La testimonianza di Ale: “Mi diceva ‘o si fa come dico io o niente'”

Conobbi lo psicopatico da giovanissimi, avevamo circa 13 anni.

Nonostante molto giovani, solleva sparare a raffica frasi da trasalire ed accapponare la pelle pure ad un santo:

“Morirai di quante te ne mandano tutte quelle che mi vengono dietro”;
“Ti ho tradito e non me ne frega niente. Lo rifarei adesso! Non so che farmene del tuo perdono”;
“Bada bene a non macchiarmi la maglietta  firmata col tuo sangue, che dopo mi scoccia lavarla e pulirla”;
“Io mi innamoro di continuo, mi sono innamorato tante volte, ogni tanto devo cambiare tipa se no mi annoio”;
“Quella poveretta della mia ex l’hanno trovata in lacrime disperata per noi due, ma ti rendi conto?”;
“Quella poveretta della mia ex mi faceva ancora le poste sotto il portone di casa, ma ti rendi conto? Non si rassegnava!”;
“Se rimani incinta abortisci da sola, io non ti conosco, io mi voglio godere la vita, come ho fatto fare alla mia ex che è andata da sola, che me ne frega?”;
“Io non ho un buon rapporto con i miei, non me ne frega di mia sorella, mi sposo di sicuro prima di mio fratello, io.”;
“Ti sposerai da sola.”;
“La tua migliore amica non la devi ascoltare, non capisce niente. Fai come ti dico.”;
“I tuoi genitori non li devi ascoltare. Ancora hai paura e ti fai comandare dai tuoi? Digli come ti dico io!”;
“Tutti lo fanno, anche se è vietato. Più è vietato, di più lo faccio.”;
“La mia ex mi seguiva, la mia ex me la ritrovavo davanti, la mia ex mi spiava…”;
“Se fossi stata tu a tradirmi invece, io non ti avrei mai perdonata, non ti perdonerei mai!”;
“O si fa come dico io o niente.”

Adesso, a 32 anni so, grazie agli psichiatri, che tutte le triangolazioni, tradimenti, attese, scarti improvvisi, trattamenti del silenzio, erano solo ed esclusivamente frutto dello stesso identico copione attuato nell’infanzia su di me da mia madre e da mio padre. Era identico. Tale e quale. Stesso frasario.

Tutto ciò ha fatto si che io incappassi in lui e mi rendessi dipendente in adolescenza. l

Le stesse angherie a cui mi ha sottoposto mia madre quando avevo circa 9-11 anni le ho subite da lui.

ADESSO HO 30 ANNI E MI RITENGO UNA DONNA CONSAPEVOLE.

UNA DONNA CHE SA COS’È ACCADUTO E PERCHÉ È CADUTA IN QUEL GIOCO MALATO, INVISCHIATA IN SPIRE LETALI PER LA SUA SALUTE.

STO GUARENDO. SENTO DI RINASCERE A VITA NUOVA. RINGRAZIO IL DR MARIETAN ED INAKI PINUEL CON CUI HO AVUTO L’ONORE DI PARLARE E VI AUGURO A TUTTI BUON CAMMINO A PASSI SVELTI E DECISI SENZA VOLTARVI MAI PIÙ INDIETRO. MAI.

SONO IN NO CONTACT DA QUASI 2 ANNI.

394 pensieri su “La testimonianza di Ale: “Mi diceva ‘o si fa come dico io o niente'”

  1. CLAUDILEIA SCRIVE: “Mi piacerebbe capire se quest’uomo, così “dipendente e sofferente” abbia mai pensato di recarsi da un professionista per cercare di affrontare la sua presunta dipendenza, perché se ha pensato di affrontarla unicamente con il metodo di mettere altre donne nella sua vita per contenderselo in una guerra senza fine, allora siamo di fronte a tutt’altra situazione. Emasil ha i dubbi tipici dei legami traumatici. I suoi commenti parlano chiaro” : questa argomentazione mi convince molto.

    I sintomi di Emasil sono evidenti, molto simili a quelli che abbiamo provato tutti noi nel momento in cui gli np sono andati via (o fuggiti o scomparsi o mandati via da noi per estenuazione). I sensi di colpa, in primo luogo (forse se avessi detto questo o quello, se non fossi sbottata…); poi, il ritenere lei una strega e lui una povera vittima e basta, a tutto tondo; la frustrazione per la triangolazione immessa nel rapporto (anche da lui: spesso inducono l’altro a parlare, a chiedere, con abili mosse per stimolare l’attenzione: il mio diceva sempre: sai una cosa… – e poi si interrompeva, faceva finta di non volermela dire per misteriose ragioni o che fosse nulla, per indurmi a chiedere, e poi mi dava la mazzata nominando altra donna o per indurmi a pensare che vi fossero, era una tattica frequente: PER EMASIL: è mai accaduto questo?); il non sapere se il rapporto è effettivamente chiuso o no; la dissonanza cognitiva fra l’immagine che Emasil ha di lui (vittima) e i suoi comportamenti (andarsene, ora trattare male Emasil al telefono difendendo np carnefice)… Non ci ritroviamo, in qualche modo, tutti noi in questi effetti? Io direi più o meno di sì. Visto che siamo di fronte ad attori veri e propri, quello che esattamente dicono o fanno effettivamente non ha una importanza decisiva, quello che sentiamo noi invece è univoco, non ambiguo, e dovremmo ascoltarlo di più.

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    1. Ho scritto su questo tipo di “coppia” qui. https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/03/21/lattrazione-verso-soggetti-narcisisti-perversi-fattori-scatenanti-e-coppie-stile-bonnie-and-clyde/. Secondo il prof. di Urbino è più comune di quanto pensiamo. Ovviamente non arrivano a uccidere qualcuno per sentirsi vivi, per carità. Danneggiano più che altro la psiche degli sventurati che come Emasil vedono in uno o nell’altro una vittima. Sicuramente questa donna così tremenda è vista come una vittima da qualcun’altro. Fatto sta che da soli non campano e hanno bisogno di risucchiare dentro il “rapporto” anime belle da depauperare.

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    2. No, non ha mai fatto così. Manco tirando in mezzo np. Mai.
      E il discorso psicologo…lui non parla con nessuno, non si apre con nessuno. Mi ha detto che aveva provato ad andare ma più per vedere di risolvere alcune cose legate al suo passato. Da che so. Ma poi non è più andato. E non ho avuto il tempo di approfondire perché sta cosa è venuta fuori alla fine. Io capisco tutto, però forse bisognerebbe conoscere un pochino anche lui prima dare la sentenza definitiva. Ed è una persona molto complessa (questo era chiaro), ripeto, per il suo vissuto dall’infanzia alla prima adolescenza. Chi sono io per dire che la mia è stata meglio della sua? Scusa ma io non venivo picchiata, non venivo umiliata, non vivevo sotto al tavolo per nascondermi, ripararmi e poter vivere nella mia “bolla”

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      1. Dunque, era questo il vissuto che ha confidato a te? Durante l’infanzia doveva nascondersi, ripararsi e crearsi una bolla di salvezza? Perché se ha dovuto crearsi un ritiro tutto suo allora ti ha descritto la tipica infanzia del narcisista. Non si tratta di una diagnosi, ti prego. Tuttavia è questa la formazione di base delle personalità maniache del controllo: tutto ciò che sfugge al loro controllo fa paura e quindi avvertono il bisogno di portare dentro la loro bolla gli elementi sfuggenti per domarli e piegarli. Quando s’imbattono in qualcuno come loro o peggio di loro “soffrono” da morire, ma non perché provano amore o qualsiasi altro nobile sentimento… Per questo sottolineo l’argomento potere e controllo.

