I principali miti raccontati dai narcisisti per racimolare prede

Fonte: Fonte: https://psychcentral.com/blog/separating-the-narcissists-delusion-from-reality/
Autrice: Sarah Newman è la direttrice ed editrice associata di PsychCentral e editore capo fondatore della Poydras Review. È master in psicologia presso la New School for Social Research
Trad. C. Lemes Dias

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Se avete scoperto di averci a che fare con un/a narcisista, probabilmente avete subìto un forte shock quando vi siete resi conto che molte cose non erano state raccontate nel modo giusto, ovvero, nel modo in cui il/la narcisista voleva che credevate che fosse.

I narcisisti possono essere dei grandi affabulatori. Vi affascinano con storie di trionfi personali, eroismo e addirittura altruismo.

Soltanto quando andate a guardare oltre le quinte scoprite che hanno riscritto l’intero copione; non solo vivevano in un mondo di fantasia, ma vi hanno fatto credere all’intera auto-mitologia.

I narcisisti sanno investire in se stessi per raggiungere un risultato, ma esagerano i loro frutti e usano tattiche intelligenti per sentirsi superiori. Hanno sempre il diritto di manipolare e sfruttare gli altri, quindi di razionalizzare le loro azioni per sottrarsi alla responsabilità o alla colpa. Se un narcisista non viene momentaneamente lodato per qualcosa, pianifica di esserlo o attende il momento successivo, nel quale sarà inevitabilmente riverito dal mondo.

È chiaro e potete ben immaginare che una persona che brama esclusivamente complimenti non abbia nulla di buono da dire su se stessa. A chi potrebbero affezionarsi se passano la maggior parte del loro tempo a trattare le persone come pedine nella loro scacchiera mentale? È qui che entra in gioco l’affabulazione: vi raccontano di come hanno aiutato un collega in difficoltà tralasciando, ad esempio, la parte in cui l’hanno fatto pagare ripetutamente per quell’aiuto.

Una persona narcisista è perfettamente capace di riconoscere il bene e il male. Se ha giocato un brutto ruolo in una situazione, deve per forza modificarlo con l’obiettivo di far sembrare che la ragione era comunque dalla sua parte. Quando qualcuno si tira indietro e si allontana da loro, perché criticato sulla sua capacità genitoriale, ad esempio, un/a narcisista potrebbe raccontare la storia in modo assai diverso alla sua platea. “Ho solo dato un consiglio e lei se n’è andata. Questo è il ringraziamento che ottengo per averla sempre aiutata? È troppo sensibile.”

Nelle versioni riscritte dei fatti, la persona narcisista è colei che aspetta le altrui scuse – mai il contrario. Questo è uno dei motivi per i quali le persone con un alto livello di narcisismo terminano per essere isolate dalle altre.

Dobbiamo guardare sempre l’altra prospettiva, se vogliamo cogliere la realtà dei loro racconti fantasiosi. Ecco alcuni esempi di miti che le persone narcisiste di solito creano attorno a sé:

A) IL/LA NARCISISTA AFFERMA DI ADORARE I SUOI FIGLI.
Il rovescio di questa affermazione è spesso una prole che non ha mai ricevuto un complimento. Quello che credete di essere puro orgoglio genitoriale spesso è solo un vantarsi: i miei bambini sono i migliori. Nel frattempo i loro figli non hanno idea di cosa raccontino i loro genitori, non sanno nemmeno se qualcuno sa qualcosa sui loro successi. In effetti, un/a narcisista può mostrare disinteresse o addirittura mancanza di rispetto nei confronti dei propri figli.
Osservate bene se i figli adulti del/la narcisista fanno parte della sua vita. Se preferiscono non farsi vedere con lui/lei da nessuna parte c’è qualcosa di sospetto nella narrazione che vi è stata raccontata.

B) IL/LA NARCISISTA È STATO/A FERITO/A DAGLI ALTRI.
Potrebbero raccontarvi storie di rifiuto e delusione, tuttavia ‘si scordano’ di dire che i loro ex sono stati spinti ai limiti della sopportazione umana. Es: un narcisista che tradisce sua moglie da decenni decide di chiedere il divorzio. Resta in buoni rapporti con l’ex moglie ed accetta volentieri la sua continua lode e devozione. La donna, che è rimasta per molto tempo auspicando la riconciliazione, un giorno finalmente desiste e comincia ad uscire con qualcun’altro. A questo punto il narcisista si sente abbandonato, perché voleva che l’ex rimanesse appesa a lui per sempre e certamente non voleva che trovasse qualcuno prima di lui.
Ovviamente, quando andate a guardare tutta la storia e dite a questo narcisista che l’ex aveva tutto il diritto di provare dei sentimenti molto complessi e di prendere la sua decisione, egli potrebbe cambiare la narrativa in questo modo: “Volevo tanto che tornassimo insieme. Chiunque può testimoniarlo. Alla fine è stata lei a lasciarmi!”

C) IL/LA NARCISISTA È UN GRAN BENEFATTORE/BENEFATTRICE.
È colui o colei che presta sempre soldi e tempo agli altri, che si tratti di beneficenza oppure di aiutare i conoscenti. Peccato che non hanno mai dato niente senza che il mondo intero ne fosse a conoscenza! I narcisisti non sono altruisti, quindi non possono accettare di fare un sacrificio senza elogi. Se hanno dato in beneficenza, tutti nella loro cerchia sociale sanno esattamente quanto e quando.
Se hanno dato soldi a un amico o un familiare, la parte della storia che non sentirete mai è come quella persona si senta in debito con loro. Potrebbero aver trasformato la persona alla quale hanno prestato dei soldi in ‘assistente personale’, costringendola ad eseguire ogni piccolo compito necessario a facilitare la loro vita. A questo punto possono trasformare l’altra persona in ciò che vogliono, anche perché lei sarà sempre d’accordo con qualsiasi cosa dicano, il che rafforza la loro narcisistica fiducia supportata dall’altrui svalutazione. Se non riuscirà a lodare il/la narcisista, la persona vedrà automaticamente la sua esclusione dalle cerchie.

Fatte molta attenzione. Quando una persona che sospettate di essere narcisista vi racconta la sua vita assicuratevi di poter collegare i punti. Esistono prove che confermano ciò che lui o lei vi racconta? Osservate il loro ambiente. Le persone veramente per bene dimostrano quel che sono nella quotidianità senza vantarsi. È questa la vita di una persona ammirevole o state facendo eco a un delirio narcisistico?

151 pensieri su “I principali miti raccontati dai narcisisti per racimolare prede

  1. Se ci penso…che rabbia! Tra le tante menzogne raccontate mi ricordo quando mi disse che suo padre voleva nominarlo tutore dei suoi fratelli: tutti e due in perfetta salute!!!!
    Che vuoi dire di più!!!

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    1. Mica uno solo, ma magari entrambi i fratelli perché la cosa era davvero seria. Spesso la famiglia – quando non disfunzionale – si preoccupa per i disastri economici che combinano e che minano il loro futuro. Prima o poi, stai certa, qualcuno minaccia un intervento di questo tipo quando si accorge che ‘hanno le mani bucate’ e rischiano di dilapidare interi patrimoni o finire in galera a causa del loro “temperamento fumantino” o disonestà diffusa. Ovviamente per accalappiare le prede diventano top manager, salvatori della patria, padri esemplari, professionisti e creativi ‘geniali’ e tutto ciò che potrebbe potenzialmente impressionare ‘la gente’. Sono un po’ diversi dai soliti innocui ‘raccontaballe’ perché di solito ciò che si nasconde dietro alla loro narrativa fantasiosa è talmente scabroso da spaventare persino uno come Dario Argento.

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      1. Il mio ex n.era il piu grande pittore italiano,cosi mi ha,detto.Suei quadri erano pieni di Pulcinelle.Ultimo Pulcinello sulla croce(credo il segno di sofferenza mentale).Mi disse : Tutti questi quadri rimarano a te.Voleva dire dopo la sua morte diventerò rica e famosa che sono stata con lui.

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      2. Praticamente un genio incompreso… ma tu pensa! Comunque, sappi che si tratta della loro maschera preferita, quella del genio che sta lì lì per emergere, oppure al quale tutti, ma proprio tutti, hanno messo il bastone tra ruote per bloccare il loro presunto talento…Poveri, cosa tocca fare? Fantasticare la gloria post mortem perché la fama dovrà arrivare PRIMA O POI. Nel mentre che si fa? Si rimorchia, no? Uffa…

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  2. Il punto B è uno dei suoi cavalli di battaglia: lei è stata mortalmente ferita da chiunque, o almeno da chiunque non le dia sempre ragione. Se provi a dire o a fare qualcosa contrario al suo (momentaneo) credo, la ferisci mortalmente, e uno dei miei maggiori limiti è alla fine proprio non capire quanto la posso aver ferito e quanto altri l’abbiano ferita.
    In merito ai figli non dico nulla. Per adesso, al di là del proiettare qualche suo modo di essere, specie verso la figlia femmina, non vedo, ma, come ho più volte scritto, sto vigilando perchè oltre non vada.
    Più in generale, quando leggo articoli che descrivono menzogne e malefatte dei np, stento all’inizio ad immedesimarmi troppo. Mi spiego: la mia np è a mio parere, ho già avuto modo di dirlo, un misto tra figura ambivalente-ambigua e una covert; quindi spesso i comportamenti più palesemente narcisistici non compaiono. Piuttosto è sempre una sorta di sottile sottinteso.
    Per esempio non credo che mi abbia raccontato troppo balle; piuttosto una serie di piccole e all’apparenza insignificanti omissioni, che però servono a mantenere una sorta di alone misterioso, all’inizio affascinante, ora per me piuttosto inquietante.
    Esempio: mi ha detto, dopo 17 anni che stavamo insieme, di aver vissuto da sola per un periodo in una certa casa, vicina a dove accompagnavamo mia figlia a ripetizione.
    Perchè non raccontarmelo prima? Dove si è vissuto è una cosa che normalmente si dice nel raccontare un po’ della propria vita.
    Mia interpretazione: lei ha vissuto in quella casa in un periodo della sua vita in cui probabilmente non è stata un esempio di serietà, diciamo così… Per cui non le conveniva dirmelo, per paura di essere giudicata.
    Me l’ha detto in un momento in cui mi accusava di essere inibito, per cui probabilmente mi ha lasciato immaginare questa sua parentesi particolarmente libera per procurarmi una sorta di invidia; della serie sapessi come me la sono spassata quando ero giovane. Tra l’altro non ha mai avuto da parte mia nessun giudizio sulla sua vita prima di stare con me; evidentemente un po’ di coda di paglia le è rimasta…
    Poi per esempio a lei piace passare per persona generosa con gli altri; in realtà lo è solo con una limitata cerchia di persone, e sono quelle da cui si aspetta una qualche fonte di nutrimento, diretto o indiretto.
    Insomma, l’articolo la rispecchia solo in parte, ma semplicemente perchè molti dei suoi aspetti e comportamenti sono celati dietro una sorta di finto pudore o malcelata modestia. Per questo mi è stato ancora più difficile identificarla, e per farlo ho dovuto attendere la fase dello scarto feroce e inumano; le modalità di questo scarto sono chiaramente note, da parte sua, solo al sottoscritto. Per il resto del mondo si è trattato di un normale chiarimento, una normale crisi di coppia, che ci ha portato (alla pari) ad allontanarci.
    La reputo semplicemente una grandissima attrice, tra l’altro dotata di notevole intelligenza, per cui capace di costruire storie alquanto credibili, e di accreditarsi al mondo come persona sì brillante ed autonoma, ma al tempo stesso indifesa e spesso maltrattata dagli altri: una bufala gigantesca!
    Un abbraccio a tutti/e!

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    1. Caro Gianni, quest’aura di mistero sul loro passato può spuntare a qualunque momento nel corso del rapporto. E’ molto funzionale perché nutre l’ossessione delle prede, intrigandole: cosa avrà combinato in quel periodo, lì in quel posto? Una volta ho sentito dire da una persona palesemente narcisista a sua moglie, mentre eravamo a cena: “Tutto ruota intorno a questo quartiere…”. Lei, dopo 30 anni di matrimonio non aveva idea a cosa si riferisse, giacché nei suoi ricordi il marito aveva trascorso una piccola parte della sua infanzia lì. Quasi due anni dopo scopre che lì ci viveva la sua seconda famiglia, ovvero, aveva altri 2 figli con un’altra donna. Ogni tanto lanciano dei messaggi occulti per tenerti su di giri. Guai a te, però, se provi a fare delle domande a riguardo… verrai subito trasformato in un mostro maniaco del controllo. Abbracci a te.

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      1. Cara Cla, per fortuna questa “rivelazione” l’ha fatta quando la mia consapevolezza era già sufficientemente alta, per cui mi sono guardato bene dal chiedere nulla in merito. Ho annuito senza fare alcun commento. Non sono stato lì a farmi particolari idee o a farmi divorare da chissà quale gelosia retrograda.
        La cosa infatti non ha avuto alcun seguito; non ho avuto ulteriori chiarimenti ne aneddoti particolari, semplicemente le ho dato da intendere che la cosa non era di mio interesse. E così è!
        Le loro storie fantastiche e il più delle volte romanzate si sgonfiano di fronte all’indifferenza di chi li ascolta.
        Abbraccio anche a te!

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      2. fra le mie richieste di chiarimenti e le mie accuse, compresa quella di non essere in grado di amare, sono arrivate frasi tipo “vuoi che ti dica?!” “ci sono cose che non sai..” Ovvio che il discorso si chiude lì, nell’ambiguità. L’altra versione è “ho solo lavorato”, e in effetti quel lavoro è stato un alibi costante per quell’assenza. Non so niente di quella vita. Chiedo un consiglio. A un certo punto, anni fa, una sua ex cliente di cui non parlava mai ha inviato due volte sul suo cellulare la foto dei suoi bambini. La prima volta quella del più grande che oggi ha 18 anni (visto su Facebook), la seconda di entrambi. Le ho chiesto con un messaggio (gentilmente) spiegazioni e lei mi ha risposto che era stata la piccola. Era troppo piccola però per riuscire a farlo, credo. Sto pensando ad un investigatore, poi mi sento troppo sciocca. Ha senso? Sono paranoie? (Ho scritto per un’altra mezz’ora, poi ho riletto e cancellato, divento una lagna se racconto ancora. Che senso ha?) La parte sopra la lascio però e aspetto una risposta, se puoi, se vuoi. A quest’ora di notte non posso che parlare da sola, come di giorno a dire il vero, e allora vengo qui dove le parole vengono comprese. Grazie. Buonanotte.

