Come può un “cervello rettiliano” generare tanta dipendenza? Le linee guida dei vampiri affettivi per tenervi aggrappati PER SEMPRE

Fonte: http://www.issendai.com/psychology/sick-systems.html
Trad. C. Lemes Dias

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Vorresti mantenere la tua partner o il tuo impiegato aggrappato a te.

Dipendente per sempre.

Vi darò alcune alternative: potresti essere il miglior partner che lei abbia mai avuto, gentile, affascinante, premuroso, competente, spiritoso e una tigre a letto; potresti offrire il miglior posto di lavoro che lui abbia mai avuto, con mansioni stimolanti, premi per il suo talento, capacità di iniziativa e sviluppo professionale, un eccellente equilibrio tra lavoro e vita privata e una buona retribuzione…

Tuttavia, entrambe le alternative richiedono molto da te, di modo che la tua partner o il tuo dipendente rimarranno soltanto il tempo che vorranno dentro il sistema che hai messo in piedi. Tu, però, non vuoi che sia così: vuoi mantenerli accanto anche quando non avranno nessuna voglia di restare.

Come inchiodare la gente al tuo fianco, in modo irrevocabile, permanente e perfettamente legale?

CREANDO UN SISTEMA MALATO.

Un sistema malato si basa su 4 regole:

REGOLA  N. 1: bisogna tenere la gente con la mente troppo occupata per permettersi di pensare a cosa stai facendo. Pensare è pericoloso. Se le persone riescono a fermarsi a pensare alla loro situazione in modo logico c’è il rischio che si renda conto della follia delle cose.

REGOLA N. 2: fai leva sulla stanchezza. La stanchezza è la difesa perfetta contro ogni buon pensiero che potrebbe insorgere. Riequilibrare un sistema malato richiede un cambiamento e il cambiamento richiede uno sforzo, e lo sforzo richiede un energia che semplicemente non c’è. Nessuna energia, ecco il punto. E così, la minacciosa ribellione della tua partner o del tuo dipendente si trasforma in nient’altro che un paio di litigi noiosi.

Questo è anche un corollario per tenerli troppo occupati semplicemente pensando a ciò che vuoi tu. Naturalmente non è possibile disattivare completamente i processi mentali di una persona, ma puoi rendere la gente troppo stanca per elaborare qualsiasi pensiero originale. Il centro di decisione nel cervello si stanca proprio come un muscolo. Quando è esaurito, le persone iniziano a fare degli errori logici e prevedibili. Ho trovato un sistema basato su questi errori apposta per te, vedrai che vale oro!

REGOLA N. 3: rendi EMOTIVAMENTE COINVOLTA la persona che vuoi mentalmente schiavizzare. Fatti amare profondamente oppure se hai una società, cerca di promuovere una cultura aziendale di estrema lealtà nei tuoi confronti. Altrimenti, trova un modo per collegare il loro successo al tuo, quindi se fai bene, loro faranno bene; e se fallisci, falliscono anche loro. Se lavori in un settore in cui il fallimento non è una possibilità (il governo, i servizi pubblici), prova a istituire un sistema di ricompense in cui i lavoratori fanno meglio o peggio in base all’anzianità. (Questo funziona anche con i rapporti affettivi malati se sei un tipo patito del “poliamore”.)

Faccio presente che se riuscirai a impostare un sistema in cui la lealtà personale e la devozione sono la prova della dignità del vostro partner come persona, è possibile far sì che chiunque ti ami. O almeno pensi di amarti. In effetti, qualsiasi combinazione di premi intermittenti e troppa stanchezza – senza considerare altre alternative – indurrà le persone a pensare di amarti anche quando ti odiano.

REGOLA 4: distribuisci premi a intermittenza, a volte sì, a volte no. La gratificazione intermittente è lo schema più avvincente che esista per rendere qualcuno dipendente a vita. Se una persona sa che schiacciando un pulsante esce una pallina, lo spingerà tutte le volte che le servirà una. Se sa che non produrrà mai una pallina, smetterà di premere il tasto. Tuttavia, se certe volte schiaccia il pulsante e la pallina esce fuori, ma altre volte non lo fa, la persona continuerà a spingerlo per sempre, anche quando avrà una quantità sufficiente di palline (come mai certe volte le palline restano lì dentro????). È lo stesso identico meccanismo del gioco d’azzardo, delle figurine da collezione, della maggior parte dei videogiochi, dell’Internet stessa e delle relazioni con persone disturbate.

Come fare tutto questo? È incredibilmente facile:

CERCATE DI ESSERE SEMPRE IN CRISI. L’incompetenza è un ottimo modo per portare avanti il vostro schema malato: se il vostro lavoro funziona regolarmente male o il partner che volete controllare commette degli errori che potete sfruttare, avete garantito la vostra serie di crisi. Anche la scarsa gestione del denaro funziona bene. Essere perennemente in crisi funziona bene anche quando lavorate in un settore in cui i clienti vanno e vengono in continuazione. Funziona anche quando vi circondate di persone che sono loro stesse in perpetua crisi. È inoltre possibile istituzionalizzare le crisi periodiche: i lavoratori della Sea Org e i reclutatori di élite per Scientology devono superare la produzione della settimana precedente durante la settimana successiva, altrimenti scattano gravi sanzioni. Perché questo è impossibile, le crisi regolari con l’avvicinarsi della scadenza sono assolutamente garantite.

Le crisi regolari svolgono due funzioni: tengono le persone troppo occupate a pensare e forniscono rinforzi intermittenti. Dopotutto, a volte vincono e, quando per lo più perdono, l’assaggio del successo ha già creato la dipendenza.

Ma perché alla fine la gente non dovrebbe rendersi conto che le crisi sono uno stato permanente delle cose? Perché avete spiegato tutto con parole che danno a loro tanta, ma tanta speranza!

Le cose andranno meglio quando…avrò un nuovo lavoro. Sono cattivo con te ora perché sono stressato col lavoro, ma sono sicuro che tutto andrà per il verso giusto quando non lavorerò più in questo posto orribile.”

“Il cronogramma di produzione è una roba da matti, perché il cliente è pazzo. Abbiamo solo bisogno di superare questa fase. Un nuovo cliente arriverà e tutto andrà meglio.”

“Lei è di pessimo umore perché ha appena cambiato terapeuta. Starà meglio quando si abituerà al nuovo.”

Ora:

  1.  la prima persona non è in realtà alla ricerca di un lavoro. (è troppo stressata per pensare di compilare le domande!);
  2. la seconda ha sempre un cliente più pazzo dell’altro: perché tutti i clienti sono pazzi! (Oppure, meglio ancora, l’azienda è amministrata male, la linea di produzione viene spesso bloccata e i clienti perdono la testa.);
  3. la terza persona è in cura con il “nuovo” terapeuta da un anno. (Mica da tre anni! Oppure da cinque!).

Le spiegazioni, però, sembrano plausibili e, di tanto in tanto, la persona ha una buona giornata o un ciclo di produzione procede senza intoppi…

Rinforzo intermittente + speranza = “Un giorno sarà così PER SEMPRE.”

L’accettazione delle crisi perpetue indica che il partner manovrato è troppo stanco per rendersi conto che niente di bello può mai durare a lungo.

TENETE BEN LONTANI I VERI PREMI. I premi in “le cose andranno meglio quando…” sono in genere senza riscontro – le cose UN GIORNO saranno come dovrebbero essere (bellissime) quando accadrà “la cosa magica”. I veri benefici – la felicità, la prosperità, l’avanzamento di carriera, una nuova casa, bambini – sono lontani. Sembrano essere “in programma”, ma non c’è nulla nella colonna DA FARE. Ad esempio, tutto andrà meglio quando ci trasferiremo nella nostra casetta in campagna... ma non c’è niente in termini di risparmi per la casa, nessun piano da salvare, nessuna casa scelta, nemmeno una regione del Paese stabilita. Oppure tutto andrà meglio quando avrò un nuovo lavoro, ma non si sta cercando da nessuna parte, non si sta controllando gli annunci, non si hanno le competenze che potrebbero portare REALMENTE a un nuovo lavoro, non ci sono piani concreti per imparare le abilità necessarie, e non si sa neanche che tipo di nuovo lavoro si vuole intraprendere. Le aziende hanno più difficoltà a darsi da fare per schiavizzare i loro dipendenti, per esempio, possono ritardare aumenti di stipendio e promozioni, promettere scatti nella carriera e poi giustificare il mancato adempimento della promessa con la mancanza di soldi, annullare programmi di formazione per mancanza di fondi, ecc.

STABILITE UN PICCOLO SUCCESSO SEMI-OCCASIONALE. Questo dovrebbe essere un compito quotidiano per tenere il vostro partner aggrappato a voi attraverso una possibilità di successo una tantum. Ad esempio, sapete che dovete prendere le vostre medicine in orari precisi… Ma è sempre troppo presto e siete assonnati, meglio rimandare al mattino seguente o farete tardi a lavoro; quando è notte, invece, e non avete sonno, scegliete di tenere  sveglio/a il/la partner fino a quando non vi addormenterete, rifiutandovi  di prendere alcunché; se volete interrompere un pasto dite che vi gira lo stomaco e “impostate” il vostro sangue in modalità “precariamente equilibrata” grazie a dei cali di zucchero; mettete in atto scoppi d’ira e crisi di pianto quando state male: è compito del vostro partner costringervi a prendere le medicine nell’orario giusto. Ogni volta che lui o lei vi ricorderà l’orario giusto, però, fatte scoppiare una lite: siete sempre occupati, oppure non fatevi ritrovare a casa, oppure avete mangiato troppo presto o troppo tardi per prendere le medicine, cosicché l’orario slitta o svanisce del tutto. Ogni tanto, però, prendete le vostre medicine al momento giusto e fatte funzionare tutto perfettamente. Il vostro partner assaggerà una scossa di successo e la speranza che avrete finalmente raggiunto un punto di svolta.

RIDUCETE IL TEMPO CHE HANNO PER LORO STESSI. Cercate di interrompere costantemente il loro lavoro convocando riunioni, controlli amministrativi, campane, fischietti, sveglie e scadenze varie. Oppure, se siete in coppia, diventate appiccicosi, cercate di chiamare la loro attenzione per brevi intervalli di tempo nell’arco di tutta la giornata (ma fatte capire chiaramente che non sono autorizzati a fare lo stesso con voi), stabilite alcuni compiti essenziali che non avete alcuna voglia di fare e poi delegate a loro la responsabilità di farli al posto vostro, stabilite alcuni compiti essenziali che non sono autorizzati a fare per conto proprio, costringendo loro a fare affidamento esclusivamente su di voi (dopodiché, fatte tutto lentamente, molto male o secondo il vostro personale programma). Assicuratevi che abbiano appena il tempo di gestire la crisi del momento e il compito del momento; e se non riuscite a stancarli fisicamente, prosciugateli emotivamente.

