L’arte di non trasformarsi in carri armati – solo perché qualcuno ha voluto

La parte migliore dell’umanità è la sua capacità di connettersi con gli altri.

Ecco da cosa scappano i narcisistici patologici, psicopatici e co.

Siamo fatti apposta per fare tribù, per formare famiglie, per lavorare in gruppo, per essere in coppia e per coltivare amicizie.

La spinta a creare legami e coltivarli nel tempo con costanza e dedizione, è ciò che ci rende sublimi nella nostra normalità.

Eppure, ciò che vediamo in giro è più solitudine, più depressione, più relazioni interrotte, più disconnessione. Cosa sta succedendo?

La vulnerabilità è la forza motrice della connessione. Significa essere coraggiosi e nel contempo teneri. È impossibile connettersi con gli altri senza abbassare le difese.

Il punto è che questa capacità viene trasformata in una “debolezza”.

A volte ci crediamo molto più ‘forti’ dopo aver superato le fasi più difficili di un trauma ma… non è che ci siamo irrigiditi e induriti per proteggerci dal rischio di essere feriti?

Certe volte è così. Ci siamo protetti dalla vulnerabilità e non ci siamo permessi di abbassare la guardia IN NESSUN MOMENTO. Quando rinneghiamo la nostra vulnerabilità siamo protetti dal dolore, ma siamo anche protetti dall’amore, dall’intimità, dalla gioia, dalle nuove scoperte e dalla connessione con gli altri. Il dolore e l’amore arrivano a noi dalla stessa porta d’ingresso: se la chiudiamo per uno, allora la chiudiamo per tutto il resto.

Negare la nostra vulnerabilità significa evitare che nuove relazioni nascano.

Ammettersi vulnerabili implica dire all’altro, colui che si presenta nella nostra vita con delicatezza e rispetto: “Eccomi qui, con i miei limiti impostati alla meno peggio, i miei segreti, le mie paure, il mio affetto. Stai attento: tutto ciò è prezioso!”.

Le ferite della vita, soprattutto se generate da relazioni tossiche, ci portano a dire ai neo arrivati: “Tu sei lì. Io sono qui. Se non ci avviciniamo più di tanto non ci facciamo del male, ok? Ci vediamo la prossima settimana, se le nostre agende lo permettono…”.

Dopo un po’ subentra il vuoto: io sono libera, tu sei libero, eppure perché non ci stiamo divertendo?

Non si costruisce la fiducia, la vicinanza, l’intimità vera e il senso di appartenenza andando avanti imperterriti come se ci avessero programmati per diventare impenetrabili come dei carri armati.

Vulnerabilità è… apertura alle esperienze, alle persone e anche ALL’INCERTEZZA. Può essere spaventoso? Certamente. Ma è pur sempre un atto coraggio.

Sulla base di quanto avete letto fin qui avete compreso che i soggetti affetti da DNP oppure psicopatia negano la vita e la sua imprevedibilità con tutte le loro forze.

Sembrare forti, vincenti, perfetti e DURI è per loro motivo di vanto. La pseudo vulnerabilità che possono dimostrare ogni tanto è, come tutte le cose belle della vita, abilmente strumentalizzata per raggiungere uno scopo: quem não chora não mama, è un detto brasiliano che vuol dire “chi non piange non beve il latte”… Sono lacrime funzionali.

Quando ci crediamo degni di essere amati l’apertura verso il mondo avviene in modo spontaneo. Il pianto non serve più, perché ha avuto il suo tempo. Tutto ciò che ci serve è la nostra corazza di dignità.

Quando ci crediamo degni di vivere un rapporto sano siamo più propensi a muoverci verso persone sane, il che significa saper stabilire connessioni non più sulla base di quanto ci offrono gli altri, ma di quanto siamo disposti a trasmettere anche soltanto attraverso uno sguardo ciò che la vita ci ha insegnato.

Potere reale è aprirsi agli altri, il che non significa trasformare immediatamente la nostra vita con chissà quale elisir miracoloso per cominciare a vedere tutto rosa dopo aver subito una serie di abusi narcisistici, ma essere disposti ad abbandonare la vergogna, il senso di umiliazione, di rivalsa e la paura di fallire quando il nostro desiderio di connessione con gli altri parla più forte del nostro vissuto traumatico.

Chi si presenta nella nostra vita durante la fase di superamento del trauma o subito dopo merita il meglio di noi. Non importa se quel “ti amo” detto per primo non è stato corrisposto, se quel “mi manchi” non è stato restituito o se la nostra richiesta di aiuto non è stata accolta nei tempi in cui volevamo. Le persone comuni meritano il meglio di noi per il semplice fatto di essere NORMALI e quindi DIVINE.

Le persone che credono di essere degne di un rapporto sano hanno meno probabilità di incolpare se stesse e la propria “indegnità” quando ciò che auspicano con tutto il cuore semplicemente non accade.

Permettersi di essere vulnerabili all’incertezza è un lusso che i maniaci del controllo non si possono concedere, ecco perché hanno provato in ogni modo ad annullare la vita e la speranza che era in voi.

Non ci sono garanzie che mai più saremo rifiutati o maltrattati, ma se abbiamo fiducia in noi e se veramente ci crediamo degni dell’amore che meritiamo, allora la delusione, il dolore, la rabbia e l’umiliazione non saranno più il motore del carro armato che ci hanno fatto diventare nostro malgrado.

Più crediamo di non essere degni di nulla più ci comporteremo come se questo fosse vero e, di conseguenza, meno affetto proveremo per gli altri, meno saremo disposti ad accettare dimostrazioni di affetto senza insospettirci e meno saremo capace di empatizzare con persone comuni meno problematiche, più rilassate, e soprattutto, NON DISTURBATE…

I meravigliosi NORMALI esistono, ma individuarli a volte dipende dello spessore della nostra coltre di paura e vergogna.

Non lasciate che la solitudine diventi cronica soltanto perché così era scritto nell’agenda di qualcuno.

Essere vulnerabili non significa condividere e dare in pasto ogni dettaglio della nostra vita a mezzo mondo. Si tratta di un’intenzione e non di sovraesposizione con conseguente assenza di limiti.

Ci sono persone che avvertiamo più vicine a noi perché empatiche, persone per le quali vale la pena correre il rischio di offrire un’apertura maggiore delle altre.

Ci apriamo, offriamo un po’ di più di noi stessi e speriamo, ci auguriamo con tutto il cuore, che il nostro dono venga ricevuto.

Tempo fa ho scritto sugli amici “Charlie Brown” dei narcisisti perversi, coloro che prestano le orecchie per far da fogna a tutto il marcio che tali disturbati hanno dentro: questo è il massimo che si può ottenere in questi pseudo rapporti unilaterali, in cui uno dà (la persona sana) e l’altro sfrutta (il disturbato). Oltre il contatto zero, il contatto minimo e questo ingrato ruolo non esiste alcun tipo di connessione da essere mantenuto con soggetti che negano la loro vulnerabilità fino al congelamento del loro sentire più profondo.

Da qualche parte lungo la strada della guarigione, avvertiamo che il bisogno di proteggerci dall’essere vulnerabili ha trionfato sul nostro bisogno di connettersi con gli altri. Poche cose feriscono così profondamente e completamente come il dolore che deriva dagli abusi narcisistici.

Il dolore e l’incertezza fanno parte della vita. Sì, lo so, è una frase fatta, ma evadere ad ogni costo è ciò che rende alcune persone narcisiste fino a livelli perversi e altre no.

Possiamo proteggerci dagli altri all’infinito, esattamente come fanno i disturbati, correre il rischio di restare disconnessi dai nostri sentimenti fino alla fine, esattamente come loro… Ma una volta raggiunta la conoscenza, non ci sono più scuse per accettare un progetto di vita che non ci appartiene perché nega ogni connessione possibile e quindi ogni gioia.

La vita accade nel bel mezzo della nostra vulnerabilità: quando chiediamo aiuto, quando diciamo “ti amo”, quando confessiamo “mi manchi”, quando facciamo l’amore con qualcuno o da soli (niente ipocrisie, su!), quando diamo un abbraccio con tutto il nostro corpo a un amico che ci attrae ma che ‘è solo un amico, come un fratello ed io non voglio rovinare l’amicizia e… e…’, quando inseguiamo il nostro cane nel parco e lo vediamo buttarsi sulle prime foglie autunnali, quando ci rechiamo in ospedale e attendiamo, in sala di attesa, la nascita di un nipote è che la vita VIBRA con noi.

È così che dove ci troviamo e in qualunque circostanza LA SENTIAMO.

Quando neghiamo la nostra vulnerabilità e la seppelliamo sotto una coltre di menzogne e tradimenti – a noi stessi e agli altri – è che la vita ci sfugge: insorge la voglia di adrenalina!

No, amici miei. Non ci sono garanzie che saremo 100% felici.

Non ci sono mai state.

Non possiamo garantire il risultato della nostra apertura agli altri, ma possiamo avere fiducia nella nostra capacità di affrontare la vita, qualunque cosa ci offra, sentendoci ugualmente degni.

Vivere e amare con un cuore aperto e vulnerabile…

Non c’è niente di più onesto e più coraggioso di quello che si ottiene rispedendo al mittente il senso di indegnità, di inferiorità e la poca fiducia che ha proiettato su di noi.

 

 

122 pensieri su “L’arte di non trasformarsi in carri armati – solo perché qualcuno ha voluto

  1. Purtroppo questa volta devo concordare solo in parte con l’articolo…
    È vero che non bisogna chiudersi rispetto ai sentimenti dopo un rapporto abusante, ma é anche vero che dobbiamo cambiare la nostra prospettiva rispetto al passato.
    Amare, essere amati è bello ma quando nella nostra vita ci siamo dati a qualcuno che ha abusato qualcosa sicuramente abbiamo sbagliato.
    Per quanto siano abilissimi gli Np a ingannare il prossimo, molti di noi sono andati avanti anche dopo gli abusi, e questo è terribile e non va più permesso.
    Chi è molto empatico, come noi che abbiamo avuto rapporti con Np, non può permettersi di essere tanto aperti e vulnerabile….non abbiamo sufficienti difese per sopportare ulteriori delusioni e abusi, dobbiamo prima comprendere perché siamo stati dentro certe situazioni e poi modificare il nostro modo di comportarci per evitare che si ripetano. Perché i narcisistibsi sa come sono, ma anche noi abbiamo fatto degli errori altrimenti ce ne saremmo andati alle prime avvisaglie.
    Non possiamo essere sempre troppo dedicati agli altri e poco a noi stessi, non possiamo permettere che la prima persona che di nostra “gentile” possa entrare nelle nostre vite……e gli np sono bravissimi a camuffarsi, ma anche senza scomodare la patologia, ci sono tantissini/e stronzi/e dietro l’angolo che approfittano dell’indole di chi è particolarmente empatico e generoso.
    Io ho capito che non posso più permettermi di relazionarmi con chiunque come facevo in passato, devo darmi tempo per conoscere e capire la persona, devo guardare più ai fatti che alle parole, devo ascoltare i miei bisogni e non solo quelli dell’altro.
    Non posso essere di nuovo vulnerabile….non me lo posso più permettere perché ogni persona che oggi entra nella mia vita trova una persona più forte ma anche altamente danneggiata.
    Nel bellissimo libro “Il danno” la protagonista dice “Le persone danneggiate sono pericolose perché sanno che possono sopravvivere”.
    Ebbene, io so che se non cambio potrei mettermi a rischio ancora, so che posso sopravvivere ma questo non può farmi accettare rischi di essere nuovamente risucchiata in rapporto malati e abusati.
    Quindi no alla chiusura totale ma nemmeno quella fiducia nella bontà umana…non devo proteggermi dai sentimenti, no, ma dalle persone tossiche si e per questo non posso più essere troppo buona e altruista come in passato…
    Un abbraccio

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    1. Cara Spirito, hai scritto bene: “non posso correre il rischio di essere risucchiata in rapporti MALATI e ABUSANTI”. Ed è qui che sorge la domanda: è possibile che durante la nostra vita si presentino soltanto questi rapporti? Perché il percentuale di narcisisti perversi o psicopatici è basso rispetto alle persone normali e quindi… non è che c’è uno scarto a priori dei c.d. normali pur di andare alla ricerca di ulteriori emozioni forti? Penso che queste domande bisogna porsi quando la chiusura netta raggiunge un certo numero di ANNI. Una cosa è fare introspezione, un’altra è chiudersi completamente perché così ci hanno programmato, castrando ogni nostra spontaneità. Ho scritto che non si tratta di apertura cieca, ma di valutare se non ci sono troppe difese NON NOSTRE in atto, pronte a lasciarci nel limbo a vita. Abbracci a te.

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      1. Personalmente non sono chiusa a nulla ma ho capito che devo stare attenta e non essere più troppo fiduciosa nel prossimo….che é diverso dal rifiutare ogni nuova conoscenza a propri.
        Non tanto le emozioni forti sono il problema (si può avere un rapporto intenso e stimolante e non piatto e noioso anche con una persona sana) quanto proprio saper individuare per tempo i soggetti che si mostrano in un modo e poi si rivelano in un altro…..
        Penso che si possa vivere l’ amore in modo vario…..sia nella serenità che nella passione….ma con la persona giusta ovviamente.
        Un abbraccio

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      2. Certo, una cosa è essere cauti e prudenti, altra cosa ben diversa è la chiusura in sé provocata da rapporti tossici precedenti. Capisco che nell’immediato la tendenza è la chiusura, ma bisogna fare attenzione a non farla diventare eterna, perché è proprio questo il sogno di ogni perverso… Amano immaginare di essere gli ultimi uomini che hai avuto e certe volte riescono a introiettare proprio questo nella mente delle loro prede. Abbraccio ricambiato! ❤️

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      3. Si Claudileia, su questo sono assolutamente d’accordo: non bisogna dargliela vinta. Per quanto mi riguarda gli Np su di me si illudono alla grande se pensano che dopo loro non voglia più conoscere nessuno…io ho sempre cercato la persona giusta…perchè dentro di me sentivo che con entrambi qualcosa non andava, che non era quello che volevo per me. Questa mia libertà, che poi è solo un non volermi legare a qualcuno che non vuole essere emotivamente disponibile, me l’hanno fatta pagare cara entrambi.
        Np2 ha avuto una bruttissima reazione quando ha saputo che in sua assenza, durante l’estate, ho frequentato un’altra persona. Una rabbia senza senso peraltro: io sono single e lui no, eppure secondo la sua mente bacata io avrei dovuto starmene buona in un angolo ad aspettare che lui decidesse di rifarsi vivo, dopo avermi parcheggiata per (sue parole)”agevolarsi persone e questioni”.
        Per cui lui, che tradiva la compagna aveva il diritto di prendersela insultandomi (come ho già raccontato) mentre io, che ero libera e single, ero la poco di buono.
        Questa loro possessività malsana oltre che disonesta è stata una delle tante ragioni per cui alla fine ho estromesso Np dalla mia vita. Abbracci

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      4. Oh, sì! I narcisisti sposati si aspettano sempre che le loro amanti restino a casa con un canovaccio ben grande da ricamare mentre loro “vedono gente e fanno cose”. Guai alle amanti quando decidono di muoversi: diventano automaticamente serpe velenose nate per imbrogliare le povere stelle che, a quel punto, si presentano “sofferenti” e terrorizzate da corna immaginarie! Well, se Martin Luther King aveva un sogno, anch’io ‘I have a dream’: che ogni narcisista perverso riesca a trovare un’amante infinitamente più perversa di lui, una che abbia un nocciolo duro di amanti e che piangendo e guardando negli occhi quando ‘interrogate’ da loro le dica ‘ti amo’ di modo talmente convincente da portarli alla follia, perché è questo che meritano nella vita: solo follia e niente pace.

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      5. Magari fosse così Claudileia..
        Qualche settimana fatta mi è capitato per le mani un libro il cui titolo mi aveva colpito: “L’uomo che non sapeva amare”.
        Ebbene, sfogliando una pagina a caso mi sono soffermata su questa frase: “Un uomo sposato può sicuramente tradire la moglie ed anche essere tradito a sua volta ma un’amante non può tradirlo mai”.
        Questi mentecatti sono talmente accecati dal loro ego che non possono concepire che una persona non sia una proprietà e che il rispetto è sempre dovuto, a prescindere dal titolo e dal ruolo che essa rappresenta nella sua vita.
        Io non volevo essere un’amante, mi sono trovata questo tizio che per anni ha cercato di avermi e a un certo punto mi ha beccata nel momento giusto.
        Quando l’ho conosciuto era single e sempre così si è mostrato fino a che non ha più potuto fingere la realtà, ma ormai le cose erano andate troppo oltre.
        Mai ho voluto assumere il ruolo di quella che cerca di strappare l’uomo a un’altra o che fa di tutto per creare disagi o problemi.
        Nonostante ciò, ho ricevuto insulti di basso livello da lui perché appunto non mi sono piegata a fare la bella statuina che aspetta li brava e buona, e questo ovviamente non lo poteva accettare. Ho anche ricevuto giudizi di altro genere da altre persone ma io so il mio percorso quindi non mi faccio influenzare.
        Credo di essere stata molto vicina alla figura che tu dici, ovvero l’amante ancora più spietata, che non si è fatta piegare e lo ha fatto uscire di cranio…mi resta questa soddisfazione: averlo fatto sbroccare di brutto, alla fine.
        Ne avrà trovata prontamente una nuova? Sicuramente. Le abilità di intortare non gli mancano, ma sono certa che la stangata sia stata notevole e se la ricorderà a lungo: lasciato dalla sua preda preferita, la più ostica, e anche la più desiderata, proprio perché mai piegata fino in fondo.

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  2. Purtroppo, da allora non ho incontrato nessuna “sana”. Perché forse non esiste qualcuno di sano totalmente. Non ho avuto né voglia, né forza di approfondire rapporti che già si presentavano problematici. Mi sono detto che è il mio modo di essere (e soprattutto, purtroppo, di apparire) a richiamare persone con problemi simili ai miei oppure direttamente i predatori. Se non è così, allora devo credere di essere in quell’età della vita in cui chi è solo è per certi versi stato “scartato”… e questo è un pensiero terribile, discriminatorio, crudele. Conterrà della verità? Ci sono soltanto bestie perverse e prede scampate ad esse? La fiducia è andata persa. Non potrei negare a me stesso l’insegnamento che l’abuso mi ha fatto imparare. Reagire all’abuso sarebbe anche liberarmi di qualcosa in cui non voglio più credere… ma non posso negare la verità. E la verità è che non c’è più nessuna in vista.

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    1. Caro S.w.a, spesso mi chiedo quanto siamo stati condizionati dall’idea che la nostra controparte debba essere meno fragile o vulnerabile di noi… Forse è questo il limite, no? Azzardo una domanda: non è che il bisogno di idealizzare qualcuno e di essere idealizzato prima di fidarsi, prima di aprirsi, è entrato a far parte del tuo DNA? Ho un amico che è una bravissima persona, ma che non riesce a far coppia con nessun’altra donna dopo che l’ex moglie l’ha mollato circa 15 anni fa. Abbiamo osservato (mio marito ed io) che lui cercava sempre donne fisicamente molto simili all’ex oppure che avevano i suoi stessi gusti. Cosa succedeva? Bene: le donne fisicamente simili alla moglie NON ERANO LA MOGLIE e le donne che avevano i suoi stessi gusti lo annoiavano a morte, perché rappresentavano proprio lui. Lui, senza esserne consapevole, stava imboccando la strada senza ritorno della solitudine cronica: nessuna andava mai bene perché continuava a riprodurre il suo matrimonio. La svolta sarebbe stata quella di aprirsi a persone diverse dall’ex e da se stesso, ma essendo un carattere rigido che non voleva sentir parlare di terapia, tutto ciò che potevamo fare era accogliere le sue lamentele. Penso che le persone sane esistano eccome: possono avere una serie di problemi che restano però scollegati dalla loro personalità, senza alterarla o inquinarla. Problemi che possiamo avere tutti noi: bollette da pagare che le rendono pensierose, indisponibilità a fare dello sport perché amano le pantofole, chili in più oppure in meno, un lavoro non appagante che le porta a lamentarsi, parenti serpenti che danno filo da torcere, figli in piena crisi adolescenziali, ecc. A volte c’è un po’ di confusione tra ciò che capita nella vita di una persona e ciò che è lei, nella sua essenza. Bisogna fare attenzione a non cadere in certi tranelli… Abbracci a te!

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      1. Il fatto è che queste persone normali e a posto, per prima cosa, non credo possano amare il mio mondo, che di normale ha poco (e che non cambierò per nessuno al mondo); poi essendo appunto così normali… sono normalmente accoppiate, ormai. Il problema non è non trovare una ragazza “speciale” che mi dia quei brividi, di cui ora faccio a meno, ma una “normale” che sia disponibile. Per il resto, possiamo imparare a non essere ciò che ci hanno voluto far essere, ma insieme quanto è brutto accontentarsi, per paura di rimanere soli? Va benissimo trovare persone diverse dalla ex, per la miseria (io una anche solo simile non la voglio vedere nemmeno in fotografia), ma come fare a fingere con se stessi che la normalità di rimbalzo, il residuo permesso, sia ciò che davvero vogliamo? Non voglio più una musicista, certo, ma quanto posso condividere realmente con una cassiera (non ne faccio una questione classista o culturale, conoscevo cassiere di grande cultura musicale, ma teniamoci in superficie: intendo interessi diversi dai miei)? In una canzone, molto; nella realtà alla fine si è parte di un ambiente, si hanno priorità, passioni e curiosità che in un qualche modo fanno di noi ciò che siamo. E io non posso davvero guardare il cinepanettone in tv e dire che sono appagato. Io voglio andare a vedere il film ungherese di otto ore al cinema, come la parodia di un intellettuale da film, ma poi esco e sono felice. Per fortuna, ho i miei amici (e il film lo abbiamo visto davvero): loro sono una coppia fantastica e io sono un po’ come un figlio adottivo, nonché zio della loro gatta. Però ci siamo capiti, ho le mie preferenze nella gestione del tempo libero e non mi pare di avere più tanta speranza di condividerle con qualcuna.

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      2. Caro S.w.a, io non credo che esisteranno mai persone così simili a noi da avere le stesse identiche preferenze, a meno che non siano i nostri fratelli siamesi. Dopodiché ognuno di noi ha i suoi pregiudizi: hai ragione quando scrivi che siccome il tuo mondo ha ben poco di normale, difficilmente i normali si avvicinano… e viceversa. Il discorso è un po’ come un cane che si morde la coda.

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    2. Ciao S.w.a. sinceramente non credo che la sanità mentale di una donna, o il suo essere adatta o meno a una relazione stabile, dipendano dal non fare la musicista. Non vedo per quale motivo tu debba scartare a priori questa categoria. Il fatto che la tua ex fosse una musicista e anche una narcisista è solo una pura coincidenza ma mica le due cose vanno necessariamente a braccetto. Ti invito a guardare al mondo e alla vita senza troppe preclusioni e a badare ad altri aspetti nella scelta di una compagna. Semplice opinione personale.

      Un abbraccio.

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  3. Io concordo in pieno con quanto contenuto nell’articolo, che trovo uno dei migliori letti da quando ritengo di aver acquisito una sufficiente consapevolezza di quanto mi è successo.
    Anzi, non solo mi sento disponibile a nuove emozioni, con tutti i rischi che ne possono umanamente conseguire, ma l’aver dovuto rivalutare la pochezza della mia relazione, mi crea quasi un’urgenza di relazioni sane, di qualsiasi tipo, amorose se capitasse, di amicizia o anche lavorative.
    Forse l’unico rischio è che questa urgenza non mi consenta di valutare bene chi dovessi avere davanti, ma onestamente è un rischio che credo di poter correre, avendo qualche mezzo in più per difendermi in tempi brevi prendendo immediate distanze nel caso incappassi in altre np o simili.
    Un abbraccio!

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  4. dolce serata Claudileia che piacere rileggerti carissima. spero che troverai il tempo di rispondermi ogni tanto. un abbraccio caloroso a te e grandi saluti a Gianni, Spirito Libero e Swa.

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  5. Ho un ricordo chiaro di un episodio di me bambina. Mia madre era solita umiliare le sue amiche fino a farle piangere e quando queste erano stremate e in lacrime lei faceva un mega sorriso trionfante e sadico dando loro il colpo di grazia accusandole di essere bambinette stupide viziate e senza nervo. Era chiaro non avesse sensi di colpa e non soffrisse , a differenza dell’amica che stava ferendo.Io empatizzavo con l’amica di mia madre e cercavo di consolarla ma senza grande successo sentendomi poi triste , in colpa e inutile per questo . Un giorno ho deciso che non dovevo più soffrire e che quindi dovevo fare come mia madre : accusare le sue amiche . Ricordo di avere detto ad un’amica di mia madre , in lacrime , che la consideravo anche io,come mia madre , stupida viziata e senza nervo. L’averle lanciato questa accusa non mi ha però fatta stare meglio come prevedevo , e l’amica di mia madre mi ha risposto : ” Da parte di tua mamma potevo anche aspettarmelo , ma da parte tua non mi sarei mai aspettata di essere trattata così “. Mi sono sentita talmente uno schifo ad avere tentato di ferirla volontariamente che ho giurato a me stessa che non avrei – almeno intenzionalmente – ferito nessun altro. Alla lunga questo pensiero mi ha ripagata e al mio fianco ho amiche vere , mentre mia madre è completamente sola mentre continua nel tentativo di ferire chiunque le si avvicini .
    Ho raccontato questo perchè mi sembra possa essere pertinente a questo articolo 🙂 .

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    1. Carissima Aroundste, grazie per questo tuo commento perché ci fa riflettere sul lavoro di addestramento che viene compiuto nelle famiglie narcisiste. In effetti l’intenzione è sempre quella di trasformare i loro figli in miniature di mamma o papà. A volte ci riescono, ma a volte il progetto fallisce miseramente perché ogni bambino ha la sua individualità e né sempre è predisposto allo sviluppo del DNP. Il modo come ti sei sentita quando hai ferito l’amica della tua madre dimostra l’esistenza di una bussola interna che indicava già la giusta direzione a prescindere dai tuoi genitori. E’ stata questa bussola ad averti salvata, insieme alla tua intuizione. Quando siamo molto giovani la differenza tra ciò che è giusto e sbagliato dovrebbe essere insegnata dai nostri genitori, ma quando c’è un gap generazionale, una faglia nel sistema di trasmissione dei valori, diventiamo genitori dei nostri genitori. Tua madre è sola perché ha scelto di godere del male che reca agli altri. Il sorriso malefico che hai visto tra le sue labbra è l’orrendo ghigno narcisistico: difficilmente lo dimentichiamo perché viene abbozzato quando arrivano all’apice del piacere perverso, quasi sempre quando portano qualcuno alle lacrime o vedono una persona soffrire per loro. Non ho dubbi che la vita prima o poi presenta il conto a queste persone. A me importa ben poco sapere quando e come: mi basta la certezza di sapere che soltanto le persone profondamente infelici amano rendere infelici gli altri. Abbraccio grande a te!