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      3. Carissima Daniela, ognuno di noi ha la sua soglia oltre la quale non va. E’ un fatto di principio. Ci sono troppe ombre e troppo mistero nel tuo matrimonio, il che genera in te un’angoscia insopportabile. Hai due possibilità: convivere con questa angoscia o andare fino in fondo nella risoluzione di questi ‘misteri’ per prendere finalmente una decisione. Sulla base di quanto hai scritto fin qui, tuttavia, mistero a parte, lui ha già dato mostre di essere una persona totalmente inaffidabile, incapace di amare e di mettersi nei tuoi panni. La mia personale esperienza indica che quando andiamo fino in fondo per cercare di risolvere un ‘mistero’ scopriamo cose talmente orrende che difficilmente ci riprendiamo dopo. Cioè, diventa una nuova ossessione cercare di capire perché quella persona è scesa così in basso, perché ci ha tradito proprio in quel modo, perché aveva bisogno di andare lì e fare questo e quell’altro… Insomma, cara Daniela, se la tua soglia è: “Se scopro che ha un figlio è la fine del matrimonio, perché non posso tollerare un tradimento così elevato” allora ti dico VAI RISOLUTA! Se, invece, il tuo pensiero è: “Oh, mio dio, se ha un figlio con un’altra non ce la farò a sopravvivere!” la mia risposta è “LASCIA PERDERE”. Perché dico ‘la fine del mio matrimonio’? Perché lui di fatto è ancora lì e non ha alcuna intenzione di rispettare la sentenza. Quindi, credo che dentro di te l’idea di ‘cacciarlo fuori di casa’ è impensabile. Tuttavia, se ha una seconda famiglia con dei cuccioli che lo attendono mi chiedo: perché no? Parlo per me: quando mi sono ritrovata nella condizione di detective, l’ho fatto perché ciò che avvertivo, credevo e intuivo era ritenuto ‘FOLLE’. Praticamente venivo considerata ipersensibile e dotata di ‘grande immaginazione’. Questo tasto è stato premuto talmente tante volte da farmi prendere la decisione di approfondire e BINGO! Lo consiglio? Dipende del contesto e dello spirito. Io l’ho fatto e senza spendere una lira. Lo rifarei? No, per il semplice fatto che c’erano già degli elementi abbastanza da andarmene senza ulteriori sprechi di energia e dignità.

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      4. Cara Daniela,
        ho aspettato un po’ a risponderti perché ho dovuto riflettere su quale consiglio fosse meglio darti. Poi ti ha risposto Claudileia e ho pensato che non avresti potuto ricevere consiglio migliore. Tutte le volte che ho avuto un tarlo me lo sono sempre voluto togliere e ho sofferto come un cane. E ti assicuro che non ho nemmeno dovuto rivolgermi a un professionista. Loro si sentono molto furbi e sottovalutano, peccando di presunzione, l’intelligenza di chi hanno di fronte. Certe verità sono pesanti da digerire quindi valuta bene se saresti in grado di sostenerle, qualunque esse siano. Proteggi prima di tutto te stessa perché qui si pesca nel torbido. Oggi non so se rifarei la stessa cosa perché avevo già degli ottimi motivi a cui appellarmi.
        Un abbraccio

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      5. Cara Daniela, non so darti una risposta ne posso commentare l’episodio delle foto.
        Posso solo portarti la mia esperienza: per parecchi mesi durante la fase più critica sono diventato io una specie di investigatore, fino a seguirla pensando che vedesse chi sa chi; non ho idea alla fine se i miei dubbi fossero veri o meno, ma l’angoscia che alimentava i miei dubbi la ricordo bene. Adesso non me ne frega quasi niente, anzi se venisse fuori che ha un altro alla fine mi farebbe quasi un piacere, e al solo pensiero mi viene da ridere.
        Però credo che questo tipo di paranoia possa essere vissuta anche al contrario, cioè che tu ti possa essere sentita controllata o pedinata immagino possa succedere; forse sarà stato anche vero; loro proiettano talmente tanto che lui, che forse vedeva e sentiva altre, pensava che lo facessi tu, e magari la paura di essere scoperto lo ha spinto a controllare te. Chi lo sa. In ogni caso qui siamo in un campo che probabilmente abbisognerebbe di un professionista per essere approfondito.
        Un abbraccio e buona giornata.
        PS; se ti senti sola non farti remore a scrivere; come vedi prima o poi di solito qualcuno risponde.

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    2. “Ogni tanto lanciano dei messaggi occulti per tenerti su di giri” è assolutamente così è stata la cosa che più mi ha ferito e legato ed è difficile da spiegare perché se chiedi ed approfondisci non avrai spiegazioni chiare e rischi di essere paranoico ma dentro di te sai che qualcosa non torna e loro lo sanno tanto che una volta mi fu detto “se ti destabilizzo non ci sentiamo più..”

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      1. Vi è mai capitato di avere vicino un bambino che ha mangiato di nascosto della cioccolata spalmabile e di fronte ad un genitore che gliene chieda conto neghi, dimenandosi come un ossesso, rosso in volto, ma con le dita e la bocca impiastricciate di cioccolata? A me si, fanno tenerezza.
        Una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità fa la stessa cosa, solo con la potenza cognitiva e somatico-sessuale di un adulto, quindi con un armamentario relazionale, comunicatico e quindi manipolatorio, molto più potente.
        Lo fa con la stessa incoercibile spudoratezza nella menzogna, con la stessa vitalistica sfrontatezza, con la stessa rabbiosità beluina più o meno efficacemente dissimulata, con la stessa assenza di scrupoli morali rispetto al dolore che la persona che ha di fronte può provare per l’offesa alla sua intelligenza o alla sua sensibilità, che sia causata da lei o meno.
        Dei bambini si dice, nel linguaggio comune, che non sono ancora entrati nell’età della ragione, non sono ancora dotati del controllo logico-etico che differenzia un essere umano da un animale, e un adulto, quando è ben formato, da un bambino appunto.
        I soggetti patologicamente narcisisti sono così, affettivamente come bambini di cinque anni. Hanno la stessa capacità di fare casino, di inanellare una stupidaggine, una castroneria dopo l’altra, sia argomentativa che pratica, con la soavità e il candore di un animale.
        Anche loro hanno sempre le mani e la bocca impiastricciate di marrone.
        Solo non è cioccolata.

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      2. Bella metafora, caro Federico!
        In effetti la capacità di passare da angioletti, anzi da vittime del cattivo di turno, è pazzesca se raffrontata all’entità del dolore che sanno di aver provocato.
        Totale assenza di scrupolo e di senso della realtà; proprio come un bambino, il cui delirio di onnipotenza fa parte della normale crescita. Ma qui parliamo di adulti, purtroppo però rimasti allo sviluppo emotivo di un fanciullo.
        Solo che le loro azioni e le conseguenza che ne derivano, spesso deleterie per chi le subisce, sono agite nel mondo dei grandi, e dai grandi dotati di empatia subite nel peggiore dei modi.

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      3. È la classica tortura della goccia cinese che ci corrode piano piano e non lascia tracce. Difficilmente chi non è passato per la stessa cosa riesce a capire il quanto può nuocere i non detti e i sottintesi. “Se ti destabilizzo non ci sentiamo più” è una frase rivelatrice perché significa che la persona che la dice è cosciente dell’effetto che desta sull’altro, in più non è disposta a tollerare ‘scocciature’ nel caso in cui l’altro manifesti la sua sofferenza.

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    1. Noooo! non ci credo, anche nel mio caso madre morta di Alzheimer, molto prima che ci incontrassimo. Ma vi pare possibile tracciare una specie di identikit? Sono tantissime le cose che combaciano, sia per quanto riguarda l’aspetto psicologico, comportamentale, che quello fisico.

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  3. Il mio diceva che alle scuole medie avevano dei dubbi sulla sua intelligenza e quindi i professori chiesero al padre di sottoporlo ad una valutazione del suo q.i…….ovviamente risultó, manco a dirlo, superiore alla media di gran lunga….

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  4. Mia suocera: adora i suoi figli ed è una madre devota (salvo devastare la vita di entrambi i figli, una ne è succube, l’altro la odia, con mania ossessiva del controllo e continue umiliazioni), è stata mortalmente ferita e maltrattata dalla sua famiglia di origine (con cui ha rotto, mai visto mezzo parente) e dalla famiglia del marito (che tira e molla secondo sua convenienza. Aggiungo che la famiglia paterna l’ha aiutata tantissimo a crescere i suoi figli, nonostante lei non lavorasse. Ma comunque vengono dipinti come dei mostri maltrattanti), e lei sì, ovviamente si auto dipinge come una persona splendida, altruista fino al midollo e generosa d’animo. Si definisce buona in opposizione degli altri, definiti cattivi. Peccato che poi la vedi: sola come un cane, anzi, si è presa un cane che è l’unico che è costretto a sopportarla (povera besta), passa le giornate a parlare con il cane oltre a tediare fino alla morte figlia e marito, succubi di lei…una vita priva di amicizie…alla faccia della grandi qualità umane che si vanta di avere!

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  5. La madre era veramente malata. All’inizio pensavo che fosse un modo per rendermi partecipe di un grande problema che viveva in prima persona. Peraltro a detta sua lui era l’unico a prendersene cura. In realtà era una vera e propria manipolazione, voleva far leva sulla mia sensibilità, sul pensiero positivo che io avessi di lui, della sua anima caritatevole. Anima caritatevole che alla prima occasione ‘ammazzava involontariamente’ gli animali. Per non parlare di foto di gatti investiti di fronte casa sua…
    Questo basterebbe di gran lunga a scrivere la parola fine, a metterci non una pietra sopra ma un pilastro di cemento! Poi la maledetta parte malata torna a galla…e trovi giustificazioni per queste nefandezze perché non pensi proprio che una persona possa arrivare a tanto.

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    1. Ahhh pensa lui ha ammazzato una decina di fatto alla prima moglie. Perché a suo dire non li sopportava …per caso ha ammazzato un cane in retromarcia..per caso e stato un cacciatore senza scrupoli per anni. Sfogava bene il suo sadismo sugli animali. .ora me ne rendo conto.

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  6. Oppure e qui concludo. Quando mi ha raccontato la sua precedente storia che è durata ben 33 anni (erano giovanissimi entrambi 14 anni circa). E poi lei ha detto stop, stanca delle sue promesse di un futuro insieme (arrivati all’eta di 46 anni – un po’ tanto). Le sue parole: “tutti pensavano che ci saremmo sposati ed invece…”. Una vita rovinata per quella donna che credeva in un futuro con lui, mentre lui viveva per lavoro lontano e si divertiva a più non posso. Cose che ha raccontato come se fossero medaglie da appendere anziché andare in giro con un cappuccio per la vergogna di ciò che aveva fatto.
    L’amore finisce bastava solo dirlo, invece lui ha taciuto volontariamente perché così gli conveniva!
    A volte ci penso, mi fa una gran pena!!

    Con me il rapporto è diverso, io non sono appetibile perchè non mi ingelosisco, non bramo dalla voglia di vederlo (sono 1 anno e mezzo che non ci vediamo e non gli ho mai chiesto di vederci – adesso di punto in bianco mi ha detto che a fine mese viene nella mia città: non ho battuto ciglio), non cerco disperatamente un contatto fisico con lui. Sono una noia…

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  7. Buondi e’ qualche gg che non scrivo…ma vi leggo sempre…..il mio mi ha raccontate tante di quelle balle, che le scrivevo e sono pagine e pagine….la più grande sul lavoro , lui era quello che portava avanti un’azienda, da autista era diventato agente e braccio destro del capo….aveva inserito il figlio….morale???? criticato da tutti i colleghi….non voluto dal capo , figlio licenziato pochi gg fa e lui prossimo, relegato a fare il magazziniere a 64 anni….da agosto che ci siamo risentiti e poi subito l’ho frenato e chiuso non aveva un sabato perche’???? per coltivare…..allucinante!!!! avrei dovuto accontentarmi ancora di qualche ritaglio in settimana……. continuava a riempirmi di palle…..non mi manca ….ma da anni…..
    ci ricado perc ci tengo x lui anzi mi dispiaceva perfino per come lo trattano….ma alla fine lui di me si sarebbe mai preoccupato se fosse stato il contrario????

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    1. Ciao Ilaria, che piacere risentirti.
      Come stai?
      Non fartela nemmeno la domanda finale, sai già la risposta.
      E se fosse sì è solo perchè gli conveniva in quel momento.
      Un abbraccio!

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      1. Ciao Gianni sto’ bene grazie. Tu?
        Lo stronzo gira intorno sempre ma ormai un disco rotto, lo tengo lontano….perc poi sentire le stesse…….sinceramente…..cerco di impegnarmi con quante più cose possa fare.
        Lui di me non si è mai preoccupato ne si preoccupa……

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      2. Ciao Ilaria, situazione stazionaria. Non ne posso più e sto cercando una sistemazione materialmente accettabile.
        Tu tieni duro, mi raccomando!
        Un abbraccio!

