LO PSICOPATICO ESPLOSIVO
Lo psicopatico esplosivo ha scatti di rabbia immediati e frequenti. I suoi scoppi emotivamente intensi sono imposti agli innocenti oppure alle persone vulnerabili della sua stessa famiglia.
Quando non ci sono vittime che ritengano più deboli a disposizione, scaricano tutta la loro rabbia sull’obiettivo più vicino. Sono diversi dagli altri psicopatici per la loro tendenza ad eruttare istantaneamente, mentre gli altri preferiscono attaccare selvaggiamente il loro nemico alle spalle, in un secondo momento.
Sono sadici e assolutamente selvaggi quando perdono la calma. I loro attacchi sono violenti, esplosivi e devastanti, spesso tinti di crudeltà e ferocia.
Questi “adulti capricciosi”, caratterizzati da rabbia incontrollabile e attacchi terrificanti agli altri, esplodono precipitosamente, prima che la loro natura possa essere identificata e contenuta. Sentendosi ostacolati o minacciati, sono psicopatici che rispondono in modo volatile e doloroso, sconcertando gli altri per il brusco cambiamento che gli prende alla sprovvista. Dicono cose imperdonabili e agiscono di modo a colpire irreversibilmente il bersaglio. Come fanno i bambini, gli scoppi d’ira si presentano come reazioni istantanee per far fronte alla frustrazione o alla paura. Sebbene il comportamento esplosivo sia spesso efficace per intimidire gli altri, portando i loro bersagli al silenzio o alla passività, non si tratta del modo principale che eleggono per agire, poiché l’esplosione serve a scaricare sentimenti repressi che hanno a che fare con l’umiliazione e la degradazione. Perennemente delusi e sentendosi frustrati dalla vita, queste persone cercano vendetta per i maltrattamenti e le deprivazioni di cui si sentono vittime. In contrasto con altri psicopatici, gli individui esplosivi non si muovono in modo burbero e truculento SEMPRE: la loro rabbia esplode incontrollabilmente, spesso senza apparente provocazione. Quando scatta la rabbia esplosiva, possono scatenare un torrente di soprusi provocatori, dimostrando e esprimendo un aspro disprezzo per tutti. Questa caratteristica belligeranza improvvisa e irrazionale distingue questi psicopatici dagli altri sottotipi. Molti sono ipersensibili ai sentimenti di tradimento o possono essere profondamente frustrati dalla futilità e dalla disperazione delle loro vite. Quando gli psicopatici esplosivi devono affrontare ripetuti insuccessi, umiliazioni e frustrazioni, i loro controlli limitati possono essere rapidamente sopraffatti da risentimenti vari e profondamente ostili, non ragionati. Una volta liberata la furia del momento, attingono a ricordi ed emozioni del passato che riversano sulla superficie, trasformandosi in rabbia selvaggia, irrazionale e incontrollabile. Dalle descrizioni precedenti, non sarebbe irragionevole ipotizzare che gli psicopatici esplosivi posseggano sotto la loro superficie un modello simile a quello degli individui descritti come “relativamente sadici”. Solitamente sono sotto controllo, ma privi della coesione della struttura psichica per riuscire a controllarsi in molte situazioni, queste persone periodicamente esplodono con comportamenti precipitosi e vendicativi che indicano il loro stile psicopatico.
ESEMPIO:
Mi sembrava di vivere in un film in cui lui era l’attore principale e io ero una comparsa arrivata sul palcoscenico solo quando mi veniva concesso. All’inizio della relazione si prendeva cura di me e mi coccolava, ero decisamente felice. Anche se faceva cose stravaganti, era estremamente romantico, mi scriveva poesie, mi dava dei fiori che lui stesso raccoglieva. Mi cantava nelle orecchie, era sempre vicino a me, al punto di diventare molto, molto pesante, ma tutto questo lo rendeva speciale. Quando facevo la donna innamorata, lui puntualmente mi lasciava. Poi tornava alla carica e seguiva l’abbandono, ancora e ancora il ciclo si ripeteva. Diceva di passare a prendermi e non veniva. Lo aspettavo alla finestra. Arrivava dopo ORE, con una faccia molto strana, come se avesse chissà quali preoccupazioni. Gli chiedevo che cosa c’era che non andava. Lui rispondeva di essere rimasto a girovagare per ore, da solo. Diceva di “non capire cosa gli passava per la testa” ma che si trattava di “qualcosa che lo impediva a venire da me”. Mi diceva “Non so cosa succede nel mio rapporto con le donne, non mi piace che mi dominino, non mi va di fare quello che vogliono”. Per me, tutte quelle percezioni erano nuove. Ero solo una ragazza che frequentava il ragazzo che mi piaceva, qualcuno con cui andare a fare una passeggiata.
In un’occasione, ero nella cucina di casa sua, con sua madre. Sua madre era seduta, io ero appoggiata al muro a parlare. Avevo circa 18 anni. Lui entrò in cucina e senza una parola mi afferrò il collo con entrambe le mani e cominciò a strangolarmi. Quando stavo per perdere conoscenza, mi liberò. Sua madre urlava “Oh, Dio, ma cosa stai facendo?”. Lui non rispondeva. Questo atto lo ha ripetuto ancora, anni dopo. Una notte, il giorno del mio compleanno, camminavamo per la strada e mi ha afferrato per il collo e mi ha strangolato, bloccandomi contro un muro. Ero paralizzata, poi sono fuggita. Il giorno dopo, o giorni dopo, è venuto a cercarmi ed era convinto che il rapporto dovesse continuare, ma mi sono rifiutata perché ho visto che la relazione mi faceva male. Prima o poi, però, tornavo sempre da lui. Ha sempre voluto sottomettermi, come in quelle relazioni padrone-schiava. Mi ha fatto strisciare, non perché provavo piacere nel farlo, ma perché a quel punto vivevo nella paura dell’abbandono. Ha rovinato TUTTE le feste tradizionali, Natale, Capodanno, compleanni, matrimoni, comunioni, giorni festivi… Mi lasciava giorni prima. Non ha mai risposto alle mie domande su dove fosse stato, perché lo facesse, cosa c’era di sbagliato in lui. Nei giorni seguenti non avevo la forza per celebrare nulla. Questo comportamento è stato sempre ripetuto, durante tutti questi anni, specialmente quando si stava avvicinando una celebrazione che mi rendeva particolarmente eccitata.
I suoi abbandoni capitavano solo dal lunedì al giovedì, quindi i miei weekend erano orribili perché ero arrabbiata, in attesa di una spiegazione o di un segno di pentimento, magari delle scuse. Nascondeva i miei oggetti personali, alcuni non le ho mai trovato, soprattutto gioielli. Parlava di me di fronte ad altre persone come se io fossi una tetraplegica e non potessi parlare. Invece di partecipare alla conversazione, rispondeva per me come se io non fossi lì, ad esempio dicendo: “Lei ha tanti anni, lei viene da, lavora su questo…”. Mi sentivo come una bambola. Siamo sempre stati (i miei figli ed io) reclusi in casa, in attesa del suo arrivo. Non sono mai uscita con i miei amici, non facevamo amicizia con nessuno. Anche se non mi aveva proibito, c’era qualcosa di tacito che ci costringeva ad “aspettarlo e vivere per il suo arrivo”. Molte volte gli proponevo di uscire con questi e quelli amici e colleghi, ma lui non mostrava mai di provare piacere nel frequentare la gente. Se andavamo da qualche parte era un dispiacere (tranne se andavamo con la sua famiglia, che lui amava e mi chiedeva di comportarmi un certo modo, da signora). Era estremo nelle sue opinioni, schietto. Sorprendeva le persone, perché diceva loro delle cose che sicuramente nessuno aveva mai detto. Quando arrivava a casa incuteva paura, con i bambini era così severo che una semplice goccia d’acqua sul pavimento, un semplice pezzo di carta microscopico, un capello nel lavandino, un po’ di polvere sul pavimento, un piccolo giocattolo sparso, una libro aperto, tutto era punibile da parte sua.
