Psicopatici e potere politico

Fonte: http://www.noticiasurbanas.com.ar/noticias/hugo-marietan-donde-hay-poder-hay-psicopatas/
Intervista di Laura Di Marco
Trad. Gabriella Maddaloni

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Hugo Marietán: “Dove c’è potere, ci sono psicopatici”

Il Dr. Hugo Marietán, specialista in materia di psicopatia e riferimento obbligato per coloro che studiano questo tipo di personalità, ci spiega come individuarle nella nostra quotidianità, e ci avverte a proposito della loro presenza nelle classi dirigenti.

“La politica è un ambito nel quale lo psicopatico si muove come un pesce nell’acqua. Ciò non significa ovviamente che tutti i leader o politici siano psicopatici. Però è vero che, laddove c’è potere, ci sono psicopatici, indipendentemente dalle ideologie. Per questo li troviamo tanto a Destra che a Sinistra”, asserisce Marietán. Psichiatra, uno dei principali specialisti argentini in materia, docente universitario e autore di vari libri sulla psicopatia, costui è un vero punto di riferimento per coloro che studiano nel dettaglio queste personalità atipiche, che non per forza sono protagoniste di eventi di cronaca giudiziaria ad alto impatto. Vale a dire: quando parliamo di uno psicopatico, non ci riferiamo necessariamente a un criminale in stile “Hannibal Lecter”, il disturbato psichiatra de Il silenzio degli innocenti, ma a quelle personalità che la psicologia definisce “psicopatici quotidiani”.

Probabilmente, la novità più importante apportata da questo professionista, membro dell’Associazione Argentina di Psichiatria e considerato un’eminenza nel suo campo, è la conclusione che lo psicopatico non sia un malato mentale, bensì un modo di essere al mondo. Si tratta cioè di un tipo di essere umano che si distingue dagli per il fatto di avere bisogni particolari. La smisurata sete di potere, di protagonismo o di uccidere possono essere alcuni di questi bisogni. Hanno codici propri, diversi da quelli accettati dalla società, così come hanno una propria logica e sono in genere molto abili a reggere le forti pressioni grazie al loro alto livello di insensibilità e di tolleranza in situazioni di tensione estrema.

Il Dr. Marietán è autore di vari saggi, come El Complementario y su psicópata (“Il complementare e il suo psicopatico”) e El jefe psicópata (“Il capo psicopatico”).

– Come distinguiamo facilmente un politico psicopatico? Quali caratteristiche possiede?

R.: Lavora sempre per sé stesso, anche quando dice il contrario. Tende a occultare quest’ambizione con obiettivi sovranazionali, quali la sicurezza, la patria, la povertà, la rivoluzione, ecc. È un bugiardo e può anche fingere di essere sensibile, e le persone gli credono più e più volte, perché sa essere molto convincente. Un dirigente qualsiasi sa che deve svolgere le sue funzioni durante un determinato periodo di tempo. Svolta la sua missione, se ne va. Lo psicopatico, invece, una volta che si trova in cima, non ce lo toglie più nessuno: vuole starci una, due, tre volte. Non rinuncia al potere, meno che mai lo delega. Un’altra caratteristica tipica è la manipolazione che attua sulle persone. Intorno al dirigente psicopatico si muovono gli ossequiosi: persone che, sotto l’incantesimo del suo effetto di persuasione, sono capaci di fare cose che in altre situazioni non farebbero. E possono essere anche persone molto intelligenti.

– E perché persone tanto intelligenti sarebbero degli ossequiosi dello psicopatico?      

R.: È proprio quello che uno si chiede, ovvio. “Com’è possibile che Tizio o Caio striscino davanti a questa persona?”. Beh, primo, perché sono vulnerabili agli psicopatici. Lo psicopatico lavora con le menti delle persone e, quando ti relazioni a lui e sei vulnerabile, si insinua nel tuo cervello, ti cattura. E quando questo succede, l’ossequioso diventa uno schiavo mentale. Ti mangia la testa, come dicono i giovani, ed è molto difficile uscire da questo circo vizioso. Lo psicopatico è inoltre un manipolatore: manda a fare, non ‘fa’ mai lui. È un ingrato, manca di sensibilità, di empatia, non si mette nei panni dell’altro. E quando lotta per il potere, isola il suo nemico e lo annulla. O meglio, manda gli altri ad annullarlo. Altra cosa importante: lo psicopatico ha una logica, un modo di pensare molto diverso dal resto della società, e trasmette ai suoi ossequiosi tale logica.         