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  8. Se non mentono, omettono, mistero sul loro passato. Con la prima moglie ha avuto un figlio, che è una sua copia, e il matrimonio è finito perché lei aveva un altro, mi dice:”io le avevo già fatto un sacco di corna ” , le aveva messo contro i genitori , lui così bravo e lei infedele. Della seconda compagna non ha mai raccontato nulla, ho saputo che litigavano spesso, con lei niente figli, lei ne aveva due col marito. Erano piccoli quando lui è entrato in casa loro e quando se ne è andato non li ha più cercati.. Io la terza ho capito troppo tardi chi avevo in casa. La quarta, la attuale sa che abitava qui, ma da solo, io ero la padrona di casa. (Ho una casa grande), non sa altro. Non avendo nulla, spendendo tutto e anche i soldi degli altri, cerca ovviamente prede con casa in cui insediarsi come il cuculo. E mentono . Grazie, un abbraccio a tutti

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  9. Sicuramente il “sapersi vendere” bene da parte del narcisista gioca un ruolo fondamentale nel creare un attaccamento iniziale.
    Il mio primo ex np riuscì a catturarmi grazie alle sue qualità di sportivo, é stato un campione nazionale di braccio di ferro e mi aveva raccontato che era riuscito ad arrivare a quel traguardo pur con problemi di salute (soffre di diabete giovanile) e tanti sacrifici e nonostante in tanti lo avessero scoraggiato. Io provavo un’ammirazione incredibile, anche perché non si vantava affatto di questa cosa ma, al contrario, sembrava un ragazzo umile e con i piedi a terra. Ho poi scoperto che questa purtrppo è una caratteristica dei narcisisti covert, quelli “nascosti”, molto difficili da individuare subito. Mi sentivo addirittura privilegiata per il fatto che un atleta di alto livello come lui mi frequentasse…vedevo in lui qualità che io non avevo…determinazione, costanza verso un obbiettivo e forza interiore. Questo è forse il motivo principale, oltre alla forte biochimica, che mi ha reso così difficile riconoscere in lui un narcisista…
    Mi diceva anche che in amore era stato fortunato e aveva sofferto molto a causa di ex gelose e possessive…
    Purtroppo poi ha dimostrato ampiamente di essere tutt’altro….sfruttava il suo successo sportivo per acchiappare più facilmente donne e ragazze, non si faceva problemi a frequentarne diverse in contemporanea….a me diceva che si allenava per le gare e invece era sempre fuori con una diversa. Per un pò ho voluto credere alla bella storia del ragazzo umile che si è fatto da solo nello sport nonostante i problemi di salute …una specie di Bebe Vio al maschile…volevo crederci ed ero cieca rispetto ai tanti campanelli di allarme che mi lanciava.
    Purtroppo nel giro di pochi mesi ho scoperto i suoi altarini e la delusione è stata molto cocente. Nonostante ciò ho accettato fughe e ritorni, triangolazioni e silent treatment perché dentro di me volevo il mio campione speciale, e per tanto tempo ho giustificato qualunque cosa pur di non perdere quell’immagine.
    Purtroppo sono bravi a vendersi ed é proprio in quella fase che si crea l’aggancio perverso.

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  10. Cara Spirito Libero, si vendono benissimo, e in maniera diversa a seconda di chi hanno di fronte o del momento.
    In una fase della loro vita possono essere una cosa, poi un’altra poi un’altra ancora.
    Credo anche io che la modestia “studiata” sia proprio una caratteristica dei covert, decisamente subdola.
    Un abbraccio!

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    1. Caro Gianni, é proprio come dici. I covert sono veramente subdoli e riescono con incredibile efficacia ad “intortarti”. Prima di conoscere lui identificavo il narcisista come il tipico borioso pieno di sé e sprezzante degli altri…lui sembrava all’opposto una persona fin troppo brava e buona…un poverino maltrattato dalle ex (che invece era lui a tradire) e uno sportivo dedito alla vita sana e morigerata, nemmeno fosse un reverendo. A me diceva che la sera dopo gli allenamenti andava a dormire presto e poi sono venuta a sapere che andava per locali facendo le ore piccole a baccagliare con qualunque tizia avesse sotto tiro. Sono stata così stupida da volerlo lo stesso perché mi piaceva e mi sono somministrata il peggio del peggio pur di non perderlo. Mi davo anche colpe inesistenti per le sue sparizioni. Quando tornava ero pronta a raccoglierlo come un cagnolino felice e mi sorbivo anche il fatto che messaggiava spudoratamente con altre davanti a me dopo aver fatto l’amore (per me era fare l’amore, per lui era solo sesso con la povera idiota della volta ogni tanto in mancanza di meglio) . Mi vergogno tanto della mia stupidità di allora.

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      1. Ahhh pensa lui ha ammazzato una decina di fatto alla prima moglie. Perché a suo dire non li sopportava …per caso ha ammazzato un cane in retromarcia..per caso e stato un cacciatore senza scrupoli per anni. Sfogava bene il suo sadismo sugli animali. .ora me ne rendo conto.

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      2. Mirna, ti prego! Solo gli psicopatici hanno una simile crudeltà! È il sintomo per eccellenza. Ruba, uccide gli animali, fa uso di stupefacenti, mente cronicamente, è promiscuo e parassita… Insomma! Qui si tratta di fare due più due, altroché sparare diagnosi senza essere neuropsichiatri!!

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    2. Io ho avuto accanto un “covert” e ti assicuro che l’ultima cosa che pensi (all’inizio ovviamente) è che sia una persona capace di grande freddezza, cattiveria e crudeltà. Anzi ti fa tenerezza, quasi compassione, appare molto riservato e rispettoso, misurato nelle parole e nei gesti, timido e impacciato. Estremamente disponibile, si presta per ogni necessità. Poi, quando scopri quanta distanza c’è tra l’ufficiale e l’ufficioso, è uno shock

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      1. Infatti è questo che lascia sconcertati cara Mirò …come può una persona in apparenza buona, che nel caso del covert addirittura tende ad autosvalutarsi a comportarsi poi come in vero aguzzino, senza pietà e sentimenti umani. Io penso sempre che possano soffrire di sdoppiamento di personalità ma non so se questo sia possibile in un narcisista. Perché poi sembrano dimenticare completamente il male che ti hanno fatto… se anzi gli ricordi un periodo di tua sofferenza durante la relazione sembra che tu gli stia parlando di qualcuno che non sono loro. É inquietante.

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      2. Dimenticano o fingono di non ricordare…non lo so perché le regole in realtà le fanno solo loro e le devono rispettare solo gli altri! Prova a fargli un minimo torto e vedi cosa ti rovesciano addosso…nel mio caso, nonostante tutto il male che mi ha fatto si considera una brava persona, educata e gentile.

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      3. Eh sì cara Mirò, a ripensare con quale richiesta di tenerezza e necessità di protezione si è presentata a suo tempo, adesso trasalisco!
        Mai avrei pensato che quella persona così dolce e premurosa potesse riservarmi, prima a piccole ed impercettibili dosi, poi tutto d’un tratto a valanga, quella serie di cattiverie e comportamenti sadici che mi sono cuccato in maniera massiccia per almeno un paio di anni.
        Hai ragione Spirito Libero, sembra che poi si dimentichino del male fatto e che tornino come niente fosse alla modalità dolce e premuroso. Non so nemmeno io quanta consapevolezza ci sia in questo. In merito allo sdoppiamento della personalità, la mia np aveva chiesto alla sua terapeuta se avesse una doppia personalità; la risposta mi aveva sconcertato e tuttora mi sconcerta: “Lei non ha una doppia personalità, ne ha 1000”. Il che se fosse veramente stata detta così (il condizionale è d’obbligo avendomi riferito la cosa lei stessa) sarebbe di per sè la diagnosi di un grave disturbo al limite dello psichiatrico più che psicologico; mi risulta che la personalità multipla o peggio la dispersione della personalità sia una cosa grave. Ma siccome a quell’affermazione non pare essere seguito nulla, o se l’è inventata lei o la sua terapeuta è passata sopra una cosa del genere senza pensare di dover intervenire.
        In ogni caso sembra proprio che considerino le loro variazioni di umore e comportamento una normale e accettabile fluttuazione.
        Un abbraccio!

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      4. Temo che anche per me si sia trattato di un covert, disponibile, tenero, attento e premuroso. Mi ha lasciato intendere di aver preso tante batoste dalla vita, di essere riuscito a reagire seppure soffrendo molto. E in effetti vedevo che si faceva sempre in quattro per tutti, e invece… era capace di farsi km per portare in regalo le agende avanzate che avremmo mandato al macero a un “amico” che lo ripagava in verdure….. a un certo punto gli è uscito che si rendeva disponibile per poi chiedere favori in cambio… e questo era il meno..

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      5. Si, lo scarto tra la bellezza dell’ologramma iniziale, intreccio di nostra idealizzazione e loro mirroring, e la rivelazione finale produce un effetto vertiginoso.
        Però credo dovremmo essere sinceri e dirci che abbiamo rischiato fin dall’inizio sapendo di rischiare, per me è stato così. Me lo dicevo e lo dissi anche alla bella signora.
        Se si rischia e va male lo dobbiamo anche accettare, non possiamo stare all’infinito a ripeterci quanto siamo stati maltrattati. La vita è anche un carnaio, non lo scopriamo certo avendo a che fare con un narcisista patologico.
        All’inizio, quando ci prendiamo la sprangata in pieno volto, figurativamente s’intende, è mostruosamente doloroso, soprattutto perchè non si capisce cosa diavolo stia accadendo.
        Ma a distanza di tempo credo faccia bene anche dirsi “si, sono stato gabbato, e in bruttissimo modo. Credevo di essere molto ben attrezzato nelle relazioni umane? Magari è anche vero, ma questa persona, seppure con l’nganno, mi ha fregato. Amen”

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      6. Con la mia prima relazione narcisista non sapevo di rischiare, se non la consapevolezza del rischio normale che il rapporto potesse andare male come ogni relazione umana. Ma con questi soggetti le cose vanno in modo che una persona normale non può comprendere, almeno non subito….e francamente si mi sento stupida per non aver capito chi fosse davvero ma solo dopo un bel pó…avrei dovuto troncare del tutto prima ma posso dire di averlo fatto quando sono stata sicura al 100% che non ci fosse più nulla da fare. Lo avessi fatto prima sarei rimasta con il dubbio di non aver tentato tutto il possibile ma ho preferito andare fino in fondo a tutto proprio per non correre il rischio di ricaderci ancora in futuro. L’importante non é metterci tanto o poco a chiudere con un narcisista ma arrivare alla consapevolezza che non puoi averci a che fare pena la tua autodistruzione.

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  11. Sui punti B e C potrei scrivere un libro! Ovviamente lui è una persona splendida di cui però TUTTI si sono approfittati, l’hanno maltrattato e non hanno capito la sua generosità. Il dramma è il loro pane quotidiano, sono vittime indifese dell’ingiustizia del mondo, basta un niente per scatenare la tragedia con l’unico scopo di dar sfogo a quella rabbia che è sempre in agguato. Se si cerca di riportarli alla ragione ridimensionando il fatto si viene accusati di minimizzare o metterli in ridicolo. E via altra rabbia.
    La loro mente crea una realtà nella quale loro sono le brave persone perseguitate e incomprese. Peccato che i danni che causano agli altri siano enormi e che non sentano alcun senso di colpa o rimorso per il male fatto

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    1. Proprio così cara Mirò, il paradosso assurdo è che che loro sono le vittime sacrificali del mondo ma poi trattano gli altri peggio delle pezze da piedi. E in più ci si incolpa pure di essere stati maltrattati da loro, pensando di aver fatto qualcosa che li ha feriti, cosa che loro sono abilissimi a farti credere.

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      1. Basta non rispondere al telefono una volta, arrivare in ritardo un giorno qualunque, non scrivere il messaggio che hanno bisogno di leggere in quel momento per ferirli a morte. Non perché sono ‘ipersensibili’, ma perché terrorizzati dall’ipotetica perdita di controllo.

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      2. Esattamente Claudelia!
        L’ho sperimentato quando non ho risposto a un messaggio o quando ho osato interrompere la telefonata per dar retta al tecnico del mio pc che veniva per la riparazione: mi accusò che tutto per me era prioritario tranne lui!
        Non ti dico la furia tremenda DURATA MESI quando ho osato contraddirlo su una pietanza al pranzo in ufficio: secondo lui volevo PUBBLICAMENTE DERIDERLO
        Si rimane sbigottiti dall’enormità delle accuse rispetto all’accaduto ma loro sembrano crederci veramente

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      3. Ognuno di noi avrebbe mille aneddoti; io mi sono cuccato, molti anni fa e quindi ben prima della crisi conclamata del rapporto, un attacco perchè mi ero permesso di dare parzialmente ragione a mia madre in una discussione su un argomento tutto sommato neutro, mi pare parlassimo di alimentazione biologica. Io non condividevo in pieno il suo integralismo, pur riconoscendo che il biologico fosse più salutare. Mia madre non ci crede e basta. Io avevo solo detto che per certi prodotti su scala industriale il biologico vero e proprio è un mezzo falso. E parlavo a ragion veduta avendo a suo tempo anche lavorato nel campo dell’agricoltura.
        Da sottolineare che all’epoca era una convinta sostenitrice della cosa, adesso, per ragioni economiche, mangiamo tutto, ma proprio tutto, basta che sia buono di gusto.
        Coerenza?

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      4. La coerenza la pretendono da noi che dobbiamo comportarci da perfetti soldatini ma non sentono di doverla a nessuno: le regole le fanno loro, gli altri le devono solo rispettare

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      5. Quando non rispondevo a un messaggio chiamava per dire sto arrivando perché sono preoccupato ma quale preoccupato? Voleva il controllo più alto che potesse esserci. E li cinmminciavo a stare male . E a capire.. Non mi lasciava sola un giorno…si faceva in 4 in mille. Kilometri avanti e indietro poi sapendo che tutti i colleghi mi stavano accennando per avvisarmi di ruberie che aveva fatto all azienda..Lui povera vittima il mondo ce l aveva con lui e io mai dovevo credere a una sola parola. Aveva paura però di essere licenziato . E alla fine come qui sapete si è fatto licenziare lui così non ha aspettato che si chiudesse l inchiesta che ancora e in corso.. E che speri non cada anche in piedi stavolta

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      6. Mirna sono davvero ossessivi con la presenza quando vogliono o gli torna utile . Oppure distanti milioni di km quando decidono che si sono stufati e non gli servi più come sostegno, letto, piatto in cui mangiare. Non ho alcuna comprensione umana per chi usa gli altri. Si, malati e disturbati ma in grado di agire coscientemente e in modo subdolo. La comprensione deve andare a chi ha patologie che tolgono il raziocinio ma loro ne hanno da vendere.. Un abbraccio

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      7. Cara Mirna, i furti spesso vengono commessi per finanziare la vita che fanno. Il loro vizio si chiama “nutrimento narcisistico”. Hanno BISOGNO di mangiare bene, dormire in ottimi alberghi, pagare magari qualche escort, mantenere ulteriori vizi (mi sembra che nel tuo caso il tipo era pure cocainomane, o mi sbaglio?). È impressionante fino a che punto arrivano per “dare da mangiare” al loro disturbo. Il mix cocaina e disturbo narcisistico o psicopatia è il peggiore che possa mai capitare in una persona.

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    2. Il mio collega narcisista tende a distorcere parecchio i fatti quando parte all’attacco.

      Mi ricordo le prime recriminazioni sono state di me che lo spingevo e lo strattonavo quando invece mi ero limitato a toccarlo con un dito alla spalla e a dirgli “hey, guarda che sto parlando con te…” mentre mi ignorava dopo avermi vomitato addosso una serie di accuse.

      Quel che ho notato io è che non esagerano solamente l’impatto degli episodi, ma gli episodi stessi.