LEGATE IL VOSTRO SUCCESSO A QUELLO LORO. Le grandi aziende sono maestre in questo metodo. Tutto, dalla posizione sociale di ogni singolo lavoratore alla selezione dei generi alimentari nel negozio, dipende da quanto bene facciano il proprio lavoro e quanto bene l’azienda nel suo complesso lo stia facendo. Le aziende collaudate cercano di legare la percezione di sé dei loro lavoratori alla percezione del pubblico rispetto al proprio marchio. Un partner, invece, lo fa intrecciando i suoi successi e fallimenti a quelli dell’altro, anche quando le cose non dovrebbero essere mischiate. Una persona adulta e matura dovrebbe essere in grado di prendere le sue medicine senza l’aiuto del partner, dovrebbe saper cucinare anche per l’altro quando arriva l’ora e inghiottire le sue pillole in concomitanza dei pasti, tuttavia cosa accade in un sistema malato? Si delega la responsabilità di gestire le proprie cose direttamente sulle spalle dell’altro. La classica manipolazione implica dare la colpa per il vostro cattivo umore sempre al vostro partner: se non fossero così o se avessero fatto le cose correttamente, non vi sarete stressati/arrabbiati/ di pessimo umore.

ESTREMIZZATE TUTTO. Assicuratevi che non ci siano mai abbastanza soldi, tempo, condizioni, o stati d’animo, o qualsiasi altra cosa possa desiderare il vostro partner. L’impossibilità rende auto-perpetuanti i sistemi malati, perché non è mai possibile aggiustare il sistema se non c’è mai abbastanza tempo per pensare a una soluzione migliore. Tutti devono lavorare sodo e alla massima potenza, ma solo per impedire al sistema di crollare.

Tutte queste indicazioni servono per creare un brutto posto di lavoro o una cattiva relazione, che tuttavia genera dipendenza.

E voi che siete intrappolati in questo sistema, cosa provate?

Bene, vi precipitate a spegnere incendi nella speranza di far andar bene le cose.

Perché il vostro mondo crolla se smettete di farlo.

Ogni tanto riuscite a spegnere le fiamme per un attimo, convinti di averlo fatto perché state creando qualcosa di “molto più grande di voi”. Credete che le cose miglioreranno presto. E non potete smettere di credere. Già. Perché se smettete di credere, allora non sarete più in grado di andare avanti. No. Non riuscirete più a farlo perché tutto ciò che avete e tutto ciò che vi lega al sistema è il vostro bisogno di “farlo funzionare BENE”.

Non riuscite a vedere alcuna via d’uscita perché ci sono una serie di “cose” che vi bloccano. Potete pure provare una certa cosa, ma ci vorrebbe tempo e denaro, e voi non ne avete a disposizione. Vi è stato detto che riuscirete ad ottenere questo e quello… ma solo alla fine… quando succederà quell’altra cosa. Tuttavia, vi è stato detto anche che se mettete troppa pressione quella “cosa là” non potrà mai accadere, di modo che è meglio per voi tenere la testa bassa e aspettare. Alla fine, lo stress e il panico vi fanno sentire talmente “normali” che quando non ci sono fuochi da spegnere diventate “nervosi”. Perché? Perché sapete che la tregua non significa che le cose andranno meglio, ma che non siete ancora consapevoli di cosa non va.

E l’azienda o il partner sempre lì, a buttare giù una crisi dopo l’altra TUTTO IL TEMPO!

Alla fine diventate così “pazzi” che non riuscite a interagire con nessuno che non sia ugualmente pazzo. Le persone normali scappano via da voi dopo avervi detto, fin troppe volte, il quanto siete stupidi perché non riuscite a andar via dal sistema. Quindi, avete perso ogni controllo della realtà. Siete circondati da persone che vivono nella follia e che non riescono a vedere una via d’uscita, esattamente come voi. Passate tutto il tempo a dirvi l’un l’altro che è un peccato, ma che è così che funziona, che non c’è modo di aggiustare il sistema, ma che tutto andrà meglio quando succederà “la cosa”. Quando qualcuno sta un po’ meglio, allora vi guarda e dice: “Ehi, ragazzi, è pazzesco, adesso basta con tutta questa roba!“, ma è diventato un ingranaggio rotto all’interno del sistema. Le persone sane si rendono presto conto che non c’è nulla che possano fare per voi e si tirano indietro, scappano, lasciandovi soli con i vostri amici “pazzi”.

E alla fine pensate che sia normale vivere così…

Iniziate, quindi, ad avere fantasie suicide… Pensate di potervi uccidere. Ma no, cosa dico! Non state mica così male! Non pensate a questo tutto il tempo e non state nemmeno cercando di uccidervi. Vi augurate solo che avvenga qualcosa che vi faccia morire, ecco.

Un giorno toccate il fondo: la voglia di morire è diventata così grande che uscire dal sistema malato sembra un buon modo per suicidarsi. O forse siete così depressi che non vi interessa più niente, di niente, di niente. Forse vi siete resi conto di cosa accadeva prima. Forse avete capito che, mentre eravate lì, con la pillola in mano, il vostro partner era troppo impegnato a fare la Star per ingoiarla, e che alla fine non è malato come pensavate, ma semplicemente FOLLE. Ed è ora di farlo smettere. Forse capirete di essere dentro un sistema squilibrato, riuscirete a identificare il modello di persone che ottiene sempre una promozione, e vi renderete conto di non poter mai e poi mai qualificarvi per la mansione che vi avevano promesso.

Eppure resterete lì, in attesa che tante porte si aprano e cose fantastiche accadano: che la posizione che avete sempre sognato vi venga assegnata; che la scuola che intendevate andare offra una nuova borsa di studio per persone come voi – con la persona che gestisce le borse di studio che vi dice “confidenzialmente” che, con le vostre qualifiche, sarete certamente al primo posto… Oppure che riceverete un eredità di $ 100.000 da un vostro antenato, prima o poi.

Se pensate che potete avere esattamente tutto quello che volete, semplicemente allontanandovi dal sistema in cui siete invischiati, sappiate che succedono due cose, una dopo l’altra:

PANICO! TERRORE! IL CIELO CADRÀ SULLA MIA TESTA! HO PERSO TUTTO CIÒ CHE HO COSTRUITO E NON LO RITROVERÒ MAI PIÙ! Non c’è abbastanza stress, quindi c’è qualcosa che non va. Qualcosa di orribile sta succedendo e non so come fermarla, oh dio, cosa sta facendo il mio ex-ragazzo? Posso salvarlo da una distanza di sicurezza? Sono io la responsabile! Devo chiamare l’ufficio e assicurarmi che tutto vada bene! Devo assicurarmi che tutto quello che ho lasciato dietro è ok… perché senza di me tutto crolla e ora non sono più lì per sistemare le cose. Tutto sta andando a rottoli e tutte quelle persone innocenti si sentono ferite da me, ma posso risolvere tutto tornando indietro…

…Ora, rieccomi qui… mi sento molto meglio.

Per quanto mi riguarda è tutto finito, come se qualcuno avesse smesso di picchiarmi in testa con un martello. Non sapevo nemmeno che il martello fosse lì, ma ancora mi chiedo: perché ho lasciato che qualcuno mi martellasse la testa per tutto quel tempo? Cosa diavolo stavo pensando? Perché pensavo che tutto ciò avesse un senso?

Una volta che sarete fuori dal sistema, capirete che non ha alcun senso.

Le carote che vi venivano offerte erano per evitare la vostra comprensione dello schema malato.

Solo allora comincerete a comprendere veramente il quantitativo di stress che avete sopportato e verrette a conoscenza di fatti che non sarebbero mai stati creduti quando eravate dentro il sistema.

E il sollievo sarà più grande di quanto mai avete potuto immaginare quando eravate invischiati.

Ora, in questi ultimi paragrafi, mi rivolgo a TE.

A TE che non sei tra le persone alle quali mi rivolgevo prima.

A TE che sei il partner o il datore di lavoro che ha bisogno di istituire un sistema malato per ingabbiare le persone, dico: non ti preoccupare. Non è la fine del mondo, ora che tutti sanno. Ti senti un po’ male perché ti senti solo, perché la tua ex-amante se n’è andata a gambe levate; perché sei a corto di personale e i tuoi migliori dipendenti hanno migrato verso la concorrenza.

Ora, però, che conoscete il segreto per creare un sistema malato, sapete la verità:

Chiunque può restare invischiato nel sistema malato quando messo in moto abbastanza lentamente.

Chiunque può entrare nel tuo sistema malato se i tuoi standard sono abbastanza scarsi.

Qualsiasi sistema malato può soddisfare i tuoi bisogni se i tuoi bisogni sono primitivi.

Sì, tu avrai una nuova persona inserita nel posto vacante del tuo sistema in pochissimo tempo.

Ora esci. Vai a trovare del sangue fresco…

Ricordati però di una sola cosa: NON PRENDERTI LA FATICA DI ADATTARE IL TUO SCHEMA ALLA PERSONA, MA ADATTA LA PERSONA AL TUO SCHEMA.

48 pensieri su “Come può un “cervello rettiliano” generare tanta dipendenza? Le linee guida dei vampiri affettivi per tenervi aggrappati PER SEMPRE

  1. Cara Claulelia è il puzzle a cui non manca nemmeno un pezzo…è pazzesco, mi ha lasciata in malo modo e ho trovato la forza di bloccarlo e in un mese e mezzo ho ripreso lucidità, così tanta da leggere ora esattamente tutto ciò che mi succedeva punto per punto.
    Non manca una virgola
    Mi è solo di conforto capire perché ci sono cascata…la rana bollita che non è saltata fuori per tempo. Ecco perché ci vuole tempo a capire che poi, da dentro le cose le vedi ma non le capisci perché è un sistema mentale talmente malato che appena inizi a porti le domande giuste arriva il np e ti toglie il punto di domanda!
    Complimenti per l’articolo è uno tra i più illuminanti…ecco questo andrebbe insegnato a memoria a tutte le persone sane di mente! Un abbraccio

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    1. Cara Eris, ci sono autori che mi fanno venire i brividi per la precisione estrema con la quale descrivono il meccanismo di uccisione dell’Io di una persona fino a ridurla a uno zero. Sono d’accordo con te. Il testo è di una potenza DISARMANTE perché ci offre il tipo di LUCE che ci piace, ossia, ha la chiarezza che ci illumina e che ci porta ad accarezzare ogni parte del corpo e pensare: caspiterina, ma guarda un po’ da cosa sono scappata!!! Abbraccio grande e buonissima notte!

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  2. Cara Claudileia, articolo come sempre illuminante e perfettamente rispondente alle dinamiche adottate per tenerci al guinzaglio.
    Faccio un commento maschile: quando da ragazzo giocavo a calcio, esisteva il cosidetto fallo di confusione; cioè quando in area di rigore c’era un certo parapiglia, di solito un difensore invocava un fallo inesistente o simulato che l’arbitro fischiava appunto a favore della difesa; insomma qualcuno aveva sicuramente fatto qualcosa anche se nessuno aveva visto nulla e dare palla alla difesa non incideva sulla partita. Leggendo l’articolo mi è sembrato che sia più o meno lo stesso: cioè si viene trascinati in una specie di centrifuga emotiva nella quale non si capisce assolutamente nulla e alla fine della quale il nostro np, come il difensore che chiama fallo, ferma il gioco, prende il pallone e riparte da dove vuole lui, facendo in questo caso anche la parte dell’arbitro.
    Nelle partite di calcio dei ragazzi non succede nulla, ma nella vita questo gioco ripetuto decine e centinaia di volte può destabilizzare una persona. Ci vorrebbe la moviola ogni volta, riuscire a fermarsi, rivedere l’azione, capire come sono andate veramente le cose ed eventualmente punire il simulatore. Solo che questo avviene ai mondiali di calcio, non nella vita reale.
    Cara Eris, non ti crucciare più, concentriamoci su come uscirne senza farci più intrappolare.