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      2. E’ vero, Claudileia, questa è l’infanzia tipica del narcisista, ma questa può essere l’infanzia anche di un dipendente affettivo. Dipende poi come hanno compensato queste ferite (se dando troppo di se stessi, dip.aff, o non dando nulla, np). Inoltre, non so che pensi tu, ma io ritengo che non facilmente i narcisisti parlino di questo vissuto infantile doloroso, se vero, più spesso dicono che era una bella infanzia, intravedi delle crepe solo da alcuni particolari, se stai attento tu a coglierli e non perché te li vogliano dare (ad es. il mio np, che nel quadro di una bella infanzia mi parla di un furto che fece di un giocattolino di un altro compagno, “perché lo voleva fortemente e non poteva sopportare di non averlo”: non è il furto in sé, ma queste motivazioni; mi parla di una madre che si faceva le canne e non gli dava “fortunatamente” orari e regole certe, mai; padre volatilizzato: alla mia domanda di quello che lui avesse provato per questa assenza mi risponde: niente, davvero niente, poi si viene a sapere che, a 8 anni, ha cercato il numero del padre, lo ha contattato, hanno cominciato a vedersi, la madre ha lasciato fare, poi ha usato il ragazzino per chiedere soldi: il padre si è di nuovo volatilizzato, anche dalla vita del bambino: può essere che ha provato niente per la sua assenza come ti dice e come pure si autoconvince che sia stato?). E’ difficile che raccontino invece il loro vissuto doloroso riconoscendone il carico di dolore che ha comportato: non si rappresentano fragili neppure in questo, pure se sono stati trattati malissimo.
        Però, se fosse un np potrebbe inventare di sana pianta questa storia per i suoi loschi scopi. Come ti raccontava di questa infanzia: ponendo l’accento sul contenuto doloroso? Oppure erano elementi che coglievi tu?
        Comunque, a parte lo stabilire se sia o no un np (non lo conosciamo, la maggioranza di noi non è psicologo…), QUEL CHE E’ SICURO E’ CHE E’ TOSSICO, ALMENO NEL SENSO CHE TI PRODUCE PENSIERI TOSSICI. Questo dovrebbe già consigliarti di girare i tacchi da questi impasti malati. Anche se non è np, ti trascina in una materia vischiosa, ricca di spunti malsani in cui si rischia di incartarsi.

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      3. Con base nella mia esperienza possono raccontarti un vissuto terribile anche piangendo disperatamente ma poi, immediatamente dopo, far finta di niente e scherzare su tutt’altro; possono anche usarlo nei momenti critici in cui si sentono sotto pressione per posare da vittima; possono anche dire tutto sulla loro infanzia UNA SOLA VOLTA, agli inizi, e poi mai più. Direi che quest’ultima opzione è quella che funziona meglio, perché in quel momento sei nel pieno del love bombing e tutto ciò che dicono rimane fortemente impresso: ciò che dicono in quel periodo è sempre la verità assoluta per la preda. E’ vero che l’infanzia del narcisista e quella del dipendente affettivo si somigliano, ma c’è un elemento fondamentale che il vero dipendente affettivo non soffoca mai: l’empatia. Il narcisista, invece, la distrugge già nell’infanzia, mentre lo psicopatico è nato del tutto sprovvisto. Ora, se quest’uomo fosse davvero un dipendente affettivo, non se la sognerebbe nemmeno di sottoporre Emasil a uno stress così profondo, ben consapevole del suo stesso vissuto. Tratterebbe Emasil di modo assai diverso, ringraziando al cielo per il percorso che sta facendo con lei. Certo che avvertirebbe la mancanza dell’adrenalina provocata dall’altra, ma Emasil sarebbe preservata da questo suo combattimento interno. Ovvero, sarebbe un uomo terrorizzato dalla possibilità di ferirla, come avete scritto già.

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      4. Cara Claulelia che frase toccante hai scritto: sarebbe un uomo terrorizzato dalla possibilità di ferirla

        È stupenda mi ha preso il cuore.
        Ho passato anni a sognare che il mio ex fosse così e finalmente potessi avere ciò che sognavo invece ha colpito e affondato e non ha fatto altro.
        Ma fa niente è andata così ora avrò sicuramente dei nuovi parametri su cosa accettare nella mia vita da ora in poi.
        Ti abbraccio forte

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      5. Cara Eris, noi non eravamo terrorizzate della possibilità di ferirli? Non facevamo il possibile per dimostrare che eravamo brave, leali, gentili, amorevoli, ecc., nonostante le sofferenze passate? E per chi è sopravvissuto al loro massacro continua ad essere così. Subito dopo il click salvifico in cui si fa l’elenco di tutti i fatti e si butta definitivamente nel secchio le loro parole, continuammo a dedicare il meglio di noi agli altri. E’ andata così perché eravate su due dimensioni totalmente diverse. E meno male!

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      6. È assolutamente così tu mi leggi nel pensiero Claudileia. Io ho letto la tua frase è ho ricollegato tutto a come io ero e sono sempre stata terrorizzata all’idea di ferire lui o il precedente.
        Ero tutte quelle cose amorevoli che hai descritto fino ad arrivare a perdere la mia identità e l’amore per me stessa. Il click finalmente l’ho fatto!!! Mi sta tenendo fuori dai patetici riagganci avvenuti
        Sono riuscita a ripristinare il No Contact rivoglio la mia autentica libertà e lo voglio fuori dal mio cervello 😊 costi ql che costi ormai
        Grazie di cuore per tutto

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      7. Lui non parla volentieri ovviamente di queste cose. Tutto è partito per una “conta” che si faceva all’asilo o sui giochi tipo “alta” che lui manco sapeva cos’erano e ho detto come fai a non conoscerli?? E mi fa “eh…”’e mi dice che non ha avuto una bella infanzia. Però non mi andava di indagare. Poco più in là nel tempo mi racconta qualche aneddoto. Sempre denotavo comunque sofferenza. Per non essere accettato nè apprezzato. Aveva problemi di salute ed era costretto a portare gli occhiali spessi, quindi a scuola era soggetto al bullismo dei compagni. In più lui non aveva vestiti alla moda perché usava quelli dei fratelli più grandi e a scuola si sa i ragazzini quanto cattivi possono essere. Infatti lui ha pochi amici, è restio alle nuove conoscenze, e prima di lasciarsi un po’ andare ti studia da capo a fondo perchè vuole capire se può “fidarsi”. Per dire, gli ho fatto conoscere alcuni miei amici, uno di loro mi dice quando volete venite da me a cena. Glielo dico e lui “perché?” “Perché ha piacere, perché ha detto che gli stai simpatico” “non è vero, l’avrà detto per cortesia”. A lui essere accettato e apprezzato è cosa astrusa. Ma perché? Perché np gli diceva che stava antipatico agli amici di lei e che non gradivano la sua presenza ma lo costringeva ad andare e se non andava faceva il 48.
        Tra i 10 e 13 anni il suo pensiero era “signore prendimi” …poi con l’adolescenza si è sviluppato è diventato un bel ragazzo e diciamo che si è “riscattato”. Ha perso la mamma che lui aveva tipo 20 anni ed è stato un duro colpo. Lui non parlava mai della mamma. Mai. Solo brevemente una volta, dove ho sentito rabbia, come se l’avesse abbandonato. Poi so che lui si è fatto sempre in quattro per gli amici, sempre buono e disponibile, finché qualcuno di loro gliel’ha messa in quel posto. Altra batosta. Tutto questo non sono palle, perché mi è stato tutto confermato da altri.

