L’ansia acuta dell’eterna attesa: uno dei perché del contatto zero

Autrice: Zari Ballard
Libro: Narcissist Free – a survival guide for the no-contact break-up, p. 33-37
Trad. C. Lemes Dias

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Sarò la prima a dirvi che ci sono alcune persone nel nostro passato – ex fidanzati, fidanzate, mariti e mogli – che non meritano di essere odiati per sempre e forse nemmeno del tutto (a seconda della situazione). Sarò anche la prima a dirvi che da qualche parte lungo la strada, dopo che il dolore è passato e il tempo ha guarito le nostre ferite, che sarebbe persino del tutto possibile e auspicabile riaccendere un’amicizia o almeno coesistere sul pianeta ad un livello più alto che vada oltre a tutto ciò che avete vissuto con una persona sana. E’ possibile, tra ex partner, essere semplicemente civili.

Un narcisista, tuttavia, non è una persona del nostro passato che possiamo pensare di includere in uno scenario di convivenza civile. Ora vi spiego il perché.

Il narcisista, ovviamente, nel suo tentativo di “colpevolizzarvi” e di evitare la vostra scelta del contatto zero, giocherà la carta del “diventiamo amici” per farvi credere che sia possibile rompere in via definitiva il rapporto con lui restando pur sempre “amici”. Tuttavia questa non è una possibilità, se non altro per il fatto che non è mai stato un vostro amico, tanto per cominciare. Rimanere amiche da un narcisista non farà altro che tenervi attaccate al problema anche quando vi sentite forti abbastanza. Questo perché sarete le uniche a manifestare qualsiasi frammento di amicizia. Alla fine, sentirete quella terribile fitta di ansia non appena aprirete gli occhi al mattino. All’ora di pranzo, fisserete il telefono lasciando che altre chiamate vadano nella segreteria telefonica pur di non perdere la sua chiamata o il suo messaggio e non farlo arrabbiare perché non avete risposto subito. A cena, andrete fuori di testa perché non ha chiamato e potete persino iniziare a chiamarlo… ancora e ancora e ancora e ancora. Quando finalmente risponderà, vi chiederà «Qual è il tuo problema?». E poi, quando inizierete a piagnucolare o diventerete nervose per il fatto che tutto è andato bene il giorno prima e non ha nemmeno chiamato per salutarvi, egli rimarrà in silenzio per cinque secondi terrificanti e poi vi dirà con calma, con un tocco di compiacimento nella voce: «Perché? Non devo assolutamente chiamarti. Non ti ricordi più? Adesso siamo solo amici!».

Vi pregherei di non prendere nemmeno in considerazione di restare in amicizia con un narcisista, anche perché significa impegnarvi a mettere la vostra faccia nella tana dell’orso. Mentre al momento può sembrare che continui a dormire soltanto con voi nonostante la rottura, la verità è che non è così – sta ancora dormendo con tutte, solo che ora riesce a dormire con voi senza coltivare nemmeno una parvenza di legame. Se il vostro ragazzo o ragazza è un narcisista, fidatevi di me: continua a tradirvi e probabilmente è stato un traditore la maggior parte della relazione. Non dubitate di questo solo per il fatto che con voi il sesso è eccezionale (anche se non sempre è così). Anch’io credevo che il sesso andasse alla grande per 13 anni con il mio ex e ho sempre pensato che questo ci tenesse insieme. Ciò che non sapevo è che lui stesse facendo lo stesso sesso eccezionale con innumerevoli altre donne. Per un narcisista, il grande sesso è un investimento: non c’è alcun legame mentale da parte sua ed è per questo che può fare ciò che fa senza rimorsi e rimpianti. C’è poco da fare, si sentono giustificati nel restare ciò che sono.