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      1. Claudileia , grazie . A conferma delle tue parole il mio terapeuta mi spiegava che “qualcosa è andato storto ” rispetto a ciò che mia madre voleva io diventassi . Ricambio il tuo abbraccio 🙂 ❤ .

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  6. Io non penso di essere chiusa e indisponibile, dopo l’esperienza con np. C’è stato un lungo periodo in cui sono stata priva di energie e positività, ma ora mi sento in ripresa. Dopo aver chiuso sia con np sia, più recentemente, con l’ex “amica” malsana e disturbata, e con il procedere della psicoterapia, sento soprattutto un bisogno di relazioni sincere, autentiche, dirette. Quello che mi ha proprio stancato sono le dinamiche relazionali fini a se stesse: il dover sempre misurare la propria forza rispetto a quella altrui, l’agire per determinare qualcosa nell’altro perdendo di vista le cose in sé (come accade sempre con np e disturbati vari: ogni dialogo è un duello, non si parla per conoscere ma per difendersi o attaccare, ci sono sempre allusioni e strategie, si pensa sempre che l’altro stia attaccando anche se non è vero, etc.). Di questo mi sono stancata, nelle amicizie come negli amori, questo è oggi come oggi per me il discrimine: non voglio più relazioni che non consistano nel valore della relazione reciproca in sé, che duri un attimo o tutta la vita. Riguardo alle situazioni sentimentali, per come sono fatta, so che non mi piacerebbe un uomo che mi proponesse attività non voglio dire normali, che poco significa in sé, ma troppo distanti dai miei interessi e dalle cose che mi piacciono per emozionarmi. Sono fatta io stessa così, da sempre, e non potrei modificarmi del tutto neanche attraverso 100.000 anni di psicoterapia: sono una che può annoiarsi e ha bisogno di tenere la testa desta, perché altrimenti tendo a deprimermi, non mi ha mai attratto la situazione troppo casalinga, mi piacciono gli slanci, mi piace anche l’imprevisto perché mi piace misurarmi con ciò che non conosco, tendo al rischio, mi piace giocare a poker, scambio di mio la notte con il giorno, posso applicarmi ad attività prive di un vero e proprio scopo utile solo per esercizio di intelligenza, mi piacciono le persone che hanno i loro interessi vivi e forti e vogliono trasmettermeli e sono interessate a che io trasmetta i miei, mi piacciono quelli che imbracciano cause in cui credono davvero, mi piacciono gli audaci, non mi piacciono le persone troppo “allineate” al senso comune, mi piacciono le persone con convinzioni forti ma non quelle che pretendono di avere sempre la microverità in tasca per stare più comodi, o che vanno per scorciatoie, o quelle senza debolezze e capogiri. Mi piacciono gli uomini che mostrano grandezza e debolezza. Mi piace il sesso di ore fino ad esaurimento energie, mi piace il simposio, mi piace il mio ruolo femminile nel simposio, mi piace giocare, anche rischiare. Sono anche disponibile a barattare un po’ di sicurezza in cambio di questa energia vitale (le persone diciamo creative possono riservare sorprese e soprattutto non sono mai disponibili ad essere completamente di qualcun altro, sfuggono sempre un po’…). Nelle relazioni penso che abbia proprio un senso che si arrivi a fondersi insieme ma anche all’essere distaccati, l’essere anche un po’ la lepre che va ed è inseguita (magari scambiandosi i ruoli…non come con np che fuggono sempre loro…), perché la sensazione che l’altro, libero, possa anche fuggire da te è il meccanismo che mette in moto il desiderio tra gli uomini: è nell’umano, questo, non solo in chi desidera l’adrenalina per poi scottarsi. Ma tutto questo non significa che le persone così, che possono dare questa energia voglio dire, debbano per forza essere tutte disturbate o maligne o che solo gli np possano vestire questi panni: non voglio crederlo.
    Se c’è qualcosa che la psicoterapia mi sta insegnando, è che il punto importante non è trasformarsi in chi non si è (entrando in ansia per voler assumere in noi un cambiamento che corrisponde a un modello che immaginiamo migliore di noi, ma che non è alla nostra portata perché non è nella nostra esperienza psichica: spesso andiamo in psicoterapia così: asfaltati dalle manipolazioni di np, azzerate le nostre energie, vorremmo che il terapeuta ci trasformasse seduta stante in quello che non possiamo assolutamente essere in quel preciso momento: persone forti e libere dal pensiero di np… un modello ideale ma non realistico…se stiamo andando in terapia è chiaro che al momento non siamo questo…ma tendiamo a voler essere questo, con tutte le frustrazioni del caso perché poi non ci riusciamo). Il punto è, al contrario, accettarci esattamente così come siamo (perché siamo tutti belli come siamo stati creati dalla natura e dal vissuto esperienziale: andiamo bene anche se bisognosi della famosa adrenalina, anche se un po’ dipendenti da questo: se siamo così, se abbiamo questa configurazione… altri hanno altri “problemi” non meno potenzialmente invalidanti o pericolosi: devono fare i conti con il contrario della tendenza alla ricerca dell’adrenalina, si aprono qui altre forme di dipendenza da np, ma sempre forme di dipendenza, che aprono allo stesso modo vie al subire abusi e al farsi abusare…), il punto è accettarci come siamo, dicevo, e provare a costruire intorno al nostro nucleo (che è com’è: per natura e vissuto) una sostanza meno permeabile alle illusioni, alle immersioni senza ossigeno, alla tendenza a farci risucchiare ogni energia nostra senza risparmiarne neanche un moccolo per noi stessi nel bisogno (quando soffriamo per np, ad es.). La mia scommessa di trasformazione, oggi, è questa: cercare di accettarmi come sono (non posso sentirmi in colpa perché ho bisogno di adrenalina: i sensi di colpa verso noi stessi sono totalmente da eliminare: è su questo che agiscono np per distruggerci, basta pensare a questo per fare subito il contrario…) ma mantenere assolutamente i contatti con i miei bisogni, e averli sempre ben presenti: in particolare, ho scelto di non permettere più a nessuno di abusare di me perché l’abuso non costituisce un mio bisogno. E’ questo il mantra che mi ripeto, oggi. Questo solo deve valere. E’ questo a cui dovremmo tendere: accettare la nostra natura, ma conoscendola consapevolmente, e tentare di gestirla al fine di saper mettere un paletto, un confine laddove si configura l’abuso. Non c’è un modo “migliore” o “peggiore” di essere stati dipendenti da np: è uguale se è stato per avere la tua dose forte di adrenalina pure se sai perfettamente che ti farà male, come un vero drogato di roba pesante (io mi metto fra questi, perché il mio aggancio con np è stato esattamente questo) oppure se per lungo autoinganno di volerci vedere il tuo sogno (è il caso, forse, di Gloria del libro di Claudileia, che a lungo non si è accorta della natura di marito np, non so se è corretta questa mia interpretazione del personaggio, chiedo qui a Claudileia, o probabilmente è il caso della moglie della famiglia felice di Np Chirurgo di Speranza). Non c’è neanche, fra queste, una condizione migliore o peggiore per poi affrontare il post np. Ciascuno dovrà fare i conti con le proprie mancanze e le proprie condizioni soggettive, che non vanno bollate come indesiderabili in primo luogo da noi stessi (altrimenti, ci autoriserviamo lo stesso trattamento che ci ha riservato np: questo poi no!), solo bisogna imparare a gestirle non dimenticando il vero bisogno (di non essere abusati). Non potendo fare a meno di incrociare np, quando ho parlato di gestione della situazione ho sempre inteso riferirmi a questo: non la gestione di np (cosa impossibile: tutti abbiamo provato…), ma di me stessa in situazioni promiscue. In ogni caso, pure in stato di no contact totale e addirittura apertura a nuove relazioni, l’importante secondo me rimane sempre gestire noi stessi partendo con realismo da come siamo fatti concretamente e non far dipendere le nostre scelte e azioni da come vorremmo essere idealmente (questo è uno degli errori dei narcisisti, e lasciamoglielo senz’altro a loro…)

    Nell’attesa di poter incontrare qualcuno che mi interessi e che non sia un disturbato, nel frattempo, come Spirito, ho imparato dalla vicenda con np di non potermi fidare subito di chi appare interessante o accattivante. Sono più cauta, più osservatrice, e cerco di dar spazio all’intuito invece di metterlo a tacere per credere a un sogno a occhi aperti. Anche io, prima, mi buttavo con tutta me stessa senza valutare bene, ritenendo che le persone fossero positive a priori. Come Gianni, oggi, anche io sento di avere qualche strumento in più per valutare e difendermi. Non si tratta di chiusura ma di accortezza, di sana autodifesa, che sto letteralmente apprendendo ad avere.
    Nel frattempo, in virtù di un’apertura meno cieca da parte mia, sto acquisendo ad esempio nuove amicizie che mi sembrano sincere e positive, anche stimolanti. Non si configura però all’orizzonte l’amore. L’amore mi piacerebbe, sì. Ma se l’amore deve venire, verrà: è una questione anche di fortuna. Altrimenti, sinceramente, penso di poterne anche fare a meno. Ma non voglio rischiare di accontentarmi per paura di rimanere sola. Se penso all’infelicità, come Bukowsky la immagino anche così: accontentarsi per non restare soli.

    Scusate la lunghezza.

    Un abbraccio a tutti

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    1. Concordo con Blume che non bisogna farsi colpe per avere certe caratteristiche di personalità che ci fanno desiderare rapporti più intensi e meno “rilassati” rispetto alla norma…ognuno di noi è fatto a modo suo (salvo situazioni patologiche) ed è giusto che cerchi qualcuno con cui sentirsi libero di essere sè stesso.
      Oggi noi ex abusati abbiamo imparato ed essere più concreti pur restando empatici, e questo credo sia un bene: abbiamo capito l’amore che desideriamo non deve più farci essere alla mercè di psicopatici malati e approfittatori di vario titolo e genere. In questo senso, i rapporti con Np sono state lezioni importanti, dure e di cui magari avremmo voluto a fare a meno, ma fondamentali per arrivare a queste nuove consapevolezze.
      L’amore…forse per alcuni di noi è difficile non perchè abbiamo aspettative irrealistiche ma proprio perchè siamo complessi di natura e non è semplice trovare chi ti capisca a fondo.
      Una volta ho letto questa frase che mi ha colpita come un pugno allo stomaco: “L’amore è la forma più malsana di felicità perchè contiene in sè il germe della dipendenza”.
      Non voglio essere così disillusa e cinica da credere una cosa del genere, io credo anzi che l’amore vero sia l’espressione massima della non dipendenza da un altro, del non avere bisogno ma stare bene con o senza l’altro essendo due soggetti liberi che si scelgono liberamente, credo che sia sapere di potercela fare anche da soli ma sentire che in due è più bello.
      Devo anche dire che invidio chi per carattere ama situazioni tranquille e rassicuranti, i riti, le cose che si ripetono giorno per giorno…è qualcosa di bello ma che a me non appartiene, tuttavia rispetto veramente chi è così e forse anche un pò l’invidio.
      Un abbraccio a tutti e grazie per questo bel confronto :***

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      1. Cara Spirito Libero, un bel po’ del nostro vissuto infantile ha la sua influenza sul tipo di situazione amorosa che ci fa sentire a nostro agio. Il rapporto tra i miei genitori era la copia carbone della descrizione che fa Marietán, con la differenza che la psicopatica era mia madre. Da bambina ho assistito a questo legame esplosivo, fatto di liti continue, violenze e offese da entrambe le parti, fughe e incredibili riconciliazioni con gravidanze successive. Era chiaro che la noia non esisteva… Ma era bello? Dunque io in un primo momento pensavo che l’amore fosse qualcosa di talmente forte da farmi scoppiare di emozione, soffrire, fare avanti e indietro, volare, ecc. Tuttavia invidiavo tutti quei figli che avevano genitori normali, che arrivavano a scuola e venivano salutati con affetto dalla mamma, che mangiavano insieme a tavola e che facevano normalissime cose che tutti davano per scontato. La serenità per me bambina era un sogno che non avevo la più pallida idea di come realizzare, per questo da adolescente la legge dell’attrazione mi portò verso una persona tutt’altra che mite: non sapendo bene da dove cominciare e non avendo gli strumenti cognitivi per riconoscere ciò che avrebbe fatto bene alla mia anima più profonda, ricalcai il percorso dei miei genitori. Togliendo la violenza fisica, il modello era identico. Dopo la tabula rasa alla mia autostima la svolta è avvenuta per esaurimento e grazie alla terapia. Ho compreso che la serenità la cerchi quasi sempre quando sei caduta davvero in basso, quando credi che l’unica soluzione sia morire. Davvero. Tutte le persone che hanno vissuto esperienze di morte in vita, associano la troppa adrenalina con qualcosa di negativo per loro, per questo non tornano più sui loro passi. Non c’è nulla da invidiare in loro, perché la sofferenza è stata tanta e il processo lunghissimo, spesso partito da quando hanno dato il primo respiro.

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      2. Cara Claudileia, mi dispiace per la tua infanzia poco serena…..anche la mia lo è stata. I miei coppia simbiotica ma anche conflittuale. Anni in collegio nella fase più delicata quella dell’adolescenza.
        Io quando parlo di rapporto stimolante non intendo quello che si basa su mega litigate e clamorose riconciliazione, piatti lanciati per aria a cui magari segue il rapporto “pacificstorio”. Questo tipo di relazione a me non piace, così come non sento nelle mie corde quella troppo calma.
        Per me si può avere un rapporto intenso ma non necessariamente pieno di continui alti e bassi….
        Sicuramente i nostri trascorsi infantili ci influenzano positivamente o negativamente nella ricerca di un partner.
        Io ora sto avendo una relazione a distanza con un uomo giovane che per la prima volta mi rispetta a differenza di quello che hanno fatto gli Np e aspetta i miei tempi senza forzare nulla.
        Ho faticato a credere a questa cosa e ancora adesso ho paure e dubbi ma è bello finalmente sentirmi considerare una persona e non un oggetto. 💗

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    2. Buongiorno a tutti. Avere dei punti di riferimento e dei concetti assodati, non significa affatto voler avere le microverità di comodo in tasca. Significa solo che la nostra esperienza di vita e le nostre ricerche ci hanno portato a quelle conclusioni, che a volte sentiamo di dover condividere con altri. Stop. Per il resto, è chiaro che ognuno di noi ha i suoi pregi e difetti, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Ma non capisco perchè i punti di forza e la conoscenza, o semplicemente il voler esporre le proprie opinioni con sincerità quand anche “scomode”, devono essere visti necessariamente come saccenza o arroganza. Francamente mi sono stancata di dovermi sempre “scusare” per come sono fatta, cioè perchè non mostro titubanza e spaesamento ad ogni battuta e ad ogni piè sospinto. Ma allora se uno dev’ essere perennemente irrisolto, indeciso, non consapevole di nulla, non avere prospettive e obiettivi chiari, tutto il cammino che fin qui abbiamo fatto a cosa serve? Fermo restando che naturalmente CI SARA’ SEMPRE DA IMPARARE E DA SPERIMENTARE. Guai a pensarsi del tutto “arrivati”.

      Ritengo anche che confrontarsi con opinioni, modi di essere e punti di vista diversi dal nostro dovrebbe arricchire, e non essere percepito come una minaccia perchè non è questo a mio modestissimo avviso il giusto atteggiamento. Poi certo se io capisco che dall’ altra parte c’è una persona che non ha vero interesse a connettersi con me ma vuole solo dimostrare che lui è “er mejo de tutti”, il rapporto per quanto mi riguarda rimane poi lì fermo ad arenare e non evolve perchè le situazioni così non mi interessano.

      io mi sono autocensurata, spenta e autolimitata per molti anni per non dare fastidio a chi “non si sentiva abbastanza” per qualche suo motivo. Ma comprenderete anche che le fragilità e le insicurezze altrui non possono essere un MIO problema e non posso permettere che continuino ad intaccare quello che è il mio percorso e una sana e giusta interazione con altri, cioè con chi accoglie senza preclusioni e con la massima tranquillità quello che ho da esprimere. In maniera critica certo, ma non faziosa e tendenziosa.

      Diventa davvero fastidioso quando anche un confronto su esperienze traumatizzanti diventa una competizione fine a se stessa solo perchè c’è chi si risente che qualcun altro ha espresso cose oggettivamente attinenti, mostrando capacità espressiva e sicurezza. Come a dire “Ma come ti permetti di essere più bravo/a di me!”

      Beh vi tolgo ogni dubbio.. nessuno deve dimostrare niente a nessun altro. Non ci sono “gare” e nessuno è chiamato a rispondere delle proprie scelte di vita. Per cui – almeno qui – per quanto mi riguarda possiamo anche tirare un sospiro di sollievo e rilassarci.

      Penso che certe cose non abbiano davvero ragion d’ essere e si possa tranquillamente riuscire ad andare OLTRE.

      Buona giornata a tutti.

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  7. Mi piace questo articolo,perché dopo anni trascorsi a cercare di capire cosa aveva di disturbato il mio ex marito,(e poi a come fare per uscirne incolume),me ne sono andata,riprendendo la mia vita normale.
    Quindi,come ho sempre pensato,non ero io a dover cambiare,ma lui ad essere pieno di problemi,che non vuole conoscere,mentendo a se stesso.
    Noi normali,invece,ci rendiamo conto di essere tutt’altro che perfetti,quindi possiamo sempre migliorare,anche se potremo ancora avere delusioni,oltre che gioie.
    Permettimi però di non condividere tutte le volte in cui si parla di guarigione,di chi è stato con un individuo disturbato.Secondo me non serve nessuna cura,per guarire,perché è vero che mettersi con qualcuno,e capire man mano che è un mostro,è un trauma, ma non c’è nessun male da guarire.Il male,il cancro dentro,lo hanno questi soggetti,non noi.L’inganno ci ha portato a stare con loro,e poi il tentativo di capire,a restare per un po’.
    La vicinanza col mostro è tossica,ma basta allontanarsi,e non esiste malattia da guarire,in noi.Non è mai esistita.
    Esiste la nostra normalità,che ci ha fatto provare a costruire qualcosa con un altra persona.Senza riuscirci,per i disturbi che aveva,ed ha.Non eravamo dipendenti,eravamo normali,nel dare noi stessi.Io non ho mai pensato di dover guarire,anzi,quando qualche terapeuta ha cercato di spiegarmi che il problema lo avevo io,ho capito che spesso anche la psicologia non inquadra bene il problema della psicopatia.
    Credo che le vittime dei demoni,travestiti da brave persone,dovrebbero soltanto capire che noi, essendo umane,e non deboli,ma tutt’altro,li abbiamo attirati,invidiosi come sono.
    Ma proprio perché abbiamo,al contrario loro,intelligenza emotiva,dopo un po’capiamo,e ce ne andiamo,senza aver bisogno di cure,perché l’unica cura,se sei in una camera a gas,è correre fuori.
    Una volta fuori,i tuoi polmoni,il tuo cuore,funzionano come prima.
    Anna Maria

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    1. Cara Anna Maria, ciò che vale per te o per me può non valere per tutti. Il punto è che molti terapeuti spesso mettono tutti i pazienti che hanno vissuto un rapporto traumatico sotto una stessa categoria: dipendente affettivo da guarire. Io non mi riconosco nella categoria della dipendente affettiva, ma essendo partita da un modello familiare disfunzionale la mia tendenza era quella di riproporlo. Auspicavo la normalità, ma non sapevo nemmeno cosa fosse; avevo delle fantasie sulla normalità, ma non avevo gli strumenti per identificarla quando mi si presentava. Se ho dovuto guarire da qualcosa? Certamente: guarire dalle ferite che i miei stessi genitori mi avevano inflitto. La terapia mi è servita per questo, non perché ero “dipendente” da un modello sbagliato, ma perché era l’unico modello che conoscevo. La guarigione immediata per chi stabilisce il contatto zero è molto rara, ma può succedere. Tutto dipende del vissuto personale di ognuno di noi che non è mai 100% lineare. Abbraccio grande a te!

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      1. Non dico che non sia doloroso,vivere certe situazioni,tutt’altro.Ma credo che si dia troppa importanza a questi individui.Mia figlia minore è adolescente,ed ha dovuto per forza capire come è fatto il padre,che deve rifornirsi di carburante,dagli altri,e sfruttarli,per riempire il proprio vuoto.Mi ha detto:ma allora è un demente,bisogna non considerarlo,e se proprio lo devo vedere,sarò piu’finta di lui.
        Ecco,io non vorrei che ci si crogiolasse per anni nelle proprie situazioni penose,indagando nella nostra psiche,per trovare i motivi, per aver avvicinato uno psicopatico.Forse,a mio parere, l’unico comportamento da tenere dovrebbe essere,nella fase iniziale, quello di cercare di arrivare alla comprensione totale,(e per questo il tuo blog e’utilissimo,fondamentale).Ma dopo che la nebbia e’sparita,del tutto,dovrebbe essere logico l’allontanamento,sia fisico che mentale,se il soggetto viene visto per quello che è, cioè un essere ripugnante,che ci ha aggredito.
        Certo,se si tratta di un familiare è ancora peggio,ma credo che di fronte ad individui spietati,subdoli come serpenti velenosi,che abbiamo scelto come compagni,dovremmo imparare ad essere più subdoli di loro,per salvarci la pelle,senza affezionarci al sogno finto che avevamo,e che ci manca.
        E se si riesce ad inquadrarli per bene,puo’restare un senso di fatica,di smarrimento,per un po’di tempo,ma tutti i traumi della vita si superano,se non ci si piange addosso.
        Si supera la malattia grave,la morte di qualcuno,e tanto altro,non puo’un essere finto,che vale tanto poco, creare una malattia che ha bisogno di una lunga guarigione.
        A volte,anziché anni di analisi,per “guarire”potrebbe servire un sano “va a quel paese”,detto ad un pallone pieno d’aria,con le sembianze di una persona vera…Girando i tacchi,e andandosene.
        Mi scuso con te se sono puntigliosa e polemica,ma oltre al mostro ne ho vissute tante,come forse ricordi,compresi tanti terapeuti che avrebbero potuto distruggermi,credendo a lui,anziché aiutare me e le figlie.
        La forza che ho tirato fuori mi ha salvato,ed a volte cerco di dare il mio contributo,per far si che altri tornino ad essere liberi,anche mentalmente.
        Ricambio l’abbraccio.
        Anna Maria

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      2. Ciao Claudileia. Penso infatti che il punto sia questo: quando si nasce e si cresce in famiglia disfunzionali, ti viene naturale poi ripetere quel modello anche nelle tue relazioni da adulta, perchè lo ritieni “familiare”, e quindi “attendibile”. Ma ciò non significa necessariamente essere dei dipendenti affettivi. io pure non ho la propensione a “storie tranquille” fatte di abitudini e riti troppo ripetitivi e standardizzati, ma non penso che questo voglia dire a tutti i costi essere la perfetta complementare di uno psicopatico. O voglia dire essere psicopatica a mia volta. Credo ci siano tante infinite sfaccettature da dover considerare e sarebbe riduttivo dire che siccome in passato hai avuto storie lunghe, ufficiali e devastanti con narcisisti, è perchè di tuo sei non equilibrata. La cosa è un tantino più complessa di così.. tanto per stare in tema di “microverità consolatorie”.

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      3. Cara Grazia, ci sarà sempre qualcuno che dirà “be’, allora vai a cercare col lanternino queste persone!” oppure “visto che hai avuto un genitore così, come mai non hai capito prima?”. Il punto è che la conoscenza appartiene a chi ha vissuto sulla pelle simili situazioni e ha cercato delle risposte. Puoi essere pure un bravo terapista, ma se non sei in grado di empatizzare con chi ha vissuto una relazione altamente tossica, per quella persona sarai un pessimo terapista. Ci sono casi di narcisisti patologici che si mettono con partner affette da disturbo borderline, per esempio… ma è l’eccezione alla regola: la maggior parte dei disturbati si mette con persone non disturbate che arrivano distrutte in terapia.

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      4. Si Claudileia concordo in pieno! Quello che infatti a me ha sempre ferito è che tutti mi dicevano: “Ma non vedi come ti tratta, come tratta le persone? Ma perchè accetti tutto questo? Sei masochista evidentemente e ti sta bene così. La tua è solo ossessione. Mollalo e sei apposto”. E certo… perchè se fosse così facile avrei scelto appositamente di restare legata a qualcuno che mi faceva soffrire e al tempo stesso mi procurava tutte quelle sensazioni sconvolgenti, sia in negativo che in positivo. Dopodichè, in un triplo salto piroettato da veri campioni, subito dopo queste persone affermavano:”Lui ha bisogno di una ragazza tranquilla, altruista e compiacente, che riesce a capirlo e che non abbia troppi grilli per la testa. Tu col tuo piglio non sei adatta a lui… “. Una specie di double bind comunicativo insomma.. E cosa scatta nella donna che CREDE di essere innamorata in questi casi? MA E’ OVVIO: UN SENSO DI SFIDA PAZZESCO. Prima di tutto con se stessa. Capite in che meccanismi si cade? Ecco perchè non insisterò mai abbastanza sulla necessità di liberarsi da schemi imprigionanti che ci legano ai giudizi altrui, anche a costo di sembrare pesante, anche a costo di apparire come una che ti vuole dire cosa devi fare. Assolutamente no! Non è questo il punto. La questione è un’ altra semmai: chiarire le dinamiche che generano quel famoso “anello debole” di cui parlava anche Blume e che ci rendono vulnerabili alle manovre narcisistiche.

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      5. “Lui ha bisogno di una ragazza tranquilla, altruista e compiacente, che riesce a capirlo e che non abbia troppi grilli per la testa. Tu col tuo piglio non sei adatta a lui… “. Proprio così… ma quando trovano la ragazza “tranquilla” che fa per loro si divertono a renderla meno di zero finché da “tranquilla” passa ad essere “pazza furiosa, squilibrata, gelosa, border, mezza mignotta e blablabla”. L’umanità non fa per queste persone, ecco il punto. Non si tratta di tipi di donne o di uomini, di caratteri così o cosa’: è l’umanità intera che dovrebbe stare alla larga da queste persone. Abbracci.

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      6. Cara Grazia, a me lui diceva che voleva una ragazza “tranquilla, che non lo fa agitare” e mentre me lo diceva ero io quella che si agitava tentando disperatamente di spiegargli che se io non ero tranquilla era colpa unicamente sua, di come mi trattava (ossia malissimo).
        Ed infatti come dice Claudileia io da essere “tranquilla” durante la fase di love bombing (mi diceva addirittura che gli piaceva la mia voce perché era “calma” oltre a farmi un’altra miriade di complimenti come bel colore e taglio degli occhi, tenera di cuore eccetera) sono passata ad essere “pazza, bipolare, ossessiva, logorroica, assillante, soffocante”.
        Il punto è come dice Claudileia che NESSUNA va bene per questi soggetti.