Quando tornava a casa aveva la faccia di un sergente e cominciava a dare ordini, se qualcosa non sembrava giusto, che poteva essere qualsiasi cosa, minacciava di andarsene e se ne andava per lunghe ore, fino all’alba o il giorno dopo. La nascita del mio secondo figlio ha aggravato la cattiva situazione. Dalla nascita della mia prima figlia ho aspettato che lui maturasse. Gli ho parlato dozzine di volte su cosa doveva accadere per evitare che il rapporto finisse. Prometteva sempre di cambiare. L’ho finalmente abbandonato.[1]
LO PSICOPATICO ABRASIVO
Oppositivo e scontroso, lo psicopatico abrasivo assomiglia a un adolescente ribelle in preda alla separazione e all’individuazione. Questi tratti della personalità sono duraturi e definitivi, il che rendono loro difficili da gestire poiché non sono in grado di costruire relazioni. Assolutamente non ci si può fidare. Hanno sempre un insulto malvagio pronto a sparare, ma spesso si lamentano che non hanno voglia di discutere con gli altri. Tuttavia, la realtà è che apprezzano la loro posizione sprezzante e si sentono in diritto di fare e dire tutto ciò che desiderano. Non hanno rimorsi nemmeno quando commettono la più grande crudeltà. Faranno tutto il necessario per vincere una discussione o una competizione, e sono disposti a vendere la loro “fedeltà” al miglior offerente – non importa cosa o chi tradiscano.
In contrasto con altri psicopatici, che esibiscono una lotta tra l’eseguire gli ordini degli altri e esprimere le loro frustrazioni in modo passivo e indiretto, lo psicopatico abrasivo agisce in modo apertamente e direttamente controverso e litigioso. Per lo psicopatico abrasivo, tutto e tutti sono un oggetto disponibile per assillare e assalire, una cassa di risonanza per scaricare irritabilità interiori, o anche un bersaglio per azioni litigiose. Più che semplicemente arrabbiati in modo generale, queste persone sono intenzionalmente abrasive e antagoniste: provocano incessantemente discordia e zizzania tra gli altri, trasformando ogni minimo dissenso in battaglie infinite che si concludono amaramente. Non hanno scrupoli o rimorso per umiliare anche i loro “amici” più intimi. I seguenti aggettivi possono essere usati per caratterizzare questo tipo di psicopatico: controverso, intransigente, irritabile, caustico, rancoroso, degradante, rissoso, acrimonioso e sarcastico. Non sorprende che molte delle caratteristiche elencate siano solitamente associate ai disturbi della personalità paranoide. Alcuni psicopatici abrasivi insistono nel dire che la loro litigiosità è ristretta a certi principi elevati; sebbene un nucleo di verità possa essere trovato nelle loro credenze, questi “principi superiori” corrispondono invariabilmente alle posizioni che loro stessi detengono. Altri sono senz’altro sbagliati, ma si fissano proclamandogli giusti. Scoperti gli errori nella dogmatica, questi psicopatici ottengono un piacere speciale nel contraddire gli altri. Non provano piacere nella legittimità e nella logica del loro ragionamento, ma nel suo uso per frustrare e indebolire i loro avversari.
Non sorprende che il comportamento della personalità abrasiva assomigli a quello degli adolescenti che, cercando di stabilire la loro separatezza e individualità, agiscono in modo chiaramente oppositivo verso i loro genitori. Così, i bambini con dei genitori molto conservatori favoriranno valori altamente liberali o socialisti, mentre quelli di genitori liberali potrebbero adottare punti di vista fortemente conservatori. Ma la ribellione degli adolescenti contro i costumi e gli standard dei genitori è solitamente limitata nel tempo – uno stadio di sviluppo in cui le strategie di autoaffermazione sono appropriate. Una volta raggiunto il senso di indipendenza, è probabile che gli adolescenti che facevano sempre opposizione abbandonino questo tipo di comportamento, spesso tornando alle stesse abitudini precedentemente avversate. Al contrario, il modo ostile e opposto degli psicopatici abrasivi è parte del nucleo del loro essere. La loro abilità nel sminuire e denigrare chiunque nel nome di qualunque principio sposino è ben provata e persistente. La critica degli altri come “buona per loro” può anche essere vista come un meccanismo correttivo essenziale. Sono individui si sentono liberi di dire e fare tutto ciò che vogliono “per mettere le persone a posto”. Le persone con le quali gli psicopatici abrasivi si relazionano sanno che le loro pretese di comportamento e di principi non sono che una sottile sfaccettatura. Di fronte a qualsiasi opposizione, specialmente da parte di persone che considerano di statura minore della loro, questi psicopatici emettono aspre lamentele su come meritino di essere poco apprezzate e maltrattate. In sintesi: tutto ciò che hanno fatto agli altri non riflette mai il loro carattere, ma è semplicemente una reazione giustificata al trattamento a cui sono stati esposti. Quindi, sono giustificati in ciò che dicono e fanno, senza scrupoli o rimorsi di coscienza per aver agito nel modo più odioso.
ESEMPIO:
Lei è totalmente sprovvista di sensi di colpa, perché giustifica sempre le sue azioni dicendo che va bene così, credo che sappia la differenza tra bene e male, tuttavia non si sente colpevole di niente e non prova rimorsi.
Ha avuto un lite tremenda con una vicina di casa, appena tornata a casa vociferò ‘’fotterò questa figlia di puttana’’: prese un pettine appuntito e cominciò a farsi delle escoriazioni sulle braccia, all’altezza dei polsi, come se si fosse ferita con la lama di un rasoio, lo faceva con un impeto impressionante, non riuscivo a farla smettere, si graffiava e si tagliava… poi cominciò a strapparsi i capelli, ha strappato diverse ciocche, si schiaffeggiava in faccia, si colpiva le braccia, sembrava pazza! Totalmente fuori di testa! Dopodiché marciò verso il commissariato e denunciò la vicina, mostrando tutte le cose che “l’altra aveva fatto a lei”.
Quando tornò dalla polizia sembrava di aver vissuto il giorno più felice della sua vita. Non si è mai pentita di questo, anzi, si giustificava dicendo: “Andasse a farsi fottere, perché ha voluto affrontarmi?” (…) ho lasciato il lavoro, inizialmente perché lei ‘’non poteva’’ rimanere da sola e dopo, perché diceva di aver paura del buio e della solitudine, ne ho lasciato l’altro, notturno, che avevo quando ci siamo conosciuti. Avevo sempre lavorato di notte. Per ben due volte mi aveva chiamato a lavoro perché il bambino aveva la febbre. Lavoravo a 40 km da casa e ci mettevo due ore per arrivare. Non potevo lasciare il lavoro di punto in bianco ogni volta che chiamava, anche perché avevamo un medico a disposizione a cinque isolati da casa, il punto è che quando chiamava dovevo correre immediatamente, altrimenti a casa si scatenava l’inferno.
C’erano due ragazzine che vivevano nel nostro stesso isolato e che lei ha fatto diventare le sue braccia, erano le sue assistenti, convinceva i genitori di queste ragazze per farle dormire a casa nostra e prendersi cura dei nostri bimbi, erano loro a fare le faccende domestiche per lei, cosa che continuò a fare anche dopo la nostra separazione. (…) Mi ha denunciato per tentato omicidio, perché sapeva che questo implicava l’incarcerazione automatica. Fortunatamente quel giorno ero in Tribunale, con il mio avvocato, in un’udienza con un altro giudice, di un’altra causa che lei mi aveva fatto, di modo che ho avuto fior di testimonianze e alibi a mio favore. Ho sempre avuto la coscienza pulita, ma ho dovuto andarmene da quel luogo per paura di andare in galera per qualcosa che non avevo fatto. Nonostante sapevo di poter dimostrare tutta la verità, nel caso in cui succedesse ancora, non volevo più espormi ad altre accuse del genere. Tornai solo dopo due anni e tutto ciò che ho ricevuto come risposta alle sue accuse infondate è stato un sorriso di soddisfazione, seguito da queste testuali parole: “Ti sei cagato sotto, vero? ’’.
LO PSICOPATICO MALIGNO
Spinto da credenze paranoiche, lo psicopatico maligno segue le gerarchie di potere e la loro sfiducia e invidia nei confronti degli altri incornicia la loro visione del mondo. A differenza degli altri psicopatici, molto spesso i loro sforzi per infliggere dolore agli altri tendono a ritorcersi contro. Nella loro testa hanno sopportato terribili maltrattamenti da parte degli altri e vedono il mondo come un posto molto pericoloso. Ricorrono alla fantasia piuttosto che all’azione e inventano scenari che proiettano altre persone e l’ambiente in toni cupi e minacciosi. Immaginano gli altri come esseri maliziosi e proiettano le loro cattive intenzioni su tutti quelli che li circondano, sia che siano innocenti o colpevoli. Sono ossessionati dal potere e usano la violenza per mantenere il controllo di ogni situazione.