Come strategia di rottura, il contatto zero è così potente a causa della connessione mentale che abbiamo con il partner narcisista. Se non interrompiamo la connessione mentale, non potremo nemmeno sperare di stare meglio e tanto meno vivere una vita con qualsiasi parvenza di normalità. E non è esagerato confrontare il vostro attaccamento con il narcisista con quello di un tossicodipendente e la sua droga. Sappiamo bene che si tratta sicuramente del peggior tipo di dipendenza. Quando è con voi – immediatamente dopo la sua ricomparsa da un lungo trattamento del silenzio – c’è una sorta di euforia che sembra una botta istantanea di adrenalina. La nebbia si alza miracolosamente e tutta l’ansia scompare. A quel punto potete davvero ridere e scherzare e tutta quella roba buona che ben conoscete. Indipendentemente da ciò che ha fatto o che ha combinato lontano da voi, non appena torna il peso che solleva dalle vostre spalle rende TUTTO accettabile.

Fin qui siete probabilmente inconsolabili, avete il cuore a pezzi e siete consumati da tutto ciò che vi lega a lui/lei e, per molti di voi, questo è un periodo completamente paralizzante che nulla, oltre una nuova dose del/la narcisista, sembra poter colmare. Sono sempre dimagrita a vista d’occhio durante un trattamento silenzioso perché non riuscivo a mangiare e anche quando ce la facevo la mia ansia bruciava tutto. Sembrava, letteralmente, che le mie terminazioni nervose fossero sempre in fiamme. Ribadisco: nulla in questo tipo di rottura è normale perché nulla nell’arco dell’intera relazione tossica che avete vissuto è stato sano nel vero senso della parola.

Per avere qualche possibilità di far uscire questa persona del vostro sistema mentale, è necessario prendere le distanze tra voi e la situazione. Ciò che molte vittime si aspettano subito dopo aver dichiarato a loro stesse il contatto zero è che non appena l’abbiano dichiarato, avranno subito il controllo totale delle loro vite! Quando dico di “dichiarare” a voi stessi il contatto zero, intendo che è necessario prendere un impegno mentale con voi stessi al fine di eseguire ogni singola regola per tutto il tempo necessario alla vostra guarigione. Non sto dicendo che è vietato piangere o cadere nell’auto compiacimento… Sto solo dicendo che bisogna considerare tutte le comunicazioni e il contatto con il narcisista fuori dalla vostra equazione di salvezza personale. In questo modo creerete finalmente un ambiente favorevole al vostro recupero. Il narcisista non deve nemmeno sapere cosa avete deciso di fare, perché si renderà conto abbastanza presto della vostra decisione senza la necessità di alcun tipo di comunicazione.

La rottura della connessione mentale è prima di tutto insita nella fine della pseudo relazione che vivevate ed è per questo che l’atto di bloccare il numero, rendendo impossibile per il narcisista chiamare o mandare messaggi è così importante. Ho ascoltato da molti uomini e donne che non hanno interrotto totalmente i contatti che il non blocco può provocare più angoscia del blocco stesso. Mi raccontavano di non aver avuto più contatti con la persona ma che continuavano a rimuginare sul fatto che non stesse scrivendo o che non avesse provato a chiamare nemmeno per sapere come stavano. Dopo averli ascoltati, dicevo: «Bene, quindi non l’hai bloccato? Perché se lo blocchi non dovrai preoccuparti di nulla di tutto ciò.» Per così tanti, è come una lampadina che si accende e così, la prossima volta, quando avranno finalmente bloccato quel numero, saranno meno angosciati e stupiti di quanto il silenzio possa portare pace. Il loro unico rimpianto passa ad essere quello di non averlo fatto prima.

Ciò che non realizziamo mentre siamo nella relazione (e subito dopo che ne usciamo) è la vastità del tempo che effettivamente trascorrevamo aspettando il narcisista. Eravamo sempre in attesa di un sms, di una chiamata, che arrivasse oppure altro.

Mantenerci in uno stato costante di ansia acuta è la chiara intenzione di ogni singola strategia nell’agenda delle relazioni patologiche di un narcisista. Queste strategie, ovviamente, sono tanto deliberate quanto efficaci. Quando in realtà facciamo una mossa per impedire a questa persona di poter attuare il suo male, la vita semplicemente inizia a cambiare. Improvvisamente possiamo fare quello che vogliamo perché abbiamo la giusta distanza e tempo per pensare. Niente più ansia in attesa di un suo sms o chiamata, perché ci siamo tirati fuori dal circuito.