   – Non esiste una cura per la psicopatia?

 R.: No. Ma (lo psicopatico) sa perfettamente cosa è bene e cosa è male. Per questo diciamo che    non esistono ‘tipi’ tra di loro, quanto piuttosto gradi e livelli d’intensità differenti. Così, lo stupratore seriale sarà uno psicopatico più intenso di quello quotidiano, ma entrambi sono portatori della medesima personalità. Non riconosce mai di aver commesso degli errori, per questo non può correggere il tiro.

E non vi è modo di esercitare il potere senza essere uno psicopatico? Perché, diciamolo: più o meno, in qualche modo tutti i politici lavorano per sé stessi.

Prima di rispondere, devo chiarire una cosa importante: certo che si può esercitare il potere senza psicopatici e, di fatto, la maggioranza dei leader non lo è. In qualche maniera è vero che tutti i politici lavorano per sé stessi, perché vogliono essere rieletti, ma lavorano anche per gli altri, cercano di produrre benefici. Allo psicopatico, invece, di produrre benefici per le persone non importa affatto, e se questo avviene è per via di qualche effetto collaterale. Un leader comunitario si distingue anche per il fatto che forma alleanze e genera consensi. Cede per avanzare nella carriera politica. Lo psicopatico, al contrario, è carente di capacità per offrire/generare consensi, giacché non può mettersi nei panni dell’altro. Per questo, è difficile entrare nella sua testa. Si tratta di un concetto che un leader normale non comprende. “Se io fossi al suo posto, cederei o cercherei consensi, anche per preservare il potere”, pensa il politico non psicopatico. Lo psicopatico, invece, non pensa affatto così.

– E tali politici si trovano tanto a Destra come a Sinistra?

R.: Sì. E anche tra i moderati, che hanno bisogno di essere “condotti”. Dove c’è potere, ci sono sempre psicopatici. Lo psicopatico stabilisce relazioni piramidali. Una delle sue frasi tipiche è: “O siete con me, o contro di me”.  

–   Che effetto si genera intorno a un leader politico psicopatico?

R.: La tensione. Sono generatori perenni di tensioni, conflitti e divisioni. In un consorzio, quelli che finiscono per litigare sono gli altri, lui ne esce sempre pulito, sebbene sia quello che ha generato il conflitto. In una famiglia, quelli che si ammalano sono gli altri, in genere per lo stress prodotto dallo psicopatico, mentre lui si mantiene fresco come una rosa.

  –  Ci sono società più propense di altre a dare potere a dirigenti psicopatici?

 R.: Sì, ovvio. In quelle società in cui vi sono crisi ricorrenti è frequente che accada, giacché lo   psicopatico è un essere brillante ed è ricercato in situazioni di massima tensione. Lo psicopatico fiorisce durante le crisi perché è freddo, calcolatore e possiede un savoir faire in situazioni ad alta pressione che una persona comune non ha.

 – E come si sostituisce un politico psicopatico?

 R.: Con un altro psicopatico, o con l’unione di tanti politici comuni, con un’alleanza. Per un   politico normale solo, il tutto risulta impossibile da gestire. 

 

15 pensieri su “Psicopatici e potere politico

  1. È un articolo molto interessante. Amo molto la prospettiva del dottor Marietan. Perché parla di complementarietà.
    Concetto che a noi tendenzialmente dipendenti fa male solo ad ascoltare.

    Lontana da me la volontà di descrivere la complementarietà come effetto della legge di attrazione, credo invece nella “costruzione ” delle persone, costruzione che nel tempo fa si che un popolo scelga un leader psicopatico, o un individuo scelga nello stesso modo un partner psicopatico o narcisista.

    Studiando la storia si può vedere come sia il nazismo che il fascismo hanno avuto leader discutibili e portatori di realtà distruttive.
    Che ne diciamo o no… noi italiani siamo un popolo distrutto dalla guerra, ci siamo salvati in corner all’ultimo momento alleandoci con gli Stati Uniti.
    Ma prima.
    Eravamo quasi tutti in piazza a elogiare la politica imperialista di uno che ha costruito un popolo atto a soddisfare le sue idee.
    E se leggessimo la storia . O guardassimo i documentari che oggi vengono divulgati su Youtube… scopriremo che i nostri nonni erano “costruiti” Per accogliere Mussolini come leader.