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      8. Cara, alcune persone possono aver avuto un’infanzia atipica, ma non è detto che abbiano tratto qualche insegnamento da tutto ciò, visto il modo come trattano gli altri e i danni recati alla loro psiche… Comunque sia, qui vige la teoria americana del duck test: «Se sembra un’anatra, nuota come un’anatra e starnazza come un’anatra, allora probabilmente è un’anatra.»

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      9. Concordo in parte. Lui nè con colleghi nè con amici mira al controllo…assolutamente no. E se controllo significa che io non potevo uscire per i cavoli miei o fare le mie cose. No anche questo. Si mostrava ogni tanto un po’ geloso ma niente più. E ha sempre rispettato il mio essere un po’ “selvatica” 😬
        Quello che posso dire e che mi ha confermato pure lui è che non gradisce le emozioni e i sentimenti veri perché appunto non può gestirli. Lui si trova a suo agio nel lavoro, perché è una cosa che può controllare perché è lui l’artefice dei risultati e di ciò che crea. Ma sulle persone zero completo. Manco su np c’ha il controllo perché lei ha sempre fatto quello che voleva, e manco è in grado di controllarla ora secondo me

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      10. Un altro maniaco del lavoro perché loro puntano tutto sul lavoro perché è ciò che realmente possono controllare
        Io ci credo che non gradisce i sentimenti veri perché loro non portano mai a termine le relazioni vere e autentiche
        Arrivati ad un certo punto di coinvolgimento scappano ma l’altra è come lui appena ce l’ha in pugno scappa. Tu e la tua libertà non eravate NO un problema di gestione perché tu eri innamorata persa e lo rifornivi di tutte le attenzioni e loro sono così . Se sanno che ti hanno sotto controllo su questo aspetto poi se te ne stai alla larga gli fai anche un favore altrimenti ci pensano loro ad allontanarti fidati… non sopportano i rapporti troppo intensi vai meglio così
        Cotta ma a distanza di sicurezza
        Il mio era esattamente così

        Il che in una relazione SANA di condivisione fiducia e fedeltà è magnifico perché è giusto non perdere i propri spazi e la propria identità ma con loro è malata pure sta parte visto che di fedeltà non c’è traccia e condivisione sana neppure!
        Ti teneva in pugno con la gelosia e la triangolazione non saresti mai scappata finché vedeva la tua sofferenza.
        Ora pensa ad una cosa? Ma tu come ti sentivi in sta Relazione? Stavi così bene?
        Quando eri libera come li vivevi sti momenti eri davvero mentalmente così libera?
        E ora come stai? Hai pensieri ossessivi costanti su di lui lei tu colpe o non colpe?
        Rivivi continuamente tutto con una sofferenza allucinante?
        Alla fine sei arrivata qui perché la tua testa impazziva a non capire la logica di sti comportamenti vergognosi e senza apparente senso….solo il fatto che c’è una che ti controlla sotto l’ufficio è preoccupante

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      11. Mi hai strappato le parole, cara Eris: “Se sanno che ti hanno sotto controllo su questo aspetto poi se te ne stai alla larga gli fai anche un favore altrimenti ci pensano loro ad allontanarti fidati… non sopportano i rapporti troppo intensi vai meglio così ‘cotta ma a distanza di sicurezza…'”. Se sanno che hanno il totale dominio dei tuoi sentimenti e della tua affettività, che bisogno c’è di manifestare la loro mania di controllo? Posano da persone fredde e distaccate… Un orrore.

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      12. Leggendo la sua triste storia di un povero martire mi è venuta in mente quella spiccicata del mio ex…identica
        Per carità ho conosciuto i suoi e ho capito taaaante cose ma sai qual’e La verità? Anche io da bambina sono sempre stata picchiata e umiliata ma toh non tratto di merda le persone non ne abuso non gli succhio il conto in banca per poi scaricarle con le stesse identiche precise spiccicate frasi che usano sti bastardi! Sai com’è l’ha fatto per il tuo bene il mio l’ha fatto per il mio ecc ecc
        Ti riporto la parte che hai scritto mi è venuta la pelle d’oca
        Stesse identiche cose!

        Lui mi ha detto chiaramente non sono in grado di darti quello che vuoi, quello che desideri e soprattutto quello che meriti. Non sopporto che stai male per il mio esserci solo in parte, non è giusto stare con te e avere la testa da un’altra parte, quindi è meglio che ti allontani da me. E ha aggiunto “finché risolvo”

        Non può essere un caso

        Non farti impietosire dal suo passato e nemmeno dal suo disturbo
        Purtroppo il mio nel 2015 è saltato fuori con un tumore a distanza di 4 anni inizio a vederlo deperire ma secondo me per altri motivi e nel frattempo mi ha tolto tutto
        E ha anche pianto sai? Ho scoperto un mese fa che aveva recitato per tenere la parte del momento per sua stessa ammissione
        Sono attori nati

        E comunque tu sei una crocerossina quindi quando avrà bisogno tornerà dalla fonte più comprensiva ed empatica che conosce ecco perché devi eliminare sta gente subito anche perché onestamente, portando il tutto su un piano di normalità, oggettivamente ma tu vuoi davvero fare una vita d’inferno appresso ad un uomo così problematico, labile e che ti scarica per un’altra perché evidentemente non ti ama?

        Io ad un certo punto stavo impazzendo dietro a sta malattia mentale perché non capivo nemmeno io come si potesse non amare o non provare sentimenti. Ho deciso di riportare tutto su un piano di normalità analizzando in modo razionale i COMPORTAMENTI. Quindi tolto il suo vittimismo tolto il caratteraccio e tolto tutti gli alibi del pianeta terra ho capito che come stavo, come soffrivo, come ero cornuta e tutte le bugie e le assenze NON facevano per me.
        Guarda i fatti concreti già solo che sta con un’altra e non con te e usa la palla della dipendenza ti fa capire che non va bene ne’ ora ne’ mai.
        Scusa la durezza ma è l’unica cosa che ha smosso il mio cervello
        Ora vedo pure la psicopatia ma hai ragione ci vuole tempo attieniti ai fatti concreti eliminando quei contorni fatti di parole…pure il mio quando non voleva vedermi stava malissimo

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      13. Già, cara Eris… sono capaci di farsi rigenerare una gamba rotta in mezza giornata! Attuano una sorta di bullismo psicologico pur di bloccare una persona nella realtà che vogliono. Abbracci a te, cara!

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      14. Non faccio la crocerossina, ho scritto qui per capire. Ci sono alcune cose che forse stonano… ma molto probabilmente avete ragione voi. E ho avuto la sfiga di trovarne 2 in un colpo solo.
        Ripeto, se è così come dite, posso stare serena che me ne sono liberata. Perché non sentirà di doversi rivolgere a ME. Ma cercherà magari qualcun’altra. Da me non avrebbe “nutrimento” e la relazione con me sarebbe troppo impegnativa.