Pensate un po’… quante volte non avete fatto qualcosa di cui avevate bisogno o che volevate fare perché eravate stressati/e, con paura di perdere una sua semplice chiamata o di non poter rispondere immediatamente a un suo sms? Quale inevitabile punizione vi aveva portato a questo stato d’ansia? Dimenticate il fatto che quasi mai lui o lei rispondeva al telefono o ai vostri messaggi con la stessa immediatezza che pretendeva da voi, oppure che rispondeva soltanto quando ne aveva voglia. Pensate al doppio standard in cui vivevate…

Nel blocco molte volte c’è buona parte della vostra salvezza mentale!

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24 pensieri su “L’ansia acuta dell’eterna attesa: uno dei perché del contatto zero

  1. Si è proprio l ansia da far da collante a queste relazioni tossiche.
    Io avevo l ansia di essere me stessa ( l ho capito dopo) e quindi la imitavo e mi limitavo.
    Avevo l ansia di chiamarla o di rispondere ai suoi messaggi stringati.
    Quando ero dentro la frequentazione sentivo solo disagio ,ma ora che sono lucida ho compreso quanto fossi carica di ansia.
    Che dire..ora che sono tornata a frequentare le mie amiche di sempre,mi sembra folle che io abbia subito tutto ciò.
    Eppure, ero legata da tante catene mentali,catene che ho stretto io.
    Mi è rimasta addosso tanta paura.
    Quando la evito, so che sto evitando una persona nociva.Mi ritorna l ansia, ma questa volta quella sana, quella attivata dalla paura del pericolo.
    Buona giornata a tutti!

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    1. Cara Ribelle, l’ansia è una loro proiezione su di noi. Prima eri ansiosa? Quasi sempre le persone non lo sono affatto, ma finisco per diventarlo grazie alle loro svalutazioni e manipolazioni. L’ansia può manifestarsi quando ricevi un sms o ti squilla il telefono e vedi il loro numero. All’inizio non sai bene il perché, poiché ti sembra di voler bene alla persona. Dopodiché quando la vedi c’è quel ‘qualcosa’ che ti indica che sta per arrivare un dispiacere… Spesso questo dispiacere può arrivare in forma di battute di cattivo gusto, triangolazione, la parlantina ossessiva nel quale tu sparisci e solo loro esistono, le critiche, ecc. E così un innocuo caffè diventa una tortura, perché ti senti annullata e con l’ansia che è alle stelle: vorresti fuggire ma non sai come. Non ho dubbi che non rendersi reperibile è un ottimo antidoto contro l’ansia. Un abbraccio grande e buona giornata anche a te!

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      1. Cara Claudileia non ero ansiosa,anzi!!
        Pensa che non sono mai stata neanche una mamma ansiosa…mai!
        Ma come giustamente hai detto tu, loro hanno la capacità di proiettare il loro bel mondo su di te.
        La mia prima ansia l ho avvertita dopo che mi ha agganciata…mi rendevo conto che lei aveva avuto una modalità strana, ed io per mesi cercavo di ripercorrere con la mente quella modalità.
        La edulcoravo…credendo a chissà quale karma ci avesse fatto incontrare..in realtà spesso mi svegliavo nel cuore della notte con l ansia.Percepivo come qualcosa di stonato e tetro… nel culmine della frequentazione, complice l erosione identitaria,percepivo anche qualcosa di seduttivo ma che non mi apparteneva.
        Morale: ansia e confusione a mille.
        Oggi dopo 7 mesi di tenace no contact ( non le ho più parlato per telefono, da sola ,nessuna lezione,nessun messaggio personale spontaneamente inviato da me o di risposta)mi sento bene e senza ansia.
        Quanto tempo mi aveva rubato per le sue cretinate.Oggi mi accorgo che io e lei non avevamo nulla in comune se non lo sport.
        Quindi…no contact sempre e comunque!
        Un abbraccio pieno di auguri