    Complementarietà è qualcosa che fa paura perché suona come una mancanza di libero arbitrio.
    Ma…

    Se si accetta che siamo educati dall’ambiente che viviamo ad essere complementari, se accettiamo che sono le nostre caratteristiche più intime di capacità empatica a far si che questa costruzione avvenga..

    Una volta accettato questo possiamo capire una serie di cose positive.

    Abbiamo tra i trenta e i cinquanta anni. O più.
    Siamo adesso in grado di decostruire ciò che altri o ciò che l’ambiente sociale ha costruito in noi e per noi e scegliere altro.

    Marietan mette l’accento su una responsabilità che molti non accettano.

    Siamo più inclini a “esigere” le scuse del potente che ha fallito. Per ciò ancora oggi non è possibile parlare di fascismo in Italia senza toccare un nervo scoperto, perché è realtà che il fascismo non è ancora un cerchio chiuso per noi. Le scuse… Non sono arrivate a sufficienza?

    Sarà un cerchio chiuso a livello politico . O legale. Forse.
    Anche se oggi scopriamo che nell’immediato dopo guerra pur se si pensava che i fascisti fossero stati cacciati tutti via dalle cariche dello stato… oggi scopriamo che molti gerarchi si erano nascosti e infiltrati nelle posizioni di governo già poco dopo la fine di Mussolini e del fascismo come movimento politico.
    In pratica il fascismo come ideologia e come strumento politico di guida del paese forse non è mai morto.
    Ed è forse per questo che ancora oggi parlare di fascismo fa star male. Perché forse dentro di noi sappiamo di parlare di qualcosa che dovrebbe essere stato risolto ma che di fatto esiste ancora è non è stato risolto nemmeno dentro di noi che non l’abbiamo visuto direttamente .

    stessa dinamica che creano i problemi con i narcisisti o gli psicopatici nelle relazioni più intime.

    Ma.

    Marietan dice che se uno accetta di essere stato complementare. Costruito ad hoc per rispondere allo psicopatico…
    Può scegliere adesso di decostruire se stesso.
    Basta smettere di pretendere che l’altro cambi.
    L’altro cambierà se vorrà farlo.

    Noi.
    Come persone .
    Come popolo.
    Possiamo cambiare decostruendo la nostra realtà di complementari.

    Allora cambieranno le persone che sceglieremo.
    Come partners.
    Come politici.

    Non perché sono cambiati i politici. Perché siamo cambiati noi.

    Non Perché i politici vecchi hanno scelto e preso le loro responsabilità.
    Perché NOI abbiamo preso le nostre responsabilità.

    E da che mondo è mondo…
    Responsabilità o respons-abilità è sinonimo di potere.

    Sano.

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    1. Caro “Male” informato, sono stata la prima persona a tradurre il concetto di complementare di Marietan e tuttora mi sembra incredibile che l’editoria italiana “dorma” per quanto riguarda la traduzione dei suoi libri. Comunque, la responsabilità del complementare sta nel suo bisogno interno di quel “qualcosa” che lo rende vulnerabile alla ricerca dell’eccezionale e poco incline all’accettazione di se stesso. Quindi, si tratta di una responsabilità molto diversa dallo psicopatico, che è ben consapevole sin dall’inizio di una pseudo relazione di agire unicamente per il suo tornaconto personale. Gabriella Maddaloni non ha scelto di tradurre questo articolo a caso, ma ha considerato la situazione dell’intero Sudamerica in questo momento. Ahimè, tutti i Paesi sudamericani, Brasile incluso, è a rischio dittatura. Sembra incredibile ma l’estrema destra vincerà in un Paese come il mio, costituito da un popolo prevalentemente di origine africana (54% della popolazione). Jair Bolsonaro, il nostro futuro Presidente, scimmiotta l’ignoranza di Trump: razzista, classista, amante delle armi… Tanto da essere accoltellato da un militante di sinistra (apparentemente disturbato psichico) che ha garantito a questo futuro dittatore (al primo nei sondaggi) la Presidenza del “gigante latino”. Bolsonaro è un militare di origini italiane. Fino a pochi anni fa nessuno aveva mai sentito parlare di lui, nonostante fosse senatore. Dopo Trump, però… Il suo programma è: 1. armi libere per tutti i cittadini; 2. pena di morte; 3. cure mediche ai gay; 4. più militari al potere; 5. no all’aborto e più donne “in famiglia”; 6. torture e castrazione chimica. Ti suona familiare qualcosa? Nell’intero sudamerica vige il peggior sistema di governo che esista: il sistema Presidenziale. Il Presidente della Repubblica può trasformarsi A QUALUNQUE MOMENTO in un dittatore perché le Costituzioni nazionali lo permettono. Esistono le c.d. “clausole bianche” in cui un Presidente della Repubblica, per ragioni “Stato” o di “forza maggiore” o di “sicurezza nazionale” può invocare lo “estado de sítio” in cui può SOPPRIMERE le garanzie costituzionali dei cittadini, le loro libertà e diritti. Nel caso in cui questo accada, CADE l’indipendenza tra i poteri. Ossia, il potere giudiziario e legislativo va sottoposto alla giunta nominata dal Presidente. In Italia avete un sistema che non permette questa follia, il che rende tutto molto più subdolo. I vostri premier devono rispondere a un Presidente che si fa garante della Costituzione, il che blocca l’ascesa immediata di un ipotetico psicopatico doc. I danni della mancata informazione e istruzione sono i veri artefici dell’affossamento di intere nazioni. Venezuela docet, ma l’ignoranza rende ciechi.

