Il ricatto emotivo: la camicia di forza della vita

Traduzione e adattamento dal libro “Emotional Blackmail: When the People in Your Life Use Fear, Obligation, and Guilt to Manipulate You”delle terapiste Susan Forward e Donna Frazier 
by C. Lemes Dias

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Ci sono quattro tipi di ricattatori emotivi: vendicativi, auto punitivi, sofferenti e tentatori.

a) I vendicativi. Fanno capire ai loro obiettivi che la pagheranno cara se non faranno quello che vogliono. Potrebbero esprimerlo in modo aggressivo, oppure potrebbero rimuginare in silenzio e vendicarsi quando uno meno se lo aspetta. “Se torni al lavoro, ti lascerò.” “Se non ti occupi degli affari di famiglia, sarai diseredato.” “Se vuoi il divorzio, non rivedrai mai più i bambini”. I vendicativi potrebbero non dare seguito alle minacce, ma spesso sono talmente spaventose da bloccare totalmente la preda. Godono particolarmente quando le loro prede provano rabbia per essere minacciate e controllate, e quando si arrabbiano con se stesse per non essere mai in grado di difendersi da sole oppure andarsene.

b) Gli auto punitivi. Sottolineano ciò che faranno a se stessi se non ottengono ciò che vogliono. (“Se non mi lasci vivere a casa, lascerò l’università”. Oppure, “Se non mi parli, mi ucciderò”).

c) I sofferenti. Hanno molto talento per distribuire a destra e a manca sensi di colpa e biasimi. Solo coloro che ci costringono sempre a intuire cosa vogliono senza esprimerlo apertamente, perché convinti che aspetta a noi assicurare il soddisfacimento di ogni singola necessità abbiano in mente.

d) I tentatori. Sottopongono le prede a una serie di prove promettendo qualcosa di meraviglioso nel caso in cui accettino di eseguire le loro direttive. Inutile dire che l’ambito premio tanto desiderato dalla preda non arriverà mai. Oppure, nel caso in cui il tormentatore si veda costretto a onorare le promesse fatte o la parola data, farà pagare a caro prezzo alla persona che lo ha obbligato a fare.
Ogni ricattato usa un vocabolario diverso, e ognuno dà un peso particolare alle domande, alle pressioni, alle minacce e ai giudizi negativi che vengono considerati ricatti emotivi. Queste differenze possono rendere difficile il riconoscimento del ricatto anche per coloro che credono di essere abbastanza preparati.

Una volta comprese le caratteristiche del ricatto emotivo e il modo in cui viene utilizzato, è possibile riconoscere in anticipo i segnali di allarme per agire molto più rapidamente.

Ciò che avvelena una relazione è la disonestà, la dipendenza, i ricatti emotivi o qualsiasi forma di abuso.

PERCHÉ I RICATTATORI EMOTIVI AGISCONO IN QUESTO MODO?

I ricattatori emotivi odiano perdere e giocano per vincere.

Il moto dei traditori seriali è “non odiate il giocatore, odiate il gioco.” Questo perché considerano le relazioni affettive un diversivo qualsiasi, mentre le persone normali, con il desiderio e la capacità di legarsi sinceramente agli altri, concepiscono una relazione come una danza a due, un “fare squadra”.

Ai ricattatori emotivi risulta divertente lottare per mantenere la vostra fiducia solo per il piacere di infrangerla ogni volta.

Rispettare i vostri sentimenti o essere leali non sono aspetti contemplati nel gioco. Le regole di base di un rapporto sano sono messe fuori dalla porta. È come se nel bel mezzo di quella che pensavamo fosse una relazione sana, ad un certo punto il ricattatore urlasse “si salvi chi può”, e ci saltassi addosso a tradimento, mentre abbiamo la guardia abbassata.

In una relazione di collaborazione e rispetto, possono verificarsi tensioni e disaccordi, ma le tempeste passano e i partner arrivano a una soluzione. Con un ricattatore emotivo, non c’è negoziazione, perché fanno ricorso all’aggressività e al ricatto. Non possono tollerare la frustrazione quando non ottengono ciò che vogliono.

Quando si tratta di narcisismo perverso/psicopatia è importante rendersi conto di avere a che fare con persone incapaci di legarsi a chiunque. La creazione di un legame richiede vulnerabilità, fiducia, connessione e condivisione. La mentalità di queste persone, del tipo “io contro tutti” – quando si tratta di rapportarsi con gli altri – impedisce qualsiasi forma di collaborazione alla pari. Molto probabilmente considerano il legame e il lavoro di squadra come una forma di vulnerabilità e di debolezza. “Saper fare squadra” vuol dire accettare una condizione di uguaglianza, il che per le persone nello spettro più estremo del narcisismo risulta inaccettabile. Quando la visione di mondo di una persona è totalmente basata alla lotta per il potere, ogni rapporto di tipo affettivo e lavorativo è destinato al fallimento.

I ricattatori emotivi considerano la frustrazione qualcosa di catastrofico e vanno in modalità di sopravvivenza. Pensano tra sé e sé:

a) Questo non funzionerà mai;
b) Non ottengo mai ciò che voglio;
c) Non mi fido delle persone che non si preoccupano di ciò che voglio;
d) Non ho quello che serve per ottenere ciò di cui ho bisogno;
e) Non so se posso sopportare di perdere qualcosa che voglio;
f) Perdo sempre qualcuno a cui tengo.

Il timore di essere feriti potrebbe essere la causa di questo tipo di comportamento, tuttavia è importante non “empatizzare” più di tanto con le ipotetiche motivazioni delle persone pericolose e distruttive.

Perché? L’empatia è materia talmente fine che quando viene distribuita a chiunque ci trascina in una spirale infernale: trasformare una persona violenta o manipolatrice in un personaggio degno di essere compreso ci porta a scusare pessimi comportamenti e alla fine a non riuscire ad essere di supporto alle persone gravemente danneggiate dalle loro azioni. Nella codipendenza, ad esempio, le persone che hanno abbassato fortemente la soglia dei loro limiti hanno passato a manifestare sintomi della sindrome di Stoccolma e della depressione.

In linea di massima possiamo fare soltanto delle ipotesi sul perché i ricattatori emotivi fanno quello che fanno ma, alla fine dei conti, non abbiamo conoscenza dei loro pensieri o sentimenti. Possiamo semplicemente guardare le loro azioni e decidere se questo è accettabile o meno per noi. Non abbiamo il potere di leggere i loro pensieri per sapere quali sono i sentimenti correlati. Certo che potrebbero essere diventati manipolatori per paura di essere feriti ma, diciamocela tutta: la paura di essere feriti NON GIUSTIFICA un pessimo comportamento. Dopodiché, la persona che alimenta dentro di sé una simile paura non può pretendere di rendere accettabile un comportamento orribile nella speranza di uccidere i suoi mostri interni in via definitiva grazie alla lunga serie di abusi, slealtà, tradimenti seriali, bugie, ecc., che infligge agli altri. Molti ricattatori emotivi dichiarano guerra ai propri cari semplicemente perché non ottengono ciò che vogliono (in pratica, hanno scoppi d’ira), si sentono autorizzati a passare sopra i loro cadaveri (agendo letteralmente peggio di bambini viziati) pur di soddisfare i propri bisogni economici e/o sessuali, o semplicemente perché trovano divertente prendere in giro o distruggere la vita degli altri per noia.