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      2. Bravissima anche tu Claudileia !!!! Il dispiacere…..quello non mancava mai….anche se ” camminavo sulle uova” per non irritarlo, c’ era sempre un motivo per adombrarsi, per criticare, per farmi sentire sbagliata…Oggi, a distanza di quasi un anno da quando sono riuscita a lasciarlo, o, per meglio dire, ho trovato la forza ed il coraggio di dire basta e di bloccarlo su tutte le “piattaforme”, mi domando come ho fatto, ma come ho fatto a resistere tutto questo tempo con lui,come ho fatto a lasciarmi sminuire, controllare, insultare, abusare…non ci crederai, non ci crederete, ma oggi poter chattare liberamente con i miei amici su whatssap, rimanere online tutto il tempo che voglio, senza subire il suo interrogatorio assurdo, i suoi attacchi, le sue paranoie sul perché ero online ….non mi sembra vero. Mi ero ritrovata ad invidiare le mie colleghe, le mie amiche che potevano stare sui social liberamente , mi sembrava quasi strano che i loro fidanzati o mariti glielo lasciassero fare senza nessun problema…. Grazie per il tuo commento, ti abbraccio forte.

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    2. Ciao Ribelle, mi piace moltissimo il tuo commento, mi rivedo in te. La forza che abbiamo acquisito grazie soprattutto a questi articoli che ci spiegano tutto, non ci farà’ mai più tornare indietro e ricadere in situazioni simili, anch’io, come te, ero sopraffatta dall’ansia, quando ricevevo un suo messaggio , uno dei centinaia al giorno perché era sempre presente, avevo paura, non sapevo mai cosa aspettarmi….Adesso, per fortuna, E’ FINITA !!!!! Buona giornata, un forte abbraccio😊

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  2. Come sempre, un ottimo articolo, esaustivo e perfettamente in linea con il meccanismo perverso in cui ho vissuto per ben 5 anni.Da quando ho adottato il ” contatto zero” sono rinata….niente più ansia, niente più’ malessere, niente più’ controlli…..MI SONO RIPRESA LA MIA VITA !!!!!!!!! L’ unico rimpianto è’ quello di non averlo fatto prima, ma forse non ero pronta.

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      1. Grazie a te carissima, sono veramente contenta di potermi confrontare con te e con tutte coloro che hanno avuto questa devastante esperienza…un forte abbraccio Claudileia😊

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  3. Sto eliminando dalla mia vita tutti i possibili motivi per cui potrebbe contattarmi. Gli ho lasciato l’auto (comprata con i miei soldi ma ovviamente intestata a lui) e ho invitato le maestre dei bambini ad interagire direttamente con lui, con la scusa che se coinvolto direttamente si sentirà più sereno. So che parla male di me e dei bambini (io sono possessiva e ossessiva ed i bambini appiccicosi e non particolarmente brillanti e/o indipendenti), ma ha un aspetto “viscidamente angelico” e tutte le donne gli credono, quindi meglio questo che lasciare a tutti l’idea che sia io a evitare di informarlo anziché lui a dimenticare qualunque cosa riguardi i bambini perché fondamentalmente non gliene importa nulla…
    Ho anche smesso di chiedergli di riportarmi le centinaia di cose che sono rimaste a casa sua…
    Ogni sera alle 20:00, però, deve videochiamare i bambini, perchè ci siamo trasferiti a 700 km da lui e bisogna mantenere i contatti.
    Mi sale l’ansia già dalle 19.00.
    Li chiama mentre corre sul tappeto, li chiama dal bagno, li chiama mentre cucina o mangia, li chiama mentre ha in casa chissà chi nascosto e finge di essere solo, parla solo lui, fa domande e non ne aspetta la risposta, ma è bravissimo a sgridarli perché loro continuano a giocare e non lo ascoltano o salutano.
    Li colpevolizza sempre…per tutto…anche perché deve fare ore di viaggio scomodo in pullman per venire a trovarli…
    A volte non chiama e mi dispiace per i bimbi ma io sono molto più serena per tutte le 24 ore successive…spero gli sia successo qualcosa di “importante” (bello o brutto) e sparisca per un po’…
    Invece torna sempre, senza neppure scusarsi…
    La sua capacità di mentire, nascondere, non ascoltare e colpevolizzare risveglia tutti i vissuti peggiori ogni sera… e mi fa avere paura per i bambini che ogni 15 giorni restano con lui e la sua famiglia da soli per quasi due giorni…
    Capisco chi resta sperando di proteggere i bambini stando sempre con loro e supervisionando da vicino.
    Invidio chi può chiudere i ponti ed eliminarli per sempre dalla propria vita.
    La violenza psicologica è difficile da dimostrare. La cattiveria di un NP non sarà mai vista da chi non si avvicina a lui abbastanza… bisogna diventare “intimi”.
    Detto ciò, che faccio?! Ha senso bloccarlo su whatsapp tutto il giorno fino alle 20.00? Lo sblocco per la videochiamata e lo riblocco immediatamente dopo…