Gli psicopatici maligni rappresentano varianti strutturalmente difettose del modello psicopatico. Le loro caratteristiche si fondono frequentemente con quelle del disturbo paranoide della personalità. Sono maggiormente caratterizzati dal loro orientamento al potere autocratico e dalla loro sfiducia, risentimento e invidia degli altri. Alla base di queste caratteristiche c’è il desiderio spietato di vendicarsi degli errori del passato attraverso la brama di vendetta o la forza, se necessario. In contrasto con gli altri sottotipi, gli psicopatici maligni hanno scoperto che i loro sforzi per abusare e tiranneggiare gli altri hanno solo spinto le persone a provare più ostilità per loro, aggiungendola alle dure punizioni vissute durante l’infanzia. La strategia dell’arroganza e della brutalizzazione degli psicopatici si è ritorta contro troppo spesso, e ora cercano la vendetta, non tanto attraverso l’azione quanto attraverso la fantasia. Isolati e risentiti, si rivolgono sempre di più a se stessi, per meditare e rimuginare sul loro destino. Lasciati alle loro stesse riflessioni, iniziano a immaginare una trama in cui ogni aspetto dell’ambiente ha un ruolo minaccioso e infido. Inoltre, attraverso il meccanismo di proiezione intrapsichico, attribuiscono il proprio veleno agli altri, proiettando su di loro il male e il malessere che sentono dentro. Mentre la linea di demarcazione tra antagonismo oggettivo e ostilità immaginata diventa sottile, la convinzione si basa sul fatto che gli altri li stanno intenzionalmente perseguitando. Preminente tra gli psicopatici maligni è il loro bisogno di mantenere la loro indipendenza e di aggrapparsi tenacemente alla fede nella propria autostima. La necessità di proteggere la loro autonomia e forza può essere vista nel contenuto delle loro fantasie persecutorie. La malevolenza da parte degli altri non è ritenuta né casuale né eventuale; piuttosto, è vista come progettata per intimidire, offendere e indebolire la loro autostima. “Loro” stanno cercando di indebolire il “volere” degli psicopatici per distruggere il loro potere, per diffondere bugie, per contrastare i loro talenti, per controllare i loro pensieri, per immobilizzarli e soggiogarli. Sono psicopatici che temono di perdere la loro autodeterminazione, con delle fantasie persecutorie in cui si evidenziano il timore di essere costretti a sottomettersi all’autorità, rendendosi più morbidi e flessibili, e di essere ingannati fino a perdere la capacità di autodeterminarsi.
ESEMPIO:
Sono la mamma adottiva di G. (ora so che si tratta di uno psicopatico). Ho sempre pensato che il suo carattere fosse legato al trauma dell’abbandono, appena nato. Per me era il sole, ma è vero cosa dice Lei, un sole nero.
Lo abbiamo ricoverato all’età di 13 anni presso l’Ospedale di Psichiatria Infantile. È rimasto 18 mesi. Per me è stato un calvario perché mi accusava di essere la responsabile di tutti i suoi problemi. Ha fatto terapia durante e nei cinque anni successivi al ricovero con una terapeuta famosa, alla quale si rivolgevano anche i medici.
Ho sofferto molte umiliazioni, mancanza di rispetto, di empatia. Dicevano che ero io la persona che aveva un Super Io ristretto perché non permettevo a lui di commettere ciò che ritenevo veri abusi contro di me e contro mio marito. Mi dicevano che una cosa era l’essere manesco e l’altra era arrivare al pestaggio, minimizzando la situazione mentre ci dicevano di pazientare con i suoi conflitti adolescenziali.
Ci ha rotto tutta la casa per ben 3 volte, incluso tutti gli elettrodomestici, gli accessori del bagno, quando scrivo TUTTA, voglio dire proprio TUTTA. In ospedale continuavano a dire che dovevo essere più tollerante. A mio marito staccò un orecchio. Dopo un po’ sono stata ricoverata a causa dei suoi colpi con diverse fratture alle costole. Insomma, tutto ciò che Lei può ben immaginare.
A volte mi svegliavo con lui che ci vegliava mentre dormivamo. In questi momenti capivo che a qualunque momento poteva ucciderci. Io e mio marito abbandoniamo casa nostra, lasciando indietro tutto. Abbiamo deciso di scomparire senza lasciare traccia.
Dopo che sono stata operata da un cancro alla mammella siamo tornati a casa. Ho pagato a caro prezzo la mia sopravvivenza a G., che è venuto 6 volte in quattro anni. Né sempre ho avuto il coraggio di aprirgli la porta, perché le volte in cui l’ho fatto notai la scomparsa di alcuni oggetti. Da quando ho notato questo non lo ricevo più dentro casa.
Faccio terapia perché il dolore di perderlo è stato lacerante, mi sono sentita in colpa molte volte, mi mancava, ma per lui non valgo niente e diverse volte mi ha detto che non ero sua madre. Mi sembrava di essere in attesa che lui ci uccidesse.
Tutto questo accade nel 1993. Ora ci sentiamo guariti, ma il rapporto non può essere ricuperato perché ho imparato a non credere a nulla di ciò che dice e che deve andare avanti per la sua strada, lontano da noi.
La mia determinazione è nata quando ho capito che non era guaribile e non mi pento, ho bisogno di vivere in modo sano e non in mezzo alla pazzia, purtroppo non esiste un’altra medicina. (…) Non c’è possibilità di vivere una vita degna di essere vissuta accanto a una personalità con queste caratteristiche, non mi sento colpevole per aver lottato, non piango più e abbiamo smesso di soffrire…[2]
LO PSICOPATICO TIRANNICO
Questa forma fredda e astuta di psicopatico sembra essere stimolata dalla vulnerabilità degli altri. Amano subordinare e persino soggiogare le loro vittime, e spesso si dilettano della loro paura, umiliazione e intimidazione. Colpiranno quelli che prevedono di riuscire a sottomettere, evitando quelli più propensi a contrattaccare. La violenza è una seconda natura e la usano volentieri per realizzare i loro piani vendicativi. Assaporano i ricordi della sofferenza della loro vittima e spesso riesaminano il dolore che infliggono agli altri con grande divertimento e piacere. Quando si tratta del gioco di potere, dominano quelli che ritengono siano deboli, cedono tuttavia ai pochi eletti che hanno più potere di loro – anche se momentaneamente. Portano con sé rancori profondi contro coloro che ritengono di aver fatto un loro torto oppure offeso il nome della loro famiglia, e non hanno remore a usare la violenza e la slealtà per ottenere quello che vogliono.
Questo sottotipo, insieme allo psicopatico malvagio, è tra i più terrificanti e crudeli di queste varianti. Sebbene entrambi si relazionino agli altri con attacchi e intimidazioni ed entrambi siano distruttivi, il sottotipo tirannico è spesso stimolato dalla resistenza o dalla debolezza. La fragilità dell’altro incoraggia l’attacco piuttosto che rallentarlo. Sembrano ottenere un senso di soddisfazione molto particolare nell’essere spietati e disumani, nel creare sofferenza e vedere i suoi effetti sugli altri, e nel forzare le loro vittime, riducendole a “cose” e sottomettendole senza pietà.
Sono ritenuti il tipo più puro tra i sottotipi, poiché esibiscono sia i disturbi della personalità sadici che quelli negativistici.
Calcolatamente freddi, gli psicopatici tirannici sanno istintivamente come scegliere le vittime da sottomettere. Usano la violenza per ispirare terrore e intimidazione, perché guidati dalla paura che gli altri possano riconoscere le loro insicurezze interiori e il basso livello di autostima.
ESEMPIO:
Mia madre non ha sensi di colpa e nemmeno rimorsi, per niente. Ho una sorella che aveva dei gatti siamesi, himalayani e persiani. Quando è andata a vivere all’estero ha lasciato i suoi gatti a mia madre, che ha accettato il dono. I veterinari volevano acquistarli, non solo perché erano belli, ma perché sarebbero stati facilmente piazzati, tuttavia né mia madre né mia sorella accettarono la loro proposta. Io, ogni tanto, andavo a visitare mia madre e vedevo i gatti sempre chiusi in gabbia, estremamente debilitati. Vederli così era orribile! Ho supplicato a mia madre di chiamare i veterinari, mi sono offerta di aiutarla a prendersi cura di loro, ma lei si rifiutava sempre: ha preferito avvelenare gli animali, uno ad uno. Ogni settimana moriva un gatto. Lei negava di averlo fatto, però viveva da sola e il modo come sono morti, il tipo di veleno, le ore di agonia degli animali, l’opinione della veterinaria e l’autopsia che è stata fatta, ha determinato che soltanto lei poteva averlo fatto. È stato macabro. Nella sua faccia non c’era il minimo segno di pentimento, i suoi occhi sembravano luccicare di piacere.