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  3. Cari tutti,
    per quanto mi riguarda la parte più difficile è stata scoprire e alla fine arrendermi al fatto che dietro tutto quello che mi stava succedendo nel tempo e che si ripeteva con incessante e lacerante ciclicità c’era un disegno più o meno definito.
    Che l’allontanarsi non veniva da un suo turbamento, da sensi di colpa per la ex che non era ex, da qualche malattia improvvisa, da me che pretendevo troppo, lo deludevo o da tutto il repertorio snocciolato negli anni. Così come i ritorni, che attribuivo a mancanza, ripensamenti, a l’amore può tutto…
    Se penso a quanto mi sono sentita in colpa, quanto ho lottato ogni volta per non far accadere l’inevitabile, quanto gli sono stata vicino per tenermelo accanto. O a quanto mi sono sentita grata, innamorata ma anche persa quando tornava da me.
    E lui agiva e agisce anche ora che l’ho allontanato io con cognizione di causa, abbandona e tira a se la lenza con ciclicità incessante, forte di quell’amo che ha lanciato con tanta precisione durante il maledetto love bombing.
    Gli sono bastati pochi mesi, anzi direi pochi giorni per farmi abboccare, per anni mi ha trascinato appesa alla lenza tra acque chete alternate a forti tempeste…
    Aver compreso questo ed essermi liberata dall’amo la considero una delle vittorie ma anche sconfitte più grandi della mia vita: ho fatto bene a liberarmi ma mai avrei dovuto abboccare.
    Avrei dovuto considerare più me stessa, la vita che ritenevo insoddisfacente allora avrei dovuto cercare di renderla migliore come ho fatto oggi, senza fidarmi ciecamente di una persona che conoscevo appena, senza cercare un rifugio che poi è diventata una trappola.

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    1. Cara Device, credo che nessun essere umano al mondo venga preparato sin dalla nascita ad affrontare i predatori della sua specie. A maggior ragione quando il predatore è una madre, un padre, dei nonni o fratelli. Dopodiché, come dice l’articolo stesso e molti altri sul blog, il processo è molto lento. Un predatore nato sa che per cuocere un cervello intelligente, affinché si renda appetibile e si limiti esclusivamente a soddisfare la sua fame, ci vuole tempo e impegno. Durante il love bombing il tuo cervello viene plasmato, indotto al servilismo. Noi, tuttavia, accecati da tanto ‘romanticismo’ non capiamo che si tratta di sabbia negli occhi. Quindi, abbasso i sensi di colpa. Se fossimo tutti addestrati militarmente sin dalla culla a scovare predatori vivremo in un mondo paranoico. Siamo umani, non animali. La giraffa appena nata sa che se non cammina subito, allora verrà mangiata. La giraffa, però, dipende totalmente dal suo istinto ed è stata naturalmente predisposta dal creato a correre appena partorita. Noi umani siamo predisposti a correre e a salvarsi collegando istinto e ragione. Quando salta questo collegamento rischiamo di essere divorati. Impariamo insieme a farlo, qui e altrove. Un abbraccio gigante a te e grazie per i commenti. Sto cercando di leggere tutto, piano piano, buono buono…

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      1. Claudileia io potevo pensare si che ci sono persone che non hanno una buona energia si che sono magari non belle persone ma questa è un altra cosa. Oggi in particolare come ho scritto a Eris poco fa mi sembra di smettere di lottare la voglia di piangere e continua la debolezza la scarsa memoria e il resto sono passati 30 giorni dal contatto zero ma ovviamente se ne parla sull ambiente di lavoro perché appunto facciamo tutti capo alla stessa struttura. Ma questo dolore e immenso cerco di non farlo vedere ma le persone mi dicono che ho gli occhi vuoti come se ti hanno davvero rubato l anima. Cinzia mammoliti aveva azzeccato il titolo del suo libro. Letto 5 anni fa e si vede che ho imparato molto.mi sono concentrata sulla parte finale invece il pericolo era la parte iniziale . Quando ti entrano nella mente velocemente come mai…velocissimi matrimonio figli vacanze tutto subito e da lì che dovevo capire quanto pericolo correvo. Ma no ..il danno è fatto. Io sempre positiva sono ora questo . Dovevo migliorare e invece ho sempre nausea e mangio pochissimo.con il passare dei giorni non doveva essere così. Non è che non ne uscirò mai più? Perché se così questa non è una vita degna di essere vissuta. Un saluto e graziw

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      2. Cara Mirna, considera che il senso di vuoto è una delega. Loro, per sfuggire a ciò che stai provando non si guardano mai dentro, ma cercano di ingozzarsi di anime e di robe varie. Vivono freneticamente per l’incapacità di affrontare tutto l’orrore che hanno combinato e combinano. La soluzione che hanno trovato è il trasferimento del loro vuoto alle anime che incontrano. Non è roba tua, quindi puoi sempre scrollarla di dosso. Il punto è che loro ti vogliono proprio così, ridotta a uno zombie per sentirsi meglio. Cerca di comprendere che ciò che sei non ha niente a che vedere con il vuoto che ti ha lasciato in eredità.

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      3. Caludileia cara,
        non ringraziarmi… sai quanto servono a me questi post. Scrivere a voi uno sfogo, un consiglio, un pensiero è la migliore terapia che potessi trovare. Mi sento circondata di affetto e comprensione e soprattutto mai giudicata. Questo blog è stata la mia ancora di salvezza tanto nello scoprire il narcisismo quanto per capire che dovevo fare qualcosa e poi per venirne fuori: all’inizio del no contact dalla mattina appena sveglia fino all’ultimo pensiero della sera rifugiarmi qui, distrarmi dall’orario, analizzare la mia scelta e prendere consapevolezza che era il percorso giusto e obbligato è stato per me più che una terapia.
        Detto questo, sì, abbasso i sensi di colpa, è sacrosanto a questo punto. Ma il pensiero resta. Tutta una vita spesa sui sani principi, a fare le cose come andavano fatte ma non per obbligo o bigottismo, per volontà. La consapevolezza di quello che ero, della mia forza, della mia testa, del mio essere una donna con le palle.
        Poi un bel giorno arriva lui e mi ritrovo ad abbandonarmi a romanticherie mai cercate, ad avere spalle forti su cui appoggiarmi, a sognare ad occhi aperti una vita senza problemi fatta solo di occhi a cuoricino, sorrisi e passione. E bella, più bella che mai, bella come nessuno mi aveva mai fatto sentire. Come nemmeno io stessa mi ero mai sentita.
        Ci è voluto tempo per capire che dietro la maschera il principe azzurro altri non era che un essere ignobile, che io ero diventata l’amante di un uomo impegnato, che la vita era senza problemi solo perché non era reale. E ho cominciato a vedermi brutta, perché ero bella solo quando piaceva a lui. O forse perché mi sentivo così dentro: piena di bugie, di azioni che mai avrei pensato di commettere, a perdere lucidità e affetti veri.
        Non nasciamo con l’istinto di difenderci dai nostri simili, è vero. Ma le armi per combatterlo le avevo tutte: la mia morale, la mia empatia, la mia intelligenza. Eppure non sono servite, o anche non le ho utilizzate. Realizzare che è stato più furbo di me, nel capire dove affondare il colpo è lacerante. Anzi, è lacerante realizzare che è stata una questione di furbizia.

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      4. Sì, cara Device: ma oltre alla “furbizia” cos’altro hanno dentro? Il nulla. Possono sembrare molto furbi ma in realtà la loro stupidità non ha confini o riscontri in questo pianeta. Se andiamo a guardare la scia di opportunità che hanno sprecato nella vita, l’esercito di persone oneste, intelligenti e brave che hanno ferito, c’è da inorridirsi e farsi il segno della croce o mettersi una collana d’aglio al collo ogni volta che ti capita di pensare che eri lì lì per renderti schiava fino alla fine dei tuoi giorni. Non c’è niente da fare, la furbizia non sarà mai convertita in intelligenza, in genialità, in empatia, in bellezza, in sentimenti… La loro furbizia è soltanto stupidità adobata a festa. Se fossero così furbi non sarebbero mai sgamati, invece basta guardare quanti siamo per comprendere che il copione è vecchio, obsoleto come le loro “idee migliori”.

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    2. Claudileia le tue metafore sono esilaranti… quella della collana di aglio calza a pennello e mi hai fatto fare una risata nella “tragicità” di quello che ci stiamo dicendo.
      Hai ragione su tutto, non credo sia furbo nel senso positivo del termine. Da tempo lo vedo come un avvoltoio che vola basso aspettando che la sua preda muoia dissanguata.
      E’ il fatto di essermi messa nella condizione di farmi preda che non riesco ancora a digerire. E’l’ingiustizia subita. E’ l’accoltellamento alle spalle. E’ quello che poteva succedermi, mi avrebbe fatto morire dissanguata senza nemmeno alla fine spolparmi.
      Puah!

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      1. Sei destabilizzata per la crudeltà relazionale del soggetto, per il fatto che mentre ti diceva: “Non ho mai avuto una donna più bella, più brava, più interessante, più intelligente, più desiderata di te! Oh, mio Dio, ma quanto sono fortunato per averti! Tutti i miei amici muoiono di invidia quando mi vedono assieme a te! Wow, che donna…” ma poi, appena girato l’angolo, vedevano un’altra e dicevano la stessa cosa… Il punto è: lo dicono anche ai criceti, alle suore che camminano per strada, al macellaio per avere sconti sulle salsicce e al benzinaio per avere più timbri quando porteranno la loro contabilità dal commercialista, il quale si crederà il commercialista più furbo e competente e incredibile del pianeta, ESATTAMENTE come te. Cara Device, so che la cosa oggi ti fa tristezza, ma a debita distanza vedrai che questi tipi umani hanno una funzione sul pianeta, oltre a fare gli avvoltoi delle debolezze altrui e fare un sacco di danni a chiunque incrocino per strada: dimostrare il quanto un essere umano possa rendere miserabile la sua vita. È l’unica lezione che potrai cogliere da tutto ciò. Non che siano maestri di vita, attenzione! Sono maestri di non-vita che ci indicano INVOLONTARIAMENTE cosa NON FARE DELLA TUA VITA. Dico involontariamente perché volontariamente sanno fare solo danni… Ecco perché quando fanno una cosa bella si sentono talmente male da renderla orrenda. Prendono una bella donna e la rendono uno zombie; hanno dei bellissimi bambini che maltrattano tutto il tempo per renderli dei robot; hanno un lavoro decente ma si impegnano per perderlo… Insomma, è nella bruttura della vita che trovano il loro meglio. E tu, cara Device, hai delegato a un’altra tutto questo schifo proprio perché sei VERAMENTE bella, altrimenti saresti rimasta a lottare fino allo sfinimento per avere accanto un vecchio clown. Lascia perdere.