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      1. Non conosco la realtà del tuo paese e me ne dispiaccio, ma questo mi riporta alla domanda che faccio alla fine di questi lunghissimi commenti (e mi scuso per la lunghezza, ma era una sorta di percorso cognitivo che dovevo spiegare)

        Visto che si parla di realtà nazionali.

        È possibile che molte più persone di quello che affermano le statistiche cliniche siano dentro a dinamiche di “tendenza narcisista-dipendente?

        Perché altrimenti non mi spiego la deriva sociale che interi stati vivono.
        Si parla di milioni di persone.
        Non delle misere percentuali che dicono gli scienziati riguardo a coloro che magari sono totalmente dentro quelle dinamiche.

        Mi chiedo.

        È possibile che un intero stato di persone “sane” faccia la fine che stanno facendo in Europa e nel sud america. E adesso anche in America centrale… tanto per fare qualche esempio?

        Non è lecito presupporre un fenomeno su scala più ampia… date le circostanze che leggiamo ogni giorno sui giornali praticamente dall’inizio del 1900?

        Ultimo dei casi a livello mondiale è la crisi del 2008.

        Molti economisti la raccontano come la causa di un atteggiamento narcisista… su scala nazionale.

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      2. Per rispondere a questa domanda bisognerebbe fare un’indagine sociale seria e coordinata tra alcuni Paesi-campioni in cui un X numero di persone delle più disparate classi sociali risponda ad alcuni quesiti sulla propria vita affettiva che combacino con la scelta di chi votare. Ad esempio, bisognerebbe capire se chi ama le figure autoritarie e vuole “un uomo forte” alla guida del proprio paese auspica questo tipo di figura nel proprio letto; se gli elettori che scelgono l’uomo forte, ben consapevoli che il suo “programma” potrebbe portare all’isolamento e alla divisione interna, ossia, coloro che regalano il loro voto a un outsider o politico dal passato dubbioso e moralmente inaccettabile solo “per vedere poi cosa succede” perché “oramai peggio non possiamo stare” siano, in realtà, mossi dal bisogno di adrenalina, esattamente come un complementare a livello affettivo. Quali sono i bisogni collettivi che portano all’elezione del dittatore? Khomeini è stato eletto democraticamente nel 79′ da un popolo che prima era stato governato da un pupazzo piazzato dagli USA; Trump è stato eletto da elettori non solo bianchi, ma sostanzialmente insoddisfatti dalle riforme sociali di Obama e dalla sua inerzia nei più svariati campi, l’economia in primis. Ti parlo di due popoli culturalmente molto diversi, che avevano bisogni diversi, ma che hanno scelto la via dell’uomo forte. Quindi, se vogliamo indagare a fondo e seriamente sugli elettori-complementari bisognerebbe considerare l’elemento CRISI, come afferma l’articolo. Prima di conoscere lo psicopatico la persona che ignora di essere un complementare potrebbe essere già in crisi. La crisi potrebbe essere manifestata attraverso l’apatia e la noia, il che favorirebbe l’avvicinarsi dello psicopatico che poi la soggiogherà. Lo stesso potrebbe accadere con la massa di elettori quando si convince che “tutti i politici rubano e sono uguali” e che “a prescindere del governo nulla cambia”, di modo che sceglierebbe ‘il pazzo’ per smuovere le acque. Ribadisco che ci vuole una ricerca fatta seriamente, altrimenti rischiamo di discutere all’infinito.