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      7. Cara Oliver, il vero divertimento per loro è snaturarti al punto di renderti manipolabile. Se non sei in balia dalle tue emozioni non possono manipolarti, perciò fanno di tutto per farti perdere la calma e la serenità che ti caratterizzano. Fanno degli esperimenti emotivi su di te, come il gaslighting, la triangolazione, la gelosia indotta, le sparizioni improvvise, ecc., finché non perdi completamente la “calma”. E quando tutto ciò non funziona e tu comunque riesci a mantenere la tua preziosa calma, ti dicono: “Non mi hai mai amato, non te ne frega niente se sparisco, sei fredda, forse hai un’altro, mi annoio con te…”. Finché cominci a fare esattamente ciò che vogliono: cominci a inseguirli perché sei intrigata dalle loro contraddizioni. Quando si credono inseguiti da te, il piacere di scartarti provando il massimo del piacere è garantito! Abbracci a te!!

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      8. Claudileia hai centrato in pieno! Non a caso le sue ex che mi avevano preceduto ( ragazze per loro natura molto più tranquille e pazienti di me ) erano tutte uscite completamente di testa. Una di loro tentò pure il suicidio e finì in una clinica psichiatrica. La sorella e i conoscenti di lui parlavano di questa persona come di una “ragazza d’ oro”, l’ unica che lui avesse VERAMENTE amato. Pensa se l’ avesse odiata…
        io, anche mentre stavo nel pieno della dissonanza cognitiva ed ero del tutto soggiogata da lui, ebbi comunque la forza e la lucidità di dirgli: “Non ti illudere.. A me non riuscirai a distruggermi del tutto. Sono troppo sveglia.” E allora non sapevo ancora nulla di narcisismo maligno.
        Con questi qui come dici tu non significa niente essere perfette, brave, buone, belle, le migliori, ecc.. ecc.. Anzi a me ha salvato – credo – proprio il fatto di essere imperfetta, “sporca”, brutta e cattiva. Ma comunque sia non fa molta differenza nei termini generali. Loro sono dei caterpillar programmati per annientare tutto quello che trovano davanti, in qualunque modo ciò possa essere. Le uniche difese: la conoscenza e la fuga.

        Un grande abbraccio a te!

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      9. Oliver… stessa identica dinamica nel mio caso. Una volta lui mi disse: “Quanto ti ho conosciuto eri normale.. cosa ti è successo nel frattempo??”
        Oggi so che avrei dovuto rispondergli: “Beh sai… sono stata con te nel frattempo. Ecco quello che è successo!”
        Gli np sono degli alchimisti rovesciati: invece che trasformare il piombo in oro, trasformano l’ oro ( o il rame, o l’ ottone, o l’ argento o il bronzo a seconda.. ) in ferro arrugginito.

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      10. Cara Grazia, da quello che leggo mi sembra tu abbia la mia stessa grinta, anche io gli ho detto: “non riuscirai a distruggermi, non te lo permetterò”.
        Più io resistevo, resistevo e più tentava di massacrarmi.

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      11. La questione se essere o no dipendenti affettivi è in effetti molto dibattuta, anche in parte spinosa. Io, personalmente, dopo riflessione sull’argomento, alla fine ho deciso di definirmi tale, tagliando corto qui questa questione. A parte le persone che ci capitano veramente per caso e ci cascano per pura sfortuna (e ci sono: solitamente, sono quelle che non hanno avuto ,nella vita, altri casi sentimentali o familiari disturbati), io penso che gli altri non ci sono capitati niente affatto per caso: o per la replica dell’unico copione noto, come dici tu, o per la dipendenza affettiva. Dipendenza affettiva è però un termine lato, esprime un concetto complesso con più fattori da considerare, il significato non è univoco né univocamente inteso. Io, ad es., per dipendente affettivo intendo: una persona che, per relazioni originarie primarie disfunzionali (variamente= non adeguate a riconoscere il valore, ad accudire nella difficoltà, a incoraggiare l’autonomia), a causa di queste disfunzioni genitoriali non ha sviluppato un senso di Sé equilibrato e sereno, né una adeguata autostima, e, in particolare, coltiva la credenza inconscia di dover sempre dimostrare all’altro di valere (è qui che si insedia np…), mossi dall’illusione (sempre inconscia, ma non meno attiva per questo) di poter risarcire l’antica ferita (narcisistica: si chiama così…) originaria attraverso il legame analogo con un altro disturbato (np), lavorando per un finale diverso dall’originario (che non siamo stati amati come avremmo voluto e avuto diritto ad essere)… emendare l’errore originario, cioè. Questo non significa essere persone deboli, anzi, di norma c’è molta energia in persone così: ci diamo un gran da fare, in termini di energia, per sostenere tutto l’ambaradam…che comprende anche la nostra volontà di autonomia e indipendenza (perché spesso ci sosteniamo in questo modo, all’esterno…). Significa però che, in certe situazioni affettive (familiari, o anche con amici) e sentimentali, siamo attratti dal disturbo dell’altro come da una sirena: è il nostro copione, sì, ma è anche l’attivazione di schemi emozionali molto antichi, da noi fortemente sentiti e vissuti a livello psico-emotivo, copionali certamente ma proprio per questo anche fortemente vissuti dal punto di vista emotivo, perché vanno a pigiare direttamente sulle ferite originarie.
        Io non ho avuto, prima di questo np, tanti altri np. Uno solo, forse, quello che poi si è suicidato (però non ne sono neanche sicurissima…certo molto disturbato, molte cose in comune con i narcisisti, sicuramente come un treno a soddisfare i propri bisogni assai volubili, però la pura malignità per far del male non me la ricordo…). Presenze disturbate (anche amici), sì, non poche, nella mia vita, ma mai a vertere sull’abuso (solo, molti drammi). Ho amicizie trentennali. Ho avuto per 13 anni un marito anaffettivo e complicato, ma per nulla np. La mia famiglia di origine: una padre autocentrato e anaffettivo, una madre dimessa, una sorella np doc, un’altra normale. Non ho avuto solo np nella mia vita. A rigore, tecnicamente e sicuramente, uno solo, se si esclude mia sorella np (che pure mi ha abbastanza mazzolato nell’infanzia), e per 7-8 mesi soltanto. Eppure, mi ha del tutto ammaliato. Il mio copione non prevede che io mi cerchi un np, ma che se np si presenta, per le sue caratteristiche e modalità di azione, esercita su di me un fascino notevolissimo, perché mi attiva certe corde emotive molto profonde e per di più inquinate, dove io rimango col fiato sospeso, come sull’orlo di un abisso: in queste condizioni, sono come appesa a un filo, con un senso di vertigine ma col filo in mano, e l’altro capo – figurarsi! – lo ha np! Per provare forti emozioni di riconoscimento, metto il mio cuore in mano a np che mi sussurra ritornelli molto antichi, allude a risarcimenti, dice: ti guarirò…. Di fronte a questo forte scenario emotivo, che io in me riscontro fortemente nella mia esperienza con np, mi sembra poca forza quella del solo copione che si replica perché non si conosce altro, proprio perché ho l’impressione si attivino anche delle nostre corde affettive/emotive che spingono a incastrarsi malsanamente con questi soggetti, esprimendosi in forme di desiderio inappagato e di dipendenza dalla fonte che a tutti i costi vorremmo che ci amasse (np), rimanendo invischiati anche per anni. Se dunque per copione intendiamo un copione anche emotivo, con questa valenza e con questo tipo di suggestioni, sono d’accordo: certo, con np del resto tutto sembra obbedire a un copione, tutto è talmente sempre uguale… np e anche noi, nelle nostre azioni/reazioni (perché, oltre alle loro azioni, ci sono pure le nostre reazioni che creano dinamiche – sempre malsane – quando si è all’interno della relazione con np).
        Non so se mi sono espressa comprensibilmente.

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      12. Cara Claudileia,
        ho passato decenni a rimirare le luci accese nelle case immaginando famiglie intente a preparare la cena e a raccontarsi come è andata la giornata.
        Nel mio incontro con np mi era parso di poter avere anch’io una casa così, ma è stato un abbraccio quasi mortale. Ho capito che le mie ferite, se riconosciute come parte del mio cammino, assumono un altro valore e non sento più il bisogno di esportarle fuori da me.
        Grazie per avere condiviso questo tuo aspetto privato.

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  8. Cara Grazia,

    anch’io provengo da una famiglia disfunzionale. Mio padre era chiaramente un narcisista perverso maligno. Quando avevo 6 anni ho pregato mia mamma di separarsi….mia mamma me lo ricorda sempre. E’ riuscita a farlo quando ne avevo 16 di anni. Un percorso lungo fatto di tribunali e tutto il teatrino che puoi immaginare.
    “ti viene naturale poi ripetere quel modello anche nelle tue relazioni da adulta, perchè lo ritieni “familiare””= su questo vorrei dissentire per esperienza. Ho imparato a gestire mio padre facendo la pietra grigia e alla fine della sua vita ( é deceduto da poco) ho anche avuto la possibilità di avere con lui una chiacchierata che lo ha lasciato senza parole. Eh si la pietra grigia parla. Ho letto lo stupore nei suoi occhi. E confermo anche la solitudine durante la vecchiaia di questi personaggi. Pero quella è la fine che si meritano.

    Non sono d’acccordo sul riprodurre schemi familiari o farseli andare bene. Sono cresciuta con l’idea del: mai più. E spesso diffondevo il verbo anche con le mie amiche, in fase adolescenziale, quando si avevano i primi fidanzatini gelosi. Io paladina della giustizia contro qualsiasi imposizione maschilista che potesse ricordare il mostro che avevo a casa. Prima del NP ho avuto due relazioni una molto lunga di 13 anni, basata sul rispetto reciproco, la pace, la tranquillità. La seconda breve, di qualche mese ma sempre caratterizzata da questo senso di rispetto, di fiducia e trasparenza nel bene e nel male.

    Io non mi capacito come ho potuto far passare certe cose.
    Anche il mio psicologo ha accennato ad una tendenza masochistica per cui avrei trovato in lui il modo per punirmi per certi errori ( da me considerati tali) commessi in passato. In poche parole: non riuscivo a staccarmi da lui perchè avevo trovato in lui il modo di punirmi. Ho dissentito anche con lo psicologo. Ma posso immaginare che dal punto di vista psicologico forse ha un senso che mi è oscuro.

    “Proprio così… ma quando trovano la ragazza “tranquilla” che fa per loro si divertono a renderla meno di zero finché da “tranquilla” passa ad essere “pazza furiosa, squilibrata, gelosa, border, mezza mignotta e blablabla”

    L’amica Charlie Brown che me l’ha presentato, che in settimana andava a dormire da lui di nascosto, aveva insistito TANTO su questo punto.
    Io ero perfetta per NP perchè ero una brava ragazza, con un buon lavoro, molto indipendente, con un equilibrio di ferro…a differenza delle ex che erano pazze e più alcolizzate di lui. E a differenza anche di lei stessa diceva, che frequentava sempre persone che le potevano insegnare qualcosa, persone da mmirare per qualcosa. Queste ex Quindi non erano considerate capaci di garantirgli un equilibrio di cui NP aveva bisogno. E lui a sua volta nei momenti di critica feroce mi diceva : non sei nemmeno intelligente…cosa mi hai insegnato?… nulla. Non servi a niente. D’altronde cosa potevo aspettarmi da un’amica di Charlie Brown?” Io ridevo e gli dicevo che I corsi serali in università sono il luogo migliore dove poter imparare un saaacco di cose; poteva iscriversi ai corsi serali visto che il giorno era impeganto tutto il giorno a deprimersi e fumare erba. Non ero li con lui per fare la maestrina.
    Apriti cielo…non mi ero offesa. Mi trattatava da insolente perchè diceva che dovevo capire quando era il momento di stare zitta. Non dovevo sempre dare la mia opinione anche perchè ( e questa cosa era tipo il suo mantra) lui non doveva essere criticato e la mia opinione non dovevo esprimerla su ogni cosa. Spesso in questi momenti aveva gli scatti di ira .. ed era colpa mia….of course:)

    Oggi mi ha inviato due messaggi: uno dice che il problema appartiene alla persona che insulta e non appartiene alla persona che viene insultata. L’altro dice: nella vita la maggior parte dei problem derivano da due attitudini : l’agire senza riflettere e il riflettere senza agire.
    Direi che anche il mio NP parla con formulette che trova sui post facebook e nei bigliettini baci perugina. Non ho risposto.Momenti di lucidità? Strategia per riagganciare ancora visto che la storia del piede rotto non ha funzionato. ( Anche grazie a voi tutti )

    Io mi chiedo, NP pensa veramente che I suoi scatti d’ira siano scatenati da un’altra persona? Credono veramente che non provengano da loro, da loro mondo interiore? Ci credono veramente o è solo una strategia per spaventarti e vedere come reagisci?

    Attualmente Io sono nella fase chiusura a Riccio. Ci ho messo anni prima di aprirmi nuovamente all’amore e le due separazioni precedenti non avevano nulla di cosi tragico, nonostante obiettivamente la situazione non fosse piacevole da affrontare.
    Due persone mi si sono avvicinate…le ho respinte e in un modo impacciato a livelli vergognosi. Mi prendero il tempo che mi serve anche se questo significherà probabilmente rinunciare al mio desiderio di avere dei figli.

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    1. Cara Fenice,
      infatti è vero, c’è qualcosa di oscuro e potente che produce certi incartamenti con soggetti disturbati quali np.
      Vedi bene il tuo caso: famiglia disfunzionale con un padre addirittura np, tua precoce consapevolezza e tua ferma volontà di non farti mai abusare da un uomo fin dall’adolescenza, due relazioni sentimentali magari anche con momenti di sofferenza ma comunque reciproche e non come con np, eppure… quando sei incappata in np ci sei cascata appieno, in un modo appunto oscuro, tanto oscuro che non ti capaciti di come sia potuto accadere.
      Poiché anche io non credo al masochismo puro (stare con qualcuno per farsi male in sé o per alimentare solo i propri sensi di colpa: i sensi di colpa sono strumenti attraverso cui viviamo certe dinamiche il cui nucleo è altro), io tendo a credere che, come dicevo nel post precedente, nelle dinamiche proposte da questi np ci sia un richiamo psico-emotivo per noi (che proveniamo da famiglie disfunzionali) antico, molto antico, che ci incastra come in una sorta di sfida o di potente illusione (di poter far andare le cose diversamente rispetto all’esito originario delle relazioni significative). Per me, nelle nostre situazioni, dietro gli np ci sono i fantasmi antichi che ci sussurrano all’orecchio, questo è il richiamo inconscio, insieme al desiderio di venire risarciti una volta per tutte.
      Lo scorso inverno mio padre (non np ma comunque molto disfunzionale: anaffettivo e distante) si è ammalato ed in 3 mesi è morto. Era lucido,consapevole di stare alla fine ma attaccato alla vita, non voleva morire, e aveva preso a maltrattarci con irritazione (svalutandoci). Questo su di me aveva un impatto fortissimo: letteralmente, mi stava devastando, mi faceva salire su tutta la sofferenza dell’origine (in psicoterapia per fortuna la analizzavo e trovavo strumenti di autodifesa: anche io sono arrivata a un imprevisto chiarimento con lui). E fin qui… ma la cosa interessante è che, contemporaneamente, come avendo le antenne, np aveva preso a maltrattarmi anche lui, e la sofferenza e l’insofferenza che mi procurava era proprio identica a quella per mio padre sia morente sia dell’infanzia! Proprio un vero transfert, capisci che voglio dire? Lo stesso schema emotivo e sentimentale e mentale si rimpallava dall’uno all’altro, dalla relazione significativa passata a quella presente… ho faticato a sottrarmi alla tossicità di np, in quella fase, nonostante fossi già fuori dalla relazione stretta.

      Riguardo all’amica Charlie Brown di np, che dire? Sono pietose, meschine, servili, sempre pronte a compiacere np… ne so anche io qualcosa. Viene una rabbia per essere state prese per il culo anche da loro, come se np non bastasse! L’unica è lasciarla stare.

      Riguardo alla tua domanda: “Io mi chiedo, NP pensa veramente che I suoi scatti d’ira siano scatenati da un’altra persona? Credono veramente che non provengano da loro, da loro mondo interiore? Ci credono veramente o è solo una strategia per spaventarti e vedere come reagisci?”: io penso che np sempre si autogiustifichino e si autoassolvano, perché non possono convivere né col senso di colpa né con alcuna cosa che li faccia sentire imperfetti (la rabbia è vissuta come una forma di debolezza, di dimostrazione di essere vulnerabile alle azioni altrui: vorrebbero sempre farla provare agli altri ed esserne immuni…). Per cui, sì, direi che credono veramente che non provenga dal loro interno, dove invece alberga come un tiranno, ma che sia dall’esterno provocata. Sempre proiettano sugli altri le brutture di se stessi, per liberarsene. Un np non è esattamente uno psicopatico che è sempre consapevole di fare del male, è piuttosto un essere ingabbiato nella prigione del proprio Falso Sé Grandioso (che DEVE essere perfetto, quindi anche immune dall’ira) a cui sacrifica qualsiasi piano di realtà.

      In ultimo, mi spiace della tua attuale chiusura a riccio che rischia di compromettere il tuo desiderio di avere figli, ma è opportuno come dici tu prendere il tempo che serve, senza forzarsi ad essere ciò che non viene di essere. Lavorando però per ritrovare un’apertura alla vita, che è l’unica rivincita su np che volevano distruggerci, l’unico risarcimento che possiamo darci.

      Un abbraccio

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      1. Grazie Blume per le tue riflessioni che aiutano a fare sempre un piccolissimo passo fuori dalla nebbia.
        “Per me, nelle nostre situazioni, dietro gli np ci sono i fantasmi antichi che ci sussurrano all’orecchio, questo è il richiamo inconscio, insieme al desiderio di venire risarciti una volta per tutte.”
        Forse, come spieghi in modo molto chiaro con il tuo commento, la chiave per capire il motivo per cui ci ho messo un anno ad aprire gli occhi sta proprio in quel richiamo inconscio di volere dare un finale diverso ad una vecchia storia. Mio padre era un perverso della peggiore specie. Il mio NP…ha dei tratti ma non aveva le perversioni di mio padre. Ma cambia poco in realtà questo dettaglio. Forse come dici tu mi sono autoillusa di poter scrivere un finale diverso. Ieri sera guardavo un dei talk TED su youtube sulla violenza domestica e la relatrice, una Modella che raccontava la sua storia diceva proprio: ero seduta in mezzo al salone di casa con un elefante seduto sulla faccia ma continuava a dirmi che andava tutto bene. Ed è esattamente cosi che mi rivedo adesso con il senno di poi. La prima volta che davanti ai suoi amici, ubriaco mi ha dato della piccolo troia solo perchè gli avevo tolto il bicchiere di mano ( era cosi pallido che pensavo stesse per svenire). Quel momento lo ricordo benissimo. Si sono fermati tutti…come in una scena da film e mi hanno guardata per vedere la mia reazione. Sono rimasta senza parole. ( i suoi amici sapevano del suo problema con le ragazze…ero l’unica ex che non è stata maltrattata in pubblico) Il giorno dopo ha detto di nn ricordare perche aveva bevuto troppo. Quello era il mio elefante sulla faccia. Non avrei mai permesso a nessuno di parlarmi cosi in una situazione normale. In quel caso l’ho fatto. Sarei dovuta scappare in quel momento. Invece ci ho messo un anno.

        Quando parli delle antenne del tuo np di come aveva preso a maltrattarti anche lui e del transfert…mi viene in mente come spesso lui mi diceva: “ma questo odio da dove viene? Chi ti ha maltrattata tuo padre, tuo fratello? Con tutte c’è sempre un problema con il padre non mi è nuova.” Cercava la ferita per squarciarla e giocarci un po. Adesso capisco. Grazie al cielo non ho mai raccontato nulla. Ho raccontato un’unica cosa, di come mio padre obbligava mia madre a camminare con lo sguardo rivolto a terra e dopo l’ennesimo mio scappare e lasciarlo mi ha detto: da una troia non poteva che nascere una troia. Me lo hai detto tu che tua mamma era troia e che tuo papà doveva obbligarla a camminare con lo sguardo rivolto a terra.
        Si vantava di aver avuto centinaia di ragazze … che i suoi amici non ci credevano. E mi criticava perche avendo avuto una lunghissima relazione diceva io non conosco me stessa, sono immatura, non so cosa voglio. Chiaramente proiettava su di me la sua insicurezza, il suo fallimento che con tutte aveva riscontrato perche come diceva dopo un po se ne vanno tutte, non sei la prima.

        Ieri sera mi ha scritto un messaggio in cui dice di essere depresso. Di aver deciso di andare in cura da uno psicologo. Dice che forse ho ragione a pensare che ha “quel” problema. E che ha deciso di farsi curare. (Ma io non glie l’ho mai detto che lui avesse quel problema…ne ha parlato lui una sola volta per poi negaro il giorno dopo).
        Dice che voleva solo amore e che ha ricevuto solo odio. E senza di me dice : so che sei felice.

        Gli avevo scritto 2 mesi fa che io non sarei piu andata da lui…e con vergogna oggi ti dico che aspettavo venisse lui da me. Si sa che devono avere tutto con il minimo sforzo. Non lo hai mai fatto percio avevo scritto in risposta ad un suo messaggio in cui mi chiedeva di andare da lui che non l’avrei piu aspettato.
        Nel messaggio di ieri scrive quindi: non capisco perche dici che mi aspetti basterebbe invitarmi invece tu sei sempre in malafede.
        Gli ho sempre parlato in modo da evitare di fargli perdere le staffe…ieri ho risposto: il benessere personale una priorità. Se hai sentito il bisogno di farti aiutare buon per te. Non pensare pero che puoi giocare cosi con me, non mi conosci. (sabato era il compleanno di Charlie brown) Questo weekend sei stato con chi ti sa sollevare il morale quindi ti consiglio vivamente di non perdere il tuo tempo con me a scrivere messaggi tragici in settimana quando sei solo e di andare a parlare della tua depressione al tuo gruppo di allegre ragazze. Grazie

        Mi ha risposto che sono una persona orribile e che meno male che c’è gente che sa dare amore. La mia risposta : ahahahha non funziona piu potevo essere gelosa quando me ne fregava qualcosa. Adesso è diverso percio puoi fare cio che vuoi con chi vuoi me ne sto fregando altamente.
        Alla domanda diretta con chi eri queto fine settimana? Risponde mi sono innamorato di una troia. IO amavo te. ( io rispondo: parole parole parole con annessa nota musicale). Non risponde alla domanda con chi eri. Alla domanda diretta mi insulta.
        Il problema adesso è che mi é molto chiaro che devo solo bloccare e cambiare numero ma non l’ho ancora fatto. Ieri dopo questo scambio di messaggi ho pianto in macchina. Sono stanca mentalmente e fisicamente.

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      2. Cara Fenice, anche mio padre mi aveva spesso chiamata con certi epiteti. Idem ha sempre fatto abitualmente anche mia madre. Quello è un segnale chiaro che si sta avendo a che fare con un genitore disturbato. Un genitore equilibrato e normale non apostroferebbe mai sua figlia in quel modo, men che meno se non c’è un valida ragione ( e non c’era, ne nel tuo caso ne nel mio ). Questi comportamenti genitoriali hanno ricadute molto serie sulla psiche e l’ autostima delle figlie e possono seriamente compromettere – seppur a livello inconscio – il proprio cammino esistenziale e relazionale.

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  9. Proprio così Claudileia, gli esperimenti emotivi di cui tu parli ossia gaslighting, triangolazione, gelosia indotta li ho subiti tutti e sono stati delle vere e proprie torture.
    Mi ha fatto perdere la calma, portato ad inseguirlo, a spiarlo su facebook e su WhatsApp perché mi raccontava tante bugie ed io ero “costretta” a scoprire la verità sui social.
    Un esempio banale: “non voglio fare tardi stasera, mi sento l’influenza, domani devo alzarmi presto per andare a lavorare”
    Ultimo accesso WhatsApp: ore 1:40 di notte. Chissà con chi aveva passato la serata.

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  10. Ciao Fenice. io invece purtroppo non ero mai riuscita in passato a controllare le mie reazioni, per mia natura sono piuttosto fumantina e ho capito che questo mio lato era una delle maggiori falle che mi tenevano legata ai narcisisti, sia quelli della mia famiglia che quelli altrove. Ho dovuto lavorare moltissimo su questo aspetto, e ad aiutarmi è stato principalmente il fatto di comprendere a fondo questa patologia, di comprendere il fatto che non avevo avuto a che fare con “persone” come noi le intendiamo comunemente, e che quindi è proprio per questo che era inutile “prendersela” per quello che costoro mi dicevano o facevano.
    Anch’ io ho sperato a lungo che i miei si separassero perchè il clima nella mia famiglia era sempre stato insopportabile. Non si arrivava a veri e propri maltrattamenti fisici ( anche se comunque in qualche rara occasione mio padre ha dato sberle e spintoni a me e a mia madre – si perchè litigavano anche tra di loro ), ma l’ ansia e la tensione erano persistenti, si captava costantemente un’ atmosfera pesante pregna di nervosismo. E a prescindere da quale fosse la nostra situazione pratica contingente. Poi a un certo punto mio padre ha subìto un duro colpo: il suo commercialista lo aveva truffato sottraendogli 50 milioni delle vecchie lire in tasse che avrebbe dovuto saldare per conto di mio padre e che invece non ha versato. All’ epoca io avevo 16/17 anni. Se già prima le cose non erano mai state idilliache, da quel momento in poi per mio padre ogni pretesto era diventato un’ ottima occasione per sfogarsi su di noi, qualsiasi cosa facevamo ( sopratutto se ero io a farla, che ero il capro espiatorio, la ribelle ) era sbagliata.
    Così a 23 anni me ne andai di casa per recuperare un pò di serenità, ma senza rendermene conto continuavo a innamorarmi di uomini che rispecchiavano mio padre: cinici, sfrontati, arroganti, imprevedibili, fissati con l’ aspetto fisico ( mio padre le donne brutte le chiamava “cesse” ) indifferenti, sarcastici, con scarsa o zero empatia, spiritosi ma irriverenti.

