La testimonianza di July: “Aggressioni fisiche e psicologiche per camuffare la sua vita parallela”

La mia storia durata quasi 10 anni è terminata.

Sono stata annientata senza alcuno scrupolo da quello che ritenevo l’uomo della mia vita.

Ragazzo tranquillo, vanitoso, apparentemente sereno, molto affettuoso, innamoratissimo all’inizio, per poi rivelarsi negli ultimi 3 anni un freddo ed efferato calcolatore e manipolatore.

Io, ragazza molto sicura di me, sempre molto dinamica e indipendente economicamente, dopo varie insistenze faccio l’errore di seguirlo lasciando tutta la mia vita, lavoro e affetti, per crearmene una mia insieme a lui.

Ho sempre cercato nelle mie relazioni la stabilità, e soprattutto nel partner la maturità, responsabilità e affidabilità. Tutte qualità che credo di possedere.

Sicuramente ognuno di noi porta con sé un carico di ferite più o meno guarite.

La mia famiglia è stata unita forse per abitudine e per apparenza, insieme ai miei fratelli a volte abbiamo sperato che i miei si separassero per via delle continue liti e mancanze. Non nego che ho cercato di impostare la mia in maniera differente, in fondo chi non lo spera, chi non ripone aspettative e progetti migliori avendo di riferimento, forse un cattivo esempio?

Ma ironia della sorte, ho preso il più grande abbaglio di tutta la mia vita!

Bene. Progettiamo insieme il matrimonio.

Anche se lo vedevo molto stressato, insicuro e nervoso, ricevevo sempre le solite risposte alle mie domande: “sono stanco per via del lavoro”. Risposte sempre più fredde ed evasive alle mie domande, sempre più vigliacche, oserei dire.

Continue cene di lavoro, neanche fosse stato il presidente del consiglio, straordinari e a volte una birra con qualche amico. Il nostro rapporto era basato sulla fiducia e mai avrei pensato che il mondo mi sarebbe crollato addosso da lì a poco.

Per farla breve: ci sposiamo e pianifichiamo una gravidanza con tanto di tristezza e rabbia sua quando il test era negativo! Tuttavia, dopo qualche mese, vedendolo sempre più strano e distaccato incomincio ad avere sospetti di un tradimento, anche perché mi aveva fatto passare dei mesi di inferno totale. Non esitava a farmi passare per pazza visionaria. Capivo di essere sulla strada giusta rispetto ai miei sospetti, ma lui si dimostrava sempre più aggressivo e violento, negandomi persino il diritto di arrabbiarmi.

Mi minacciava in tutti i modi possibili al fine di spaventarmi e farmi zittire.

Scopro finalmente tutto. Lui conduceva una relazione parallela con una tizia conosciuta ANNI PRIMA di sposarmi. Ossia, nonostante avesse lei mi sposa, mi toglie tutto… i risparmi di una vita… pure i sogni e progetti che in tutti quelli anni avevamo pianificato.

Il suo comportamento ha del patologico. Dopo avergli spiattellato tutto continuava a negare facendomi passare per carnefice e lui vittima, arrampicandosi sugli specchi. Tutti gli amici sapevano che aveva quest’altra, ma in qualche modo manipolava pure loro dicendo che era finita e riempiendoli di attenzioni e di regali per comprare il loro silenzio.

Ad ogni modo ho deciso di lasciarlo al suo misero destino. Ero sotto shock.

Mi ha talmente manipolato che mi domandavo se stessi impazzendo. Come ha potuto mentire fino all’inverosimile, perfino nel volere un figlio?! Sono sicura che se non avessi scoperto tutto avrebbe continuato a tenermi a casa, buona e servizievole per continuare a prendersi e concedersi le sue libertà.

Sono schifata, delusa e annientata.

Adesso mi sto separando, soprattutto da tutto questo squallore.

Mi sento come se non avessi più spirito di giudizio perché continuo a ripetermi che non era così, che non mi avrebbe mai potuto fare tutto ciò, ma quella non era vita, non era amore.

I miei amici mi dicono che mi sono liberata da un parassita, ma il mio dolore lo comprendono a metà.

La mia storia è assai uguale a quella di tante persone qui.

Il vampiro prima si dipingeva come un anima pulita, super presente, una persona con dei valori, che andava in chiesa ed era innamoratissimo.

Non mi accorsi di nulla per diversi anni, come in quarantena. Per me vivevamo felici, pieni di progetti per una vita insieme.

Gli ultimi tre anni avviene come una trasformazione: sbalzi d’umore, stress, turni di lavoro impossibili, questo era quello che mi diceva.

Aveva studiato tutto alla perfezione. Un aspetto che non spiegavo era la sua maniacalità in casa, comprava e accumulava tantissime cose come se ci stessimo avvicinando ad anni di carestia. La casa doveva essere sempre pulita e nulla fuori posto, come per bilanciare fuori il suo caos interiore.

I vaso di Pandora si è rotto quando incominciai a capire che qualcosa non tornava, ritardi, uscite e tante mancanze.

Da lì il mostro si è rivelato per quello che era, con le sue minacce, tira e molla infiniti, aggressioni verbali e fisiche, manipolazioni con l’intento di farmi impazzire, volendo a tutti i costi un figlio, negando fino allo sfinimento altra relazione con tanto di lacrime, suppliche se in pubblico e dimostrazioni plateali per camuffare le sue intenzioni.

Decido dopo averla vista nera di andare via per sempre e da lì a poco scopro tutto, anni di infedeltà sempre con la stessa tipa che mai si è palesata, imposta, soprattutto nel farlo desistere a sposarsi.

Una cosa posso dirla con assoluta certezza che le mie sensazioni non si sono mai sbagliate, ma faceva parte del gioco non darmi la possibilità di ascoltarle concretamente, fin quando l’illuminazione e l’istinto di sopravvivenza sono intervenuti.

In effetti il mio essere pulita, fiduciosa ed entusiasta, che probabilmente ha fatto gola al mostro.

Ma chi è quella donna o uomo sano che non ricerca per se lo stare bene in armonia nella semplicità, rispetto e amore?

Il fatto più sconcertante è che per anni ho creduto in lui, in quanto il suo comportamento era ineccepibile, una persona normale con i suoi pregi e difetti.

La mia paura più grande in futuro è quella di poter incorrere ed imbattermi in queste “entità”. È come se mi avesse lasciato in eredità la mancanza di spirito di giudizio, io che mi credevo furba e astuta, che in altre occasioni quando capivo che qualcosa non mi quadrava tagliavo i rapporti per molto, molto meno.

ADESSO MI SEMBRA DI PAGARE IL PREZZO PIÙ ALTO DELLA PARTITA MA SE SIAMO QUI E NE STIAMO PARLANDO È PERCHÉ NE SIAMO USCITI!

GIOCHIAMO AL MEGLIO IL NOSTRO SECONDO TEMPO E SAREMO I VERI VINCITORI!

102 pensieri su “La testimonianza di July: “Aggressioni fisiche e psicologiche per camuffare la sua vita parallela”

  1. Cata July, mi spiace davvero per quello che hai passato. Pensavi di avere accanto un uomo normale, con cui costruire una vita ed invece hai scoperto era tutta una finzione.
    Purtroppo io che sono una dibqiella che sta “dall’altra parte” so perfettamente come si comportano i narcisisiti nelle loro relazioni parallele. Tu dici che lui era in apparenza del tutto irreprensibile, che voleva tutto in ordine e che progettava cose importanti con te.
    Anche ioml narcisista che conosco io ha una vita di coppia ufficiale ed è sempre stato terrorizzato all’idea che la sua vita parallela venisse fuori.
    Per loro é fondamentale avere la “base sicura” perché questo permette loro di avere una facciata rispettabile e “socialmente corretta” , scelgono persone buone e fedeli come compagne così possono dare sfogo alle loro fantasie esternamente.
    Tu sei stata la “risorsa primaria”, alla quale era dato il compito di rendere la sua vita regolare e accettabile di fronte al mondo. Purtroppo il progetto di matrimonio e figli da loro non é sentito intimamente ma serve solo a tenere legata la loro risorsa primaria.
    Con le altre donne non progettano niente di concreto ma hanno rapporti basati su erotismo mentale e trasgressioni varie, tutto molto occasionale e legato ai desideri del momento.
    Sicuramente l’altra donna avrà capito che non poteva averlo per sé ma gli avrà posto il vincolo per cui se ti sposava lei lo avrebbe lasciato.
    Così il narcisista si è di fatto trovato tra due fuochi, non volendo rinunciare né a te né a lei. Ma le doppie vite sono difficili da mantenere, entrano poi in gioco tante cose e così subentra per loro uno stress continuo per tenere in piedi tutto che prima o poi esplode.
    Tu da donna innamorata hai capito che qualcosa non andava e hai cercato la verità. Putroppo quando si indaga a fondo nella vita dei narcisisti si scopre sempre un mondo sommerso di relazioni extra, sicuramente l’altra donna era solo una delle tante che lui vedeva.
    Ricostruirsi dopo una delusione tale deve essere pesantissimo ma sono certa che non hai nulla da rimproverarti. Non so se il tuo lui oggi sia con un’altra ma stai certa che non la tratterà meglio.
    Oggi temi di fidarti di nuovo perché lui ha saputo ingannati così bene. Forse questa storia ti aiuterà ad essere più prudente nel valutare anche se purtroppo loro sono bravissimi a confondersi tra le persone normali, ma studiando bene questa patologia scoprirai che ci sono dei segni piuttosto chiari già nelle prime fasi, ed imparerai a riconoscere per tempo e ad evitare che soggetti simili possano tornare nella tua vita.
    Un abbraccio sincero

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  2. Che dire July, la tua storia è pressochè identica alla mia. Più di un decennio insieme e vita parallela negli ultimi tre. Fuori in un modo, dentro casa un disgraziato che mi manipolava e mi dava della fuori di
    testa.
    Non soffro per la sua mancanza, mi trattava troppo male. Soffro per me. Perchè ho donato la mia vita, le mie cure, il mio impegno e la mia fiducia ad un “uomo” che mi massacrava e poi andava a farsi grasse risate alle mie spalle con l’amante.
    Ti capisco molto bene perchè, se non l’avessi scoperto, sarebbe stato li a vita a tenermi come ruota di scorta.
    A noi questo sembra mostruoso. Per loro non lo è affatto. Si sentono in diritto di fare tutto ciò che vogliono. Per loro non è “giocare con la nostra vita” ma fare tutto ciò che è necessario per combattere la noia e il vuoto che hanno dentro.
    Ho rabbrividito leggendo la tua storia perchè capisco appieno come ci si sente durante il massacro, ma anche dopo.
    Il consiglio che posso darti è di non dubitare di te stessa e credere nel recupero. Perchè i sensi tornano a funzionare. E’ molto dura rialzarsi ma giorno per giorno riscopro emozioni e sensazioni che non provavo più da anni. Loro ci manipolano a tal punto che ogni percezione sembra farlocca, ma non è così. In realtà noi percepivamo tutto, ma non avevamo la lucidità per comprendere ed accettare.
    Per noi, persone sane, è impossibile anche solo pensare di mantenere in piedi un matrimonio di facciata e al contempo farsi l’amante. Poi tornare a casa e trattare pure male la moglie perchè giustamente avverte che qualcosa non va e si lamenta.
    Io non lo so come si possa essere così. Che cosa deve provare dentro di se una persona che si comporta in questo modo. Mi spaventa e tanto.
    Ti dirò non sono neanche più arrabbiata ormai. All’inizio lo ero. Ho dovuto ridimensionarmi perchè rischiavo davvero di passare dalla parte del torto.
    Ora sono triste. Sono molto abbattuta per tutte le prese in giro. Mi aveva già fatto tanto di quel male che almeno lo sfottò insieme all’amante me lo poteva evitare. E invece dopo tutti questi anni di vita insieme mi ha messa alla gogna, le ha raccontato cose intime, problemi personali delicatissimi e inventato falsità molto pesanti.
    La cosa importante per cui mi ringrazio da sola, è che ho capito finalmente.
    Non tornerei mai indietro. Non esiste perdono. Non esiste un finto rapporto di amicizia nemmeno per nostra figlia.
    Il mio cervello deve rigenerarsi e io non lo voglio più nella mia vita perchè mi ha fatto cadere in un abisso di cui ignoravo l’esistenza.
    Ti abbraccio forte e ti auguro davvero di riprenderti il prima possibile

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  3. Cara, carissima July,
    è davvero un dispiacere enorme leggere, immagino un minima parte, di quello che sei stata costretta a sopportare, il resto posso aggiungerlo senza sforzo, non le minacce né le aggressioni forse ma di certo la dissonanza, la sensazione di essere pazza, la mancanza di fiducia nel proprio intuito e magari anche la logica, che almeno per me, è stata sempre un punto di forza. Ti tolgono i fondamenti di un’esistenza intera.
    In tutto lo schifo e il dolore che posso immaginare senza sforzo mi è piaciuta molto la tua reazione contenuta nella frase: “Adesso mi sto separando, soprattutto da tutto questo squallore”.
    E mi viene da dire brava, è una prospettiva originale non stai abbandonando uno sposo, un marito, un progetto di vita, stai prendendo le distanze da un gioco disgustoso, che non ti rappresenta né appartiene, che non sei tu e appena lo hai capito hai preso le distanze a costo di immani perdite e sofferenze.

    Lasciare entrambi ai loro intrecci morbosi significa togliere loro buona parte del ‘divertimento’, sulla controparte non spendo una parola e non vorrei esprimere giudizi ma ti assicuro che per quanto sia convinta che possano essere in moltissimi casi vittime; se perseverano anche quando sanno che sono impegnati formalmente faccio fatica a provare compassione.

    E niente è una fortuna che ci si possa separare e divorziare (in fondo non sono neppure 50 anni in Italia) il che ha tolto tantissime donne da una condanna a vita di moglie consapevolmente cornuta e ha tolto alibi ad una marea di str*nzi che si nascondevano dietro un sacramento indissolubile per farsi i caxxi propri indisturbati.
    Un abbraccio fortissimo.
    B.

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    1. Ciao Babi, volevo precisare che io non ho mai spinto con cattiveria il narcisita a tradire l’altra, sono consapevole che sia una dinamica non sana e come già derto se sono qui a condividere é perché ci sto lavorando.
      Tra le “altre donne” ci sono sia vittime (spesso loro omettono di dire essere impegnati e una si lega in buona fede), nel mio caso lui è stato molto ambiguo e a lungo non capivo in che situazione fosse realmente, poi ci sono anche le “complici…. ovviamente ognuno poi farà i conti con la propria coscienza, e ti assicuro che io lo faccio giorno e non vado fiera d me stessa per avere questa relazione, ne riconosco l’ingiustizia e capisco che si basa su dipendenza mentale.
      Loro comunque restano in ogni caso persone incapaci di legami veri con chiunque, i loro impegni non sono formali ma solo fittizi, anche io non capisco come a volte certe compagne, a differenza di July, li vogliano ancora ostinatamente dopo aver capito che sono narcisi ma non le giudico anzi provo molta pena per loro.
      Saluti

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      1. Silvia,
        guarda che nelle “altre donne” mi ci metto anche io.
        Sapevo che era impegnato, mi aveva lasciato credere di essere al capolinea che non aveva più niente da spendere nel suo rapporto che fosse a un passo dalla chiusura.
        Ho imparato a mie (ingenti) spese che mentono, sempre e su tutto.
        A costo di enorme sofferenza ho interrotto una relazione brevissima e virtuale ma in cui avevo sinceramente creduto ( come una perfetta idiota ) e che per me era stata importante anche a causa degli enormi sensi di colpa.

        Non è un giudizio almeno non più né meno di come giudichi me stessa.

