Senza buoni esempi da seguire la nostra strada si fa più faticosa.
Abbiamo bisogno di specchi che riflettano il meglio di noi, umanamente parlando.
A forza di guardare questi esempi e di sognare con loro, li introiettiamo nel nostro cervello come una guida per i nostri passi.
In questi cinque anni di blog ho spesso tenuto d’occhio le donne che consideravo «vincenti» perché avevano ritrovato a modo loro la serenità.
Dobbiamo nutrirci di cibo buono, se vogliamo sopravvivere psichicamente in un mondo sempre più inospitale.
La serenità, per tutti noi che abbiamo avuto a che fare con uno o più narcisisti patologici come partner intimi e/o abbiamo uno storico familiare intriso di violenza e maltrattamenti, dovrebbe essere sempre sinonimo di felicità, anche se molto spesso non funziona così.
La mente è troppo complessa per accontentarsi di risposte semplicistiche e formule matematiche, ecco perché con ostinazione ho tenuto in piedi l’Arte di Salvarsi per tutti questi anni: volevo donarvi una biblioteca virtuale con risposte chiare e precise fornite dai migliori professionisti in giro per il mondo e volevo che fosse la più umana delle biblioteche, con una bibliotecaria quasi sempre a disposizione per aiutarvi a sfogliare le pagine.
Mentre divulgavo ciò che sapevo accompagnavo virtualmente il percorso di chi era arrivato qui sofferente ma ad un certo punto ce l’aveva fatta grazie all’acquisizione della giusta conoscenza, LA PURA E SEMPLICE CONOSCENZA.
Perché ciò che introduciamo nel nostro cervello lo possiamo con la sola forza della nostra intelligenza e tanto amor proprio schiacciare in via definitiva per mai più voltarci indietro.
I narcisisti sono un’illusione. La loro esistenza non è reale. Reale era la nostra sofferenza derivata da un rapporto tenuto in vita unicamente nella nostra testa.
Tra le donne vincenti che amo ricordare con affetto c’era chi aveva riconosciuto l’amore della sua vita in un uomo e nel figlio da lui avuto, chi l’aveva riconosciuto nei libri, chi l’aveva coltivato arredando con cura il suo piccolo monolocale affittato dopo l’addio definitivo a un matrimonio – che esisteva soltanto sulla carta – chi l’aveva riconosciuto nei fiori e nella natura, chi in un animale domestico, nella danza e nel teatro, negli esercizi fisici, nella cura di sé e degli altri, nella musica, nei viaggi, nel proprio lavoro o nel cambio radicale di mestiere, nell’apertura del primo negozio online, nella cucina, nella grafica, nel fumetto, nella pittura, in un nuovo corso…
Le chiavi per uscire dal dolore sono tutte dentro il nostro cervello.
Il ruolo dei buoni esempi consiste quindi nel darci un’indicazione su dove potrebbero essere trovate.
In questo mio saluto di fine anno vorrei lasciarvi con l’immagine di Agitu Ideo Gudeta, perché continuerà ad essere per tutte noi donne migranti un esempio di resistenza all’oppressione quotidiana: se lei ce l’aveva fatta tutte noi potevamo farcela. Per chi pratica e crede nell’auto aiuto come forma di guarigione, specchiarsi nelle sue conquiste poteva risultare un’esperienza salvifica.
Forse l’avete conosciuta soltanto ora dopo che è diventata un fatto di cronaca nera, ma vi posso assicurare che Agitu era e continuerà ad essere per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di accompagnare il suo percorso da vicino o da lontano, una donna dotata di enorme forza di volontà, talento, intelligenza e voglia di vivere. Per questo è stata spenta, non per altro.
A volte la nostra luce interna è talmente forte che turbare le anime più dannate sulla Terra è la norma.
Qualcuno disposto a soffiare o premere un pulsante per spegnere la nostra vitalità ci sarà sempre, anche quando scappiamo e andiamo a rifugiarci sulle colline, come accaduto ad Agitu.
Dobbiamo lavorare insieme per un cambiamento sociale duraturo e trasversale che varchi i confini delle nostre case e dei nostri computer per raggiungere il maggior numero di persone possibile: non possiamo cambiare tutti i maschi violenti del mondo, ma possiamo pretendere e adoperare quei cambiamenti culturali che portino a questo risultato, ad esempio, mai più vergognandoci della nostra forza e potenza per accontentarci da ciò che un uomo ci permette di essere e di dimostrare.
Credo che la solidarietà tra le donne, quella vera e senza giudizi, implichi il primo passo verso questo cambiamento culturale che ci porterà – prima o poi – a camminare per una strada buia senza aver paura che il nostro corpo venga violato.
Ogni violazione del nostro corpo, ogni declassamento o umiliazione che subiamo in quanto donne è frutto di un autoritarismo quotidiano maschile mai frenato da nessuna legge o politica di prevenzione. Come mai? Le leggi non vengono rispettate e le politiche durano il tempo di uno spot televisivo.
In questo senso ogni femminicidio è contemporaneamente un crimine politico: privando una donna dell’esistenza in modo barbaro, un’omicida cerca di imporre un destino di sottomissione e di terrore a tutte noi. È come se ci volesse “insegnare” che non abbiamo il diritto di esistere liberamente, di tutelare i nostri corpi e di essere felici per conto nostro.
Le logiche di questo sistema arcaico e feroce sono:
Se vuoi sopravvivere devi sottometterti;
Se vuoi essere amata non puoi brillare più di me;
Se sei debole ti cambio per una forte;
Se sei forte mi spaventi…
Basta, no?
