il resto delle spese iniziali? Dove li trovo i soldi? Devo cercare un lavoro e ci vuole tempo, bisogna vivere sul posto per trovarne uno. Mio padre da solo dice che non ce la fa a sostentarci… non ha più risparmi visto che il mio ex gli ha fregato tutto quel che aveva. Io purtroppo non riesco a risparmiare adesso e né ho tempo e appoggio per i bambini per trovare qui un lavoro extra. Ho pensato di rivolgermi ad una casa di accoglienza per donne vittime di violenza, ma poi ho pensato che ci sono donne che si trovano in una situazione peggio della mia, che subiscono violenza fisica e sono a rischio, che chiamo a fare?! O forse è meglio farlo?! A volte mi chiedo sará che tutto questo é un sogno?! 😀
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Cara Girasole, il tuo racconto sulla vita che ha fatto tua madre mi ha davvero commosso. Quando facciamo terapia spesso esce fuori che il vampiro attuale è un coppia incolla di qualcuno del passato, frequentemente di un genitore perverso. Tua madre non fregava i soldi a tuo padre, ma cercava di campare con le briciole dei suoi stessi soldi, giacché era lui la persona che si approppriava dello stipendio e della pensione sua. Non riesco a immaginare una condizione più umiliante per una donna! È evidente che avrai bisogno di un appoggio iniziale quando arriverai in Italia, tutto dipende del tempo di esposizione tuo e dei ragazzi nei confronti di tuo padre che, da quanto ho capito è l’unica persona (PURTROPPO) con la quale puoi contare ECONOMICAMENTE. Non so che formazione hai, ma puoi scriverti alle liste di collocamento e contemporaneamente cercare alcuni organi legati alla Chiesa che hanno a loro interno un settore destinato alla ricerca di lavoro per persone in condizione disagiata. La Caritas di Roma e la comunità di Sant’Egidio sono molto attive in questo senso. Hai scritto di sentirti a disagio solo di pensare a questo tipo di aiuto, come se la violenza psicologica generata da anni e anni di rifiuto nel tuo matrimonio non avesse prodotto in te gli stessi identici danni della violenza fisica. Cara Girasole, facciamo cadere questo MITO. Certo che sarà dura, non ci sono illusioni a riguardo, ma tutto dipende della tua grinta e voglia di farcela. Un abbraccio.
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Grazie di tutto Claudileia! Vedró di fare qualcosa con le dritte che mi hai dato che mi hanno un sollievo… ma che sollievo! Mio padre ha distrutto mia madre. Quello che alla fine le é successo é stato il frutto di anni e anni di abuso psicologico e violenza verbale continui, estenuanti in cui nessuna delle due famiglie le dava supporto, anzi, c’era chi pure la maltrattava e perseguitava per il male che secondo loro lei faceva a mio padre e ai figli. Mio padre la umiliava e denigrava davanti a tutti. Aveva vergogna della sua esuberanza e ilarità. Tutti la giudicavano una poco di buono, una inutile. Poi non ne parliamo dell’alienazione parientale… era qualcosa di asfissiante, era sempre presente e costante in casa, sia con me che con mio fratello con cui non é mai esistito alcun tipo di vicinanza. Mia madre non riusciva a fare la madre… era assente presa soltanto dalla musica alla radio che ascoltava 24 ore su 24. Era sempre confusa, apatica, si sentiva un’incapace, scaricava tutte le responsabilità su mio padre. Ci faceva del male ma non capiva dove sbagliava con noi. Non capiva cosa doveva fare. Si vittimizzava. Dopo il divorzio fu anche peggio. Comunque alla fine dei suoi giorni, mio padre era lí con lei, in terapia intensiva, ad accudirla, ma sempre senza empatia. La imboccava come una bambina, lei era felice perché lui era tornato. Mi disse “ricordati… il marito é sempre il marito! senti a me! non c’è nessuno come il marito!” Non mi fece affatto piacere sentire quelle parole dopo tutto il male che lui le aveva fatto da quando aveva 21 anni! Ma in quel momento difficile lei era felice e accettai. Il giorno in cui morì, io purtroppo non ero in Italia. Mio padre non mi disse subito che era morta… mi telefonò per dirmi che era peggiorata e che non sapevano come sarebbe andata a finire. Me lo disse il giorno dopo per non farmi prendere l’aereo e spendere soldi. Per lui non era necessario assistere al funerale della propria madre. noooo! di una madre come quella poi!
Forse lui sapeva già dai giorni precedenti che lei non ce l’avrebbe fatta, ma non mi disse niente. Agli occhi di tutti, comunque, lui apparve come un uomo di valore e di gran cuore e forse era lí con lei non perché ci tenesse a lei ma perché si sentiva vibrare per quello che stava facendo. Era al centro dell’attenzione! Quel che è peggio poi è che mi venne a dire, come se fosse un atto di amore incondizionato, che il primario gli chiese se dovevano continuare a tenerla in vita o no e lui disse no, senza chiedermi il consenso! Cose dell’altro mondo! I narcisisti si prendono pure il diritto di decidere per la morte degli altri! Stessa cosa fece con la sua compagna e con mia nonna. E tutti i parenti a dire “ma che bravo! che bella persona! che coraggio!”
E vabbé, così doveva andare. Ora voglio riscattare mia madre per dare un senso alla sua improvvisa perdita e per rompere il ciclo dei traumi… perché spero che con il mio agire i miei figli possano crescere in serenità e in armonia per non trasformarsi in future vittime di psicopatici come me, mia madre e chissà chi prima di noi. Un abbraccio!
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Gli episodi che mi porto dietro da quando ero ragazzina, perchè è da allora che è incominciato tutto, erano gli appuntamenti ai quali puntualmente non si presentava, ma il senso di vuoto arrivava quando circa 1h dopo dell’orario previsto mi mandava un messaggio dicendomi, ho avuto un imprevisto non posso venire! Io entravo in agitazione già prima dell’incontro, ci restavo per tutto il periodo di attesa e crollavo quando arrivava la sua comunicazione. Non potevo arrabbiarmi perchè comunque mi aveva avvertita, e così mi teneva legata. Pazzesco, ma ancora più assurdo è pensare che sono passati 25 anni ed ancora mi cerca.
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