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      15. Io non ti ho scritto che FAI la crocerossina io ti ho scritto che lo sei.
        È nella nostra natura empatica esserlo.
        È una delle nostre caratteristiche nel bene e nel male.
        Io non lo vedo come un difetto ma come un pregio perché nella vita abbiamo capacità diverse e più spiccate di altri, poi quando abbiamo la sfiga immensa di incontrare gente problematica come questa aime’ questo aspetto ci frega.
        Se noti i tuoi post hai parlato praticamente solo ed esclusivamente di lui, della sua sofferenza dei suoi 75000 problemi…del suo estremo vittimismo di questa vita che con lui è stata così crudele. Uso toni sarcastici perché è la fotocopia dei nostri ex solo che estremizzano tutto pur di eccellere in vittimismo e questa è una delle loro manipolazioni più potenti e sai perché? Perché colpiscono proprio il nostro lato crocerossino
        Infatti anche tu hai avuto l’istinto di aiutarlo e non hai colto la crudeltà dei sui gesti nei tuoi confronti. E ancora ti interroghi sui motivi.
        Ma è così perché intrappolano tutte le persone buone con qste recite.
        Io non ho mai messo in discussione il passato del mio ex benché il mio seppur molto complesso non sia mai stato preso in considerazione da lui (altra grande differenza tra noi e loro), ma ti garantisco chea cattiveria e lo sfruttamento non si possono ne’ devono giustificare mai nemmeno davanti alla perdita di un genitore. Io ci ho messo più di 5 anni ad arrivare a questo punto ecco perché ti scrivo queste cose perché ero cieca tu almeno hai la possibilità di capire e salvarti senza perdere anni preziosi della tua vita
        Nessuno qui ti ha giudicata anzi hai la fortuna di avere un aiuto che io purtroppo ho trovato troppo tardi quando ormai ero stata massacrata da palle vittimismo bugie maschere e andare e ritorni continui
        E mi dispiace dirtelo ma per me non finisce qui anzi preparati perché non si fanno scappare niente finché hanno anche solo l’1% di ricavare qualcosa. Ti consiglio di prepararti mentalmente ad affrontare questa possibilità perché questo ha dei seri problemi
        E che sia psicopatico o meno di sicuro è completamente instabile da ciò che racconti

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      16. Carissima Eris, chi di noi non si riconosce nella difesa a spada tratta dei comportamenti indifendibili che hanno danneggiato enormemente la nostra autostima? Il nostro obiettivo è sempre quello di evitare che altre persone sprechino anni preziosi della loro vita appresso a soggetti altamente manipolatori. Il punto è che non possiamo salvare il mondo, ma solo fare la nostra parte nel migliore dei modi. Dopodiché la consapevolezza è lavoro individuale e variabile!🌺

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      17. Grazie di cuore Claudileia. Sono così arrabbiata verso di me. Ho giorni in cui prevale l’auto compassione, giorni in cui mi sento così ferita altri davvero stupida.
        Combatto per trovare un equilibrio che mi permetta di andare avanti.
        Tolte le donne e i bambini delle mie amiche che mi circondano fatico a far avvicinare tutto il resto. Voglio solo stare sola ora ho proprio perso la fiducia nel mondo maschile. Seguo la pancia almeno quella non mi ha mai ingannata!!! Ora vedo tutta la pochezza, intanto che distruggo tutte le illusioni che avevo in testa. So che neanche questo è un atteggiamento giusto ma è l’unico che ora riesco ad avere. Posso solo sperare sia una delle fasi del risveglio perché davvero è come se fossi uscita da un’ ibernazione cosciente dove per anni sono rimasta completamente immobile a farmi ingannare e sfruttare.
        Ti abbraccio forte una buona domenica

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      18. Carissima Eris, il grande passo consiste in smettere di giustificare le pessime azioni che hanno leso la nostra dignità per il semplice fatto che nessun essere umano al mondo è più degno di rispetto e di compassione di noi. Non ci sono fori privilegiati in materia: quando mettiamo una persona nella nostra vita è nostro dovere rispettarla. Finché che crediamo che ci sono esseri umani che possono permettersi di calpestarci o ferirci solo perché hanno sofferto più di noi (in teoria) siamo fatalmente condizionati a restare bersagli della rabbia altrui. E’ possibile vivere un rapporto alla pari, pieno di amore, passione e rispetto unicamente quando capiamo che i nostri limiti, a prescindere delle circostanze, vanno sempre rispettati. La domanda che ci dobbiamo sempre porre per comprendere se abbiamo avuto a che fare con una vittima o un carnefice è molto semplice: io, al suo posto, farei la stessa cosa? Tratterei così questa persona solo perché ho sofferto in passato? Se la risposta è un sonoro NO, allora vuol dire che i tuoi limiti sono stati ampiamente calpestati e che non c’è storia triste che giustifichi l’orrore che hai subito tu. Non si tratta di essere duri, ma di guardare in faccia la realtà per tutelarsi, per proteggersi da chiunque abusi della tua empatia. E’ un dato di fatto: quando l’empatia viene offerta in un piatto di argento a persone senza scrupoli (e questo è un errore che abbiamo tutti commessi, io in primis) non riusciamo più a capire cos’è giusto e cos’è sbagliato. Dove ci troviamo alla fine? Nel regno “incantato” del narcisismo dove regna la competizione, le menzogne, la lotta di potere, la triangolazione, i tira e molla infiniti, la retorica del povero me, l’invidia, la critica spietata, i paragoni, lo sfruttamento emotivo, economico, sociale, le “donne-trofeo” contro le “bestie da somma”, gli interessi occulti che mascherano le relazioni sociali e chi più ne ha più ne metta. Scegliere e perseverare sulla strada del contatto zero significa fare piazza pulita di tutto questo scempio per chiedersi quotidianamente: cosa posso fare per rendermi giorno dopo giorno più serena e non perdere la fede nell’amore e nell’umanità? Cosa posso fare per me stessa, prima di dare il mio amore agli altri? Certo, è molto più facile restare in balia dell’ossessione e dei vecchi schemi che ben conosciamo, perché questo ci permette di non guardare la NOSTRA realtà interiore. Ecco perché la maggior delle conversazioni che quotidianamente tengono un posto privilegiato nella nostra vita riguarda la vita degli altri, anziché la nostra interiorità. Chiedere: come ti senti oggi? Significa prepararsi per risposte più profonde del semplice “come stai?”. Quando abbiamo a che fare con un n.p. i nostri stati d’animo contano meno di zero. Non importa come ci sentiamo, perché contano soltanto i suoi bisogni. Nel mentre ci perdiamo, non ci riconosciamo più… ecco perché ci viene difficile riconoscere il quanto siamo stati feriti in tutto questo processo. Cara Eris, le ricadute sono normali, ma sono normali anche i risvegli alla grandissima. Come avevo già scritto, non esiste trasformazione senza crisi o rabbia. La serenità arriverà anche per te, fidati della tua intelligenza e della tua intuizione. Buona domenica, cara!

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      19. Cara Claudileia, ho riletto la tua risposta tantissime volte perché è piena di verità ma non trovavo il punto giusto su cui focalizzarmi, adesso l’ho trovato: come ti senti oggi? Me lo chiederò da sola in modo diretto tutti i giorni.
        Ho accettato la sofferenza che sento dentro come una componente di questo percorso;
        ormai mi accompagna ovunque è diventata come un’inquilina fedele. È a tratti fastidiosa e invadente!
        Se ti devo rispondere su come sto…è come se ogni istante ci fosse questa ‘ansietta’ mista sofferenza a ricordarmi che sto combattendo una sfida contro di me. Lui non c’è più è fuori dai giochi anche se in parte continua a giocare col mio cervello manovrato ad arte ma piano piano ci si abitua a tutto. Basta vivere con tatuata in mente tutta la verità!
        È bellissima la tua frase sul regno incantato del narcisista, tutto coincide alla perfezione.
        Un forte abbraccio

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      20. Sì, anche io trovo la frase sul regno ?incantato? del narcisista come verissima, e attraverso un’immagine molto bella. Anche io mi sono salvata il post, per rileggerlo. Mi ritrovo immensamente in questa dinamica: mentre mi applicavo a lui e dimenticavo me stessa (le mie emozioni, il diritto al rispetto), entravo in effetti nel suo regno incantato, scivolandoci, come in una melma. Mi ricorda la rappresentazione che si fa dei vampiri e le vampire: mentte ti seducono col loro esserci e apparente offrirti miele, ti succhiano e ti depauperano… Bisogna come svegliarsi da un sogno.