COME ANDARE VERSO LA LIBERAZIONE

Quando iniziamo a capire tutti i diversi modi in cui siamo stati tenuti in ostaggio, o ci siamo tenuti in ostaggio, è facile (e comprensibile) provare molta rabbia fino al punto rimproverarci emotivamente. Tuttavia, dobbiamo comprendere che è possibile agire diversamente.

Il ricatto emotivo ci deruba della nostra integrità.

La parola integrità significa totalità.

Quando trasformiamo la nostra vita in un contenitore esclusivo dei desideri e dei bisogni degli altri, il risultato è che ci svuotiamo emotivamente o ci frammentiamo in mille pezzi.

Come avvertiamo questa integrità? Leggete quanto segue e immaginate che ciascuna delle affermazioni sia vera per voi la maggior parte del tempo:

a) Difendo sempre ciò in cui credo;
b) Non permetto alla paura di governare la mia vita;
c) Affronto con chiarezza coloro che mi hanno ferito;
d) Sono io stesso a definire chi sono piuttosto che essere definito da altre persone;
e) Mantengo le promesse che ho fatto a me stesso;
f) Proteggo la mia salute fisica ed emotiva;
g) Non tradisco le altre persone;
h) Dico la verità;
I) Dico di sì quando intendo dire “si”, e no quando intendo “no”.

Quando non c’è intimità emotiva le persone non riescono a esprimersi liberamente né a condividere i loro veri sentimenti. Come fanno ad aprirsi a una persona emotivamente offensiva o pericolosa? Non ci sono argomenti sicuri e non c’è vera intimità quando dovete sempre fermarvi a riflettere con molta cautela su tutto ciò che avete da dire per evitare strumentalizzazioni future.

Per esempio, quando siete in balia del ricatto emotivo smettete di parlare di:

a) Cose stupide o imbarazzanti che avete fatto: perché i ricattatori potrebbero ridicolizzarvi;
b) Sentimenti tristi, spaventosi o che vi rendono insicuri: perché i ricattatori potrebbero usarli contro di voi per dimostrare che avete torto a resistere a ciò che vogliono;
c) Speranze, sogni, piani, obiettivi, fantasie: perché il ricattatore potrebbe distruggerli o usarli come prova del vostro presunto egoismo;
d) Esperienze di vita infelici o infanzia difficile: perché il ricattatore potrebbe usarle come prova della vostra instabilità o inadeguatezza.
e) Qualsiasi cosa in grado di dimostrare al mondo che state cambiando o evolvendo: perché ai ricattatori non piace quando rischiate di diventare talmente indipendente da poter saltare fuori dalla barca a qualunque momento.

Quindi cosa rimane del vostro pseudo rapporto? La cautela estrema, le chiacchiere superficiali, i silenzi forzati e tanta tensione. È una vera camicia di forza emotiva.

Il cambiamento accade quando iniziamo a fare le cose in modo diverso. Finché continuiamo a fare ricorso ai nostri vecchi schemi per trovare delle risposte, non saremo in grado di cambiare radicalmente la nostra vita.

ESERCIZIO: dedicate del tempo ogni giorno per lavorare su tre strumenti che vi darò: un contratto con voi stessi, un motto di rafforzamento e un insieme di frasi che si affermano da sé.

Per prima cosa: stampate e firmate un contratto con l’elenco della serie di promesse che farete a voi stessi. Saranno le vostre regole di base.

Seconda, leggete questo contratto a voce alta ogni giorno.

Terza, scrivete il vostro moto di rafforzamento per tenere i piedi ben saldi su chi siete quando la pressione su di voi aumenta. Esempio di moto di rafforzamento: “ce la farò”. Questa affermazione di potere funziona, perché neutralizza la convinzione che affiora nel vostro cervello quando dite di sì ai vostri ricattatori – per la convinzione di non riuscire a sopportare la pressione.

Contratto con me:
Io, ____________, mi riconosco come un adulto con alternative e scelte, e mi impegno nel processo di sradicare attivamente il ricatto emotivo dalle mie relazioni e dalla mia vita. Per raggiungere questo obiettivo, faccio le seguenti promesse:
1. Mi prometto che non sono più disposto a lasciare che la paura, l’obbligo e il senso di colpa controllino le mie decisioni.
2. Mi prometto che imparerò valide strategie che metterò in pratica nella mia vita.
3. Prometto a me stesso che se regredisco, fallisco o cado in vecchi schemi, non userò i diradamenti come una scusa per smettere di provarci. Riconosco che nessun fallimento è un fallimento quando lo trasformiamo in un modo per evolversi.
4. Prometto di prendermi cura di me stesso durante questo processo.
5. Prometto che riconoscerò in me stesso la forza di aver fatto passi positivi, non importa quanto piccoli siano.
____________________ Firma
____________________ Data

USCENDO DALLA PERICOLOSA ZONA CONFORT DELL’ESSERE SEMPRE A DISAGIO

Questo accade spostando il vostro pensiero su “non potrei mai superare questo” a “ce la faccio a superarlo”.

È il vostro caso? State dicendo a voi stessi che non ce la farete mai?

Ad esempio, vi dite cose come:

a) “Non posso sopportare di ferire i suoi sentimenti”.
b) “Non riuscirò mai a superare le cose orribili che mi dice”.
c) “Non ce la farò mai a superare i miei sensi di colpa”.
d) “Non ce la farò mai a superare la mia ansia”.
e) “Non riesco a vederlo/a piangere”.
f) “Non sopporto la sua rabbia”.
g) “Non sopporto il trattamento silenzioso.”

Se credete veramente di non poter sopportare una simile pressione, finirete per arretrare. Cambiare il vostro mantra in “ce la farò a superare questo” può davvero aiutare a darvi la forza emotiva e la distanza di cui avete bisogno per andare avanti e a prendere le decisioni che dovete fare. Pensate il vostro moto come uno di quegli scudi in vetro infrangibile usati dalla polizia antisommossa. All’inizio potete sentivi a disagio, non riconoscervi più, ma ricordate che le vostre vecchie risposte non hanno mai funzionato. Dicendovi, quindi, che ce la farete, tenete attivi l’intento di andare avanti ad ogni costo.