Questa sorella, che vive all’estero, ha una rara malattia del cuore. I medici le hanno chiesto di fare la mappatura del DNA per verificare se ci sono precedenti genetici. Valutando lo storico del nostro ceppo paterno abbiamo appreso che nessuno ha problemi di cuore, di modo che toccava a mia sorella investigare il lato materno, per quanto riguarda i maschi della sua famiglia. Ho pregato a mia madre di dirci qualcosa sul nostro nonno, suo padre, che sapevamo fosse ebreo, presumibilmente italiano, (è tutto ciò che sappiamo di lui, perché il cognome è stato dato da un’altra famiglia, che l’ha adottato). Ammettendo che lei sapesse qualcosa, poteva perfettamente aiutarci nel trattamento di mia sorella, tuttavia, si rifiutò di parlare, non diceva niente e inventava ogni volta una bugia diversa. Quando mi lamentavo, supplicavo, litigavo con lei per ottenere qualche informazione, la sua risposta era un sorriso sarcastico, e un viso apparentemente contento[3].
LO PSICOPATICO MALVAGIO
Agisce a sangue freddo ed è molto spietato, di solito è ciò che le persone pensano quando sentono la parola “psicopatico”. Tipicamente trovati in personalità sadiche o paranoiche, sono intolleranti alle tenere emozioni perché convinti che tali comportamenti siano manipolativi e destinati a ferirli. Amano il potere e lo dimostreranno attraverso il deliberato maltrattamento degli altri. Quando i loro tentativi di dominare vengono frustrati, manifestano crudeltà e disprezzo arrogante. Molti omicidi e serial killer rientrano in questa categoria. Si dilettano nella tortura e nella dominazione degli altri, e usano le emozioni contro le loro vittime – dando loro un barlume di speranza solo per schiacciarli senza pietà. È anche abbastanza chiaro che amerebbero torturare e uccidere le persone nel loro sotterraneo…
Particolarmente vendicativo e ostile, questo sottotipo mostra un comportamento odioso ed è distruttivamente provocatorio della società. Nella sua mente, il malvagio psicopatico anticipa il tradimento e la punizione. Le emozioni degli altri sono respinte a causa di un profondo sospetto che ogni sforzo di buona volontà è solo uno stratagemma per ingannarli. Impavido e senza colpa, questo sottotipo mostra le caratteristiche del disturbo della personalità sadico e paranoide. Non sembrano sentire il minimo senso di colpa per la loro violenza, provando un disprezzo arrogante per i diritti degli altri. Conoscono, però, la differenza tra giusto e sbagliato. È interessante notare che, a differenza di altre varianti della psicopatia, non perdono la consapevolezza autocosciente delle loro azioni e avanzano solo se è probabile che i loro obiettivi di vendetta e distruttività vengano raggiunti.
ESEMPIO:
Per aver considerato “idioti” i giornalisti cileni, Romo si era rifiutato di rilasciare interviste ai professionisti nativi, motivo per cui quando si è trovato di fronte a una professionista con un accento straniero il suo atteggiamento cambiò, anche se era cilena e l’accento era solo dovuto a una lunga permanenza al di fuori del paese. La giornalista capo dell’Univisión in Cile, Nancy Guzmán, ha dichiarato alla stampa che i negoziati per il colloquio avevano avuto luogo dalla fine dell’anno scorso. L’intervistatrice era stata importata direttamente da Miami, Mercedes Soler, una professionista di prestigio con alle spalle molti premi EMI. L’intervista è stata fatta l’11 aprile di quest’anno nell’ospedale del carcere, all’interno del complesso dove Romo è permanentemente incarcerato a causa della sua salute delicata. Hanno passato più di tre ore con l’ex agente della Dina, il cameraman e la giornalista. Non c’era nessun altro, e forse a causa del livello di intimità che si è instaurato, Romo non ha avuto problemi di raccontare nei dettagli quello che era il suo lavoro nella Dina. Una lezione dettagliata sulle tecniche di tortura, dall’elettricità nei genitali a come liberarsi dei cadaveri. In questo senso, ha commentato la pratica di gettarli in mare: “Quando non ci sono cimiteri, non hai niente… deve lanciarli e basta … Prima, devi dare da mangiare al pesce.”
“Un altro modo? Chimicamente. Devi distruggere due o tre cose dell’individuo in modo che se appare non è possibile identificare. Con un coltello, tanto è morto, taglio le sue dita e accoltello l’inguine, perché quando è in acqua il corpo si alza, e per farlo restare laggiù bisogna applicare un metodo chimico perché non salga più. Naturalmente, il mare cileno non è l’ideale per tirare i cadaveri, perché è violento o molto mosso”. A questo proposito, egli ritiene che sarebbe meglio gettarli dentro un vulcano, come il Llaima o Villarrica. Secondo il produttore, molte delle parti dell’intervista sono state censurate data la durezza del suo linguaggio. Ha riconosciuto che c’erano degli errori, come quello di aver perdonato la vita di alcuni. “Non vorrei far vivere un parrocchetto. È stato un errore da parte del Dina. Ho sempre discusso con il mio generale sul fatto di lasciar andare alcune persone, non dovevano rilasciare nessuno vivo. Guarda dove sto, ecco le conseguenze!”. Avrebbe anche detto che gli sarebbe piaciuto mettere le mani sul collo di un alto funzionario governativo che aveva identificato per nome, in modo da ucciderlo lentamente. Romo afferma che per lui non ci sono problemi se vorranno scrivere nel suo epitaffio che è stato un torturatore: “perché per me è stata una buona cosa, nessuno può dire che sono stato un furfante, che ho offeso la gente e ho approfittato delle donne. Si può dire che ho rispettato i miei doveri, e abbastanza bene. La mia coscienza è pulita. Quel che ho fatto, l’avrei rifatto”. (…)
Di conseguenza, da quel giorno è vietata ogni visita dato che ha avuto un esaurimento nervoso che l’ha portato a restare gran parte della settimana a riposo. Tuttavia, secondo le sue stesse guardie, non solo il tram tram mediatico era stato la ragione della sua condizione, ma anche il rendersi conto che aver avuto la lingua lunga gli sarebbe costato caro. Tutto era stato perfettamente chiaro per lui dopo che il suo avvocato, Jorge Erpel, si era dimesso pubblicamente, smettendo di sponsorizzare la sua difesa e sostenendo che ascoltare Romo era come ascoltare il diavolo e che non gli rimaneva altro che “pregare per la sua anima”.
Ma non è tutto, perché le conseguenze sarebbero state avvertite anche dall’esercito stesso. Come riportato da fonti non ufficiali, il colonnello (J) Enrique Ibarra lo avrebbe visitato all’inizio di questa settimana come portatore di un messaggio: quello di rimanere in silenzio perché le sue parole potevano significare l’apertura di nuovi casi sui diritti umani. Si ritiene, inoltre, che sia stato colui che lo ha aiutato a scrivere una certa dichiarazione pubblica, in cui Romo fa il suo “mea culpa”[4].
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[1] http://www.marietan.com/material_psicopatia/docente.htm
[2] https://www.marietan.com/material_psicopatia/hijo_destructor.htm
[3] http://www.marietan.com/material_psicopatia/mamasolnegro.htm
[4] https://www.marietan.com/material_psicopatia/romotorturador.htm
Adattamento tratto da: Millon, T., & Davis, R. D. (1998). Ten subtypes of psychopathy. In T. Millon, E. Simonsen, M. Birket-Smith, & R. D. Davis (Eds.), Psychopathy: Antisocial, criminal, and violent behavior (pp. 161-170). New York, NY, US: Guilford Press.
Sicuramente ho avuto a che fare con il tipo tirannico con tratti sadico-paranoici e alcune caratteristiche del malvagio. Il tutto condito da un istrionismo in relazione con le donne che mascherava bene, dietro una apparenza romantica e premurosa, tutto quello che aveva dentro. Tuttavia era tanta la pressione interna che spesso si smascherava da solo, ogni tanto, con le sue affermazioni megalomani e diffidenti verso chiunque, invidiose ed astiose. Il rapporto con gli animali non era come descritto nell’articolo, tuttavia il suo rapporto quotidiano era con animali sui quali poteva esercitare il suo dominio. Poi, tutti, dico tutti animali rigorosamente femmine. Lui, il maschio non lo voleva vedere, secondo me, neanche nei cartoni animati… rifiuto (paura) del confronto. In sfida ci si metteva solo pugnalandoli alle spalle. Il gusto più grande, entrare in relazione con un altro uomo, soffiandogli la sua donna.