    Quanto è vera questa cosa dell’ansia! Mi dicevano che “andavo a camomilla”… l’ansia non sapevo neppure dove fosse di casa… adesso invece devo cantare per non sentire il ronzio dei pensieri catastrofisti.

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    1. Carissima Francesca, già il fatto che sei riuscita a portare i bambini lontani da lui 700 km è una vittoria colossale. Il suo ‘ascolto avverso’ verrà compreso dai piccoli col tempo per ciò che veramente è: assoluto menefreghismo. Lui non si può permettere di “perdere tempo” ascoltando la giornata dei piccoli e quindi fa sempre qualcosa che non lo faccia annoiarsi mentre ascolta i bimbi. Gli adolescenti sono molto sensibili a questi comportamenti e qui bisogna portare pazienza: col tempo non sopporteranno il modo di fare paterno e decideranno di non frequentarlo a causa della sensazione di annoiarlo. Si sentiranno bloccati in sua presenza e quindi naturalmente prenderanno le distanze. So che sono ancora piccoli e che sono i tribunali a prendere le decisioni per loro. Su questo, purtroppo, non c’è niente da fare. Ci sono passata anch’io e la mia personale testimonianza indica che i figli, a maggior ragione quando tenuti a debita distanza da un genitore tossico, riescono a comprendere molto meglio di noi il quanto certi comportamenti noncuranti, come l’ascolto avverso, feriscano nel profondo. Dopodiché c’è il ritiro totale della parvenza di affetto sempre che avrà qualcosa di meglio da fare (quando lui non chiama!) e che desta altrettanta sofferenza e preoccupazione nei piccoli. Sono ‘uomini’ che esigono tutta l’attenzione per sé, anche dai bambini piccoli, come hai ben descritto, senza avvertire alcuna necessità di comportarsi di modo maturo e responsabile. Ciò che puoi fare per lenire l’ansia è attivare un numero appositamente per le sue chiamate, con un telefono che accenderai soltanto nell’orario in cui lui dovrà chiamare. Così non dovrai bloccare e sbloccare ogni volta il suo numero dal tuo telefono. Ti consiglio di fare questo anche perché imparerai a fare una distinzione tra il numero che utilizzi per il resto del mondo e le persone che fanno parte della tua vita pulita e quello che viene usato soltanto per il padre dei tuoi figli esclusivamente per parlare con loro. Hai fatto benissimo con la scuola! Un abbraccio grande a te e buona giornata!

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      1. Sono riuscita a restare qui perché ho trovato te e questo sito ed ho capito che non ci avrebbe lasciati andare senza lottare e che sarebbe diventato “pericoloso” se avesse compreso le mie intenzioni troppo presto…allora senza dare a vedere, mi sono organizzata e ho assoldato l’avvocato più cattivo della zona… anziano, giudice di pace, che non accetta di perdere… in qualche settimana ha portato dalla nostra parte l’avvocato del mio ex e con lui… si è presentato “armato” di tutti gli screenshot dei messaggi che mi aveva inviato e se lo è mangiato in un pomeriggio! Non siamo neppure passati dal tribunale!