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      2. Esatto cara,
        per la “crudeltà relazionale del soggetto”: per avermi scientemente scelto dopo avermi studiato un po’, per come mi ha approcciato scoprendo solo da poco che aveva utilizzato più o meno la stessa tattica per un’altra (e va a vedere quante poi), per essersi messo nel ruolo di vittima sacrificale una volta scoperti i primi altarini, per il futuro fake che mi prospettava, per avermi indotto ad accettare o ad avere io stessa comportamenti che sapeva che aberravo.
        Ora lo osservo come da un vetro, mentalmente ripercorro questi anni, vedo come anche lui si sia imbruttito e rinchiuso con le sue stesse luride mani in una vita fatta di menzogne, di maschere, di fallimento.
        Non so se mi fa più pena o schifo. E a un certo punto non mi interessa.
        Quello che so è che me ne sto tirando fuori – come dici tu – imparando cosa NON fare della mia vita. Ora sono più diffidente, penso che ci sta, ma so cos’è il quotidiano, cos’è amare ed essere amati senza contropartita, senza dubbi, senza inganni. So cosa vuol dire essere finalmente e realmente libera.
        Grazie per le tue parole Claudileia.
        Ti abbraccio forte e.. viva noi, viva la nostra bellezza.
        Sono sicura che ce la faremo prima o poi, tutti.

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  4. Caro Gianni, una cosa che spesso penso è il quantitativo di energia che questo tipo di simulazione, questo teatrino dell’assurdo, comporta nella vita reale, soprattutto quando un unico giocatore recita su più campi contemporaneamente. Penso alla disperata fame di nutrimento che bisogna avere per sostenere ai diversi arbitri che hanno intuito male e che non si tratta affatto di una simulazione, ma di un gioco pulito. Penso a cosa avrebbero potuto diventare queste persone se non fossero permanentemente boicottate dalla superbia e dai deliri di onnipotenza. Seminano il caos nella mente delle persone, ma alla fine crollano sfiniti anche loro. È vero che si sollevano SUBITO, appena l’esca lanciata viene abboccata da un nuovo pesce, ovvero, appena un nuovo arbitro sospende il suo giudizio e prende per vera la simulazione. Tuttavia, Gianni, ne vale la pena la ruota di topo in cui hanno trasformato la loro vita? Deve essere ORRIBILE pretendere che il mondo ti ammiri per essere FELICE. Non provo compassione per loro, ma solo bisogno di tutelarmi. Ci vuole tempo per comprendere che la loro pericolosità sta nell’estrema abilità con la quale giocano con i sentimenti di mezzo mondo. Hai fatto una metafora azzeccatissima dell’intero articolo e la terrò stretta al cuore. GRAZIE

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    1. Cara Claudileia, sono contento che ti sia piaciuta la metafora, mi è venuta al volo leggendo l’articolo, la sensazione era proprio quella; devo confessare che mentre scrivevo mi è scappato un bel sorriso, mi ha fatto venire in mente quando ero giovane.
      Continuo allora la mia metafora calcistica: “il quantitativo di energia che questo tipo di simulazione, questo teatrino dell’assurdo, comporta nella vita reale”: mi viene in mente il simulatore per eccellenza (spero di non urtare il tuo patriottismo calcistico ….. ) Neymar: grandissimo giocatore, ma quanto tempo ed energia spende per le sue sceneggiate? E quante soddisfazioni sportive gli tolgono? Perlomeno lui le fa davanti a milioni di persone, i nostri np di solito nascosti nell’ombra della relazione, così che nessuno se ne accorge a parte la vittima, che ci impiega comunque un sacco di tempo a vedere le cose per quello che sono, e ad accorgersi di quanti falli di confusione sono stati nel frattempo fischiati!
      “cosa avrebbero potuto diventare queste persone se non fossero permanentemente boicottate dalla superbia e dai deliri di onnipotenza …. ma alla fine crollano sfiniti anche loro”: idem come sopra, meno sceneggiate e più goals e forse avrebbe vinto qualche mondiale o pallone d’oro in più. Ecco questa è una cosa che mi fa rabbia, non per Neymar chiaramente, ma per mia moglie; la reputo una persona che avrebbe mille potenzialità, che però lei appunto boicotta sistematicamente, distruggendo quanto di buono potrebbe avere; in effetti lei è sempre stremata, e ci credo: quando va al lavoro deve reggere una sceneggiata, con l’amica X un’altra, con l’amica Y un’altra ancora, con la sorella una ancora diversa e così via, e questo credo richieda una dose di energia enorme.
      Ma non è più un problema mio, io sono sceso, almeno metaforicamente, dalla ruota del topo e non mi resta che guardare lei continuare a girare a vuoto; o come diceva a suo tempo il mio terapeuta: “se sua moglie è su un treno e va deliberatamente a schiantarsi contro un muro, lei scenda dal treno”.
      A me la cosa fa comunque un po’ di compassione perchè so da dove le deriva questa incapacità di vivere, ma ho ben imparato che prima di questa compassione viene l’autotutela, che sto mettendo in atto.
      Chiudendo con la metafora; il calcio è lo sport più bello del mondo e, come la vita, è regolato da norme bellissime e nobili; purtroppo è anche spesso popolato da persone disoneste che tentano di vincere barando, o che non hanno nessun rispetto per gli avversari e non accettano nessuna sconfitta; e purtroppo spesso non cambia che si tratti di campioni affermati (np grandiosi) o di modesti frequentatori di campetti di provincia (np meno grandiosi, meno evidenti, ma non per questo meno pericolosi).
      Grazie a te!

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    2. Claulelia hai proprio ragione quando scrivi: pretendere che Il mondo ti ammiri per essere felice…
      È vero anche che si sfiniscono pure loro (poverini). Infatti hanno dei periodi in cui toccano il picco massimo di ammirazione e qui poi inizia il crollo perché dedicano praticamente tutte le loro energie solo per fare questo mestiere…
      Si riposano, stanno calmi; apparentemente stanno anche meglio poi ricominciano perché non possono farne a meno perché sono vuoti senza chi inconsapevolmente si annulla per sostenere loro!

      Comunque la verità è scritta nero su bianco in questo articolo che arriva proprio nella fase del risveglio mentale! Mi è piaciuto il tono sarcastico…aiuta molto

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      1. Cara Eris, l’investimento nel love bombing è davvero pesante. Non misurano gli sforzi per ottenere quel che vogliono, come e quando vogliono. Non importa se il conto in banca è in rosso: se vogliono andare alle Bahamas con la nuova fiamma o per “riposarsi” dalla fatica di un lavoro che svolgono alla meno peggio, sono disposti a indebitarsi ancor di più pur di soddisfare i loro bisogni. Ciò che conta è il loro piacere, il loro benessere, il mantenimento dell’immagine. La gestione delle finanze è spesso caotica e quasi sempre finiscono sul lastrico, di modo che il “crollo” arriva anche per questo motivo, ovvero, mancano dei soldi per arruolare carne fresca. Appena hanno un po’ di più, l’umore cambia e il girotondo va avanti…

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      2. Cara Claulelia sai cosa faceva il mio np per scappare da questo immenso stress auto generato? Scompariva da tutto e tutti per ridarsi ossigeno mentale e allontanare tutte qlle figure che gli stavano troppo addosso. Ora vedo il meccanismo della dipendenza indotta. È tutto perfettamente incastrato. Ho passato anni a pensare con orrore che lui fosse forte e perfettamente in grado di eliminare le persone ma la verità è tutto l’opposto…sono loro i veri dipendenti, poi che sia con tiza o con semproniA non cambia niente loro non sono in grado di stare da soli. Ecco perché ci dobbiamo staccare noi per salvarci perché noi possiamo eliminare la dipendenza loro no.
        Anche questa cosa ora mi risulta così evidente ma quando stavo con lui per niente perché usava la mia dipendenza per farsi figo della sua inesistente autonomia.

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  5. Vorrei condividere questo post pubblicato da Cinzia Mammoliti sulla sua pagina social come auspicio che ciò accada al più presto a tutti noi.

    Dopo una sofferenza emotiva potente si prova un dolore lancinante che si ritiene non possa finire mai. Ma arriva un giorno in cui all’improvviso ci si risveglia e quella morsa al petto e allo stomaco sembra avere mollato un pochino la presa. Difficile credere possa  durare a lungo, invece si arriva a stare bene all’improvviso senza neanche passare dal meglio. L’inferno è ormai terminato e la sua fine è giunta senza nemmeno il minimo preavviso. Incredulità ed entusiasmo prendono il sopravvento e il ricordo di un tempo sempre più lontano evapora fino a dissolversi. Non si può quasi credere di essere riusciti a sopravvivere a così tanto dolore tutto insieme. Invece è successo e al prossimo che si ripresentera’ saremo più preparati. Perché questa è la vita e non può esistere gioia senza dolore.

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    1. Ho letto due volte quel libro che anni fa ha aperto la strada della consapevolezza…era uscito da poco l ho consigliato prestato ma evidentemente non mi e servito per riconoscere anni dopo il visitor..peggiore che mi potesse capitare. Evidentemente il mio percorso non era ancora completo e magari abbiamo dovuto passare noi attraverso l inferno per testimoniare e aiutare Attraverso l informazione chi potrebbe salvarsi un Po prima.

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      1. Cara Mirna ricordati che siamo umani…noi…
        È normale non capire subito le situazioni. Il love bombing è potentissimo e tu eri sola da tanto e magari ne avevi pure bisogno per te come donna. Non ti colpevolizzare. Non è colpa tua tu non hai ingannato nessuno tienilo sempre in mente.
        Però ci sei già passata e ne sei uscita quindi uscirai anche da questa situazione visto che riconosci anche tu che è stato il peggiore di tutti.
        Ci vuole pazienza e tanto contro lavaggio del cervello.
        Buon pomeriggio

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  6. Ciao a tutte/i.
    Spesso nei momenti di maggior sconforto, ho cercato di capire a cosa paragonare gli psicopatici. Quando mi saliva quella sana rabbia per essere caduto come un idiota in una trappola semplicissima, mi sono posto spesso questa domanda. Loro non usano chissà quali alchimie per intrappolarti. Ragionano in modo molto semplice. Nel love bombing capiscono di cosa hai bisogno e lo elargiscono a piene mani. E’ questa la grande illusione. A cosa o a chi paragonarli quindi? Nel momento dello scarto si prova odio e profondo rancore per loro, e allora si arriva a definirli vermi, parassiti, vampiri, figli di cane e via dicendo. In realtà, come esempio, la domanda da porsi è la seguente: a cosa somiglia un cobra? Risposta: a un cobra! A cosa somiglia uno psicopatico? Risposta: ad uno psicopatico! Se ti avvicini troppo al cobra sai che ti colpisce col suo veleno e ne stai quindi ben lontano. Purtroppo il cobra in questione ha sembianze umane, quindi non è così pericoloso. Ci si può fidare. E invece NO! Abbiamo o avete avuto a che fare con una bestia ben più pericolosa. Quindi va evitata. Come il cobra.