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lo psicopatico con il quale ho avuto una relazione di tre anni,inizialmente era un principe,gentile ,amorevole,premuroso,ma lo era troppo tanto che io non ero serena,mi sembrava un attore.Con il tempo cominciai a vederlo diverso,bugiardo ma negava,prometteva ma non manteneva,diceva di lavorare tanto ma non guadagnava,poi cominciai a dubitare della sua fedeltà ed infatti non sbagliavo,oltretutto era inscritto a svariati siti di incontro,da li ho cominciato a capire tutto.Infine nel terzo anno mi picchio violentemente e mi insulto a raffica,sembrava un demonio…ho.saputo dopo che picchiava anche la madre e le sorelle.Sono in no contact e psicoterapiasono sotto shoc,ho una rabbia e un dolore perché mi ha fatta passare per matta e lui con la sua maschera passa per un santo.Aiutatemi,mi sento morta dentro.
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Oh Angy mi spiace, quanto dolore!….ti abbraccio stretta stretta…quanto dolore….ma ce la farai Angy, piano piano…lui è un mostro che può solo vivere la vita da mostro, tu sei una donna normale che si è innamorata di barbablu…e che piano piano, scoperta la stanza degli orrori…. può far uccidere il mostro dai fratelli…..e riemergere da tutto questo nero…i fratelli chi sono? Sono le nostre parti
“cazzute” le nostri parti forti, le parti di noi che non soccombono, che si ribellano….le nostre parti che mandano affa…..o
Queste parti si prenderanno la rivincita: “io so chi sei….sei un mostro che distrugge e ferisce e uccide..e per questo BASTA non meriti di esistere”….e Via….fuori a calci nel sedere …..ma questa volta sei tu a darli a lui. …. .e allora basta buio….allora inizierai a vivere una vita di luce…..FORZA ANGY!!!!!!
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Carissima Angy, tu hai il privilegio di poter scappare. Sì, la fuga è un regalo che ci concediamo quando abbiamo a che fare con questi soggetti. Il contatto zero, nonostante l’angoscia iniziale, è l’amore verso noi stessi che ci parla in una lingua che ancora non sappiamo decodificare. La madre e la sorella ahimè non possono fuggire e forse non hanno nemmeno l’informazione necessaria per poter ricavare un po’ di forza. Un abbraccio forte, cara. Siamo con te.
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Mancano gli ultimi due sottotipi o sbaglio? ☻ Perdonate se giungo così tardi ma in Sri Lanka problemi di rete con i problemi tra etnie in ballo.
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grazie Elisa ,voglio solo vedere un pochino di luce
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Bisogna avere pazienza….la ferita fa male…..ma piano piano può guarire. …dobbiamo trovare la cura giusta….e ogni piccola luce può essere grande proprio perché in un grande buio….vedrai….piano piano…..ti abbraccio…
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Ti senti morta ma non lo sei Angy…sei viva….sei viva!!!….lui non ti ha uccisa…allora tutto è possibile…tutto può riprendere….tutto può accadere….ecco la speranza…la piccola luce….tutto ancora può succedere….lui ti ha colpita…..ma tu sei viva e puoi riprenderti la tua vita….ora stai male……ma non sarà sempre così…perché dovrebbe essere sempre così?…tutto ha un tempo….tutto ha una fine anche il dolore….Non disperare….piano piano Angy…sappiamo cosa stai vivendo anche noi l’abbiamo vissuto, tutti noi che scriviamo qui sul blog…ma siamo vivi!!!! E ce la faremo….anche tu….
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Angy, siamo qui. Siamo le “sorelle della sposa di Barbablu”, gli occhi che vedono, la conoscenza che vuole sapere. Leggilo, se non l’hai ancora fatto, quel racconto di Barbablu in “Donne che corrono coi lupi”. Leggilo e rileggilo. Ci siamo tutte noi nell’incontro con l’orco. Mi ha aiutato tanto. Trasmette molta forza. Mi ha toccato il cuore quello che hai detto. Ora lo sappiamo, alla prima minaccia di alzare le mani non c’è sentimento che valga la pena…uno se ne deve andare a quel paese. Anche quello che ho incontrato alzava le mani, e ne andava fiero, e un giorno me lo disse anche sua madre al telefono, che le donne lui le aveva picchiate tutte. Mi salvò il fatto che ho sempre pensato (nonostante il guaio in cui mi ero cacciata), che io vengo prima di tutti (anzi, una volta che glielo dissi si arrabbiò pure -perché ovvio- doveva venire prima lui), e quando mi minacciava o alzava le mani io facevo peggio di lui, non mi sottomettevo alla sua violenza. Ma NON È DIGNITOSO e NON È UN CONSIGLIO perché è molto pericoloso. Basta una spinta, o cadere nel posto sbagliato, uno spigolo o un braccio che non protegge bene la tempia e addio… Poi questa è gente pericolosa senza etica senza morale senza coscienza. Bisogna lasciarli andare. Comprendere la dinamica che ci ha intrappolate. E soprattutto PERDONARCI per esserci cadute. Per non avere capito. Per non esserci ascoltate. Perché è questo anche che ci fa stare male. Bisogna stare lontano da persone così squilibrate. Fanno male. Siamo qui Angy. Prendiamo coraggio e consapevolezza dal lavoro prezioso di Claudileia e risuoniamo insieme. Insieme ci rialziamo. È questa la forza dell’essere umano. Empatia. Solidarietà. Condivisione. Un abbraccio.
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Tanto per consolarci sul fatto che, un giorno, giustizia venga fatta…
Mi è capitato tra le mani, I demoni, di Dostoeveskij. Così come in Delitto e castigo, racconta di quando si infrange la legge del rispetto umano confondendo la libertà con l’arbitrio. Cito alcune righe introduttive di Remo Cantoni: “…quando la libertà degenera in arbitrio e violenza, il trasgressore sperimenta nel suo spirito l’impossibile convivenza della dignità umana con la violazione morale; il regime della sua personalità si altera, il CROLLO DELLE STRUTTURE MORALI PORTA L’UOMO ALL’AUTODISTRUZIONE PSICHICA prima ancora che intervenga la Nemesi storica a punire il colpevole…”
Quindi, pensiamo a NOI, alla nostra ricostruzione, che alla loro implosione distruttiva provvedono da sé.
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grazie Claudilelia,Elisa,Lilith,io ce la sto mettendo tutta e il migliore momento della mia giornata è entrare in questo blog e sentirmi a casa,Qui posso esprimere cio che fuori da qui viene frainteso,qui posso leggere di voi e sentirmi voi perché questi mostri hanno tutti lo stesso schema.Io per lui non provo nulla di buono,solo disgusto e rabbia,ma il dolore di essere stata truffata e rapinata di tutte le parti pure e autentiche di me mi fa sentire vuota,lui si è risucchiato la mia anima e mi ha trafitto il cuore e mi ritrovo ad avere nella testa una guerra di pensieri contrastanti continui che non riesco a bloccare,vorrei concentrarmi su altro ma è come se fossi impossessata dal suo malefico potere .Ho incubi notturni.Grazie a tutte voi e a te Claulileia che con i documenti che pubblichi mi fai capire il loro mondo crudele.