        Tu e questo sito salvate più persone di quante potete immaginare…
        …perché diffondete conoscenza e date speranza nello stesso tempo.

        Ieri sera, mentre i bimbi raccontavano quello che stavano facendo (decoravano dei biscotti da infornare prima di cena), lui li ha interrotti nel mezzo del racconto (tra l’altro divertentissimo perché erano davvero eccitati) con “volete vedere cosa ho imparato a fare!”. Era in palestra e continuava ad allenarsi…
        “Lui non si può permettere di “perdere tempo” ascoltando la giornata dei piccoli e quindi fa sempre qualcosa che non lo faccia annoiare mentre ascolta i bimbi”
        Queste tue parole mi sono risuonate in testa… ho respirato e ho apparecchiato la tavola… Mi sono detta che il prossimo passo sarà sistemare la questione cellulare…

        Grazie, Claudileia,

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      2. Cara Francesca, ho letto la tua storia e mi sono venuti i brividi….. Sei una donna coraggiosa, sei una mamma stupenda, hai fatto benissimo a prendere i tuoi figli e staccarli da quell’ ” uomo”…. Ti auguro di riprenderti presto, e di essere di nuovo felice con i tuoi piccoli. Hai scritto una frase molto significativa….Tu e questo sito salvate più persone di quante potete immaginare….Ha salvato anche me. Voglio aggiungere che un papa’ che si annoia ad ascoltare i racconti dei suoi bambini, non e’ degno di essere chiamato papà’. Ma sono proprio necessarie queste video-chiamate?? Ai bambini, secondo me, NO. Ti mando un forte abbraccio, Francesca, un abbraccio a Claudileia che ci sta aiutando tantissimo, e un abbraccio a tutte le persone stupende che ho potuto conoscere in questo sito. Buona serata😘😘😘😘

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  4. Lucia, purtroppo ci siamo accordati così. Lo psicologo crede sia il modo migliore per far vivere meglio ai bambini quelle 32 ore ogni due settimane con quel padre che era già troppo poco presente prima che ci lasciassimo…
    Non credo che dureranno ancora per molto. I bimbi sono stanchi… dopo 7 mesi dopo un po’ che non li ascolta lo lasciano lì a parlare da solo… prima inventavano di tutto per attirare l’attenzione, persino improvvisare il teatrino con le marionette!
    Purtroppo per evitare che mi riempia di insulti e che chiami l’avvocato accusandomi di PAS… devo anche parlargli e invitare i bambini a raccontare e salutate…
    Grazie, Lucia, più che coraggiosa questa estate mi sono sentita disperata… e non so se non fossi approdata qui se avrei mai ritrovato quel minimo di lucidità per riuscire a restare nel mio paese d’origine con mia madre e mia sorella come mi aveva consigliato lo psicologo…
    Un abbraccio forte a te e a tutte noi che siamo qui… 😘😘😘

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  5. care tutte, e soprattutto carissima Claudileia, volevo dirvi che questo sito ha permesso ad un’altra donna di trovare la forza di lasciare il marito dopo anni di abusi psicologici terribili nei confronti suoi e della figlia. Avevo passato il link a questa mia amica senza dirle nulla se non che certi comportamenti del marito mi sembravano simili a cose lette qui. Lei ormai pesava 40 kg e, al di fuori del lavoro, é una brillante avvocatessa, non riusciva a prendere nessuna decisione, neanche come vestirsi, per paura di essere aggredita o sbeffeggiata. La cosa più scandalosa é che la psicologa che seguiva la figlia adolescente da anni, causa ricorrenti tentativi di suicidio che erano, penso, richieste d’aiuto, essendo pagata dal padre non lo ha mai messo in discussione e ha sempre rifiutato di incontrare la madre pretestando il rischio di rompere il rapporto di “fiducia terapeutica”. Ora, vi chiedo, ma con una minorenne (13 anni all’inizio) é permesso rifiutare di vedere la madre, dato che lei é considerata responsabile legale? A me sembra assurdo: vi rendete conto del potere che assume la psicologa? Infatti la ragazzina aveva subito un lavaggio del cervello e diceva alla madre cose tipo “tu meriti quello che ti fa” oppure “sei tu che non sei capace di farti amare”. Non mi capacito di questa cosa. Un conto é il figlio tolto a genitori abusivi dai servizi sociali ma altrimenti com’é possibile che non sia coinvolto in un processo terapeutico? Comunque stanno già entrambe molto meglio. Saluti a tutti ❤