Se vi dite cose come:

1. Piegarmi non è un grosso problema;
2. Piegarmi vale la pena se l’altra persona mi lascia in pace;
3. Quello che voglio è sbagliato;
4. Non vale la pena fare la guerra;
5. Mi arrendo solo per ora, più tardi rifletterò sulle nostre problematiche;
6. È meglio arrendersi che ferire i sentimenti di qualcuno;
7. Non ce la faccio ad andare avanti da solo/a;
8. A me non serve avere alcun potere;
9. Fare cose per compiacere gli altri e confondermi su quello che voglio è sopportabile;
10. Rinunciare alle persone e alle attività a cui tengo per piacere di più al ricattatore è normale;
11. Il rifiuto sarebbe orribile per me;
12. Non voglio che mi lasci;
13. Devo essere io a risolvere il problema, perché lui/lei non è in grado;
14. Non vincerò mai con questa persona;
15. Lui/lei è più forte o più intelligente di me;
16. I suoi bisogni e sentimenti sono più importanti dei miei.

Ecco, come vi sentite quando vi comportate in questo modo?

Le risposte spesso sono: imbarazzati, male, pieni di vergogna, arrabbiati, deboli, depressi, frustrati, emotivamente anestetizzati, tristi, impotenti, in balia dell’autocommiserazione, indifesi, martirizzati, agitati, impauriti, risentiti, vittimizzati, pieni d’odio, irritati, risentiti, sbagliati, ansiosi, intrappolati, minacciati, insicuri, impauriti, indegni di essere amati, sopraffatti, distrutti, amareggiati, senza speranza, colpevoli, delusi, bloccati, in preda al panico, dipendenti.

Per cambiare i vostri sentimenti, dovete iniziare cambiando i vostri pensieri.

Chiedete a voi stessi:

a) C’è qualcosa in questa richiesta che mi mette a disagio? Che cos’è?
b) Quale parte della richiesta va bene per me, e quale parte non va?
c) Ciò che l’altra persona vuole può farmi del male?
d) Ciò che l’altra persona vuole può fare del male a qualcun altro?
e) La richiesta dell’altra persona prende in considerazione i miei desideri e sentimenti?
f) C’è qualcosa nella richiesta o nel modo in cui mi è stata presentata che mi ha fatto spaventare, sentirmi obbligata(o) o colpevole? Che cos’è?
g) In che modo potrei anch’io essere soddisfatto (a)?

La maggior parte delle richieste rientrano in una delle tre categorie:

1. La richiesta non costituisce un grosso problema per voi.
2. La richiesta comporta grossi problemi per voi e ne va della vostra integrità psichica.
3. La richiesta mette a repentaglio la vostra vita e/o cedere sarebbe dannoso per voi o per gli altri.

Come vi sentite quando fate ciò che è in linea con i vostri sani limiti?

Ecco le risposte: forti, euforici, orgogliosi, trionfanti, potenti, fiduciosi, eccitati, capaci, coraggiosi, soddisfatti, realizzati, felici, pieni di energia, rispettati, ecc.

Quando decidiamo di rompere con i nostri vecchi schemi iniziamo ad avere una visione di ciò che stiamo cercando di essere e di realizzare nella vita.

Facendo qualcosa di nuovo molto spesso ci imbattiamo in un grosso disagio, tuttavia possiamo imparare a rispondere a questo disagio difendendo con convinzione i nostri sani limiti.

41 pensieri su “Il ricatto emotivo: la camicia di forza della vita

  1. Cara Claudileia, questo articolo viene proprio a puntino per rinforzare il mio proposito di togliermi in via definitiva dal gioco con np2. Da alcuni giorni ho iniziato il mio no contact che consiste nel non cercarlo e sopratutto nel non farmi trovare disponibile quando si rifarà vivo. Ho staccato i dati dal numero che lui ha, e ora utilizzo un numero diverso per la mia vita quotidiana. Sentivo il bisogno di riprendere in mano in miei spazi e la niga vita imoedendogli di entrare ed uscire a piacimento
    Come sai io avevo capito che è un narcisista tuttavia mi ero ripromessa che mi sarei distaccata qualora lui avesse iniziato le manipolazioni pesanti…ciò è avvenuto nel momento in cui ha ha deciso di rompere gli schemi per mettermi sotto pressione e riguadagnare potere e controllo su di me: silent treatment protratto, mancate risposte, ecc.
    Questo è il classico ricatto di potere del narcisista e qui io ho deciso di non voler più stare al gioco. Lui ancora non sa che ho preso questa decisione, ma lo capirà quando tornerà a cercarmi e troverà le porte chiuse.
    Che dire….non pensavo di riuscire a farcela, ma grazie alle riflessioni avute qui a seguito della lettura degli articoli e del confronto con tutti ho trovato il coraggio di spezzare questa invisibile catena mentale che ancora mi legava a lui.
    Quindi grazie ancora per questo lavoro importante di aiuto che dona gli strumenti di conoscenza utili a prendere in modo sano le distanze da questi soggetti.
    Un abbraccio 🌸

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    1. Carissima Spirito Libero, sono molto, ma molto felice per questa tua saggia decisione. Sei una persona splendida, che sa donarsi agli altri con affetto sincero. Lo possono testimoniare tutti i lettori che si ispirano ai tuoi commenti per uscire dalla nebbia. Vedrai che grazie alla tua forza interiore e consapevolezza acquisita qui e altrove ce la farai a superare tutte le sensazioni negative che cercheranno di distrarti dal tuo obiettivo principale: volerti bene e donarti a chi merita le meraviglie che solo la tua persona può dare. Ricordati sempre che nessuno al mondo può essere paragonato a te. Abbraccio gigante!