    Razionalmente ero per la parità, ma inconsciamente era come se avvertissi che questo non sarebbe stato possibile, che l’ unica relazione di coppia concretamente realizzabile era quella in cui la donna “obbediva” all’ uomo e si piegava ai suoi diktat. E il rapporto tra mio padre e mia madre era sempre stato così. Mia madre poi è sempre stata ed è tuttora una che vive per salvare la facciata, probabilmente non avrebbe lasciato mio padre in nessun caso, pur lamentandosene.
    Ad ogni modo mio padre non era un tipo geloso, anch’ io infatti non ho mai sopportato gli uomini gelosi e opprimenti, non avevo questa ferita. Il mio problema era legarmi sempre a maschi sfuggenti, anaffettivi e un pò “crudeli” ( come appunto era sempre stato mio padre ).
    Mio padre da un lato si compiaceva del mio temperamento combattivo, ma dall’ altro lo vedeva come una minaccia da debellare ad ogni costo. Credo che a un certo punto avesse cominciato a considerarmi la streghetta perfida che sapeva solo metterlo in discussione e sconvolgere i suoi piani. Una spina nel fianco insomma. Ero l’ arpìa della situazione in pratica, e il resto della famiglia le persone amorevoli che cercavano disperatamente di capirmi. Strano che invece fuori casa non avessi alcun problema di interazione e di comunicazione con la stragrande maggioranza delle persone, tant’è che sono sempre riuscita a farmi amicizie ovunque e ci riesco ancora oggi.

    Confermo quanto dici sullo stupore e l’ incredulità che si legge nei loro occhi nel momento in cui prendi coscienza e ti poni con loro in maniera completamente diversa, cioè in maniera educata e assertiva ed emozionalmente distaccata. La solitudine è la condanna nella loro vecchiaia, non avendo loro mai intessuto amicizie sincere con nessuno e avendo sempre viziato e inquinato il rapporto con i figli.

    Concordo solo in parte con il tuo psicologo. Secondo me chi ha tendenze realmente masochistiche ce le ha a prescindere dal suo vissuto e dalle sue ferite, ma potrei sbagliarmi.

    La battuta sui corsi serali è stata epica. Una stoccata come si deve! Mappoi… ma questi np si sono mai chiesti A COSA INVECE SERVONO LORO?

    “Nella vita la maggior parte dei problem derivano da due attitudini : l’agire senza riflettere e il riflettere senza agire.”

    Era la stessa affermazione di un covert che avevo conosciuto cinque anni fa.

    “Io mi chiedo, NP pensa veramente che I suoi scatti d’ira siano scatenati da un’altra persona? Credono veramente che non provengano da loro, da loro mondo interiore? Ci credono veramente o è solo una strategia per spaventarti e vedere come reagisci?”

    Fenice, entrambe le cose.

    Anch’ io purtroppo ho dovuto rinunciare ad avere dei figli vista la mia situazione problematica e tutti i traumi non risolti che mi sono trascinata dietro fino a non molto tempo fa, i quali mi impedivano di aprirmi agli altri e di avere relazioni sane e normali. Ero sicura che avrei messo definitivamente la parola FINE sui rapporti con l’ altro sesso. Ma adesso, contro ogni mia previsione, sono innamorata “follemente” e non è detto che nel nostro futuro l’ amore non potrà esserci. Quindi prenditi il tempo che ti serve per rielaborare il tutto, stai serena e assaporati le cose belle della vita. Stavolta avrai un’ arma in più per proteggerti da spiacevoli sorprese: la consapevolezza.

    Ti abbraccio.

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    1. Ciao Grazia,

      mi riaggancio al tuo discorso:

      “Così a 23 anni me ne andai di casa per recuperare un pò di serenità, ma senza rendermene conto continuavo a innamorarmi di uomini che rispecchiavano mio padre: cinici, sfrontati, arroganti, imprevedibili, fissati con l’ aspetto fisico ( mio padre le donne brutte le chiamava “cesse” ) indifferenti, sarcastici, con scarsa o zero empatia, spiritosi ma irriverenti”

      Sono andata via di casa a 19 anni e mi sono trasferita nel nord Italia per studiare. Mio padre mi aveva finanziato 3 anni di studi poi mi ha detto che dovevo sbrigarmela da sola ( a mio fratello aveva comprato 2 case e 3 auto). Cosi mi sono rimboccata le maniche e facevo entrambe le cose lavoravo e studiavo.

      La forza per farlo me la dava anche il mio compagno storico. Senza la serenità che mi dava lui non avrei mai potuto fare tutte quello che sono riuscita a fare. Era una persona cosi empatica che quando mi capitava le rare volta di piangere piangeva perche mi vedeva piangere. Mi diceva “non sopporto vederti piangere. ”

      “Mia madre poi è sempre stata ed è tuttora una che vive per salvare la facciata, probabilmente non avrebbe lasciato mio padre in nessun caso, pur lamentandosene”. Mia madre è stata una vittima per tanti anni, adesso provo a farle godere un po la vita quando posso. Spero di portarla a Parigi presto. E’ l’unica persona che conosco che non si lamenta mai, sempre pronta ad aiutare gli altri.

      “Nella vita la maggior parte dei problemi derivano da due attitudini : l’agire senza riflettere e il riflettere senza agire.”

      Era la stessa affermazione di un covert che avevo conosciuto cinque anni fa= ANCHE IL MIO COVERT. Pazzesco come siano fatti con lo stampino.

      Adesso faccio passi piccoli piccoli per allontanarmi… Stavolta come dici avro un’ arma in più per proteggermi

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      1. Si Fenice, per noi capri espiatori non c’è altra soluzione che andare via di casa il prima possibile e ricrearsi un’ esistenza autonoma. E questo me lo dicevano anche le psicologhe da cui ero andata qualche volta descrivendo la mia situazione, pur loro non sapendo nulla di narcisismo patologico. La modalità che invece i miei usavano con me ( specie una volta andata via ) era quella di elargirmi forzatamente soldi e doni non richiesti – che ora ho capito avevano il preciso scopo di mantenermi legata a loro a doppio filo – salvo poi svalutare e ridicolizzare qualsiasi iniziativa di cui gli parlassi ( e che mi avrebbe resa indipendente a tutti gli effetti anche sul piano economico ) bollandole come cose irrealizzabili e “stupidi capriccetti”. Pur di mantenermi in uno stato di dipendenza ( sia pratica che psicologica ) mi hanno pure dissuasa dal frequentare l’ università. Dicevano che in casa c’era bisogno di soldi e bisognava lavorare, che tanto non ero portata per lo studio e che comunque era una cosa inutile, specie per una donna ( che a loro dire doveva solo pensare a trovare marito e a metter su famiglia ).

        Mia madre invece, essendo anche lei narcisista, si lamenta in continuazione e deve sempre trovare il marcio in chiunque e in qualunque cosa. Quest’ estate, dopo il suo ennesimo tentativo di sabotarmi del tutto e di farmi rimanere in uno stato di depressione e prostrazione, ho rotto definitivamente i rapporti con lei.

        io invece purtroppo finora non ho mai avuto storie con uomini empatici, anche perchè non sono mai riuscita a innamorarmi di questo tipo di persone. ma gli uomini di valore e meritevoli esistono e non sono tutti mostri grazie a Dio. Adesso è normale che tu ti senta così ma prima o poi supererai il tuo blocco e riuscirai di nuovo a provare dei sentimenti per qualcuno. forse si tratterà di un uomo degno del tuo amore ( e lo spero per te ) o forse no. e in quest’ ultimo caso, l’ unica cosa da fare sarà lasciar perdere. sapendo però che, per fortuna, GLI UOMINI NON SONO TUTTI DA RIPUDIARE IN TOTO.

        E’ il narcisista che ce l’ aveva fatto credere.

        Un abbraccio

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  11. Per Anna Maria.
    Sono contenta di sapere che nella tua famiglia tua figlia abbia raggiunto rapidamente una posizione realistica sul padre np, ma il merito è tuo, che hai trasmesso integrità ai tuoi figli che al dunque, senza tanti illusionismi, capiscono bene con chi hanno a che fare. Mi complimento con te, non è da tutti riuscire a salvare i propri figli in maniera così netta, in presenza di un np padre dei figli.
    Concordo con te che non bisogna assolutamente piangersi addosso per le malefatte subìte, dopo che la nebbia è sparita, e si tratta di lavorare per espellerli definitivamente proprio dalla mente: perché sono quello che dici tu, esseri distruttori che ci hanno aggredito. E si tratta di trovare la nostra forza e recuperare la nostra dignità, sì.

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  12. Per quanto mi riguarda si Blume, ti sei espressa più che comprensibilmente e condivido in toto la tua dettagliata e interessante analisi. Personalmente però continuerò a ritenermi una non-dipendente-affettiva nel senso che non sono portata a legarmi e affezionarmi facilmente a qualcuno, direi anzi che la mia tendenza va più in direzione opposta: ha sempre prevalso in me un atteggiamento piuttosto evitante e mi innamoro molto difficilmente. Poi l’ esperienza amorosa traumatizzante con l’ np ha accentuato ancor di più questa mia peculiarità, rendendomi una solitaria totale. Sicuramente per me avere un legame stabile “rassicurante” non è mai stato un mio obiettivo primario, persino quando credevo che lo fosse. Ma quello, più che una cosa che realmente mi apparteneva, era un retaggio trasmessomi dalle amiche ( che parlavano sempre di fidanzamento e di matrimonio ) e anche dalla mia famiglia d’ origine, che per quanto disfunzionale fosse rievocava in me il mito dell’ unione solida e indistruttibile, un’ icona così in crisi in questi nostri tempi. Ero combattuta tra l’ immagine di donna tradizionale ancorata a certi valori ( che associavo a mia madre ) e la figura femminile della virago indomabile incurante dei giudizi e che “non aveva bisogno di nessuno”. In pratica, volevo dimostrare ai miei partner np che ero perfettamente in grado di essere una buona compagna ma non riuscivo nemmeno a rinunciare a quella parte di me stessa che mi portava ad essere ribelle e insofferente. Alla fine vinceva sempre quest’ ultima, proprio non riuscivo a sottomettermi. O almeno non completamente, non come avrei voluto, non fino in fondo ( come invece avevano fatto mia madre e le ex del mio np ). E anzichè vederla come una vittoria, la vivevo come una sconfitta. Mi sentivo “sbagliata”. Esattamente come mi avevano sempre fatto sentire sbagliata in famiglia.

    Tendevo anche a “svalutare” i ragazzi e gli uomini che mi dimostravano sincero affetto e interesse, come se questo li ponesse in qualche modo in una posizione difettosa rispetto agli stronzi anaffettivi, che mi apparivano invece “invincibili” proprio per questa loro APPARENTE indipendenza.

    E’ anche vero che quando capita che mi innamoro seriamente, sono coinvolta a tutto tondo e la persona diventa centrale nella mia vita, ma nelle mie storie più importanti e segnanti questo è successo sopratutto per via di quelle sensazioni di cui parlavi, che sperimenti quando stai con l’ np o altri soggetti disturbati. Un legame saldo e duraturo è per forza di cose poco adrenalinico, verte su altre cose che non la pura passione e le sensazioni forti, per lo meno nel lungo periodo. Nella coppia stabile e serena secondo me prevalgono cose come l’ intesa mentale e intellettuale, gli interessi e i progetti in comune, le affinità elettive e il “parlare la stessa lingua”. Se, per vari motivi, non troviamo nel nostro ambiente una persona così, è facile andare incontro a relazioni malsane che però fanno scattare in noi la famosa “scintilla”. Quand anche non si è dipendenti affettivi conclamati. Se non siamo abbastanza accorti e informati, scambiamo tutto questo per amore. E il disastro è assicurato..

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  13. Per me c’è un prima e un dopo.
    Prima totalmente cretina, mai avrei immaginato che ci fosse gente disturbata a questi livelli, e mai mi sarei sognata che lui fosse proprio così. Mi ha convinta che fosse innamorato, con tutto il popò di teatrino durato otto anni.
    Oggi, dopo che il dolore ha attraversato ogni millimetro del mio corpo e della mia anima, non voglio più correre il rischio di innamorarmi, preferisco la serenità, ho ritrovato mio marito.
    Sono tranquilla. L’inferno è alle spalle. Lui, lo voglio considerare come un brutto incidente di percorso. Non ho interesse a cercare altro. Devo ringraziare mio marito per essermi stato a fianco ed avere avuto una pazienza che io stessa non avrei avuto. Non sono diventata un carro armato, ma do tutto a chi mi è stato vicino, mi ha sostenuta, aiutata, amata…
    Sono consapevole di quello che mi è successo e oggi riesco a notare gli atteggiamenti malati.
    Lo metto nell’umido quell’essere immondo, mio marito merita il meglio di me stessa e ringrazio Dio per aver tolto quello schifo dalla mia vita.

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    1. Cara Saretta,

      il fatto che esistano persone come tuo marito fanno rinascere in me la speranza che forse non sono tutti mostri. In questo momento sento ancora la paura.

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  14. Saretta, se non altro la brutta esperienza con l’ np ti è servita per farti capire che hai accanto un uomo davvero speciale ( tuo marito ) e che è il rapporto con lui che devi salvaguardare. C’è un VERO AMORE nella tua vita e anche se hai dovuto riscoprirlo attraverso le brutture del narcisista, non puoi che gioire!

    Metterli nell’ umido però non so se è una buona idea.. temo che inquinerebbero anche l’ ambiente.

    Un abbraccio e un caro saluto.

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  15. Al di là che se non ricordo male Tudor é il narcisista che scrive di sé stesso e quindi é in discussione la sua “buona fede” in queste analisi, la descrizione é perfetta della dinamica che regola aggancio e scarto, nonché delle necessità di rifornimento narcisistico.
    Solo avendone consapevolezza se ne esce.
    Così come credo fermamente nella possibilità di trovare amore e serenità in una persona “normale”. Non significa una persona piatta e senza interessi o slanci, semplicemente una persona equilibrata e sincera, ricordando a me stesso che la fretta e la brama di passione travolgente non mi hanno mai portato niente di buono. Perlomeno io sono fatto così e queste sono le mie esperienze.
    Buona giornata e un abbraccio!

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    1. Ciao Gianni e buongiorno a tutti. L’ unico “neo” che potrebbe esserci per qualcuno da parte del modus di HG Tudor, è che lui cerca anche di lucrare su questo suo outing, proponendo a pagamento parte del suo materiale informativo ( cosa che fanno anche gli psicologi comunque, visto che fanno pagare le sedute con loro anche profumatamente ). Penso però che le sue analisi del fenomeno, confrontandole anche con il mio vissuto e con quello di molte altre vittime, siano del tutto attendibili.
      Quando dico che appunto solo con la conoscenza se ne può uscire, non intendo lo studio freddo e asettico della materia ( come aveva invece sostenuto qualcuno ), ma il riscontro – rispetto alla ricerca – delle esperienze vere e personali che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, e che è tutt’ altra cosa.

      Analizzare approfonditamente i perchè e i per come gli np hanno avuto con noi determinati comportamenti e atteggiamenti ( quando invece all’ epoca pensavamo di essere noi il problema ) è fondamentale per potersi liberare, ma è necessario farlo ovviamente con apertura mentale e con una certa predisposizione all’ apprendimento di prospettive del tutto nuove, direi “rivoluzionarie”, rispetto a quelle a cui eravamo da sempre abituati.

      E non per tutti è cosa facile rimettere in discussione il proprio assetto, cioè partire dal presupposto che il narcisista non ci aveva scelto in quanto “persone”. E che quindi, di fatto, vera attrazione e vero interesse per noi non ne ha mai provato.
      Quindi non ha nemmeno molto senso secondo me esprimere sdegno, rabbia e gelosia nei confronti di eventuali nuove prede che si affacciano all’ orizzonte, o di cosiddette “amiche” e cosiddetti “amici con cui i nostri narcisisti e narcisiste hanno intrattenuto storie parallele ( come invece mi è sembrato di intravedere da alcuni commenti ).
      Sono anche loro considerati pedine, “cibo”, esattamente come lo eravamo noi. E che quindi, in quanto tali, vengono manipolati alla grande perchè rimangano dove sono e facciano quello che fanno.

      Sono d’ accordo con te anche sul fatto che “storia d’ amore serena con una persona normale”, non significa necessariamente “storia senza slancio”.
      Anche nel mio caso la fretta e la passione travolgente si sono sempre rivelate distruttive.
      Adesso invece mi pongo diversamente, non tendo più ad idealizzare nessuno, pur provando desiderio per qualcuno riesco a porre una certa distanza emotiva ( che non significa freddezza o paura di amare di nuovo ) e riesco ad osservare l’ altro con maggiore spirito critico.

      Un abbraccio a te.

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      1. Carissima Grazia,

        questa è la parte più difficile da accettare:

        “E non per tutti è cosa facile rimettere in discussione il proprio assetto, cioè partire dal presupposto che il narcisista non ci aveva scelto in quanto “persone”. E che quindi, di fatto, vera attrazione e vero interesse per noi non ne ha mai provato.”

        Solo con la conoscenza delle dinamiche che stanno dietro questo disturbo si puo’ provare ad uscirne. L’assist me lo ho servito lui ….faceva riferimenti a Narciso, ad un ego mio smisurato secondo lui. Mi accusava con veemenza di essere tirchia anche quando spendevo soldi per lui. Mi sembrava cosi illogico. Ho cercato su google le parole chiave che continuava a ripetermi e mi si è aperto un mondo. Un mondo che a momenti ho messo in stand-by e tornando indietro ogni maledetta volta. L’ho visto l’ultima volta il 15 settembre. Era anche il nostro anniversario…ho fatto finta di essermene dimenticata. Lui aspettava un cenno di delusione…come se io deovessi essere delusa dal fatto che lui non se ne fosse ricordato. Ho fatto il suo stesso gioco. Ma io non sono cosi e non voglio diventare cosi.
        Spero di poter rimanere legata saldamente al mio spirito critico come dici.

        Un abbraccio

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    2. Ovvio Fenice! Lui accennava al tuo ego “smisurato” perchè loro proiettano sempre!
      Se non si impazzisce del tutto andando completamente fuori di testa, l’ altro grosso rischio con gli np è appunto quello di diventare come loro: individui freddi, spenti, morti dentro, privi di gioia e di speranza e perennemente sulla difensiva. Ma vivere così è tremendo, e in ultimo non ha nessuna vera utilità perchè l’ umana esistenza si fonda sulla coesione, come illustrato splendidamente anche dall’ articolo. Un rapporto normale e sano ( sia esso d’ amore, familiare o di amicizia ) non può basarsi sul dover costantemente studiare le mosse da fare o il dover stare sempre attenti a non mostrare le proprie debolezze. Non si può, non è concepibile.

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  16. Per Fenice.
    Tutto gran teatro, adesso, per tentare di trattenerti: prova a commuoverti con la storia che va dallo psicologo, prova a colpirti con la storia che ti ama, prova a offenderti, prova a fare di tutto. Di buono c’è che questo forse significa che sta sentendo che tu sei pronta ad andare… sente che può perderti. Un clic nella tua testa è scattato…è il primo passo per liberarsene.

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  17. Per Fenice.

    Io credo fortemente che una chiave di volta per capire il nostro incastro con np (non il loro: il loro direi che a questo punto è piuttosto chiaro e anche abbastanza semplice, in definitiva) sia il richiamo inconscio che questi soggetti disturbati riescono ad attivare in noi in virtù di antiche analogie. Loro, np, ci provano con chiunque appaia disponibile alla relazione: non hanno capacità di metacognizione (non capiscono gli stati mentali altrui, e neanche i propri), non sanno chi sei veramente, sanno solo che normalmente le persone a certi stimoli reagiscono in un certo modo e su questo lavorano, sempre allo stesso modo (con i classici sistemi manipolatori escogitati dall’essere umano: esaltazione e poi svalutazione, triangolazione, proiezione, scissione, etc.). Poi, a seconda di come reagisci, sempre senza conoscerti veramente, adatteranno le loro strategie: se vuoi una relazione stabile loro vorranno essere disimpegnati, se vuoi essere libera loro aspireranno a un matrimonio, se hanno capito che hai avuto problemi con tuo padre si comporteranno come lui, se hai problemi con il cane ti porteranno al canile, se sei allergico ai pini sicuro che andare in pineta sarà prioritario, etc. Il gioco è questo: fare sempre la cosa peggiore per te, portarti su terreni a te disagevoli. Se poi li smascheri o non ti comporti come loro vorrebbero, piovono le peggiori accuse, come sta succedendo anche a te ora: non li capisci, sei stronza, non sai amare, sono depressi a causa tua, sei egoista, sei una troia, etc.

    Ma a noi, di questo, deve importare ormai ben poco, tanto è sempre la stessa solfa: dicono addirittura cose quasi uguali (che corrispondono agli insulti classici di chiunque voglia insultare un altro), i meccanismi attraverso cui agiscono sono noti, le motivazioni profonde del loro esistere ci sono chiare.
    Ma non sempre è per noi altrettanto chiaro cosa ha incastrato noi a loro. Bisogna lavorare su questo, è prioritario. Non basta aver maturato la decisione di chiudere con loro: lo vedi da te, gliene hai dette quattro per messaggio (e bene hai fatto), ma poi hai pianto e ti senti stanca mentalmente e fisicamente. L’incastro emotivo continua ad agire. E’ questo che va affrontato e scardinato. E non è un processo veloce, perché qui ci scontriamo con noi stessi, con le nostre autodifese, e arriviamo più vicini al nostro nucleo più vulnerabile (che spesso abbiamo schermato con una corazza di apparente determinazione e autonomia e forza: per come ti leggo e percepisco anche tu, come me, sei così).
    Ti posso riportare la mia storia, come un esempio di percorso. Con np ho chiuso io, dopo l’ennesima sua cattiveria. Dopo che se n’è andato (con un’altra, naturalmente, di cui vantava qualità e meraviglia, ovviamente), lì è cominciata la fase 2 del dolore, molto peggiore della prima (la prima: le cattiverie durante la relazione): sono iniziati i sintomi della dipendenza come da droga, si è manifestata tutta la dissonanza cognitiva in ogni sua forma (e se avessi sbagliato io? Se mi fossi comportata diversamente, forse lui.. E se fosse più felice altrove?… etc.) . Sono entrata in una fase di letterale disperazione, durata circa 6-7 mesi, peraltro complicata dal fatto che non ho la possibilità di non incrociarlo mai (ambienti comuni). Qui ho iniziato la psicoterapia (e meno male: per affrontare certe dinamiche interiori non basta un amico, per quanto intelligente possa essere, ci vuole per forza una persona competente in materia). Qui ho potuto vedere tutte le analogie tra le sensazioni/emozioni che mi faceva provare np con altre emozioni, molto più antiche di lui, sepolte in un luogo oscuro e profondo della mia coscienza e riattivate come demoni dalle manipolazioni di np. Per arrivare a una conclusione che mai avrei sospettato: che dietro np c’è il fantasma di relazioni familiari originarie disfunzionali (principalmente mio padre e mia sorella np): mio padre non assomigliava affatto a np (non era neanche np, era un uomo molto diverso per carattere e comportamenti) ma, come np, mi amava di un amore condizionato (in relazione ai suoi bisogni egoistici), mia sorella poi con np niente sembra avere in comune ma, come lui, mi ha sempre svalutato e manipolato. L’innesco con np è stato esattamente questo: non saprei spiegare altrimenti la mia vertigine emotiva, il permettergli cose che a nessuno avevo mai permesso, il senso di sfida che mi ha attivato, il mio incaponimento a guarirlo e a farmi vedere e accettare, la mia sofferenza nel fallimento, la stessa dipendenza da lui quando se n’è andato. E considera che io ho vissuto il mio rapporto con np nella piena consapevolezza di chi fosse (me ne sono accorta presto), quindi anche con il vantaggio di conoscerne gli schemi e di saperlo prevedere molto bene. Eppure, come per chi è stato nel rapporto nell’inconsapevolezza del disturbo, gli effetti sono stati ugualmente devastanti, e dello stesso genere.
    Gli incastri con questi soggetti sono dunque molto profondi e tortuosi, e vanno affrontati non solo e non tanto per vedere la loro mostruosa cattiveria (che esiste), ma soprattutto per guarire le nostre ferite apparentemente silenti che però, se esposte a un disturbato, molto facilmente si riaprono, svuotandoci di energia vitale…

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    1. Cara Blume,
      Sottoscrivo in toto questo tuo commento, esso ricalca i nostri percorsi e mi fa ricordare tutte le volte in cui qui si è sottolineata l’importanza di spostare il focus da np a noi.
      Per me np è stato il miraggio più potente della mia vita (fino a oggi), tutto di lui ha ricordato la mia famiglia di origine disgraziatamente svalutante, disattenta e abusante. È stato un richiamo insopprimibile verso uno schema per me noto – quello in cui venivo ignorata, ricattata e spesso derisa – e che ritenevo fosse la normalità. Np lo ha capito – secondo me non per intelligenza, ma per istinto – e ne ha approfittato a piene mani. Pur capendo che np e tutta la situazione che lo riguardava non rappresentavano la normalità, non ho abbandonato il campo, ho provato un desiderio enorme di vivere con lui copioni del passato a me noti, ma con un finale lieto questa volta. Inoltre, ho riconosciuto e sentito il suo dolore e ho fatto di tutto per fargli capire che di me si poteva fidare. In cambio ho ricevuto quello che sai, ma oggi – a un anno e oltre di no contact (nonostante i tanti cucù diretti e indiretti lui mi mandi) sono orgogliosa dell’autenticità del mio sentimento di allora, assolutamente mal direzionato, ma che dà prova provata della mia moralità e umanità.
      Ho amato molto np, l’ho amato in silenzio e prendendo solo briciole o anche niente, ho sognato una vita con lui, che tanto somiglia a mio padre (manipolatore e pure molto aggressivo), a mia madre (manipolatrice doc, morta giovane ma con grandi responsabilità su me e sui miei fratelli) e tantissimo a mio fratello maggiore (narcisista cover da manuale). Essere in “relazione” con np mi faceva impazzire per i meccanismi incomprensibili che hai ben descritto, ma anche interrompere i contatti con lui è stato devastante. Avrei voluto mostrargli che ero brava e affidabile e amabile, concetti che mi sono stati negati sempre dalla mia famiglia (ancora oggi mio padre sostiene che il mio successo professionale sia dovuto a una grande fortuna e non certo al mio talento).
      Solo acquisire consapevolezza di certi meccanismi e modelli mi ha permesso di ritornare ad avere chiarezza su di me e sul mio valore, indipendentemente da np.
      Questo – come scrivi molto giustamente – è un passaggio fondamentale per tirare giù dal trono np e iniziare a vedere le cose come stanno individuando le loro manipolazioni e le nostre fragilità.
      Un abbraccio

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      1. Carissima Speranza,
        capisco perfettamente la tua vicenda, e mi ci rispecchio molto, pur nelle differenze delle nostre personali e specifiche e contingenti reazioni a np, dovute probabilmente anche al nostro carattere diverso, che però importano poco: quel che è significativo è l’incastro di fondo che ci ha parimenti fregate e parimenti fatte soffrire.
        Così, pure io ho amato molto np di un amore profondo (perché riguardava anche me stessa in uno specchio con lui: era l’amore che volevo per me stessa), anche io ho desiderato fortemente che lui vedesse la mia amabilità e integrità, anche io ho avvertito la sua stessa vulnerabilità sotto l’apparenza grandiosa e ho cercato in ogni modo di mostrargli la mia affidabilità: che su di me poteva contare, che si poteva fidare, che non lo avrei tradito né fatto soffrire, che avremmo potuto “guarire” insieme. E in cambio abbiamo ricevuto quel che sappiamo. Anzi, secondo me abbiamo ricevuto per questo, se possibile, anche un trattamento peggiore: perché quando np si accorgono che hai avvertito la loro fragilità e per questo tendi una mano, proprio non lo sopportano, ancor peggio di quando li smascheri con rabbia: perché stai ricordando loro non che sono cattivi ma vulnerabili, si agita in loro lo spettro della dipendenza da un altro da sé, qui avvertono soltanto di far pena a un altro, di conseguenza reagiscono con ferocia e odio aggiuntivi. Io anche in questo modo mi spiego il trattamento peggiore che np mi ha sempre riservato rispetto ad altre, con cui può anche mostrare – talora – maggiore “magnanimità”. Tutte le volte che si avvicinano al proprio Vero Sé (precario e vulnerabile), tutte le volte che l’altro non rimanda l’immagine della loro grandezza e autosufficienza, sono guai seri. Questo certo accade anche quando li si smaschera come np, ovviamente, cioè quando noi usciamo fuori dall’interminabile diatriba sui loro singoli comportamenti (perché hai fatto questo? con chi eri al telefono? perché non ti sei fatto trovare? perché mi hai detto che stavi a dormire mentre eri online tutta la notte? etc.), che è esattamente il loro obiettivo fumogeno (farti perdere la ragione in una miriade di false piste, seminate apposta affinché tu le colga e ti faccia mille domande dubbiose e si alimenti così la tua insicurezza, un vero e proprio depistaggio rispetto al problema centrale che non è certo il cosa fanno che pure certamente fanno…), ma se tu li smascheri con rabbia e aggressività questo finisce comunque per nutrire il loro Ego malato perché si intravede tutta la nostra sofferenza più che la loro: per quanto li riguarda, si beano pure di essere cattivi, prendono tutti i frutti del loro maleagire a patto che la sofferenza e lo squilibrio sia il tuo e non il loro… Ma quando in modo trasparente, senza rabbia o addirittura con dolcezza li inviti a fidarsi di te, qui si sentono davvero scoperti: perché il tema diventa la loro fragilità e non più la tua, perché dal loro punto di vista ti stai affermando in una posizione di forza e non di debolezza. E questo proprio non possono sopportarlo, dunque la negazione di questa verità diventa in loro assolutamente prioritaria, una battaglia senza prigionieri, una questione di vita o di morte.