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  2. Ciò che dissento dalla descrizione del dott. Marietan, che si può trovare nell’articolo che descrive la differenza tra psicopatici e complementari, è la classificazione degli stimoli che cerca il complementare.

    Sicuramente da complementare provo il senso di noia. E cerco qualcosa di stupendo che cambi la mia vita.

    Ma…

    Non è la vita normale quella che cerco come cura. Le persone normali mi fanno paura quanto i narcisisti o psicopatici.

    Gli psicopatici sono pericolosi per la loro capacità di dare adrenalina sfruttando il lato oscuro dei complementari e portandoli allo sfinimento in breve tempo.

    Le persone normali si sfiniscono, a mio avviso, in tempi lunghi, applauditi da tutti.
    Fanno lavori che non amano. Sopportano partners che non conoscono più.
    Fanno una vita normale… fatta di cose normali… per poi riempie i buchi che hanno con le istituzionali forme di svago.
    Ferie. Aperitivi. Consumismo. …
    Però non rompono i coglioni e pagano le tasse. Crescono figli che dire maleducati è un eufemismo… però sono sempre alla messa e non dicono mai parolacce.

    Personalmente ho terrore e nausea di tutto questo.

    Credo da complementare in via di crescita che si possa ancora cercare una vita stupenda solo se si individua ciò che di stupendo e sano esiste nel mondo.

    È stupendo aiutare le persone che hanno bisogno, in modo sano.
    È stupendo fare l’insegnante se sai trasmettere la materia che insegni.
    È stupendo operare un malato e salvare una vita.
    È stupendo abbracciare un amico disperato e dargli una speranza reale. Reale. Non una paraculata senza senso .

    Insomma…
    Non occorre per forza cercare adrenalina nelle Dark room per scambisti…
    O nelle droghe.

    Non è impossibile trovare una sana adrenalina nel fare cose sane e normali, o speciali, che non ledano noi stessi o gli altri. Ma che anzi, donino qualcosa in più agli altri e a noi stessi.

    Non è necessario pensare ad una vita sana solo accanto a persone “normali” che magari fanno solo il gioco di un sistema che li vuole addormentati.

    È come camminare su una lama. La differenza tra genio e follia è da sempre uno scarto minimo.

    Ma se continuiamo a ascoltare Vasco Rossi… o Jovanotti… o Fabrizio de André…

    Vuole dire che una parte di noi è ancora attratta da una SANA follia.

    Sana.

    Basta trovarla.

    Per me.

    Cordialità….

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    1. Se hai questa idea delle “persone comuni” e della “normalità” temo che le psicopatiche saranno sempre in agguato sul tuo cammino. Mi auguro che la tua esperienza a riguardo sia stata davvero conclusa! Un abbraccio e buona fortuna per quanto riguarda la tua scoperta di una “sana follia” nel mare di noia generale. PS: la penso MOLTO diversamente ma apprezzo la tua onestà.

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      1. La penso così per esperienza personale.

        Nella ricerca
        che faccio su me stesso ho osservato e sperimentato quella che viene chiamata vita comune. O normalità.

        Ho fatto una serie di lavori normali e alienanti. Ho convissuto con donne che non amavo profondamente pur rispettandole. Ho espresso tutto quello che un medio cittadino esprime.

        E ho vissuto il distacco dalla realtà. Anche politica del mio paese.
        In Italia ci chiamano generazione x. Coloro che vivono nel proprio piccolo mondo normale. Senza occuparsi di niente altro che di se stessi. Poco impegno politico e sociale per una grande massa di persone. Poi… ci sono sicuramente tanti volontari. O persone impegnate socialmente.
        Ma è diverso dalla generazione che negli anni 60 faceva dell’impegno politico una missione vissuta in modo diverso. Non dico ottimale ma diverso si.

        Poi sono entrato nel girone delle narcisiste.

        Ed ho scoperto che proprio tutto il resto delle cose che facevo nella vita mi preparava al rapporto con la narcisista. E ad accettare un certo tipo di istituzioni narcisiste. Fatte di politici come quelli che abbiamo finora avuto.

        Iniziando un percorso per uscire dalla dipendenza … ho naturalmente cambiato paradigma.
        Compreso che un lavoro che ami fa dare all’altro un qualcosa in più del solito “dovere” che vivi lavorando in posti che non senti.una sorta di rispetto per l’altro e per te differente.
        Un lavoro che ami è come una persona che ami. E che ti ama. Ti permette di esprimerti. E di donare.

