Psicopatia e leadership: breve analisi dei profili che sostengono lo psicopatico al potere

Autore: Hugo Marietán, tratto da “El jefe psicópata. Radiografía de un depredador”, Editorial Libros del Zorzal, Argentina, 2010.
Trad. C. Lemes Dias

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Lo psicopatico al potere è nel suo ambiente naturale. Il suo naturale narcisismo rimanda giorno sì giorno no un’immagine abbellita che giustifica totalmente le sue azioni; non c’è posto nella sua mente per il riconoscimento dei propri errori. Siccome senza errore non c’è pentimento; senza pentimento non esiste certamente alcun tipo di correzione, ma persistenza. Il suo agire psicopatico si adegua ai codici interni che ha, il che lo rende impermeabile e intollerante alle critiche: chi lo critica non diventa un avversario, ma un nemico.

Una leadership non psicopatica, avversaria da una psicopatica, al contrario, fa da guida ad altre persone e basa il suo potere sul consenso e sul dibattito. Siccome non sa di aver di fronte un avversario psicopatico, ella cerca di elaborare le strategie sulla base di un errore di fondo: l’empatia, “io al posto suo…”. Lo psicopatico non pensa come lei, non è empatico, ma un predatore vorace e impietoso.

Spero di poter contare con un lettore pronto per affrontare qualche novità, sprovvisto di pregiudizi e di ideologie, che non confonda la descrizione con la discriminazione, così da poter seguirmi nel labirinto di incongruenze formato dalla mente dello psicopatico.

(Hugo Marietan)

Alcune tipologie dei personaggi al potere:

IL FANATICO

È un tipo di personaggio che prende gli slogan dei potenti come un dogma e non usa alcun criterio per pensare o criticarli. Per il fanatico ciò che dice il potente è ciò che è, di modo che sente di dover adempiere ciecamente agli ordini che vengono impartiti. Il fanatico, a sua volta, è un predicatore instancabile. A seconda del suo automatismo è un elemento pericoloso per la società, specialmente per coloro che sono avversari del regime prevalente. Il motore del fanatico è la fede, perché assolutamente irrazionale ed incapace di mediare i propri interessi oggettivi, e non lo fa per ragioni economiche o per avere il potere al posto dell’altro, ma per la convinzione e la certezza indiscutibile. Può morire difendendo il potente o il suo motto ed è l’ultimo a deporre le armi quando il tempo del potente è scaduto. Il fanatico difficilmente cambia bandiera: quando il capo viene rovesciato, egli si chiude nel risentimento e nella nostalgia del passato.  È un soldato del potere.

LO SCAGNOZZO

 È quello vicino al potere, in stretto contatto con il potente, che deposita una percentuale della sua fiducia su di lui e gli dà una quota di potere in modo che possa eseguire le azioni accessorie sotto i suoi ordini. È il responsabile del lavoro sporco del potere. Il potente, in realtà, non si fida di nessuno completamente, ma copre lo scagnozzo in tutte le sue azioni oscure, perché si tratta di uno strumento utile agli ingranaggi del potere. È dello scagnozzo il compito di bloccare gli avversari e, nei casi più gravi, di tramare la loro soppressione. È anche quello responsabile dei fattori economici che contribuiscono ad ampliare, non legittimamente, le casse del potere. Lo scagnozzo gestisce le risorse ed è il depositario di molti segreti della trama che avviene dietro la cortina del potere. Si tratta di una persona che ha delle ambizioni che momentaneamente coincidono con le ambizioni dei potenti, il tipo che viene incaricato di negoziare il trasferimento di potere quando le circostanze sono sfavorevoli per il potente.

L’immagine che gli altri hanno dello scagnozzo è odiosa, agli occhi esterni risulta incomprensibile il modo come restano dalla parte del leader che, a proposito, mostra sempre un atteggiamento ambivalente verso il suo scagnozzo. Questo gioco è così ben fatto, che quando viene fatto a regola d’arte la maggior parte delle persone è sicura che le azioni negative del potente siano state esercitate individualmente dai suoi seguaci e alle sue spalle. È così che l’immagine del potente, del leader, resta immacolata.