        Mi piace questa frase di Jung: “Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”

        Un abbraccio

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      21. Adoro Jung! Per quanto mi riguarda è l’unica via che funziona. Affrontare davanti a uno specchio tutte le volte in cui siamo state accondiscendenti con il male fatto a noi stessi, silenti quando questo male veniva inflitto agli altri, sorridenti quando credevamo di avere in pugno il nostro carnefice, adoranti quando lo difendevano contro ogni evidenza, soddisfatte e potenti per aver conquistato un cuore nero… Le trasformazioni senza crisi di coscienza durano un soffio. Ecco perché la ripresa non avviene velocemente. Prima del click salvifico c’è calvario e disperazione proprio perché la nostra coscienza non è stata seppellita.

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  2. Blume, appunto. Perché è riuscito a stare senza di lei per qualche tempo senza sentirne l’astinenza? Perché ci ha provato ad uscirne, ma nei modi sbagliati perché ha voluto fare da solo. Secondo me la sentiva l’astinenza ma, non avendo contatti con lei, e dedicandosi ad altro forse la affrontava meglio. Quello che ho visto a dicembre, a febbraio e a marzo (che già ci eravamo lasciati) era ASTINENZA a tutti gli effetti! Ma neanche un tossicodipendente fa così! Il clu è stato quando una mattina lui è scappato in fretta e furia fuori di casa per poterla chiamare! Ma non lo faceva per ferirmi… non riusciva a tenersi! Non so se mi spiego. È chiaro che poi mi feriva, ma non era il suo intento primario o premeditato. Idem qui a Pasqua… anche se non eravamo già più insieme lui era in ASTINENZA PATOCCA. Lui a marzo quando si è reso conto che non gestiva più la situazione, io ero andata a riprendermi tutte le mie cose ed ero tornata a casa, qualche giorno dopo decidiamo di vederci in un locale …lui mi ha detto chiaramente non sono in grado di darti quello che vuoi, quello che desideri e soprattutto quello che meriti. Non sopporto che stai male per il mio esserci solo in parte, non è giusto stare con te e avere la testa da un’altra parte, quindi è meglio che ti allontani da me. E ha aggiunto “finché risolvo” che gli ho detto poteva risparmiarselo. Anche queste erano balle????

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    1. Beh, sì, Emasil, potevano essere balle. In quanto a dire, guarda, dicono delle balle galattiche, di tutto e di più, anche di tutto e il suo contrario, mentono pure di avere un terribile male, non risparmiano nulla, questo te lo assicuriamo in coro. Più difficile è però mentire sugli effetti fisici, per cui anche io vorrei sapere se questi attacchi di panico tu li hai visti proprio con i tuoi occhi. Tutti gli altri comportamenti (uscire improvvisamente perché di ha voglia di sentire la tizia, etc.) possono essere recite. Il mio sa fare delle scene da oscar.

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    2. Oddio, cara. Ribadisco: un dipendente affettivo soffre ma non si comporta in questo modo! Lui stava perdendo il controllo su di lei, per questo stava ‘così male’ e agiva impulsivamente. Ti ha lasciata con le solite frasi fatte tipicamente narcisiste. Tutelati da questo tipo perché cercherà di tenerti nella sua vita. Forse userà la vostra storia per tenerla su di giro. Ora ha senso che sia passata sotto il tuo lavoro. Guardia alzata al massimo, mi raccomando.

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  3. Per Emasil: senza voler fare diagnosi sulle problematiche psicologiche del tuo ex ragazzo ti dico che anche il mio primo narcisista mi ha raccontato di un’infanzia difficile, bullismo a scuola a causa della sua difficoltà a leggere dovuta alal dislessia (eppure chissà come mai era velocissimo a leggere a rispondere ai messaggi delle sue amichette davanti a me…strano, no?) e inoltre si diceva vittima della sua ex che da come la descriveva si comportava da vera narcisista: pretendeva che lui fosse sempre presente per lei, lo faceva ingelosire, lo allontanava dai suoi cari.
    Quando ci siamo conosciuti e abbiamo inziato a frequentarci mi aveva detto peste e corna di questa ex che lo faceva soffrire, ma io sono convinta che si cercassero ancora.
    Mascherava il suo narcisismo talmente bene che fino a non molto tempo fa facevo ancora fatica a credere che lo fosse.
    Bisogna stare attenti perchè loro fingono benissimo di essere dei poverini bastonati dalla vita e dall’amore, di aver sofferto, di essere stati trattati male da persone “malvagie”.
    Ti invito a fare qualche ricerrca su internet riguardo alla figura del narcisista di tipo “covert”.
    Ripeto, non dico che lui lo sia ma visto tutto quello che è successo, l’averti tenuta in ballo con questa ex, aver permesso che lei si intromettesse ecc. potrebbe suggerire che lo sia.
    E comunque, narcisista o no non sta ne in cielo nè in terra che uno prima parli male di una ex esaltando il rapporto con te e poi ti lasci…questo purtroppo E’ TIPICO DEI NARCISISTI, che all’ultima preda fanno sempre credere di essere quella che finalmente li capisce e con cui sono felici per poi scartarla (cerca le tre fasi del narcisismo: idealizzazione o love bombing, svalutazione, scarto).
    Dicevi infatti che negli ultimi mesi era cambiato…ecco, probabilmente quella era la fase di svalutazione.
    Quindi attenzione a tutto. Documentati, studia. Potresti veramente essere caduta nella trappola non di una ma di ben due narcisi.
    Un abbraccio

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    1. Mi sono informata anche su quello, ma non credo sia il caso, non lo ritrovo su molte cose. Sì…vero che può sembrare avere (o ce l’ha) un “tratto” narcisista, ma limitatamente al fatto che ha bisogno di essere approvato, accettato, apprezzato. Perdonatemi se forse sembro cieca…. ma bisogno di approvazione, senso di inadeguatezza, paura del rifiuto, vergogna, senso di colpa …sono caratteristiche di altre problematiche. Che io sappia…poi non ho le competenze per poterlo confermare con sicurezza.

      Comunque….

      Vero è che non è in grado di amare
      Vero è che ha avuto delle mancanze nei miei confronti
      Vero è che ha problemi

      Preso atto di ciò e detto ciò…ringrazio tutte per l’aiuto e i preziosi consigli.