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      1. Grazie cara Claudileia, quando sono arrivata qui ero una persona abbattuta e ferita ma grazie al tuo affetto e e quello di tutti ho ritrovato la bussola interiore….non sapevo di poter aiutare a mia volta qualcuno ma é stato quello che mi ha dato di nuovo il senso della stima di me. Spero di dare coraggio per riuscire a liberarsi dalla dipendenza per gli np come ne é stato dato a me..questa è la bellezza e il senso del nostro essere partecipi a questo bellissimo blog. Un abbraccio

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      2. Carissima Claudileia, sono Milziade. Grazie per i testi tradotti da Te! Non sono scomparso ne spento e nemmeno zittito! Sto elaborando un lutto, per riavere e recuperare me stesso!
        Un abbraccio grande a tutti voi amici e amiche del Blog.
        La libertà e la dignità hanno un costo chi si chiama sofferenza è un arma che si chiama forza e una vittoria che si chiama rinascita.
        Buon cammino a tutti/e
        Milziade

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  2. Claudileia….oggi ho un disperato bisogno di te……queste promesse me le ero fatte tutte per un bel periodo, poi ci sono ricaduta…..oggi sto’ male…male..male…
    non racconto tutto sarebbe lunga….io cerco lui ..lui cerca me….sempre… ci ricado ma dura pochi gg si torna a litigare…sempre per gli stessi motivi….mi faccio e rifaccio da parte lui mi cerca o io non riesco a stare senza….si riilitiga….lui non cambia io voglio altro molto altro…anche se torno più per ripicca che per altra….penso di non amarlo più come prima e di stima di lui zero….ma ci ricado , ho sempre ascoltato il mio cuore e non ho voluto vedere…….venerdi lo cerco lui viene in palesta a vedermi….la sera una mail si ironizza su cose passare…..3 gg d’inferno mi ha bloccato su tutto mail…messaggi ..cellulare….decine di messaggi non una risposta….non gli avevo fatto nulla…..morale sono a pezzi, mi sento una stupida ad insistere per cosa poi…..

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    1. Carissima Ilaria, senza affrontare il problema per quel che è, una dipendenza, il rischio è quello di ritrovarsi sempre in questo stato. Non è amore e tu lo sai, perché hai perfettamente presente il gioco di potere che si è instaurato tra voi. Più ti doni, più lui ti calpesta e più lui ti distrugge psicologicamente, più tu cerchi di vincere su di lui. Non vuoi credere che sia una persona crudele. Non vuoi accettare che questa persona abbia soltanto giocato con i tuoi sentimenti per decenni. Non so se sei andata avanti con la terapia come ti avevo consigliato. Sappi che tuttora credo che senza un contatto zero radicale e una terapia che contrasti seriamente la tua dipendenza gli schemi saranno sempre gli stessi e ne pagheranno tutte le persone che dipendono affettivamente da te, come i tuoi bimbi. Coraggio. Lui ti ha bloccato dovunque? Si tratta un ottima opportunità di liberarti definitivamente anche cambiando i tuoi recapiti, di proteggerti per evitare nuovi ripescaggi tossici. Un abbraccio!

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    2. Ilaria cara,
      la tua condizione di anima diventata fragile è stata sempre palese per noi che ti conosciamo qui nel blog, per un np che ti monitora da anni deve essere un vero spasso.
      Quello che sta facendo con te ora è pura goduria per lui.. gioca, ti prende e ti rimbalza perché ha capito che sei una porta sempre aperta.
      Questo non per demoralizzarti ancora di più ma per darti un elemento ancora per distaccarti.
      Arrivano ad un certo punto che se ne fregano anche di cadere dal piedistallo anzi, forse è un’ulteriore prova di quanto possono mostrarsi delle mer.. e farci vedere che comunque noi siamo lì pronti a riprendercele.
      Da quanto ho capito hai una famiglia cara, e la famiglia è tanto amore e soddisfazioni ma un impegno costante. E’ privazione, è sacrificio. Un marito è calzini da lavare, piatti da preparare, bollette da condividere, problemi da risolvere. E’ un uomo in ciabatte che mette su la pancia e perde i capelli, è uno che non si ricorda gli anniversari, che fa sesso quando ci scappa e magari anche ripetitivo, uno che ti regala un robot da cucina per natale.
      Il np invece è un uomo sempre in forma, misterioso, con cui problemi non ci sono, è un sesso adrenalinico, è promesse, sogni…
      Ma non è la realtà cara. E’ bello come sono belle le favole in cui le principesse si risvegliano con un bacio ma non è così.
      Np è tradimento, menzogna, male… a te stessa prima di tutto.
      Non so che situazione fmigliare tu stia vivendo (non leggo sempre il blog) ma quello che posso dirti, unito al consiglio di Claudileia di approfittare del blocco per FORZARTI a un distacco, è quello di AIUTARE questo distacco affinché diventi VOLUTO.
      Mi viene in mente che potresti rivedere il tuo rapporto ufficiale di coppia e specchiarti nell’uomo con il quale hai condiviso parte della vita e hai costruito una famiglia. Aggrapparti al suo amore sincero e rivalutarlo, non vedere i problemi e la quotidianità ma allargare lo sguardo alla continuità e alle opportunità. Se ancora non riesci a fare qualcosa su te stessa proiettala su di lui.
      Renditi bella ogni giorno, fa caso ai dettagli, vedi la quotidianità con piacere, concedetevi un weekend.. Non è chiodo scaccia chiodo, è ricominciare a vivere al di fuori dell’inganno dell’np.
      Perché è stato lui che ti ha rubato tutto questo, e credo che tu debba oramai riprendertelo.
      Ti abbraccio

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      1. Sagge parole, cara Device! Aggiungo un altro particolare: finché Ilaria resterà a disposizione del n.p. vedrà suo marito con una lente offuscata. Tutti i suoi difetti saranno ingigantiti, la sua lealtà verrà considerata una noia, i suoi modi di fare a letto le daranno fastidio e chi più ne ha più ne metta. I bambini di Ilaria, vedendo la mamma sempre infelice, penseranno che è colpa loro e faranno di tutto per soddisfarla e vederla sorridere. Insomma, i danni dei soggetti tossici allungano i loro tentacoli per intere generazioni. Tocca a Ilaria porre fine ai suoi maltrattamenti perché a lui va bene così. In che modo la SUA vita è stata scombussolata? È Ilaria a soffrirne e martirizzarsi per tutto questo “amore”. Lui la vede coinvolta e sa che lei sarebbe disposta a mandare a monte il suo matrimonio per lui, quindi cosa fa? Scompare facendola passare per pazza. Se ha una moglie che gli dà tutta la libertà di andare in giro massacrando emotivamente le donne e facendo finta di non vedere, perché cambiarla? Il coinvolgimento emotivo di Ilaria, durato così a lungo, da una parte lo gonfia di orgoglio machista (siccome ha una certa età si sente potente con l’inseguimento di una giovane donna) da un altra sa che Ilaria costituisce una minaccia all’ordine perverso che ha stabilito. Quindi, se porta Ilaria a uno stato di totale prostrazione e la rende una persona instabile in via definitiva, può permettersi di manipolarla all’infinito.