        Ti abbraccio

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      2. Cara Speranza,
        ritengo anche io che riconoscere il punto debole che ha permesso a Np di introdursi nella nostra vita e fare danni sia un passaggio più che fondamentale e non eludibile per comprendere a fondo la dinamica che ci ha legate a un np.
        A mio parere non è tanto Np il vero demone da combattere, lui è un solo un terribile specchio del nostro demone, di quella falla originaria (ognuno ha la propria) che ha permesso a lui/lei di entrare e fare danni. Per alcuni sarà la dipendenza affettiva, per altri il replicare un rapporto familiare abusante, per altri la mancanza di fiducia in sé stessi stessi per altri ancora il bisogno di sentirsi considerati da qualcuno che riteniamo “speciale” o addirittura superiore a noi.
        Io ho considerato entrambi gli np come persone “speciali” dalle quali volevo essere a mia volta riconosciuta in quanto tale …invece ho trovato solo individui che dopo un aggancio iniziale positivo mi hanno poi dolorosamente triangolata o umiliata con proposte di basso livello.
        Anche io come te, specie con il primo Np, ho cercato di fargli capire che poteva fidarsi, che poteva fermarsi e cercare di costruire qualcosa insieme ma è stato come parlare a un muro. Ritengo che che le loro “storie tristi” di maltrattamenti subiti in infanzia o da ex partner siano spesso solo un aggancio alla nostra parte empatica per stimolare in noi il bisogno di aiutare e di fatto non siano veri o molto gonfiati.
        Ho sempre pensato che se ci tieni ad una persona devi dimostrarglielo in ogni modo e spesso alcuni miei ex partner, tra cui gli np, ne hanno approfittato con richieste assurde …oggi non lo faccio più, non soddisfo più qualunque richiesta e metto i miei giusti paletti, non significa che non sia più disposta ad amare, come anche spiegavo nei precedenti commenti, ma che non sono più disposta a farmi usare e abusare…per cui mi dico che se la terribile esperienza con np è servita a questo, cioè a farmi capire dove sbagliavo in precedenza, allora è servita a qualcosa.
        Ti abbraccio forte

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      3. Ciao Spiritella bella, ti abbraccio forte anch’io e sono sempre felice di leggerti. Le nostre storie hanno avuto tanti punti di contatto e ora che procediamo a passo fermo nella direzione opposta a quella di np non posso che provare grande stima per entrambe.
        Dici bene: non siamo più disposte a farci svalutare da np e da nessuno. Anzi, ci domandiamo incredule come sia stato possibile che ciò sia accaduto. Non che np non abbia più nessun influsso su di me, magari fosse così! Ma – riagganciandomi anche a quanto scrive Blume – le dolci sirene di np ora sono riconosciute come tali e non esercitano lo sfarfallamento di allora perché noi siamo più radicate e sappiamo decidere per il nostro bene e non quello degli altri (pur rispettandoli sempre).
        Quando vedo np e famiglia non sono indifferente, mi fa male il cuore per il sentimento puro che gli ho offerto e per come lui lo ha colpito con un’inspiegabile e cieca ferocia. A volte penso a mia nonna che amava dire che, in assenza di altre possibilità, il male è meglio prenderlo che darlo. Oggi lei direbbe la stessa cosa e mi farebbe notare come tutta questa esperienza mi abbia portato tanto dolore ma tanta nuova consapevolezza, cosa che np non riuscirà nemmeno a immaginare, figurarsi fare.
        Abbraccio gigante

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      4. Cara Spirito,
        brava che hai un altro numero! Mi ero persa questo passaggio, ma come sai è stata un’estate di catarsi per tanti di noi.
        Immagino che colpo ti sia preso quando ti è arrivato quel messaggio e anche il turbamento successivo all’idea che dietro ad esso ci fosse lui.
        Il fatto è che ci vuole del tempo anche per abbassare l’ansia all’idea di poterli rivedere, risentire, rileggere. Ne parlavo con la psicoterapeuta rispetto a certi automatismi che non riesco a togliermi del tutto – per quanto ora siano molto più deboli. Alla mattina ad esempio quello che io penso sia un “semplice” rimuginare su np, la psicoterapeuta suggerisce essere un meccanismo di difesa preventiva rispetto alla possibilità che dalla mia finestra, in un orario in cui np e famiglia escono, io veda o senta qualcosa che può ferirmi. In effetti, devo ammettere che in luoghi meno contaminati da np mi sento molto più sicura, mentre in “luoghi temporali” come le mie finestre alla mattina o alla sera (momenti in cui np rientra) ho paura di riprovare QUEL dolore. Credo sia un’autodifesa che parte in automatico e che non prende in considerazione il fatto che la vista di np possa pure lasciarmi indifferente. E questo sarebbe il mio auspicio più grande, ma intanto preferisco l’autodifesa preventiva. La terapeuta mi invita a fidarmi di me stessa e attivare l’autodifesa soltanto quando serve, ovvero qualora dovessi sentire effettivamente la sua voce, o vedere la sua faccia diabolica etc. etc. sostenendo così che sono/sarei in grado di restituirlo “al caos del cosmo” (citazione testuale) e passare oltre. Mi sento ancora un po’ incerta su questo.
        Per le vittime, il passaggio di np è come un’esplosione di schegge che tocca togliere e disinfettare una ad una. Fondamentali per la disinfezione sono il guadagnare nuovamente un punto di vista sano e spostato su di sè, accettare l’orrore di avere amato un mostro, ma anche riconoscersi la capacità di provare empatia per il prossimo (tutta da sistemare, certo, ma di amore si tratta e non di odio o disprezzo) e soprattutto il valore di essere sopravvissuti a un ripetuto abuso di intensità e pericolosità rare e di avere voluto e fortemente ricercato la salvezza.
        Ti abbraccio Spiritella

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      5. “Restituirli al caos del cosmo”… E’ bellissima questa immagine! Sì, restituirli al caos da cui sono venuti, queste creature del mondo, è quello che dobbiamo fare.
        Baci

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    2. Cara Blume,

      è passato un altro lunghissimo ed infinito fine settimana. Mi sento come una sopravvissuta del fine settimana, una drogata in astinenza. Questo fine settimana ho riletto I consigli del blog e sono andata a comprare una crema corpo, un libro che volevo comprare da un po e sono andata a giocare con mia nipote e poi a vedere gli animali con lei in una fattoria qui vicino.

      Mi riaggancio a questo tuo passaggio: sono iniziati i sintomi della dipendenza come da droga, si è manifestata tutta la dissonanza cognitiva in ogni sua forma (e se avessi sbagliato io? Se mi fossi comportata diversamente, forse lui.. E se fosse più felice altrove?… etc.) . Sono entrata in una fase di letterale disperazione, durata circa 6-7 mesi.

      E se fosse più felice altrove…questa frase qui mi rimbomba nel cranio tutto il santo giorno. Lo immagino con Charlie Brown o con una del suo harem. Sono ancora gelosa. Non l’ho bloccato e questo lo avevo già detto ( vivo malissimo il non riuscire a bloccarlo). Ieri nel pomeriggio mi ha ancora scritto attaccandomi e dicendomi cose del tipo: adesso che sei libera chissà con chi sarai. Con chi sei a letto. Non aspettavi altro. Adesso prendo degli antidepressivi ed è colpa tua. Da quando ti ho incontrata la mia vita è uno schifo.

      Gli ho risposto che capisco il suo punto di vista e che gli auguro un buon weekend con le persone positive della sua vita che gli sanno dare l’amore di cui lui ha bisogno. Io l’amore per lui l’ho finito gli ho detto, adesso rimane solo quello pe rme stessa. L’unico su cui posso contare veramente.

      Ha ricominicato a scrivermi nel pomeriggio dicendomi che da quando mi ha incontrata non ha più bisogno di amore, che grazie a me adesso qualsiasi essere umano non è che una m**da. Sono ancora obbligato a pensarti e ogni volta che ti penso mi viene da vomitare. Dice che sono una m**da che non vedo mai nulla di buono in niente. Gli ho detto quindi che non lo contatto, non gli scrivo, l’ho cancellato dalla mia vita senza creargli problemi dovrebbe apprezzarlo. Con ironia mi risponde: brava, sei la migliore continua cosi. Dice che tutto quello che faccio gli darà sempre voglia di insultarmi, e di trattarmi come una m**da. Soprattutto quello che NON faccio. Fa riferimento ad un ipotetico ragazzo con cui secondo lui sto trascorrendo I fine settimana. E poi dice sappi che io non abbandono mai. ( penso che nel suo caso specifico, da quello che dice Tudor, NP è in depression e sta prendendo il fuel dale seconde e terze fonti di energia. Ma ce forse non gli bastano, per quello sarebbe in uno stato depressivo. O fa solo la vittima perchè crede di impietosirmi)
      Charlie Brown è ancora in azione….non mi stupisce. E’ andata a raccontare che mi lamentavo di annoiarmi con lui che io volevo uscire in discoteca e lui era sempre a casa e non voleva uscire. Gli ho detto che mi fa pena il fatto che lui non riesca a pensare con la sua testolina bacata. Gli ho detto che da quando sono nata ho sempre odiato le discoteche….da adolescente passavo I pomeriggi ad ascoltare musica dal vivo perchè in famiglia ci sono tanti musicisti. Anche molti miei amici lavorano nell’ambito musicale in Italia. La mia vita prima era scandita dai concerti e dei live nei locali. Bei tempi…gli ho detto che se mi conoscesse avrebbe riso a questa bugia enorme.
      Allora lui aggiunge che è stufo di questo mio continuo “gioco di parole”. E sottolinea come fa sempre: non ho bisogno di sapere qual’é il tuo punto di vista!!. Poi scrive che prende antidepressivi colpa mia.
      Gli ricordo che le frasi che mi diceva, che avevano per me un significato cosi oscuro tanto da sorvolare ogni volta sul significato di quello diceva….oggi mi sono chiarissime. Gli ho detto che non mi preoccupo per il suo stato di salute so che il suo harem e li pronto ad intrattenerlo. Da questo punto di vista sto tranquilla gli ho detto; Dice che anche se dovesse intrattenersi con altre pensa a me e a tutto il negativo che viene fuori da me. E poi dice come al solito che da me comunque non ha imparato nulla che non servo a nulla.
      Gli ho detto che ha ragione da lui ho imparato due cose:
      -che quello che conta davvero è l’amore per se stessi prima di tutto sempre e comunque
      – la filosofia del ” non me ne fotte un c***o.
      Risponde senza nessun nesso con quello di cui parlo dicendo: sei tu a rendermi una persona cattiva.
      Gli ricordo che la vita è una che se il suo harem lo intrattiene non deve perdere tempo a pensare a me quando è a letto con loro. Che si deve godere il momento che è quello che sto facendo io. Ho chiuso dicendo che so benissimo che lui è cosciente della mia intelligenza e che se crede veramente di potermi anche solo rivedere è un illuso. Risponde che sono una schizoide sadomaso (ahahaha). Conitnua con un delirio in cui dice che il mio ricordo lo fa star male . Che io lo distruggo che non ne puo più. Che il mio scopo è di distrubarlo e metterlo a disagio in tutte le occasioni. Il mio scopo sarebbe lamentarmi di continuo. Fa paura la distorsione della verità. Vivono in una realtà parallela.

      Ho chiuso dicendo che sono fiera di me a prescindere da tutto… ho provato a dare amore ma alla persona sbagliata. Capita.
      Risponde: fai una bella story su Instagram con il tuo sorriso finto per festeggiare. Chiude dicendo che tutto quello che io dico ci porta all’inferno. Quello che io dico ci porta all’INFERNO. ( la scelta di questo lessico infernale mi da sempre la pelle d’oca)

      A mezzanotte mi manda un link sulla compatibilità dei segni zodiacali. No comment.

      Scusami se mi sono dilungata in questi dettagli ma li rileggo e non capisco perchè non riesco a bloccare. Blocco e sblocco e me ne vergogno. Ho iniziato a leggere il blog di Tudor. Soprattutto la parte del no contact. Se cancello numero e messaggi perdo le prove delle minacce ricevute da lui. Mi hanno detto che gli screenshot non hanno valore legale. Faccio fatica a mantenere il no contact e vago come uno zoombie dallo sguardo vuoto nonostante cerco di prendermi cura di me e di riempire il vuoto. Consigli per mantenere il no contact?? Mi pare di capire sia l’unica salvezza possibile. Grazie a DIO ( contro bilancio l’inferno che ama citare) non viviamo nella stessa città.

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      1. Cara Fenice, provo a risponderti con un articolo https://artedisalvarsi.wordpress.com/2017/11/15/senza-creare-caos-e-dramma-un-narcisista-e-nessuno/. Bene, qui c’è da capire perché questo tipo di ping pong comunicativo nel quale lui ti accusa di essere una persona orribile ti manchi al punto di non bloccarlo. I narcisisti patologici sanno che insistendo a dismisura su un concetto, questo si fissa nel cervello di una persona fino a diventare la “verità”. Una verità che esiste solo nella loro testa. La “verità” che lui vuole inculcarti è che è depresso per colpa tua. E perché? Perché ti ha studiato abbastanza da capire che sei una persona accudente. Più accudente delle altre, con le quali fa sesso ma che probabilmente non hanno il tuo valore aggiunto, che si traduce anche in quel lato materno che i narcisisti fiutano nelle loro prede. Bisogna vedere quanto sei diventata in qualche modo dipendente da questo ping pong, non da lui. Penso che c’è in te la speranza di avere con lui un dialogo normale senza dover entrare in questa follia comunicativa. Quando avrai compreso che non c’è alcuna possibilità di evoluzione nella sua persona e che il suo godimento si basa sull’accusare gli altri delle sue presunte disgrazie, allora lo bloccherai. Lui non sente la mancanza delle persone, è solo che si annoia e quindi crea il dramma con chi sa che risponderà prima o poi. Abbracci!

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      2. Grazie Claudileia,

        per il tuo supporto e per l’articolo che mi hai indicato. Alla domanda I vostri compagni di vita sanno (o sapevano) sostenervi? rispondo no. Una persona che gode della tua sofferenza non potrebbe mai sostenerti in qaunto penso andrebbe contro la sua stessa natura.
        Anche quando ho ricevuto minacce da Charlie Brown e dalle scimmie volanti ( per una situazione talmente assurda che non saprei come raccontarla) lui ha fatto finta di volermi difendere in realtà ha continuato a frequentarli senza battere ciglio. Quale ragazzo permetterebbe ai suoi amici di minacciare la sua compagna ( perchè lui mi ritiene ancora tale)
        No in nessuna situazione posso fidarmi di lui.
        Una frase dal blog di Tudor mi ha fatto rabbrividire. In merito al controllo da loro esercitato e sugli scatti di ira che spesso esplodono in auto:

        7.Telling you at the outset of the journey that we are going somewhere and then driving in a different direction or past the destination and refusing to explain where we are going;

        Questa cosa è successa anche a me. Dovevamo andare al mare, avevo preso un giorno di ferie e ho guidato 1 ora per raggiungerlo. Sono arrivata a casa sua contentissima perchè qui il sole non c ‘è quasi mai in inverno e quella mattina il sole splendeva e non vedevo l’ora di andare a a passeggiare in spiaggia. In macchina ad un certo punto ha seguito un’altra strada non quella per il mare…blaterava qualcosa. Siamo finiti in pieno centro di una città dove vendono marijuana legalmente. ( che era l’unico scopo del suo uscire di casa penso) Ho provato a dire che non era la giusta direzione …ha blaterato qualcosa del tipo l’importante è stare insieme. Adesso di sicuro mi terrai il muso perchè non siamo andati al mare.
        Roba da pazzi. Non ho detto nulla per ore. Lui è tornato a fare il romantico e io sconvolta non sapevo come reagire. Poi mi sono detta che non mi sarei fatta rovinare il giorno libero e ho fatto come se niente fosse, dicendogli che poco importava per me tanto qua il mare è di un grigio che non mi stavo perdendo niente di favoloso. E’ rimasto stupito….ero ignara all’epoca delle dinamiche malate dell NP ma per indole non mi lamento mai e cerco sempre di trovare il lato positivo di ogni situazione. Ero turbata ma ho lasciato perdere. Adesso capisco che lui avrebbe volute scatenare la mia rabbia forse per farmi passare come quella a cui non va mai bene niente.

        Per ritornare al tuo commento lui vorrebbe inculcarmi che è depresso per colpa mia ma questa cosa per me è un’assurdità enorme. Non mi sento assolutamente responsabile per la sua fase depressiva. Penso che hai ragione al 100%: c’è in me la speranza di avere con lui un dialogo normale senza dover entrare in questa follia comunicativa. C’è la Speranza che lui non sia veramente cosi. Non riesco ad accettare che il sogno che avevo di noi me lo sono creata da sola, con le mie fantasie di avere accanto nuovamente una persona con cui condividere la vita. E’ logorante la lotta che c’è dentro di me in questo momento.

        Grazie per l’ascolto e i tuoi consigli.

        Un abbraccio

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      3. Cara Fenice, l’episodio del mare mancato è molto importante perché rientra nella loro logica malata: prima vengo io e i miei speciali bisogni, poi l’altro e ciò che si aspetta da me. Lui era consapevole di deluderti con il suo comportamento e ha voluto creare il dramma, com’è nella natura dei narcisisti. Fanno così: propongo un programma e poi lo cambio all’ultimo momento, propongo un viaggio e poi faccio finta di niente oppure parto con te per poi dire che non era bene quello che volevo fare e che sono lì con te solo perché volevi tu… Debbono generare un trauma, darti un dispiacere per dimostrare chi comanda e chi in realtà detta i tuoi stati d’animo. Eri solare e pimpante, sognavi il mare e lui cosa ha fatto? Ti ha portato verso l’ombra, in un luogo dove avrebbe soddisfatto un suo bisogno. L’interazione con lui ti porterà solo a questo stato delle cose. Sempre che crederà che stai bene ti ricorderà che sei brutta e cattiva e tu, puntualmente, cercherai di spiegarti, di giustificarti, di dire che il cattivo è lui, ecc. Ogni volta che correrai verso la luce lui ti porterà da un’altra parte. Poi c’è il fatto che i narcisisti ti denigrano alle spalle sempre, per questo quando gli “amici” ti aggrediscono se ne stanno zitti e buoni a godersi lo spettacolo. Non possono difenderti davanti a loro perché significa rivedere tutto ciò che hanno detto su di te. Perché dovrebbero lasciar perplessi gli “amici” che hanno bevuto la loro versione preferita? La versione che sei pazza, cattiva e squilibrata e che stanno con te perché hanno paura del tuo squilibrio? Fanno una scelta: se torno sui miei passi e la difendo perdo la mia corte, mentre se non la difendo per niente SO che lei comunque mi perdonerà o quantomeno resterà nei miei domini…

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      4. Cara Fenice, ora per te sta iniziando la fase più complicata: il primo passo del distacco da np, con tutti gli annessi e connessi. Un distacco che, è chiaro, np non riesce proprio a digerire, quindi cerca di riacchiapparti in ogni modo: con le lusinghe (ti ama! non fa che pensare a te!), con i sensi di colpa (sta in crisi per te, è depresso a causa tua, lo rendi cattivo, non sa più amare, ha perduto la fiducia nell’intero genere umano…), con gli insulti (sei sbagliata, non sai amare, imbrogli con le parole, ti sai solo lamentare, vuoi distruggerlo…), e chi più ne ha più ne metta…

        In primo luogo, non lasciarti impressionare da tutto questo. E’ un gran teatro, fuochi artificiali, sono tutte cazzate, spesso tirate fuori da un repertorio consumato, a cui magari crede pure lui stesso sul momento (sono maestri di autoinganni autoassolutori), ma non determinano né configurano affatto la sua reale condizione. Per farti un esempio, quando np con cui ho avuto a che fare era stato mollato da una donna che lui aveva condotto sull’orlo della follia, lui, incazzato nero, le scriveva e le diceva cose dello stesso tipo (aggiungendo che era completamente pazza). Ma, nella realtà, dopo lo sfogo di rabbia per essere stato allontanato, si dava tranquillamente alla bella vita come al solito seducendo a destra e a manca altre donne, ridendo felice e contento, ballando tanghi appassionati con chiunque, con espressione felice e soddisfatta. Questa era la sua “depressione”: durava l’attimo del messaggio! Np possono anche andare in reale (ma sempre transitoria) depressione, se privi di rifornimenti narcisistici, ma si chiudono come in una bolla e non si fanno certo vedere da noi in questo stato né lo sbandierano ai quattro venti. Se stanno male (raramente, e solo per se stessi, mai per gli altri), lo mascherano, lo negano persino a se stessi…Quando proclamano a gran voce malesseri e depressioni, sono sostanzialmente finti. E poi, di norma dura poco: subito si lanciano in nuove avventure, perché senza rifornimenti non ci sanno stare. Hanno bisogno sì di attenzioni (anche negative), ma soprattutto di potere, controllo, conferme: è quello che gli stai togliendo, sottraendoti a lui.

        Riguardo al no contact, è certo il tuo obiettivo da raggiungere (pure realistico: non abitate nemmeno nella stessa città…), ma non andare in ansia se non riesci a farlo immediatamente e, soprattutto, deponi del tutto la vergogna: stai facendo quello che riesci a fare, e sono le cose giuste, già è tanto aver aperto gli occhi, già è tanto averlo respinto con determinazione (e che lo stai respingendo veramente è chiaro dalla sua reazione scomposta e aggressiva), il resto non ti preoccupare che viene, se non commetti l’errore di riaprire la relazione con lui il resto verrà, passo dopo passo, lavorandoci. Però ti consiglio, intanto, almeno di NON RISPONDERE a questi suoi messaggi deliranti. Perché, al di là delle tue parole, si percepisce che sei offesa e umiliata e non distaccata da punto di vista emotivo, e questo lo nutre lo stesso: in quanto esercita un controllo emotivo su di te pure se non accetti di vederlo (ricordo la soddisfazione di np quando lei le rispondeva per le rime…). Non vogliono affatto essere amati ma esercitare il controllo su di noi. Quindi, inizia a non rispondere, lascia sfogare la sua terribile rabbia narcisistica nel vuoto, intanto comincia da questo: a non nutrirlo più in nessun modo. Non so se questo personaggio può arrivare al punto di minacciarti o di costituire pericolo per la tua incolumità, stiamo sempre parlando di individui disturbati con precarissimo equilibrio interno. Nel caso tu avvertissi questo pericolo, o anche soltanto se continuasse a mandarti 100 messaggi al giorno, puoi valutare se rivolgerti alle autorità.

        Riguardo poi alla maledettissima dissonanza (e se fosse felice altrove?), che tutti abbiamo vissuto, è forse l’aspetto di sofferenza più terribile da provare, perché è una vera e propria tortura pervasiva. Il problema è poi che non solo questa dissonanza riguarda loro, ma anche noi stessi: è come se respingessimo con tutta la forza che abbiamo l’idea che abbiamo vissuto con loro una fantasia irreale, è come se respingendo loro respingessimo un pezzo del nostro cuore, del nostro vissuto, della nostra stessa identità: è questo un dolore aggiuntivo da non sottovalutare. La realtà è però oggettivamente diversa. Tu sei stata in buonafede raggirata, con inganni e dadi truccati, e lui è un disturbato mentale che NON può essere felice altrove, almeno non nel senso che noi diamo alla parola “felicità”: gli np hanno un DISTURBO di PERSONALITA’ che, in quanto tale, è PERVASIVO, e questo significa che NON C’E’ RELAZIONE IN CUI NON ESPLICHINO QUESTO LORO DISTURBO, comprese quelle familiari o amicali o le semplici conoscenze: l’organizzazione patologica, per sopravvivere, IMPONE l’instaurazione di legami malati, distruttivi, mai improntati alla realizzazione di qualcosa di positivo per l’altro ma esclusivamente orientati al suo annientamento, alla rapina della sua identità e della sua energia. Su questo, stai certa, è un elemento caratterizzante tutti i disturbi di personalità. Se con amica Charlie Brown sembra andare tutto bene, è solo perché le serve nel ruolo che ha e le serve perché lei lo sostiene nelle sue manie di grandezza, non osa contraddirlo, non ha capacità o interesse a smascherarlo, non costituisce pericolo ma offre sempre un servile sostegno a Sua Maestà. Np non regge a lungo nei rapporti sani, np può stare a suo agio solo solo in rapporti malsani. Questo è garantito. Bisogna saperlo razionalmente, ripeterselo, e piano piano assorbirlo nella nostra pelle. E’ così, senza eccezioni, punto e basta.