      Non credo si porrà il problema di un suo ritorno, vuoi perché è un np e da me sa che non avrà nutrimento, per quanto empatica possa essere, vuoi perché decide di rimanere nella sua fossa… se dovesse rifarsi vivo vi farò sapere
      Sempre che il mio “apporto” sia gradito…

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      1. Cara Emasil tutti i contributi sono apprezzati perché aiutano altre persone….quindi non farti problemi. Forse alcune risposte possono sembrarti un pò dure ma sono a fin di bene.
        Purtroppo anche le altre caratteristiche di cui parli sono tipiche dei narcisisti: loro hanno uno smodato bisogno di approvazione perché intimamente si sentono molto inadeguati. Provano anche senso di colpa o vergogna quando sono smascherati. Ma sono sensazioni di breve durata, e dopo aver punito a dovere chi osa smscherarli, riprendono a fare quello che facevano prima.
        Dici che lui non tornerà perché capisce che d’ora in poi se vuole riconquistarti dovrà impegnarsi….in quel caso ritieniti fortunata, ma nella maggior parte dei casi tornano comunque e fingono di volersi impegnare e migliorare o solo per vedere se li pensi ancora, poi quando vedono che sei di nuovo presa e ti fidi, ti scartano di nuovo.
        E poi sinceramente…uno che torna dopo avermi lasciata per rimettersi con la ex, narcisista o no, per me può andare al diavolo da qui all’eternità, non esiste proprio😄
        Comunque, per le cronache, si, io il narciso l’ho anche ripreso più di una volta dopo che mi aveva mollata. Allora non me ne fregava nulla che mi trattasse in quel modo, lo rivolevo a basta. Cosa che ora non farei mai più perché ho capito che non merito di essere trattata cosí da nessuno, ma é stato un lungo percorso e ho dovuto comprendere anche i limiti miei che mi spingevano a volere quella persona nonostante tutto.
        Insomma, io ti consiglio di continuare ad approfondire l’argomento e vedrai che piano piano troverai tutte le risposte…datti tempo.
        Ovviamente facci sapere se c saranno novità. 😊

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  4. Cara Emasil certo che ci devi aggiornare.
    Io di tutto quello che ti è successo ho visto la cosa più importante. Una donna che vuole capire e che molto probabilmente ha già inquadrato cosa non vuole per se stessa.
    Il rispetto di se stessi è ciò che ci salva e ci mette a riparo da qualsiasi tipo di maltrattamento. Io ora sono una donna troppo ferita e umiliata e arrabbiata con se stessa per aver impedito a me stessa di non essermi più vista. Il lavoro di recupero di autostima è difficilissimo ma almeno l’ho iniziato. Ho dentro tanti SE è tanti MA ma non sono più rivolti a lui ma a me. Sinceramente cosa sia lui non mi interessa più adesso è la mia di vita che devo ricostruire. Ecco perché sono così arrabbiata perché ero come te prima di incontrare questo essere: libera, combattiva, selvaggia indipendente coraggiosa….ho perso tutto ora piano piano sto ricostruendo tutto.
    Lo faccio per me e per il mio bambino che è stato troppi anni senza una mamma mentalmente presente.
    Un abbraccio VIVI LA TUA VITA CHE È MERAVIGLIOSA

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  5. Per >Blume: ho provato a rispondere ad un tuo commento più ma non lo vedo quindi lo riporto qui.
    Chiedi se sia davvero possibile un’accoppiata tra due narcisisti: da quello che io ho letto è piuttosto difficile in quanto poli simili si respingono, per loro non ci sarebbe divertimento perchè sarebbe come giocare con se stessi, le manipolazioni non avrebbero alcun effetto perchè non ci sarebbero risposte emotive dall’altra parte ma solo una manipolazione del tutto speculare e arida.
    E’ invece possibile l’unione tra un narcisista e un borderline, anzi, questa è proprio “l’accoppiata” mortale ed è l’unica in cui il narcisista può davvero andare in crisi perchè il partner borderline prima lo esalta al massimo e poi quando non si sente al centro dell’attenzione lo abbandona, cosa che un dipendente affettivo non farebbe mai.
    Ho letto che alcuni narcisisti perdono proprio la testa per questi partner e possono persino andare in depressione. Questo spiegherebbe alcuni comportamenti “anomali” dell’ex ragazzo di Emasil.
    Chiaramente qui siamo nell’ambito delle pure speculazioni…in ogni caso, qualunque sia la patologia che affligge i due , lei fa bene a starne lontana perchè non ne verrebbe nulla di buono comunque…
    Un abbraccio e buona domenica a tutti : ****

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    1. Spirito libero, ecco un’altra visione che piuttosto condivido.
      Avevo ipotizzato pure io un rapporto tra np (lei) e borderline (lui)….sempre nell’ambito di pure speculazioni come dici tu. Perché le sfumature sono talmente tante che sarebbe da fare un collage di tutto per cercare di capire lui in quale “categoria” rientrata. Perché ha i tratti di una dipendenza affettiva, non ha i tratti di un narcisista overt, non ha tutti, anzi ha pochi tratti di narcisista covert, nè ha tutti i tratti di borderline. Però secondo me i tratti maggiori sono innanzitutto di dipendente, poi di borderline. Sempre se questa abbinata sia possibile. Questo mi porta a dire che sì i problemi e belli grossi li ha….alcuni estremizzati forse proprio a causa del rapporto con np. E mi vien da dire che se riuscisse a non far prevalere il suo tratto dipendente con lei, ma riuscisse a far valere la “parte più sana” (passami il termine) del suo tratto borderline, che mi dici essere l’unica “personalità” in grado di piegare un narcisista….tornerebbero pure i conti sul fatto che diceva di voler tornare con lei per potersene liberare. Che quello era l’unico modo secondo lui (aggiungo io…si per liberartene ma anche per soddisfare la tua parte borderline). Per lo meno la logica ci starebbe tutta, secondo me. E magari ci riesce anche, sai te. E sempre che riesca poi a mantenerla, e se, una volta raggiunto il suo scopo, vada filato dritto da uno psicologo/psicoterapeuta. Tutti se se se…a me bastava capire tutte queste dinamiche, che queste speculazioni siano corrette o meno…boh, ma non credo siano tanto distanti dalla realtà.

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      1. Cara Emasil, tutto ciò é possibile. Possono convivere tratti di più patologie nella stessa persona, lo stesso Narcisismo ha vari gradi, da quello fisiologico presente in ciascuno di noi a quello patologico perverso.
        Anche il borderline ha un’affettività disturbata, ma é meno chiuso in sé stesso del narcisista.
        Purtroppo certe relazioni tra np e border esaltano al massimo i lati negativi di entrambi in una spirale al massacro che noi semplici “empatici” possiamo solo immaginare.
        Per questo dico é meglio stare alla larga da tutto ciò..
        L’unica speranza per il border é affrontare una terapia seria. Lì forse ci sono delle chance, laddove non ne esistono per il narcisista.
        Un abbraccio

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      2. Scusate, sono ai seggi e non posso essere puntuale, però intanto mi preme dire a Emasil che anche il borderline ha un disturbo pervasivo di personalità (nello stesso cluster B del manuale diagnostico, quindi insieme a no), quindi non è che stia tanto messo meglio del narcisista. Sebbene mostri più di np le sue sofferenze, parte da presupposti simili e, soprattutto, ha una fenomenologia in parte simile. Ciò che li differenzia maggiormente, mi pare di capire, è che il borderline è soggetto a un andamento ciclico di umore alle stelle e umore sotto le scarpe, e lo mostra (a differenza del narcisista, che non mostra mai i suoi lati deboli). Per questo suo più consapevole soffrire, o meno inconscio soffrire, ha qualche speranza in più di scegliere di andare in terapia, ma pure qui raramente accade. Insomma, stanno inguaiati tanto lo stesso , e averci a che fare è comunque, come dire, una grande fonte di sofferenza e frustrazione.