L’INFLUENTE/INFLUENCER

È colui che mantiene il vincolo tra il potente e le strutture del potere. Questo personaggio deve avere come caratteristica l’agilità. Sono, in realtà, diplomatici al di fuori della gerarchia della diplomazia, che è un altro dei trucchi nella struttura di potere, cioè, il modo come l’influencer ottiene le sue prerogative, perché richiede una contrattazione tra il mandatario e le strutture del potere. A seconda delle circostanze l’influencer deve dimostrare di fare un favore al leader, lasciando di nuovo liberi dalla colpa e delle responsabilità le strutture del potere. Stiamo parlando qui della vera influenza e non del bugiardo che ti fa credere di esserlo ma che, in realtà, è un truffatore. L’influencer è un negoziatore che consente a chi è al comando di avvicinarsi a strutture dissidenti che, in un dato momento, dovrebbero essere meno critiche oppure sostenere le decisioni del potere. Nel campo della negoziazione questi atti hanno sempre un costo che avvantaggia, in parte, la manutenzione dei mandati e, ovviamente, lo stesso influencer, che è una specie di mercante la cui materia prima del suo commercio è l’accesso alle strutture del potere. È un personaggio molto volubile e decisamente disposto a cambiare rapidamente lato quando cade una struttura di potere. Alcune persone “esagerate” li chiamano traditori ma, in realtà, sono elementi utili in qualsiasi schema di potere. Anche nelle rivoluzioni più recalcitranti, questi personaggi sono ben usati. Così, durante la Rivoluzione francese, una buona percentuale di nobili ha avuto questo ruolo. Lo stesso accadde nella Rivoluzione del 1917 in Russia, dove alcuni nobili zaristi entrarono a far parte della nuova struttura rivoluzionaria.

L’ALLEATO

L’alleato ha un impegno transitorio, basato sui propri interessi di potere che combaciano con la struttura del potente. L’alleanza è il risultato di una negoziazione in cui la struttura del potere ha dovuto cedere parte del suo potere per ottenere il rafforzamento del potere che l’alleato concede. La relazione tra questa struttura e l’alleato è sempre metastabile, cioè, richiede un’attenzione costante per controllare lo stato dell’alleanza. Ed è sempre insoddisfacente. Per l’alleato, non è stato ricevuto abbastanza potere e per la struttura al comando è stato dato troppo potere all’alleato. Questo legame instabile rimane finché vengono rispettate le regole stabilite nel contratto di alleanza. Dietro a questo c’è sempre la speranza della struttura di fagocitare l’alleato o distruggere i fattori che hanno dato potere all’alleato. E l’alleato, a sua volta, spera a un certo punto di soppiantare la struttura di potere, cioè, sono nemici latenti con una maschera di amici.

IL NEGOZIATORE

È il volto visibile, a differenza degli altri negoziatori sovrapposti già menzionati, è quello incaricato di riunire le posizioni tra la struttura del potere e i dissidenti. Di solito sono coloro che ricoprono gli incarichi di ministri, segretari o altre posizioni gerarchiche e che costituiscono, in realtà, il fusibile nel caso in cui le negoziazioni vadano storte o il risultato dei negoziati sia negativo per il potente. Queste micce, ancora una volta, sono rinvii per l’immagine dei potenti. Il grado di indipendenza del negoziatore è minimo. Ha un potere chiaro e visibilmente delegato, e a coloro che partecipano alla negoziazione è chiaro che si tratta di un semplice intermediario. Il negoziatore deve avere la caratteristica di sapere chiaramente che cosa vuole ottenere il potente responsabile della trattativa che sta facendo. A sua volta, il potente non fornisce tutte le informazioni, ma solo quella frazione di informazioni che è utile per svolgere il lavoro del negoziatore. Pertanto, molti negoziatori non hanno idea del reale effetto della loro negoziazione. Sanno che risponde a una tattica del potere, ma non conoscono la strategia completa che guida l’azione della negoziazione che stanno facendo. È così che deve essere, poiché nel processo di negoziazione il negoziatore rivelerà inevitabilmente le intenzioni del potente. Da qui la precauzione di concedere solo una frazione delle informazioni necessarie. Non tutti possono svolgere questo ruolo, perché devono essere persone con delle caratteristiche speciali e, allo stesso tempo, con una fermezza di carattere tale da portarle a mantenersi tenacemente ferme sull’obiettivo mentre fanno trasparire elasticità di fronte agli altri negoziatori. La negoziazione stessa è un’arte, poiché implica elementi pratici ed efficaci; conta anche il talento innato del negoziatore. Di solito sono personaggi molto richiesti nella struttura del potere e molto difficili da trovare, perché, come sappiamo, i tecnici abbondano ma gli artisti sono pochi. In generale, il negoziatore non ha una solida posizione dottrinale ed è anch’esse un personaggio volubile.