        Tu sei qui con trasparenza e sincerità ti sei messa in discussione, ci stai lavorando, se in qualche momento ho avuto impressione che avessi intenzione di ‘accontentarti’ del narci2 , te l’ho fatto sapere in totale trasparenza. Ne uscirai con i tempi che ti servono.
        Ma, e questo è un fatto, ci sono persone (?), come l’amante che aveva abortito e poi ne parlava alla moglie di lui …. nei cui confronti, sono sincera, il mio comprendere si ferma non ce la faccio, non ci arrivo, non posso, come non riesco con chi dotato di grande intelligenza e lucidità si autoassolve.
        Comprendo un po’ di più chi, impelagato da tempo, rimane nella relazione, perché magari ci sono figli o soldi in comune o anche solo perché ha effettuato un ingente investimento emotivo.
        Hai ragione da vendere ognuno deve fare i conti con la propria coscienza.
        Se ne ha una.

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      2. Penso che ognuno di noi ha fatto degli errori in questi rapporti….è umano e se siamo qui non deve essere per giudicarci ma per ascoltarci….
        Ognuno é arrivato a certe situazioni non certo allegramente e in modo superficiale ma a seguito di sofferenze e ferite…quindi è sempre errato giudicare senza conoscere fino in fondo il percorso altrui.
        Ho iniziato a relazionarmi con narcy2 con molte riserve, mi aveva detto di frequentare una senza impegno e senza essere fidanzati….solo per quello ho accettato di conoscerlo, se mi avesse detto la verità non lo avrei fatto, e quando è venuta fuori ero ormai già troppo dentro la cosa.
        Ma non voglio giustificarmi, nessuno qui é tenuto a farlo ma se siamo qui é per condividere un’esperienza, e avere un’opinione dagli altri….non una sentenza.
        Nessuno ovviamente è obbligato ad approvare le scelte altrui, ma se ne può sempre discutere e a me fa piacere ricevere un’opinione fondata su un ragionamento….tutto qui.
        Tipo, se qualcuno mi chiede “perché lo vuoi ancora pur sapendo che non é libero” rispondo volentieri a quella domanda, e questo mi spinge ad interrogarmi nel profondo.
        Le allusioni invece sono una forma passivo aggressiva di giudizio che francamente in questo contesto non ci sta proprio, perché tutte a modo nostro abbiamo sofferto in queste storie.
        Se avessi voluto vivermi indisturbata la relazione con il tipo fregandomene di tutto non sarei certo venuta qui a parlarne, se lo faccio é perché ho ben chiaro che è qualcosa che non va bene e cerco delle risposte.
        Probabilmente avrò sbagliato a raccontare certe cose magari aprendo involontariamente la ferita di qualcuno, ma era solo per testimoniare come i narcisisiti si comportano.
        Poi si, sono umana. Non nego che questa persona mi da delle sensazioni particolari e che purtroppo non sono forte e brava nel saperlo rifiutare come dovrei.
        Siamo comunque tutti in cammino per migliorarci e uscire da certe dinamiche quindi spero che sarà così per noi tutti.
        Un saluto

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  4. “..il mio dolore lo comprendono a metà..”
    Quanto capisco questa frase.
    Ti sono vicina, passerà, te lo assicuro.
    E starai bene.

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  5. Cara July, posso constatare che anche tu, donna forte, che credevi di essere furba e astuta sei caduta nella trappola di un narcisista.
    Questo perché TUTTI siamo vulnerabili allo psicopatico, lo dice anche Robert Hare che è il massimo esperto della psicopatia, altro che codipendenza.
    Ovviamente una volta che ci si rende conto che si è stati manipolati bisogna scappare, cosa che tu hai fatto.
    Capisco quando dici che ti sentivi impazzire, ho provato anche io questa sensazione, il gaslighting porta a questo.
    Proprio così July, il tuo essere pulita, fiduciosa ed entusiasta ha fatto gola al narcisista, loro prendono il meglio del meglio.
    Concordo con Babi (come sempre):
    verso chi persevera anche quando sa che il np è impegnato formalmente non va riservata compassione.

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    1. Cara Oliver, io non ho mai cercato compassione e ho sempre parlato con te apertamente di tutto aprendomi sinceramente. Spiace sapere che in realtà mi giudichi. Io non l’ho mai fatto.
      Non importa, come sai ti auguro veramente il meglio e di mantenere il no contact, spero di esserti stata utile, scusa ma purtroppo non riesco a parlare di narcisisti tutto il giorno….già farlo qui é difficile ma se lo faccio è anche per dare sostegno agli altri.
      Tu auguro sempre il meglio

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      1. Silvia se ti senti toccata dalle mie parole mi dispiace, ho espresso solo un mio pensiero generale, non un giudizio nei tuoi confronti.
        Ti auguro il meglio.

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      2. Oliver come ho detto a Babi siamo qui perché soffriamo o abbiamo sofferto, per cui fa male sapere di essere considerate in un certo modo. Come sai ti voglio bene e veramente spero che ne usciremo tutte nel migliore dei modi. Un abbraccio.

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    2. Cara Oliver,
      ti rispondo anche per il commento di venerdì scorso, ho letto in volata e ti volevo ringraziare.
      I progressi sono lenti a volte mi sembra di tornare indietro nell’autocommiserazione ma almeno il c*gli*ne non è più nei miei pensieri, mi sento ancora stupida, raggirata, depredata, ma cerco di essere indulgente con me stessa concedendomi tempo.
      Non so se riesco a spiegarmi bene, ho messo me stessa al centro e sospeso il resto.
      Siamo tutte oggetto di violenza ( non esagero) e dobbiamo prenderci cura di noi, al meglio delle nostre possibilità.
      Mi sembra di capire, da come scrivi, che anche per te i momenti peggiori siano alle spalle. Anche tu da persona pulita e fiduciosa ti stai riappropriando della tua essenza e ne sono felicissima, anche se ho potuto esserti di seppure minimo aiuto.
      Un sincero abbraccio.
      B.

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      1. Cara Babi, purtroppo come ho scritto in un altro commento ho avuto un momento di debolezza perché avevo bisogno di chiarezza (l’ho sbloccato) ma subito sono rinsavita e ora proseguo col no contact più che mai, sono CERTA di non voler vedere più quell’essere.
        Cioè mi fa proprio schifo, provo ribrezzo al solo pensiero che possa sfiorarmi un depravato, forse per questo motivo sono diventata intollerante ma penso sia un buon segno che indica che sto guarendo.
        Per fortuna ho un brutto carattere, ho tanta di quella grinta che non immagini 🙂
        Grazie ancora Babi, mi hai aiutata tanto con la tua ironia.

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  6. Io vi parlo da ex moglie e quindi da cornuta ignara.
    Ho giudicato eccome l’altra. Sospettavo di lei da tempo e l’ho sempre reputata una poco di buono.
    Quando ha infierito su di me ,ho capito che quella cattiveria era gratuita oltre che totalmente immeritata.
    Parliamo di una persona estremamente ignorante ma credo fermamente che, indipendentemente dal ruolo che si abbia in una relazione, la malvagità sia da debellare.
    Quando scegli consapevolmente di infierire su una donna umiliata e provata, allora fai schifo.
    Detto questo io credo che se siamo qui, al di la del ruolo che abbiamo avuto, c’è un perché.
    Il motivo è che siamo state, o siamo tutt’ora, abusate ed usate.
    Non siamo capitate qui per caso. Non si arriva in un blog come questo senza aver passato l’inferno.
    Una come la mia antagonista qui non ci verrebbe mai. Lei gode del male che fa. Gode nell’aver distrutto una famiglia e di essersi accaparrata un “uomo” in grado di fare questo a moglie e figlia.
    E’ come trattiamo gli altri che dice molto di noi stessi.

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    1. Sì ma infatti Bea ci sono donne che pensano di aver vinto un premio per aver sottratto il np alla moglie, ricordo di aver letto di un’altra testimonianza qui sul blog simile alla tua dove una delle sue amanti (erano diverse) se l’è tenuto.
      Ecco, io di queste donne non ho compassione come dice giustamente Babi.
      Penso che sapere che ci sono altre donne non ci deve portare a metterci in competizione con loro ma a provare schifo per il narcisista.
      E sinceramente se ora il mio np frequenta una o due o tre donne non me ne frega nulla se sono più belle, più alte o più magre di me, non è più un mio problema.

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      1. Sai Oliver all’inizio della telefonata ero quasi pronta a provare pena per lei. Volevo dirle che mi dispiaceva per gli abusi nella sfera sessuale che deve aver subito.. Ma quando si é messa a ridere ho capito che per lei era tutta una roba esotica di cui fare sfoggio. O magari non lo era ma pur di farmi stare male si pavoneggiava. E quando mi ha detto di aver conservato le ecografie beh.. Li per poco non vomitavo. La cosa assurda è che lei lo rifiuta perché é in disgrazia. A me sinceramente spiace. Io avrei preferito continuassero e che si rovinassero a vicenda perché non so dei due chi fa più schifo. Mi unisco anche io e dico che per queste donne meschine, non bisogna provare nessuna pietà. Sono complici e carnefici a loro volta.

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      2. Ah Bea lei se la ride pure…fa schifo anche lei proprio come lui, non ci si sono parole.
        Noi siamo persone pulite, non abbiamo nulla a che spartire con questa gentaglia.
        Io non sono stata nè la sua fidanzata nè sua moglie (per fortuna) nè una con cui ha cornificato la risorsa primaria, in questo sono sempre stata chiara con lui, se vuoi conoscere altre con me chiudi e così è stato, a Novembre si è ripresentato dicendo che non era andato a letto con nessuna, poi che ci era andato, insomma la verità non si è mica capita, preservativi che aumentavano, diminuivano perché li aveva prestati ad un amico (d’altronde cosa puoi aspettarti da un bugiardo patologico?), poi l’ho sbloccato in un momento di debolezza per ottenere cosa? Assolutamente nulla, mi sono resa pietosamente conto della persona con cui ho avuto a che fare, non è che un deviato perverso all’improvviso trova la ragazza perfetta,no, continua con i suoi viaggi, le prostitute e così via.
        No grazie, ho una dignità, e poi tengo alla mia salute, non rischio di farmi contagiare da qualche malattia da lui.
        Il papilloma virus può essere trasmesso anche col preservativo, rendiamoci conto della pericolosità di questi soggetti.

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  7. Cara July ho provato come sempre tanta tristezza perché queste storie sono tutte piene di menzogne e maltrattamenti.
    Ho bisogno di chiedere una cosa a Claudileia. In questo periodo in cui sono in sofferenza da distacco, sto leggendo tante cose e ascoltando tanti video. Io non riesco davvero a capire una cosa. Molti coach o psicologi parlano del Np come di un pover uomo che soffre tanto anche lui a sua volta perché si rende conto ecc ecc
    Altri invece dicono l’esatto contrario
    Io ti dico sinceramente che purtroppo dopo 3 mesi è tornato e l’ho rivisto e ci ho parlato. Il mio ex np mi ha detto che lui sa di far del male, sa di essere sbagliato ma che non ha altre modalità di vivere perché è dall’età di 6 anni che è così. Lui mi dice che non ha sofferto per il mio allontanamento perché la sofferenza la trasforma in altro per sopravvivere.
    Poi mi dice pure che sa di essere molto amato da tante persone ma che fondamentalmente lui è solo.
    Ora, detto che io non credo più a niente quando apre la bocca perché ormai vedo tutto menzogna e manipolazione ma secondo te queste persone cosa sono? Perché molti dicono che dobbiamo provare pena per loro? A me pare che solo noi soffriamo realmente
    Parliamo di persone che il giorno stesso in cui ti danno una pedata nel sedere con crudeltà stanno già vivendo serenamente
    Dove sta qsta sofferenza che dovremmo avere? Che tipo di pena dovrei avere?
    Ti dico anche che ascoltando qualche video mi sono pure venuti i sensi di colpa quando l’ho rispedito al mittente dopo un po’ che voleva tentare di risucchiarmi nel vortice con manipolazioni che per fortuna ho captato subito.

    Poi volevo chiederti un’altra cosa. Io ho passato 3 mesi di No Contact totale. Sono stata un’idiota sicuramente a interromperlo ma prima che si ripresentasse ti dico il vero ero al limite della sopportazione dell’assenza. Ho monitorato giorno per giorno le mie emozioni e ho notato che più passa il tempo e peggio si sta! Insomma dopo tre mesi in cui comunque ho fatto tantissime cose per me e ho reagito, è normale stare ancora così male dal disperarmi ancora del fatto che non era tornato?
    Io non ho vissuto bene poi il suo ritorno perché sinceramente dopo 3 mesi ho riacquistato una lucidità tale da non voler buttare via tutta quella fatica e mi sono pure sentita in colpa verso me stessa.
    Sapere che era ancora libero di scrivermi quando voleva mi dava un nervoso indescrivibile e l’ho mandato al diavolo prendendo una scusa.

    Grazie per l’aiuto che mi potrai dare. Ogni parola ora mi da speranza e supporto perché tra l’altro ancora non ho stipendio e ovviamente non mi posso permettere una terapia e sto cercando conforto e aiuto per andare avanti senza tornare più indietro perché lucidamente è ciò che voglio ed è giusti che sia così
    Un abbraccio

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    1. Carissima Eris, la mia linea è abbastanza chiara nel blog: NON PROVANO NULLA. La tua compassione viene utilizzata per sfruttarti ulteriormente anche dopo lo scarto. La maggior parte dei terapisti che difendono la teoria dei “poveri narcisisti” sa perfettamente che sono persone che mentono e manipolano ANCHE in terapia per il BISOGNO che avvertono di piegare chiunque abbiano di fronte alle loro speciali necessità. Cosa ci guadagna un terapista quando fa sentire in colpa chi davvero ha sofferto e chi sa di non provare niente di umano? La garanzia di avere tra i suoi pazienti-clienti tanto la vittima quanto il suo carnefice. Oh, pardon, per molti non esistono né vittime, né carnefici, ma è tutto al 50% nella COPPIA!!! Peccato che al concetto di coppia un narcisista patologico o psicopatico non ci arriverà MAI. Trovo deleterio guardare e leggere troppi pareri contrastanti su questo disturbo. La tua sofferenza basta e avanza per farti comprendere che l’assoluta freddezza di queste persone quando si parla di quei SENTIMENTI che persino un bambino di 4 anni sa quali siano, è qualcosa di anomalo. Certo che lui SA di far soffrire e ADORA far soffrire, per questo i suoi meccanismi non verranno mai e poi mai abbandonati. Lui si sente “fondamentalmente solo” perché è convinto di essere “speciale”, una sorta di semi dio che non prova “le stesse cose degli altri”. Quindi, lui SA che è la sua algidità a far tornare le persone, intrigate dal suo non-sentire, e dunque dal suo non esistere. Le persone tornano puntualmente da lui perché stentano a credere nella esistenza di esseri umani vuoti e asentimentali, di modo che funziona un po’ come la storia del gatto investito sull’asfalto: in fondo non vogliono guardare, provano orrore e schifo MA LO FANNO LO STESSO e poi si dicono “povero gatto, se solo avessi potuto salvarlo IO lui sarebbe qui tra le mie braccia, anziché lì sullo asfalto! Com’è orribile il mondo!”. Ti danno la pedata nel sedere e continuano a vivere “alla grande” perché il loro intero vissuto gli scivola addosso come l’acqua della doccia. La loro storia personale viene dimenticata e con lei tutto ciò che è accaduto un minuto prima. Semplicemente non imparano nulla dalla vita. E’ tutta una recita senza fine, sin da quando comprendono che manipolando le persone possono avere tutto ciò che vogliono. E questo avviene proprio all’età menzionata da lui: verso I SEI ANNI. Il fatto che lui t’abbia detto che non ha altre modalità di vivere è l’ennesima bugia. Loro sanno che è possibile cambiare modus vivendi, ma che questo ha un costo elevato per PERSONE COME LORO. Cambiare modus vivendi, per loro, equivale a morire, mentre per noi significa SMETTERE DI MALTRATTARE. Capisci, l’abisso, cara Eris? Lui NON VUOLE SMETTERE DI MALTRATTARE. Lui si è studiato alla grande, sa perfettamente chi è ed è consapevole della propria distruttività… Per ora il suo disturbo genera in lui un’enorme euforia. Bada bene: ho detto PER ORA. Perché ad un certo punto, quando subentreranno fatalmente le crisi serie (non quelle inventate!), generalmente alla presenza di qualche malattia o vecchiaia (perdita del vigore fisico e del fascino di un tempo), COMINCIANO a soffrire. Il punto è che questa sofferenza è PER LORO, NON PER CIO’ CHE HANNO FATTO AGLI ALTRI. E’ proprio questo particolare che certi professionisti NON DICONO. Non spiegano alle persone che la “sofferenza narcisistica” non ha niente a che fare con la nascita di sensi di colpa, con un riverbero di coscienza, con l’intimo malessere per il disagio e/o il dolore procurato agli altri… Ed è proprio qui che confondono chi ha patito l’ira di Dio nelle loro mani, incutendo ulteriori sensi di colpa a molti pazienti che hanno vissuto (o meglio, hanno creduto di vivere) rapporti affettivi con dei narcisisti patologici. Penso che quando un terapista che dovrebbe fare un lavoro di ripristino dell’energia vitale di un paziente che spesso sta marciando verso la depressione cronica per aver subìto sulla sua pelle tutti gli strumenti di distruzione dell’autostima adoperati da un narcisista/psicopatico, finisce per consigliarlo a ‘perdonare il suo povero carnefice’ perché in fondo le colpe vanno sempre condivise oppure perché c’è la remota possibilità che questo carnefice un giorno ‘capisca’ di fare del male e miracolosamente cambi… ecco, penso che questo terapista non dovrebbe avere il diritto a sogni tranquilli quando pensa all’enorme confusione che sta generando nella mente di persone che hanno pagato a caro prezzo il fatto di essere nate empatiche. Abbracci a te!