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Finirà finirà… come sta finendo a me. Credimi… ogni sera chiedevo di morire dopo aver chiuso lo sportello della sua auto ed aver attuato un no contact involontario e inconsapevole . Oggi viaggio , vado ai concerti rock, palestra piscina impegnata in mille progetti tra cui un nuovo lavoro. Guardò il mare nei posti più belli del mondo , ho conosciuto tante belle persone soprattutto donne … il dolore per me è ancora forte ma soprattutto perché dopo stai lontano da qualsiasi uomo ti si avvicini . Ho scelto di stare bene da sola e di prendermi cura di me e, poiché non sono più una giovanetta, so che rimarrò senza una relazione sentimentale ma non mi importa . Meglio da sola che con un mostro così…ora sta spolpando un’altra poverina e mi spiace tanto per lei… ma sembra che a Caserta gli uomini siano tutti così 😊 cancellata dalla cartina geografica!!!sempre grazie a Claudy che con la sua dolcezza mi ha aiutato ad uscire dal dolore straziante di ogni giorno. Comunque … la vita dopo non sarà più la stessa … per fortuna dico. Anche se perdere la fiducia negli altri è brutto ma al momento esisto solo io e i miei figli . Buona fortuna a tutte
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La sporcizia dentro, lo stupro mentale (e fisico dopo che si è saputo dei retroscena), la guerra nella testa, l’incapacità di formulare un pensiero intero e di comandare la mente, il corpo spezzato cuore-cervello, emozione-ragione. Il senso di schifo x se stessi e x lui. Avvilimento. Insonnia. Incapacità di distrarsi da quell’ossessione… sappiamo tutte/i di cosa parli. Ci siamo passate. Sono le conseguenze di quella dipendenza, di quel legame tossico. Bisogna guarire. Come da una malattia. Lo capisce solo chi l’ha vissuto, gli altri dicono…:”vabbè però adesso bastaaaaa…”. Noi sappiamo. Io comincio a stare bene. Quindi, ci arriverai anche tu.
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Lilith p dopo quanto tempo hai cominciato a stare bene?
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Cara angy, ti segnalo il link dove ho già descritto la cosa che mi chiedi in due interventi:
https://artedisalvarsi.wordpress.com/2018/01/31/la-difesa-a-spada-tratta-del-perverso-il-silenzio-del-partner-compiacente-e-il-silenzio-della-corte-omertosa/
Sono in no contact da 4 mesi dopo un lungo percorso di pseudocontact (solo tel o solo wapp…) perché non avevo le forze di girare le spalle definitivamente a una persona con cui ho vissuto, almeno io, tutta quella intimità. Non sta nelle mie corde. Era come cancellare un pezzo di me. Andare avanti lasciando indietro il cuore, continuando a respirare con la sola meccanica dei polmoni. Ma il no contact fasullo mi faceva sentire bene solo appena lo attuavo (e ad essere onesta era anche il mio, gioco di potere), poi dopo un po’ tornavo in attesa di qualcosa, di un suo modo di raggiungermi. E così non si guarisce. Ci ho messo parecchio tempo (un tale delirio che faccio anche fatica a quantificare, due-tre anni comunque) con tutte le ricadute che ci sono state. Avevo bisogno di tempo, per capire, per studiare, per fare autoanalisi e verificare i suoi comportamenti da un punto di vista diverso, da ex, e per dargli ancora delle opportunità. Cercavo un segno di umanità, con quelle chance, credendo alle sue strambe apparizioni. Ma lui, anche da ex era lo stesso: stessi meccanismi, stesse bugie, stesso rapporto losco con il/i telefono/i… Il fatto è che con quei messaggi idioti che non dicono nulla, con il mazzo di fiori o la promessa di un giro in moto come ai “bei” tempi, con la sua presenza sotto casa facendo però finta di nulla, noi ci illudiamo ancora che almeno qualcosa hanno provato. È lì l’illusione. HANNO GIOCATO! HANNO FATTO SESSO! HANNO RIEMPITO IL LORO TEMPO! Una, per loro, vale l’altra, magari con una ci fanno meglio il sesso, con l’altra si divertono di più, o con te si sentono più amati… Bambini annoiati che non sanno più cosa inventarsi. Ma quelle ricatture non sono normali! Una persona sana ti telefona, ti chiede di parlare esplicitamente, cerca di chiarire e si mette in discussione, ammette le sue colpe, ma non dicendo- hai ragione ho fatto tanti errori- senza però saperti dire quali! Alla fine, dopo tanti tentativi sono riuscita a bloccare tutto. Ci sono arrivata a piccoli passi. Con le ginocchia scorticate per tutte le ricadute. Il no contact non deve essere un gioco di potere (anche se un po’ lo è) ma una tutela nostra. Una pulizia. Io non ne potevo più di continuare a sentire tutte quelle bugie. Le menzogne mi mandano su tutte le furie e la rabbia che scatenano continuava a legarmi a lui. La rabbia provocata cerca una risposta, un senso, una logica. Lui non te la dà e lì ti aggancia! Abbiamo bisogno di disintossicarci. Io ci penso ancora, cosa credi, ma è come se la sensazione e il ricordo dello “sballo” sia un po’ attutito dal tempo. A volte mi ritrovo a cercarle volutamente col pensiero quelle sensazioni. Drogata. Sì. Tossica. La dipendenza è questa. Confido nell’azione del tempo, sempre di più, e nel frattempo vivo. Cosa impensabile fino a pochi mesi fa. Abbiamo fatto un giro col “diavolo” abbiamo intrecciato le nostre ombre con lui. Assecondato la parte più sporca e perversa dell’essere umano, la mancanza di valori, l’indifferenza verso la sofferenza altrui, l’egoismo contro la dignità delle persone. È per questo che ne usciremo rafforzate, integre. In ogni mito, l’eroe diventa tale dopo una cruenta lotta contro il “drago”. È lo stesso drago che ti mostra i tuoi punti deboli. Quelli che da quel momento in poi dovrai rafforzare o per i quali ti dovrai tutelare. Alla fine dovremo ringraziarli. BUON VIAGGIO CARA.
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“Ho fatto degli errori” ha detto contrito a mia madre, a nostra figlia. A me invece “granelli di sabbia, c@@@@@te (scusate), e, nei rari momenti di ammissione di colpa ” ho fatto degli erori ma chi non li fa?! Anche questa una tortura psicologica, esattamente come quella impossibilità di dialogo.
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Carissima Daniela, è lo stesso meccanismo che porta un individuo ad uccidere un altro per dire poi, quando interrogato, “ho fatto una cavolata.” Non c’è da aspettarsi vere ammissioni di colpa da queste persone, perché auto giustificarsi su TUTTO è una caratteristica elementare del loro disturbo. Prendiamo una madre violenta e assente, che ha traumatizzato i propri figli, cresciuti disincantati sulla vita familiare… A distanza di anni, oppure decade, quando si renderà conto di aver bisogno di aiuto, ma di essere persona non grata nella vita dei figli può sempre dire: “Non esistono madri perfette, tutte commettono degli errori!”. Certo che è una tortura psicologica che andrà a sommarsi ai traumi del passato. La generalizzazione di questi soggetti arriva ad essere castrante. Come ho spiegato a una lettrice, tempo fa, quando un soggetto disturbato spiffera quotidianamente alla propria partner che “tutti gli uomini hanno delle fantasie sessuali come le mie, ma non hanno l’onestà di confessarlo, come lo faccio io con te”, sta attuando un processo di castrazione/sterilizzazione psicologica e di lavaggio del cervello nella partner. Lo fa per portarla a rifiutare e provare schifo per tutti gli altri uomini. Inconsciamente la donna tenderà a degradarli allo stesso livello di perversità/perversione del soggetto disturbato che ha accanto già. Allora perché cambiarlo QUANDO TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI? Si tratta di un trucco potentissimo e MOLTO PERVERSO. Così com’è diverso il nostro DNA, anche gli uomini e le donne sane di mente sono diverse tra loro. Gli individui affetti dal medesimo disturbo, invece, SONO IDENTICI, ecco il punto. Ma questo, ovviamente, è un segreto che non amano svelare… Chissà come mai! Un abbraccio!