        Ed è realmente qualcosa che da una forma di adrenalina sana.
        Una volta compreso il meccanismo anche scegliere persone diverse diventa più semplice.

        Ed è stato più semplice informarmi. Anche della realtà sociale che vivo. Un Po perché in essa le tendenze narcisiste o dipendenti vengono costruite. Infatti oggi si parla di mondo consumista. E delle relative forme di cambiamento interiore che esso porta.
        Se leggete Bauman “società liquida” o “amore liquido” trovate i riferimenti.

        Poi…
        Sarà che solo io magari conosco molte persone così.
        Però riconosco che la mia generazione lavora soprattutto per fare soldi. E spesso deve scegliere attività che non ama. Perché di lavoro non ce ne sta molto a disposizione.

        È una forma sottile di inaridimento che porta alla società in crisi che viviamo oggi.

        Insomma.
        La crisi dei valori è stata osservata fa molti punti di vista.
        Non dico che siamo in una società di psicopatici conclamati. Dico che le tendenze narcisiste anche in forma lieve sono più presenti di quanto si dica.
        E che di rifornimento energetico… se si fa una vita che non ha molto amore in se stessa.. se ne avrà bisogno ogni tanto.
        E che tutto ciò accade per molte persone se vivono in una società consumista. Che oggettivizza le persone . E che cerca la propria identità in ciò che si ha. Non in ciò che si dona.

        Ma … magari mi sbaglio.

        🙂

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  3. Mi stupisce la mancanza di capacità delle persone a fare link tra la realtà del paese e loro stesse.
    Come se io vivessi due realtà separate.
    Io. Il mio piccolo insignificante orticello..
    E il paese. Una sorta di entità astratta e distante.

    Basta.

    Come si fa a pensare di risolvere le nostre piccole catastrofi personali fino a che non vediamo come reagiamo alle catastrofi del nostro paese?
    Come possiamo pensare di mettere in discussione il potere di un narcisista…
    Se non osserviamo come abbiamo reagito a stimoli tipo ..

    – Ruby è la nipote di Mubarak.
    – eliminare la scala mobile è un atto che fa l’interesse dei cittadini.
    – le vicende della collusione tra stato e mafia. La cosiddetta trattativa.
    – La recente tentata riforma costituzionale.
    – La legge sui vaccini
    – La drammatica esclusione di Enzo Biagi dai palinsesti Rai. Senza nulla togliere a Santoro e Luttazzi… Enzo Biagi era la storia del giornalismo italiano..

    Pare tutto un mondo altro. Le persone normali leggono… e se ne sbattono. Perché… ho il mio narcisista privato da risolvere.

    Perché?

    Non prendere una posizione definita di fronte alle cose sopra citate.. Non serve? Anche per poter rispondere al narcisista che ho accanto?

    Credete che le dinamiche di governo siano così diverse dalle dinamiche che un narcisista attua?

    Esempi.
    Avete mai pensato a come i nostri politici evadono le domande?
    Non lo fanno nello stesso modo i narcisisti a casa nostra?
    Avete mai osservato come certi politici usano le loro cariche per sfruttare il paese a loro guadagno… dando pure ai cittadini i peggiori epiteti.. per farli sentire inferiori o peggio per farli sentire colpevoli o responsabili dei problemi che creano?

    Avete mai pensato a tutta quella politica che dice che a rovinare il paese è uno che non fa uno scontrino… mentre il debito pubblico è prevalentemente finanziario?
    No… lo so…
    perché di finanza quasi nessuno capisce una mazza. Mentre stanno a pensare al loro narciso privato… perdono tempo. Con questo Non dico che chi non fa scontrini è santo. Ne che l’evasione fiscale dei priavti sia giusta.
    Dico che certa politica vuole far credere che sono solo coloro che evadono le tasse a mandare il paese in rovina. Mentre il debito pubblico è salito a livelli paurosi negli anni 80. Quando è stato deciso DALLA POLITICA il divorzio tra ministero del tesoro e banca d’Italia. Creando un immenso problema FINANZIARIO ancora oggi esistente.
    Una cosa che le persone normali che stanno li a guardare solo il loro narcisista di turno… Non possono capire.
    Ma..

    Tutto è collegato.
    Come vi prende in giro il vostro narcisista di turno… vi prende in giro anche la politica.
    Con le stesse dinamiche.

    Parliamo di Enzo Biagi.
    Dopo l’editto bulgaro una certa classe di giornalisti si aspettava una rivolta.
    La storia del giornalismo italiano.. epurata dalle televisioni… da uno come Berlusconi . In quel modo.