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  3. no ho sospeso a ottobre…purtroppo….una droga dalla quale non riesco a farne a meno e credimi non lo amo più come prima, non ne ho stima……….ma ci cado e ci ricado

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  4. Cara Ilaria, capisco che la tua mente sta sabotando la tua liberazione. Accade così quando crediamo che la nostra “storia” con il soggetto n.p. è tutto ciò che abbiamo nella vita. Il tuo cervello, tuttavia, è stato condizionato a soddisfare i bisogni di una persona che ha giocato tutto il tempo con alcune espressioni e parole che hanno avuto da sempre una valenza potente dentro di te: ti amerò per sempre, sei sempre nel mio cuore, un giorno saremo insieme per sempre, il mio destino sei tu… Insomma, nella tua mente c’è un film girato da un regista che voleva unicamente impiantare false memorie in te di un amore mai esistito. Mai esistito perché sin dal primo momento c’era un abuso: tu giovanissima e lui sposato con dei figli. Eri plasmabile, ora non lo sei più. Vai avanti seriamente con la terapia. Senza poter manifestare le tue reali emozioni a casa diventa molto difficile vedere una via d’uscita. Dai retta alle persone che ti consigliano qui, non solo a lui quando ti racconta una raffica di bugie. Mi auguro di tutto il cuore che abbia lasciato in pace te e la tua famiglia.

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    1. Ho un marito meraviglioso….bell uomo …presente e premuroso…..il paradosso é quello….lui INVECE vecchio …attenzioni zero,mi tratta male…..non c é stato nulla tra noi su questo non ho ceduto….su questo sono diventat più forte….lui so’ che cerca quello…..sono io che non riesco a farne a meno…..poi ci risentiamo pochi gg e litighiamo perc quello di cui ho bisogno non può darmelo.

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      1. Ciao Ilaria coraggio, è evidente che quest’uomo è un parassita, lascialo andare.
        Veramente ti prego, insisti con la tua terapia, quello che stai vivendo ti sta inutilmente rendendo amara una vita che potrebbe essere felice.
        Credimi se ti dico che posso capire questo aspetto, questo rinunciare alla felicità cercando chissà cosa nei posti e nelle persone sbagliate, quando abbiamo cose e persone molto migliori davanti che non ci chiedono altro che stare bene con loro.
        Se ne esce con la consapevolezza dei perchè ti succede questo, e per farlo hai bisogno di un aiuto professionale; probabilmente è un meccanismo perverso che ti fa rivivere vecchie frustrazioni (per me era semplicemente il ricreare il rapporto difficile con mia madre e il riproporre inconsapevolmente schemi visti fra i miei genitori, anche se io mi ero sempre riproposto di fare l’esatto contrario).
        Disintossicarsi poi è comunque difficile e ne so qualcosa, ma il primo passo è capire perchè succede, e non basta dirselo da soli ogni tanto.
        Spero tu accolga questo mio invito come una spinta, non vuole minimamente essere una critica o un atto di saccenza; ti porto la mia esperienza e spero ti possa in qualche modo essere utile.
        Un abbraccio grande!

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  5. Il mio np rientra nel caso d, il tentatore, della serie “se ti comporti bene ci vediamo”, “se ti comporti bene puoi ti porto con gli altri il sabato”.
    Giustamente nell’articolo c’è scritto che le persone normali hanno il desiderio sincero di legarsi agli altri, mentre loro NO, addirittura nel mio caso la “conditio sine qua non” per continuare ad andare avanti mi è stata esplicitamente detta: “non devi legarti a me”.
    Condivido il punto in cui si dice che siamo noi stessi a definire chi siamo piuttosto che essere definiti da altre persone, il loro giudizio ci deve scivolare addosso, ed anche l’assertività,  dobbiamo dire sì quando intendiamo dire “si”, e no quando intendiamo “no”.
    Quando venivo puntualmente delusa mi rassegnavo, dicevo a me stessa che non potevo farcela perché lui è più forte di me ma le sue richieste non prendevano affatto in considerazione i miei desideri e sentimenti.
    Un errore che spero di non commettere mai più, mettere gli altri al primo posto anziché me stessa.

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    1. Oliver,stessa cosa capitata a me.Dal primo giormo mi diceva in modo sprezzante:”non devi legarti a me altrimenti soffrirai.”Poi dopo due minuti si comportava in modo premuroso e la mia mente impazziva.Vorrei rendere pubbliche le sue chat per farvi capire di cosa era capace.

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      1. Ti capisco Michelle, è il rinforzo intermittente, ti adulano e poi ti denigrano e il tuo cervello va in tilt.
        Se pubblicassi le tue chat sono certa che ritroverei le parole del mio np!

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  6. Tutto giusto e soprattutto interessante l’idea del contratto che potrebbe diventare il nostro mantra. Concordo su Spirito Libero, persona gentile,disponibile e fortemente empatica. Ringrazio ancora tanto tutti quelli che sabato sera hanno accolto la mia richiesta di aiuto. Ho smesso di sbirciare e sono più concentrata su me stessa e sul lavoro. Spero di poter mantenere fede a tutti i buoni propositi e mi rendo disponibile a ricambiare la solidarietà dimostrata. Ho capito che ormai siamo una comunità in cammino verso la salvezza e che ‘l’arte di salvarsi’ è il nostro obiettivo comune. Abbracci a tutti

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    1. Cara Ange grazie della stima…ricambio, ho stima di tutti qui, persone ferite ma non piegate, che vogliono dare una mano agli altri. Condivido con Oliver che fai benissimo non sbirciare più. Io ho continuato a sbirciare per alcuni mesi dopo il no contact con np1 senza rendermi conto che così prolungavo un’agonia perché loro sanno bend che continui a guardare i loro profili e apposta mettono foto con i nuovi partner in cui si mostrano felicissimi senza di te. Lo fanno non certo perchè abbiano trovato l’amore della vita o altro ma solo per MANIPOLARTI a distanza. A loro del nuovo partner non gliene frega niente ma solo per l’uso che ne possono fare per ferire gli ex. Nel momento in cui tu non li guardi é come se non esistessero più perché togli loro il potere di farti male. Una volta capito questo mi è venuto naturale non guardare più il profilo e da quel momento sono stata meglio. Un abbraccio

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  7. “La camicia di forza della vita”. Titolo perfetto. Dentro e fuor di metafora, per me che la camicia di forza (quella chimica, ma in SPDC ero circondata da fascette e gente legata) l’ho saggiata davvero.
    Anyway: sto scrivendo quel patto con me stessa, in riferimento soprattutto a mia madre (con il perverso ormai è tutto nelle mani di Avvocati).
    Dopo l’ennesima MA ULTIMA scenata giorni fa, durante la quale io ancora cercavo una parola catartica da parte sua, io stesa fisicamente per terra, dico basta.
    Quella là (come mi riferisco a lei con mio padre e tutti) ha finito di buttarmi a terra con la sua sola presenza nella stessa stanza, o a distanza via minchiate telefoniche o mail.
    Quella là per me non esiste più. Vade retro satana.
    Mi spiace per mio padre, che fisicamente ogni volta accusa il colpo: non ho nulla contro di lui, ma sono consapevole del fatto che non mi ha protetto. Non era in grado, ma ha comunque preferito la mogliettina a sua figlia. Pertanto ora mi sa che ne pagherà qualche prezzo anche lui, ma mi dispiace molto. Dopo tutto è l’unico familiare con cui non abbia rotto, ormai (cancellato mio fratello due anni fa).
    Per me a questo punto la faccenda è semplice semplice: il mondo si divide in due. Chi fa male NECESSARIAMENTE (non sapendo fare altrimenti, ma fino a un certo punto, corrispondente al verbo perseverare) e chi lo fa INTENZIONALMENTE.
    #perdonoselettivo è il mio mantra.