La nostra risposta dovrà essere forte e assordante sempre: saremo forti come gli esempi che abbiamo scelto per noi e saremo degne perché siamo nate così.
Non c’è modo migliore per onorare ogni sorella uccisa o maltrattata che trasformare la sua voce in un canto di lotta da tramandare al mondo. Ognuna con le armi che ha.
Un abbraccio a tutte voi.
Lottate sempre per ciò che crediate e che venga il 2021!
Riposa in pace sorella Agitu, ti ricorderemo sempre…
Claudiléia
Grazie Claudileia per questo ulteriore articolo intriso di “indisponibilità a rassegnarsi”. Credo dovremmo davvero cercare di – pacificamente!- “invadere” il pianeta con l’informazione in favore delle donne: sui rischi di una relazione sbilanciata, sulla necessità di non ignorare i segnali di pericolo e di “stranezza” che arrivano dagli uomini che amiamo e che scegliamo di accantonare in nome dell’amore; con la richiesta di interventi esemplari contro gli autori di femminicidio, ancora la donna è considerata un soggetto di minor importanza e non ci si indigna quanto si dovrebbe.
Auguri Claudileia, buon 2021, rivolgendo un pensiero e una preghiera ad Agitu e a tutte le donne uccise, offese, umiliate, sfruttate e maltrattate.
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Carissima Penelope, concordo con te e aggiungo che dobbiamo pretendere politiche serie, con tempistiche veloci, che puntino sull’indipendenza economica delle donne, su asili nidi con orari prolungati per i loro figli, su sistemazioni auto gestite dalle donne stesse e senza l’intermediazione di nessun’altro soggetto, per diminuire la possibilità che siano costrette a restare con uomini violenti per motivi economici. Dopodiché, le campagne contro la violenza di genere debbono essere permanenti e tartassanti sin dalla prima media, quando i ragazzi iniziano ad acquisire una maggior consapevolezza di sé e dell’altro. Nel caso della stimata Agitu abbiamo un elemento culturale importante che va stroncato sul nascere: il pensiero che la donna indipendente non meriti nemmeno di vivere. L’assassino ha abusato di lei mentre agonizzava, il che ci dà un’ulteriore elemento agghiacciante da riflettere: è mai possibile che i nostri “no” continuino ad essere strappati con la forza? Fino a quando saremo costrette ad assistere a questa barbarie? Su questo front il lavoro va svolto necessariamente soltanto con i maschi nelle scuole. Penso a qualcosa come gruppi di discussione nel quale emergano i micro machismi che vengono impiantati dalle loro famiglie e dalla società sin da piccolissimi. Ci vuole un lavoro di squadra con dei terapeuti che lavorino con gli educatori per identificare questi micro machismi e depotenziarli prima che diventino parte della loro personalità in formazione. Insomma, volevo mandarti i miei auguri di Buon Anno, ma ho finito per scriverti un papiro!!!! Un abbraccio grande a te!!!
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Era da circa un mese che non venivo a trovarvi perché cercavo di non pensare più a quello che leggendo le vostre storie mi tornava in mente-le stesse porcherie le stesse vigliaccate subite mi facevano montare una rabbia tremenda. La notizia della morte atroce di Agitu è stato un altro durissimo colpo dei tanti che hanno funestato questo anno orribile – avevo visto alla televisione una bella e lunga intervista fatta a quella ragazza così speciale! Ho sempre pensato che il problema fosse culturale – sarebbe bellissimo se come spera Tatjana i giusti della terra potessero unirsi o che la lista fatta da Ofelia dei politici da mandare forse in galera o comunque da cancellare diventasse realtà – non ci sarebbero più bambine violate da maiali impuniti ma nemmeno ragazzine spinte dalle madri a frequentare politici vecchi ma molto danarosi quindi il problema è sempre culturale. Ho guardato il video sul canale YouTube e ancora tanta rabbia
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Grazie claudileia, il tuo lavoro e la tua energia nel tenerci sempre sveglie è importante. Sono anch’io una vittima di un narcisista, da anni subisco, tramite il tuo blog ho scoperto molto di me. In famiglia ho anche un figlio narcisista..sembra che il mio ventre abbia generato questa specie..purtroppo sono resiliente, ma a piccoli passi, sto cercando di salvarmi
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Sono molto dispiaciuta e inorridito di tutto ciò che leggo io sono violentata verbalmente da anni, anche ora che mi ha lasciata,ma senpre li in mezza casa.non se ne vuole andare,ne lasciarmi in pace.
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Sono passati ormai più di due mesi dalla pubblicazione di questo tuo bellissimo saluto di fine anno e non so se leggerai il mio commento. Se salvarsi è un’arte, come il nome stesso del tuo blog ci ricorda, è vero anche che io so di essere stata salvata, in buona parte, proprio da te.
La tua umanissima biblioteca virtuale, i suoi spunti di riflessione, mi ha dato risposte dolorose da accettare, portandomi però, piano piano verso la mia salvezza. A volte una laurea non basta. Anni di studio non bastano di fronte a certe dinamiche così brutalmente subdole e perverse, come quelle che solo una vittima di narcisismo può raccontare.
Hai piena ragione quando scrivi che i narcisisti non esistono. Nulla di più straziantemente vero. Sono un’ illusione, messa in scena per distruggere donne o uomini pieni di vita, portatori per loro natura di empatia, umanità e di dell’energia potente e straordinaria che i narcisisti non avranno mai.
Grazie Claudileia, ovunque tu sia, semmai leggerai queste mie parole. Sei stata un balsamo per il mio cuore ferito, nei momenti bui della mia esistenza.
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