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    1. Caro Kolisch, quello che invece mi lascia ancora interdetto del np (ci va dentro tutto, dallo psicopatico, all’ambiguo, al vero e proprio perverso ecc), è la totale assenza di coerenza. Tutto è intercambiabile, ieri ti massacrano, oggi sono sdolcinati, ieri ti dicono che ti amano oggi sei uno con cui si sta per convenienza, ieri freddi e lontani, oggi ti girano intorno come le mosche ecc.
      Il tutto apparentemente nella totale normalità, un continuum per loro, come se non ci fosse differenza.
      Ho da tempo smesso di cercare di capire, e di conseguenza di chiedere spiegazioni. Ma come dici tu, non c’è dietro nessun pensiero o strategia molto sottile, solo una rapidissima capacità di adattamento alla situazione corrente o alle loro estemporanee esigenze.
      Poi possono cambiare di caso in caso le sfumature in merito a perversione e cattiveria, ma quello che non cambia mai è l’effetto distruttivo su di noi.
      Quindi l’unica è evitare, se possibile, di avere a che fare con loro; se possibile..

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      1. Caro Gianni,
        la risposta al quesito che ti lascia tuttora interdetto, è il fatto che gli psicopatici non percepiscono lo scorrere del tempo come le persone normali. Per loro il “IERI” non esiste come non esiste il “DOMANI”. Vivono solo il presente. Non hanno ricordi del passato né prospettive per il futuro. In poche parole “Tirano a campare”.

        Ciao

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      2. “Ma ti sembra normale il tuo comportamento??? Ieri mi dici che ci apparteniamo, che hai dei progetti che vuoi raggiungere con me, che devo solo fidarmi una volta per tutte,
        E oggi salta fuori un’altra e tu mi dici di non sapere cosa sia più giusto per noi dato che io non riesco a fidarmi e che stai “troppo male” per il mio comportamento, che non ti accetto per come sei(???)?”

        “Nora, ieri non è oggi.”

        Penso non ci sia altro da dire.

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      3. Cara Nora, ti dico la verità che ho imparato io davanti a tutto ciò che è solo ed esclusivamente una: BLOCCARE (senza nemmeno avvisare o dare tante spiegazioni) e ANDARSENE
        Fine stop
        Non ti sto dicendo cosa devi fare ti sto solo dicendo cosa ho fatto io davanti alla presenza dell’ennesima ‘altra’
        Io ormai avevo capito il soggetto ed ero stanca morta del solito schifo.
        Sta a te capire fino a che limite vuoi arrivare. Basta che non vai oltre come ho fatto io almeno magari non ti ritrovi a ripartire così tanto in basso verso te stessa.
        Un abbraccio

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      4. È quello che ho fatto… lo avevo già fatto tante volte prima.
        A livello oggettivo ho vissuto con lui diverse cose anche peggiori di questa, ma soggettivamente questa è la mia ferita. Mi ha proprio uccisa, ed io ho cercato questo omicidio-suicidio per avere l’ennesima conferma che non sono abbastanza per meritare amore, che ci sarà sempre un’altra meglio di me.
        Parlo a livello emotivo, razionalmente so che non è vero… ma non so ancora come arrivare lì in fondo.

        Ora è dura perché la tentazione di controllarlo è fortissima, ma già per come mi arrivano queste voglie capisco quanto sia malsano. Qualcosa che mi assale appena sveglia o durante il giorno, mi salta addosso dicendomi “ommioddio DEVI SAPERE, cerca la conferma di quanto tu non sia stata all’altezza, vai, corri, Instagram, Facebook, solo un’occhiata, non ti farà così male”
        (Craving)
        Cosa che facevo ogni giorno, più volte al giorno… la notte mi svegliavo ogni ora con l’ansia o per aver fatto incubi (ovviamente sognando che lui mi avrebbe mandata via per un’altra) -> cosa che poi il giorno dopo è successa 😅
        Ma non voglio mettere punto sul mio presunto sogno premonitore, non bisogna essere sensitivi per capire come sarebbe andata, e quanto fosse tutto tremendamente sbagliato.

        Era diventato ancora più assurdo di quanto non fosse già, io avevo la consapevolezza di tutto, volevo semplicemente che lui ammettesse, che fosse onesto che i motivi per cui stava con me erano semplicemente di profitto, e che mi teneva nascosta dicendo ai suoi amici che ero un’amica perché non mi vedeva all’altezza del suo standard di donna.
        Invece no, erano sempre mie paranoie, si definiva allibito per quanto io fossi insicura e pensassi di meritare così poco, che dovevo lavorare su di me, eppure quando decidevo di andarmene
        “Ecco te ne vai senza lasciarmi nemmeno una sigaretta, questo e tenerci” o “mi avevi promesso che mi avresti aiutato fino a fine mese, lo fai sempre e poi te ne vai, non mantieni mai la parola, è ovvio che non posso fidarmi di te”

        Ho ancora un po’ di ansia se penso che fra poco è il mio compleanno e il mio desiderio era di passarlo con lui (ovviamente), ma ora penso di quanto si sentiva fiero del suo regalo, ovvero dei “pantaloni” modellanti che stringono la pancia e alzano il sedere.

        … e va bene così.

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      5. Cara Nora quando si dice che le cose succedono sempre per un motivo…eccoti che oggi scrivi tu. Mi hai riportata indietro a come mi sentivo io cioè uguale identica a te.
        Io ora, leggendoti, mi rendo conto che quelle sensazioni grazie al cielo non le provo più. Hanno fatto parte di me per 4 anni poi hanno iniziato a trasformarsi fino a che non ho realizzato finalmente che non ero io di meno. Anche da sto loop di pensieri è difficilissimo uscirne perché ti mettono di fronte ad una realtà che riguarda solo te stessa ed è in ql vuoto, fallimento, in qlla totale debolezza e apatia che poi devi scavare.
        Vedi che poi è sempre una storia che si ripete? Io ti passo ogni singola parola che hai scritto però ti aggiungo un pezzettino…quando arriverai a chiudere bloccando e non avere nemmeno più la voglia di guardare l’OVVIO allora avrai finalmente bloccato per te stessa. Ne ho fatti tanti anche io di blocchi finti in cui speravo tornasse!
        Certo è che non puoi più farti trattare così. Almeno a questo mettici un punto perché è solo da questa piccola ma immersa consapevolezza che puoi ripartire per il viaggio infernale che poi attende ma almeno hai un appiglio enorme a cui stare attaccata. Lo so benissimo di mio è dura. Se hai già scoperto che ha un’altra vattene non gli SERVI più, anzi sarò ancora più spietata e mi dispiace ma devo esserlo…in qsto momento gli dai anche molto fastidio eh già è proprio così…sei un tantino di troppo perché loro ragionano così! Se te ne vai mica torna ora, lo farà quando avrà di nuovo BISOGNO di te. Ti ha tenuta in parallelo perché gli servivi e anche questo l’ho passato pure io e so bene quanti sensi di colpa si vivono dentro e ora rifletti: ma invece tu che avevi bisogno di lui??? Quanti sensi di colpa si è fatto lui? ZERO e se la sta spassando mentre tu sei qui con noi lui è a ridere con quella. PERDONAMI per la crudeltà con cui ti scrivo ma ho fatto mesi così e mi hanno aiutata per tornare coi piedi sul pianeta terra. Incazzati un po’ di più….la vita ti sta servendo su un piatto d’oro la tua opportunità di scappare bloccare e ricominciare (con grandissima fatica purtroppo) senza sto SCHIFOSO che ora è con un’altra.

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      6. Non devi chiedere perdono, sono d’accordo con ciò che dici e ne sono consapevole.
        Penso che uno degli elementi più forti (oltre all’evidente manipolazione) fosse il mio continuo “vedere dietro”. Ovvero, riconoscere il suo senso di inferiorità, la dipendenza, la paura di essere abbandonato, la scarsa stima di sé, dietro alle sue affermazioni e comportamenti. Tutto quello che riconoscevo dentro di me… da lì nasceva la comprensione, la compassione, la tenerezza, che nutrivo nei suoi confronti, nonostante andasse a completo discapito mio.
        Accettavo il sentirmi dire “io sono un super-uomo, e voglio che tu sia la mia super-donna, ti basterebbe così poco, prenderti cura di te, solo un po’ di attività fisica e diventeresti una delle ragazze più belle della regione”

        Perché è quello che mi ripeto ogni giorno da non so quanti anni. Lo avevo già dentro prima di conoscere lui. Nonostante sappia che questi sono pensieri superficiali e cerco di combatterli sono dentro di me, creando una perenna frustrazione del tipo “potresti essere di più/no, devi accettarti per come sei”

        Percepivo tutto. Quando pensava che fossi bella ma non lo diceva per paura che mi montassi la testa, quando era infastidito guardando i rotolini della mia pancia nuda mentre avevamo un rapporto, l’approvazione del padre che mi adorava e quindi il suo senso di fierezza nell’avermi accanto (stranamente ha iniziato a dirmi che sono bella solo dopo averlo sentito dire dal padre), la frustrazione sapendo che invece a sua madre non sarei piaciuta, non corrispondendo ai canoni da lei “imposti” (ovviamente sotto forma di amorevoli consigli materni) su come dovrebbe essere la sua compagna.
        L’odio nei confronti dei suoi genitori e allo stesso tempo la continua ricerca di approvazione, prima di uno e poi dell’altro, sono cose che ho vissuto anch’io quando ero più piccola.
        La ragazza di ora sembra una fotocopia della sua ex (che la madre “adorava” perché aveva un fisico da modella ed un bel viso -> parole sue) ma più piccola, più bambina. Mi ha ricordato quando mi ha chiesto di vedere le mie foto di quando ero piccola, e dopo avergli fatto vedere i classici album di famiglia mi disse “no, non così piccola, voglio vedere com’eri a 13-14 anni”. Non ho idea di cosa gli frullasse per la testa.
        Oggettivamente non so concretamente se ci sia un’altra, mi baso sul fatto apparentemente superficiale che abbia iniziato a seguirla su Instagram, e so che chiunque mi direbbe “ma come fai a basarti su una cosa così nulla??”… ma io lo conosco. So che con quel gesto ha voluto dimostrare qualcosa lei ed insieme ha voluto provocare l’ennesimo scoppio e successivo allontanamento da parte mia, giustificandolo con “reagisco a ciò che mi viene detto e basta, e per quanto so di farmi male mi pugnalo. E poi mica ci esco, mica è la mia ragazza”
        Ma tornando alla frase di prima, so che venerdì non era la sua ragazza, ma chissà sabato! O oggi!
        Non uscendo mai di casa il suo unico modo di conoscere qualcuno è così. Essendo stata anche io quella nuova ai tempi so che è così. Certo, potrei controllare per vedere se il mio intuito è giusto, ma perché continuare a farmi del male? Per la magra consolazione di potermi dire “avevo ragione”?

        È come guardare un’identità formata un insieme di pezzi di puzzle che vengono da composizioni diverse, attaccati malamente con del nastro adesivo perché insieme non possono combaciare. Ma sotto questo cosa c’è? Nella nostra ultima discussione, avvenuta per la prima volta fuori casa (suo posto sicuro) mi sembrava di guardare un invertebrato, tutto molle e ricurvo su se stesso. Come quei vermini rosa che vediamo sull’asfalto dopo una forte pioggia. Eppure non sono riuscita a trattenere le lacrime, e dopo ciò le sue sembianze sono cambiate e mi sono sentita dire “vedi, fai tanto la dura ma piangi perché in realtà sai anche tu che ho ragione.”