    @Ilaria: venerdì divorzierò da mio marito in comune, dopo tanti anni di separazione (aspettavamo che i nostri due figli fossero maggiorenni), e sai cosa ti dico? Che rimpiango ogni giorno amaramente l’aver pensato di essere meglio di lui, quindici anni fa; rimpiango amaramente aver pensato di volere qualcos’altro invece che lui con la sua pancetta, calvizie e superficialità talvolta, MA ironia e bontà da vendere, per me e per i nostri figli che ne hanno beneficiato.
    Altro che questi stronzi accasati che vogliono mogli piene e amanti ubriache.
    Pensaci, io potessi tornare indietro, lo farei sul serio.
    Augura buona vita (senza di te) al fedifrago e rinnova buona vita a te e alla tua famiglia.
    Mica vuoi finire come me vero :-)? Ti assicuro che nove mesi di camicia forzosa da neurolettico: o ti salva qualche angelo o ciao vita come l’avevi conosciuta (seppure discretamente di merda, al momento, ma almeno non in LaLaLand).
    Non rischiare.

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    1. Cara Lucia, sei forte, è sempre un piacere leggerti, sai utilizzare un registro ironico anche per questioni spinosissime, e hai il dono della sintesi che a me manca del tutto 😦
      faccio tesoro di quello che hai scritto a per Ilaria, se penso che per la merd*ccia* avrei potuto pensare di mollare il mio compagno ( che per altro non ha nè pancia nè calvizie incipiente ) mi viene male, non sono rose e fiori ma adesso voglio provare seriamente a capire se ci sono margini di evoluzione, poi si vedrà.
      Riguardo ‘quella là’ non so cosa dire a volte la distanza fisica è l’unica, ultima ratio che ci consente di sopravvivere. Forza cara.
      Ho solo una curiosità (che può rimanere tale) quanti anni hai? Sembra che tu abbia già vissuto molte vite eppure mi sembri tanto giovane.
      Un abbraccio.

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      1. Cara Babi grazie, non avessi quel registro lì nelle mie corde scritte (quelle orali annaspano ancora), credimi, non sarei più io. Sarei uno zombie con la bava alla bocca, quattro giri di ciccia attorno al collare che si era scordato di essere un collo umano e le mammelle che eruttano latte senza aver partorito: tre tra gli infiniti simpaticissimi effetti collaterali dei neurolettici.

        Cioè, marito tuo manco panza e calvizie? #Echevimanca?
        Scherzo, ma manco troppo.

        Ho passato da poco i 47 anni. Solo che ho iniziato molto presto, a farmi rovinare la vita. Ma anche a viverla, figli e matrimonio molto giovane, all’altro capo del mondo (chissà come mai).
        E una cosa credo di averla capita: che rose e fiori non saranno mai, ma c’è di peggio. Tipo smantellare una famiglia non patologica. Una volta capito questo, una volta capito che alternative decenti, quando si hanno figli, è difficile trovarne (non impossibile certo, come l’esempio di Claudelia insegna), si è a metà dell’opera. Io non l’avevo capito. Venerdì dopo che il Sindaco ci avrà disunito per sempre, perdonerò e chiederò perdono a mio marito per il bene che non abbiamo saputo continuare a farci, e gli esprimerò la mia gratitudine per il bene che invece abbiamo fatto a noi stessi e ai ragazzi.
        Estremizzando mi vien da dire: chi ha il sacro culo di avere figli con una persona per bene, se la tenga stretta.
        Kiss.

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  8. Ho letto l’articolo tutto di un fiato e anche tutti i vostri commenti.
    Come sempre mi ci ritrovo quasi totalmente.
    Le dinamiche del ricatto per me forse sono state più sottili durante il matrimonio, ma non dimentico che ha minacciato di lasciarmi dopo poche settimane se non mi conformavo alle sue richieste; da lì in avanti è stato sempre un sottinteso, non c’era bisogno di richieste specifiche.
    Poi anche tutta la fase distruttiva del rapporto è stata esattamente come è descritta nell’articolo: “È come se nel bel mezzo di quella che pensavamo fosse una relazione sana, ad un certo punto il ricattatore urlasse “si salvi chi può”, e ci saltassi addosso a tradimento, mentre abbiamo la guardia abbassata.” è esattamente come descriverei io quello che è successo, di punto in bianco e con una ferocia mai vista prima in vita mia.
    “Con un ricattatore emotivo, non c’è negoziazione, perché fanno ricorso all’aggressività e al ricatto. Non possono tollerare la frustrazione quando non ottengono ciò che vogliono.” anche in questo caso descrizione perfetta del motivo per cui ha dovuto distruggere un matrimonio e un rapporto all’apparenza quasi perfetto.
    Anche l’attuale dinamica, nella quale io sono costretto a ridurre al minimo i discorsi per non incorrere nuovamente nella manipolazione e nel ricatto, è descritta magistralmente.
    E’ l’uscita dalla situazione che ancora mi manca e che vorrei riuscire a fare il prima possibile. Perchè per quanto mi sforzi quotidianamente è quasi impossibile non interagire e quindi non sentirsi addosso la camicia di forza del ricatto emotivo; non a caso scrivevo nei post precedenti che mi sento in gabbia. Finchè non riuscirò a staccare materialmente sarà una lotta! E comincio a essere stanco, proprio fisicamente. Ma non mollo!
    Un abbraccio!

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  9. Condivido pienamente tutto quello che avete scritto, Lucia io ho il sacro culo di avere fatto un bambino con una persona perbene e naturalmente dopo aver capito chi fosse quello là. E me lo tengo stretto e difendo con il sangue e con i denti la mia famiglia. Ovviamente prima np era il meglio, non fisicamente ma moralmente…. Lui mi capiva, mi ascoltava, mi consigliava.. Facile per chi si vede un ora a settimana… Qualcuno ha guardato giù impedendomi di fare una c@zz@t@ immensa anche se non mi perdono il fatto di aver messo prima lui della mia famiglia, ma tanté, ormai sappiamo che la droga più ne hai e più ne vuoi anche se a caro prezzo. Ilaria forza e coraggio, capisco quello che stai vivendo… Cla le tue parole mi sono state di conforto pure a me… La famiglia è quotidianità, amore, rispetto e reciproco aiuto… Quello che lui non avrebbe mai potuto darmi.