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  8. Scusa Claudileia ho bisogno di chiederti un’altra cosa. Ho interrotto il No Contact poi nel giro di poco ho chiuso. Non ho voluto ricreare la quotidianità perché mi sono accorta che lo stava facendo a modo suo…ora non devo ricominciare tutto daccapo vero? Sono un po’ disorientata ma l’ho avuta io la lucidità di chiudere subito ora però ho il terrore di dover rifare ttto il percorso. In sti giorni sto uguale a prima che tornasse ma non vorrei aver fatto un danno e dover ricominciare da zero il lavoro sul cervello. Grazie di cuore per l’aiuto

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    1. Cara Eris, capisco la tua angoscia. Ciò che provi adesso, dopo aver rotto il contatto zero è… VUOTO. Non è facile da spiegare cosa si prova a parole, ma ci proverò: hai parlato con lui, hai provato delle sensazioni, ti sei sentita confusa, ti sei emozionata, l’hai amato e l’hai odiato contemporaneamente, hai provato attrazione fisica o repulsione o qualsiasi altra cosa. E lui? Lui era lì… sempre lo stesso. Dimmi un po’: in tutta questa conversazione lui cosa ha dimostrato di SENTIRE? Se si tratta di un narcisista doc lui ti ha trattata come se ti avessi visto ieri, come se non avvertisse la tua mancanza e come se tu fossi nata per ascoltare ciò che lui pensa di se stesso e del mondo. Cosa c’era di fresco, di nuovo, DI VERO? Quindi, voi avete parlato, ma è come se da questa conversazione tu non potessi estrarre NIENTE, nessun tipo di nutrimento affettivo per te stessa. Cara Eris, prova a immaginarti di fronte a un pozzo. Tu hai tanta, ma tanta sete… dunque fai scivolare il tuo secchio vuoto e arrugginito con la carrucola fino al fondo del pozzo, tuttavia quando credi di estrarre dell’acqua fresca e dissetante, tutto ciò che trovi dentro sono chili e chili di terra arida. Hai sete, sei stanca, sei triste, ti senti frustrata, hai paura di non trovare più dell’acqua da bere da nessuna parte e hai paura di morire per la tua condizione. Il pozzo è sempre il pozzo e ti darà sempre terra, anziché dell’acqua… Ma tu hai provato tante cose di fronte al suo vuoto e tutti questi sentimenti ti appartengono. Se quel pozzo potesse parlarti probabilmente ti direbbe “Grazie mille per esserti fidata di me!”, molto cinicamente. Ecco, se ogni narcisista patologico avesse l’1% di onestà intellettuale, ecco cosa farebbe quando congeda un’amante, una moglie, un amico di lunga data quando si annoia e vuole ‘dell’altro’, direbbe: “Grazie per avermi amato, ma siccome non provo nulla per te e non ho mai provato per nessuno, è il caso di cambiare aria finché la noia non subentri ancora e ancora per il resto della mia vita. Sai, com’è, noi narcisisti funzioniamo così…”. Bene, siccome le cose non sono MAI CHIARE, loro ci trasferiscono il loro vuoto senza dirci le cose come stanno. Noi, però, col loro vuoto non abbiamo niente a che fare e quindi proviamo ANGOSCIA. Cara Eris, siamo noi a comandare il nostro cervello SEMPRE. Questo incontro con il narcisista non ti ha lasciato nulla, quindi non è mai esistito. Hai guardato dentro il pozzo-ha provato a estrarre dell’acqua e non c’era-FINE del discorso. Non ti colpevolizzare più, ma non tornare più indietro perché tu, di quel vuoto, non hai alcun bisogno. Butta via quel vuoto e riprenditi ciò che è tuo, la tua capacità infinita di amare e la tua fiducia nel mondo. Se sei stata a sentirlo ancora vuol dire che hai fiducia nelle persone. Ok, per ora nelle persone sbagliate… ma non ti scoraggiare che saprai come superare tutto. Hai delle risorse immense. Non sprecarle più. Abbraccio grosso e buona serata, cara!

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      1. Cara Claudileia anzitutto GRAZIE per avermi risposto così presto. Hai avvertito la mia angoscia sei stupenda.
        Ma è normale che più tempo passa e peggio si sta? Se mi dici di sì almeno riesco a dare un senso a tutto sto dolore.
        Mentre ti leggevo ho pensato che sei una veggente 🙂
        È stato esattamente così come l’hai descritto tutto quanto.
        Ciò che più mi ha turbata in questo incontro è stato che forse, finalmente, per la prima volta ho sentito il più profondo vuoto.
        Alla fine ho potuto anche dare un senso al No Contact perché io quel vuoto immenso non l’avevo mai sentito in questi anni in modo concreto.
        Non è stato in grado di dire nulla riguardo a questi tre mesi in cui non ci siamo visti se non che lui è consapevole di farmi del male e non vuole più farmene.
        Le stesse parole dell’anno scorso…
        La differenza è che l’anno scorso non ero stata in No Contact un tempo sufficiente per dissipare un po’ di nebbia ma ammetto che sto No Contact per quanto immensamente doloroso serve eccome se serve. Non ci si libera di niente senza farlo (parlo di me ovviamente).
        Sono riuscita ad allontanarmi di nuovo. È tutto doloroso io spero davvero che ad un certo punto ste sensazioni che realmente sono indescrivibili inizino a placarsi e non come ora , un giorno si è uno no!!! Ma definitivamente
        Sai qual è la verità? Che mentre mi parlava io sentivo solo una cosa, che non provava niente tranne il dispiacere per me (poi a me sembrava vero ma nel senso che forse si sentiva colpito più per se stesso e basta). Io non ho sentito niente non ha nemmeno provato a inscenare un finto love bombing
        La verità è che non capivo cosa voleva e secondo me nemmeno lui !!!
        Ero abituata a vedere una persona decisa qui sembrava solo uno che voleva passare una serata tranquilla e rilassante fuori dalla sua attuale routine che non mi prevede più.
        È un’immensa tristezza per me tutto questo e ora la sto affrontando perché la rabbia mi è scesa ma il dispiacere e questo senso di tristezza sono abbastanza logoranti. La perdita la sento molto forte e sento anche un immenso dispiacere per me.
        Ci vuole tanto tempo, vado avanti e affronto ogni caduta mentale anche se mi sento così stanca e confusa che faccio fatica con la quotidianità
        Grazie come sempre per tutte le tue parole
        Un abbraccio forte

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      2. Claudileia, solo per dirti che sei una persona dal cuore grande e dalla mente eccezionale.
        Grazie di tutto. Sempre

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      3. Carissima Speranza, ahimè… Cerco solo di rendere utile agli altri il mio vissuto e i miei studi. Siamo noi che diamo senso e valore alla nostra storia personale e a ciò che impariamo. Vi abbraccio TUTTI. Siete dei guerrieri. ❤️

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  9. Il narcisista ha il “dono” di far accettare tutto alle sue vittime.
    Io ho vissuto una vita grama per 26 anni, finchè non ha cercato di ammazzarmi. Se non fosse giunto a questo, avrei sopportato ancora.
    Quando il narcisista adesca è difficile comprendere il suo status, credo.
    Anche la mia antagonista ci ha messo del suo contro di me e di questo ne sono delusa profondamente come donna. Ma poi a lei non è stata riservata una situazione migliore della mia… Alcune donne pensano di ricevere il premio, invece beccano il “pacco” … come noi.
    Nulla più …
    Silvia un abbraccio particolare, sono convinta che ti abbia raggirato alla grande perché è lo sport preferito di questi individui.
    July, forza, hai fatto il passo più importante, quello della scoperta; un abbraccio forte anche a te e a tutti gli altri che vivono questo blog.
    Grazie Cla 😘

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    1. Grazie Mary, sono convinta che questa persona abbia trovato un varco per entrate nella mia vita perché purtropo venivo fuori dalla delusione fortissima di tre anni di sofferenza mostruosa con il primo narcisista.
      Lo conoscevo già virtualmente ma a lungo non ho accettato la sua corte perché in fondo sentivo che qualcosa non tornava, anche se mi è sempre piaciuto molto sia fisicamente che di testa.
      So di aver voluto la relazione anche dopo aver capito ma non mi sono mai permessa di creare disagi o difficoltà nella sua vita di coppia. Gli ho anzi detto più volte che deve prima pensare alla sua relazione e poi casomai a me.
      Tu hai sofferto per un quarto di secolo….non oso immaginare cosa hai passato. Per questo le tue parole mi toccano ancora di più. Non ci può essere odio tra persone che hanno vissuto dolori simili.
      Grazie ancora di cuore 🌸

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      1. Quando veniamo raggirati perdiamo la capacità di discernere, di decidere e di fermare lo scempio.
        Ti abbraccio Spirito Libero, ti sento sempre vicina

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      2. Speranza cara anche io vi sento vicine tutte, se non ci fosse questo posto prezioso non saprei a chi altro parlare di tutte queste cose. Grazie davvero del tuo affetto, oggi è molto importante per me 🌸

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      3. Questo luogo ha il potere di darci conoscenza, farci riflettere e offrire rifugio tutte le volte in cui se ne sente il bisogno. A volte faccio “esercizi” di allontanamento volontario dal blog, perché ho bisogno di rompere certi schemi, compreso quello di leggervi. Sto scrivendo la mia storia con la massima attenzione perché vorrei essere d’aiuto a chi la leggerà e restituire a tutte le persone del blog, e quindi anche a te cara Spirito Libero, il sostegno, la comprensione e l’informazione che ho avuto.
        Un abbraccio a tutti
        🌸

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    1. Mamma mia. Tutto il mio sostegno. Eppure sei qui e con che fierezza ne parli. Ti ammiro, dico davvero. Io ancora auguro a entrambi di finire nel fosso ma chissà, magari un domani manderò anche io un bel mazzo di fiori alla poveraccia di turno.

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  10. Oliver cara … io sono grata a questa donna, nonostante tutto… perché mi ha fatto il favore di pretenderlo con le unghie e con i denti e l’ha fatto uscire allo scoperto.
    Quando finirà la causa legale, le invierò un mazzo di fiori con scritto “INFINITAMENTE GRAZIE”

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  11. Gli np soffrono?
    Sì, ma non nel senso comune, non nel modo in cui soffriamo noi. Non soffrono per la mancanza di una persona, non soffrono la perdita, non soffrono l’amore. Ma soffrono la competizione, soffrono l’ansia da prestazione, soffrono lo stare perennemente su un crinale tra la vittoria e la sconfitta. Soffrono la dipendenza di dover essere validati all’esterno. Soffrono l’enorme dispendio di energie a cercare di mantenere alta la propria autostima, continuamente avvertita come sotto attacco (la discrepanza tra il Sé ideale e il Sé reale). Soffrono la noia. Soffrono la mancanza di energie vitali interne. Soffrono l’ipersensibilità. Soffrono l’invidia e la conseguente collera.
    Basta poco a far vibrare queste sofferenze. E reagiscono attaccando, sempre.

    Ne sono consapevoli?
    No. Ma gli stati d’animo depressivi ci sono (pure se promuovono all’esterno una immagine sempre vincente). Solo che li attribuiscono a cause esterne. Mai loro responsabilità. Se non possono agire rimuovendo militarmente queste cause, si chiudono in un bozzolo. Poi tornano tra noi, cercando conferme della propria grandezza attraverso la distruzione altrui.
    Una delle maggiori carenze di np è la metacognizione: la capacità di leggere gli stati d’animo altrui (quelli profondi) e, soprattutto, gli stati mentali propri (qualsiasi). Concentrati esclusivamente sul piccolo nucleo profondo della loro non-vita, impegnati solo a difendersi dai propri sentimenti, eternamente ruotanti intorno al loro Sé malato, non comprendono nulla, non trattengono le vicende, non sanno narrare nulla di ciò che accade a loro e intorno a loro.

    Dobbiamo averne pena?
    Non lo so. Ma vorrei dire che questo è un aspetto che riguarda più noi che loro. Loro, di per sé, in quanto esseri orientati all’intenzione maligna, non meriterebbero nulla, nessun sentimento, zero totale (ma questo è un traguardo lontano e difficile, almeno per noi che siamo qui ancora a parlarne).
    Il problema dei sentimenti verso di loro è invece legato al nostro percorso di liberazione. La rabbia, legittima, a lungo protratta, è un sentimento che ci lega, è un contraltare dell’amore. Troppa rabbia indica che non siamo fuori. Che gli attribuiamo importanza e consentiamo loro ancora e ancora di condizionarci emotivamente (se siamo incazzati, è perché ci sentiamo ancora umiliati da loro, quindi significa che ancora riescono a pigiare sulle nostre ferite di dipendenti affettivi). Quando maturiamo un distacco emotivo, invece, anche la rabbia non ha più terreno fertile. Dopodiché, boh, quando ci appariranno nella nostra sensibilità (non solo nelle nostre parole razionali) esattamente quelli che sono (esseri difettati, monchi, meschini, privi di consistenza e di identità), liberi noi da catene, secondo me può accadere di tutto, cioè che proviamo quello che riusciamo a provare, a seconda delle nostre disposizioni caratteriali. I più duri, indifferenza. I più umoristici, senso del ridicolo. I più pietosi tra noi, potranno provare addirittura il senso del perdono. E via dicendo.
    Cioè, quello che voglio dire è che non dobbiamo preoccuparci, ora, di quello che dobbiamo provare o non provare nei loro confronti: l’unica barra da tenere è la direzione verso lo sganciamento emotivo dai loro condizionamenti emotivi (in presenza e in assenza), poi sperimenteremo sul campo cosa sentiamo. La pacificazione interiore deve avvenire con noi stessi, non con loro. E’ noi stessi che dobbiamo perdonare, non loro. Sono i sentimenti che proviamo verso noi stessi che ci devono interessare, solo questo. Bisogna invertire il processo: non più interpretare loro, ma noi stessi.

    Io, personalmente, sto cominciando a perdonarmi. Di cosa? Di essere caduta nella trappola-np, di far fatica a sganciarmi, di non essere la donna perfetta che vorrei essere (superiore alle cose, felice di pienezza sempre, capace di legarmi a persone positive, in grado di lavorare con successo per il mio benessere, etc.). In collegamento a questo processo, si modificano anche i sentimenti verso np: a volte lo detesto (e qui si affaccia la sindrome della crocerossina o della maga: c’è, sotto, un dispetto per non riuscire a guarirlo o a modificarlo magicamente), a volte riesco a provare compassione per lo spreco intero della sua esistenza in attività prive di senso, incurante del riconoscimento del suo valore umano interno, tutto orientato a incastrarsi nei vuoti altrui pur di non affrontare la realtà. Il mio np ha pure dei talenti: mi fa anche pena questo suo sacrificarli sull’altare della preservazione della propria patologia, che non prevede altro che l’autoalimentazione insana. Sarà bene quando non proverò più nulla, zero. In attesa di questo, è preferibile l’autoauscultazione.