        Perché, perché abbiamo imparato che cose come la bellezza estetica, i titoli di studio, l’approvazione sociale sono correlati al merito, al valore di una persona?

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      7. Scusa se mi permetto Nora e spero di aver capito bene quanto scrivi ma la tua domanda finale intuisco che nasce da un rapporto basato totalmente sulla superficialità. I meriti che io attribuisco a me stessa non hanno nulla a che fare col mio aspetto esteriore e dai tuo racconti percepisco che questo essere ha puntato la sua esistenza su cazzate del genere…vedi i regali che ti fa! Vedi le idee di sua madre ecc ecc se vuoi uscire da sta inutile superficialità esci mentalmente subito dall’inutilità di finti meriti che ti garantisco nella vita reale non portano a nulla. Io dal mio ex np sono stata tradita con ragazze o donne veramente bruttine in pratica l’opposto della tua esperienza quindi potrei dirti che proprio non era una questione fisica…
        È una questione di VUOTO COSMICO
        Ma tu davvero pensi che i meriti nella vita possano essere legati a cose del genere?
        Io credo proprio di no ma sei entrata in un rapporto totalmente fondato sul nulla a livello mentale, è tutto incentrato sulla fisicità, sui giudizi esterni di varie persone e sulla concorrenza
        I titoli di studio se poi sei un idiota senza valori ne’ cervello non ti portano da nessuna parte. Ho più di 20 anni di lavoro alle spalle e non sono laureata ma ho avuto a che fare con ignoranti incapaci laureati.
        I meriti e soprattutto i valori sono un’altra cosa. Quando sarai più lucida perché lontana da sto imbecille e inizierai a fare discorsi che mettono te al centro delle cose vere e concrete di quello che sei realmente capirai che vita insulsa avresti avuto con un essere vuoto come questo. Oltre ad essere un np è pure un decelebrato da come lo descrivi. Scappa ma scappa lontana più che puoi ti stai svuotando la testa e lo capisco perché a stare con uno superficiale che in più è anche un narcisista c’è solo da perdere lo smalto.
        Non puoi stare con uno che ti critica perché hai un po’ di pancetta ma poi nei momenti intimi? E se resti incinta di uno del genere che fai????? Pensa al futuro con un essere del genere pensati in prospettiva. Pensati cornuta e criticata per i tuoi chiletti di troppo e perché non piaci a mammina mentre cresci, da sola, un figlio di un cretino…
        Io ste cose oggi te le dico con grande trasparenza perché ho avuto una relazione con un narciso (non sto parlando ora del mio ex np) che mi criticava pure perché non ero abbastanza alta! Ma perché non se l’è scelta col centimetro in mano mi chiedevo!!! Beh mi faceva sentire uno schifo quando stavo con lui ed infatti troppa superficialità mi ha fatta disinnamorare quindi capisco bene come ci si sente ma ora sommo il narciso+narciso perverso e penso che hai fatto l’einplein
        Salvati e fidati troverai un uomo che ti aiuterà a capire quanto sei bella fuori ma soprattutto dentro anche se prima devi per forza farlo tu. Un abbraccio e sempre scusa i toni ma a me le docce gelate che mi hanno fatto qui queste bellissime persone che mi aiutano sono state un supporto indescrivibile

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      8. Ehehe… è più o meno come dici tu. Se le ragazze con cui si sentiva mentre stava con me definendole amiche non erano proprio amiche (cosa moooolto probabile), non erano affatto le cosiddette classiche belle ragazze, anzi.
        Quando mi diceva che ero bella la frase era accompagnata da un fiero “sennò mica starei con te! Ho solo avuto belle ragazze io”! O “pensi davvero che mi possa piacere quella, anche se la bombardo di likes e riciclo le frasi poetiche che scrivevo a te? Allora non mi conosci, a me non piacciono le ragazze basse.”
        Siccome il discorso della mia fisicità è uscito relativamente da poco (2-3 mesi fa) più volte gli ho detto “guarda che fuori è pieno di altre belle ragazze che corrispondono ai tuoi canoni, dici che sono QUASI perfetta? Sicuramente troverai meglio di me!” E lui ribadiva quanto fossi indisponibile per una conversazione normale, che voleva solo me, che cercava solo di farmi capire che dovevo prendermi più cura di me, perché mi sono lasciata andare tanto (???)
        Solo una delle ultime volte gli è sfuggito un “si Nora forse avrai anche ragione, ma le cose non cadono dagli alberi” ovviamente poi rimangiato subito, dicendomi che avevo capito male.
        Diciamo che dalla massa sono considerata “una bellissima ragazza, MA se solo avesse un paio di kg in meno!! Potrebbe fare la modella!”
        Da qui la frustrazione che mi porto dietro da una vita, e uno direbbe “ma scusa, al posto di continuare a stare così, mettiti a fare sport e smettila di lamentarti!”
        Avrebbero anche ragione… ma perché sono meno bella solo perché non sono da copertina? È un pensiero così radicato nella mente del popolo in generale che non sento mio, eppure ne sono totalmente influenzata. O forse ho paura che se fossi “perfetta” diventerei narcisista pure io! Non lo so… per ora ho capito semplicemente che il mio sbaglio è cercare all’esterno ciò che devo trovare dentro di me.
        A prescindere da questa, che è la mia ferita (quando la toccava non potevo fare altro che reagire emotivamente), per il resto sono quasi sempre riuscita a capire che le sue frasi, i suoi pensieri non erano i suoi. Non era autentico. Una volta mi ha scherzosamente rimproverata (Ahaha, che ridere scriverlo!) per quanto rumorosa fossi mentre facevo pipì. All’inizio ero incredula, ma mi fece ridere anche allora. Poi ho ricordato che lui fa sempre pipì seduto (non giudico la scelta di educazione, ma non avevo mai visto prima un uomo farla così), ed effettivamente è sempre stato silenzioso. Ho capito che era stata la madre non solo ad insegnarglielo, ma anche a rimproverarlo a sua volta così da imparare a farla silenziosamente!
        È un esempio ridicolo ma semplice, potrei farne tanti altri dello stesso tipo, ma fa capire che nulla di ciò che dice è suo. Di suo l’unica cosa che ho sentito davvero è la paura. Paura, terrore.
        E con questo non voglio giudicare nessuno, è inevitabile che ognuno di noi abbia delle abitudini derivate dall’educazione più o meno discutibili, ma il problema nasce nel giudizio e nella non accettazione dell’altro.

        E chiudo qui dicendo che il mio obbiettivo è quello di dare a me tutta la considerazione, la voglia di scoprire, la comprensione e l’amore che ho dato a lui 🙂 penso sia final goal. Non so bene come prendere consapevolezza, come spostare il focus. O meglio, so come farlo, ma non so come trarne piacere e non disagio, mentre mi guardo dentro. Ma voglio capirlo.

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      9. Nora nel momento in cui sarai finalmente libera da queste vergognose critiche sarai e ti sentirai stupenda pure con ben 2 kg di troppo!!! E ti verrà pure voglia di perderli vedrai…riparti dalla normalità e ti accorgerai di come ti guardano realmente le persone NORMALI. Questo è disturbato pure mentre fa la pipì…con madre disturbata e ti quella la vorresti come suocera? Pensa che nonna sarebbe mi vengono i brividi a pensarci. Nora sei sicuramente giovane e da quanto capisco bella e senza figli….GODITI LA VITA! Esci ridi balla viaggia VIVI LA TUA IMMENSA LIBERTÀ! Te lo scrive una mamma sola che di libertà non ne ha praticamente mai!
        Non ti manca niente
        Supera la delusione amorosa e FIDATI starai benissimo
        Esci e vai a VIVERE
        Hai il mondo da vivere ora

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      10. Cara Nora, temo che stai andando a metterti nella classica situazione in cui dovrai averci a che fare con DUE narcisi che ti fanno a pezzi e perpetrano il loro terrore per generazioni intere. La madre nei fatti ha ‘castrato’ metaforicamente il figlio. Non riesco ad immaginare il livello di repressione – sopratutto sessuale – che ha attuato sul suo pargoletto pur di riuscire a farlo letteralmente detestare il corpo femminile (e anche il suo stesso corpo) per rimanere fedele a “mamma”. Con la scusa di voler accanto solo Barbie lui, nei fatti, saboterà ogni suo rapporto – come accade ad ogni narciso doc. Fin qui nessuna novità. Nemmeno massicce dosi di psicanalisi nelle vene potrebbe rendere un simile legame ‘normale’ al punto di accogliere un elemento esterno (tu e qualsiasi altra donna) nella loro ‘famiglia’. Del resto, in tutta onestà, il tuo dare troppo peso all’estetica non ti fa vedere la bellezza che è in te e anche negli altri. Finché non esci da questo ambiente malato i tuoi orizzonti saranno infinitamente limitati e non solo per quanto riguarda i tuoi attributi esteriori, ma anche le tue personali risorse interne. Non ce la fai a spostare il focus perché è puntato tutto sul tuo corpo e sulla visione che ‘gli altri’ hanno dell’elemento ‘corpo’. Fatto sta che nessuno riesci a vedere l’orizzonte quando gli occhi sono puntati troppo in basso. Non c’è ampiezza di vedute nel valutare centimetri di cosce, di seni, di sedere… C’è solo disagio, dolore e senso di inadeguatezza quando trasformiamo un insignificante brufolo in una ferita enorme che ci ricopre l’intero viso. Tutto viene ingigantito e ‘mostrificato’. Prenderci cura di noi vuol dire innanzitutto cercare uno stato mentale di benessere che ci permetta di occuparsi anche del nostro corpo, perché no, ma in modo diverso: imparando a rispettare i suoi limiti e amandolo per quel che è, non per quel che ‘gli altri’ vogliono che diventi al solo fine di soddisfare il loro bisogno malato di controllo. Solo dei disturbati o quantomeno gente sprovvista di buon senso e di rispetto per se stessa può sindacare sul corpo altrui e pretendere che ti svegli ‘photoshopata’. E’ il tipo di giudizio che va sempre declassato allo zero perché appartenente a gente troppo povera di spirito da essere presa in considerazione.

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      11. “Castrazione metaforica” era proprio il termine a cui pensavo io mentre scrivevo ieri.
        Posso raccontare che ha deciso di allontanarsi da sua madre dopo che quest’ultima ha fatto un TS dicendo che era stato per colpa di lui. Infatti, quando eravamo in ospedale, l’infermiera è arrivata dicendo:
        – La sig.ra X ha chiesto di vedere tutti i suoi figli tranne (lui) –
        Capite che a prescindere da ciò che mi ha raccontato sulla sua infanzia ho avuto modo di vedere con i miei occhi delle situazioni che mi hanno fatto pensare che fosse anche lui una vittima.
        In ogni caso, lui l’ha evitata per più di un anno, e lei è riuscita tramite il padre ad organizzare un incontro riappacificatorio… che non è servito a molto. Io l’ho vista solo due volte (3 contando la prima, da lontano su una barella), ma appunto ho sempre pensato “io sto con lui, mica con sua mamma!” Ho cercato di non farmi influenzare troppo da ciò che mi è stato raccontato di lei.
        Eppure nonostante si sia allontanato dai suoi genitori, è evidente quanto cerchi ancora di dimostrare loro il suo valore. Per questo vedevo ancora un barlume di speranza, pensavo che l’allontanamento significasse consapevolezza di avere a che fare con persone tossiche, e voler essere meglio.