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  10. Salve a tutti. La parte dell’articolo che mi ha colpito maggiormente è dove sono descritte le emozioni e gli stati d’animo che percepiamo quando subiamo le azioni perverse delle persone NP:
    io ho sentito rabbia, frustrazione, impotenza, ma ho investito sulla possibilità di aspettare tempi migliori, che non sono mai arrivati.
    Non conoscevo il suo disturbo, ma la sua influenza sulla mia autostima e sulla mia vita quotidiana doveva mettermi in guardia e farmi capire che non era “normale” il nostro rapporto .
    Le sottili insinuazioni sul comportamento da tenere sono state il pane quotidiano, come gli abusi psicologici, economici e di ogni genere. Per fortuna lo splendore sì è sopravvalutato e ha tirato tanto la corda che si è spezzata… ed è stata la consapevolezza delle emozioni che mi hanno salvata. Tutti meritiamo la serenità e non volevo più essere vittima della frustrazione portata all’estremo da un essere che mi aveva fatto a pezzi in ogni ambito, a cominciare da ciò che ho di più sacro: la mia identità.
    Sono stata fortunata quando ha attuato la punizione del silenzio: ho iniziato il no conctat che non ho più mollato, nonostante i suoi tentativi di ritorno. Il primo periodo che condividevamo lo stesso tetto è stato difficile, ma parlare senza guardarlo e limitare la presenza nella stessa stanza sono state strategie vincenti: un bel riscatto perchè sua splendità non se lo aspettava.
    Quindi, senza saperlo, avevo intuito che la chiave di volta per uscire dal tunnel era nella capacità di essere consapevoli delle proprie emozioni e di attraversarle, analizzarle, riconoscerle e apprezzarle perchè indicano la strada giusta da seguire per fare delle scelte che possano avvicinare a noi stessi( il contrario dell’opera inflittaci dall’np) . Un abbraccio e tutti.

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    1. Cara Mary, ho letto oggi il tuo commento e mi ha molto colpita per la lucidità con cui parli della tua storia nonostante sia stata un grosso dolore per te.
      Hai trovato la chiave di volta prendendo il contatto con le tue emozioni profonde e non permettendo più a np di minare la tua identità.
      Parlavi ad un certo punto di trattamento del silenzio. Questa è una cosa che ho subito anche io e che lascia sempre una ferita.
      Volevo solo chiederti se nel tuo caso questa punizione è scattata in seguito a un episodio specifico o se, come nel mio caso, è avvenuta in modo del tutto arbitrario…grazie e un abbraccio

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      1. Ciao Spirito Libero, ti leggo spesso e comprendo fino in fondo il tuo dolore e il tuo sconcerto.
        Racconto un pezzettino della mia vicenda, altrimenti non si riesce a comprendere.
        Dopo 24 anni di abusi, dall’estate del 2013, e per 2 anni, comincia ad avere un atteggiamento molto strano: alterna momenti stranamente allegri, a silenzi tombali e attacchi senza motivo. Aveva un carattere strano, incline a episodi furenti… ma era così, da sempre. Scopro a novembre 2014 che sua splendità aveva un’amica (lui! Che non ha mai saputo cosa fosse l’amicizia e che aveva fatto terreno bruciato intorno a me, vietandomi di avere rapporti sociali con chiunque). Aspetto un paio di mesi per sincerarmi della cosa e le prove sono schiaccianti: la signora in questione, ricca e vedova da cinque mesi aveva bisogno di consolazione. Non giudico la signora, per carità! Con le prove, lo affronto e gli dico che non merito il tradimento. Nega e si chiude nel silenzio.
        Sono implosa: sono dimagrita 24 kg in 3 mesi, ho pensato al suicidio e per 2 volte ci sono andata molto vicino, ho pianto fino a prosciugare le lacrime, ho chiesto in ginocchio per 3 volte di tornare insieme, ho dato di testa. Poi mi sono informata ed ho incontrato questo sito e altri sul tema del narcisismo maligno: ho iniziato a capire e a prendere consapevolezza. Non è stata una passeggiata di salute, per altri 2 anni ho dovuto rielaborare tutto il male subito prima, durante e dopo. Mi ha messo i figli contro (che ora hanno compreso), mi ha derubato dei soldi che ho guadagnato con il duro lavoro, mi ha diffamato. Ancora oggi non è finita, c’è una giudiziale in corso perché vuole il mantenimento. Io però ho preso consapevolezza di chi sono io e di quello che ho fatto per il mio matrimonio, per la mia famiglia e per i miei figli. Rispetto ogni giorno che ho lavorato sodo, comunque stiano le cose. Ho imparato ad amarmi e ad avere compassione di me stessa e sorrido di nuovo, apprezzando ogni istante di libertà. Ho tanti amici, mi confronto e mi apprezzano.
        Sono cresciuta e maturata in questi mesi di introspezione, ed ho compreso che se non mi sentivo amata, se gli ho permesso di perpetrare ogni sorta di abuso, se mi confondeva la sua rabbia, era perché non avevo piena consapevolezza di ciò che volevo e di quello che meritavo veramente: essere rispettata e vivere serenamente.
        Auguro a te e a tutti noi di perseguire questa strada: meritiamo una vita degna, scegliamola consapevolmente. Quando facciamo una scelta poi dobbiamo convivere con le conseguenze. Preferisco scegliere per il mio meglio.
        Grazie, un abbraccio

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      2. Grazie Mary…cosa dire, complimenti per la tua forza d’animo…traspare una persona che dal dolore è uscita comunque più forte e consapevole.
        Guarda al tuo confronto le mie sono cavolate…un conto infatti è avere relazioni altalenanti con soggetti disturbati, cosa non piacevole sicuramente, ma da cui si può comunque fare un passo indietro, un conto è condividere una vita intera con qualcuno che fa scempio di te.
        Devo dire che leggere esperienze come la tua, o di altre persone, come Naty o Gianni ad esempio mi aiuta molto a ridimensionare le mie..a non dare importanza eccessiva a personaggi di basso livello che hanno incrociato il mio cammino usufruendo della mia disponibilità a relazionarmi.
        Ben altri sono e più gravi sono i danni che provocano rapporti di lunga data e in cui vi è stato un impegno affettivo importante come nel tuo caso.
        Hai tutta la mia stima e la mia comprensione.
        Un abbraccio