      E’ chiaro che di fronte a delle narrazioni così imprecise un estraneo fa presto a fare spallucce e a dire “vabbhè, questo è un po’ svitato…”

      Mi chiedo se capitavano anche a te episodi simili e come potesse viverla una persona che invece ha un rapporto intimo con un soggetto simile.

      Scattava la necessità di provare a ricontrattare assieme la realtà per poterla condividere e non sentirsi su due pianeti diversi?

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      1. Caro Giovanni,
        episodi come quello che hai raccontato tu capitavano eccome! Una totale distorsione dei fatti, delle parole e delle intenzioni. Come mi sentivo? Le prime volte incredula, pensavo scherzasse, era talmente assurda la situazione e la sua lettura che non puoi credere che una persona dica sul serio. Tieni conto che tutte le volte l’interpretazione era peggiorativa, lui vedeva il male in ogni cosa, vedeva sempre un intento ingannatorio e malevolo verso di lui. Mai una volta che abbia pensato bene, se doveva scegliere tra vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto lo vedeva completamente vuoto. Basta un niente e reagiscono malissimo con la rabbia espressa o repressa ma che si sente benissimo. Senti che ce l’ha con te e che te la farà pagare.
        Da persona normale desideri chiarire, capire perché e semmai cercare di riportare la sua visione alla realtà, ti ritrovi a spiegare perché ti sei comportato in un certo modo o hai detto certe cose, addirittura ricordi all’altro quello che è successo 5 minuti prima perché dal suo racconto sembra che lo abbia dimenticato (😱), spieghi le tue ragioni e ti senti dire “tu che prove hai a dire questo?” come se fossi in un tribunale, senti il muro illogico davanti a te, rimani completamente sbalordito.
        Capisci quanto è difficile la comunicazione quando viaggia su questi canali di interpretazione, vale tutto e niente. Mi sentivo enormemente affaticata e non ascoltata, non considerata. Lui non si muoveva di un passo. Ogni cosa diventa un braccio di ferro a cui si è aggiunta poi, nel mio caso, una tale cattiveria e crudeltà per cui alla cieca ostinazione si è aggiunta la cattiveria e la crudeltà fatta di urla, insulti e mortificazioni. Sono machiavellici, il fine di mantenere la loro posizione giustifica i mezzi che utilizzano, qualsiasi essi siano. Perché loro non conoscono i limiti, i confini entro cui è lecito e legittimo muoversi. Loro si muovono e basta.

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      2. Cara Mirò, sai la cosa pazzesca? Io per 15 anni vedevo le cose come le vedeva lei! Potere della manipolazione.
        Poi quando si è rivelata per quello che è non ho potuto fare a meno di realizzare che le cose erano quasi sempre distorte, e ho cominciato a vederle secondo il mio punto di vista, che poi ho scoperto essere quello della maggior parte delle persone normalmente dotate. Ma è stato uno sforzo durissimo autoconvincermi.
        Mi rifaccio all’esempio di Giovanni per riportare un fatto che la dice lunga su chi ho di fronte e su come sappia manipolare la realtà anche in tempo reale.
        Un litigio piuttosto acceso è avvenuto ahimè in presenza dei nostri figli (cosa che adesso cerco di evitare in tutti i modi); o meglio i nostri figli seduti sul divano potevano sentirci ma non vederci.
        Io ad un certo punto ho fatto più o meno quello che ha descritto Giovanni rispetto al suo collega, ovvero ho dato una leggera spinta sulla spalla di mia moglie mandandola a fanc….. (allora le cose avvenivano con quelle modalità comunicative, oggi me ne vergogno, soprattutto perchè le hanno viste i ragazzi); il gesto era proprio accompagnatorio della frase che ho pronunciato e non aveva niente di violento nel senso che sicuramente non era mia intenzione far male a mia moglie (ne lo è mai stata, ne lo ho mai fatto).
        La sua reazione è stato dire ad alta voce, in modo da farsi sentire dai figli “cosa fai adesso, mi metti anche le mani addosso?”; non oso pensare cosa abbiano potuto immaginare in quel momento i miei figli……
        Ecco, questo è uno di quegli episodi che mi faccio ritornare in mente quando ho bisogno di riaccendere la rabbia per non lasciarmi intorpidire dai giochetti di riaggancio. Anche solo a scriverlo mi vengono i fumi….
        Un grande abbraccio!

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      3. Buongiorno Gianni
        credo proprio che tra le tante difficoltà che incontriamo ci sia anche quella di convincerci che dobbiamo guardare la persona che abbiamo accanto o che abbiamo avuto accanto attraverso una lente che ci restituisce un’immagine sicuramente peggiore di quella che abbiamo di lei e questa cosa non è per niente facile e procura un grande dolore interiore. Ti capisco eccome…

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      4. Quello che non capisco è se agiscono così perché il loro disturbo li porta a vedere le cose effettivamente in modo esagerato o se a loro i fatti arrivano per come sono e tentano di stravolgerli in mala fede

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      5. @Giovanni
        sono concentrati su se stessi, sensibili solo alle loro emozioni, più che semplicemente egoisti. Percepiscono la realtà in maniera distorta secondo un loro personalissimo filtro.
        In fondo ognuno di noi interpreta gli eventi, per questo, a fronte di uno stesso episodio vissuto simultaneamente da diverse persone, i racconti che ne fanno queste persone, possono essere anche molto differenti. Figurati che succede in caso di patologia, ogni tratto normale risulta esasperato. Ho letto che è come parlare con qualcuno che ha preso un colpo in pieno viso. Ti ascolta? Ti può chiedere scusa se correndo a medicarsi ti schiaccia? Vorrebbe spiegati la causa del suo malessere? Chiaro che non può. Loro sono costantemente nella situazione di avere appena ricevuto un colpo in pieno viso. Non capiscono niente più. Solo che il colpo, la ferita narcisistica, è molto antica e mai guarita, mai curata né cicatrizzata. La parte peggiore è non vogliono neppure farsi aiutare. Addirittura in caso volessero intraprendere una terapia sembra debba essere molto lunga e i risultati siano modesti.

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      6. Cara Mirò, è verissimo, dobbiamo fare lo sforzo di vederli per quello che sono e cioè valutarli solo per quello che fanno, non per quello che dicono, non per quello che raccontano. Un fatto come quello che ho descritto è in una famiglia di una gravità a mio avviso inaudita, eppure è successo; eppure adesso si comporta come se tutte queste cose non esistessero, e io devo ogni momento sforzarmi di ricordare, per non venire ancora anestetizzato. Grazie come sempre per la profonda comprensione, mi arriva davvero!

        Per rispondere alla domanda di Giovanni non posso far altro che condividere i pensieri di Blume e Babi.
        L’esempio del pugno in faccia è calzante al massimo; è come se il loro punto di vista fosse sempre impellente e prioritario ed è come se non capissero che è spropositato rispetto alla realtà che li circonda. In parte lo sanno e in parte anche no; il solito dubbio sulla loro quota di consapevolezza, che comunque più o meno c’è sempre e quindi li rende del tutto colpevoli del male che fanno.
        Un abbraccio a tutti!

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      7. Certo che sono consapevoli, caro Gianni, altrimenti che bisogno c’è di riversare tutte le colpe sugli altri? Sanno perfettamente ciò che fanno e lottano disperatamente con tutti i meccanismi che abbiamo visto, dal gaslight alle manipolazioni varie per occultare i loro ‘crimini’. Abbracci a te!

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      8. Ancora sono lontano dal capire come vorrei, ma ringrazio tutti per le spiegazioni che mi hanno aiutato a farmi un poco strada.

        Volevo scrivere una cosa a Gianni: “l’uomo innamorato è il meno politico degli animali”, è una citazione che ho letto un po’ di tempo fa, non so nemmeno di chi è ma condivido il concetto.

        Non crucciarti di tutte le cose che avresti potuto fare, di tutte le cose che avresti potuto dire, etc etc etc.
        Tu avevi un legame con questa persona che ti frenava nell’uso delle “brutte”, com’è normale che sia. E’ normale usare la misura con chi amiamo, evitare le escalation peggiori, concedere un minimo di fiducia anche quando sembra assurda, è normale essere indifesi ed esposti. E’ nella logica sana dei rapporti tendere a fare un passo verso piuttosto che un passo contro. La tua sfortuna è stata quella di capitare con una persona che non aveva questo tipo di freni e che non poteva apprezzare i tuoi.

        Questo perlomeno è quello che penso io quando ricordo chi si è approfittato dei miei sentimenti, di cui non bisogna mai assolutamente vergognarsi. La mia consolazione è quella di pensare “Stronza, era facile fare la forte con uno di cui non te ne fregava niente e che ti voleva un mondo di bene, no? Se capitasse adesso non ti farei durare manco 24 ore tanto che me ne frego di te”.

        Per mia fortuna ha funzionato e funziona benissimo, e spero che possa funzionare anche per te.

        Un caro saluto a tutti, a presto!

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  12. Cara Mirò e Gianni ma non trovate che queste loro manifestazioni esagerate di disappunto per delle cose dette in buona fede e senza alcuna malevolenza verso di loro siano ridicole? Certo al momento sono terribili per le conseguenze che provocano ma a ben pensarci sono veramente esilaranti….😀

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    1. Sì ecco Spirito Libero, oggi a distanza di tempo riesco a vedere quanto la pretesa fosse ridicola ma a quel tempo tra le urla e le offese fu piuttosto dura anche perché nei mesi a venire ogni occasione era buona per tirare fuori quell’episodio e usarlo per darmi addosso e guardarmi con disgusto. A proposito della persona mite e rispettosa che si era mostrata inizialmente

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    2. Sì, a rivederla oggi è proprio ridicola; all’epoca, al di là dell’attacco che forse non fu nemmeno troppo veemente nei modi, era stato pesante l’averci attaccato dietro una serie infinita di recriminazioni, dal rapporto con mia madre ad una specie di lesa maestà nei suoi confronti, per cui il motivo iniziale era diventato solo il pretesto per ribadire che io non potevo permettermi di dissentire in nessun modo.
      Oggi le riderei in faccia, all’epoca ero stato malissimo e mi ero sentito profondamente in colpa.
      A questo riguardo riporto un altro episodio che mi ha fatto molto pensare a suo tempo, perchè avevo visto i suoi metodi, dei quali ero solo in parte consapevole, applicati senza scrupolo ad altri che le volevano bene.
      Nel pieno della nostra crisi e del suo tentativo di demolizione del sottoscritto, io ho chiesto di confrontarmi con sua sorella, persona equilibrata con cui è facile trovare un accordo. L’avevo fatto perchè, da quello che diceva lei, la sorella non capiva i miei comportamenti e le mie reazioni. Dopo un confronto pacato e costruttivo me ne ero tornato a casa con l’idea di un passo avanti e di aver trovato tutto sommato un alleato, inteso come persona con cui poter ragionare, nella sorella, la quale aveva dichiarato sostanzialmente di comprendere anche il mio punto di vista.
      La cosa aveva scatenato l’inferno, non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti della sorella, con la quale mia moglie ha sempre avuto e ha tuttora un rapporto privilegiato (povera sorella).
      La frase che mi aveva scioccato è la seguente, detta da lei a sua sorella: “se solo ti permetti di pensare una cosa del genere (cioè darmi ragione almeno parzialmente in merito alla nostra crisi), vengo lì e ti spacco la testa in due”. Cioè la sorella non aveva il diritto non dico di comportarsi ma nemmeno di pensare in maniera difforme dal np pensiero.
      Prima di allora non avevo mai assistito nemmeno ad un battibecco tra loro, anzi sembravano condividere qualsiasi punto di vista.
      Poi la cosa era rientrata perchè la sorella era tornata nei ranghi per non perdere il rapporto; io non ho più insistito, mi fa solo un po’ pena la sorella, che continua ad essere una degnissima persona, ma che non ha la minima idea di essere anche lei, a suo modo, vittima del bullismo relazionale di np.
      Un abbraccio!

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      1. Caro Gianni, non ho esperienza diretta di dinamiche familiari dei narcisisti ma ho letto che considerano le persone dello stretto nucleo familiare come delle estensioni di sé, quindi immagino che una minima difformità di pensiero della sorella relativamente al vostro rapporto per lei fosse un vero affronto….purtroppo il confronto e il dialogo con loro è impossibile, devono avere ragione o comunque devi allearti con loro contro qualcun’altro.

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      2. Caro Spirito Libero, sì, gli altri, specie le persone “care” (uso apposta le virgolette nel loro caso) sono delle loro estensioni. O sono esattamente come loro si aspettano rispecchiandole in pieno, o sono nessuno e in questo caso può tranquillamente essere riservato loro qualsiasi tipo di trattamento.
        Anche in questo caso, ritornati un’unica volta sull’episodio, lei ha dimostrato una (finta?) inconsapevolezza della gravità dell’accaduto, liquidando la cosa come un confronto un po’ più acceso degli altri!!
        In questo senso vigilo sul rapporto coi nostri figli, in attesa della loro prima presa di posizione sostanzialmente difforme dal pensiero unico; e sono preoccupato.
        Abbraccio

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  13. @Babi si assolutamente….non fanno mai nulla in modo disinteressato e altruista ma sempre per avere qualcosa in cambio a tutti i livelli…lavorativo, amicale, sessuale. Investono il minimo indispensabile per avere il più possibile dall’altro. L’apparente gentilezza non é connaturata in loro ma è solo un modus operandi che permette loro di aprire molte porte. I miei ex narcisisti chiedevano le cose in modo talmente gentile che era impossibile dire di no…impressionante quello che sono riusciti a farmi fare.

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  14. D’altra parte sappiamo che sono affetti da un disturbo mentale. Hanno un grave disturbo della sfera affettiva. Sono malati. Ce la vogliamo prendere all’infinito con un malato di mente? Non penso sia giustificabile da alcun punto di vista.
    Io vorrò bene a quella donna per tutta la vita, sapendo che è così malata da doverla tenere lontana, perchè rifiuto la prospettiva di sprofondare nell’indistinto in cui lei è immersa da sempre. Non la odio, non l’ho odiata nemmeno per un secondo.
    E’ malata, ed è la prima a pagarne le conseguenze.
    Io l’ho espunta dalla mia vita, e per me il problema è risolto.
    Mi rendo conto che per chi si fa maltrattare per anni la faccenda sia molto più complicata.
    Dobbiamo essere veloci, e spietati, con amore anche, ma spietati.
    Poi basta, assorbito il trauma, o se preferite l’espressione elaborato il lutto, dobbiamo guardare al futuro, semmai facendo tesoro di quanto abbiamo capito delle nostre fragilità che altrimenti non avremmo magari mai scoperto.