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    1. Cara Paola1, a prescindere se era il padre a pagare la terapia, entrambi genitori dovevano essere ascoltati dalla terapeuta. E’ incomprensibile ciò che è successo. Mi rendo conto del potere che hanno certi psicologi e che possono, quando NON PREPARATI, fare danni irreversibili nel cervello delle persone, soprattutto quando bambini o in età adolescenziale. Questa psicologa parlava solo con il padre? La madre non è mai stata chiamata, cioè, non hanno mai fatto un colloquio insieme? Per quanto tempo la bambina ha fatto “terapia” con lei? Se l’ex marito è un narcisista patologico possiamo stare certe che ha manipolato la terapeuta! Un abbraccio grande a te e fammi sapere com’è possibile che questo scempio sia avvenuto ai danni della minore. Penso che sia un allerta per tutti: non è perché uno paga che debba essere l’unico ad essere ascoltato da un terapeuta quando di mezzo c’è un minore. Non esiste! Un bravo terapeuta vuole comprendere il tipo di dinamica che si è creata tra genitori e figli e per comprenderla è impossibile basarsi sulle parole di uno solo. Non è etico.

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      1. Claudileia anch’io ero allibita! Il padre é stato obbligato dal medico del pronto soccorso ove la ragazzina era arrivata con le vene aperte a portarla da una psicologa. Il dottore aveva raccomandato che andasse lui perché il problema principale della ragazza, da quanto aveva potuto capirne in qualche giorno di degenza, era il malessere nel rapporto con lui. La psi ha proposto di vederla TUTTI i giorni feriali 1 ora. Quando la mia amica ha chiesto di incontrarla, per parlare della figlia e farsi spiegare la frequenza degli incontri, la psi ha detto che era meglio ne stesse fuori perché lei era già troppo presente nella vita della figlia e l’ha convinta che fosse l’unico modo attraverso il quale la bimba avrebbe recuperato il rapporto col padre, che secondo la psi si era appunto eclissato poiché lei non gli lasciava il giusto spazio. La terapia é durata 4 anni, passando da 5 a 3 sedute settimanali, immagino la psi si sia comprata una barca nel frattempo, poi lei ha chiesto il divorzio e il padre ha smesso di pagare la psi. The end. Tu sei molto comprensiva con gli psi, che al massimo consideri non preparati o ingannati, ma ci sono a parer mio veri e propri delinquenti attirati dal potere sul debole e dal denaro facile. La psi, ma chi l’avrebbe detto, non rilasciava fatture, e il padre non ne chiedeva, quindi la mia amica che é in fase di divorzio si é sentita dire dal suo avvocato che denunciare sarebbe inutile perché non ha prove e il giudice la considererebbe la solita ex moglie inacidita pronta a tutto. Inoltre, e qui la capisco, in quanto avvocatessa ha visto lei stessa le peggio cose e quindi mira ad un divorzio rapido. La ragazza ormai ha quasi 18 anni, non sopporta si critichi il padre ma da quando é cessata la “terapia” non vuole più vederlo. Coma puoi immaginare lei é comunque distrutta, e per combattere ci vogliono energie che metterà anni a recuperare.

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  6. Paola, non sarei così certa della malafede della psicologa… se la tua amica avvocatessa non si è fatta spazio, presentandosi allo studio e imponendo di essere ascoltata e coinvolta nella terapia di sua figlia, sicuramente è colpa della manipolazione del marito… perché non dovrebbe essere stata manipolata anche la psicologa?
    Gli NP sanno gestire i propri interessi usando gli altri anche contro se stessi… ad un occhio distratto e inconsapevole la tua stessa amica potrebbe sembrare una mamma distratta o poco interessata… e dubito sia così…

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