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ma come è bello leggerti! Ci si sente a casa, al sicuro. Si capisce che non è solo preparazione. Grazie e grazie dell’abbraccio. Mi permetto di ricambiarlo
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Ho 51 anni, ma non li dimostro, molto carina, vegana , autonoma economicamente .. Ho un figlio di 21 anni che lavora e una di 18 , indipendenti e sveglissimi, abituati da tempo a fare i conti con la realtà. Alle spalle una lunga relazione adolescenziale e vari flirt, un matrimonio con il padre dei ragazzi, cubano, finito per disinnamoramento e tradimenti reciproci dopo 5 anni, e che si è rifatto una vita con una donna intelligente e in gamba che sopporta le sue infedeltà, uno con un uomo più grande di me di 18 anni, che non mi ha mai messo al primo posto rispetto ad esempio ai suoi figli di primo letto, con una personalità fortissima, finito perchè lui è morto di tumore. Il mio attuale compagno arriva dopo circa 8 mesi di lutto totale e disperato. E’ un mio coetaneo che conoscevo da ragazzina e con il quale avevo avuto una mezza avventura nel parcheggio di una discoteca, lo ricordavo bellissimo e tenebroso, e quando lo rivedo su facebook non mi delude. Dopo un’estate di appuntamenti mancati da parte mia perchè avevo paura, lo rivedo a ottobre per una serata stranissima e vengo investita dalla sua personalità . Lui fa ricerche spirituali, è fatalista, indipendente, non si è mai sposato e non ha figli, vive in una casa piena di chincaglierie etniche e orientali, è vegano come me e pratica il tantra. Senso dell’umorismo , gusti musicali in linea con i miei, amore per gli animali, come me. E’ lui a farmi sudare il primo rapporto sessuale, perchè doveva accadere in una situazione di assoluto relax e poesia , ma quando accade ne è valsa la pena aspettare. Iniziamo una storia nella quale non c’è spazio per le mie gelosie o pretese, lui mi abitua presto ai suoi ritmi, alla sua asocialità, al suo essere distaccato , al suo lasciarmi libera e dopo tanta sofferenza , io mi adeguo volentieri. Il sesso è incredibile, la sua presenza per me è magnetica. Ma non dura, presto, nel giro di un paio di anni stupendi, emergono i suoi lati caratteriali negativi. Mai una vacanza, mai un fine settimana perchè il suo cane non può muoversi, mai un gesto d’affetto in pubblico, rapporto molto distaccato con i miei figli, presenza costante ma sempre silenziosa, chiusa, fredda. Io vado al mare con mia madre e i miei figli ,lui lo accetta tranquillamente A volte il suo atteggiamento mi esaspera, al punto che durante alcuni litigi sono arrivata a mettergli le mani addosso per provare a scuoterlo (non preoccupatevi, è un uomo di alta statura) , ma rimane sempre calmo, gelido. Poi facciamo la pace, mi abbraccia, scherza cinque minuti, e si richiude in sè stesso, Guarda la televisione se siamo a casa mia, ultimamente che siamo entrambi impegnati nell’attivismo per una causa, sta molto al cellulare a rispondere a messaggi. So con quasi assoluta certezza che non mi tradisce, non gli interesserebbe nemmeno. La sua ricerca spirituale dice che l’ha portato a trascendere i desideri, ma non riesce a preoccuparsi nemmeno dei miei. L’intimità da travolgente e quotidiana è praticamente sparita, quasi fosse una pratica da sbrigare con minimo impegno, quindi di solito lui mi accarezza senza farsi nemmeno toccare . Ma la cosa meno tollerabile è che non parliamo più se non della causa che entrambi seguiamo. Io preferisco non raccontargli i miei problemi di lavoro o famigliari altrimenti dice che mi lamento sempre, non abbiamo un progetto di vita, e nemmeno uno a breve termine come una vacanzina perchè il cane anziano che gli impediva di muoversi nel frattempo è mancato, ha preso molti altri animali di cui si occupa personalmente. Naturalmente senza consultarmi.. Regali pochissimi e di scarso valore. Ma non sarebbe quello il punto, è che si vede che sono fatti senza amore, senza cura, senza un bigliettino carino, tanto per presentarsi con qualcosa in occasione delle ricorrenze “doverose”. Lo vedo accalorarsi e difendere altre attiviste nelle accanite discussioni da social, lo vedo fare messaggi audio lunghissimi , ascoltare i loro sfoghi e le loro problematiche e poi appisolarsi sul divano se a parlare sono io. La cosa peggiore è che non vuole avere un chiarimento con me, come se non gli interessasse o non ne fosse in grado. Quando io, violentando me stessa perchè lo amo ancora e ne sono ancora attratta, gli dico che non ha più senso il nostro rapporto, mi abbraccia, butta tutto sul ridere, non mi lascia andare via. Quando dopo liti furibonde se n’è andato lui sbattendo la porta, io non l’ho più cercato e dopo 4 o 5 giorni è tornato sempre. Nel frattempo ha continuato la sua vita come se niente fosse. Sembra sapere esattamente il momento di rottura, quando io inizio a sentirmi meno triste e disperata per la sua mancanza e comincio a non sperare più che si faccia vivo. Arriva , sorridente e scherzoso ,E tutto ricomincia. ci ricasco. Quello che vorrei sapere è perchè se si comporta come se non mi amasse più, non coglie al volo l’occasione per sparire e andarsene? Perchè ritorna , mi dà un briciolo di attenzione un giorno o due e poi ricomincia tutto come prima? Perchè dimostra interesse verso le altre donne, più che altro intellettivo , e poi ovviamente nega risentito e fa l’offeso? Perchè attiro sempre questo schema di uomo che non mi mette al primo posto ma nemmeno al secondo o al terzo? Il padre dei miei figli preferiva gli amici e la sua famiglia cubana, il mio secondo marito era un workaholic attaccato ai sensi di colpa per i figli adulti però suppliva alle sue carenze dandomi una sicurezza ed un progetto di vita vera che stavamo realizzando prima della malattia, adesso che cosa mi aspetta? L’ultimo episodio risale a una settimana fa. Pochi giorni prima abbiamo un furioso litigio per alcuni pettegolezzi sul mio atteggiamento con un amico comune, che lui sa benissimo non nascondere niente di “peccaminoso”. Quando scopro che è stato proprio lui ad insinuarli fra chi me li ha riportati durante una discussione, gli chiedo molto arrabbiata di prendere una posizione con questa mia amica e di far sentire la sua voce in mia difesa. Inizialmente mi dice che non posso farmi condizionare dagli altri, poi che raccolgo quello che ho seminato perchè mi sono fatta qualche selfie con il mio amico. Viste le mie insistenze, se ne va mollandomi nella mia frustrazione dicendomi di farmi viva io quando mi sarà passata. Pochi minuti dopo essere uscito mi scrive la ragazza con cui avevo discusso, chiedendomi accoratamente scusa. Due giorni dopo si rifà vivo e quando gli chiedo che cosa le abbia detto mi risponde girandomi gli audio che si sono scambiati appena uscito da casa mia, tanto è sicuro che non ci sia niente di male. Invece sono audio pieni di risatine, in cui lui e l’altra si spalleggiano a vicenda , dicendo che mi hanno toccato sul vivo, che evidentemente ho davvero qualcosa che mi brucia, e in cui lui le dice sghignazzando “stavolta non so se l’aggiusti…” Io mi sento offesa da questa cosa. Avrei voluto sentirlo dire che aveva fiducia in me e che nessuno doveva permettersi d’insinuare. Ma non è così. La vicenda si conclude venerdì sera con lui che viene a casa mia con un regalo, una sciocchezza vista insieme al mercatino dell’usato che però per me significava molto, una discussione mezzo affrontata e mezzo no, una promessa di impegno a cambiare il suo atteggiamento. E io mi sciolgo. Passiamo un bel weekend facendo cose che ci piacciono, lunedì vado a lavorare e la sera lo aspetto, come sempre.
Mia figlia di 18 anni è in casa , arriva il suo ragazzo con due pizze e una bottiglia di bianco. L’atmosfera è serena, rilassata, piacevole. Scherziamo sul programma televisivo che distrattamente guardiamo. Lui suona alla porta, gli apro , lo saluto con un “ciao amore, vuoi della pizza”? La reazione è schifata, poi si va a sedere sugli scalini che portano al piano di sopra. Premetto che abbiamo un divano a sei posti, mia figlia mangiava al tavolo, il suo ragazzo era seduto dalla parte opposta del divano, io dall’altro lato. Io rido e faccio battute perché quando sto bene, sono così. Gli chiedo due volte di sedersi accanto a me, di non stare lì sui gradini scomodo, lui non risponde. Il ragazzo di mia figlia, come lei educatissimo, si offre ben due volte di alzarsi e cederli il posto ma gli diciamo che non è il caso, c’è mezzo divano vuoto…Lui tace. Poi si alza e dopo minuti di indecisione fa per sedersi vicino a me, ma non riesce a trattenere il suo disagio. “ora deve finire sta cosa che bisogna avere i posti assegnati come all’asilo. Mi sta già venendo il giramento di coglioni”: Il tono è così aspro che mi si blocca la pizza sullo stomaco e si crea un imbarazzato silenzio generale. Sto zitta per alcuni minuti, finche lui che non beve, mi fa una battuta sul calice di Prosecco in cui mi sono tuffata. Poi mi chiede brusco che cos’abbia, s’è accorto che ci sono rimasta male. Non voglio fare scene davanti a mia figlia ed al suo ragazzo , così gli sussurro “casomai ne parliamo dopo”. La sua reazione è da manuale: “Io dopo non parlo proprio di niente. Ne ho le palle piene, tolgo il disturbo”. Infila il giubbotto , incurante del mio sguardo di supplica, dei miei “ma..ma…”. Sbatte la porta e se ne va. E’ trascorsa una settimana. Ha partecipato ad eventi ai quali dovevo esserci anch’io senza dirmi nulla. Sta andando avanti con la sua vita. Non un messaggio per dirmi “ero stanco, mi sentivo di troppo, avevo mal di pancia..” qualsiasi cosa. Niente. Un silenzio crudele ed accusatorio ed io non so che cosa gli avrei fatto, né lo sanno mia figlia ed il suo fidanzato, che sono rimasti basìti e si sono pure sentiti in colpa senza capire per cosa. Leggendo alcune definizioni del narcisista ho visto che non sopporta di vedere la sua vittima felice, serena, in una situazione di tranquillità. Infatti, vedendoci ridere e mangiare la pizza tutti insieme, è come se gli fosse andato in corto circuito qualcosa. E questo è sempre successo con i miei amici, con i miei famigliari, solo che a volte lo esprimeva stando in disparte tutto il tempo, non parlando o guardando tutti in cagnesco, a volte non diceva nulla, salvo poi fare insinuazioni pesanti e grottesche come il caso sopra. Stavolta ha pensato di umiliarmi di fronte a mia figlia ed al suo ragazzo che frequenta da poco casa nostra. E di cancellarmi dalla sua vita.