    Un abbraccio

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    1. Carissima Blume, l’unico appunto che faccio al tuo impeccabile commento è che raramente accedono alla depressione. Possono provare malinconia o tristezza, ma si tratta di qualcosa di talmente fugace che basta un messaggino della nuova amante per rialzare la morale per un po’ di tempo e così tutte le volte che si sentono giù di tono. Per questo la corte si fa bella grande: né tutti sono disposti a sollevare la loro morale quando e come vogliono. La depressione subentra in concomitanza con la perdita del vigore fisico e con la sensazione di essere malati o vecchi o poveri in via definitiva. La depressione narcisistica non ammorbidisce il loro carattere, come di solito si pensa, ma lo peggiora ulteriormente. Questo perché, come hai ben sottolineato, il mondo crudele diventa l’unico responsabile della loro tragedia personale, del mancato raggiungimento dei grandiosi obiettivi che si erano prefissati… A questo punto chiunque abbia avuto la sfortuna di tenerli stretti stretti fino alla vecchiaia rischia seriamente il tracollo psicofisico.

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      1. Sì, hai ragione. La depressione dura un attimo, il tempo di un clic su wa! E certo non li aiuta a comprendere se stessi;-)

        Ti abbraccio

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  12. Per tutti.

    Dai, qui non siamo a giudicarci a vicenda, in nessun caso. A prescindere dal nostro ruolo con np (partners ufficiali, mogli, mariti, fidanzati, amanti, amici, trombamici, etc.), tutti siamo nella medesima condizione: invischiati, sofferenti, accomunati dalla volontà di uscirne, in condivisione dei nostri tormenti e dei lampi di lucidità che riusciamo ad avere, in aiuto reciproco. Il blog ha senso per questo.

    Io, personalmente, non sono mai stata la partner ufficiale di np, neanche mai voluto esserlo (avevo capito subito che si trattava di un soggetto inaffidabile). Avrei praticato tranquillamente la via dell’amicizia amorosa e anche quella dell’amante. Quando l’ho conosciuto, intrallazzava con un’altra donna, se ne mostrava fidanzato: non era una mia amica, perché avrei dovuto preoccuparmene? In nome di un astratto concetto di moralità?

    Ho invece sempre mantenuto rispetto (verso me stessa, verso le altre), quando cercava di utilizzare me contro qualche altra donna, pure se non mia amica, pure se mai vista: non ho mai accettato di dargli supporto in queste occasioni. Qui, ho seguito un codice etico: non mi lascio usare come strumento concreto per consentirti di operare il male verso un altro essere umano, nemmeno in nome del mio personale divertimento. C’è da dire che raramente ha cercato di usarmi così in presenza, è successo molto più spesso che io fossi l’oggetto da colpire nelle sue triangolazioni. In mia assenza, mi avrà certamente utilizzato come mezzo per colpire (le sue amiche, le sue fidanzate, le donne che circolano intorno a lui mi hanno sempre parecchio detestata), ma questo è al di là della mia capacità di azione, non posso essere responsabile di quello che dice o fa quando non sono presente.

    Riguardo alle donne che fanno di tutto per tenerselo, anche a costo di calpestare le altre, che dire? In primo luogo, hanno certamente un gran problema: np tra i coglioni, e già è un bel castigo, non vi pare? Poi, anche tra le donne esistono persone meschine, piccole piccole, senza etica, certamente. Ma siamo proprio sicure che in qualche momento della nostra storia con np non ci siamo trasformate in persone tanto deboli da calpestare la nostra stessa dignità, prive di rispetto e di etica? Siamo proprio sicure che dietro questa condanna senza appello di quelle che hanno anche senz’altro tramato alle nostre spalle insieme a np non ci sia un qualche moto di invidia? Ci sarebbe invero da compatirle e anche ringraziarle, in molti casi, per averci tolto di mezzo questo gran cetriolo che sono gli np!

    Un abbraccio a tutte e tutti

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    1. Cara Blume, io stasera mi sento abbastanza triste perché in questi mesi ho davvero cercato di sostenere un pò tutti e capire che invece sono considerata una persona da biasimare (benché non mi sia stato detto in faccia ma era chiaro dalle allusioni) é stato peggio di uno dei famosi calci del narcisista….
      Capisco però tutto il dolore di chi ha avuto una delusione forte, e per questo non mi arrabbio perché siamo tutti delle facce della stessa medaglia…purtroppo.
      Forse i miei racconti hanno urtato la sensibilità di qualcuna che magari si é rivista nella donna del mio np2…forse non avrei divuto raccontare del mio ultimo incontro, ma davvero non c’era compiacimento ne altro. Solo portare la mia testimonianza in modo trasparente. Nin mi vergogno di dire che incontro è stato eccitante, scusatemi tutti se ho offeso qualcuno ne dirlo ma se tante di noi sono rimaste legate a lungo é anche perché hanno vissuto lo stesso, l’eccitazione, l’adrenalina e tutto…altrimenti chi li vorrebbe questi coglioni per anni e anni? Nessuno.
      Sono bravi nel loro sporco mestiere, questo va detto, e a quanto vedo lo sono anche nel mettere contro le donne tra loro.
      Chissà come se la godrebero leggendo di i nostri commenti…
      Comunque viva anche le nostre imperfezioni, i nostri scivoloni e le nostre contraddizioni. Siamo umani….restino umani, a differenza di loro.
      Soffrono? Si perché non possono essere sé stessi fino in fondo, devono recitare sempre dalla mattina alla sera. Ma purtroppo sono capaci di soffrire solo per loro stessi e non per gli altri, se provano qualcosa per te é solo in relazione a loro stessi.
      Cioè, se stai per morire non pensano a te che muori ma a quello che non potranno più avere da te. Ecco il massimo della loro sofferenza….
      Un abbraccio come sempre a tutti, ci tengo a dire che non c’è l’ho cn nessuno e vi voglio bene indistintamente! 🌸

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      1. Ma no, Spirito, non rattristarti, dai! Non so se le allusioni erano dirette a te, ma non posso pensarlo, perché ritengo si parlasse di donne che con compiacimento (folle) contribuiscono alla sofferenza delle altre. Con un senso di rivalsa. Con competizione. Come se vincessero chissà che premio. Ignare (o incoscienti) che prima o poi dovranno subire lo stesso trattamento. Tu non hai fatto questo, non c’è un tuo intervento che esprima questo senso di rivalsa, questa malignità. Tu stai dove stai nel tuo percorso. Non sei riuscita ancora a staccarti da np2, ancora accetti di vederlo e di fare sesso con lui. E’ il TUO problema attuale, su cui ognuno di noi, qui, ha il dovere di intervenire per offrirti aiuto o per consigliarti di fare diversamente, ma che nessuno di noi ha il diritto di giudicare. Io apprezzo la tua sincerità e la tua trasparenza, pure nella contraddizione. Qui, poi, siamo tutti contraddittori (basta l’enorme tilt di volerli allontanare e, contemporaneamente, provare grandi sentimenti verso di loro, nel bene e nel male).
        Anche io, pur non cercandolo mai, non sono in no contact. Pur non cercandolo, pur senza sesso, può sempre contattarmi lui, ci ballo, questo crea ponti fra me e lui, e ostacoli al distacco, inutile negarlo. E’ il MIO problema, sul quale cerco di lavorare e accetto gli interventi vostri, il vostro sguardo di persone con lo stesso problema originario ma con vissuto ed esperienze e disposizioni differenti.
        Non rattristarti. Vai avanti. Lavora su te stessa. Prendi spunto dagli interventi degli altri.
        Ti abbraccio, Spirito, ti voglio bene.
        😉

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      2. Grazie Blume, forse hai ragione ho visto un giudizio dove non c’era perché in fondo sono io la prima a giudicare male me stessa per quello che faccio….
        Grazie di cuore tutti quanti e scusate la mia troppa sensibilità.
        Ho passato mesi difficili, ho avuto paura di perdere mio papà, sono stata piena di angoscia, e triste nel constatare come la vita del primo np sia una bellezza, anche se apparente. Credevo la sua nuova storia finisse in pochi mesi e invece é andata avanti….
        Np2 é stato forse una valvola di sfogo, i nostri incontri mi sono serviti per non pensare troppo, come quando ti bevi una bottiglia di whisky per dimenticare una delusione…mi ha dato quello di cui avevo bisogno….ovviamente perché anche io gli servivo da specchio…come ha detto Lalla loro incarnano quello che ti serve al momento. La grande illusione. Il grande inganno di quello che mai sarà ma che loro ti fanno credere.
        Ringrazio Dio che parlando qui ho mantenuto un minimo di distacco emotivo….avrei potuto perdere la testa nelle condizioni in cui ero.
        Ora devo dire le cose vanno meglio. Il ricordo di np1 pian piano si allontana…..ho dimenticato anche che due giorni fa era il suo compleanno e questo per me è tanto anche se è una cazzata, ma vuol dire che piano piano lo sto archiviando…
        Grazie ancora a tutti, scusate per la mia reazione di oggi forse fuori luogo ma per me il sostegno che trovo qui è tutto e mi aiuta a non perdere di vista le cose.
        Grazie a tutti davvero, mi date molto con ogni opinione, spero di conoscervi in giorno di persona per parlare delle nostre nuove vite e non più di questi soggetti.
        Buona notte a tutti 🌸

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      3. Spirito non è così SIAMO TUTTE VITTIME leggo adesso quello che scrivi ma immagino che anche le altre e gli altri (ma dove sono finiti ? ) ti abbiano detto la stessa cosa-mi è successo di conoscere quella che mi pare sia stata la più importante,non sapevo nulla naturalmente anche se il mio istinto gridava -è venuta a casa mia più di una volta,mi chiamava signora ,mi faceva dei sorrisi incredibili che mi convincevano poco,aveva una bambinetta di 6-7 anni vittima di sua madre ,una bambina dolcissima , la madre una belva ,tale e quale al suo mio np. Non mi pare veramente il tuo caso! sei vittima anche tu , è questo il discrimine!

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      4. Grazie Melisenda, sono convinta che chiunque sia coinvolto da un narcisista finisca per ricevere lo stesso destino di oggetto funzionale ad uno “scopo”…moglie, compagna, amante sono solo pedine della loro scacchiera…..
        A volte purtroppo nemmeno sapere che sono narcisi e quindi senza speranza è sufficiente a farci desistere da questi rapporti negativi.
        Bisogna lavorare molto sulla dipendenza….
        Un grosso abbraccio

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      5. Concordo in pieno. Non basta sapere. Bisogna agire, lavorare attivamente per uscire dalla dipendenza affettiva. Molti terapeuti indicano la sublimazione attraverso la sostituzione della dipendenza che ci porta a stare male per una nuova, che porta invece verso il benessere psicofisico. Onestamente non so se è la via giusta, ma l’umanità è talmente varia che potrebbe funzionare per molti, mentre per altri potrebbe diventare soltanto una nuova ossessione. Abbracci a te e buona giornata!

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      6. Cara Claudileia, nel mio caso credo si tratti stavolta di una dipendenza più mentale che affettiva….visto che da subito il narcisista aveva detto che non voleva coinvolgimenti sentimentali e questo mi ha impedito di lasciarmi andare, e devo dire che é stata una fortuna perché mi ha permesso di non subire quello che mi era accaduto nella precedente esperienza ovvero donare il mio cuore a qualcuno che lo ha respinto e calpestato.
        Resta comunque il fatto che la mia mente è molto coinvolta, mi sono ritrovata per la prima volta nella vita a vivere una complicità erotica che non ho avuto con nessuno dei miei uomini precedenti.
        Tuttavia una parte di me sa bene che non é questo quello che voglio da un rapporto, o meglio, non solo questo….ben venga la complicità ma se a parte questa non c’è nient’altro ovvero condivisione, emozioni, cura reciproca e amore resta una cosa fine a sé stessa….poi capisco che questo serve al narcisista solo perché é annoiato dalla routine, gli dà un pò di pepe anche nella sua vita di coppia che probabilmente è piuttosto tiepida da quel punto di vista, e alla fine mi sento usata perché sono convinta che l’eccitazione che lui ricava da nostri scambi poi la spende in gran parte con la compagna….
        Ovvio, lei poverina non sa proprio che gli “ardori” rinnovati derivano non dall’amore (loro non amano) ma da ben altro. Non la invidio anzi provo pena per lei perché sono sicura che nella loro storia lei sia quella che ha messo più cose.
        Insomma, é chiaro che un rapporto così non può andare bene, primo perché io non amo sentirmi al secondo posto mela vita di qualcuno, secondo perché credo davvero di meritare molto di più da un uomo e da una relazione.
        Come ho detto non nego che in parte mi senta gratificata dall’attrazione che questo np mi dimostra perché sono stata tanti anni con una persona che me ne dimostrava molto poca e poi umiliata dal primo narcisista che mi ha piantata a più riprese per andare con altre….questo mi ho un pò ripagata di quelle delusioni ma capisco che si tratta solo da parte di lui dell’abile rispecchiamento di un bisogno….verrà di certo il momento in cui da bravo narcisista toglierà tutto perché magari trova una risorsa nuova.
        Non é questo l’uomo giusto per me.
        Interessante il discorso di spostare la dipendenza verso qualcosa di “sano”….tuttavia credo sia possibile per dipendenze come il gioco o l’alcolismo…su quelle relazionali la vedo più difficile….ma potrebbe essere un tentativo interessante…almeno si fa qualcosa che alla fine dà benessere psicofisico e questo è un aiuto validissimo per il percorso di recupero.
        Grazie di cuore Claudileia e mi scuso ancora se con i miei i miei ultimi racconti ho senza volere ferito la sensibilità o riaperto la ferita di qualcuno.
        Abbracci 🌸

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  13. Cara Blume, se lo splendore soffre o se è consapevole questo oramai, passata la rabbia e il rancore, non è affar mio.
    Mi sento responsabile un po’ per aver dato ai miei figli un padre degenere, che li manipola e toglie loro delle risorse e delle legittime aspettative.
    Ho pena per me e per i miei figli e non per lui.
    Io prima di lui e con lui non mi amavo: le ferite dell’infanzia però me le sono guarite mentre cercavo di uscire dal tunnel dell’annichilimento in cui il suo abbandono mi aveva lasciato. Era un passaggio obbligato, evidentemente, quello di sprofondare nell’abisso del nulla per potermi ritrovare, amare, stimare e rinascere con la percezione di essere degna del MIO AMORE PER ME STESSA.
    Ora che cerca conferme dal mondo, mettendo in piazza la sua vita felice con la sua nuova vittima mi fa solo ridere ( le scimmiette volanti sono straordinarie nel comunicarmi le novità, perché io non sono iscritta a Facebook ) e ringrazio solo per non essere io la donna-strumento di questa propaganda del grottesco.
    I figli si vergognano di questo e lui ottiene il risultato contrario.
    Se sono qui, su questo blog, è per dire ad ognuno di voi che si può rinascere. Ogni storia che leggo, ogni commento, fa vibrare la mia anima di compassione per voi perché comprendo la sofferenza, l’ho vissuta sulla mia pelle. Gioisco quando vedo che il veleno iniettato dall’ NP perde la sua tossicità e la persona, mia amica virtuale, riprende coscienza.
    Sono preoccupata per le persone che non scrivono da un po’ .
    Per me essere qui è dare l’umile testimonianza del fatto che si può andare oltre, ribaltando l’esito finale dell’opera malefica di questi soggetti: tanta sofferenza può avere senso solo se ci permette di crescere…ma bisogna staccarsi definitivamente da loro, lasciarli nell’oblio e lavorare su noi stessi…sta a noi cogliere questa opportunità.
    Un abbraccio a tutti.