        Ti abbraccio

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  18. Concordo con Blume e Speranza sulla riattivazione di antiche dinamiche disfunzionali.
    La mia np da un lato ha sempre scaricato sulle difficoltà di rapporto tra me e la mia famiglia (specie mia madre) tutti i problemi tra di noi. In più ha fortemente proiettato su mia madre tutte le difficoltà di rapporto che lei aveva con la sua.
    Ma soprattutto, nonostante io avessi cercato una donna con caratteristiche apparentemente antitetiche rispetto a mia madre, lei non ha fatto altro che richiamare costantemente lo stesso tipo di sofferenze che mi dava il rapporto con mia madre, soprattutto il senso di incomprensione e di stima condizionata.
    La cosa assurda, e forse in questo sta anche la perversione di questa dinamica, è che a fronte di una conscia ricerca di sottrarsi alle sofferenze antiche, ci si trova a vivere relazioni in cui tali sofferenze sono amplificate dalla manipolazione e, in questo credo non sfugga proprio nessun np, dalla loro volontà di produrre più male possibile.
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Gianni,
      Un bambino abusato quel modello lì conosce ed esporta in ogni cosa che fa. Una madre che ti allontana quando le chiedi un bacio o un padre che ti deride perché stai diventando donna diventano il tuo metro quotidiano. E se hai la sfortuna di incrociare un np è una vera disgrazia, perché quei tagli che avevi sulla pelle loro li squarciano proprio.
      Claudileia ci definisce giustamente dei combattenti e io concordo: tutto quello che stiamo facendo è molto di più che liberarci da questi np del c…o. Ci stiamo dando, io assolutamente per la prima volta nella mia vita, il giusto valore. Nessuna esaltazione, sia chiaro, ma un pacato riconoscimento delle situazioni che desidero oppure no, sulla base della mia dignità di persona e non certo sui bisogni famelici e malati di un np.
      Buona domenica

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    2. Sì, Gianni, concordo, infatti sembra assurdo: a noi sembra di ricercare persone molto differenti da padri e madri e congiunti disfunzionali, ma poi alla fine – pur nell’apparente diversità di questi personaggi- in realtà si ripropongono le stesse dinamiche pari pari. Perché il fatto è che a noi sembrano persone differenti e lo sono pure ma per elementi del tutto esteriori (fisicità, carattere, propensioni, gusti…), ma poi identici per dinamiche relazionali. Al punto che, se non sapessimo di questi incastri di tipo psichico, potremmo scomodare addirittura il destino…
      L’incastro è poi maledettissimo perché accade che pure loro proiettino su di noi gli antichi legami malati del loro vissuto. Anzi, direi che per loro è veramente sempre così, senza eccezioni: come già abbiamo ricordato altre volte, gli np sono letteralmente abitati a priori dai fantasmi delle figure genitoriali disfunzionali (o fanno soffrire perché sono posseduti maniacalmente dal fantasma del loro genitore cattivo e tu impersoni il bambino terrorizzato che erano loro e così si prendono la rivincita, oppure sono posseduti paranoicamente dal fantasma del bambino che erano loro e tu divieni il loro genitore punitivo e ti demonizzano). Non scordo che le volte in cui io ed np avevamo una discussione serrata ed io riuscivo a stare sul pezzo senza incazzarmi e senza perdermi dietro i suoi illusionismi, con combattività e capacità strategica, è capitato che gli scappasse di chiamarmi “mamma”… in modo spontaneo, non calcolato, e difatti cercava subito di giustificarsi (o rovesciando su di me la responsabilità: “ecco, vedi che mi fai fare…”, approfittandone per farmi sentire inadeguata, oppure minimizzando: “oh, è solo per abitudine, perché è la persona con cui ho discusso di più nella mia vita…”).

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      1. Sì, assolutamente concordo, non è per nulla l’amigdala. Il problema non è organico, ma questo non può spaventarci: perché il nocciolo psichico è talmente stratificato da avere una forza paragonabile ai geni del dna…. immodificabile, cioè.
        😉

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  19. Concordo ulteriormente sulle analisi di Speranza e Blume in merito ai rapporti disfunzionali.
    La descrizione dei rapporti bambini abusati/genitori disfunzionali, e il loro rovesciamento o riproposizione nella relazione con np, a seconda della situazione e delle momentanee opportunità, è esattamente quello che ho vissuto.
    Ancora un abbraccio e buona domenica a tutti!

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  20. Una precisazione.

    Quando nel mio post a Speranza, a proposito del nostro avvertire la fragilità di np e il desiderio di comunicargli di potersi fidare di noi (in quanto non ci approfitteremo di tale fragilità) voglio specificare ulteriormente: mentre noi guardiamo alla loro fragilità con amore e sempre con amore proponiamo loro un patto di fiducia (proprio a loro che non si fidano di nessuno, ogni “altro da sé” è un nemico, e non si fidano neanche di se stessi!), loro questo immenso amore paradossalmente (incredibilmente, secondo la nostra ottica, ovviamente) non lo vedono proprio, l’unica cosa che percepiscono della tua proposta amorosa è solo disprezzo per la loro debolezza (anche se non razionalmente, non importa: si comportano in ogni caso come se così fosse, viene attivata la loro vergogna e di conseguenza ti percepiscono come un nemico che li vuole colpire), il tuo amore lo leggono solo come disprezzo e solo a questa emozione reagiscono: diventi automaticamente gli occhi ingannatori e manipolativi di chi si approfitta e di cui non ci si può proprio fidare perché bara, perché è questo che hanno vissuto fin da piccoli. Questo è il loro copione. Siccome nel loro nucleo psicologico e psichico interno non si fidano mai (né di te ma nemmeno di se stessi, del proprio valore intendo), ti decodificano automaticamente come una persona ostile da cui doversi difendere contrattaccando sempre. Questo sta nel loro cervello, per far stare le proprie cose a posto, per autoassolversi dalla loro stessa cattiveria, per mantenere su la corazza del Falso Sé Grandioso, che è avvertito da loro anche come perfetto e buono, non dimentichiamocelo: un np può bearsi della propria cattiveria, ma ha anche la necessità di sentirsi buono. E’ una delle tante contraddizioni di np. Sta proprio nel disturbo, non lo dico io per alleggerire la loro posizione che, al contrario, mi sembra anche aggravata da una contraddittorietà interiore che non è propria delle persone intelligenti. Il punto è che, nell’ambito delle relazioni significative, attuano sempre uno schema copionale difensivo a priori, rinunciando al mantenimento del piano di realtà, anzi oserei dire sacrificandolo del tutto. La cattiveria (orribile, che pure ci ha ammazzato nella relazione) non è il loro fine, ma lo strumento attraverso cui realizzare e mantenere intatta questa corazza difensiva. Rinunciando, ovviamente a qualsiasi regola o limite morale, anzi avendo abdicato completamente alla considerazione della possibile esistenza di un codice di valori a cui essere coerente (ad es. non recar danno agli altri, o altre regole di buonsenso anche sociale), in nome di qualcosa (ad ognuno di loro questo qualcosa, ma sempre Sua Maestà Se Stesso, in sintesi: i propri Bisogni, che sono vari ma comunque primari ed esclusivi sempre).

    Questo per quanto riguarda loro, la risposta alla domanda: perché si comportano come si comportano? è in queste dinamiche descritte sopra. Nonostante abbiano l’abilità di presentarsi come ‘ste gran stelle del firmamento per stimolare l’immaginario su di loro come “belli e impossibili”, in verità sono persone con un Sé molto precario, tanto precario da non poter vedere se stesso. Quindi, non si può costruire con loro nulla di autentico, mai, in nessuna forma e in nessun caso. Per quanto mi riguarda, su di loro ok, amen, la sintesi va bene così. Non dobbiamo sapere molto altro su di loro. La domanda successiva, per noi necessaria, è: e io – per essere resistita/o per tot tempo (poco o tanto, non importa: sempre troppo in relazione all’inizio degli abusi) cosa ci guadagnavo dalla cacca che np mi buttava progressivamente addosso, tanto da rimanerci ben oltre il primo abuso?
    Io, a parte np, in altri casi ho mandato subito a quel paese altri uomini che mi hanno trattata senza cortesia umana, senza rispetto: mandati a quel paese subito e senza pensarci due volte. Se con np non è avvenuta la stessa cosa, si potrebbe pensare che è la grandezza speciale di np a fare la differenza. Loro in effetti vogliono che noi la pensiamo così, così si alimentano di luccichio riflesso per alimentare una grandezza che non hanno, vivono di energia altrui, da buoni np vogliono veder rispecchiata in noi la loro immagine grandiosa, fanno fare a te la fatica di vederli speciali, così magari ci credono anche loro, e possono alimentare il Falso Sé e stare agli antipodi del loro Vero Sé (precario e dubbioso di se stesso). Ma questa è la favola raccontata dalla loro voce, secondo la loro prospettiva. Tentano di condizionarci a questo (e le conseguenze sono la famosa dissonanza, in noi, per cui ci sembra emotivamente di aver perduto un tesoro grandissimo anche se ne parliamo razionalmente malissimo…). Noi, dobbiamo sganciarci da questo e assumere una NOSTRA prospettiva sulle vicende come unicamente valida, ritenendo la loro del tutto inaccettabile. E la nostra prospettiva dovrebbe essere capire appunto il NOSTRO incastro con loro, nell’ottica di fare l’autoanalisi che np non riesce a fare: accettare le nostre debolezze, perdonarci quando le abbiamo avute (nel rapporto con np e cose miliari; ed è quello che np non riesce a fare), accettare che loro sono irrimediabilmente malati, sapere che nonostante o a causa di questo esercitano su di noi un fascino ma anche che più guariamo le ferite originarie, accettando di vederle senza rabbrividire per vergognarsi (cosa che np non riesce proprio a fare: nucleo del suo disturbo), e più aumentiamo l’immunità e la resistenza a questi soggetti, perché produciamo autoconsapevolezza in noi: np esercita più fascino quando la nostra autoconsapevolezza al contrario si abbassa, in quanto a vantaggio dell’imposizione della loro prospettiva delle cose, che stimolano sempre l’altro ad assumere attraverso i pungoli emotivi continui a cui ti sottopongono: ti anticipano, per condizionarti e controllarti, per allontanare la possibilità che debbano confrontarsi con una persona autentica, che imporrebbe una esposizione diretta della loro persona, un rischio che non possono permettersi il lusso di correre.
    Più ragioniamo sugli incastri emotivi fra noi in primo luogo ed np in secondo, se intuiamo che ci sono questi incastri (e ad ognuno i propri, qui non ci sono né criteri né contenuti unici), e meglio è per noi. Il metodo di cogliere le analogie fra le nostre reazioni emotive del presente in relazione al passato (quand’è che ho provato una emozione simile? ah, sì, quella volta che mia madre/mia sorella/la mia prima fidanzata…), per via di analogia diretta e istintiva dico, non mediata tanto dalla coscienza razionale, e anche proprio liberamente a prescindere dalla diversità dei contesti (ad es. associare emotivamente contesti affettivi apparentemente molto diversi, sentimentale e fliale/genitoriale ad es.), più la prospettiva che assumiamo è questa e non quella voluta da np (che loro sono gemme fantastiche agognate da tutti e che purtroppo noi non abbiamo saputo meritare: fantasia di marca autocelebrativa di sé medesimo e punitiva dell’altro), più secondo me la loro capacità di attrattiva su di noi si depotenzia. Così, a occhio e croce, vengono depotenziti nel loro potenziale distruttivo anche se non ce ne liberiamo automaticamente, non tanto lo dico sulla base di testi scientifici quanto in relazione alla mia personale esperienza in questo percorso di liberazione da np, mai troppo breve ma per fortuna in trasformazione.
    Per precisare l’andamento del mio percorso e la fase attuale: dopo aver vissuto all’interno della relazione tutta la tensione emotiva distruttiva che tutti noi abbiamo ahimé vissuto con np, e dopo aver passato la fase del distacco come crisi di astinenza da np (io dico: tutte le mie dipendenze di dipendente affettiva) e dissonanza, sono ora in una fase in cui, pur non negando che la presenza di np può condizionarmi in ambienti comuni (lo incontro se capita, io non lo vado a cercare e a volte scelgo anche di andare dove è meno probabile che lui vi sia, ma lui sa bene quali sono le milonghe alle quali io non posso rinunciare, come del resto io so che lui lo sa, perché con np ci sono sempre queste amplificazioni di incertezze e doppi specchi…per il resto, però, non ci sentiamo: ogni tanto suoi cucù ma molto sporadici), pur se mi condiziona dicevo (anche perché cerca pure di intromettersi nelle mie relazioni con altri uomini, subito ad es. se ne interessa, va a fare l’amicone con loro, col sorriso e come fosse per caso mentre è solo per disturbarmi e impicciarsi ovviamente), in ogni caso qualsiasi cosa lui faccia (compreso riprovare a triangolare con altre, pure mie anche o ex amiche, fatto apposta) non mi determina più sofferenza né pensieri esclusivi e intrusivi in seguito. Sto anche vivendo la mia vita, ora come ora. Ho riacquistato energie per il mondo oltre np, diciamo. Np rappresenta sempre una grande o piccola sirena che in molti modi ti susurra: vieni con me…, ma io sto imparando a schermarmi da questa lusinga, a distinguere l’ottone dall’oro…
    Il senso di stare ancora sul blog, oggi come oggi, è per me condividere gli aspetti di autoanalisi, come Claudileia stessa ha suggerito virando, sul blog, verso articoli sul superamento della sofferenza delle vittime più che sulla descrizione del dnp, e avvertendoci di questo. Contribuire al dibattito in questo senso, e arricchirmene con l’esempio e il confronto con le esperienze altrui, questa è il mio orizzonte, sul blog. La descrizione del fenomeno si fa ogni tanto per ricapitolare, è utile farla, per comunicare anche ai nuovi arrivati lo stato del dibattito sul blog nell’ambito della comprensione dei caratteri del disturbo. Come Claudileia ci ha correttamente indicato, la prospettiva principale è però quella di curare noi stessi e non più solo di descrivere il disturbo.

    Un abbraccio a tutti e buon prosieguo della domenica

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    1. Per Blume
      E’ terribilmente vero, loro non si fidano di nessuno e nemmeno di se stessi. Np è stato persino “onesto” quando – in un paio di occasioni apparentemente irrelate – si è fatto sfuggire espressioni come “io devo essere cattivo” oppure “io non mi fido di nessuno”. Io lo ascoltavo basita e non capivo quello che capisco oggi che ho la meglio (mentre lo dico ho ancora una piccola paura di illudermi) sulla dissonanza cognitiva.

      Incredibile poi che vivano questa contraddizione interna assurda per cui devono pure essere percepiti indiscutibilmente buoni (e questo conflitto interno dovrebbe bastare a noi per mandarli a quel paese e a loro per farsi curare). NP chirurgo passa dallo svalutare i pazienti come un manipolo di mollaccioni che finiscono in ospedale quando malati (e quando dovrebbero venire sennò?!?!) all’erigersi a chirurgo buono che accompagna con tenerezza i vecchietti in sala operatoria per poi andare subito a salutarli in reparto appena usciti dalla sala; dalla celebrazione delle serate a base di alcol e sesso alla frase epica “noi siamo chirurghi” a seguito di una mia richiesta di prendere un aperitivo (dentro di me ho pensato: ma tutte le volte in cui sei andato a letto alle tre del mattino e alle 7 dovevi operare, non eri chirurgo anche lì? Boh… ), dal considerare i colleghi degli sfigati con i quali non vuole avere a che fare al dirmi che lui si ferma sempre in sala operatoria ad aiutare dove c’è bisogno. Io non ho mai capito a cosa e chi dovevo credere, alimentando così una potente dissonanza che mi ha quasi fatto uscire di senno (a questo va aggiunto ovviamente il suo esserci e non esserci, desiderarmi e rifiutarmi, cercarmi e subito dopo mortificarmi…).
      E vengo quindi alla tua domanda: “cosa ci guadagnavo dalla cacca che np mi buttava progressivamente addosso, tanto da rimanerci ben oltre il primo abuso?” Non ci guadagnavi nulla e lo sapevi bene già allora, ma forse tu come me non volevi abbandonare – probabilmente in via definitiva – quella dolcezza che alberga nei nostri personalissimi sogni e che tanto ci culla quando le nostre antiche ferite salgono in superficie.

      Personalmente ho visto np anche come un modo per affrancarmi gloriosamente da tante brutture del mio passato, mi sono immaginata tante volte accanto a lui – che io ho percepito forte, bello, potente, senza paura e pure arrogante – per mettere a tacere tutti quelli che in me non avevano mai creduto, finalmente anch’io su un trono.
      Questa è stata la mia debolezza e la mia vergogna, la mia presunzione e anche la mia poca intelligenza.
      La casa perfetta di np mi ha fatto immaginare forte e potente come lui ed è per questo che ho tanto invidiato sua moglie e la sua famiglia perfetta. Non consideravo – accecata dalla bulimia – che la mia casa esprime una meravigliosa vitalità ed è bellissima.
      Queste sono le mie ferite, o meglio, gli effetti più scabrosi delle mie ferite antiche. Averle depotenziate – non ancora del tutto risolte ma sono assolutamente decisa a proseguire in questa direzione – mi aiuta a perdonarmi per le mie fragilità e i miei errori, dando loro un nome e un cognome. Tutto questo, con np fra i piedi, non sarebbe mai potuto accadere.
      Grazie per le tue analisi preziose, Blume

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    2. Sempre per Blume
      Rileggendo quanto ho scritto appare in alcuni punti una certa semplificazione delle cose, come ad esempio nel punto della casa; è ovvio che il mio desiderio di perfezione attraverso di lui era ovunque.

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  21. Credo che indagare il disturbo sia il primo step verso la guarigione, solo così, almeno io sono riuscita a spiegarmi i comportamenti del mio ex. Capire le sfumature è significato per me riuscire districarmi dal ginepraio di pensieri ossessivi in cui ero piombata. Ovvio che dopo la porta sbattuta in faccia e dopo essermi ritrovata da sola con un dolore paralizzante ed invalidante, non sapevo davvero a quale santo votarmi. Non ho capito più niente mi si è abbattuto addosso treno in corsa ed avevo pezzi sparsi dappertutto. Era come se il mio corpo fosse dilaniato. Ero sola e il responsabile del mio dolore era sparito dall’oggi al domani così con un click. Ha chiuso il telefono e fine.
    Era una notte di pioggia … che è durata, metaforicamente, quasi quattro anni.
    Lui sapeva perfettamente di avere una forma di dipendenza da me. Io non lo capivo ai tempi cosa intendesse. Ma alla fine scelse di correre dietro un’altra donna.
    Io improvvisamente ero il mostro, da evitare. Come si può?? Oggi me lo spiego leggendo e cercando di cogliere tutte le sfaccettature del problema.
    Lui ha avuto la sua funzione in quel momento della mia vita, ma mi ha portato via un sacco di tempo, energie e questo ancora non riesco a perdonarmelo. Ma a quel tempo io ignoravo il fenomeno patologico.
    Oggi so di aver proiettato in lui ciò di cui ero priva. La mia famiglie era stata normale, ma rimanere senza un genitore mi ha fatta cadere nell’abbaglio dell’amore grande e vero, della persona affidabile, lui era più grande di me di molti anni. Sostituivo il genitore scomparso senza accorgermene, mi consegnavo al mio aguzzino, pensavo fosse amore invece era malattia. Lui diceva che eravamo in simbiosi, questa fusione era oppressiva, esclusiva, non mi lasciava spazio. A poco a poco abbandonai tutti i miei hobby e mi isolai dai parenti, amici e da tutti. Non avevo il tempo per niente oramai c’era solo spazio per lui. Improvvisamente.
    L’ho capito solo quando mi ha scartata in modo crudele, indifferente, cattivo, feroce, ho visto l’odio nei suoi occhi. Mi odiava. Scioccante!Lui aveva un’altra. Mi ha lasciata per questo … Ovviamente mi accusava di averlo tradito, era un drago sputava fuoco! Non nego di aver avuto qualche sbandamento, ma non l’ho mai tradito fisicamente. Non avrei avuto il tempo. Non mi volle credere. Arrivai al punto di scusarmi per aver cercato di capire me stessa. Che nell’aldilà avrei avuto giustizia. Niente. Mi aveva pedinata, seguita, stalkizzata, a me e ai miei pseudo amanti. Aveva le prove. Di cosa? Ancora oggi non saprei. Signori un incubo infinito. Avevo smesso di mangiare, di dormire, di ridere, di gioire, di … vivere. Ma mai avrei pensato si trattasse di una disfunzione patologica. Pensavo che fosse un uomo burrascoso, permaloso, sulla difensiva, ma mai avrei immaginato altro. L’incastro perfetto si rivelava una grande sola. Si rivelava per quello che, sicuramente, era sempre stato, ma che io non ero stata in grado di capire. Causa ignoranza. Perché ero ignorante in materia.
    Oggi purtroppo ogni tanto mi tocca incontrarlo, non riesco né a salutarlo, né a guardarlo. Mi fa troppo schifo. Mi ha lasciata per questo …
    Spero sempre che il tutto finisca presto e si vada a casa. Vorrei evitare anche questi casi, ma so che non si scappa dalle cose, preferisco attraversare. Penso che scappare equivalga a scappare anche dal problema, così anche se mi scoccia da morire lo attraverso. Dimostro a me stessa che posso farcela anche vedendolo. Una dose di autostima. Delusione-dolore-rabbia-indifferenza-rimozione, questi gli stadi da superare per cancellare un grave danno emotivo. Il mio disturbo post traumatico da stress causato dal “galantuomo”, credo sia quasi in remissione. Sono all’ultimo step: rimozione. Signori, è finita, abbiamo attraversato la notte buia, ma l’alba è vicina … e dall’alba non si scappa! Per fortuna l’alba arriva sempre!
    Sono fiduciosa che lo rimuoverò totalmente anche dai miei pensieri.
    Vi abbraccio uno ad uno.

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    1. Cara Saretta, ti abbraccio affettuosamente e partecipo al tuo sollievo di sentire che ce l’hai quasi fatta, una notte buia buia che però si vede l’alba in fondo. E’ questo l’importante. E capisco bene la tua reazione ad affermare la tua esistenza attraversandolo se proprio indispensabile, pur se ti scoccia, per non dargliela vinta, per dimostrare a te stessa che ce la puoi fare, che non ti ha distrutto come pretendeva.

      Un abbraccio

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    2. Ciao Saretta, ogni volta che leggo le nostre storie rabbrividisco per la loro gratuita crudeltà.
      Devo anche dire che ogni santissimo giorno, quando mi tocca ad esempio spostare di peso il pensiero di np e smettere di nutrirlo, penso a tutti noi che in qualche parte d’Italia facciamo la stessa cosa per riabilitarci e portare avanti il nostro percorso di consapevolezza. E sono sempre molto orgogliosa di questo grande lavoro per far terminare la notte buia in cui abbiamo vagto a lungo.
      Ti abbraccio

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  22. Cara Spersnzina, ricambio la stima e ti dico che la tua nonna aveva la saggezza di un tempo che è sempre preziosa…
    Io oggi direi….il male è meglio non darlo e tanto meno riceverlo, ma di sicuro a lungo sono stata una che si è beccata la cacca (talvolta ben confezionata, ma sempre cacca era) dando in cambio oro….attenzioni, comprensione, aiuto morale (e materiale) ecc.
    Queste cose oggi abbiano imparato a dosare, a darle solo a chi merita e a ricambiare la cacca con un pò di sana indifferenza anche se pure io come te non riesco ancora del tutto a dire che sono indifferente agli np al 100%….sicuramente non mi fido più di loro e se mai dovessero trovare in modo per ricontattarmi non sentirei le famose farfalle o quella forte scarica di adrenalina al solo leggere i loro nomi sul display…sarei molto centrata in me stessa, impermeabile a ogni tentativo di riaggancio ma con tranquillità, semplicemente direi che non sono interessata a riprendere alcun rapporto e se chiedessero motivazioni direi che io mi rapporto con persone vere e non con gente che vive manipolando il prossimo, che questi giochini non mi interessano, che il mio tempo è prezioso e lo dedico a persone che meritano uno scambio sincero e leale con me, senza cattiverie e colpi bassi.
    Che ho dato loro fin troppe chance di rapportarsi a me correttamente ma non le hanno colte, anzi, ne hanno approfittato per continuare ad abusare di me e della mia pazienza, che però non è infinita.
    Quindi, con la stessa tranquillità, li saluterei e andrei a bermi una birra.
    Ti abbraccio

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    1. Tranquillità e pacatezza sono parole che finalmente s’attagliano anche alla sottoscritta. Se incontrassi np gli direi proprio questo che scrivi tu, semplicemente che mi ha trattato in modo orribile e che a me – come a nessuno – piace essere trattati male. Concetto semplice, no?
      Eppure noi per prime questo concetto non siamo riuscite a metterlo davanti a tutto quando abbiamo conosciuto np. Era troppa l’eccitazione e il desiderio persino infantile di aggiustare tutto e una volta per tutte (il guarire insieme che abbiamo citato tante volte).
      La realtà è che se incontrerò np, lui avrà un comportamento strumentale ai suoi bisogni, qualunque essi siano e non chiederà mai nulla del passato perché per lui non esiste, non può esistere perché sarebbe troppo doloroso e forse pure vergognoso per lui. Quindi riprenderebbe il discorso con un semplice “come va?”.
      E qui io ringrazierei tutte le meravigliose persone di questo blog, la psicoterapeuta, il Signor Tempo e anche me stessa per non avere mai rinunciato – in questo lungo decorso – all’idea che salvarsi è possibile e doveroso.
      Come ho scritto in un recente post, dopo np ho desiderato morire, ho pianto, mi sono ridotta a uno zombie, ho vissuto tappata in casa per mesi, ho investito risorse in psicoterapia e fatto shopping compulsivo al termine del quale piangevo e buttavo via tutto: insomma, sono impazzita su tutti i fronti. Lui, semplicemente, ha comprato la moto. Quest’ultimo è stato per me un click tattico molto utile all’impianto strategico di questi anni, un vero regalo. Vederlo sfrecciare rigido e perennemente incazzato e altero sulla sua moto, mi ha restituito il messaggio che tante volte ci siamo detti qua: noi non possiamo salvarli, possiamo solo lasciarli andare perché sono davvero senza speranza.
      Ps. Su mia nonna hai ragione… e credo che oggi anche lei sarebbe stata d’accordo con te.
      Abbraccio grande

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      1. Credo che abbiamo fatto dei grandissimi progressi attraverso il dolore e il riconoscimento delle nostre fragilità, che ci rendono comunque persone vere e umane e per questo dobbiamo volerci bene e non colpevolizzarci se abbiamo permesso certe brutture nella nostra vita.
        E’ stata una lezione durissima, forse necessaria, ma importante. Oggi siamo più forti, e la cosa bella, senza aver perso umanità e compassione.
        Ti abbraccio cara

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  23. “Loro, np, ci provano con chiunque appaia disponibile alla relazione”

    Devo smentire, almeno nel MIO caso. Quando il mio psyco storico mi ha agganciata io non ero affatto disponibile a iniziare una nuova relazione. Perlomeno non con lui. Lì per lì – nonostante la sua bellezza indiscutibile e il suo fare accattivante – non mi aveva colpita perchè in quel momento pensavo a un’ altra persona. Quando iniziò a tampinarmi glielo dissi, e penso che fu proprio questo a stimolarlo nel perseverare nel love bombing. Che non sia mai che un narcisista perverso accetti di non essere il prescelto!