        Ed onestamente ho un pensiero che mi vergogno di ammettere, continuo se pensare se scriverlo o no, perché lo renderebbe reale… ma voglio poter lavorare su questa cosa, quindi:
        nella mia testa è un continuo “non riesco ad augurargli sinceramente il meglio, non voglio che stia meglio con un’altra, anzi, se ci fosse una fantomatica pillola che guarisse il suo disturbo non vorrei che la trovasse senza di me.”
        Sono pensieri orribili perché so che non hanno nulla a che fare con l’amore, ma con il potere. Quindi, oltre a sentirmi io stessa una bugiarda per aver pensato di essere innamorata, ho paura di essere una narcisista latente pure io…
        so che probabilmente non sarò l’unica, ma è dura ammettere tutto questo… e quando penso di farlo, e addirittura di chiedere scusa per aver mentito sulle mie reali intenzioni, immaginandomi la scena di una nuova partenza, onesta e reale, guardo davanti a me, e non vedo nulla…
        è angosciante.

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      12. Nora il pensiero che hai scritto l’abbiamo fatto credo tutti. È umano è normale. Tutti noi volevamo essere per il nostro np il salvatore di turno ma non va così purtroppo…
        I tuoi sentimenti erano reali non c’è nulla di cui vergognarsi sono loro che hanno mentito a noi. Non cadere nella trappola che ora tu ti devi sentire un’egoista non sia mai! Fa parte della lista dei sensi di colpa e sinceramente mi fa pensare che non hai ancora capito chi è lui perché pure io in passato mi sentivo colpevole per non esserci riuscita o per aver cercato di guarirlo ma poi…dopo la crudeltà subita volontariamente HO CAPITO! Ma che colpa avevo io se questo è un disgraziato cattivo e crudele? Porco e sfruttatore???
        Nora non sei sulla strada giusta perché ti fai le colpe sbagliate
        Non sei tu quella sbagliata tu hai solo la responsabilità ora di te stessa. Chiessenefrega del suo passato
        Il mio è 100 volte peggio del suo eppure non tratto male NESSUNO! Guarda un po’!
        Non ci sono giustificazioni per il male che si fa volutamente agli altri tienilo a mente
        Quando si scopa le altre non va giustificato perché POVERINO MAMMINA È CATTIVA!
        Lui viene allegramente dentro un’altra con cui ha flirtato riso e scherzato alle tue spalle e tu ti disperi perché hai pretesto di cambiarlo? Te la ridico meglio perché sono gli stessi pensieri che mi tenevano inchiodata a stupidi sensi di colpa: noi abbiamo avuto la cattiva ed egoista pretesa di avere il controllo di un bastardo che puccia a destra e sinistra intanto che ti chiede soldi perché poverino ha avuto un’infanzia difficile ! Capisci cosa ti voglio dire? Rigirati la frittata che lui per anni ti ha buttato addosso. Cambia prospettiva ribalta tutte le colpe che ti fai su di lui. Questo è il motivo per cui siamo state con loro a lungo perché ci hanno talmente rincoglionite con le loro manipolazioni che ci hanno fatte sentire sbagliate pesanti ed egoiste! Sono riusciti a ribaltare il LORO disturbo mentale su di noi ecco perché ad un certo punto il cervello va in tilt e non capisce più nulla. Questa è la de programmazione di cui si parla. Ecco perché ora ci troviamo a guardare avanti e non vedere nulla e sentire questa angoscia così pesante da sopportare perché noi non siamo loro e ora ci siamo perse
        Queste che ti scrivo sono le somme di anni di condizionamento e di terapia per tornare a rivedere chi sono io e perché ad un certo punto il mio cervello è andato in shock down. Stavo impazzendo
        Carpe diem Nora guarda bene la tua storia, scriviti tutti gli episodi e vedrai che capirai meglio che razza di schifo hai vissuto…altro che poverino! Non farti più tornare la pena per lui ora che hai visto questo dettaglio ora ribaltalo completamente: non è una scusa per fare del male anzi usa pure sua madre per fare la vittima e raccogliere consensi femminili fidati il mio è spiccicato al tuo

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      13. Capisco ciò che intendi dire… il mio discorso non annulla i suoi comportamenti, parla esclusivamente di me.
        Perché è vero, oggettivamente ho fatto millemila gesti che dimostravano il mio amore, ma se mi chiedo “qual era la VERA intenzione celata dietro a questi gesti?”, scavo scavo e trovo… il bisogno di dimostrare quanto fossi unica, preziosa, la più brava, la più questo e quello. E cosa c’è di autentico in tutto ciò?
        Una persona che ha la consapevolezza del proprio valore, che bisogno ha di dimostrare qualsiasi cosa a qualcuno?
        Poi che lui abbia sguazzato in tutto ciò non lo metto in dubbio.
        Sto solo prendendo coscienza di cosa sia la co-dipendenza, a livello interiore.

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      14. Lo comprendo perfettamente Nora e io la riposta a questa domanda me la sono data. Io non sono una narcisista anche se sicuramente come tutti o quasi ho dei sani tratti narcisisti (che non sono mai da confondere coi loro tratti che sono disturbati).
        Quello che tu provi fa parte del perfetto condizionamento che hai dovuto subire attraverso le sue disgustose triangolazioni.
        Ti ha fatta sentire brutta grassa e di poco valore. Inutile e incapace di stargli accanto in quanto incapace di curarlo e bastargli.
        Peccato che la verità è quella che ora stai comprendendo molto bene.

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      15. Ti aggiungo la parte più triste che ho vissuto io. Ho lottato per 4 anni ogni giorno per essere insostituibile preziosa e ‘la più di tutte’.
        Cornuta scaricata malamente ABBANDONATA nel momento peggiore della mia esistenza
        Io che a lui avevo dato la mia vita!
        E lui sa perfettamente cosa hai fatto tu per lui e certo che hai tutti i valori affettivi che scrivi e che ti sei premurata tanto di fargli notare altrimenti non sarebbe durata così tanto! Ecco perché poi tornano proprio da questo prototipo di super donne che siamo perché sono mica tutte così! E col senno di poi ti trovi a vedere che lui per te non ha fatto nemmeno l’1% di quello che tu hai fatto per lui e capisci che per anni ti ha rifilato la storiella che tu eri la più fortunata di tutte perche’ LUI CONCEDEVA A TE L’ONORE DELLA SUA PRESENZA!!!!
        Guarda Nora se solo ci penso c’è da piangere
        Io avrei solo dovuto dirgli ma VAFF….. e invece stavo la’ a dannarmi per emergere nel gruppo delle sfigate che eravamo

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      16. Cara Eris, questa tua frase va scritta in neon in ogni camera da ragazza adolescente: VITA CON UN NARCISO “Pensati cornuta e criticata per i tuoi chiletti di troppo e perché non piaci a mammina mentre cresci, da sola, un figlio di un cretino…”. Il top.

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      17. Ah scusami ti aggiungo un pezzetto…fossi io a doverlo fare, prima di bloccarlo gli scriverei una cosa del tipo ‘hai ragione! Ieri non è più oggi…per nessuno dei 2’
        Fine blocca ciaoooone
        Hanno rotto le palle tutti quanti
        Me ne andrei con un po’ di sarcasmo e un vaffa rigirato utilizzando il suo vomitevole e vergognoso cinismo…vada a fare il ‘finto figo’ da un’altra parte
        Tanto ormai dobbiamo capire che cose di questo tipo sono solo l’opposto dell’amore
        Ciao cara

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  7. Cara Claudileia,
    non so se ti ricordi di me! Ho letto questo articolo e l’ho trovato illuminante! Oltre ad aver a che fare con un narcisista sentimentalmente…credo di aver avuto a che fare (e forse lo sto realizzando solo ora) anche con una collega narcisista! Ho sempre pensato che evitavo di lasciare il lavoro dove sono tutt’ora perchè avevo trovato una sorta di famiglia in quelle 4 persone, ma forse non ho lasicto il lavoro perchè lei in un certo senso mi ha manipolata! A 18 anni credevo che nessuno si sarebbe innamorato mai di me (troppo brutta) e la seconda cosa che pensavo che non sarei mai riuscita a fare era lavorare….a seguito di brutti fatti di bullismo mi ero convinta di non saper fare nulla e di non valere nulla! e poi è arrivato questo lavoro…all’inizio è stato difficile perchè la mia timidezza mi impediva di capire bene le cose e di farmi avanti quando non avevo capito, ma piano piano ho assunto sicurezza e andavo davvero bene! Lodata dai clienti e lodata dai datori di lavoro…….nonostante la fatica ero davvero felice di avere i primi stipendi!
    Poi è arrivata lei…..la madre sorridente che avevo sempre desiderato, la mia collega (mia madre quella vera, è una persona fantastica ma a causa di brutte esperienze era come costantemente depressa e di conseguenza lo ero anche io!) questa seconda madre bella sorridente e proiettata verso il mondo mi dava coraggio, mi sosteneva, ci facevamo risate incredibili in ufficio! aveva davvero il potere di farmi stare meglio e di darmi consigli!Mentre mia madre mi diceva che dovevo avere sempre paura del mondo…la mia collega mi incoraggiava a cercare la mia felicità!

    Poi piano piano ha cominciato a andare tutto a rotoli….la ditta andava male e non ricevevamo lo stipendio! Lei ha iniziato a spiegarmi ciò che stava succedendo…mi ha resa partecipe e questo suo parlarmi sempre di ciò che capitava mi ha responsabilizzata eccessivamente! In un paio di volte stavo per andarmene, ma la prima volta c’era il capo che stava male e…. ‘Dobbiamo stargli vicino’ diceva lei…….
    Sarei stata ugualmente vicina al mio capo non mollandolo in un momento di debolezza…ma le sue parole di sicuro mi hanno incatenata lì ancora! quando il capo stava meglio, l’altro socio voleva andarsene, ma lei gli ha parlato in modo tale che poi alla fine lui stesso ha deciso di rimanere (scelta che era completamente contro il suo interesse, visto che a a quest’ora sarebbe a lavorare in una ditta fiorente e non sotto fallimento e con un sacco di debiti come adesso)
    alla fine il capo che stava male poi è morto….ed io ho realizzato che molto probabilmente sono state fatte ‘manovre strane’ per tenere ancora in piedi la ditta! Sono andata avanti così ancora anni ……mi sono presa sotto l’ala il figlio del capo defunto insegnandogli il lavoro! Ma ancora vivendo di briciole e ancora non avendo la forza di andarmene!