    Cosa è successo il giorno dopo?

    Niente.

    Come succede spesso il giorno dopo che il nostro narcisista personale ci ha massacrato in qualche suo modo.
    Noi… niente. Spallucce.

    Non la vedete la semplice uguaglianza di dinamiche?

    Sono due sistemi che esistono grazie all’ignoranza. Del popolo.

    Ignoranza di politica. Economia. Diritto. Leggi.
    Ignoranza di tutto.

    Tranne che ogni 4 anni.

    Ogni 4 anni siamo tutti commissari tecnici della nazionale italiana ai mondiali.
    Siamo tutti … esperti.

    Questa mancanza di link. E di passione per la vita comune. Questa totale indifferenza a capire come vivere assieme ci ha condannato ad avere da sempre dei politici corrotti. Un sistema di leggi che fa impallidire anche alcuni stati sottosviluppati, da tanto che è farraginoso e incomprensibile.
    Mentre diamo in pasto alla classe politica perfino i nostri figli appena nati.

    Perché… che se ne dica o meno. Una risposta valida alla questione vaccini non è ancora stata data. Ho letto molte dichiarazioni basate sulla paura e sul dovere. Sulla libertà e sulla capacità di scelta… poche.
    Siamo il solito popolo bue che aspetta la risposta dall’alto.

    E … se non capiamo la connessione tra lo sfacelo della nostra nazione. E lo sfacelo delle nostre relazioni…

    Mi domando come possiamo rispondere alle domande che la vita ci fa.

    Mettendo accanto a noi una persona psicopatica.
    O mettendo a capo del paese una classe politica come quella che ci ha governato da…. praticamente sempre.

    Nel silenzio quasi generale.

    Sono due sistemi.
    Il privato e il nazionale …che educano i singoli. Con esempi con esperienze.
    Educano. Abituano. Sfruttano.

    Due sistemi che vivono uno in collaborazione con l’altro.

    Chi riesce a vedere le connessioni. Reali. Tra queste due realtà… forse. Ha una possibilità in più di trovare delle Alternative valide. A parte lamentarsi.

    Perché il lamento inutile è il secondo sport nazionale.

    Dopo il calcio naturalmente … 😉

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  4. La domanda che faccio a tutti.

    Compresa la scrittrice del bellissimo articolo è questa.

    Prendiamo in considerazione le percentuali che descrivono il fenomeno narcisistico/dipendente come minoritario rispetto alla popolazione sana.

    Prendiamo in considerazione i fatti che accadono a livello nazionale.

    Prendiamo in considerazione le reazioni dei “normali” cioè tutti i milioni di persone teoricamente al di fuori della dinamica narcisismo/ dipendenza.

    Domanda…

    Siamo così sicuri che le statistiche diano una misura reale del fenomeno?

    Se si.

    Cosa stanno facendo i milioni di cittadini normali al di fuori della dinamica narcisismo / dipendenza?

    Perché io so di essere uscito da poco da questa dinamica per cui da “malato ” consapevole ho le mie attenuanti.

    Ma tutti gli altri… sani…

    Cosa cappero stanno facendo se vi siamo ridotti così?

    Siamo così sicuri che il fenomeno sia così… ridotto?

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  5. Credo possa essere il momento per dare allo sguardo personale e alle propri esperienze una Valenza diversa. Se esse vengono elaborate con onestà.

    Dire che per cercare di comprendere le scelte politiche di alcuni stati servono studi approfonditi. È come per un dipendente dire che per conoscere il narcisista accanto a se esso dovrebbe andare in analisi. Fare un profondo studio su se stesso.

    Ecco.
    Gli studi non ci sono .
    Non si faranno.
    Gli stati non andranno a osservare certi loro modi di essere governati.
    E i narcisisti non andranno in analisi.

    Però abbiamo le nostre vite. Le percezioni che possiamo osservare e onestamente valutare.

    Dire che si avvierebbe una discussione infinita non è distante dalla realtà.
    Avviamola!

    Credo che all’epoca dello schiavismo i primi uomini che hanno solo immaginato un mondo senza schiavitù abbiano pensato la stessa cosa.
    Si avvierà una discussione infinita. Si. Magari non saremo noi a vedere la fine di questa discussione.
    Magari saranno i nostri figli a vederne i frutti.

    Mi chiedo.

    È questo un problema tale da far cessare un dialogo. Difficile. Pericoloso. Ma… utile?