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    1. Caro Federico, io le mie fragilità non solo le conoscevo ma pure le avevo confessate candidamente a chi poi le ha calpestate una dopo l’altra mentre giurava, con le lacrime agli occhi, di amarmi infinitamente, di voler tanti bambini da me e bla bla bla. Fortunatamente ho scoperto – a mie spese – che l’amore è tutt’altra roba e che non c’entra niente con le commedie romantiche americane! Malati di mente? Ci sono pareri discordanti. Chi crede di essere Dio e si vede PERFETTO, al punto di decidere sulla vita o sulla morte psichica di una persona non merita la mia solidarietà, ecco la mia conclusione. I disturbati che hanno una lucida capacità di discernere e che sanno cos’è giusto e cosa non è, ma SCELGONO l’ingiustizia perché reca più piacere e la malvagità perché rende più potenti non hanno bisogno della mia empatia per ottenere dal mondo esattamente ciò che riescono ad ottenere con l’uso strumentale del proprio disturbo per posare da “malati” quando loro conviene. Così come loro scelgono con grande maestria di nascondere i loro misfatti riversando sugli altri ogni colpa, io ho scelto di non accettarli o quantomeno di sbirciare bene il contenuto “colpa” per comprendere cosa mi appartenessi e cosa no. Io non amo né odio chi non esiste. Chi è vuoto si trastulla nel suo vacuo e campa del suo nulla. Mi occupo di loro nella misura in cui, con i loro comportamenti tendono a distruggere la vita altrui. Ritengo che siano un pericolo? Sì. Fare questa affermazione è odiarli? No, è proteggersi. Io la vedo così.

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      1. Claudilea mi trovi completamente d’accordo – questa bestia di fratello ha un cervello – ok ha un disturbo, è psicopatico, tutto quello che vogliamo – ma quando vuole lui quel cervello bacato lo fa funzionare bene – devi vedere come dialoga bene con quei due amici ( delle mer#e come lui che si sono piazzati fissi qui in casa a fumare marujana tutto il giorno ).
        Nessuna giustifica per questi individui che rovinano la vita agli altri – nessuna pietà per loro

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      2. Sai, io mi sto interessando all’argomento anche per questo: sono davvero malati o sono semplicemente pessime persone il cui unico tratto patologico è quello di essere troppo piene di se stesse?

        Devo dirti che, senza voler mancare di rispetto alle esperienze e ai traumi di nessuno, tendo a propendere per la seconda ipotesi.

        C’è qualcosa che non va in loro ed è la loro incapacità di mettersi in discussione. Il resto mi sembra più una “malattia dello spirito”, passatemi il termine, che di mente.

        Quando partono per la tangente, ribaltano la frittata o si nascondono dietro un dito ho l’impressione che lo facciano solo perché ti ritengono troppo stupido per comprendere le macchinazioni più ovvie. E’ tutto qui secondo la mia piccola opinione, sono incapaci di comprendere che potresti aver mangiato la foglia, e anche quando ricevono dei segnali che non caschi nei loro giochetti ci riprovano ancora e ancora certi che prima o poi ci cascherai comunque.

        Mi ha molto emozionato la potenza delle tue parole, mi hanno trasmesso una bellezza morale che non posso che apprezzare.

        Saluti!

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      3. Sono davvero malati, Giovanni, la loro patologia è seria e non consiste nell’essere troppo pieni di sé. Al contrario, invece, hanno un enorme vuoto dentro (un’incapacità emotiva, un arresto dei sentimenti) che non vogliono vedere e coprono con l’imnaginazione fantastica (che per loro è reale) di un falso Sé potente e onnipotente che alimentano con il dolore altrui. Il dolore che infliggono agli altri li fa sentire vivi e potenti. Tutta la loro struttura patologica è finalizzata ad alimentare questo falso Sé, a sorreggere un’autostima che è precaria e non si sosterrebbe senza queste conferme esterne al loro valore. Sono narcisisti perché l’unico scopo nella relazioni con gli altri è quello di sorreggere la propria autostima (che non si riesce a sostenere attraverso il senso del valore interno, che non hanno) e sono patologici e perversi perché il costo di questa coesione (malata) lo fanno pagare agli altri attraverso la loro sofferenza.
        Se vuoi comprendere come si arriva a diventare np, oltre agli articoli qui sul blog ti consiglio di leggere L’illusione del narcisista di G. Di Maggio, terapeuta ed esperto di disturbi di personalità.

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    2. Non lo so Federico, ognuno ha avuto un’esperienza diversa con l’np seppure con molti punti in comune, specialmente con riferimento alle dinamiche relazionali. Non credevo di rischiare nulla più di quello che succede nella normalità, anche se di normale non c’era gran ché, tra due persone già impegnate.
      Mi vergogno ancora da morire, non per l’aspetto “fisico” della relazione, ma per avergli aperto il mio cuore. E l’ho odiato, eccome se l’ho odiato, l’avrei pianto morto più che volentieri. La rabbia è stata fondamentale per tirarmi fuori e tenere la guardia alta. Parlarne è importante, funzionale al processo di metabolizzazione e rinascita, forse semplicemente, tu sei più avanti in questo percorso. Sono contenta di sapere che si può avere un tipo di conclusione come la tua, non so se questo potrà essere il mio cammino, non mi sento obbligata a percorrerlo. Per una volta voglio capire passo per passo quale sia la strada, e la meta, migliore per me.
      Adesso spero di consolidare una serena indifferenza cercando di capitalizzare tutto questo letame per far crescere rigogliose le mie piantine (consapevolezza, cura di sé etc etc).
      Quello che dici in chiusura lo condivido, almeno in parte, solo per me in questo momento non è ancora ancora così.

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    1. Ciao Federico, posso dire che sei stato bravo a tirarti fuori dalla faccenda mantenendo un equilibrio e anche amore per fa a persona nonostante il disturbo. Purtroppo a volte ci sono situazioni in cui non è possibile farlo, vedi in caso di matrimonio, figli o lavoro….
      Io personalmente ho aspettato a chiudere le mie situazioni non perché volessi soffrire ma perché per carattere prima di chiudere un rapporto che, a torto o a ragione ritengo importante, voglio tentare tutte le possibilità, per non avere dubbi e rimpianti dopo. Altra difficoltà nel prendere le distanze è che no per sempre è facile capire subito che si è in una relazione narcisistica, ma ci si arriva nel tempo. Certo che prolungare certe agonie all’infinito non va bene mai…

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      1. Aggiungo che il problema con i narcisisti non si risolve “magicamente” chiudendo la relazione….se lo fai proprio agli inizi, quando non sei coinvolto allora forse riesci a recuperare abbastanza un fretta, ma se tu sei coinvolto, se hai amato davvero non credo che sia possibile risolvere la cosa estromettendo semplicemente la persona dalla tua vita, magari fossi così facile…non saremmo qui a parlarne…almeno tutte le testimonianze qui confermano che spesso anche relazioni relativamente brevi hanno avuto strascichi psicologici che sono durati molto a lungo.

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      2. E da ultimo aggiungo che il problema più grande non è riuscire a chiudere, ma respingere i continui ritorni degli ex narcisisti che spesso sono molto insistenti nel non voler mollare la relazione.

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    2. Bravo Federico! Io ho raggiunto la stessa conclusione, ma avendoci ancora a che fare quotidianamente mi è impossibile avere quel distacco che hai raggiunto tu, e questo spesso mantiene alto il livello della rabbia; la cosa da un lato va bene altrimenti si rischia di riabbassare le difese; dall’altro è un notevole stress di cui farei volentieri a meno per vivere più sereno.
      Poi io ho due splendidi figli, quindi in un modo o nell’altro ne avrò sempre a che fare.
      Ciao

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    3. Io non riesco proprio a volergli bene fino a che si tiene i miei soldi perché ormai sono caduti in prescrizione! Certo, per calmare la mia rabbia quando penso che se li è intestati a nome suo senza chiederemelo, penso al fatto che è una persona disturbata, e sarà per sempre vittima della sua malattia, ma volergli bene mi risulta difficile. Anche perché a questo punto, non c’è angolo della mia storia che risulti minimamente sincera, o vagamente mossa da sentimenti. Non solo amavo un infame, ma non c’era proprio nessuno da amare. In questi giorni è mancata mia sorella, un lutto gravissimo per me, per caso lo stronzopatico ha telefonato a te? Dopo 25 anni di relazione……per carità, sappiamo tutti come si muovono questi personaggi, ma volergli bene non riesco. Al mio gatto voglio bene…..a voi voglio bene……Lui è già nel suo inferno…..ma ora sono io che scelgo le persone a cui voler bene…..no, lui no…..e non mi sento nemmeno in colpa, tanto ha già iniziato a succhiare da altre parti.
      Io non mi sento vendicativa, ma basta con i “sono tanto Buona e voglio bene a tutti”. Ma che cavolo, il mio bene ha così poco valore che lo do a tutti, anche se mi derubato, mi umigli, fai in modo che io me ne vada di casa, senza un soldo, macchina, casa, lavoro………ma gli voglio tanto bene? No, io non me la racconto più una balla del genere, mi riterro fortunata se un giorno mi sarà assolutamente indifferente!

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      1. Cara Alba, un chiarimento: per me non è una questione di volerle bene o no; quando dico a Federico che ho raggiunto la stessa conclusione intendo sulla necessità di allontanarla, per adesso almeno emotivamente, senza odiarla.
        Per il resto ho profondamente amato una che non esiste, quindi il problema in questo senso non si pone più. Mi fa compassione perchè so che è per certi versi “malata”; ma mi faccio più compassione io per quello che ho passato per colpa sua, e riesco a dirlo senza sentirmi particolarmente egoista.
        Il sentimento che provo in questo momento è vicino alla totale indifferenza, e me ne rendo conto dal tono della mia voce, quasi sempre asettica e distaccata, quando sono costretto a parlare con lei.
        Questo non vuol dire che io sia sereno; il solo pensiero di lei e delle cose successe mi fa ancora oscillare tra rabbia, tristezza e sconforto.
        Ma si va avanti, con la certezza che le cose miglioreranno; per lei è una battaglia persa che non ho più voglia di combattere io.
        Un abbraccio!

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      2. Lo stronzooatico!😁 Grandiosa definizione👍👍. Si cara Alba, sinceramente anche io faccio molta fatica a voler ancora bene a qualcuno che ho amato e ha ricambiato i miei sentimenti con disprezzo e in modo utilitaristico….sarà vero che sono malati e quindi sperare di avere amore da loro é pura utopia ma quando la gente fa del male non ci sono scusanti che tengano, malati o non malati..sono capacissimi di intendere e di volere. Io non auguro il male a nessuno ma nemmeno sono lì che gli auguro ogni bene. Anzi, se sapessi che al mio ex le cose vanno un pò di mer..a non sarei proprio tanto dispiaciuta per lui, ecco.

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      3. Come anche io sapendo che magicamente mi è sparito l oro in casa. E che lui e subito corso per dirmi quanto mi amava e quanti ladri ci sono nel mondo e che li avremmo trovati. Di non preoccuparmi. Guardandomi negli occhi con le lacrime dicendomi ti amo più della mia vita. Ecc ecc. Ma scherziamo ?? Come potrò mai dire e malato lo comprendo. E malato, sapendo bene di fare del male. Scusate ma i malati veri sono ben altra cosa.

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      4. Carissima Alba, oramai hai raggiunto un punto importantissimo nel tuo percorso di consapevolezza. I nostri sentimenti vanno CONVALIDATI per quel che sono, ovvero, non siamo costretti a voler bene a chi ci ha derubati, umiliati e traditi. Perché continuare a perpetuare una violenza contro noi stessi, infondendoci inutili sensi di colpa PER COME CI SENTIAMO? Alla lunga i nostri sentimenti sono stati giudicati e considerati “sbagliati” da questi signor nessuno, quindi non permettiamo a nessun’altra persona al mondo di dirci che non è lecito provare rabbia oppure sana indifferenza per chiunque abbia il c.d. “Complesso di Dio” e che sia arrivato al punto di ritenere che la nostra morte psichica fosse “cosa buona e giusta”. Se tutto va perdonato, allora aboliamo il Diritto Penale, no?

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      5. E infatti cara Alba non sei affatto obbligata, il tuo sentire è solo tuo.
        Temo che per molte la rovina sia stata proprio essere persone buone, altruiste.
        Non vorrei generalizzare eccessivamente, ma secondo me c’è una fondamentale differenza di genere, per biologia o pedagogia, che ci porta, in quanto donne, a sintonizzarci sulle esigenze dell’altro. Probabilmente siamo programmate (con le debite eccezioni) a relazionarci con un neonato e intenderne i più piccoli segnali, abbiamo forse per natura, pura biologia, una sensibilità che la media dei maschi non possiede. La potenza creatrice di questa caratteristica, fondamentale alla sopravvivenza della specie, ci rende prede di questi b*st*rdi senza scrupoli.
        Poi i livelli di psicopatia non sono identici per tutti gli np, e i gradi di disturbo possono variare significativamente. Il tratto identico è che sono consapevoli di agire male, di essere brutte persone, e non vogliono fare il benché minimo sforzo per migliorare. Quello che hai subito è atroce, avrei potuto trovarmi al tuo posto se solo ci fossero state condizioni diverse, se solo lo avessi incontrato in età giovanile e se… se…. se….. non riesco a pensare che sarei stata in grado di gestirlo senza farmi travolgere e rovinare la vita.
        Per quello che vale ti auguro ogni bene.

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      6. a quello stronzopatico che sta qui in casa lo voglio vedere steso su un materasso di marmo e quel giorno festeggio alla grande !!! ma non solo lui, lui e tutti quelli che lo appoggiano anche solo lontanamente –
        ha dato i tormenti a me e mia Mamma per anni. e ancora non la smette !

        faccio una festa se crepa ! sono diventato cattivo ? eh purtroppo si

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      7. Caro Massimo, cerca di capire che l’odio rovina solo te. Decenni fa anziché restare a rovinarmi il fegato in una famiglia altamente disfunzionale, con madre narcisista perversa e artefice di rovina materiale inclusa ho scelto la via dell’immigrazione. Se non fai qualcosa per te stesso nessuno lo farà. Restare ti farà solo ammalarti.