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  14. Buonasera a tutti,ho passato anni a sentirmi in colpa, a vergognarmi di quello che stavo facendo ma volevo bene a questa persona, davvero. Nella mia vita ho amato due soli uomini anche contemporaneamente, l’uno l’opposto dell’altro, luce contro tenebra, ying e yang. Mio marito e np. Solo che uno era reale, l’altro l’ho plasmato praticamente io a sua immagine e somiglianza. Ho tradito mio marito con np frequentandoci un ora a settimana in un posto pubblico. Confidavo a np che mio marito era sempre stanco,non mi guardava o non mi faceva i complimenti e lui magicamente si trasformava nel principe azzurro facendomi credere che lasciandolo avremmo avuto una vita felice. Oggi, perché domani già non poteva più. Non posso avere una vita con te perché non ho soldi e il giorno dopo quando ti separi, vorrei un figlio da te e subito… Ma come faccio a formare una famiglia con te?
    Lo conoscevo da vent’anni, ci eravamo già frequentati ma io avevo appena vent’anni e non ne sapevo niente di psicopatici e narcisisti.Per fortuna non è successo nulla, ringrazio quella che in questo momento ha preso il mio posto. Non la conosco,ricordo a malapena il suo volto sul suo profilo WhatsApp, aggiunta nel gruppo in cui io c’ero. Sembra una ragazza anoressica, non voglio pensare a quello che potrà fare… Ecco, io sono quella che qui dentro ha tradito. Gli volevo bene. Da sempre.
    Ho ricevuto tutto il repertorio di un np.
    Ho sfiorato l’esaurimento nervoso anche se sappiamo tutti qui dentro cosa è. Volevo suicidarmi per la vergogna ma poi ho guardato mio figlio… Ho provato rabbia, rancore, voglia di vendetta, ho pensato di uscire allo scoperto ma poi mi sono fermata. Sto cercando di capire quello che è successo dentro di me,leggendo, guardando video e scrivendo su questo blog. Questo mi ha salvato la vita, leggere e scrivere qui. Qui mi sento a casa tra persone che hanno passato la mia sofferenza e non mi interessa sapere da che parte della barricata stavano… Siamo qui per raccontare la nostra storia e darci sostegno…un abbraccio forte a tutti.

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    1. Cara Lalla, queste persone mentono anche sul loro status.
      A volte si commettono errori ma ognuno ‘ a casa sua’ oltre a fare i conti con l’abuso fa i conti in primis con se stesso.
      Purtroppo è vero ci sono persone cattive che con leggerezza rovinano e umiliano le vittime che così si ritrovano cornute e mazziate e quindi purtroppo con la tripla sofferenza e umiliazione. Tutto ciò è atroce, tutto ciò rispecchia il male assoluto che si possa ricevere perché magari solo il np sarebbe più che sufficiente invece, proprio per la loro cattiveria non tutelano nemmeno questo nel rapporto che intanto stanno distruggendo, ma come ha correttamente scritto Bea, queste persone non sono qui e non ci arriveranno mai!!!
      Parliamo di gente senza coscienza e valori
      Noi abbiamo sbagliato ma anche quello è un fardello da portare che si va a sommare a tutto il resto.
      Qui si sono commessi errori su errori verso noi stessi ma le ragioni di questi problemi sono differenti da un semplice tradimento o da una notte di sesso tra due persone single o non single. Qui parliamo di persone disturbate che noi non siamo riusciti ad individuare. Qui parliamo di problemi di dipendenza affettiva
      Parliamo anche di innocenza distrutta
      Parliamo di impegni non rispettati e menzogne insensate
      Ecco perché stiamo così male tutti perché ci sono diverse testimonianze e in un modo o nell’altro siamo stati tutti ingannati dalle stesse trappole mentali che su di noi hanno sortito l’effetto della bomba atomica su altri no…e infatti se la vivono serenamente noncuranti del male che hanno provocato e magari felici per ciò che hanno conquistato e che ora si tengono finché dura… Noi almeno abbiamo la consolazione di poter andare avanti e trovare di meglio anche se ancora a me pare impossibile ma ne ho di strada da fare.
      Quando leggo di persone come Mary che scrive ancora per aiutare noi ne sono felice perché ho bisogno di sapere che si può uscire da sto dolore e la ringrazio
      Anche io sono preoccupata per chi non scrive più spero sia solo perché stanno benissimo e finalmente si sono staccate perché guarite
      Un abbraccio

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    2. Cara Lalla, io sono convinta che hai veramente amato entrambi, sono stata sposata anche io e ho passato cose simili e ti capisco molto bene.
      Non si arriva mai a certe cose con leggerezza, ma dopo aver sofferto.
      Gli np invece che tengono il piede in due scarpe (ma anche tre) non amano nessuno a parte loro stessi.
      Loro sono solo proiezioni, non esistono in realtà ma riescono ad esistere nella nostra mente anche dopo che le storie finiscono perchè è lì che vanno ad annidarsi e lì si fermano a lungo.
      Anche a me è stato dato da np quello di cui in quel momento avevo disperatamente bisogno: sentirmi desiderata.
      Non ho mai pensato di aver conquistato nulla nè tantomeno di voler fare del male ad un’altra persona, ho solo preso quello che mi è stato offerto perchè ne avevo bisogno, e anche io credo che da qualunque parte si sta alla fine si soffre comunque.
      Poi si, ci sono anche le persone malvagie che vogliono proprio rovinare apposta i rapporti degli altri solo per il gusto di prendere un uomo ad un’altra, ma anche io non credo proprio che qui ci siano persone simili.
      Chiede Eris quando ci vuole a dimenticare.
      E’ soggettivo ma io credo almeno un paio di anni di vero no contact senza pause per riprendere il contatto pieno con la propria realtà e disattivare la dipendenza biochimica.
      Se capita lo scivolone non bisogna flagellarsi, a volte questi scivoloni servono per confermare a noi stesse che proprio la cosa non va. A volte ne serve anche più di uno.
      Quello che bisogna fare dopo questi scivoloni è riprendere da dove si era interrotto e proseguire la propria strada di liberazione. Lo studio è fondametale così come la condivisone. …non siamo qui per giudicare o essere giudicati ma per guarire da una dipendenza.
      Ti mando un abbraccio

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  15. Eris, all’inizio del no contact il dolore aumenta fino a quasi diventare insostenibile, è qui che devi trovare tutta la tua forza interiore per resistere e non tornare indietro, poi, piano piano si affievolisce e tutto diventa più leggero, tutto diventa più chiaro.
    Un abbraccio

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    1. Grazie Alma, scusa se ti tedio ma ci sei passata e stai meglio perciò ne approfitto 😊

      È normale che dopo tre mesi io mi senta solo peggiorata? Ho passato i primi due mesi qsi immobile poi ho iniziato a reagire Ho avuto giornate anche bellissime ma ad un certo punto al terzo mese è cambiato qualcosa e improvvisamente ho iniziato a sentirmi ancora peggio
      Tu sei in No Contact da un anno se ho capito bene. Ma quanto ci vuole per iniziare ad avere un po’ di serenità?
      C’è qualcosa che devo fare che magari a te è stata provvidenziale per trovare una via d’uscita mentale?
      Scusa le domande sceme ma sono in tossicodipendenza 🤦‍♀️

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      1. Eros cara, io ci ho messo 4 anni. È tutto normale… quando ti assale la nostalgia, fermati, scrivi la tua sofferenza e pensa che è solo veleno iniettato gratuitamente da una persona che vive solo per fare male e non per amare.
        Forza 🤗

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      2. Eris, non c è un tempo uguale per tutti, è sicuramente soggettivo, personalmente ho avuto momenti di crisi fino a 2 mesi fa.
        L’importante è crederci e sentirsi motivati veramente, io ho cercato di distrarmi con ciò che mi piace fare. Si soffre sì, ma se la tolleranza all’abuso si è veramente esaurita, preferisci questa sofferenza che sai che potrà passare, che a quella che ti infliggono loro che sarebbe per sempre, questo non dimentichiamolo, di eterno loro sanno dare solo dolore.
        Resisti Eris si ritorna a vivere.

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      3. Un grazie di cuore a tutte voi che con grande affetto mi state aiutando in questa fase dolorosa del distacco.
        Io pensavo davvero che un distacco totale mi avrebbe aiutata a stare meglio ma purtroppo poi non si è rivelato per nulla così semplice nonostante non fosse il primo tentativo.
        Più tempo passa e peggio si sta almeno le vostre conferme mi aiutano a tenere duro.
        È come dice Alma nel mio caso, il No Contact mi è scattato perché non ero più in grado di sopportare nemmeno un millimetro di abuso. Sono andata in tilt mentalmente e sono scappata.
        All’inizio del No Contact La rabbia mi faceva vedere l’abuso sempre di più ma dopo quasi tre mesi si è abbassata ed è subentrata la tristezza che è quella che mi sta realmente facendo concretizzare la sensazione di perdita.
        Poi ovviamente la perdita di chi ma la realtà è che ero davvero molto illusa!!! Comunque spezzare il No Contact mi ha dato l’unica risposta che mi mancava e cioè il perché in tanti mesi non era tornato e ho avuto la mia risposta che alla fine è solo una: perché non mi ama punto e basta e questo me lo devo tatuare ovunque ora perché è ovvio e scontato dopo tutto ciò che mi ha fatto ma almeno gliel’ho visto scritto in fronte.
        Poi le motivazioni che mi ha dato lasciamole stare…
        Vedi Claudileia la tua risposta di ieri su cosa sono loro è reale al punto tale da non sembrare tale per una mente sana
        Io sono anni che non la capisco sta cosa perché di tutto quanto è la cosa più difficile da interiorizzare e accettare
        Fingere sei sentimenti mi pareva impossibile ma è tutto vero e doloroso. Ero solo utile ero un oggettino da tenere la perché davo tanto!

        Ora lavorerò su tutte le consapevolezze che ormai sono così evidenti che devo dire al mio cervello che si deve fare una ragione di tutto quanto e riattivarsi
        Grazie davvero, la fase depressiva è durissima da superare
        Sto tenendo traccia di tutto ciò che sto vivendo chissà un giorno potrò raccontare come ne sono uscita
        Sarebbe il traguardo migliore
        Un forte abbraccio grazie di esserci ♥️

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      4. Carissima Eris, parliamo di tempo. Mesi fa avevo risposto a S.w.a su questo argomento complicato, ovvero che bisogna concedersi quantomeno lo stesso identico tempo che abbiamo concesso a loro per massacrarci psicologicamente. Hai dato a loro 30 anni della tua vita? Perché non considerare l’ipotesi di concederti i prossimi 30 anni circondata dell’affetto di persone sincere, coccolando il tuo corpo e la tua mente come meritano di essere coccolati? Non sono una veggente, magari! Ti dico cos’è successo a me tanti anni fa: quando decisi per il contatto zero radicale cambiai numero e eliminai tutto ciò che riguardava la persona. Tuttavia lui era lì, nel mio cervello. Che fare? Nel primo anno studiavo tutto sul narcisismo e psicopatia, ma non avevo ancora collegato la cosa alla mia ferita originale. Piangevo molto e pensai a farla finita. Se non fosse per mia figlia mi sarei fatta del male. La guardavo e mi sentivo una madre orribile al solo pensiero che tutto il suo amore e la sua innocenza non mi bastavano. Durante questi primi due anni di contatto zero cercavo ossessivamente notizie e ancora provavo invidia delle ipotetiche altre, rimuginavo cosa avrei detto se… Fantasticavo un mio ritorno in pompa magna nella sua vita oppure un suo inseguimento per dirmi che era cambiato con lo sguardo contrito e sofferente, altrimenti non lo avrei accettato e bla bla bla. In due anni ho rotto il contatto zero per 2 volte e il risultato è stato devastante per me perché il livello di malvagità e la sufficienza con la quale mi aveva trattato sono stati quasi fatali per la mia psiche. Lui mi faceva capire che preferiva stare altrove, che in realtà c’erano “amiche” più valide di me, che si annoiava. E lo faceva tutto il tempo. Era un dire ma non dire. Ecco cosa mi ha devastata durante la rottura del contatto zero: la sua ambiguità. Non c’erano certezze su dove stava, cosa stesse facendo, se mi voleva bene e sul perché stessi con me. L’angoscia ha dato i suoi frutti: mal di testa, tachicardia, gastrite, pitiriasi rosea… Insomma, dopo queste due rotture del contatto zero in due anni mi sono detta BASTA. Avevo letto tutto ciò che era necessario sullo psicopatico partner, ma non avevo ancora focalizzato sulla mia figura materna, affetta da psicopatia. Cambiare “oggetto di studio”, dedicarmi a cucinare in modo più sano per me e la mia bambina, la mindfullness, andare in bici con lei, la psicoanalisi, libri sull’ayurveda e la mindfullness e la sera prima di dormire coccolare il mio corpo con un ottima crema e prendere in mano un buon libro hanno fatto miracoli. Il tempo varia conforme la nostra sensibilità e ognuna di noi ha una diversa. Per dire mai più bisogna concedersi un periodo di detox ATTIVO in cui cambiamo direzione radicalmente. Dobbiamo arricchire la nostra vita senza cercare di distrarci del problema, ma ampliando la nostra visione sul problema. Il foco sono le nostre ferite, non più la loro vita o ciò che ipoteticamente diventeranno in futuro per qualcun’altra. Non ho nessun rimpianto degli anni che passai a piangermi addosso perché quella non ero io. Lo racconto solo per farti capire che dobbiamo essere pazienti con noi stesse come siamo state con loro, accettando le loro peggiori nefandezze come cosa buona e giusta. Ti abbraccio.

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      5. Cara Eris,
        il 24 maggio sarà un anno esatto dal no contact totale, dal giorno in cui ho cambiato sede di lavoro e, ahimè, anche tipo di lavoro, accontentandomi di una posizione sub ottimale pur di allontanarmi, ancora ignara del meccanismo NP e disturbati vari.

        Il cambio è stato provvidenziale non solo per evitare di incontrare comunque quotidianamente il fenomeno ma anche perché ho dovuto impegnarmi seriamente per affrontare le mille novità legate al cambio di scenario. Per spiegare non sono andata a fare la stessa cosa da un’altra parte ma ho proprio cambiato attività seppure sempre nell’ambito della mia professione. E’ stato difficile e faticoso ma mi ha distratta dal rovello costante che mi assillava giorno e notte: il pensiero di quello che avrebbe potuto essere e che non era stato, il fatto di aver assistito totalmente impotente all’assassinio della mia innocenza e fiducia, non mi vergogno a ripeterlo mi ero innamorata davvero.

        Su questo punto vorrei fare un inciso: per come la vedo una relazione può nascere da una situazione ambigua, non è certo l’ideale ma so che può succedere, ci possono essere terze parti ignare coinvolte ma l’essenziale è che questo periodo di ambiguità siapiù breve possibile e parlo di mesi non di anni. Una volta che si è capita la natura della relazione si DEVE accettare il rischio e viverla.

        Sono stata fortunata perché il mio amor proprio non mi ha consentito troppe deroghe, anche se per me quello che ho fatto è una roba del tutto inconcepibile… sarò bacchettona e rigida e pure noiosa ma dopo settimane di attenzioni di ogni tipo da parte sua, di sexting appassionato ho cominciato a metterlo alle strette per capire che tipo di relazione stavamo costruendo, che ci aspettava nel futuro… adesso mi viene da ridere: “relazione”, “costruire” , “futuro” mai più termini sono più inadeguati ad un NP ovviamente ha cominciato a svicolare, a non rispondere ai messaggi…. l’ho affrontato a viso aperto ha nicchiato e allora ho troncato, bloccato su wa, ignorato…. ma eravamo vicini di scrivania… alla prima occasione e con una scusa plausibile mi sono spostata in un’altra stanza e poi su un altro piano, ma continuavo a incontrarlo, non se ne usciva.

        Ha tentato di ripescarmi un paio di volte o forse di più ma l’ho aggredito, ventilando la possibilità di coinvolgere la moglie, una bugia perché non ne conosco il cognome 🙂 a quel punto mi ha fatto la guerra in ogni modo tentando di creare problemi anche sul lavoro, niente ero dilaniata tra quello che provavo e quello che vedevo e razionalmente capivo, un’agonia.