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Cara Federica… mi parli di un uomo-bambino. Lui non crede minimamente a quel che fa, ma ci tiene alla ‘posa’, al lato plastico e estetico del sesso, al fatto che l’essere animalista e vegano, l’essere ‘spirituale'(?) e via col tango, faccia colpo sugli altri. Sono cose che non fa per se stesso, ma esclusivamente per vedersi riflesso negli occhi altrui, per avere una nuance migliore posando da ‘zen’. Dunque, gli impulsi sessuali (la natura, così spontanea e gioiosa), vengono abilmente domati e manovrati per essere rilasciati con una certa ‘plastica’ nel momento ‘opportuno’ – in cui lui si sente nella sua ‘miglior forma’. Dettare le regole in senso unilaterale significa anche poter controllare con chi, quando e in che modo vuole stare… Il tutto utilizzando il suo lato presuntamente ‘spirituale’ come scusa. Tutto ciò, anziché renderlo una persona sprovvista da ogni fascino, lo rende SUPERFICIALMENTE INCREDIBILE agli occhi delle nuove seguaci. Questo tipo di bambinone non vuole una donna di carne e ossa, ma una ‘seguace’, preferibilmente una donna che abbandoni tutto per lui. Vuole posare da guru; fare da guida a una massa di ingenue. Stare con lui, oramai consapevole di tutto ciò che ha dimostrato di essere, significa accettare di appartenere a un ammasso di donne che hanno bisogno di un guru per farsi guidare nella vita. Ovvero: significa rinnegare la tua storia da donna libera e indipendente. Lui vuole essere guardato dal maggior numero di donne possibili come un ‘mentore’, ecco perché dedica tanto tempo alle sue amiche e poca attenzione a te, nonostante ti descriva così “Ho 51 anni, ma non li dimostro, molto carina, vegana , autonoma economicamente .. Ho un figlio di 21 anni che lavora e una di 18 , indipendenti e sveglissimi, abituati da tempo a fare i conti con la realtà.” Ecco, avere 51 anni e due figli meravigliosamente indipendenti è una cosa favolosa, eppure tu scrivi ‘non li dimostro’ questi anni. Mi chiedo perché l’hai scritto? Sarà perché lui frequenta donne molto più giovani e senza figli? Sarà perché lui ha triangolato a tal punto da far insidiare in te l’idea che tutto ciò che sei non è paragonabile a ciò che lui potrebbe avere ‘dalle altre’? Ti prego, non entrare in questo meccanismo malato, cara Federica. Questo meccanismo appartiene a persone che stanno malissimo (lui) e che non sanno vivere serenamente la propria solitudine. Solitudine apparentemente scelta, solitudine immaginaria, solitudine imposta dai fatti della vita… Perché ha voluto umiliarti davanti a tua figlia e al suo fidanzato? Che bisogno c’era? Perché oramai la sua frustrazione davanti a te (che ha saputo vivere la tua vita, da donna libera) ha raggiunto livelli stratosferici, colossali. Tu lo mandi in crisi. E qual’è il modo migliore di mascherare questa sua crisi se non infondendo in te una bella dose di senso di inadeguatezza, facendoti sentirti vecchia, brutta, dipendente da lui, matrona? Bada che è lui a dipendere dagli sguardi degli altri ed è per lui che gli anni stanno trascorrendo SENZA CHE NULLA ACCADA. Già. Perché lui sta lì, rintanato sopra il suo mucchio di cose ‘esotiche’ messe alla rinfusa, dispensatore di piacere e consigli a tutte le donne carenti dell’universo… il tutto per mascherare la frustrazione di non essere nessuno. Tu scrivi: “vedendoci ridere e mangiare la pizza tutti insieme, è come se gli fosse andato in corto circuito qualcosa. E questo è sempre successo con i miei amici, con i miei famigliari, solo che a volte lo esprimeva stando in disparte tutto il tempo, non parlando o guardando tutti in cagnesco, a volte non diceva nulla, salvo poi fare insinuazioni pesanti e grottesche…” Direi che la risposta su chi è lui tu la sai già: lui è un’accozzaglia di roba che serve per affascinare un pubblico, ma totalmente incapace di stare con una donna. Tu scrivi anche: “Quello che vorrei sapere è perché se si comporta come se non mi amasse più, non coglie al volo l’occasione per sparire e andarsene? Perché ritorna, mi dà un briciolo di attenzione un giorno o due e poi ricomincia tutto come prima? Perché dimostra interesse verso le altre donne, più che altro intellettivo , e poi ovviamente nega risentito e fa l’offeso?”: la risposta è perché si tratta di una persona che ha bisogno di seguaci, di pubblico, di palcoscenico, di posa, di sceneggiatura, di plastica, di estetica, di… superficialità. Le persone che stanno veramente bene con se stesse non vanno in crisi quando messe di fronte a tutto ciò che non sono oppure non hanno. Ho tre figli e due care amiche single che non guardano in cagnesco i miei figli o la mia famiglia. Anzi, adorano i miei bambini e non pensano minimamente ad avere dei figli. Sono donne ben risolte, fiere delle loro scelte. Se fossero in crisi mi avrebbero probabilmente tagliato fuori dalle loro vite, perché è così che funziona quando subentra l’enorme frustrazione degli invidiosi. Anch’io avrei potuto, se insoddisfatta del mio matrimonio, invidiare la loro libertà di viaggiare o andare in discoteca. Questo non accade tra noi perché c’è un profondo rispetto per le scelte che abbiamo fatto nella vita. Ecco, questo rispetto è venuto a mancare a te e ai tuoi figli. Non è strano, per una persona così ‘spirituale’? Ribadisco: questo soggetto NON STA BENE e NON E’ CIO’ CHE VUOLE APPARIRE. La sua maschera è semplicemente CADUTA. Più stai alla larga meglio è perché lui continuerà a triangolare con le sue seguaci e tu continuerai ad avvelenarti l’anima se, imperterrita, andrai a cercarlo per chiedere chissà quali spiegazioni. Spiegazioni non servono in questi casi, perché tutto ciò che potresti ottenere da lui è l’ennesima chincaglieria distribuita a tutte quante e un sorrisetto malizioso per intrappolarti nella sua rete in via definitiva… Visto che l’ultima mancanza di rispetto è avvenuta davanti alla tua figlia ti consiglio di cogliere la palla al balzo per far vedere alla tua ragazza che non sei una donna da calpestare da un signor nessuno. Chiudi i contatti e non farti più manipolare da soggetti che non hanno niente di profondo da offrirti, oltre che un po’ di buon sesso imparato dai manuali tantra per farsi belli con mezzo mondo, qualche statua esotica a casa e un paio di libri con frasi fatte da memorizzare. Abbraccio forte!
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“Spiegazioni non servono in questi casi, perché tutto ciò che potresti ottenere da lui è l’ennesima chincaglieria distribuita a tutte quante e un sorrisetto malizioso per intrappolarti nella sua rete in via definitiva… ” Mamma mia. Queste parole… me le farei tatuare, avessi spazio.
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