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      8. Il modo come canalizziamo e sublimiamo la nostra rabbia/odio determina la nostra vita intera. La rabbia non va soffocata, ma va trasformata in qualcos’altro. Ed è proprio questo ‘qualcos’altro’ a trasformare la nostra vita in un gioiellino di consapevolezza e serenità oppure no. Nessuno dovrebbe essere massacrato psicologicamente da un altro essere umano. La vita, però, ci impone anche questo tipo di sfida. So che ce la farai a superare la situazione perché sei un grande osservatore e quindi ora stai unendo il puzzle della tua famiglia. Se sei qui con noi è perché hai voglia di capire e di farcela! Un abbraccio forte a te! Ps: ti consiglio gli articoli di Stephanie Donaldson-Pressman Robert M. Pressman qui sul blog. Sono scritti per terapeuti ma facilmente comprensibili e a portata di mano di tutti noi. Puoi cominciare da questo. https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/06/06/saper-dire-di-no-imparando-a-porre-dei-limiti/

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      9. Ciao Claudileia. Sto leggendo vari post sul Blog e alcuni mi lasciano veramente senza parole. Quello dei charlie brown, gli amici che gli ronzano in torno, è esattamente così. Mi sono sempre chiesto cosa ci facevano mattina e sera questi due qui in casa, non hanno una vita loro ? Ora ho capito.
        Ma l’articolo che mi ha colpito di più in assoluto è questo.
        https://artedisalvarsi.wordpress.com/2015/08/04/il-narcisista-perverso-in-famiglia-un-distributore-automatico-di-ansia-e-tensione/

        Questa è la descrizione precisa e perfetta di ciò che abbiamo passato per anni io e Mamma. Impressionante.
        Leggendo questi articoli sta un po cambiando la mia percezione di questo golden boy che ho in casa. Devo ammettere che sta un po svanendo quella paura continua e forse lo inizio a vedere per quello che è : un povero fesso, ma sul serio. E’ questa la sensazione che ho in questi ultimi giorni. Uno che vuole trasmettere tutta quest’idea di grandezza ma in realtà è solo un povero fesso.
        Bisogna prenderlo in giro, trattarlo come il fesso che è

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      10. Cara Claudileia – vorrei anche specificare che a me fa molto male l’idea di dovermene andare di qui, questa è anche casa mia – il giardino l’ho curato e cresciuto io per Mamma – non ho soldi per andarmene –
        in pratica questo deve averla sempre vinta ?
        Non lo trovo giusto dopo tutto quello che ha fatto – è possibile che debba farla sempre franca ?
        Grazie per i tuoi consigli, magari mi illumini su questo punto

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      11. Caro Massimo, hai specificato che parte di questa casa non è stata pagata come aveva detto di aver fatto tuo fratello. L’attaccamento ai ricordi è più che comprensibile, ma questi resteranno sempre nella mente se ti fanno sentirti amato e valutato. Personalmente credo che hai deciso di restare in una situazione incandescente in cui a gestire la tua vita e le tue emozioni è il tuo fratello. Quindi, quale sarebbe il tuo piano? Buttarlo fuori è impossibile, anche perché sei poco appoggiato dal resto della famiglia che lo sostiene. Iniziare una battaglia con quali soldi? Ribadisco che la soluzione migliore non può essere quella di iniziare un braccio di ferro con un fratello imprevedibile che ha tutte le caratteristiche di uno psicopatico, ma di cercare per quanto possibile soluzioni alternative sulla base di ciò che sai fare, altrimenti resterai lì con tutte le conseguenze che ciò comporta.

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    4. Ciao Federico
      io all’inizio della relazione non sapevo di rischiare nulla se non quello che si rischia in ogni relazione che si rispetti. Di narcisismo non ne sapevo nulla. Ho iniziato a masticare l’argomento solo dopo la fine della relazione (durata in tutto 4 anni di cui gli ultimi 15 mesi un vero inferno) perché mi ritrovavo completamente sotto shock e incapace di comprendere perché certe cose erano successe.
      Certo che è auspicabile arrivare a un punto in cui si è completamente fuori da questo tormento senza più strascichi di sorta a livello emotivo ma è un percorso talmente impervio che ognuno percorre con tempi diversi e non è nemmeno detto che tutti si pongano la stessa meta. Non si tratta di mettere al patibolo un “malato” ma di fare i conti anche con le nostre parti più primordiali sollecitate dall’abuso a cui siano stati esposti. L’indifferenza è una condizione emotiva difficile da gestire nei confronti di chi hai tanto amato nel senso che ci si arriva con un enorme dolore. Per contro il perdono è un passaggio complicato che necessita di un grande stabilità interiore.
      Non mi vergogno a dire che oggi se c’è una persona nei confronti della quale provo compassione sono io. E in questo concordo con Gianni.
      Hai ragione quando dici che dobbiamo cogliere l’opportunità di lavorare su parti di noi che non conoscevamo e che ci hanno portato a colludere con personalità malsane perché quella è la nostra responsabilità. Dobbiamo curare il nostro bambino interiore ferito, trascurato che impedisce alla nostra parte adulta di avere in futuro relazioni sane e rispettose della nostra individualità
      Grazie del confronto e buonanotte

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  15. Ciao, avevo già scritto a Febbraio per via di un mio collega in odor di narcisismo, devo dire che questo blog mi ha aiutato molto a capire certe dinamiche e sto continuando a seguirlo per interesse personale.

    Mi sento un po’ a disagio a scrivervi nuovamente, perché mi sento diverso: leggo di tanto dolore e tante angherie ma a me è andata tutto sommato bene e forse non ho pieno diritto di inserirmi nelle conversazioni. A parte il mio collega, che oramai gestisco più o meno decentemente (me ne frego), probabilmente ho avuto un’ex che deve essere stata narcisista (per dirne una, mi condizionava con le storie su un tumore al cervello che in realtà non aveva, lo faceva per punirmi, per avere le mie attenzioni, per farmi fare esattamente quello che voleva o per distrarmi dai suoi tanti altri amanti) però ero piuttosto giovane e ne sono uscito bene, aiutato dal fatto che quando è venuta a galla tutta la verità sono riuscito a farmene una ragione e voltare pagina.

    Probabilmente ne ho incontrati diversi di sfuggita, ma senza farci troppo caso.

    Comunque, se i miei interventi in questo blog dovessero risultare fuori luogo o insensibili, vi prego di farmelo notare, non è mia intenzione mancare di rispetto ad una problematica così devastante.

    Detto questo, sono stato molto colpito da un passaggio di questo articolo: “la persona narcisista è colui che aspetta le scuse, mai il contrario”. Secondo la tua esperienza, è una esagerazione dell’articolo o quando il narcisista mette in atto certi teatrini senza capo ne coda si aspetta realmente delle scuse? Tipo “meriti una punizione, non so di preciso manco il motivo, in qualche modo mi hai infastidito, ora ti monto su un casino e vedi se poi non dovrai chiedermi scusa”!

    Mi piacerebbe capire meglio la loro mente, anche se mi rendo conto che un individuo non si può ridurre ad un disturbo, per quanto invalidante e esteso sia.

    Cordiali saluti e grazie ancora per la risposta di Febbraio, mi ha veramente aiutato molto!

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    1. Caro Giovanni, immagino non ci sia nessun limite a scrivere su questo blog, anche se non si è direttamente interessati, basta avere rispetto per la sofferenza che chi scrive ha provato o sta ancora provando; e tu mi sembra lo abbia ampiamente dimostrato col tuo commento.
      In merito alla tua domanda sulla richiesta di scuse ti confermo che è più o meno come dici tu: loro hanno sempre ragione, anche contro qualsiasi evidenza, e sono sempre gli altri che si devono scusare con loro; per loro le parole scusa e perdono non esistono, ne in un verso ne nell’altro, perchè non ne conoscono il significato profondo.
      Sull’argomento sul blog è pubblicato un post dedicato, ampiamente dibattuto. Ora non trovo il link ma se cerchi con la parola scuse o perdono dovresti facilmente trovarlo.
      Ciao, buona serata e grazie della solidarietà!

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    2. La risposta è: si aspetta realmente delle scuse. Pensa, caro Giovanni, a una mente così contorta da considerare le scuse altrui PARTE INTEGRANTE E FONDAMENTALE del GODIMENTO. È un po’ come un verso di una canzone di Chico Buarque “ti perdono per tradirti”. Il paradosso dei paradossi. Il piacere sadico che provano quando una preda maltrattata a più non può chiede scusa non ha paragoni per loro perché significa avere in pugno il suo intero cervello e allo stesso tempo sentirsi potenti per il fatto di essere riusciti con un po’ di teatro ad ottenere una “vittoria” laddove un soggetto normale avrebbe fatto retromarcia o ammesso le proprie responsabilità. Come non considerarli maestri della cattiveria e malignità?

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      1. Mi permetto di aggiungere, sempre in base alla mia esperienza, che anche chiedere scusa per qualcosa di assolutamente esagerato o del tutto inventato non chiude la polemica/l’attacco che puntualmente verrà riproposto a distanza di tempo ma alza l’asticella dell’attacco successivo che sarà sempre più duro e per motivazioni sempre più assurde.
        Un piccolo esempio: lui andava in palestra e iniziava il corso alle 20.30. Negli ultimi mesi (quelli della tortura) io non mi azzardavo più a chiamare quindi aspettavo che lo facesse lui che puntualmente chiamava intorno alle 20.20. Non ti dico le urla se per caso mi dilungavo oltre le 20.30!!! A quel punto ero diventata una prepotente arrogante a cui non importava niente del tempo altrui e me ne fregavo dei suoi unici svaghi!!! (ti dico solo che quella con cui si stava organizzando in quei terribili mesi era con lui in palestra). Insomma ti ritrovi a non fare più nulla per paura e in ogni caso a scusarti per tutto

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      2. Si, l’ho visto, grazie è stato molto illuminante.

        E’ possibile che di fronte all’evidenza pubblica più palese riescano a scusarsi perché comprendono che non c’è altra scelta?

        Tipo un calcio tirato durante una partita di pallone per sbaglio, o cose così?

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      3. Caro Giovanni, di fronte all’evidenza, specie in pubblico, qualche ammissione la devono fare ogni tanto, ma è sempre circoscritta e non dà mai il via ad un vero pentimento.
        Ti faccio un esempio concreto: nel vano tentativo di terapia di coppia, dopo essere stato fatto passare per uno aggressivo (la famosa rabbia di cui non si può in qualche misura fare a meno), mi sono permesso di dire che forse l’aggressivo non ero io, ma lei, visto che il mio terapeuta aveva definito certi suoi atteggiamenti un vero e proprio abuso, fisico (dal quale mi sono difeso) e psicologico.
        Lei a quel punto si è spinta a dire che effettivamente aveva avuto nei miei confronti una reazione esagerata.
        Tutto qui; nessun vero pentimento, nessun vero confronto sulla cosa, nessuna ulteriore richiesta di scuse (in realtà richieste di scuse non ne ha proprio fatte).
        E’ solo che l’occasione e la situazione esigevano un piccolo atto di contrizione.
        Come vedi le loro scuse, se ci sono, sono sempre strumentali.
        Ciao

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      4. Gianni, in quel frangente affermare che forse lei era esagerata le permetteva di fare la figura di essere consapevole della situazione e soprattutto di saper riconoscere i propri errori: grande prova di giustizia (a parole e davanti allo specialista). Nel segreto della routine familiare ovviamente non serviva, anzi era controproducente! Scherzi? E quando mai scuse?

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      5. Esattamente così cara Mary; serviva in quel momento e in quella situazione, niente di più. La riprova è che di quella seduta lei adesso ricorda solo una fantomatica frase (onestamente non so di cosa parli) che la psicologa avrebbe rivolto direttamente solo a me, che mi avrebbe dovuto far riflettere, e della quale si aspettava io le parlassi; probabilmente si aspettava lei qualche scusa.
        Loro mai!
        Notte e un abbraccio!

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      6. Quel che mi pare di capire è che conoscono fin troppo bene la normalità degli altri. Sanno che una persona normale si metterà in discussione davanti ad una reazione eccessiva, sanno che una persona normale penserà sempre che ci siano delle motivazioni da comprendere, che tenderanno a chiedersi il perché di tanta rabbia, etc etc etc.

        E’ un po’ come se fossero consapevoli di tutto, ma decidessero di mettersi al di sopra perché si ritengono troppo superiori per scendere al nostro livello.

        C’è qualcosa di delirante nella loro certezza di essere così tanto al di sopra degli altri al punto da non riuscire a considerarli propri simili o a ritenere di non doversi mai mettere in discussione…in giro si legge tanto della loro presunta intelligenza, ma più inizio a comprendere i soggetti in questione e più fatico a vederla.

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      7. Caro Giovanni, loro si alimentano e approfittano della normalità ma soprattutto dell’empatia degli altri, ne sono pienamente consapevoli e te ne sottraggono finchè glielo lasci fare.
        Che siano deliranti non c’è dubbio!
        Che siano generalmente intelligenti non so; la mia esperienza personale è di una persona estremamente intelligente da un punto di visto del QI, ma assolutamente deficitaria dal punto di vista dell’intelligenza emotiva, cioè la capacità empatica, la capacità di stare insieme agli altri, la capacità di stare in relazione con gli altri, la capacità di perdono e la capacità di amare.
        In questo sono fermi ai deliri di onnipotenza di un bambino di 3 anni!
        Ciao

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  16. La mia usava la famiglia. Per la bambina. Però non voleva passare coi parenti il compleanno o il natale. Era capace di non parlare col fratello per anni e poi arrabbiarsi con me se lo giudicavo male in base ad alcuni comportamenti (la costante necessaria era comunque che IO avessi torto). Estendeva la cosa anche alla mia famiglia, dalla quale mi invitava a prendere le distanze. E poi… faceva confusione! Una volta che aveva litigato con suo padre e io le ho telefonato come si telefona normalmente alla propria compagna, mi ha risposto con un tono così aspro e sprezzante che mi si è gelato il sangue. Con tutti i difetti che io posso avere – e ne ho tanti – non ho mai fatto confusione con le persone, almeno.

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  17. Caro Federico, per me è durata 26 anni e ho vissuto una vita grama. Mi spiace per lui, che non avrà mai nulla di prezioso dalla vita, ad iniziare dal rapporto con i nostri 2 figli, ma mi dispiace tanto per i miei figli e per me. Non è ancora finita a livello legale perché mi ha trascinato in una giudiziale, ma ti dico che sono una miracolata, senza aggiungere altro perché penso si possa comprendere. Ora, dopo ben quattro anni di elaborazione del lutto, sto bene e ringrazio la signora che lo ha fatto allontanare da me. Ha cercato la ricattura, non gliel’ho permesso … e ancora è intenzionato a distruggermi in tutti i sensi, dice.
    Pena? Non riesco ad averne! Amore? Men che meno!
    Un abbraccio a tutti e grazie per il confronto.