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    2. Concordo Blume, sono situazioni patologiche veramente complesse e di dubbio (se non nullo) successo nei trattamenti. Leggevo che i border devono prendere massicce dosi di farmaci per equilibrare il tono dell’umore . Ma non tutti li tollerano allo stesso modo e un’altra caratteristica del DBP è l’incostanza.
      Il narcisista intraprende terapia solo per sanare un generico senso di depressione e vuoto, senza collegarlo direttamente ai suoi comportamenti dannosi. Se soffre, soffre solo per sè stesso poichè ad un certo punto si rende conto di fallire in tutti gli ambiti della vita e non per il male procurato. Può modificare i suoi comportamenti solo se capisce di trarne un vantaggio per sè e non per migliorare il suo rapporto con gli altri.
      Insomma, avere a che fare con l’uno o l’altro è sempre un pessimo affare…..per cui, in definitiva, sempre meglio starne lontani! Abbracci

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  6. Un’altra cosa che vorrei dire a Emasil, è che non deve sentirsi un’intrusa, qui. Se interveniamo copiosamente, è per dare il nostro contributo positivo. Qualche intervento suona duro, è successo a molti di noi all’inizio: se ci viene prospettata una realtà diversa da quella che ci appare, e meno ‘romantica’, diciamo così; se soprattutto non siamo preparati psicologicamente alla possibilità che la cosa stia in termini diversi da come l’abbiamo vissuta, e non solo diversi ma anche molto poco lusinghieri per noi (perché vorrebbe dire di essere stati usati biecamente), è normale che tendiamo a rifiutarla: non tanto o non solo perché vogliamo difendere l’altro, ma soprattutto vogliamo difendere il sentimento che abbiamo vissuto, vogliamo difendere la sua nobiltà (perché noi siamo stati nobili, nel nostro sentimento, e se possiamo accettare una perdita, molto più difficile è accettare di essere stati comuni meramente ingannati). È successo a molti di noi. Abbiamo guardato con fastidio ai punti di vista che ci orientavano diversamente da come ci eravamo immaginati la situazione. È normale. È frutto di una dissonanza cognitiva inimmaginabile per quanto penosa.
    Ora, io non so che tipo umano veramente sia questo tuo uomo, Emasil. Nessuno di noi lo sa con certezza. È facile che ci sia un grande squilibrio, una convivenza di più tratti disturbati. Le persone, e anche i disturbati, sono sempre più complessi di una definizione diagnostica che ne possa rappresentare tutte le caratteristiche.
    Però io pure dico e consiglio di dare grande peso alle nostre emozioni e ai nostri disagi, spostando l’attenzione più su questo che sull’interpretazione degli altri: tenendo ben presente che, quando si ha a che fare con dei disturbati, borderline o np o psicopatici che sia, si ripete sempre la stessa cosa, come dice assai giustamente Claudileia: i nostri bisogni e i nostri diritti vengono sempre più misconosciuti a vantaggio dei loro bisogni e dei loro umori e dei loro stati mentali.

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  7. Emasil cara,non mi sono fatta mancare nulla in fatto di frequentazioni psicopatiche o border o come vogliono chiamarsi -raggrupperei tutti sotto un’unica categoria,quella delle merde.l’unica delle ragazze (le chiamava nipotine)che lo ha destabilizzato è stata una che lui diceva essergli simpatttttica !!!!!! è stato lasciato in fretta e furia per venire sostituito da uno più ricco e con meno problemi – l’ho visto soffrire ma essere anche rabbioso al telefono con lei che come se niente fosse gli chiedeva aiuto per una zia malata-in quel momento la sua rabbia mi era sembrata la cosa più bella del mondo in un attimo il mio cuore si era alleggerito,scappa a gambe levate io non sono ancora riuscita a scrostarmelo ed è faticoso

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    1. Cara Melisenda, che cosa orribile. Direi che manifestava il suo essere perverso a partire dal nomignolo incestuoso che dava alle sue giovani compagne di letto. Bisogna sempre interrogarsi sulle zone oscure del nostro cervello che vanno a intaccare simili personaggi per tenerci agganciate e perché si fa tanta fatica a scrollarsi di dosso persone sprovviste di coscienza, limiti morali, freni inibitori… Interessante il presunto sfogo di rabbia del soggetto: era arrabbiato perché si è sentito sfruttato da una delle sue “ragazze”? Dico “presunto sfogo di rabbia” perché di solito il tipo di interazione che amano mettere in atto si basa sulla regola del do ut des: tu mi dai la tua giovinezza e io ti tratto come la mia principessina finché non arriva un’altra più giovane e con meno grilli in testa di te. Cara Melisenda, non è un mistero per nessuno che per questa categoria di individui man mano che la vecchiaia si avvicina i limiti morali traballano ancor di più. Non spostare mai i tuoi per cercare di salvare un rapporto che non esiste, giacché lui non fa alcun mistero del tipo di dinamica malata che lo rende appetibile agli occhi delle sue “nipotine” e vice versa. E’ raccapricciante assistere a scene del genere. Il tuo cuore andrebbe alleggerito in altri modi, molto più sani di questo scempio. Capisco la difficoltà generata dalla dipendenza, ma prima diciamo basta meglio è per la nostra psiche. Abbraccio grande!

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  8. Lo sfogo di rabbia era perché pensava che la telefonata fosse di pentimento della ragazza – io purtroppo dipendo economicamente da lui e viviamo nella stessa casa che è stata divisa in tre parti-una per mio figlio – ho chiesto parere ad amici avvocati ma considerando che ho 66 anni e che non ho sufficienti contributi per una mia pensione la situazione è complicata -grazie per la tua risposta sei una persona speciale!

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      1. Carissima Caludileia, devo dirti che a me è sempre piaciuto il tuo essere così combattiva e “pasionaria” rispetto a tanti approcci fin troppo “tiepidi” e comprensivi nei confronti dei narcisisti e psicopatici in generale, ma riguardo alla rabbia nei confronti di ex np…io credo che sia una fase necessaria e anche liberatoria in un certo senso, ma ad un certo punto deve anche finire per lasciare il posto ad una consapevolezza serena ed equilibrata su tutto.
        La rabbia o l’odio a loro non arriva ( o comunque se ne nutrono), e alla lunga fa solo del male a noi. La rabbia aumenta la pressione, il cortisolo, e ci fa sembrare sembrare sempre incazzate…meglio canalizzare queste emozioni in cose proficue per noi stesse e la nostra vita. Meglio prendere a pugni un sacco da boxe che vivere nel rancore perenne e astioso per dei soggetti simili!
        Loro ovviamente non vanno mai giustificati per il male che fanno (e nemmeno noi stessi quando ne siamo stati attratti, sebbene sotto la loro fascinazione malefica), non vanno compatiti per le loro presunte ferite (anche noi le abbiamo eppure non facciamo del male!) e nemmeno considerati dei “poveri” malati. Sono persone DANNOSE e PERICOLOSE, punto, ma non meritano tanto spreco di nostre energie nemmeno nel ricordarli con rancore. La vita ci pensa già a punirli.
        Vivono male, sono incartati nei loro pensieri ossessivi, nelle loro paranoie, nel loro vivere di continue manipolazioni che a volte gli si ritorcono pure contro visto che loro esistenze sono costellate di infiniti fallimenti (e ben gli sta, aggiungo io).
        Io ad oggi credo che il percorso che ci meritiamo non è quello di colpevolizzarci all’infinito o soffrire per aver accettato simili soggetti nella nostra vita, ma di perdonarci per la nostra umana debolezza, per aver creduto nella sincerità della persona o nella loro presunta intelligenza (intelligenza mai usata per migliorare, ma solo per meglio manipolare).
        Ecco, diamoci la chance di lasciar andare loro e le loro cattiverie senza che queste ci rendano rabbiose o infelici oltre il dovuto, alla fine se siamo qui e siamo ancora integre nei nostri valori non è certo per le cose brutte che abbiamo vissuto e subito ma per quello che di bello abbiamo in noi, che nemmeno il più infido dei narcisisti è riuscito a soffocare.
        Purtroppo non possiamo fermarli dal proseguire la loro opera distruttiva ma possiamo essere testimoni che se ne può uscire con intelligenza e consapevolezza e continuando come fai tu ad informare il più possibile su questa patologia…e questo lavoro impedirà a moltissime persone di cadere in quelle reti.
        Ti abbraccio