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      3. Cara Mary, quando parliamo di narcisismo perverso molte persone non immaginano la spirale distruttiva alla quale conducono chiunque provi per loro ogni sorta di sentimento puro, dalla amicizia all’amore. Che lui voglia il mantenimento è la ciliegina sulla torta dopo tutti gli abusi che hai subito. Non aver dubbi che alla signora vedova andrà ancora peggio per quanto riguarda il parassitismo. Non lo dico per consolarti in modo maldestro o macchiavellico, ma perché le testimonianze di donne e uomini molto fragili, “consolati” da un/a narcisista entrato spudoratamente nella loro vita mentre i partner erano gravemente malati o appena deceduti raccontano di vite ulteriormente devastate dalla loro presenza totalizzante, che significa nei fatti una condanna alla solitudine. Credo che tutti siamo caduti in basso in materia di umiliazione e finché non abbiamo incrociato i loro sguardi divertiti mentre eravamo a terra abbiamo stentato a credere di aver di fronte un individuo disturbato. Sono felice per questa tua consapevolezza, per la forza di essere riuscita a salvare i tuoi ragazzi da una vita di manipolazione, per la tua salute rinnovata… Viva te! ❤️

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  11. Care tutte e tutti,e Claudeleia..purtroppo a me non è andata così con il primo n.p. ci sono cascata cin tutte le scarpe anche se poi ne sono uscita io da sola ma dopo tira e molla di 5 anni. In quegli anni purtroppo ha fatto di tutto per farmi separare dal padre di mio figlio e ci e riuscito . Come già raccontato dopo tre anni di silenzio mi ha ricercata e ho poi chiuso io definitivamente nel 2016 bloccandolo su tutti i fronti. Non ero minimamente a conoscenza di questo blog ma avevo letto un bellissimo libro di Cinzia mammoliti e cominciavo a capire. Poi l incontro a distanza di anni con il 2 n.p. ovviamente cin modalità diverse e breve durata ma più coinvolgimento. Ecco credo ora che avrei dovuto stare con il padre di mio figlio e non separar mi quando lui aveva solo 8 anni per un emerito deficiente…ms e andata così. Indietro non si torna. Nella mia solitudine …qualcosa e venuto fuori ugualmente. In primis la mia forza.quindi …Va bene così.. un abbraccio a tutte.

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  12. Aiuto, leggendo i diversi post ho il terrore di essere finito in una relazione a senso unico, da qualche mese cammino su una lastra di ghiaccio sottilissima sento che sotto non c’è nessun sostegno e se provo a muovermi un po’ di più scivolo inevitabilmente in terra…
    Questa mattina è arrivata credo la conferma alla mia paura, dopo una discussione con la mia compagna nata dalle mie domande, perchè mi eviti?, sta succedendo qualcosa?, ho fatto qualcosa? Le risposte sono state niente… è un problema tuo… le frasi conclusive hai solo da trovarti un’ altra casa accoppiata a sei uno psicopatico, passando da non ti voglio nemmeno ascoltare, stai parlando a vanvera.
    10 mesi fa ero un super eroe, l’unico che le dava quello che nessuno le ha dato mai. Mi disse io voglio sposarti a distanza di un paio di settimane! Dopo poco più un mese iniziò la convivenza.
    Ero la persona con cui poteva parlare, come non aveva fatto mai, ma appena accennavo ad esprimere un mio parere in merito alle situazioni più svariate giusto o sbagliato che fosse, non capivo nulla, non potevo parlare perchè non sapevo o non avevo vissuto ciò di cui si parlava, o non ero in grado di sapere perchè la situazione non mi apparteneva… e mi chiedevo allora perchè parlarne!??!
    Dice di amarmi, al tempo stesso non si risparmia nel raccontarmi come spesso qualche amico o semplicemente al supermercato qualcuno le faccia degli apprezzamenti, sfido chiunque a rimanere impassibile alle lusinghe fanno certamente piacere, ma mi domando perchè così spesso?!
    Dice di amarmi, ma quando discutiamo o litighiamo, momenti che fanno parte di qualsiasi relazione e interazione umana ho come il presentimento che prima o poi si stufi e mi lasci?! Perchè il termine ultimo di ogni mia parola diversa dal suo pensiero deve finire con “se non ti sta bene quella è la porta?”
    Perchè usare una minaccia per ottenere qualcosa a torto o a ragione dal risultato?
    Perchè continuare nel ricordarmi che vuole stare con me tutta la vita e che vuole sposarmi per poi non parlarne più nel momento in cui ottengo il divorzio dalla mia ex-moglie?
    Perchè continuare a ricordarmi che se sta con me è perchè mi ama e non perchè ha bisogno di qualcuno e che se volesse divertirsi potrebbe farlo senza problemi, perchè non ha bisogno di nessuno!?
    Perchè continuare a dire che ha sempre aiutato tutti e a lei nessuno ha mai dato aiuto (qui posso pensare ad oggi vivendola che non lo ha mai chiesto, perchè si nasconde dietro alla sua muraglia quando è in difficoltà per non abbassarsi ad un naturale comportamento umano, avere bisogno di auto)
    Perchè dirmi che l’uomo che mi ha preceduto nella sua passata relazione (dopo poco più di un mese incontra me) era cattivo, le ha fatto un sacco di promesse che non ha mantenuto e ha deciso di lasciarlo.
    Perchè parlare male alzando gli occhi al cielo, di colleghe, amici ed ex fidanzati?
    Ripercorro alcuni momenti di cui allora non trovavo la giusta collocazione, e tanti c’è ne sono stati.
    Oggi ho paura e tanta perchè la amo, e perchè a mente lucida ho l’impressione che in fondo quella che si configura come cattiveria o perversione, forse è l’unico modo che ha per vivere le relazioni e che altrimenti non saprebbe come.
    Aiuto, quanto tempo ho ancora…?!

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    1. Ciao Luca,

      Cavolo! Un mese mi sembra davvero pochissimo per decidere di andare a vivere con una persona…. Credo che facilmente si entri in una dinamica molto insana, se tutto va così velocemente….

      La tua partner sembra una donna molto insicura, immatura, piena di contraddizioni, alla ricerca di conferme e incapace di dialogare in maniera seria e adulta. Non credo che questo la renda automaticamente una persona affetta da disturbo di personalità n., sicuramente da come la descrivi tu non é un carattere facile.

      Se non riesci a dialogare con una persona e se hai l ´ impressione che la storia sia piena di litigi continui e vivi nella paura che ti lasci, vale la pena chiedersi quale sia il nocciolo della vostra relazione e se si tratti di un sentimento vero o di una forma di dipendenza creata da una relazione iniziata troppo presto con troppo sentimento…

      Lasciando da parte la bellezza, che cosa ami di questa donna? e perché vuoi avere una relazione con lei?

      Questo potrebbe aiutarti a riprendere in mano la situazione e a non vivere nella paura di venire abbandonato..

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  13. Buongiorno, ho letto l’articolo e volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come “Se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo, pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte”… e simili come possono essere considerati? Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di volere io facessi altrettanto…

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