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    1. Cara Mary mi dispiace che hai dovuto passare tanti anni in un simile inferno. Solo chi ci passa può capire. Hai fatto benissimo a rifiutare la ricattura, brava. Un abbraccio

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    2. Ciao Mary, dopo 26 anni insieme i vostri figli dovrebbero essere già grandi. Non oso immaginare: io “solo” 13 da quando ci incontrammo, convissuto pochi mesi ma tantissimi scarti miei e riprese reciproche prima di dire basta, e ho avuto bisogno di leggere tanto, di beccare prove scritte dei suoi maneggi, di innamorarmi di un altro, sposato, che ringrazierò sempre se non altro per avermi distolto per sempre dal mio psicopatico; ora sono sola a combattere per nostra figlia che a 12 anni già lo rifiuta. Ma la mia domanda è: i vostri figli dovrebbero essere già grandi. Per cosa allora ti perseguita ancora con la giudiziale, per il lato economico? E’ per quello che pensi possa ancora distruggerti, o cosa altro? Anche io ho una battaglia legale lunga davanti. 20 anni della mia vita se ne vanno via così.

      Ciao Federico, capisco cosa intendi e forse ci vedo anche del senso (solo tramite un’umiliazione tanto cogente sto diventando me stessa, conoscendo me stessa, come forse non avrei fatto altrimenti). Ma la mia realtà è questa, e fino a che non riuscirò a chiudere il cerchio, a salvare me stessa e figlia dal manipolatore sadico e perverso, è difficile ricamare solfeggi su macerie quotidiane. Rimando quindi a non so quale data da destinarsi la filosofia dell’umiliazione per cui è per quella che si deve passare per raggiungere stadi più evoluti. Ma capisco che per chi non ha più legame alcuno con il np., sia meglio l’indifferenza dell’odio, che comunque tiene legati quanto il presunto amore.

      Infine Claudelia, di aneddoti rispetto a questo post ne avrei tantissimi: uno su altri fu il farsi ricoverare (in clinica di lusso ovviamente) una delle mille volte in cui lo mollai per una settimana onde effettuare esami invasivi e poco piacevoli a causa di “sospetto tumore inoperabile allo stomaco”. DIECI anni fa. A tanto arriva questa gente.

      Grazie

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      1. Brava Lucia. Vuole che lo mantenga. Vuole distruggermi non solo a livello psicologico, ma in tutti i sensi (parole sue, sempre)
        Hai presente quei bulletti arroganti? Idem
        Intanto ha una nuova compagna che spero possa tenerlo impegnato parecchio. Grazie Lucia, grazie Cla.
        Un abbraccio

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  18. L’ho incontrato per un caso più che fortuito, che ha messo in risalto subito la mia disponibilità verso il prossimo. Dal giorno dopo e per mesi, una serie infinita di suoi messaggi e interesse che non riuscivo a comprendere: gentili, senza mai chiedere nulla in cambio, ma con tante piccole informazioni sul suo status economico, professionale, sociale. Sempre però con campanelli d’allarme: è un medico che parla dei suoi pazienti come “persone che si ostinano a voler guarire”, che si definisce uno che ha “studiato nelle scuole migliori” e che non ha bisogno di nessuno per stare in sala operatoria perché le cose che fa le sa fare solo lui, un intenditore di vini, di cibo, di barche…
    Potrei andare avanti ancora a lungo…
    Io non so se tutto ciò sia vero, non ho voluto andare a fondo e sono fuggita prima. Ma mi fido del mio istinto e di quello che ho visto, cioè una persona che si dà da fare come tanti. Solo che le persone perbene non usano il proprio status per abbindolare gli altri o per vantarsi.
    Ci sono cascata con tutti e due i piedi, sentivo il bisogno di essere protetta e accettata da una persona “di successo”.
    Dal momento in cui lui lo ha capito, la gentilezza è sparita per lasciare posto a una freddezza e crudezza inquietanti dalle quali faccio molta fatica a liberarmi.
    Per fortuna, il caos mentale che era riuscito a creare nella mia testa (non riuscivo letteralmente a “leggerlo” e avevo la sensazione di impazzire mentre ero alla ricerca di un segnale di ragionevolezza in ciò che mi stava accadendo) va affievolendosi giorno dopo giorno e lascia spazio a un senso di realtà crudele nei suoi confronti. È un poveraccio che non appena la sua famiglia lo lascia solo non riesce a trattenersi dallo scrivermi i classici messaggini di riaggancio. Senza peraltro alcuna dignità, considerato che continua a farlo da mesi e mesi nonostante io non gli risponda. Altro che status sociale ed economico…

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      1. Ciao Spirito Libero,
        ne ho preso le distanze comunque tardi, purtroppo, e pago conseguenze importanti.
        Il mio commento precedente – essendo riferito all’articolo proposto da Claudileia – non ha fatto riferimento a tutto quanto è accaduto prima che trovassi la forza di sparire. Però sappi che ho permesso a questa persona di sfruttare le mie emozioni e il mio corpo, riducendomi a un essere senza volontà. Io ho preso coscienza del perché l’ho permesso e sto cercando di sanare tutto ciò. Lui continua a riagganciare come nulla fosse accaduto. E si bea della gloria che gli arriva dai suoi pazienti e dalle sue infermiere, anch’essi a loro modo soggiogati per ovvi motivi.
        Io sono a pezzi, lui è un monolite.
        Buona giornata

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      2. Cara Speranza, mi dispiace molto e ti capisco, purtroppo a volte bisogna toccare il fondo per risorgere. L’importante è che ora abbia deciso di non volere più questa persona nella tua vita, lui é solo in apparenza un monolite, se tutti gli togliessero il nutrimento come fai tu sarebbe solo un povero disgraziato. Questo è il motivo perché ti cerca ancora, ma tu tieni duro. Un abbraccio

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  19. Odiare è sempre e comunque un sentimento che non si meritano e che forse dà comunque loro gratificazione. Certo è molto difficile non farlo a seconda del livello di coinvolgimento, non parlo di durata perché non centra nulla a mio avviso. La mia relazione è durata realmente pochi mesi ma 4 anni nella mia mente in quanto credevo lei mi avesse lasciato per problemi di ordine superiore. In questi 4 anni ci sono stati vari contati che mi hanno sempre tenuto legato nella speranza si potesse stare insieme e potessi riprovare quelle sensazioni. Quando finalmente la seconda possibilità c’è stata lei ha voluto forzare così tanto le tappe (programmava già il matrimonio) che era come se fossi legato su un ala di 747 in decollo. Dico questo perché certe persone riescono a coinvolgerti tantissimo in poco tempo e se sei complementare è fatta. Io oggi so che la mia mente ha idealizzato e si è lasciata manipolare e coinvolgere perché lo voleva, con tutta la sincerità vi dico che l’amavo così com’era e negarlo non avrebbe senso ma molto era nella mia mente. Oggi forse non la odio ma mi fa ancora molto male perché rimane sempre la maledetta domanda “sono io ad aver reagito in maniera abnorme?” potrebbe anche essere ma quando una relazione ti annebbia non ti lascia sereno ti crea ansia e rabbia un motivo c’è e non sei solo tu evidentemente…
    Una volta ho sognato che ci si chiedeva scusa a vicenda ma lei non chiede scusa tanto che su un suo ex mi disse col suo solito ghigno “poverino riuscivo sempre a farmi chiedere scusa anche se ero in torto marcio”.

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    1. Ciao Carl,
      “sono io ad aver reagito in maniera abnorme?”
      Credo sia una delle domande più ricorrenti che ci facciamo. Io almeno una volta al giorno (quando va bene).
      Non credo proprio che le nostre reazioni siano e siano state abnormi: dobbiamo anzi fidarci del nostro istinto, che ci ha allertati davanti a questi personaggi, ma noi non abbiamo voluto e potuto ascoltare.
      Il mio istinto oggi mi protegge e preserva.

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  20. Clauedeleia…devo dire riguardo al profilo della persona che ho conosciuto che davvero non avrei mai pensato quello che poi ho scoperto dopo. I suoi eccessi erano ben controllati ,io non avrei mai sospettato che poteva fare uso di qualcosa e i colleghi al lavoro ancora meno. Ma poi anche se non abbiamo avuto la certezza si sono incastrati degli elementi che ci hanno fatto capire. Mai stanco, notti,giorni,prestazioni massime,umori up and down…comunque questo per dire che vivono al limite dei rischi …E rischiare e quello che li fa sentire potenti e questo è il grande pericolo per molte persone perché se è vero che ognuno di noi può essere imprevedibile dal punto di vista mentale loro sono delle vere bombe a orologeria. Ripeto agganciando l argomento di ieri. Non posso provare ne pena ne pietà e ne dare attenuanti. Qualche tempo fa ho parlato con uno psichiatra molto bravo che si occupa di psichiatria forense e mi diceva appunto ed è risaputo che nessun giudice riduce la pena per reati commessi da chi ha un disturbo di personalità. Io pensato non è proprio giusto invece ora penso che loro sanno bene cosa è il bene e cosa è il male e sanno bene ciò che fanno . Per cui l unica pena e amore e per le vittime perfette che loro si cercano oculatamente.un abbraccio

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    1. Mirna cara, ho ascoltato una lezione di Paolo Cianconi, la trovi facilmente su youtube in cui illustra sociopatia e psicopatia, un passaggio interessante riguarda il fatto che gli psicopatici si riconoscono DOPO che hanno fatto qualcosa di male, di veramente brutto. A una conoscenza e frequentazione superficiale risultano persone perfettamente normali, anzi. E lo ripeto per quanto mi riguarda gli np sono psicopatici a tutti gli effetti, se opportunamente ingaggiati sono capaci di tutto.

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      1. GRAZIE Babi.andro a leggere..anche se sembrava il più buono del mondo ,disponibile ,amorevole, sofferente, love bombing da film…però da poche cose avrei dovuto avere l istinto affinato. .

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  21. Grazie Babi per gli auguri, e grazie Claudileia per il tuo sostegno preziosissimo. La strada è ancora in salita perché il disastro è stato totale, ed io sto cercando di abbandonare quei bagagli morale, o forse moralisti, che in questo contesto si ritorcono contro di me, senza per questo dimenticare che per le persone normali varranno comunque. Claudileia te l’ho già detto, senza il tuo blog sarei ancora nella fogna non ti ringraziero’ mai abbastanza. A te voglio bene, e ne sono Felice!

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    1. Ho appena letto tutto.
      Sinteticamente, mi piace molto e penso che sia fruttuoso per loro, l’atteggiamento di Gianni, Babi, Spirito Libero e Mirò, in rigoroso ordine casuale.
      Mi piace molto nel senso e perchè mi pare sia informato ad una certa “gentilezza spietata” o “spietatezza gentile” che in generale nella vita, ma in particolar modo quando si ha a che fare con un soggetto affetto da disturbo narcisistico della personalità, credo sia salvifico.
      Mi sembrate relativamente calmi, al netto del dolore di cui avete, e credo di capirvi bene, viva, e ahinoi temo imperitura, memoria.
      Claudileia, io non dico a nessuno che non è lecito che provi rabbia, non dico a nessuno che non è lecito che provi alcunché, chiunque può, ovviamente, provare quello che vuole.
      Dico che per me preferisco provarne il meno possibile di rabbia, perchè è un sentimento necessario come altri, per esempio la paura, ma in dosi le più basse possibili, perchè è tossico, intossica la mente, fa male alla salute ecco.
      La rabbia serve ad avere la forza di liberarci da qualcosa, o qualcuno, che ci fa del male per esempio, ma appena ha esaurito la sua funzione salubremente distruttrice penso vada messa da parte il più rapidamente possibile.
      Sinceramente credo sia meglio per chiunque, ad ogni modo senz’altro è meglio per me sforzarmi di provarne il meno possibile. E più ci riesco meglio sto, senza che questo indebolisca minimamente la fermezza della mia posizione con la persona con cui ho avuto a che fare, che poi è molto simile a quelle con cui avete avuto a che fare voi perchè sono tutti uguali, fatti con lo stampino, stereotipati ognuno nel suo genere, maschile o femminile. Stereotipati nella-nelle maschere. Tragicamente vuoti dietro la maschera.
      Un abbraccio ideale, sincero, a tutti.
      (Soprattutto a quelli più arrabbiati)

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      1. Caro Federico, concordo in pieno con quello che scrivi.
        Certo che, avendo passato anche io una fase, piuttosto lunga, di rabbia feroce, grande incazzatura e sinceramente anche odio, capisco perfettamente chi prova questo tipo di sentimenti, e sicuramente non lo giudico in alcun modo. Visti i vissuti di ognuno di noi è tutto comprensibile.
        Anche io come te penso che alla fine si debbano però accantonare sicuramente almeno l’odio ed un eventuale senso di rivalsa, per quanto possibile anche la rabbia. Certo non è facile, a volte pressochè impossibile. In realtà un po’ di rabbia, controllata e motivata, serve a tenere alto il livello di guardia, soprattutto se, come nel mio caso, ci stai ancora insieme e sei periodicamente esposto a ritorni di vario tipo, da quelli appunto più rabbiosi a quelli più subdoli conditi di moine e riavvicinamenti; in questo caso richiamare la rabbia significa non permettersi di subire ulteriori abusi, qualsiasi essi siano.
        I sentimenti di odio e rancore vanno invece secondo me prima o poi superati del tutto, non tanto perchè siano “eticamente” o buonisticamente poco accettabili, ne per il fatto che alla fine, almeno io, si sta meglio senza provarli, ma soprattutto perchè rappresentano ancora un forte legame con il nostro np, di cui lui comunque in qualche modo si nutre; legame che può essere spezzato solo dall’indifferenza affettiva, che non vuol dire fregarsene del tutto di qualcuno (io per esempio devo in qualche misura provvedere materialmente in parte anche a lei e soprattutto devo farlo in funzione dei miei figli, non le posso augurare il male), ma vuol dire acquisire quel distacco per cui qualsiasi cosa succeda non ci si senta più feriti. Percorso indubbiamente molto difficile, quasi un’utopia!
        Un abbraccio sincero a tutti anche da parte mia!