        Ma torniamo a quasi un anno fa: dopo le prime settimane di delirio pure logistico, ho cominciato a riprendere possesso delle mie facoltà e a cercare informazioni a caso sul web per cercare di capire la natura del mio sconforto. Ho letto un po’ di tutto fino ad un articolo sul narcisista patologico covert ed è stato come ricevere un ceffone in pieno viso, mancava solo il nome di battesimo era lui in tutte le sfumature, atteggiamenti, lessico, persino postura, e poi il love bombing e tutto l’arsenale che conosciamo bene.
        E’ stata la svolta vera, ho cominciato a capire, le cose prendevano logica e forma ho trovato LA spiegazione ma stavo ancora di m*rda e per cosa poi? Km di messaggi e qualche bacio? Se ti sente qualcuno che non ci è passato, sul serio, davvero, davvero pensa che la squilibrata sia tu…. e lo avrei pensato anche io fino a poco tempo fa.
        Mi sento veramente nauseata a pensare quanto ci ho sofferto… per non divagare oltre appena chiuso con np avevo instaurato una routine quasi militare che prevedeva : creme da stendere religiosamente mattino e sera 🙂 e non sono costante, mi sono imposta di curare il corpo, di camminare con il famigerato trucco di scendere due fermate prima e fare un pezzo a piedi, di fare una colazione regolare e prendere integratori al mattino, melatonina la sera e tisane varie perché non riuscivo a dormire. Ho fatto massaggi (santo groupon) una volta a settimana e mi sono imposta una dieta equilibrata perché avevo perso molto peso.
        A settembre/ottobre dell’anno scorso ho cominciato a leggere e scrivere su questo blog, gli articoli sono stati di grande utilità, ma soprattutto ho potuto condividere la mia disperazione e ricevere aiuto da Claudileia che non riuscirò mai ringraziare abbastanza, e poi perché -leggendo i vari commenti- mi sono convinta a rivolgermi ad una specialista in DPdS e sinceramente ho lottato contro la mia convinzione che dallo psicologo ci andasse esclusivamente chi non è grado di farcela da solo…. ho continuato a leggere qualunque cosa mi capitasse sotto tiro ma poi piano piano ho cominciato a orientarmi su tesi che mi convincevano di più e che attengono maggiormente al funzionamento del nostro cervello e ai meccanismi che lo regolano. Sul fine anno la rabbia la faceva ancora da padrona, ormai rivolta più che altro verso me stessa e la mia dabbenaggine. Poi ho rivisto casualmente il tizio a febbraio e non mi ha fatto nessun effetto, nulla, zero…. come se la rabbia si fosse un po’ alla volta stemperata.
        Non provo compassione per gli NP diffido da chi la promuove, secondo me hanno scelto, anzi macchinato, studiato e brigato per fare quello che ha fatto e sono convinta che il dolo non si possa perdonare.
        L’unico discorso che ha funzionato per me, perché alla fine quello che conta è il risultato, è accettare che sono fatti male, non per giustificarli o compatirli ma esclusivamente per prendere le distanze definitivamente.

        Concordo che la guarigione è una questione completamente soggettiva, che serve tempo che è necessario essere indulgenti con se stessi e concedersi di sbagliare.
        Un abbraccio affettuoso.

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      6. Ciao Eris,
        Leggendo come stai in questi giorni mi viene in mente il momento in cui subii il mio primo grande scarto, dopo un’improvvisa, veloce e inaspettata svalutazione.
        Dunque doppio choc.
        Non sapevo nulla di narcisismo patologico, e avrei avuto molto bisogno di qualcuno che metaforicamente si sedesse sul gradino del marciapiede accanto a me e mi stesse accanto, quindi oggi vorrei farlo virtualmente con te.
        Due immagini allora mi venivano in mente per descrivere come stavo…
        La prima è questa.
        Mi sentivo come una balena spiaggiata: pesante, senza fiato, sola, senza più possibilità di movimento, impotente a reagire in alcun modo. Ad aspettare la fine.
        Era una sensazione di soffocamento.
        Ogni respiro era uno sforzo immane.
        La seconda immagine, mesi più tardi: una sera mi sentivo talmente vuota che, quando cercai di pensare a un luogo in cui potessi trovarmi a mio agio, che mi rispecchiasse, me ne venne in mente uno che all’inizio trovai molto strano: mi immaginai rannicchiata in un angolo sporco e buio, di notte, nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale abbandonato di un luogo di provincia.
        Ecco, fu in questa seconda occasione che toccai davvero il fondo.
        Quel luogo per me rappresentava la visione di un ambiente violentato, snaturato, usato e poi abbandonato a se stesso, senza più nemmeno la possibilità di tornare ad essere ciò che era “prima”.
        Un luogo “di provincia”, quindi poco importante già per sua natura.
        E per di più distrutto e pubblicamente disonorato per sempre, con una colata di cemento ad uccidere ogni filo d’erba.
        È a quel punto che ho visto il prato, e gli alberi che lo circondavano, tutto ciò che era lì “prima”… e ne ho avuto pietà, e ho provato tenerezza e poi amore, non solo per quel luogo perduto, ma anche per il mostro inguardabile e inutile che ora era diventato.
        Nello stesso modo con cui si può provare tenerezza e amore per un cane salvato da una vita di torture e maltrattamenti, spelacchiato, pieno di piaghe e cicatrici.
        Beh, ecco… è stato lì che mi si è aperto il cuore poco a poco.
        Con il tempo ho compreso che ciò che non riuscivo a provare nei confronti di me stessa (mi facevo solo schifo) sono riuscita alla fine a provarlo nei confronti di qualcosa che mi rappresentasse.
        A rifletterci ora, comprendo che quella era l’immagine che avevo sempre avuto di me stessa; avevo bisogno di andarla a prendere per mano, averne compassione, e portarla fuori, sorreggerla, insegnarle a poco a poco a camminare nel mondo a testa alta nonostante tutto, chiunque lei fosse.
        Oggi comprendo che è da lì che ho ricominciato a vivere, a respirare di nuovo.
        E tu, a cosa ti senti simile in questi giorni ?
        C’è una situazione, un’immagine, che ti rappresenta ?
        Pensaci, immergiciti.
        E poi cerca di capire che anche quella cosa che hai pensato merita compassione…e rispetto, e amore.
        Merita di essere almeno presa in considerazione, di essere VISTA.
        Solo per il fatto di esistere.
        Visto che siamo empatici, non ti sarà difficile farlo.

        Chiedo scusa se mi sono dilungata un pò, o se sono sembrata solo una pazza visionaria.
        Ho voluto raccontare, nella speranza che possa servire, ciò che più mi ha aiutata a risorgere in quei brutti mesi.
        Un abbraccio.

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      7. Dolcissima Passiflora
        Mi hai aperto il cuore col tuo commento perché vedi, sono mesi che mi arrovello la testa a pensare a come sganciare il mio pensiero da lui e dall’abuso. In questi mesi ho cercato di rimettere nella mia vita ciò che mi mancava allora ho fatto cose…ho ripristinato le amiche lo sport e sto disperatamente cercando un lavoro per avere mi stipendio della sopravvivenza! Queste cose ora sono fondamentali e la vita è stata molto generosa con me perché mi ha dato delle donne stupende come per esempio la nostra Bea. La fortuna di conoscerla qui dentro e nella vita. La fortuna di averla tutto sommato pure vicina a casa. È uno dei miracoli di questo blog quindi Claudileia ha fatto per noi e per me.
        Lei mi sorregge giorno per giorno insieme a tutti VOI.
        I nostri sentimenti condivisi la nostra sofferenza identica non mi fa sentire sola.
        Claudileia grazie di cuore perché mi hai salvata in tante occasioni scaldandomi in cuore. Mi dai delle risposte e nemmeno mi conosci ma sai già ciò che sto vivendo dentro e fuori.
        Cara Passiflora torno alla tua risposta.
        In parte molto dolorosa per me da leggere perché hai ricentrato il problema che da giorni non vedevo più cioè me stessa.
        In questi mesi ci ho lavorato molto poi questa breve interruzione del No Contact mi ha riportata a guardare fuori da me.
        Il punto è tutto qui alla fine, siamo noi e come ci vediamo, come ci trattiamo, quanto ci amiamo.
        Io non mi vedo molto è ancora qui la questione però una cosa per amarmi di più l’ho fatta cioè l’ho mandato via. Ho iniziato il No Contact proprio per costringermi a fare questo immenso lavoro.
        Ritornare dentro il mio corpo e cervello.
        Trovare del bello e del buono anche nella mia di vita smettendola di attaccarmi disperatamente alla vita di una persona che non mi vuole. E questo perché io una vita tutto sommato non ce l’ho più!
        Le famose macerie da cui bisogna ripartire. È solo quando prendi una decisione così drastica che inizi davvero a guardarti dentro perché il fatto di bloccare queste persone implica obbligatoriamente che il cervello è per sua sopravvivenza costretto a trovare delle soluzioni per sopravvivere senza. Questo è il significato autentico del No Contact nel mio caso.
        Ed è il motivo per cui è stato così difficile.
        Dopo il tentato suicidio in cui sono sprofondata in un abisso praticamente senza ritorno, ho passato anni di non vita. Aspettavo pazientemente che Dio mi prendesse. Ecco come mi vedevo Passiflora esattamente così …una cosa che galleggiava in giro in balia della corrente. Ho vissuto in un vuoto esistenziale per anni. Ho fatto un anno e mezzo di terapia ma alla fine ho capito che c’era una sola cosa da fare per cercare o almeno fare il tentativo di ritornare in questo corpo e in questa mentale, trovare la forza di interrompere questo stramaledetto circolo vizioso.
        Il mio cervello soffre perché senza qlla sofferenza non trova a volte degli appigli a cui attaccarsi. Mancano le dinamiche manca pure quella assurda disperazione.
        Una disperazione che io non voglio più solo che il lavoro di ricostruzione è duro perché bisogna iniziare una nuova vita e qui si va a tentativi ogni giorno.
        Spesso le cose si fanno senza sapore ne’ colore ma vanno fatte.
        Due cose mi sostegno ora: il calore umano delle persone che mi vogliono realmente bene incluso il mio bambino e l’essere finalmente riuscita in qualche modo a uscire dall’immobilismo cronico e paralizzante che era subentrato nella mia testa.
        Ecco combatto ogni giorno contro questa sensazione che non mi fa fare le cose che vorrei fare.
        Inizialmente per uscirne avevo adoperato la strategia opposta e per anni ho fatto e strafatto per non pensare. È così che sono arrivata per anni a sopravvivere. Ma ora la testa ha detto basta e si è fermata. Ora mi tiene inchiodata qui a pensare. Forse è un bene o forse è un male fatto sta che non mi permette di uscire da sta situazione forse perché non ha ancora trovato la via d’uscita.
        Se lo capisco più avanti ve lo dico.
        Grazie di cuore a tutti quanti per l’aiuto
        Le vostre testimonianze aiutano più di uno psicologo perché sono vere. Spirito libero non devi sentirti in colpa per ciò che racconti e ciò che fai. Se inconsciamente tu pensassi di essere nel giusto verso te stessa non saresti qui a scrivere. Se ci racconti il tuo vissuto e le tue pene è perché come me e come noi hai bisogno di trovare la via d’uscita e la forza per lasciare andare ciò che ora sembra darti un minimo conforto. So come ti senti e cosa ti spinge verso quella persona e so anche cosa si prova immediatamente dopo e soprattutto nei giorni a seguire. Qui sei capita in tutto.
        Ne uscirai per forza perché stai facendo anche tu un percorso tuo per liberarti da sto essere che alla fine ti fa stare male.
        Facciamoci forza

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      8. Carissima Passiflora,
        Mi ha impressionato così tanto la tua descrizione che mi ha fatto mancare il fiato stamattina quando l’ho letta.
        E ora ti scrivo che io quando uscivo da casa sua, nonostante fosse estate, sentivo un freddo indicibile addosso, un senso di afflizione inspiegabile e soprattutto i miei passi risuonavano nel silenzio della città come se fossi stata in un parcheggio sotterraneo isolato e avessi avuto addosso vestiti stracciati. Arrivavo a casa, mi mettevo a letto e iniziavo a tremare.
        È tutto questo senza violenza fisica e nemmeno verbale, “solo” mesi e mesi di svalutazione tramite sesso, sparizioni e soprattutto ambiguità.
        Grazie Passiflora, mi sembra di poterti abbracciare tanto ti ho sentita vicina leggendoti.

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  16. Posso confermare quanto afferma Claudileia. Io so come diventa il narcisista quando il tempo non gli è più amico, quando perde quello che considera potere. Un paranoide, un individuo incontrollabile, facilmente confondibile con una persona affetta da demenza. Senza ritegno e assolutamente privo di sentimenti sociali e umani. Nudo come resta non è un bello spettacolo. Lasciate ogni rimpianto. Fidatevi.

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  17. forse il termine esatto per una parte di quelli di cui parliamo è psicopatico. Narcisista è una patologia grave ma temo che per qualcuno si tratti di un problema ancora più serio. Non so se Claudileia sia d’accordo. Ciao, e cercate di non perdere mai lucidità.

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    1. Cara Daniela, concordo con te. Il narcisista perverso e lo psicopatico agiscono di modo identico. La differenza sta unicamente nella formazione. Il narcisista perverso non nasce così, ma lo diventa sulla base dei fattori ambientali e del rapporto che ha con i genitori. Lo psicopatico, invece, nasce così. Ci sono aree del suo cervello che non funzionano sin da quando è nato. Per me ciò che conta è il modo come tratti le persone e le conseguenze sulla loro psiche. Se tu agisci come uno psicopatico a me non importa se il tuo cervello è perfettamente funzionante oppure no: SEI UNO PSICOPATICO per vocazione, per scelta, perché ti piace, ecc.

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  18. Buongiorno a tutti,
    cara Claudileia volevo scriverti in privato, ma poi ho pensato che condividere i problemi qui aiuta ad aprire gli occhi a molte altre donne ancora nella relazione, come lo ero io solo pochi mesi fa.
    Il mio ex NP ha un odio smisurato verso le donne in generale, che però nasconde passando per buono ed amorevole.
    Non si è mai curato ne di me nella della figlia. Non esagero dicendo questo e non lo dico per ricevere una pacca sulla spalla, qui dico esattamente le cose come stanno, nel bene e nel male.
    Stava fuori casa tutto il giorno e non mandava un misero messaggio per sapere se eravamo vive. Arrivava che la bambina già dormiva e passavano anche giorni senza che si interfacciasse con lei. Non si è mai curato di niente.
    Tre mesi fa fa l’ho buttato fuori e lui è ricoperto di debiti quindi non mi passa niente per il mantenimento della figlia. Io però ho chiesto ugualmente il divorzio perchè non voglio guai.
    Ieri sera mi ha mandato dei messaggi orribili scrivendo che “dato che io voglio il mantenimento lui deve sapere cosa fa la figlia, vuole essere informato su tutto quello che fa”
    Io, che ancora non riesco a mantenere un atteggiamento distaccato l’ho inbeccato ribadendo che in cinque anni non gliene è mai importato.
    Mi ha mandato un messaggio disgustoso che iniziava con: brutta ro**a in c**o di m***a … tutto quello che hai lo devi a me. Ho sempre fatto di tutto per non farti mancare niente. Io non ti andavo più bene e tu mi hai rovinato la vita.
    Ti sei presa tutto ciò che era mio. Preferisco fare il barbone anzichè ricevere la tua carità.
    Ecc ecc
    Il tutto condito con parolacce e insulti vari.
    Ora io dico. Dopo tutto ciò che mi ha fatto mi insulta pure.
    Inizio quasi ad avere paura perchè la sua rabbia aumenta sempre di più.
    Non si rende conto di ciò che mi ha fatto.
    Un fatto preoccupante è che il mio cervello ha anche pensato “ecco lui allora si comporta così perchè è convinto che io l’abbia rifiutato”.
    Attenzione io non lo sto giustificando!! Sto ammettendo che il mio cervello, dopo anni di manipolazioni, ha fatto quel pensiero per un attimo.
    Non ho risposto alle sue provocazioni e l’ho bloccato. Sono però molto preoccupata per l’enorme rabbia e cattiveria che ha nei miei riguardi.
    Non si è mai interessato della figlia e ho paura voglia aggrapparsi a lei pur di rovinarmi.. altro che sparire.
    Scusate se mi sono dilungata ma oggi sono piuttosto scossa.