    La situazione è precipitata l’anno scorso, sono andata dal sindacato e ho scoperto che se avessi voluto licenziarmi, l’unico modo per avere almeno i soldi del TFR (gli stipendi arretrati potevo solo sognarmeli non li avrei rivisti mai più, ma questo lo avevo perfettamente intuito) qualcosa tipo 25.000 euro…..avrei dovuto rivolgermi al fondo dell’Inps, dal momento che la ditta non me lo aveva accantonato! L’unico modo per avere questi 25.000 di TFR quindi sarebbe stato quello di dimostrare che il mio datore di lavoro non era in grado di darmeli….avrei dovuto richiedere un’istanza di fallimento!
    Ironia della sorte, avrei dovuto fare quello che per quasi 10 anni avevo cercato di evitare! Mi sentivo impazzire! Ero alla frutta! come potevo andarmene e dar loro il colpo di grazia? sapendo che le mie azioni avrebbero portato conseguenze pesanti alle loro vite?
    Razionalmente sapevo che se la ditta era messa malissimo non era colpa mia…ma il senso di colpa mi uccideva ugualmente! La mia collega non mi ha mai esplicitamente detto che le sarebbe accaduto qualcosa di brutto, ma me lo ha fatto intuire bene…dicendomi che erano state fatte cose strane per far quadrare il bilancio e con il fatto che a queste manovre strane avrebbe dovuto rispondere il capo ora defunto ….si intuiva che lei avrebbe potuto avere ripercussioni, in quanto era la responsabile della contabilità!
    Non faceva che ripetere che nel luogo dove lavorava prima aveva subito un altro fallimento …che aveva dovuto prendere un avvocato e che aveva vissuto un inferno! Ed io sono rimasta lì, perchè le volevo bene e mai e poi mai avrei voluto che le accadesse qualcosa di brutto!

    ho vissuto di stenti, con la mia famiglia che mi incitava ad andarmene e con la quale litigavo spesso (cercavano di salvarmi poveretti ma non ci riuscivano)…e io che cercavo di tirare a campare con i pochi spiccioli che riuscivo ad avere ogni tanto

    Ogni tanto andava dalla cartomante e mi diceva che la cartomante prevedeva che sarebbe andato tutto bene! io sono assolutamente contro le cartomanti ….ma la lasciavo parlare con me di queste cose
    Tempo dopo ho notato che tutte le volte che andava dalle cartomanti arrivava una giacca nuova per me in regalo (dio solo sa che cosa diceva alla cartomante di fare con la giacca …ho scoperto che anni fa la sua famiglia per fare separare un uomo della loro famiglia dall’amante si erano rivolti ad una cartomante e avevano fatto dei pasticci strani con del sangue mestruale e ……meglio che io non vada oltre a raccontare)
    Per cui so che la sua famiglia è avvezza a fare cose strane con le cartomanti e, pur non credendo a queste cosa, una parte di me era profondamente a disagio!

    L’articolo parla di far intontire le proprie prede…..e in effetti lei mi stordiva raccontandomi tutte le sue più profonde sfighe (tutte reali eh per carità….almeno in quello non credo abbia mentito) quando dovevo andare via per la pausa pranzo a mezzogiorno lei sempre cercava di parlare di sfighe immani che le erano capitate ed io per non fare la parte di quella a cui non frega niente restavo lì ad ascoltarla…arrivavo a casa e mangiavo in 10 minuti per stare ad ascoltare lei..avevo il mal di pancia perenne

    quando sono andata dal sindacato loro sono venuti a scoprirlo e i modi della mia collega hanno cominciato a cambiare…..un giorno è arrivata in ufficio e ha cominciato a gridare dicendo che una sua amica l’aveva tradita nel profondo! e nonostante fosse davvero accaduto qualcosa con una delle sue amiche, io sapevo benissimo che quelle parole, dette a voce alt,a erano soprattutto per me…perchè ero andata alle loro spalle a parlare al sindacato!
    Andare al sindacato era un mio diritto ma mi sono sentita come se avessi ucciso qualcuno, come se avessi fatto una cosa orribile!
    Improvvisamente non contavano più gli 80.000 euro che dovevo avere dalla ditta di stipendi arretrati (sì la cifra è corretta….80.000 di stipendi arretrati e 25.000 euro di TFR che non mi hanno versato)…contava solo il fatto che avevo voltato le spalle a lei, alla mia seconda famiglia, l’avevo messa in pericolo…

    sono andata avanti ancora un anno….poi un giorno dopo un brutto attacco di panico ho detto che me ne andavo davvero perchè stavo troppo male! Tre giorni dopo lei è finita in ospedale per un sospetto malore (ci teneva a farmi vedere dove le avevano applicato i sensori per monitorare il cuore)

    Ed io che ho fatto? sono restata ancora..Se l’andarmene avrebbe fatto rischiare la sua vita come potevo farlo?
    sono rimasta…rovinando il rapporto con mio padre che cercava in tutti i modi di salvarmi da quella situazione!

    Ora la ditta sembra che stia fallendo! ….e lei, che in modo non plateale ha fatto di tutto per tenermi qui, se ne è andata prima di me

    e nonostante io sappia che la ditta sta fallendo sono ancora qui …perchè ancora mi sembra di fare un profondo atto meschino verso di loro, verso di lei……..lei non è più qui ma ancora aleggia la sua presenza!

    Non sapevo più che fare! Sono sempre stata una persona che pur di non fare male al prossimo si sarebbe fatta sparare…e sapere che andandomene avrei fatto del male a loro mi ha uccisa moralmente!

    quello che mi ha distrutto di più è stato essere sempre in mezzo a due fuochi: ‘assecondo mio padre e finalmente gli faccio vedere che non sono una fallita…oppure resto e faccio resistere la mia ditta ancora un pò per dare tempo alla mia collega di seistemare i suoi casini?’
    Erano sempre queste le mie domande

    Un’odissea..ero talmente disperata che sono andata sulla tomba di san francesco a chiedere la grazia di far fallire la ditta! Così avrei avuto il TFR ma non sarei stata io a farli fallire

    ancora mi crea ansia andare dal sindacato…..ancora mi crea ansia lottare per avere qualcosa (vedi l’assegno di disoccupazione)

    80.000 euro persi per sempre…questo è stato il prezzo del mio affetto per loro 😦

    Sai Claudileia dei soldi non me ne importa…voglio solo che tutto finisca e dio solo sa quanto tempo mi ci vorrà per riprendermi!

    io non so se lei sia narcisista o solamente una persona che si è trovata in una situazione orribile suo malgrado e ha cercato di far di tutto per tenere insieme i pezzi…so solo che questi ultimi tempi sono stati un vero inferno!riesco a respirare un pò solo ora che si è allontanata…anche se le voglio ancora bene 😦

    E poi ultimamente era davvero acidissima con me
    i miei vestiti non andavano bene, le mie sopracciglia dovevamo essere sfoltite (nota bene che ne ho pochissime e una volta me le ha tolte e sembravo Rosalinda Celentano che interpreta Satana in la Passione di Cristo) per non dimenticare i miei capelli che facevano schifo!
    Se mi presentavo truccata c’era sempre qualcosa che non andava bene nel trucco…il rossetto troppo scuro….la matita di un colore che non le andava bene! Se non mi truccavo non andava bene….dovevo farlo perchè ero troppo pallida….
    anche i vestiti che avevo non andavano bene, così ho iniziato a vestirmi in modo neutro, in un modo che non la facesse smuovere nè in bene nè in male!

    non ne potevo più…mi ero quasi depersonalizzata

    Scusa la lunghezza

    Ti abbraccio e grazie di tutto il lavoro che fai per noi
    e scusa per gli evantuali errori di ortografia ma avevo davvero bisogno di sfogarmi

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    1. Carissima Leni, certo che mi ricordo di te! Dio mio, ma cosa ci racconti qui!! Il lavoro è lavoro e VA SEMPRE RISPETTATO. E’ evidente che sei stata sfruttata e manipolata dalla tua “amica” che sapeva sin dall’inizio dove andava a parare l’azienda, avendo tutti i numero in mano. Tutto ciò che ha fatto dall’A alla Z era per tenerti buona avvalendosi della sua finta simpatia e di tutto ciò che sapeva bene di rappresentare per te. Immagino che avrai confidato a lei tutta la tua vita e quindi per lei – da abile manipolatrice – soggiogarti è stato un gioco da ragazzi. Se è narcisista oppure non, non ci importa niente, la cosa essenziale per te è lottare per i tuoi diritti. Lascia perdere l’orgoglio di dover affrontare la tua famiglia che ti vedrà come “perdente” e “raggirabile”, qui c’è in ballo la tua dignità di lavoratrice, la dignità di una persona onesta che è stata abilmente manovrata per restare al proprio posto mentre un palazzo intero crollava. Cara Leni, recati al più presto dal sindacato, tira fuori tutta la tua grinta perché è sul tuo FUTURO che ci ha giocato la “soggetta” prima di abbandonare la barca come il famigerato Schettino. Dei soldi non te ne importa? Ma stiamo scherzando? TU HAI LAVORATO, NON HAI FATTO VOLONTARIATO. TU MERITI QUEI SOLDI perché ti faranno comodo in futuro. Non so cosa fai, ma avrai acquisito esperienza abbastanza da cercarti una nuova occupazione, in un ambiente normale in cui i sensi di colpa imposti ai lavoratori A QUESTI LIVELLI PATOLOGICI sono una roba d’altro mondo. Carissima Leni, agisci al più presto perché la barca sta affondando non per colpa tua, per amore del cielo, ma perché è stata probabilmente male amministrata o in balia di una lunga grande crisi che non c’entra alcunché con la tua persona. Tu non pensare a lei che, ribadisco, si è comportata in modo vergognoso con te, ma pensa a te e a tutti quei lavoratori che quotidianamente lottano per la pagnotta e che hanno una famiglia alle spalle. Meritano di essere raggirati in questo modo? Questa dita molto probabilmente fallirà e si porterà appresso tutti gli altri lavoratori che fino adesso, esattamente come te, rimarranno senza pensione. I lavoratori hanno la precedenza nei crediti. PLEASE, Leni, se sai come stanno le cose AGISCI anche per loro prima che l’intero patrimonio venga dilapidato e restino senza tutela. Un abbraccio forte e aggiornaci appena puoi. Abbraccio enorme a te.

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  8. Mirna e Claudileia grazie per questa settimana. Ero sprofondata in pensieri che mi hanno portata lontana dalla realtà e mi avete ‘costretta’ con le vostre splendide attenzioni a riguardare con occhio lucido la mia vita degli ultimi anni. Oggi anche Nora è stata di grande supporto per me.
    Bisogna tenere bene a mente ogni giorno lo schifo per capire perfettamente cosa non deve mai più entrare nella nostra quotidianità. Le cose che ci raccontiamo fanno parte dello schifo assoluto. Non avere più paura Nora. È stata quella paura che io conosco perfettamente a tenerti schiava del mostro. Vivremo anche dopo il loro passaggio questa è una certezza ma oggettivamente ci vuole tempo e tanto doloroso lavoro su se stessi.

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    1. Cara Eris, l’importante è comprendere che il mondo non è inospitale e orribile come dipingono. Siamo qui e siamo solidale con te anche se oggi è domenica e magari potevamo essere altrove. Abbi fiducia in te stessa e attaccati alla tua verità. Solo quella conta, tutto il resto era fumo. Un forte abbraccio e buona domenica a voi!

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  9. La cosa più complicata è pensare che ci sono persone che non sono così. Perchè più passa il tempo e più si conoscono persone che sono così, narcisisti, dipendenti, psicotici e patologici. Quindi non si può avere nessuna sicurezza, nè nell’amicizia nè nell’amore. E’ davvero desolante questo.

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