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      2. Eh sì Federico vero e che la rabbia fa male in primis a chi la prova però è anche un passaggio obbligato per elaborare qualunque tipo di lutto. Certo non deve durare in eterno perché l obbiettivo da raggiungere secondo me è la completa indifferenza. ..sicuramente per me che sono passati due mesi ovviamente se vengo a sapere che se la passa male non posso dirti che me ne dispiace. Una sorta di rivalsa ce sempre ma questo capita per una dinamica di voler veder fatta giustizia. Ci capita anche quando guardiamo il telegiornale e vediamo gente impunita dopo reati. Il senso della giustizia che ognuno di noi ha dentro se li la fa da padrone. Per il resto dopo l indifferenza per noi che siamo umani potrebbe quasi venire un senso di pena come e capitato a me per la persona precedente. Quando saputo che è ridotto a una larva dico mannaggia che poveri esseri. Ma tutto qui. Quindi come vedi si passa in varie fasi e molto personali senza logiche ma l obbiettivo è quello di liberarsene mentalmente pulendo la nostra mente dalle scorie che sono entrate . Un abbraccio a tutti voi.

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  22. Si, è del tutto evidente che per chi come me non è più obbligato a relazionarsi, per motivi familiari soprattutto,come nel tuo caso, ma anche lavorativi, con il soggetto affettivamente rattrappito è tutto molto più semplice, e la mia posizione e il mio modo di pensare sono più facili da tenere.
    Per te e per le altre persone che anche hanno scritto sopra di rapporti pluridecennali e con figli, è evidentemente tutto molto più complicato e doloroso e sfibrante e lì la rabbia, anche se controllata, è facilmente intuibile come utile nel tempo.
    Ciao Gianni.

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    1. Sì caro Federico, in casi come il mio mantenere attiva la rabbia è necessario per non farsi abusare nuovamente o semplicemente per non farsi intorpidire e anestetizzare dalla loro apparente normalità; della serie “non è successo niente avanti come prima, o meglio avanti come va a me adesso”.
      Notte a tutti e un abbraccio!

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  23. Niente da fare, per me la rabbia continua. È persino logorante. Però quando si attenua – per stanchezza – subentra una inspiegabile, malata… nostalgia. Insomma, anche se sono stato io ad andarmene (dopo alti e bassi, sei mesi di no contact e subdolo riaggancio), mi sento come se fossi stato lasciato. Gli amici a cui racconto tutto questo dicono che devo averla stancata col mio brutto carattere oppure che avrei dovuto troncare prima. Certe cose come il condizionamento, benché spiegate nel dettaglio, non vengono comprese. Per (s)fortuna ho dei fatti inoppugnabili, delle testimonianze dirette e incontrovertibili del livello di crudeltà gratuita che mi toccava sopportare, intervallata da slanci di bontà e accessi di vittimismo. Insomma, conosciamo la storia. Purtroppo, non vedo tanti miglioramenti e le mie nuove esperienze sono tutte vissute all’ombra di questo trauma. È come se non fossi ancora pronto, come se ancora mi fosse rubato tempo prezioso. E questo riaccende la mia rabbia. Saluti a tutti!

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  24. Caro S.w.a. credo anche io che è come tu non sia ancora pronto, ma è una questione di tempo.
    Il fatto che tu ti senta lasciato nonostante sia stato tu ad andartene credo sia normale, dopo tutto lo scarto, in termini di dinamica patologica narcisistica, l’ha fatto lei non tu.
    Gli amici lasciali stare in questo momento; stai con quelli che ti capiscono o perlomeno non provare a convincere gli altri, non serve, e il più delle volte non dipende dagli altri, semplicemente non possono avere mezzi e conoscenze per capire. Se prima di aver vissuto il tuo trauma qualcuno fosse venuto a raccontarti di una sua esperienza di quel tipo, avresti capito tutto completamente? Io no.
    Se posso darti un consiglio per esperienza: smettila di cercare di dare spiegazioni agli altri ma anche a te stesso e smettila di roderti per il tempo buttato; quel che è stato è stato, anche se difficile da accettare, e continuare a rimuginarci sopra, oltre ad alimentare una rabbia che diventa un freno, ti tiene legatissimo alla tua cara np. E’ dura emotivamente ma credo che possiamo farcela, e te lo dice uno, lo sai, che ci sta ancora sotto lo stesso tetto.
    Un abbraccio.

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  25. Caro Gianni, grazie. No, non ha controllato me, anche se bisogna dire che non c’è maggior controllo di quello svilire e in quel continuo esserci-non esserci . Le foto hanno assunto signifcato perchè trovo qualcosa di familiare nel viso di quel ragazzino. Non sono più nella fase della destabilizzazione totale ma è qui, con debiti, con lo sberleffo di quella sentenza di separazione non rispettata, l’orrore di tutto il resto e la sua aria da brava persona.. Che io rosichi un po’ forse si capisce. Buona giornata a tutti.

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    1. Cara Daniela, perdonami l’intervento, sono molte le cose che non so e non vorrei essere inopportuna. Però se hai il sospetto che quel ragazzino abbia un legame “speciale” con il tuo np… forse dovresti andare in fondo anche con l’intervento di un professionista. Sono dati oggettivi probabilmente utili a definire il contenzioso che avete in corso o almeno a smontare legalmente la sua maschera di persona per bene. Un abbraccio e tanta comprensione.

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  26. Ciao sono nuovo, spero che il commento si veda – ho letto vari post nel blog : c’è la descrizione precisa e perfetta di mio fratello, un vero pezzo di mer#a e penso un vero psicopatico al 100%

    ho assistito a violenza psicologica ripetuta in famiglia e a quella nei confronti di alcune ragazze che hanno avuto la sfortuna di incontralo sul loro cammino

    capisco e credo a tutto quello che dite, perché questi sono dei veri mostri capaci di tutto, e molte persone non possono capire – non se ne parlerà mai abbastanza

    grazie per questo Blog

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  27. grazie per aver pubblicato il mio post – vi racconto qualcosa di più

    questo fratello ( il grandissimo pezzo di mer#a ) penso appartenga a quelli che vengono qui definiti ‘ psicopatici esplosivi ‘ – ma ci sono anche tanti tratti delle altre descrizioni, in pratica come se fosse un mix –
    le sue esplosioni sono veramente assurde e a volte caccia bava dalla bocca –
    nonostante questo è stato con varie donne – mi sono sempre chiesto come sia possibile perché è brutto come la peste – ora ho letto e capito i meccanismi che usano, questo love bombing

    in casa ha tormentato la mia povera Mamma per anni, sfogando su di lei tutte le sue frustrazioni

    la sua cattiveria e mancanza di empatia non hanno limiti – le offese che caccia da quella sporca e lurida bocca sono incredibili – ti feriscono e possono restarti dentro anche per anni. sono traumatiche

    ho assistito alle offese nei confronti di alcune di queste ragazze che hanno avuto la sfortuna di frequentarlo – ogni volta lo stesso identico copione – cose bestiali e mi chiedevo come era possibile che loro non se ne scappavano.
    La parola che usa di più in assoluto per ferire è ‘ pazza/o ‘

    ecco una sua classica offesa detta con ghigno beffardo ” tu sei una pazza, non stai bene, devi farti curare ” – non so come mai ho notato che questa frase ha davvero un effetto paralizzante.

    ha combinato varie frodi e imbrogli , penso sia responsabile al 98% della nostra rovina totale : eravamo ricchi e dopo la scomparsa di mio padre abbiamo perso tutto, ma tutto – ora stiamo per perdere anche quest’ultima casa rimasta

    aggiungo che un’altro fratello è suo complice ( scimmia volante ? ) – lo usa per riferirmi i messaggi e le imbasciate, ma molto probabilmente l’altro è semplicemente complice in tutto questo disastro e si diverte pure

    non basterebbe un libro per raccontare cosa ha combinato in questi anni, stiamo parlando di uno ben oltre la soglia dei 50

    è un maestro assoluto nelle offese, nei dispetti, nei ricatti, nel manipolare, nel gettare sensi di colpa, nelle menzogne, nelle calunnie, nel seminar zizzania, nelle polemiche infinite – vive per questo, per distruggere e rompere il caz#o al prossimo : è nato per questo ! è la sua missione !

    anni fa all’esterno era conosciuto come una persona simpatica ( colmo dei colmi !!!! ) ” quant’è simpatico tuo fratello! ” mi dicevano per strada
    – ultimamente anche questa maschera è caduta quasi del tutto e ora non lo sopporta quasi più nessuno, nella strada qui lo odiano

    io non gli rivolgo la parola quasi mai, a volte per mesi – quelle poche volte che c’ho parlato tipo mezz’ora sono rimasto allibito : salta di palo in frasca da un discorso all’altro, cose completamente senza senso e discorsi da identico idiota – tipo dei discorsi per confonderti o cose del genere
    ma nel fare il male è furbo come una volpe !!! le studia la notte !

    è un vigliacco assoluto, un vile : se incontra uno tosto abbassa la testa e se ne va con la coda tra le gambe

    insomma, penso che avete capito il soggetto – in tanti di questi post sul blog mi sembra di leggere la sua descrizione identica !!!

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    1. La cosa impressionante è che all’esterno hanno una maschera talmente ben collaudata che li fa apparire persone buone e simpatiche o comunque serie e affidabili, é questo che inganna e permette loro di insinuarsi nella fiducia altrui e attaccare poi con violenza.

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      1. Ciao Spirito Libero grazie per il commento –
        nel mio caso questo era vero fino ad alcuni anni fa, la sua maschera era perfetta – ma ultimamente è crollata, diciamo funziona a metà, riesce a convincere solo qualcuno – comunque è un disastro totale perché mi ha messo nei guai anche economicamente e ripeto l’altro fratello è complice

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    2. Mamma mia, Massimo… Certo il tuo punto di vista è interessante (un parente vicino di np, non fidanzato o marito). Cos’è successo a tuo fratello da piccolo per divenire così???

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      1. A quanto pare sì. Bisogna risalire alla vostra infanzia per cercare di ricordare come lui si è sempre comportato: ha sempre mentito, rubato, parassitato, sedotto, picchiato, bulizzato, ecc. E’ il SEMPRE di un familiare che stabilisce la differenza tra un n.p. e lo psicopatico. La psicopatia è una caratteristica innata, non importa il tipo di ambiente e di educazione ricevuta, se uno è nato psicopatico non c’è niente da fare. Mentre il narcisismo ha dei livelli, la psicopatia è quel che è… non esiste uno ‘mezzo psicopatico’. Narcisista perverso si diventa, psicopatico si nasce. In linea di massima, ecco il succo. Tu, Massimo, da fratello, avrai certamente osservato qualcosa che non quadrava nei suoi comportamenti sin da quando hai avuto la prima scintilla di coscienza e di consapevolezza di te. Questo perché le prime vittime degli psicopatici sono proprio i loro fratelli: maltrattati, derisi, soggiogati, manipolati, vessati in tutti i modi, picchiati, sfruttati e certe volte anche abusati sessualmente.

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  28. Caro Massimo, tutta la mia stima e un grande abbraccio. Io in fondo ho dovuto allontanare uno sconosciuto, per allontanare un fratello ci vuole ilddoppio dell’impegno, il dolore è molto piu profondo…….coraggio ti abbraccio forte.

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    1. Alba sei carissima – io infatti mi sento come in guerra

      x Claudileia : primo grazie per tutte queste risposte, mi fate sentire meno solo e disperato.

      Da che io ricordi, quando ero piccolo, forse tre anni, lui mi provocava, mi faceva le facce storte e non la smetteva finché non scoppiavo a piangere.
      Lui è il primo dei fratelli, maggiore, io sono il più piccolo.
      Poi inziò a provocare il secondo fratello . Io non capivo perché ero piccolo. Questo secondo fratello reagiva e venivano alle mani, risse furibonde in casa a cui assistevamo io piccolo e la mia povera Mamma.
      A volte anche solo io che restavo terrorizzato.
      Mio padre non c’era mai era sempre al lavoro.
      Poi il secondo fratello si ammalò . Prima depressione, poi schizofrenia, qualcosa di grave, per 10 anni. Poi si è sposato ed è andato via di casa.

      Il fratello maggiore, chiamiamolo il golden boy ( lo psicopatico), è sempre stato così da che ricordo – il comandante in casa, decideva lui, il padrone di tutto, tutto era suo. Anche mio Padre esasperato.

      quelle ragazze con cui è stato ricordo sempre urla – botte in casa nostra quasi mai, ma fuori casa, per strada . ha avuto denunce
      però quest’ultima ragazza, in estate l’ha aggredita davanti a me. L’ha praticamente segregata in casa, non la lasciava uscire, da denuncia immediata proprio – spero che lei l’abbia denunciato ma è difficile.

      ora – diciamo che quindi è sempre stato così più o meno ma negli ultimi tre anni è peggiorato in maniera mostruosa -è sempre stato una carogna di base – prima era un semi mostro, oppure forse lo faceva solo fuori casa – ora è un mostro totale con zero empatia, zero rispetto per tutti.

      la cosa più allucinante è che l’altro fratello lo difende oppure minimizza tutti questi accadimenti !!!!!!!!!!

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      1. Caro Massimo, se ti dico di scappare via è perché con l’arrivo della vecchiaia la tendenza degli n.p. e degli psicopatici è trovare la sacca da boxe da colpire per TUTTE le frustrazioni che hanno avuto nella vita. Lui lo sta già facendo e sono certa che la sua arma sarà infonderti talmente sensi di colpa da responsabilizzarti per ‘non aver impedito’ che tutto crollasse o di essere tu il preferito dei genitori. Sono dei sensi di colpa buttati qui e lì con il contagocce ma che restano impressi nell’inconscio portandoti alla schiavitù a vita. Il risultato di questo inferno colpevolizzare è il condizionamento totale: finirai per badare a lui quando sarà vecchio, avendo rinunciato alla ricostruzione della tua vita economica e affettiva.

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      2. Carissima Claudileia grazie per tutti questi consigli – la situazione è chiarissima – ho capito perfettamente con chi ho a che fare, ormai è chiaro e limpido, ma era già chiaro da anni – tutti i post di questo Blog mi hanno dato la conferma al 100% –
        è un mostro ripugnante
        devo staccarmi da lui e non vederlo mai più. Da lui e da chi lo appoggia.
        In questo preciso momento non posso farlo, per mancanza totale di soldi – inoltre sono veramente esaurito da tutta questa situazione e da anni di stress totale – però mi sto curando e mi sembra che mi sto riprendendo – devo inoltre continuare a mantenere la calma come sto facendo

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