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    1. Carissima Bea, la pericolosità del soggetto è elevata e lo sappiamo. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e utilizzare tutti gli strumenti giuridici a nostro favore per dimostrare che NON SEI SOLA. Lui deve avere la sensazione che tutti i riflettori della legge sono puntati su di lui e che la tua intera famiglia ti sostiene (anche quando non è vero!), altrimenti si sentirà sempre più libero di minacciarti. Quindi questo messaggio che hai ricevuto, così come altri ancora peggiori vanno girati immediatamente al tuo legale. Se hai qualche familiare o amica che ti sostiene, non esitare a confidarti sul tipo di attacco che stai subendo. Stai entrando nel vivo della separazione dello psicopatico, ossia, quando lui capisce che non c’è più ritorno e che tu non dai più alcun peso alle sue parole. So che l’odio è viscerale perché loro davvero credono di aver avuto la vita rovinata da noi. Per loro è una convinzione che si porteranno fino alla tomba. Non importa il quanto abbiamo dato, quanto ci abbiano tradite, di quanto ci abbiano derubato, le mille volte in cui ci hanno maltrattato psicologicamente o fisicamente: NOI SIAMO LE NEMICHE. L’unico modo di liberarci in via definitiva è: fuggire via lontano (ma non possiamo, se abbiamo dei figli), pregare perché trovino presto qualcun’altra da parassitare (lui ce l’ha, ma si vede che non può mantenerlo e quindi è come se non avesse ancora trovato una preda all’altezza) OPPURE costruire una rete di sostegno che ti faccia da scudo protettore: hai bisogno di familiari e amici di cui ti fidi, di un avvocato che accolga e comprenda la pericolosità del soggetto e che eventualmente chieda un ordine restrittivo quando il gioco malvagio si farà ancora più duro delle sue parole. Perché si farà, cara Bea. Non siamo qui per usare dell’eufemismo e mille metafore per annacquare le loro minacce. E’ la vostra vita ad essere tutelata e quindi bisogna DIMOSTRARE CHIARAMENTE di non essere più disposti a tollerare le violenze, gli attacchi verbali e le minacce. Più credono che tu sia sola, più inferiscono. Fondamentalmente sono molto codardi e ci tengono all’immagine, quindi quando capiscono che potresti raccontare al mondo ciò che stai subendo, di solito si bloccato. Lascia che il tuo avvocato faccia il suo lavoro e gli scriva una bella letterina con tanto di fotocopia sulle minacce che stai ricevendo. Lui deve essere immediatamente informato. Deciderete insieme il provvedimento migliore. Per ora vi dovete sentire unicamente tramite i vostri legali, anche sulla base delle terribili parole che ti ha scritto. Non c’è alcuna possibilità di dialogo. Dopodiché, mi chiedo se il mantenimento ti serve, giacché sei sempre stata tu a mandare avanti la baracca senza vedere mai una lira dei suoi soldi. Insomma, è un argomento molto delicato che dipende assolutamente della tua situazione economica attuale. Nel mio caso ho rinunciato a tutto, pur avendo vinto l’affido esclusivo della mia primogenita. Devo, però, dire la verità: non ho placcato l’odio della persona per me. Suo padre ha vissuto come un’affronto il fatto di non poter litigare sui soldi o non potermi umiliare. Forse mentalmente aveva già pianificato una lunga battaglia legale nella quale io avrei lottato fino all’ultimo centesimo. Diciamo che in un primo momento e per qualche mese gli è davvero piaciuta l’idea di restare con tutto quanto. Solo dopo, quando ha compreso che ci saremo trasferite all’estero in via definitiva è che la campagna di odio è arrivata ai massimi livelli. Odiano perdere il potere su di noi, quindi fai le mosse giuste insieme al tuo legale e dai la massima attenzione alle sue minacce. Ti abbraccio forte forte e ti sto vicina. Davvero.

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    2. Bea cara, hai fatto bene a scrivere pubblicamente.

      Quello che ti posso dire io è:
      – non metterti MAI PIU’ nella condizione di entrare in polemica con l’ex mediante tel. o messaggi. D’ora in poi: solo mail (fredde, neutre, ma soprattutto che rimangono agli atti nel caso doveste affrontare una giudiziale per affidamento e mantenimento.
      – spero per te che ciò non avvenga, SOPRATTUTTO che lui ora non reclami diritti paterni (come fa il mio per perseguitarmi reificando nostra figlia per il suo scopo del mio annientamento definitivo) , oppure, non ti mento, ti aspetta un incubo tale (anche per la giovane età della bimba) che al confronto, ciò che hai vissuto finora è una passeggiata di salute. Il diritto di famiglia è una sabbia mobile pazzesca. Purtroppo è possibilissimo che, una volta capita l’antifona del tuo distacco definitivo, lui reclami diritti genitoriali e ne rifiuti i doveri. Per punirti, tenerti ancora sotto scacco, mica perché vuole autenticamente occuparsi della figlia. E se lo dovesse fare: occhio che fanno ai figli esattamente (o peggio) ciò che fanno a noi adulte.
      – In ogni caso, se il problema che ti si presenta nell’immediato è quello del mantenimento: non rispondere mai più a lui (ci stai male solo tu, lui gode, e non risolvi nulla oggettivamente: se non vuole versartelo, non è battibeccando che risolverai la cosa. Dunque solo mail, sull’argomento). Dovesse continuare a non versarti l’assegno, non ti resta che assumere un avvocato. Dopodiché, se la vedranno tra avvocati per tutto quanto, e basta. Tu preservati la salute, che tua figlia ne avrà bisogno.
      – Infine, nel caso lui, nonostante gli atti legali per arrivare a un bonifico permanente (ogni mese tot soldi sul tuo conto), anche coatto (prelievo forzoso dal suo stipendio, con relativo sputtanamento sul posto di lavoro, che è una bella mossa se lui tiene all’immagine professionale), non ottemperasse a norma di legge versando il dovuto (io ora non so se avete già un Decreto che regoli affidamento e mantenimento), c’è un bel trucchetto legale che la mia avvocata ha scovato per “costringerlo” letteralmente a pagare fino all’ultimo cent, con aggiornamenti Istat e tutto, in data certa ogni mese (se hai bisogno in tal senso per dettagli, scrivimi pure a luciabennet@protonmail.com).

      Per tutto il resto invece, se hai la sensazione che potrebbe nuocere a te o alla piccola, ora che lo hai spedito: scrivi a Claudelia. Mi ha dato, nel tempo, alcune dritte per cui le sarò per sempre grata. Anche io posso darti qualche consiglio, ma ci sono ancora dentro in pieno purtroppo, e temo di non avere ancora raggiunto la distanza sufficiente per consigliare altri in merito.

      Ma cerca davvero di NON sprecare tempo prezioso a star male per le sue minchiate telefoniche. Ché con gli intolleranti non si può rispondere con la tolleranza, diceva Popper. Ergo con gli psicopatici non si può rispondere con il buon senso comune, dico io. Ci vogliono strumenti legali, scaltrezza, prove probanti, diari.

      Ti prego, raggiungi la fase del distacco emotivo il prima possibile, dona a te e tua figlia determinata indifferenza. Portati avanti nel caso le cose volgessero al gramo.

      Abbraccio forte

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      1. Carissima Luca,
        grazie per le tue parole. Non mancherò di scriverti.
        Purtroppo ho già capito che avverrà proprio questo: lui userà la bambina per mantenere il controllo su di me, screditarmi e darmi il colpo di grazia.
        Non ha nessuna intenzione di fare le cose per bene e nel suo interesse (mai fino ad ora si è interessato a come stia vivendo lei l’assenza del padre in casa) anzi, nei week end suoi, arriva e la riporta fregandosene degli orari. A me tocca stare in casa o nei paraggi perchè devo recuperare mia figlia.
        Lo faccio ben volentieri (per lei non certo per lui) ma lui gongola a sapermi ancora condizionata.
        I soldi. Altro punto dolentissimo. Mai versato niente. Essendo disoccupato devo anche stare attenta a non rimetterci e a non dovergli passare IO il mantenimento.
        Sono molto preoccupata per l’eventuale condizionamento di mia figlia ma confido nel fatto che sia un vero menefreghista.
        La porta al parco, a mangiare il gelato, a comprare le figurine ma non riesce a trasmetterle nulla! Mai l’ho sentito rivolgersi a lei con parole tenere o nomignoli affettuosi.
        Anzi, lei era il problema. Io essendomi dedicata troppo a lei, trascuravo lui (questo per la sua mente malata).
        Di conseguenza ora come fa a ferirmi? Mi tocca l’unica cosa vitale. L’unica per cui do realmente di matto.
        Devo imparare a non provocarlo. A non incitarlo come si dice.
        Ho ancora molta rabbia dentro di me. Mi animo parecchio mentre lui rimane sempre impassibile. Non fa mai una piega.
        Sono rimasta stupida dal mio messaggio di ieri e ho capito che lui ha ben inteso che la porta dell’albergo non si aprirà mai più. La sua serva h24 non si occuperà più di lui.

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  19. Cara Bea, é terribile leggere queste cose. Non ci sno parole per tanta cattiveria…
    Ho notato anche io che in caso di attacco, ovvero quando li metti di fronte alle loro malefatte e li smascheri hanno delle reazioni a dir poco abnormi. Devono subito distruggerti verbalmente, far passare te per la colpevole della situazione passando per vittime e instillando abilmente sensi di colpa.
    Io ci sono caduta con il primo narcisista, quando scoprii che si faceva la bella vita tra feste e locali mentre a me diceva di stare a casa e anzi di odiare quegli ambienti. Quando gliel’ho detto mi ha dato della ficcanaso, possessiva ecc…una cattiveria gratuita che però su di me ebbe l’effetto di farmi sentire una m…da, al punto che mi sono anche dovuta scusare tra le lacrime pur di non perderlo. Da allora il dominio sul rapporto é stato suo….ottenuta la mia sottomissione psicologica ha iniziato a comportarsi esatamente da narcisita doc, mentre prima sembrava in tutto e per tutto un bravo ragazzo.
    Non farti piegare dalle sue sue infami e ridicole accuse…fatti assistere re da un bravo avvocato e non avere paura delle sue minacce. Fallo per te e la bimba.
    Ti abbraccio forte

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    1. Confermo quello che ti ha detto Claudileia, deve passargli chiaro il messaggio che non deve più permettersi tali minacce e d:ora in poi per qualunque fatto inerente la separazione dovrà rivolgersi all’avvocato e a te dovrà parlare in modo corretto e civile altrimenti gli mandi una diffida legale dall’avvicinarsi a te alla bimba oltre avvisare i carabinieri di minacce. Cercano di farti paura con il terrore psicologico ma non deve assolutamente essere permesso.

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  20. Grazie infinite Claudileia e Spirito per le vostre parole. Oggi sono molto scossa.
    Sembra inverosimile ma nonostante il modo pietoso in cui mi ha sempre trattata, non aveva mai usato questo linguaggio con me. E siamo solo all’inizio.
    La mia antagonista non è messa bene aconomicamente,anzi… e mi ha detto chiaramente che lei in quelle condizioni precarie non lo vuole. E di chi è la colpa se lui adesso riversa in queste condizioni? Mia.
    Io divorzierò a costo di pagare tutto a mie spese e mangiare riso in bianco a vita per mantenere mia figlia.
    Se pensava di avermi piegata in questi anni si sbaglia di grosso. Sono settimane che non ci incontriamo e continua a logorarmi su questo fatto, addirittura piangendo. Io non cedo perchè so benissimo che in un incontro faccia a faccia io potrei vacillare. Il mio cuore è ancora troppo tenero.
    Stamani gli ho ribadito di non permettersi mai più e che il suo atteggiamento aggressivo nei miei riguardi avrà delle conseguenze. Lui mi ha risposto che “ho deciso io di separarmi”.
    Spero trovi nuovo rifornimento alla svelta. Lo sto dicendo sul serio.
    Grazie Claudileia perchè anche se mi fa paura parlarne, mi hai spiegato da cosa nasce il suo odio, ed è per questo che non devo vacillare.
    Un abbraccio grande

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    1. Hai deciso tu di separarti quindi?
      E che dovevi fare? Continuare a subire?
      Ma questi narcisisti sono assurdi…rigirano la realtà di 180 gradi per far sentire te in colpa.
      Per la serie: oltre il danno pure la beffa, dopo tutte le parolacce che ti ha rivolto, disgustoso.

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    2. Niente tentennamenti, cara Bea! Che lui dica di averti scaricata è un bene. Meglio che la pensi così. Il suo orgoglio malato può essere la tua salvezza: “Tanto non la volevo, chissenefrega!”. C’è da temere frasi del tipo “Vedrai. Me la pagherai. Non sai cosa ti aspetta. Lo so io che ne sarà di te, ecc.”.Non importa se questo tono non aveva mai usato prima, consideralo una bandiera rossa e fai vedere all’avvocato. Abbraccio!

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  21. Specifico che per vacillare non intendo assolutamente che tornerei con lui. Ma è un bravissimo attore e sono anni che si inventa malattie e acciacchi di ogni sorta (colpa mia ovviamente).
    Riuscirebbe a farmi ancora pena LUI. Questo si.

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    1. Bea ti capisco benissimo quando dici che è un attore, anche il mio lo è ed è bravissimo nel fingere pentimento, fregherebbe pure Robert Hare che è il luminare della psicopatia, ha una capacità oratoria singolare nonostante sia un emerito ignorante, insomma non gli manca la favella, devi vedere la gestualità poi…è da premio Oscar.
      Purtroppo non puoi fare no contact ma il sasso grigio sì, difficilissimo da attuare, secondo me più del no contact.
      Lucia Bennet ti ha dato degli ottimi consigli.

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    2. Cara Bea, letto tutto, che disgusto che insopportabile ingiustizia.
      Non ti ha risparmiato niente, amante, aborto, dileggio della suddetta demente che da perfetta sua pari adesso non lo vuole più e tu costretta pure a difenderti dalle aggressioni verbali del mostro e, a quanto pare, non è finita.

      Massima solidarietà, per fortuna qui, oltre ad essere compresa e accolta, sei ben consigliata e puoi ottenere indicazioni concrete.
      Ti abbraccio,
      B.

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  22. Quando leggo di certe storie di maltrattamenti durate anni e anni, decenni, con i figli di mezzo, quando leggo tutto questo mi sento fortunata. La mia storia: prima un paio di mesi di suo corteggiamento, poi ci sono stata 6 mesi, poi 8 mesi di no contact (perché si era tolto dalle balle da solo, appresso a una fidanzata che ha letteralmente portato sull’orlo della follia), poi lo scorso novembre è riapparso nelle sale da ballo. Robetta da niente, a confronto di certe altre vicende qui raccontate.

    Però le dinamiche sono le stesse. Dopo il love bombing serrato (non ho ceduto subito, avevo capito pure chi era!) tre mesi da favola, poi ha cominciato subito con svalutazione del nostro rapporto (la cosa che mi ha sempre fatto più male), triangolazioni, collera e rabbia. Un andare e venire continuo durato 3 mesi. In ultimo, dopo 3 giorni veramente belli passati a casa mia, immediatamente dopo mi comunica che si è finalmente fidanzato. Non per gelosia, ma per estenuazione l’ho mandato a cagare prima io di lui. Si stava comunque orientando a scartarmi (pochi rifornimenti, da parte mia, non mi sono mai fatta vedere sofferente, non l’ho mai inseguito, non mi sono mai abbassata a nulla, ho studiato il fenomeno parecchio, l’ho fatto incollerire spesso e volentieri: pure soddisfazioni, ma che fatica!), ma non si aspettava questa mia decisione, e ha tentato di recuperarmi, però io sono stata ferma. Lui è sparito.