    Fino a quando dovremmo aspettare i dati scientifici. Per accorgerci di come una società agisce su noi stessi?

    Credo che a certi livelli di ricerca. Personale. Bisogna rischiare anche di incorrere in discorsi lunghi.
    Ma fatti con costanza e onestà.

    Altrimenti si finisce per fare quello che fanno i media di regime.
    Danno una notizia.
    Non lasciano il tempo per riflettere.
    E passano alla successiva.

    Questo fa sì che non si inneschi nessuna riflessione profonda.
    Si passa da un argomento ad un altro.
    Dando poche e frammentarie idee in merito.
    Domani.. una notizia diversa o attinente alla precedente ma di diversa origine o struttura… prenderà il posto di quella di oggi.

    E il dialogo verrà frammentato.

    Abbiamo paura di fare riflessioni teoppo lunghe?

    È uno dei modi con cui il sistema del potere accentratore e dittatoriale ha da sempre controllato le masse.

    Non far ragionare le persone. Metti loro la paura di farlo.
    Ed avrai una massa di cittadini addormentati.

    Cordialità.

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    1. Caro Male informato, non sei in un blog di approfondimento politico in cui il tipo di interrogativo che hai posto possa trovare la risposta che vorresti. Le indagini sociali non verranno mai fatte? È la sua opinione, ma basta entrare nelle piattaforme di ricerca scientifica per comprendere la molle di indagini sociali che vengono finanziate soprattutto dalle università americane, come Yale e Columbia University. Credo che se l’argomento ti appassiona così tanto non è avviando un “dialogo” in cui esprimi dei giudizi perentori a destra e a manca, nettamente in contrasto con i miei, che arriverai alle risposte che auspichi per i tuoi personali interrogativi. Del resto, mi limito ad aiutare le persone sulla base della mia esperienza e della mia conoscenza. Non è nella mia natura azzardarmi in campi che non mi riguardano unicamente per sfoggiare la mia opinione su questo e quello. La mia risposta l’ho data. Ne prendo atto delle sue. Ci sono anche blog di filosofia validissimi. Qui, però, parliamo di auto aiuto… Non so se ha presente la differenza. Comunque, buon proseguimento!

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      1. Se dire la propria opinione è solo dare giudizi perentori, comprendo che forse è meglio non avere opinioni profonde ne difenderle con la propria ragione.ne chiedere altre opinioni. Facendo domande.

        D’altronde cercavo un dialogo. Mi scuso se ho un mio punto di vista. Se mi sono fatto una mia idea. E la esprimo senza nasconderla.

        Ho solo fatto notare che fino a che ognuno rimane nel suo campo di competenza e non vuole sapere altri punti di vista si perde la possibilità di fare connessioni tra materie.
        Che la politica o la sociologia o la filosofia o la psicologia O l’economia debbano rimanere materie separate, dove guai… a chi parla di qualcosa che non sia attinente a ciò che sappiamo… è una opinione che lascio a lei.
        E visto che non sono su un mio terreno o blog, mi asterrò da condividere altre idee che pare io possa discutere solo in altri luoghi più opportuni.

        Lungi da me il voler far comprendere che uno sguardo di insieme al contesto in cui viviamo fa parte di quell’ auto aiuto che tutti vorrebbero ottenere. Per esperienza personale. Non per una teoria. Comprendo che, riflettere su temi diversi da quelli che proponete. Cercare di fare dei collegamenti. Esprimere opinioni…
        Se viene visto solo come sparare giudizi perentori… allora qualcosa non va.
        In me sicuramente, visti i toni delle risposte che ricevo e che ascolto.

        Lascio le domande aperte.
        Perché a parte delle risposte personali su quanto io sia fuori tema. Su quanto io sia giudicante e perentorio… Non ho avuto ancora una riflessione su ciò che purtroppo ho domandato.

        Dato per certo che chi vive di giudizi perentori. O su posizioni non trattabili e assolute, non fa domande o cerca dialoghi. Ne si mette a ricercare. Perché già tutto sa..

        Mi scuso per la mia presupponenza la dove è stata rilevata.
        E faccio i miei migliori auguri a tutti coloro che sono in cammino .

        Buona ricerca.

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      2. La multidisciplinarità non è tuttologia. A 20 anni ci possiamo permettere di fare i tuttologi, ma io di anni ne ho quasi 40 e mi guardo bene di dare risposte vaghe su argomenti molto complessi. Buon proseguimento anche a te!

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