    Stessa cosa dicasi per gli altri np che mi hanno avvicinato, escludendo il recente cybervampiro con cui mi ero fatta avanti io nell’ iniziare l’ interazione seduttiva.

    I narcisisti difficilmente si avvicinano a persone che gli “dicono”: “Ehi bello, sono qui!”.
    Le loro prede le scelgono in base a particolari presupposti che non sono la semplice disponibilità affettiva o sessuale, che possono essere prerogativa anche di persone senza ferite e del tutto risolte.

    Per quanto riguarda il discorso “amigdala”, ci sono STUDI SCIENTIFICI che hanno dimostrato una diversa conformazione cerebrale dei narcisisti maligni rispetto al resto della popolazione, non è che lo dice Grazia. Poi certo, nella formazione della loro personalità incideranno anche altri fattori ( storia familiare, fattori ambientali, propensione alla cattiveria ), ma in misura minore.

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    1. Non perchè una cosa è stata pubblicata su una rivista scientifica è necessariamente vera. Molte pseudo scoperte si sono rivelate bufale, come ad esempio il famoso protocollo Di Bella per il cancro, supportato da studi e pubblicazioni e seguito da tanti pazienti che purtroppo poi sono morti perchè hanno rifiutato le cure tradizionali.
      Da almeno tre secoli (da quando cioè sono nati i primi studi sulla fisiognomica fino a Lombroso) si tenta di dare connotazioni fisiche alle deviazioni psicologiche, del tipo: chi ha la fronte bassa e le sopracciglia ravvicinate è un assassino, chi il naso aquilino è un avaro, chi ha il naso camuso è un grezzo e violento, chi ha il mento rientrante è un invidioso ecc. ecc.
      Beh…in effetti un mio ex aveva il naso aquilino ed era tirchio, ma ritengo sia comunque una cavolata :)))
      Oggi, parte della psicologia, specie statunitense (che deve trovare una soluzione a tutto, vista la loro cultura prettamente pragmatica) non riuscendo a definire chiaramente un disturbo così complesso come il narcisismo Patologico dice che c’entra l’amigdala. Può anche essere che vi siano componenti disfunzionali nel cervello, ma riportare tutto a questo è estremamente riduttivo. La maggior parte degli studi accreditati è per la concomitanza di cause, ma soprattutto, l’imprinting negativo nel primo sviluppo del legame di attaccamento.
      Se invece vogliamo fare psicologia spicciola, diciamo allora che pure noi vittime di Np abbiamo sicuramente una parte del cervello che funziona male, ovvero quella zona che identifica i pericoli e li fa evitare (dovrebbe essere nella parte più antica del cervello quella zona, tipo quella che ci fa evitare i serpenti e gli insetti, e quindi dovrebbe farci evitare anche gli np).
      Infatti non si spiega come mai alcune persone cadono vittime di np e altre se ne tengono ben alla larga. Saremmo tarati anche noi quindi, a rigor di logica. 😉

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      1. Gli assunti sull’ anomalìa dell’ amigdala dei soggetti patologici sono evidenziati dalle lastre cliniche del loro cervello. Non si tratta quindi di tesi e teorie, ma di PROVE scientifiche. Questa particolare area cerebrale è preposta all’ empatia, quindi è giocoforza concludere che una sua insufficiente formazione genera la personalità narcisista o psicopatica in un individuo.
        Le anomalìe del cervello possono aver luogo anche in seguito a gravi incidenti o gravi maltrattamenti fisici che riguardano la zona della testa provocandovi dei traumi nel lobo frontale ( che è la zona collegata all’ amigdala ). Molti serial killer, per esempio, sono stati gravemente malmenati da bambini riportando danni cerebrali permanenti.

        Questo non significa che si voglia ricondurre TUTTO a questo aspetto. Come ho già detto, altri fattori concorrono allo svilupparsi di questo tipo di personalità e sicuramente non si sta tentando di assolvere il narcisista patologico dalle sue responsabilità. Si cerca solo di avere una visione d’ insieme sul fenomeno, che includa indistintamente tutti gli elementi ad esso connessi. Dire che il narcisista perverso è diventato così perchè è stronzo, è malvagio, è cattivo, ed è cresciuto in una famiglia disfunzionale o all’ opposto è stato viziato all’ inverosimile, è un modus incompleto di accostarsi alla questione.
        Poi, come ho già detto in precedenza, se il problema non fosse anche organico, gli psicologi e gli psichiatri riterrebbero curabili i narcisisti e gli psicopatici ma così non è.

        Non vedo cosa centrino la fisionomia dei visi, la psicologia spicciola o presunte tare fisiche delle vittime.. non si è minimamente accennato a questo. E per quanto mi riguarda credo che nessuno qui sia “tardo” quindi penso che sia ben chiaro il senso di quello che ho scritto. Ribadisco che non mi interessa discutere su questi toni e non mi interessano i battibecchi fini a se stessi.

        Buona serata a tutti.

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      2. Veramente qui ognuno esprime liberamente le proprie opinioni….se non sbaglio anche tu dici sempre che esprimi opinioni senza malizia quindi non vedo perchè non debbano farlo gli altri…portando le evidenze che meglio credono….poi si può essere o meno d’accordo ma per fortuna qui siamo liberi di dire ciò che pensiamo.
        Se hai ben letto non nego a priori il discorso dell’amigdala, dico solo che non può essere quella la causa di tutto altrimenti diamo per scontato che chi ha il naso aquilino è un tirchio, così come chi ha l’amigdala difettosa è un narcisista. L’esempio serviva a quello.
        Ciao

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      3. Appunto… io esprimo semplicemente le mie opinioni, che possono piacere o non piacere. Ma non scendo mai sul personale, non denigro mai nessuno, non attacco, non provoco, non cerco di mobbizzare chi non mi va a genio. E tante altre cose che noto qui quotidianamente da parte di alcune partecipanti, e sulle quali cose preferisco sorvolare sopratutto per rispetto a chi gestisce questo blog e che ospita noi tutti e ci da modo di esprimere il nostro punto di vista e le nostre testimonianze.

        Penso che ci si possa tranquillamente confrontare senza trascendere in puerili prove di forza che non solo non portano a nulla di concreto, ma sono del tutto fuori luogo in uno spazio come questo.

        Lo ribadisco per l’ ennesima volta: non si vuole ricondurre TUTTO all’ amigdala. Non era questo il senso del mio discorso. Così come il paragone che è stato fatto è inopportuno perchè la fisiognomica è cosa molto diversa dalla neurologia. Sono due ambiti lontani l’ uno dall’ altro. Infatti, avere ad esempio il naso aquilino non prova scientificamente l’ appartenenza a certe tendenze caratteriali, mentre è scientificamente accertato che un’ amigdala non adeguatamente sviluppata da luogo a una mancanza di empatia, ed è altrettanto comprovato che nei cosiddetti narcisisti maligni è in funzione solo una parte della mente: il cosiddetto cervello rettile, quello cioè preposto all’ istinto di sopravvivenza e alle emozioni più primordiali. Le più alte funzionalità psichiche, come il concepire l’ etica e gli ideali, sono del tutto assenti in questi individui. E’ la ragione per cui possono esistere solo manipolando, distorcendo la realtà, svilendo gli altri.

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  24. Ma non scendo mai sul personale, non denigro mai nessuno, non attacco, non provoco, non cerco di mobbizzare chi non mi va a genio.

    Sbagliato cara Grazia.
    Da quando sei arrivata la scorsa estate, nel pieno di un dialogo molto delicato tra chi stava cercando di superare gravi situazioni hai iniziato ad attaccare qua e là creando disagio a ripetizione e hai sempre cercato di difenderti dicendo che erano solo “opinioni”. Non scordiamoci anche le tue battute incredibili sui divorziati, che c’entravano nei discorsi di quel momento esattamente come la fisiognomica di cui ti lamenti oggi.
    Ora, se tu vuoi sentirti libera di fare questo (dire quel che pensi senza curarti delle ferite che provochi) allora devi consentire che anche gli altri possano criticare te, che ti vada bene o meno.

    Ciao

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    1. Spirito, io non ho mai attaccato e non ho mai fatto battutine. che ci posso fare se quello che ho scritto è stato interpretato così! L’ avevo già detto in più occasioni e mi tocca ancora ribadirlo: ho scritto il mio pensiero su determinate cose e qualcuno si è sentito punto nel vivo. Ma non c’era nessun intento da parte mia di toccare sfere personali o di sminuire chichessia! Sono stata un pò provocatoria solo con Blume, in un’ unica occasione. E comunque la mia è stata una risposta ( seppur forse inopportuna ) alle sue sottili provocazioni nei miei confronti, che non sono state notate da nessuno a parte me, ma non per questo riesco facilmente a far finta di nulla.

      Ma comunque, lungi da me voler tornare su una questione che IO CONSIDERO MORTA E SEPOLTA, mi permetto solo di far notare che:

      – sono stata attaccata ripetutamente sul personale, sopratutto da te.
      – mi si sono attribuiti intenti malevoli solo perchè ho scritto cose che stridono con la visione di qualcuno.
      – si è addirittura messa in dubbio la mia esperienza sentimentale e familiare, che è stata molto traumatica e molto pesante e che meritava comprensione e considerazione, esattamente come le vostre.

      Proprio per l’ argomento trattato, davanti a certi atteggiamenti non nego che mi incazzo ancora di più. E non centra niente la mia presunta furia narcisistica come invece affermava Blume in una delle sue tante allusioni velate nei miei confronti. Chiunque se ne avrebbe a male se si sentisse messo in ridicolo “dal gruppo” solo perchè ha osato sfidare lo status quo, affermando concetti fuori dal coro. francamente ho notato cose che non mi sono piaciute, ma lungi da me voler colpire chi già deve vedersela con un percorso di rielaborazione che è senz’ altro faticoso e doloroso. Come tutti qui ben sappiamo.

      Inoltre Spirito, se davvero una sconosciuta in rete ha il potere di ferirvi, scusami ma forse dovreste farvi qualche domanda… A prescindere da quali fossero i miei intenti ( che comunque non sono quelli che tu e Blume mi attribuite ) è abbastanza assurdo prendersela davvero per un’ entità virtuale che scrive quello che scrive perchè la pensa in un certo modo, perchè ha le sue idee, e non ha la più pallida idea di chi ci sia dall’ altra parte ( se non per quello che i suoi interlocutori scrivono ). Quindi, come potete davvero credere che io vi abbia giudicato in quanto PERSONE?

      Non sarebbe invece meglio fare le dovute distinzioni? Capire che il virtuale NON E’ LA VITA e che un’ opinione generica scritta da un utente in rete dev’essere presa per quello che è: un’ opinione generica su un argomento, per l’ appunto?

      E comunque a me non cambia nulla se mi criticate o meno. La cosa non mi smuove di una virgola, perchè ho un’ identità salda che mi sono faticosamente costruita – sopratutto attraverso la sofferenza e le mie battaglie – e credo in quello che sostengo ( sbagliato o meno che sia a un livello oggettivo ).

      Il problema per quanto mi riguarda è solo che in questa maniera i dialoghi e il confronto vengono inquinati con cose che nulla centrano con il tema dibattuto.

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  25. La delicatezza e il rispetto nei confronti degli altri soprattutto verso chi come molte di noi ha subito abusi gravi e viene da esperienze di vita difficili è la prima cosa che si dovrebbe avere entrando in un blog come questo, che nasce con lo scopo di informare e aiutare chi si é trovato a vivere situazioni drammatiche come quelle con Np.
    Sei stata molto ben accolta inizialmente da tutti poi non si sa come mai hai iniziato a sentenziare in particolare attaccando me e Blume, che come molti riconoscono, hanno conquistato sul campo l’autorevolezza sul blog.
    Ovviamente nessuno di noi può vantare lo scettro della perfezione né tanto meno farsi portatori di verità assolute…personalmente mi è capitato di dire cose che senza volere hanno turbato la sensibilità di qualcuno e mi sono sempre scusata. Talvolta ho capito che quello che dicevo era sbagliato, e ho corretto senza problemi le mie posizioni.
    Scusarsi se con le proprie affermazioni si è ferito, anche non volontariamente qualcuno è un atto di intelligenza e maturità. Tu non lo hai mai fatto,anzi,dici che se una persona ti ferisce il problema è tuo. Questo mi ricorda molto da vicino personaggi che qui abbiamo spesso citato.
    Chi mi conosce qui sa che ho sempre commentato portando la mia esperienza e non ho mai avuto problemi a confrontarmi anche quando le posizioni erano diverse o addirittura opposte. Anche con Claudileia non sono sempre stata d’accordo ma mai è mancato il rispetto e l’affetto reciproco.
    Evidentemente se questo con te non accade mi dispiace, non amo dare tali spettacoli sul blog ma quando sento che io o persone che mi sono amiche vengono fatta passare per chi non sono non posso tacere.
    Chiedo scusa a Claudileia se con questa parentesi sono uscita dai commenti sull’articolo ma mi premeva chiarire una volta per tutte la mia posizione in merito a questa situazione.
    Sei libera di dire e pensare ciò che vuoi ma non permetto di essere dipinta per ciò che non sono e comunque un anno di commenti sul blog hanno ampiamente dimostrato la mia correttezza nei confronti di chiunque.
    Una buona giornata a tutti

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  26. io sicuramente non sono perfetta, ma non ho avuto ne mancanza di delicatezza ne mancanza di rispetto solo perchè ho detto la mia, ad esempio, sull’ istituzione matrimoniale. E ho espresso il mio pensiero in senso del tutto GENERICO ( se sapete che significa tale parola ). Faccio poi notare che gli atteggiamenti aggressivi non stanno solo nel dire cose che urtano, anche magari involontariamente, ma sta anche nell’ isolare deliberatamente un utente, negandogli di fatto un confronto, solo perchè non ci è “simpatico” o solo perchè lo riteniamo in qualche modo una minaccia al nostro “monopolio”. Mi spiace ma la verità è questa!
    io ritengo di essermi posta in maniera corretta, ma non si può nemmeno pretendere che le mie modalità di interazione debbano essere identiche a quelle di altre utenti che sono più popolari o che sono qui da più tempo, solo perchè hanno in qualche modo “dettato la linea”.

    Ma poi, che significa “autorevolezza”? significa che siccome tu e Blume vi siete conquistate questa immagine qui sul blog, nessuno potrà mai contestarvi ( anche educatamente ) che diventerà il cattivo della situazione? Maddai su! Non è questo secondo me lo spirito che un “luogo” come questo dovrebbe avere. Qui non credo che debbano esserci re e regginette, ma utenti che si scambiano pareri ed esperienze, e questo scambio a volte può essere anche acceso, fatto non solo di bacini e bacetti ( che, francamente, a volte sanno pure un pò di falso.. ).
    Anzi se proprio vogliamo dirla tutta, è nel “litigio” che la vera natura dell’ altro di solito viene fuori, e per me è solo quella che conta veramente, non le frasette di circostanza che tutti siamo bravi a dire.
    Per me un’ interazione ha valore se l’ avverto come sincera, diversamente non ne vedo molto il senso. Tu e Blume sembrate le uniche a non poter “perdonarmi” per avere detto le cose che pensavo, e questo per me è molto indicativo.

    io non ho fatto passare nessuno per chi non è. quale motivo avrei di farlo? qui, poi… Ho solo messo in evidenza certe cose che ho notato, e dopodichè ho cercato di passare oltre. E davanti ai miei tentativi di “riavvicinamento”, ho trovato un’ ostruzione totale che sinceramente reputo infantile.

    Nessuno ti ha attaccato dipingendoti in un certo modo! Sei tu che ti sei sentita così e lo stesso vale per Blume. Ma non potete prendervela con chi ha solo espresso dei semplici concetti. Sono anzi io che sono stata attaccata e dipinta per quello che non sono e dovrei essere io a sentirmi offesa, ma siccome secondo me non ha senso “prendersela” in un ambito di questo tipo, perchè capisco pure che molti che vengono qui sono duramente provati e a volte si sfogano in modo anche inopportuno, sorvolo.

    Sorvolo, fino a che mi è possibile sorvolare, certo..

    Buona giornata a tutti.

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  27. “Scusarsi se con le proprie affermazioni si è ferito, anche non volontariamente qualcuno è un atto di intelligenza e maturità. Tu non lo hai mai fatto”

    invece si, l’ ho fatto in un paio di occasioni. Ma ovviamente tu non te lo ricordi..

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  28. Al “mio” NP che avevo trascinato a forza da uno psichiatra per sbalzi d’umore e comportamenti che mi terrorizzavano, era stata prescritta come prima cosa una risonanza magnetica del cervello che aveva messo in evidenza serie lesioni organiche (non dovute a traumi) del lobo frontale. Mi disse poi che tutti i narcisisti che erano passati nel suo studio, trascinati da familiari ancora al di qua dell’esaurimento, presentavano queste lesioni organiche. Le lesioni traumatiche invece non fanno diventare il soggetto narcisista. Sul momento la diagnosi mi aveva sollevata, mi dicevo poverino, ma allora é malato, adesso il medico gli darà una pillola e guarirà. Invece lo stesso medico mi raccomandò di prendere le distanze e quando protestai che non potevo lasciarlo solo ad affrontare i suoi demoni mi rispose che NP era perfettamente in grado di cavarsela senza di me e che restando con lui non avrei fatto che accentuare i sintomi. Care amiche, la neurologia e la psichiatria possono constatare dei fatti ma per il momento sui legami di causa-effetto si va ancora a tastoni, qualsiasi medico serio ve lo dirà. Il NP rientra nelle patologie ove si sommano cause plurime, come l’autismo. Nel mio caso più che le emozioni fortissime mi legava a lui un grande senso di responsabilità, si era profuso in dettagli lacrimosi sull’infanzia terribile e mi sentivo in dovere di provagli che delle belle persone (io) esistevano.
    Oggi che sto benino non ho più bisogno di pormi come vittima ‘lo siamo, intendiamoci) ma analizzo le mie responsabilità e ne vedo soprattutto una: il delirio di onnipotenza. Neppure Dio riesce a salvarci tutti, figuriamoci noi tapine…Non litighiamo fra di noi, ognuna reagisce in funzione della propria esperienza e delle proprie sofferenze. l’aggressività, se ne resta in noi come strascico di frustrazioni e colpi subiti, sublimiamola in agguerrimento e determinazione contro di loro.

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    1. Ciao Paola. Grazie per la tua risposta, che è proprio quel tipo di risposta che speravo finalmente di leggere… Come dici tu ognuno di noi ha una sua personalità, un suo modo di essere e ognuno di noi reagisce in modo diverso alla sofferenza e agli abusi. io per mia natura ho reagito con la ribellione e con la “rabbia” ( ma questo non fa di me una narcisista patologica ), altri reagiranno diversamente. Non vedo perchè ci sono modi “più giusti” di altri. E comunque sono stanca di essere accusata di saccenza o di essere regolarmente punzecchiata persino per via dell’ esperienza dolorosa che ho vissuto. Cosa posso farci se io sono stata la donna ufficiale del perverso anzichè una sua amichetta o una sua amante di passaggio?..( magari anzi fosse stato quest’ ultimo caso!! ). E se dico che vengo da una famiglia disfunzionale e problematica non è certo per mettermi sul piedistallo del dolore. Non è mica una gara della sfiga!

      Come dice Paola, se bisogna litigare pure per queste cose, e pure tra di noi, veramente il mondo è davvero alla frutta!

      A me tutto questo non interessa, voglio trattare questo argomento con la massima tranquillità e apertura mentale e anzi se qualcuno è in grado di smentirmi con argomenti comprovati e attendibili tanto meglio! Mi interessa molto di più imparare che insegnare. Anche perchè rientro tra i cattivi maestri.

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    2. Cara Paola, dici molto bene e sinceramente non voglio alimentare ulteriori discussioni che alla fine non portano a nulla….ho solo voluto precisare una situazione che purtroppo si è trascinata troppo a lungo senza un vero chiarimento, ora ho detto quello che ritenevo giusto dire e va bene così. Ciascuno ne trarrà le dovute considerazioni personali e lasciare che il blog sia un luogo di confronto e scambio non polemico o fine a sé stesso.
      Sicuramente queste relazioni con Np sono complesse nelle loro cause, é giusto analizzare ogni aspetto con attenzione, sia psicologico che fisiologico (ho le mie idee ma non pretendi siano giuste..vedremo gli sviluppi delle ricerche future) , c’è ancora molta strada da fare nella comprensione del fenomeno anche da parte degli esperti…figurismoci noi che non lo siamo.
      Noi possiamo solo portare qui la nostra esperienza cercando per come meglio possiamo di essere di aiuto reciproco nel comprendere meglio queste terribili dinamiche di cui tutti abbiamo sofferto.
      Grazie e un abbraccio

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      1. Ciao Spirito,
        a proposito di terribili dinamiche.
        In queste settimane nella città in cui vivo un gruppo di psicoterapeuti ha fatto una serie di presentazioni al pubblico per definire successivi appuntamenti con donne che hanno sofferto di abuso narcisistico. L’invito a me è arrivato in maniera trasversale, ho persino chiamato le organizzatrici per presentarmi e capire quale fosse il loro obiettivo, mi sono quindi annunciata e poi… niente, non ci sono andata.
        Domani sera, secondo incontro, stessa dinamica, ma già so che non ci andrò. L’idea di toccare di nuovo l’argomento in un luogo diverso da questo blog o dallo studio della psicoterapeuta mi dà la nausea e un po’ anche un senso di vuoto.
        Questo mi dà l’idea di quanto in profondità possa essere andato il dolore e quanto sia importante mantenere questo monitoraggio su di me per evitare di farmi del male ulteriore. Nel senso che, istintivamente, avrei pure “dovuto” sentire il bisogno di partecipare a questo incontro e – se non mi fossi ascoltata bene – lo avrei pure fatto. Sbagliando.
        Capire bene le situazioni su di noi è, secondo me, fondamentale anche nella fase post np, a salvaguardia dell’enorme lavoro fatto.

        Un abbraccio grande a te cara

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      2. Cara Speranza, sicuramente una delle cose più terribili in assoluto è l’isolamento a cui Np ti obbliga per difenderti…ti dico solo che io ad oggi non ho più alcuna app social sul telefono, nè facebook, nè whatsapp o telegram…ho dovuto spiegare a persone care che non avrei usato queste app per un pò e alcune non capivano come mai…non a tutte ho potuto spiegare che non volevo più essere reperibile da np2 su quel numero, e che purtroppo non potevo disattivarlo per un vincolo contrattuale che mi obbliga a tenerlo fino ad aprile prossimo. Ho già un altro numero che sto usando ma sono pochissime le persone che lo hanno, ancora ad oggi non me la sento di riprendere a usare quelle app come prima pur con la certezza che nè Np1nè Np2 non potranno mai raggiungermi perchè non hanno il nuovo numero nè conoscono chi potrebbe darglielo, ma mi rendo conto che tante amicizie sono oggi ancora fuori dalla mia vita a causa di queste situazioni che ho avuto con gli Np.
        Un episodio che mi ha gelato il sangue in questi giorni riguarda un sms che ho ricevuto sul nuovo numero: “Fai gli auguri a Giada oggi, mi raccomando. Zio Daniele”.
        E’ un errore certamente…ma Np2 si chiama Daniele e puoi capire come mi sono sentita. Avevo sentito che talvolta i narcisisti mandano messaggi sbagliati apposta, è un modo per fare cucù e creare dissonanza.
        Ovviamente non ho risposto e pur sapendo che è impossibile che lui abbia questo numero, sono stata a disagio per un pò al pensieroche in qualche modo se lo sia procurato.
        Mi piacerebbe riprendere da dove ero prima di aver conosciuto gli Np, ma sento che devo fare una pezzo di strada per conto mio e solo quando sarò di nuovo serena riprenderò le mie abitudini di comunicazione.
        Anche io parlo qui sul blog e non altrove.
        Allo stesso modo, tu non ti senti sicura di uscire da casa e andare in un posto in cui si parla di narcisismo…anche se una persona esterna che non sa cosa significa la sindrome da stress post traumatico direbbe che invece ci dovevi andare.
        Ma se qualcosa ti rimanda dolorosamente a Np allora hai fatto bene a mio parere ad assecondare il tuo istinto.
        Ricordo che tempo fa Mirna (che saluto) aveva parlato di un convegno a Torino per lo scorso mese. Una parte di me ci sarebbe voluta andare, ma poi non me la sono sentita di dare seguito alla cosa..più che all’opportunità pensavo alla difficoltà di prendere due treni, di trovare alloggio ecc..spero che Mirna abbia compreso e non la veda come una mancanza.
        Piano piano riprenderemo ad aprirci al mondo, alle persone, alle cose belle.
        E’ giusto non forzarsi ma rispettare i propri tempi e fare un piccolo passo alla volta.
        Abbiamo già acquisito nuove importanti consapevolezze, e questo è già un buon traguardo…i prossimi verranno un pò per volta, dobbiamo mantenerci serene e avere fiducia nel percorso che stiamo facendo.
        Ti abbraccio

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    3. Cara Paola,
      come sempre gioisco quando uno di noi scrive che sta “benino”.
      E concordo pienamente sulla nostra deleteria illusione di poter salvare np: non esiste energia peggio impiegata e il fallimento è assicurato.
      Per cui, sì: sublimiamo la nostra forza per elevare noi stesse, con la bella sensazione di non calpestare nessuno.
      Buona serata anche a te

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  29. SULLE ULTIME POLEMICHE NEL BLOG
    NON MI RIVOLGO DIRETTAMENTE A GRAZIA O A SPIRITO, MA A TUTTI

    Non mi andrebbe tanto, ma mi sento costretta a intervenire, giacché sono stata chiamata in causa, visto che Grazia dice di essere stata provocatoria con me in passato per difendersi dalle mie sottili provocazioni nei suoi confronti e anche da qualche parte affermi che io non le risponda (per maleducazione o superbia, immagino, giusto?) Ma ci torno dopo.
    Innanzitutto, però, ribadire apertamente la mia stima per Spirito, immotivatamente attaccata da Grazia: Spirito è presente sul blog da molto tempo con la stima aperta di Claudileia e noi tutti, e ha sempre parlato con onestà del suo percorso non avendo reticenza nemmeno a evidenziare le proprie contraddizioni e più “vergognose” debolezze (ad es., continuare a vedere Np2 nonostante sapesse benissimo chi fosse e ne constatasse gli effetti malefici) e mettendosi sempre in ascolto e in aiuto degli altri, partecipando al dibattito in maniera ogni volta costruttiva, soprattutto sempre tendendo una mano a chi si affaccia per la prima volta in evidente stato di confusione e disagio, senza mai giudicare nessuno. Questo lo dico in primo luogo perché ne sono convinta personalmente, ma aggiungo che chiunque abbia frequentato il blog può testimoniarlo e che anche chi si affaccia ora per la prima volta può già saperlo e potrebbe andarlo a constatare ancora di più solo sfogliando a ritroso i suoi commenti e interventi ai vari articoli pubblicati da Claudileia.