    Dopo averlo abbandonato, ho provato inizialmente sollievo (il problema non era più il mio!), ma dopo un paio di mesi ho cominciato ad avvertire con chiarezza tutti i sintomi della dipendenza: mi mancava l’adrenalina che mi dava, mi mancavano i momenti “eccezionali”, il pensiero era fisso, è subentrato un senso di noia, una forma di disperazione, una mia incapacità di vivere con pienezza qualsiasi cosa, un dolore per non essere stata vista e accolta. Una domanda, insistente, martellante: come fa a non avere bisogno di me? A un certo punto, ho cominciato ad alternare momenti di sollievo a momenti in cui riprecipitavo letteralmente verso un abisso. Alla domanda di cui sopra, se n’è aggiunta e spesso sostituita un’altra, con una forte marca di preoccupazione: ne uscirò mai? Ho iniziato una psicoterapia, ormai consapevole che tutte le domande dovevano essere rivolte su me stessa, non più su di lui.

    Il dolore segue delle strade non lineari. L’elaborazione del dolore pure.

    Un abbraccio.

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    1. Cara Blume io esco da 5 anni e mezzo e ti dico che le domande e le sensazioni sono uguali. Anche io in questi mesi ho avuto gran belle giornate in cui mi sentivo che mi stavo liberando ma poi risprofondo di nuovo. Non ne capisco il motivo
      Il cervello si dà pace qualche ora o un giorno intero ma poi torna a martellare.
      Ecco questo non comprendo ed è per questo che non capisco come se ne esce perché si ha l’astinenza da non si capisce cosa perché poi la persona in se fisicamente non mi mancava e nemmeno gli abusi, le corna, la sensazione di solitudine, la freddezza, sentirmi sempre messa da parte o non desiderata, i messaggi che venivano a mancare ecc ecc ecc ecc potrei andare avanti per ore 😂
      Ecco perché non ha senso niente ne’ nella relazione ne’ in qsta sofferenza indescrivibile e insensata per uno che non mi ama nemmeno e non ha mancato di dirmelo!
      Un abbraccio

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      1. Cara Eris, le vie dell’elaborazione del dolore non sono lineari, anche dai dolori diciamo sani, figuriamoci dai dolori causati da rapporti insani! Posso fare l’esempio della perdita di mio padre (figura molto significativa, nel bene e nel male): in certi giorni mi sento leggera e non ci penso, in altri ritorno a sentire un forte senso di mancanza e tanta nostalgia, il dolore mi si ripresenta tale e quale come fosse il primo giorno.
        Teniamo anche presente che, nel caso degli np, ci sono pure reazioni proprio chimiche del nostro cervello e del nostro corpo: leggevo, tempo fa, che questo farci stare sempre sulla corda, questo allarme continuo in cui np fanno vivere gli altri, fa scattare reazioni biochimiche anomale (nel senso che sono reazioni normali nei casi di vero pericolo, che però sono situazioni eccezionali nella vita di una persona, diventano anomale se costituiscono l’ordinarietà): in sintesi: il cervello manda segnali alle ghiandole surrenali, che producono un surplus di cortisolo e adrenalina, poi il cervello per calmare la situazione fa produrre le endorfine (sostanze del benessere). Se questa produzione è eccessivamente e ripetutamente legata ad agenti esterni (come nel caso della condizione psicofisica procurata da np con le loro maleazioni), finiamo con l’avere necessità dell’agente esterno per procurarci in qualche modo benessere, per superare lo stato di allarme e di paura. Finiamo per avere bisogno, proprio fisicamente, degli stessi agenti che ci procurano l’allarme e il disastro! E’ lo stesso meccanismo delle droghe pesanti: ti conducono loro a produrre le endorfine e finisci che, senza di loro, non le sai più produrre, almeno non nelle dosi massicce che ti servirebbero per superare l’astinenza. Con lo stesso meccanismo agiscono gli smartphone (dipendenza compulsiva da essi) e pure gli np (dipendenza ugualmente compulsiva): agiscono sulle stesse parti del cervello e nello stesso modo!

        Per cui, coraggio, siamo come drogati pesanti, ma ce la possiamo fare a disintossicarci!

        Un abbraccio

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    2. Cara Blume la tua storia conferma che anche relazioni di breve durata con loro riescono comunque a creare una forte dipendenza…..che può essere affettiva, mentale fisica..a volte si dipende solo da una di queste cose a volte da due, a volte da tutte e tre (e in quel caso, tanti auguri per la sanità mentale).
      Io ho avuto dipendenza fisica e affettiva dal primo np e mentale dal secondo…..ma vedo che le dinamiche sono simili anche se con meno coinvolgimento emotivo.
      La genesi della mia seconda relazione é di stata veramente lunga…..quasi due anni di conoscenza virtuale sporadica (conosciuto su una chat e scambiato il contatto Facebook) prima di vederci dal vivo. In quei due anni lui ha tentato due o tre approcci proponendomi di vederci ma io ero ancora dentro la storia con il primo np e lo tenevo a distanza. Forse già allora intuivo qualcosa ma ero troppo presa altrove.
      Poi il famoso incontro galeotto a scuola. Vedermelo davanti all’improvviso é stato scioccante, e una grossa sorpresa anche per lui. Da quel momento, complice anche il fatto che avevo chiuso da qualche mese con il primo np, abbiamo iniziato a sentirci più spesso e il desiderio di iniziare qualcosa si è fatto via via più intenso. All’inizio però è stato complicato. Lui offriva contatto fisico e io invece cercavo una conoscenza più approfondita….lui era restío e quindi non ho accettato la proposta, anche se mi piaceva da morire. Sapevo che vedeva qualcuna ma non era chiaro il rapporto che avevano e anche questo mi frenava. Insomma….avevo molti dubbi.
      Poi c’è stata una discussione per una sua indelicatezza e lì ci siamo staccati per cinque mesi.
      Ho sentito subito che mi mancava moltissimo ma avendo capito che era narcy mi ero “vabbè dai, meglio così, ho evitato una delusione certa”.
      In quei cinque mesi ho visto e frequentato un altra persona ma lui continuava a fare capolino nella mia mente. Finché ho ceduto e alla fine dell’estate gli ho scritto per sapere come stava.
      Non mi aspettavo risposta ed invece….mi ha risposto subito ed abbiamo ripreso da dove avevamo interrotto. Stavolta non volevo perderlo e mi sono buttata subito nella relazione come lui l’aveva ideate e voluta da subito….attrazione e scambio di messaggi con le nostre fantasie reciproche, incontri adrenalinici e nessun obbligo di regolarità se non il desiderio del momento. A quel punto non me ne fregava più niente…lo volevo e basta. Nel frattempo lui mi ha fatto capire che la sua frequentazione era diventata più stabile, ma a quel punto non importava più…lo volevo proprio, ero già in dipendenza piena.
      Purtroppo questi rapporti nascono già difettato alla base, visto che non c’è conoscenza graduale ma da subito forti pressioni dal narcisista per portarti al loro gioco….i loro corteggiamenti sono subito orientati ad avere da te quello che loro vogliono, rispecchiando i tuoi bisogni e andando ad insinuarsi nei lati più esposti.
      Capire queste dinamiche è importante, io credo se ne possa uscire, o almeno contenere i danni andando a lavorare su quei lati fragili, poi bisogna anche capire che l’attrazione per questa tipologia di uomo dipende appunto dal nostro apprendistato emotivo iniziale che ci porta a rivivere quel tipo di attaccamento.
      Insomma….é un lungo percorso ma va fatto per evitare in futuro di soccombere sempre a queste dinamiche.
      Baci

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  23. E’ bellissimo il tuo contributo, cara Passiflora, altro che pazza visionaria.
    Spesso ci danniamo per cercare di inquadrare loro, per definire i loro comportamenti e trascuriamo completamente un aspetto fondamentale, che è come vediamo noi stesse in tutto questo.
    Io ricordo che i primi giorni (dopo la rivelazione) non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto la mattina, e i giorni seguenti al lavoro trattenevo il pianto e la voglia di correre a casa a rifugiarmi.
    Tu stessa cara Eris mi dicevi di fare qualcosa per me e ricordo bene cosa ti risposi: non so neanche cosa significhi fare qualcosa per ME.
    Ricordo la prima volta che ho fatto la spesa al supermercato! Non sapevo nemmeno cosa comprare. E non perchè io non abbia mai fatto spesa, anzi .. L’ho sempre fatta ma io non ero mai inclusa. Ogni cibo non era per me, non assecondava i miei gusti personali. Mangiavo anche io quello che piaceva a lui.
    Ho dovuto sforzarmi e capire cosa mi potesse davvero piacere, al di la del fatto se lui l’avrebbe trovato gradevole, salutare o tutte quelle castronate sulle tabelle alimentari che ora può attaccarsi dove non batte il sole.
    Ho provato più pena per me stessa in quel momento, che in molti altri. Questo perchè mi sono sentita invisibile.
    Il mio personale percorso di recupero consiste proprio nel re impostare la mia vita mettendo me stessa al centro di tutto.
    Per anni mi sono dannata per assecondare i desideri, le lamentele, i bisogni materiali di altre persone. Più davo e più mi privavo e mi sentivo anche dire che il bello è appunto donare altri altri senza mai pretendere nulla in cambio.
    Questa filosofia mi ha annientata. La vita è una sola e noi non siamo missionarie, non dobbiamo dare niente a nessuno se DOPO stiamo male o ci sentiamo di aver perso una parte di noi.

    Cara babi grazie! Non mi ha risparmiato niente davvero. E Oliver non vorrei fare gaffe ma era il tuo un altro che aveva la salute cagionevole?
    Perchè anche qui potrei scrivere un libro di barzellette.
    Pressione alta, mal di schiena, acne, mal di stomaco, mal di denti, sonno agitato, inappetenza, calo della libido, linfonodi ingrossati, psoriasi.
    Quella che più mi preoccupava era l’inappetenza, dato che era un gran mangione. Neanche a dirlo, secondo lui la colpa era mia. Lo angosciavo a tal punto che non riusciva nemmeno a consumare la cena che io prontamente preparavo.
    Ah poi naturalmente ho capito che cenava a casa dell’amante eh!
    Ora auguro a entrambi cene infinite alla “Lilly e il Vagabondo” ..purchè stiano lontani da me.

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    1. Ciao Bea, il mio diceva di avere l’ansia e la tachicardia, ovviamente ne ero io la causa solo perché “osavo” chiedergli se ci saremmo visti il sabato successivo (al telefono diceva che gli avrebbe fatto piacere se fossi uscita con lui il sabato, poi quando ci vedevamo poco prima di uscire dalla sua macchina glielo chiedevo e mi diceva che aveva la tachicardia).
      Mai visto in preda all’ansia, sempre tranquillo era.
      Era molto volubile, incoerente, bugiardo e manipolatore perché instillava in me sensi di colpa inesistenti, mi ha fatto dubitare di tutto, del mio aspetto fisico, delle mia qualità.
      Stando lontano da loro piano piano la nebbia si dissipa.

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  24. Anche il mio mooooolto cagionevole,di tutto e di più dalla testa ai piedi,disastri-io intanto svenivo circa un paio di volte al mese-inappetente no salvo avvisare che lui non mangiava dolci,peccato che i bambini fossero costretti a nascondere la nutella!

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  25. Il contributo di Passiflora è veramente bello, anche per me. E’ molto poetico, in primo luogo, questa è la qualità che si apprezza immediatamente. Ma pure contiene un messaggio importante, direi importantissimo, direi fondamentale: spostare lo sguardo su di noi, ri-prendere contatto con i nostri VERI sentimenti (quelli verso noi stessi, non verso np), farlo attraverso il procedimento analogico, attraverso le immagini che ci vengono in libera associazione mentale, è un buon metodo per tornare a prendere confidenza con noi stessi.
    Una delle conseguenze della ripetuta esposizione a np è infatti la progressiva perdita della capacità di pensare a noi stessi: np, con i loro comportamenti, con il loro modo d’essere, costringono a far convergere ogni pensiero, ogni energia su di loro. A un certo punto, noi abbiamo difficoltà a percepire la nostra anima, i nostri sentimenti, addirittura le nostre sensazioni e i i nostri gusti (Bea al supermercato!). Che np vogliano distruggere l’identità dell’Altro significa esattamente questo.

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  26. Trovato il bellissimo commento di Passiflora!
    Bello perchè intimo e delicato, pur parlando di una sofferenza ENORME, come quella che si prova negli scarti improvvisi ed immotivati.
    Ecco, questo dolore che credo qui tutte abbiamo provato sia qualcosa di inaudito anche solo a concepirlo, e credo che dopo l’assassionio e la tortura sia la cosa peggiore che un essere umano possa fare ad un altro. E’ un vero e proprio omicidio psichico.
    La mancanza di motivazioni plausibili ti getta in uno stato di angoscia inaudita.
    Anche quando una parvenza di motivazione c’è (litigata spesso indotta ad arte dallo stesso narcisista) lo scarto appare sempre una reazione ABNORME.
    Si impara che con i narcisisti non c’e’ quella meravigliosa cosa che esiste tra persone che si vogliono bene, ovvero una discussione anche accesa ma poi seguita dal profondo desiderio di entrambi di ricomporre la frattura e ritrovarsi più uniti di prima.
    No…con loro è abbandono brutale. Blocco, silenzio. Anche per cose di scarsa rilevanza, facilmente risolvibili nella normalità ma che con loro diventano montagne insormontabili.
    Quando il mio primo Np mi scartò ricordo benissimo cosa provai quella notte. Visualizzai il mio viso e mi vidi improvvisamente un’immagine allucinante. Come se tutta la pelle del mio viso fosse tirata eppure completamente raggrinzita, come dopo un’ustione di terzo grado. Come se mi avesse lanciato un secchio di acido.
    Il giorno dopo dovevo andare a casa dei miei e tenni gli occhiali da sole per non mostrare gli occhi gonfi, dissi che avevo una congiuntivite. Ero sconvolta dal dolore, tantopiù che il furbone aveva fatto in modo che lo scarto fosse “motivato” da una mia presunta colpa.
    Anche in altri scarti ebbi immagini di violenza fisica, solitamente la sensazione era quella di prendere una bastonata in testa. A volte ho anche avuto dolori al centro del petto, tipo inizio di infarto.
    Ecco, questo è uno dei motivi per cui non riesco a perdonare anche se vorrei tanto trovare la pace e accettare che le cose siano finite perchè non c’era nessuna alternativa, non ci riesco perchè quel male è stato reale e non immaginario, anche se fisicamente non mi è stato fatto nulla.
    Quindi carissima Passiflora…tutte noi abbiamo vissuto il tuo identico dolore e ti capiamo benissimo. Grazie per aver condiviso una cosa così dolorosa in modo tanto gentile e umano.
    Un grandissimo abbraccio

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  27. Ciao ragazze /i, qui le giornate scorrono velocemente divise tra lavoro family e clinica dove oggi ho iniziato ad imboccare mio padre dopo un ictus che lo ha reso paralizzato. Vi leggo sempre e condivido tutto ma non riesco a commentare i post come si deve ahimè. Un abbraccio forte a tutti.
    P. S. Ha scritto Luca in un post vecchio e credo abbia bisogno di un consiglio… 💪

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    1. Cara Lalla leggo solo ora il tuo commento….sono contenta i progressi del papà! Anche le cose più semplici come mangiare sono difficili dopo un ictus. Spero migliori sempre di più.
      Ti abbraccio forte! 💜

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  28. Mi dispiace molto July per questa tua esperienza, alcune volte pensando al narcisismo e a quello che scatena in noi lo associo all’assenza di respiro, specialmente dopo la fase dell’amore intenso, falsamente intenso, privo di qualunque sentimento da parte del o della narcisista. Come July anche io mi credevo pronta ad affrontare tutto, sono sempre stata determinata, ma nel mio caso ho sofferto di depressione, e sebbene avessi già avuto una relazione con una persona narcisista ci sono ricaduta, colpevolizzandomi anche per poi capire che davvero non avevo colpe. Loro percepiscono con un istinto malato quando in noi c’è una vulnerabilità e quando l’ultima persona mi ha raggirata agganciandomi io stavo male, ero depressa e lì si è andata ad infilare la sua personalità distorta. In questo la mia storia differisce dalla tua July, forse non lo so, a me ritornare su questo ora sta facendo bene, mi fa vedere come non abbiano alcun rispetto per l’umanità, per le persone, per il nostro dolore, per le nostre ferite.

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