Dibattito per tutta la società

By Dr. Hugo Marietan, medico psichiatra e ricercatore argentino, esperto di Psicopatia. Siti web: http://www.psicopatia.com.ar e http://www.marietan.com.ar
Trad. Gabriella Maddaloni

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Forse noi, la nostra generazione, abbiamo l’obbligo di evidenziare un errore di stampo millenario: non va bene lasciare la Giustizia unicamente nelle mani dei giudici, perché il compito supera le loro capacità: ne paghiamo le conseguenze quotidianamente.

È arrivato il momento di aprire le decisioni dei tribunali ad altri membri della comunità, e non come meri assessori, bensì come partecipanti attivi nella decisione finale della sentenza. Un’unica mente, quella di un giudice, non può più far fronte da sola alle complessità dei delitti attuali. Questo, perché i problemi basilari tra le parti dissidenti che obbligarono alla creazione di una figura che bilanciasse le posizioni, ossia il Giudice, non sono più gli stessi. Sono cresciuti in complessità, quantità e qualità, al punto che una persona sola non può valutare secondo un criterio giusto: ha bisogno sì o sì di altri componenti suoi PARI, che gli apportino quel sapere che a lui manca e prendano parte attiva alla decisione riguardante l’emissione della sentenza. Inoltre, gli avvocati sono abituati, con leggere varianti, a pensare tutti allo stesso modo e questo produce un’unica concezione per far fronte all’enorme variabilità di circostanze e sfumature che implica il vivere nella società odierna. Essi sono ampiamente superati dall’impossibilità di comprendere una tale mole di conoscenze. Da soli non hanno più il raziocinio sufficiente per prendere le decisioni GIUSTE: ci rendiamo conto tutti di questa deficienza grazie a falle che conformano la nostra società. Il colmo è che gli avvocati sono quelli che dettano le leggi (potere legislativo), le applicano (potere giudiziario) e in maggioranza sono presidenti del governo della nazione (potere esecutivo). Ergo: la società è prigioniera dell’avvocatocrazia, di questo pensiero unico che detiene il Potere in tutte le strutture legate all’Autorità. Come pensiamo di risolvere i problemi che ci si presentano di questi tempi, se coloro che hanno il potere di decidere pensano tutti allo stesso modo in forme, contenuti e punti di vista? È arrivato il momento di incorporare altri membri della società dotati di sapere, con una formazione diversa, che generino davvero pensieri differenti e grazie ai quali potremo minare la tirannia dell’avvocatocrazia, che ci mantiene impantanati negli stessi errori di sempre, ricalcando le medesime forme di pensiero errate più e più volte, in quanto incapaci di pensare in altro modo.  

Hugo Marietan

11 pensieri su “Dibattito per tutta la società

  1. il DR MARIETAN è un dio, santo subito, gli farei una statua nel centro del mio giardino. grazie claudileia per avermelo fatto scoprire. ho avuto l onore di avere uno scambio di mail con questo psichiatra, il quale mi ha consiglia solo un assolutivo NO CONTACT

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    1. Cara Ale, siamo tutti molto umani, altroché dei. Penso che i suoi libri andrebbero tradotti perché alcuni concetti riguardo al rapporto pseudo affettivo con soggetti sprovvisti di coscienza sono molto innovativi e offrono una chiave di lettura diversa dalla solita. Abbraccio a te.

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  2. Ci sono giudici che chiedono la perizia di esperti-lo pschiatra criminologo dal quale sono andata fa consulenza per vari tribunali-il problema spesso sono i soldi!

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  3. Credo che il diritto in Italia sia diverso da quello del paese di Marietan. Da noi le leggi le promulga il Parlamento (non si sa quanto meglio) o altri enti preposti e il ‘precedente’ inteso come interpretazione del singolo giudice non ha lo stesso valore che può avere ad esempio negli Stati Uniti.
    In quest’ultimo caso in effetti una decisione intrapresa da un determinato giudice può servire a rafforzare la legge, creando un sistema molto più dinamico del nostro.
    Non sono certa sia migliore.
    Da noi (forse) sarebbe sufficiente rendere obbligatorie alcune competenze di base anche per gli avvocati, e formare adeguatamente gli specialisti (psicologi/psichiatri etc) a cui i giudici possono ricorrere (e lo fanno) per la consulenza di parte. Cosa che purtroppo non è.

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  4. La proposta ha molto senso ma ritengo che la prima cosa da fare sia affrontare il tema della separazione delle carriere dei giudici.
    Non è infatti pensabile che il giudice che decide della mia vita debba prendere il caffè e parlare di come stanno le loro famiglie con il PM, colui che mi accusa, a volte senza neppure avere condotto le indagini in maniera minima.
    Il PM ha interessi confliggenti con la vera giustizia perché fa carriera sulla base di quanta gente fa condannare, almeno in primo grado. E una condanna non si nega ad un amico e collega ( che domani ti potresti trovare contro) che te la chiede con convinzione
    Fortunatamente, in secondo grado i giudici sono diversi e la giustizia alla fine viene, in buona parte ristabilita.
    Ma nessuno mi rimborserà le spese legali, le sofferenze ed il tempo dedicato a una difesa che non sarebbe stata necessaria se tutti avessero fatto il proprio dovere

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  5. comunque tendo a ringraziare claudileia e gabriella maddaloni, infinitamente apprezzo il lavoro che fanno quotidianamente per questo blog, con le loro traduzioni, soprattutto degli articoli di: JOE NAVARRO, MELANIA TONIA EVANS, SAM VAKNIN, e ultimo ma non per importanza, ci tengo a ringraziarvi per le grandi traduzioni del DOTTOR INAKI PINUEL Y ZIBALA e il suo libro AMOR ZERO, e vi ricordo di andare a vedere i suoi video sul suo canale youtube, e le sue conferenze, ma anche ROBERT HARE, OTTO KENBERG, ecc…grazie infinite e abbraccioni claudileia a te e ai tuoi bambini

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  6. Ci sto, se avete bisogno in tribunale ci sono… Soprattutto perché chi so io e un tutore della legge e mi sa nemmeno tanto bravo credo… Lo affiancherei a uno psicologo ma di quelli bravi però e già che ci siamo,come rappresentante civile da vittima o meglio sopravvissuta potrei aiutarlo nel suo lavoro 😂… A parte gli scherzi condivido pienamente l’articolo e la posizione del Dottor Marietan, non se ne esce altrimenti. Già i suddetti si credono padroni del mondo perché sanno la legge e la applicano quando poi (e credo la maggioranza) sono anche narcisisti il danno è fatto.

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  7. Forse soprattutto è arrivato il momento che le donne si facciano davvero sentire, non con la rabbia del femminismo degli anni 70 che, se tutto ciò che sta accadendo intorno a noi non è un incubo – e purtroppo non lo è – con muliericidi (scusate la parola “femminicidio” non mi è mai piaciuta) quotidiani, dimezzamenti di pena con motivazioni fuori di testa, violenze continue, non avrebbe dovuto esistere se davvero si fosse affermata una cultura della pari dignità tra uomo e donna.
    Forse è tempo che ci facciamo sentire, organizzando o comunque partecipando a iniziative nelle quali si possa insistere sulla imprescindibilità della cultura del rispetto reciproco, della insensatezza di un comportamento arrogante e violento.
    Quei giudici sono, alla fine, anche loro espressioni di questa società. Se non cambiamo la società non cambieranno neanche le loro sentenze.
    Un abbraccio

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  8. Gli avvocati non legiferano ma approfittano delle cattive leggi promulgate dal parlamento-separazione carriere è un tema strettamente politico

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