    Per quanto riguarda invece me: sono stata chiamata in causa da Grazia, che afferma testualmente in uno dei suoi ultimi post in risposta diretta a Spirito: “Sono stata un pò provocatoria solo con Blume, in un’ unica occasione. E comunque la mia è stata una risposta ( seppur forse inopportuna ) alle sue sottili provocazioni nei miei confronti, che non sono state notate da nessuno a parte me, ma non per questo riesco facilmente a far finta di nulla”.
    Visto che lo introduce lei, anche io voglio ricordare a tutti quale è stato l’attacco “solo un po’ provocatorio” o solo “forse inopportuno” di Grazia al mio indirizzo, precisamente questa estate, nel commentare la difficile condizione che stavo vivendo (e condividendo con voi tutti) non solo con np (mentre tentavo di sottrarmi alle sue manipolazioni) ma in aggiunta anche con una mia ex “amica” che si è rivelata disturbata e molto stava contribuendo ad aiutare np nel danneggiarmi e nel rendermi difficile lo sganciamento dalle sue manipolazioni (e per me si aggiungeva anche questa doppia fatica: il dover fronteggiare due stronzi anziché uno solo…). Le parole di Grazia a commento della mia situazione non le sintetizzo a parole mie ma le cito testualmente (commento all’articolo “Per comprendere la violenza psicologica nella coppia bisogna guardarla dal buco della serratura”, post di Grazia del 28 luglio): “Tornando a Blume, leggendo i suoi post mi pare evidente dove sta il problema focale: lei è letteralmente inviperita con questa sua amica che, MALGRADO SA, continua a simpatizzare con l’ np e con la sua cerchia. Il definitiva, il problema di Blume è un problema di risentimento verso questa tizia, e Blume reagisce alla sua rabbia proiettando SU TUTTE le vittime una responsabilità nel concorrere al rapporto con l’ np. Blume inoltre si sente oltraggiata dall’ np – sul quale non è riuscita a fare colpo come sperava e come forse dentro di lei pensava. Del resto, che “colpo” vuoi fare su un narcisista patologico? Per loro siamo solo “rifornimenti”, NESSUNA ESCLUSA. E al tempo stesso si sente tradita da questa sua amica. Quindi, DOPPIO OLTRAGGIO. E per una tipa orgogliosa com’ è Blume ( lo è, il suo orgoglio emerge in maniera evidente ) tutto questo è inaccettabile e deve trovare uno sfogo emotivo per poter rielaborare questa situazione. Quindi, quale miglior modo di rivalersi se non quello di colpevolizzare le vittime che continuano a gravitare intorno all’ np?”
    ESATTAMENTE QUESTE LE PAROLE DI GRAZIA a commento della mia situazione. A chi (non io, altri) le faceva osservare che stava dando di me un’interpretazione completamente fuori di buonsenso e che stava distorcendo la realtà, Grazia ripeteva: “Sto solo riconoscendo OGGETTIVAMENTE una situazione nella sua realtà di fatto” (e meno male che ora le sue affermazioni, che questa estate definiva frutto di osservazioni oggettive, le ha ridimensionate a “opinioni personali”…).

    Immediatamente, in collegamento a questa interpretazione infima del mio personale sofferto percorso di liberazione da np (ridotto a un meschino risentimento verso l’ex amica che mi aveva soffiato np che io volevo riprendermi), Grazia mi ha accusata di fornire interpretazioni accusatorie sulla dipendenza affettiva soltanto per odio verso la mia ex amica: alla mia obiezione che i miei interventi sulla posizione delle vittime erano molto antecedenti alla questione dell’ex amica, inoltre assolutamente non accusatori e molto più complessi di come diceva lei, mi ha risposto candidamente che non è mica colpa sua (e di chi, mia?) se ancora non aveva avuto tempo di documentarsi bene su quanto prodotto sul blog e sulla mia posizione sulla questione-vittime: nonostante questo, sentenziava e riteneva di poterla giudicare (perché dire che io do colpa alle vittime e adeguo le mie interpretazioni di queste delicate questioni al mio umore del momento NON è un’opinione come un’altra, MA E’ PROPRIO un giudizio, e molto svalutante, sulla mia persona e sul mio agire: essendo state tutti vittime di np, COMPRESA Grazia, dovremmo essere in grado di riconoscere questa opera di svalutazione ad personam, no?…).
    Debbo commentare? La banalizzazione del mio vissuto (ridotto a un meschino volermi tenere np e rosicare perché l’amica me lo aveva soffiato!) mentre, con grande difficoltà, rientrando anche in parziale dissonanza cognitiva, stavo affrontando una mia fase delicata nel percorso concreto di allontanamento da np (stavo tentando di sganciarmi da entrambi i disturbati, ma si affacciava la dissonanza: lei sarà più capace di me con np? Questo il nodo complesso che vivevo (situazione difficile, cercavo sostegno nel blog…) e in tutto questo Grazia riduceva il mio sentimento a una volgare e banale gelosia (come se noi tutti vittime di np, COMPRESA Grazia, non sapessimo che anche l’esperienza della gelosia con np non è normale…), la svalutazione e la ridicolizzazione della mia esperienza, ridotta da queste sue parole a una caricatura da operetta e trattata come una cosa di cui vergognarsi, come con tono di disprezzo parlava del mio orgoglio come fosse pure questo una cosa di cui vergognarmi (l’unica cosa che mi ha tutelato, in parte, dai peggiori abusi di np…), mi dispiace ma non sono state affatto una divergenza di opinioni né una risposta solo giusto ”un po’ provocatoria” o “forse inopportuna” a mie supposte provocazioni sottili, come Grazia intende accreditare, ma un INSULTO GIGANTESCO, rozzo e brutale, formulato proprio con l’intenzione di colpirmi e offendere, senza avere il minimo scrupolo ad attribuirmi intenzioni e identità che non ho, cioè senza alcun rispetto per la mia persona e per la mia storia (a me sarebbe già bastato np, su questo versante, e per liberarmi da queste morse irrispettose sto sul blog…). Senza neanche accorgersi che, rivolgendosi così a me, offendeva tutto il blog (avere questa sensibilità è una questione di intelligenza, non si può spiegarlo).
    Secondo me, non c’è alcuna giustificazione per questo atteggiamento. Non c’è niente che possa attenuarne la portata di violenza cieca e ottusa che in esso si è espressa, la sostanza è stata abusante.
    In seguito, Grazia non mi ha mai chiesto scusa per questa sua ferocia. Secondo lei, nella sua testa, io avrei dovuto continuare ad avere rapporti normali con lei, rimuovendo completamente ciò che era successo, o pretendendo che io non gli attribuissi più importanza. Amiconi come prima, no? Ma se io sono su questo blog, è perché sono stanca di chi mi insulta e poi pretende che io mi autostimi tanto poco da non dare peso all’insulto.
    Chiunque cercasse di calmarla e di farla ragionare, veniva accusato da Grazia di essere dentro una sorta di complotto ai suoi danni: un “patto del silenzio” (di marca mafiosa!) tra me e gli altri per mettere in ombra lei e far incensare solo me: in sintesi: tutti non solo contro di lei, ma anche totalmente deficienti da abbracciare ciecamente la causa della mia esaltazione, e cosa ci avrebbero guadagnato?… ma andiamo! Sul blog non ci sono mai stati complotti di nessuno contro nessuno, solo confronti.
    Voglio anche sottolineare un’altra cosa: in riferimento ai miei presunti attacchi contro di lei, Grazia dice testualmente che al suo indirizzo, da parte mia, ci sarebbero state sottili provocazioni “che non sono state notate da nessuno a parte me, ma non per questo riesco facilmente a far finta di nulla”: cioè, Grazia sta dicendo che quello che vede, pure se lo vede solo lei e nessun altro e anzi gli altri leggono completamente altre cose nei miei interventi, è automaticamente la verità? Solo perché esiste nella sua testa e a dispetto del fatto che nessun altro la vede… Quindi, tutti per Grazia sono ciechi e lei sola vede. Una visione decisamente pluralistica, diciamo…

    Comunque, chiunque abbia voglia di farsi un’idea veritiera dello snodarsi della discussione estiva, della sua origine il suo andamento e i suoi esiti, può sempre consultare il dibattito a commento dell’articolo “Per comprendere la violenza nella coppia bisogna guardarla dal buco della serratura”, in particolare la seconda metà di luglio, mi pare, Grazia è entrata questa estate e l’escalation è stata veloce.
    Da quel momento e per questi motivi, dichiarandolo e motivandolo esplicitamente sul blog, io ho deciso di non rispondere più a Grazia: in sintesi: perché non ero più disponibile a sottopormi alle sue svalutazioni gratuite, che non avevo più intenzione di interfacciarmi a una persona che manifestandomi tanto disprezzo (= rabbia a basso costo energetico) con la sua svalutazione mi faceva ripiombare nella situazione in cui tanto spesso mi ero trovata con np e dalla quale volevo invece affrancarmi, che ho detto basta a certe dinamiche, che non avevo interesse a portare avanti una competizione a due nel blog. Da allora, pur intervenendo spesso sul blog, non le ho più risposto, anche se Grazia – non dando alcuna importanza o valore alla mia decisione esplicitamente dichiarata– continua ancora a riferirsi a me nei suoi post (ad es. perché risponde direttamente a cose che ho detto) e addirittura lamenta che io non le dia attenzione… Mi è anche capitato di non leggere proprio i post di Grazia, non perché io li ritenga in sé modesti, ma per allontanarmi il più possibile dall’eventualità di richiamare poi nel mio intervento qualcosa che lei ha detto sul dnp (le cose poi sono quelle, sul dnp, di quelle parliamo…) e innescare ulteriori suscettibilità…ma niente, nonostante questo, spesso Grazia ha ritenuto di essere all’attenzione dei miei post. Insomma, così si pretende che gli altri camminino sulle uova…

    Ho una mia idea sul perché Grazia si comporti così. Ma non la pubblico sul blog, perché non ho intenzione di esprimere valutazioni, qui: non è questa la finalità del blog. Penso che ciascuno, anche valutando autonomamente i vari contributi passati e presenti al dibattito, può farsi la sua opinione, di elementi direi che ce ne sono abbastanza. Per quanto mi riguarda, non ho intenzione di rispondere ulteriormente a Grazia né di affrontare ancora questo argomento sul blog. L’unico mio interesse a stare nel blog, oggi, è dare una mano a chi è agli inizi del percorso di liberazione, come ad es. Fenice, e ne ha bisogno, o magari incontrare qualcuno più vicino al mio andamento con cui scambiare orizzonti e sostegno. Una delle cose che l’esperienza con np mi ha insegnato, è che il tempo è prezioso. E non va sprecato.

    Un abbraccio a tutti

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    1. Cara Blume,
      ricambio la tua stima.
      Era importante chiarire queste cose anche per chi è da poco nel blog e non conosce bene gli antefatti e magari avrà notato che qualcosa non andava per il verso giusto nei commenti ma senza avere gli elementi per capire.
      Per te come per me lo scopo di essere qui nel blog è sempre stato quello di condividere le nostre esperienze con Np, sostenere e aiutare….anche nella diversità di opinioni e percorsi. Abbiamo disquisito a lungo e su vari aspetti…io ho anche riveduto alcune mie idee come dicevo e ringrazio chi mi ha spiegato il suo punto di vista, e sono contenta di sapere che per alcune persone il mio incoraggiamento è stato fondamentale per superare un momento difficile.
      Questa estate il blog è diventato un porto sicuro per tanti/e di noi che si sentivano a volte soli e persi nelle conseguenze devastanti della sindrome post traumatica, per quello dico che la delicatezza il rispetto erano assolutamente dovuti. Ciascuno può avere opinioni, ma attaccare direttamente qualcuno che non ti ha fatto nulla di male facendolo passare per chi non é, è estremamente grave e non può passare in cavalleria.
      Qui nessuno fa mobbing a casaccio contro Grazia, questo deve essere chiaro, ma stiamo solo difendendo un percorso fatto. Se qui è stato puntualizzato qualcosa é per difendere la nostra credibilità da attacchi ingiusti.
      Vorrei aggiungere qualcosa al discorso che se ci siamo sentite ferite da opinioni di una sconosciuta è un nostro problema….
      Intanto nessuna persona che entra qui é mai stata considerata una sconosciuta qualunque, ma una vittima al pari di noi. E a una vittima ci si aspetta comprensione e delicatezza, la stessa che abbiamo dato noi.
      Qui nessuno é uno sconosciuto qualunque, siamo tutti reduci da abusi molto gravi ed è obbligo di chi si avvicina al blog capire che non siamo in un bar ma ci vuole attenzione e sensibilità verso chi ha sofferto e si apre di fronte a tutti, dicendo magari anche cose di cui si vergogna.
      Io stessa mi sono resa conto di aver sbagliato in diverse occasioni a insistere su determinate cose, sono stata talvolta poco attenta alla sensibilità di persone che avevano avuto con np un rapporto diverso dal mio..non capivo il loro percorso, e ho fatto fatica a immedesimarsi ma alla fine l’ho fatto e ringrazio di nuovo chi mi ha aiutata a comprendere meglio.
      Questo credo sia lo spirito che dovrebbe animarci tutti…siamo persone diverse tra noi ma tutte egualmente meritevoli di ascolto e considerazione.
      Mi preme che qui sul blog non ci siano più attacchi incrociati, io continuerò a scrivere solo a queste condizioni altrimenti temo che dovrò salutare tutte queste belle persone perché a me di stare in guerra in un posto dove invece vorrei sentirmi a casa non va proprio più.
      Grazie Blume per la tua qualificata presenza che ha arricchito enormemente il dibattito qui dentro, portando sempre spunti di riflessione originali e mai banali e ha aiutato anche me a capire tante cose che mi erano oscure.
      Ti abbraccio

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    2. La scorsa estate io c’ero ed ero in uno stato per nulla esaltante, ho ricevuto aiuto da diverse persone e tantissimo sostegno proprio da Blume e Spirito, che hanno alternato commenti approfonditi ad abbracci virtuali e persino risate tra disperate. Di fatto, insieme alla psicoterapeuta, queste persone mi hanno tirata fuori dalle sabbie mobili. Se c’è una cosa che ho imparato ancora meglio dall’esperienza con np è la solidarietà fra persone sofferenti, per cui le regolari provocazioni di Grazia e tutto il clima di tensione che ne deriva non mi piacciono, non le capisco né voglio condividerle in alcun modo. E mi fermo perché – come ricordo ogni volta che mi affaccio qui – questo è un luogo di confronto e non un terreno di sfida, ma soprattutto io qui sono un ospite che ha il dovere di rispettare il padrone di casa. E ritengo non serva aggiungere altro.

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      1. Cara Speranza, grazie per questo tuo commento. A me delude e amareggiano le frecciatine, le provocazioni, la competizione… Per cosa poi? In tutta onestà qui non ci sono ragazzine e in cuor mio spero davvero che tutto ciò non si ripeta proprio perché dovrebbe prevalere la maturità e il rispetto. Sono già intervenuta per provare a sedare gli animi e francamente non capisco come si possa insinuare – e Grazia lo ha fatto! – che qui la solidarietà e gli abbracci siano finti, che è meglio sorvolare su delle cose che si dicono, perché sai com’è… perché si tratta di un pensiero che mina le basi di un gruppo di auto aiuto. Perciò mi scuso con tutti per cercare di infondere tolleranza in rispetto quando in realtà dovrei semplicemente capire che una persona ferita non ha il diritto acquisito di ferire gli altri e nemmeno è padrona della verità. Abbracci a voi.

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  30. Mi sono tornate in mente un po’ di cose, anche se conoscere l’eventuale, ipotetica origine di una struttura della personalità o di una psicopatologia non cambia né il passato, né il futuro. Ebbene, la mia np (ma come ho detto altre volte, non posso chiamarla mia perché non sono stato l’unica vittima e perché non ne rivendico alcuna proprietà, men che meno affettiva) veniva da una famiglia disfunzionale. Madre e padre separati da anni e anni, però ancora simbiotici. Il padre accumulatore compulsivo (con tanto di ultimatum del condominio sul capo, per questioni igieniche), la madre depressa cronica che ha abbandonato la famiglia, per poi ritornare, una sorella che parrebbe borderline, il fratello con manie religiose e un’altra sorella tossicodipendente (il cui ragazzo trafficava sostanze e che… è il padre della figlia della np!). Ovviamente, invece che pensare: accidenti, sarà matta anche lei, io pensavo: povera ragazza, quanto avrà sofferto… ma ecco che mi sono ricordato di una cosa! Mi ha parlato, due o tre volte, di un incidente di cui era stata vittima, per il quale aveva addirittura perso la memoria… ora, non so quanto il suo essere il mostro che è possa essere imputato a eventuali danni neurologici, però chissà. Che ne dite? Non so nemmeno se l’incidente sia mai avvenuto davvero, in fondo. Cicatrici non ne aveva… e ricordo il suo viso ancora fin troppo bene. E lo ricordo – questa è la cosa più amara – come il viso amato. Proprio così: dietro la freddezza dello sguardo io leggevo una sorta di regalità, dietro i sorrisi falsi una sorta di timidezza, ammiravo la sua bellezza ma ancora di più amavo teneramente i difetti, come se fosse mio compito specifico cercare una bellezza possibile solo attraverso i miei occhi (e questo vale per l’aspetto fisico e per quello caratteriale). Insomma, io amavo anche i suoi difetti e lei odiava persino i miei pregi. Che bella coppia, vero?

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    1. Caro S.w.a., io penso che il portato di tale famiglia disfunzionale, che ha partorito una borderline+una tossicodipendente+uno con paturnie religiose, basta e avanza a “giustificare” la presenza anche di una np all’interno di questa allegra compagnia! 😉
      Per quanto riguarda il resto, anche io ho vissuto la stessa tua esperienza: percependo il nucleo fragile di np dietro l’apparenza grandiosa, lo amavo, provavo tenerezza per i suoi difetti e le sue difficoltà, e lui odiava non “persino”, ma “soprattutto” i miei pregi… Penso che questa è una vicenda emotiva che più o meno abbiamo vissuto tutti, quando abbiamo provato ad aiutarli. Perché np in realtà detesta essere amato autenticamente e teneramente: non sopporta di essere debitore di nessuno, non conosce la gratitudine: nella dinamica narcisistica non esiste altro che la vergogna. La tenerezza che mostriamo verso le sue debolezze la percepisce come un atto di biasimo o, peggio, un’elemosina che gli facciamo.

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  31. Mi associo….anche io ho intravisto negli Np da me conosciuti (da un pò non li definisco più “miei”…loro non sono di nessuno, nemmeno di sé stessi, non avendo una personalità definita ma un caos interno)….dei lati che mi apparivano unici e speciali, mi sembrava che fossero persone che avevano veramente sofferto e desideravo aiutarle a sentirsi meglio.
    In particolare ho avuto questo enorme trasporto per il primo Np che come ho spesso raccontato é stato bravissimo a dipingersi come un ragazzo umile e sfortunato in amore, bambino denigrato a scuola a causa della dislessia ecc ecc….insomma…veniva proprio voglia di coccolarlo e dirgli “tranquillo, ora ci sono io”!
    Loro vogliono propio questo nostro forte aggancio empatico, lo cercano, lo stimolano….vogliono che ci leghiamo vedendoli come fragili per poi avere campo libero nel maltrattare e manipolare.
    Sono talmente abili nel creare questo condizionamento che spesso non siamo nemmeno in grado di percepire gli abusi come tali. Ci diciamo che se sono problematici avranno avuto sicuramente dei motivi, addirittura ci colpevolizziamo credendo che se ci hanno maltrattati sicuramente abbiamo sbagliato noi qualcosa.
    Fino a un giorno prima del mio distacco Np2 mi diceva “Silvia aiutami…” con una voce che sapeva toccare corde profonde…ho dovuto fare appello a tutta la mia razionalità per riuscire a chiudere.
    É difficile dire se l’incidente della tua ragazza abbia provocato danni tali che l’hanno fatta diventare così.
    Probabilmente in questa patologia c’è una concomitanza di cause sia fisiche che psicologiche, ma sicuramente come tutte le storie di Np evidenziano, c’è una fortissima componente disfunzionali nel nucleo familiare….almeno questa sembra l’ipotesi più vicina a descrivere la realtà.
    Un abbraccio a tutti

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  32. Cari S.w.a., Blume e Silvia, non posso che confermare anche io l’esperienza del prendersi cura delle loro “fragilità”.
    Quante volte mi sono bevuto il suo vittimismo per il mondo crudele che ce l’aveva con lei, quante volte lei si è aggrappata a me in nome di queste presunte fragilità; e quando io sono stato male (per lei) e ho tentato io di aggrapparmi a lei, allora ho preso calci in faccia (figurati) e pugni in piena notte mentre dormivo (reali).
    Vi chiedo un parere su una cosa che mi ronza in testa da un po’: lei sostiene di essere stata lasciata improvvisamente poco prime delle nozze (era giovanissima e secondo me si stava sposando per motivi poco nobili, non voglio dire altro, non sento la necessità di “sputtanarla” qui) da uno che avrebbe scoperto essere bipolare, con tanto di diagnosi e madre di lui che glielo ha fatto sapere. Questo trauma l’avrebbe segnata tutta la vita, tanto da valere come lasciapassare per tutte le sue paturnie, crisi e nefandezze, e io l’ho sempre coccolata e consolata anche per questo (è una delle poche cose che ho saputo di quella vicenda).
    E lo ha citato anche in terapia di coppia.
    E’ credibile? O, visto come si è comportata con me venticinque anni più tardi, stava magari semplicemente innanzitutto mentendo e soprattutto proiettando un suo problema su un altro?
    So che non avete la risposta, ma è plausibile secondo voi il mio dubbio?
    Chiarisco che è solo una curiosità a questo punto, qualsiasi cosa sia successa mi interessa molto relativamente, sto solo facendo un esercizio teorico.
    Un abbraccio!

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    1. Mah, che dire, Gianni, stiamo parlando di persone che hanno la bugia compulsiva e patologica (e pure in terapia mentono, in quella di coppia dove c’anche la “controparte” potrebbero addirittura scatenarsi… ricordiamoci l’uso che della psicoterapia faceva NpFunzionaEccome di Eva… ho letto anche di una testimonianza di una psicoterapeuta circa una paziente che si era rivolta a lei perché il marito era un np, per poi scoprire rapidamente che la np era proprio lei). Magari può anche essere vero che nel lontano passato ha incontrato questo bipolare (o ha creduto di incontrarlo, mentre era lei a provocarne manie e depressioni… la mia ex “amica”, disturbata di certo, va dicendo in giro che io sono una narcisista perché ho avuto cuore di abbandonarla mentre lei mi voleva tanto bene! gli np affermano con certezza che noi siamo pazzi e disturbati…), ma sicuramente artificioso e furbesco è l’uso strumentale che ne ha fatto in seguito, con te, e che tu hai ben evidenziato: un “lasciapassare per tutte le sue paturnie, crisi e nefandezze”. Questo solo basta e avanza, ti pare?
      Un abbraccio

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      1. Certo cara Blume, basta e avanza.
        Un tempo mi chiedevo se una cosa del genere poteva giustificare certi suoi problemi.
        Ora ho decisamente smesso di pormi queste domande a guardo, come hai detto tu, solo all’uso manipolatorio di queste vere o magari solo presunte vicende.
        Sicuramente in terapia di coppia la mistificazione della realtà e il totale rovesciamento su di me delle responsabilità le é venuto benissimo.
        Ma volevo sentire il vostro parere. Grazie della risposta.
        Un abbraccio e buona notte.

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    2. Caro Gianni,
      che sia vero o non vero, che forse proietti o che forse sia vero a metà.
      Comunque siano andate le cose a suo tempo, ciò non cambia la sostanza del presente e ciò che provi tu.
      Soddisfare questa curiosità non ti porta da nessuna parte, semmai rischia di allontanarti dal tuo prezioso punto di vista.
      Notte Notte e scusami se mi sono intromessa 😊

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      1. Certo cara Speranza, la cosa mi è semplicemente venuta in mente leggendo qualche commento sulla disfunzionalità di famiglie e conoscenze di np.
        Tolta la curiosità di confrontarmi con voi ti garantisco che questo non è certo più un mio cruccio che possa in alcun modo ostacolare il distacco che ho preso.
        Un abbraccio e buona notte anche a te.

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    3. Caro Gianni, mi sono fatta l’idea che le loro storie riguardo gli/le ex siano molto gonfiate e romanzate. Può anche essere che sia stata lasciata prima delle nozze…ma magari non perchè il tipo avesse problemi psicologici ma è stato ben attento e conoscendola meglio ha capito che era meglio darsela a gambe! 🙂
      Solitamente loro descrivono gli ex come pazzi o comunque persone poco equilibrate…Np2 mi parlò di una collega a scuola che aveva perso la testa per lui ed era arrivata a perseguitarlo sia al lavoro che fuori. Mi chiedo cosa avrà fatto lui per ridurre quella poverina in quello stato…
      Insomma…tutto quello che dicono va preso con le pinze, loro usano anche le storie per manipolare, per imreprssionarci e stimolare in noi l’indole del salvatore o della crocerossina.
      Un abbraccio

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      1. Cara Silvia anche io credo che il poveretto avesse semplicemente capito che era meglio darsela a gambe, bipolare o meno.
        Tutta quella vicenda ha sempre avuto un alone di mistero, anche perché si è svolta all’estero, quindi il romanzo era perfetto, e soprattutto non verificabile.
        In ogni caso acqua passata.
        Un abbraccio.

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