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      2. Cara Spirito Libero, hai detto parole sacrosante! Credo che il linguaggio deva essere il più chiaro possibile perché nella nebbia abbiamo già vissuto. Voler stare alla larga di queste persone con il contatto zero non vuol dire odiarli, ma preservarsi da ciò che non è in nostro potere cambiare. C’è tanta confusione rispetto all’approccio migliore e molte prede tornano sui loro passi proprio a causa della mancata chiarezza rispetto alla possibilità che individui con altissimi livelli di narcisismo possano cambiare. In questo senso la risposta non può essere diversa da un sonoro NO. Perché dobbiamo tirare fuori il caso di un unico soggetto che nella profonda Siberia ha fatto 25 anni di psicoterapia per smettere di maltrattare psicologicamente moglie e figli? Statisticamente quanti narcisisti patologici o persone altamente manipolative cambiano senza un durissimo lavora terapeutico? Well, non ci sono dati perché questi signori spediscono chi li ama in terapia e vanno avanti imperterriti a fare danni su danni al resto dell’umanità. Ecco perché il lavoro interiore che facciamo su di noi è essenziale. Loro non sono nessuno per decidere esteticamente chi è la più bella del reame, per dettare le regole della nostra vita, per depauperare il nostro amor proprio, per costringerci con una serie di tecniche manipolative, subdole e degradanti per la nostra psiche a sprecare il nostro prezioso tempo addossandoci delle colpe immaginarie. Non sono nessuno, per questo lo sguardo altrui è così importante e per questo senza nuove prede in agguato oppure che rappresentino una sfida si sentono eternamente vuoti. Concordo che provare odio per loro è come sfondare una porta aperta: si odiano abbastanza da infliggersi una serie di decisioni talmente controproducenti per loro stessi da condannarsi alla mediocrità in tutti gli ambiti della loro vita. Chi non impara dai propri errori è condannato a morire di superbia, credendosi speciale e molto migliore degli altri senza fare un minimo sforzo per evolversi. L’incapacità di riconoscere le proprie miserie porta a ripetere all’infinito vecchi schemi fallimentari che vengono subito dimenticati per essere rivenduti come roba da “uomini e donne di mondo”. Perché, anche a distanza di molti anni, quando li incontri ti trattano come se ti avessero visto ieri? Come se avessero cancellato tutto ciò che ti hanno fatto? Perché restano “sempre lì”, aggrappati al solito schema di sfruttamento emotivo altrui, convintissimi che nulla va cambiato perché sono nati già “vincenti”. I responsabili della nostra evoluzione personale non sono loro, ma noi stessi. Siamo arrivati qui per la NOSTRA sete di sapere, non perché ci hanno mandato loro, gente terrorizzata da tutto ciò che scende in profondità. Si vogliono male, è un dato di fatto. E volendosi male agiscono di conseguenza, per questo vanno tenuti alla larga e non perché l’odio detta la nostra vita. Abbracci a te!!!

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      3. Carissima Claudileia, sottoscrivo tutto in pieno.
        In questi giorni ho letto dei tuoi aritocoli passati e quanto mi sono riconosciuta. Questo è una miniera di sapere, di riflessione, anche spietata e grazie di essere proprio COSI’ come sei. La morbidezza, le mezze misure, i “se” “ma” e “però” con queste persone non esistono. Sai, sono addolorata al pensiero di quanto tu abbia sofferto e trovo ingiusto che tu senta ancora così tanta rabbia dentro. Ma é una rabbia salvifica per tanti di noi che come dici tu a lungo sono rimasti o restano, nella “nebbia”. Da una parte vorrei saperti fuori da qui, completamente serena nella tua vita e invece sei sempre qui a combattere con noi, per noi, che non sempre a volte capiamo tutto perché il percorso per la piena liberazione dalla dipendenza é ancora in essere.
        Che Dio ti benedica oggi e sempre per quello che fai.
        Ti abbraccio forte

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      4. Cara Spirito Libero, al contrario di quanto possa sembrare, mica sono così piena di rabbia. Semmai sono una passionale e come tale mi esprimo di una certa maniera che potrebbe sembrare a chi mi conosce solo virtualmente “molto arrabbiata”. Fatto sta che quando la persona disturbata è un genitore che continua a fare danni al resto della tua famiglia, difficilmente ci si scrolla di dosso la croce senza una bella dose di combattimento… Se poi da questo tuo combattimento interno nascono bellissime discussioni e scoperte salvifiche, allora mi tengo ben stretta la mia passionalità finché lo zen non arriva! 😄

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    1. Cara Claudileia, grazie per le parole e le attenzioni che mi hai dedicato in questo momento di grande volontà di rinascita. Ho compreso molto bene fin dall’inizio che ci vorrà tempo e che il tutto non si può limitare a degli sfoghi (che fanno benissimo) o al focalizzarsi sulla parte legata all’abuso per darmi una giustificazione plausibile.
      Vorrei chiederti un aiuto in tal senso se è possibile. Mi ha aiutata moltissimo cercare di capire da dove parte questa dipendenza e come mai si è così ‘incollata’ al cervello. Mi sono andata a leggere un po’ di spiegazioni legate direttamente al funzionamento del cervello e dei vari neurotrasmettitori che giocano dei ruoli fondamentali nel recupero dalla dipendenza. Il tutto è abbastanza chiaro e ti dico la verità, riportare quanto mi è accaduto dentro ad una realtà scientifica mi ha aiutata a sentirmi umana e a togliermi anche dei grossi sensi di colpa che provavo verso di me. Ho potuto capire il punto in cui il mio cervello ha smesso di agire in modo razionale e come le manipolazioni hanno intaccato la mia capacità di azione andando invece ad agire sulle ferite. Ti chiedo però se hai mai pubblicato anche tu degli scritti a riguardo. In questi anni ho letto penso quasi tutti gli articoli che hai pubblicato ma non avevo la lucidità per capirne più della metà perché il mio pensiero era sempre incentrato al di fuori di me. Io dovevo capire lui e ancora sbagliavo la focalizzazione del problema. Adesso finalmente sono concentrata su di me quindi leggerei volentieri qualcosa di supporto che mi tenga su un piano razionale e dove non vengano menzionati i maledetti manipolatori!!!
      Ti ringrazio molto per l’aiuto

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  9. PER CLAUDILEIA.
    Anche io amo Jung, pur se conoscendolo solo superficialmente. Ma sto facendo proprio una psicoterapia junghiana, sento che mi sta aiutando molto ad assumere questa prospettiva. Mi scopro più forte e meno indifesa alle avversità. Mi rafforza.

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