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18 pensieri su “Psicopatia e leadership: breve analisi dei profili che sostengono lo psicopatico al potere

  1. Salve.
    Ho avuto un’infanzia molto difficile. UnA storia d’amore finita dopo 17 anni con due figli. A quarant’anni ho dovuto ripartire da zero. Adesso ho un lavoro che mi piace, anche se non sono a tempo determinato. Ho sempre avuto la forza di reagire e di risollevarmi. Due anni fa ho conosciuto lui. Credevo di toccare il cielo con un dito, mi sono innamorata e ho cercato in ogni modo di mostrargli il mio amore. L’ho aiutato economicamente e ho diviso il mio tempo tra il lavoro, i miei figli e lui. Adesso mi sta distruggendo. Mi cerca e poi mi butta via. Mi avvicina di nuovo e poi mi allontana. Proprio mentre scrivo, arrivano i suoi messaggi” sei come le altre….Mi usi e getti….Questa volta non mi vedi più. …” Insomma forse proprio per il mio passato doloroso e per l’enorme fatica che faccio per andare avanti, non riesco a uscire da questo labirinTo. Soffro tantissimo e non riesco a staccarmi da questa persona. Mi sento in colpa per non essere in grado di poter rinunciare alle briciole di amore che mi da, in cambio di giorni e mesi di sofferenza. Certe volte penso che sto cercando di “normalizzare” il nostro amore malato.
    Grazie per i vostri articoli, mi aiutano a capire. Anche se non credo riuscirò a stare bene, forse ho davvero bisogno di un supporto psicologico.

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  2. Ciao cara di amore si muore ma io no, d’amore si muore se si continua a stare in una relazione malata che porta solo dolore. So cosa vuol dire non riuscire ad allontanare la fonte del dolore che in passato è stata la fonte del piacere. Si salva tutto ma proprio TUTTO in nome di quel nucleo felice delle origini e ci si sacrifica per farlo ritornare. Ma non ritorna, se non a a tratti e poi per attimi di paradiso di nuovo un inferno. Ma l’amore non è questo, l’amore non distrugge ma si prende cura e se tu lo fai, lui no forse non ne è capace, o forse nell’ipotesi peggiore nutre il suo ego ipertrofico infliggendoti dolore. Più tu resti nonostante tutto, più lui si sente Dio. Non so, quello che dici di voi sembra tanto quello che tutte noi che scriviamo su questo blog abbiamo vissuto. Una storia malata che minaccia seriamente il nostro equilibrio interiore. E noi da mamme non possiamo permettercelo, per il bene dei nostri figli. Io per riuscire a mettere ordine in quella relazione che mi stava facendo del male ho dovuto chiedere l’aiuto di un terapeuta. Dopo sei mesi circa di analisi e quattro anni di sottimissione totale e totale complementarietà con il mio narcisista, ho avuto il coraggio di mettere dei paletti nella relazione. Mi ha lasciata di punto in bianco. Ora devo ricostruire tutto di ciò che è stato distrutto. Ma.almeno non vivo più in un regime d’amore tossico che non solo mi toglieva la possibilità anche solo di esistere come essere umano, trattandomi di fatto come un suo oggetto, ma mi avvelenava costantemente di un dolore tossico fatto di abbandoni,rifiuti, denigrazione e bugie.
    Se capisci che è più il dolore della gioia, stai vivendo un amore malato, chiedi aiuto a qualcuno che ti sappia aiutare se non sei in grado di allontanarti da sola. Ti consiglio se hai voglia di leggere qualcosa sull’argomento,oltre a tutto quello che viene pubblicato su questo blog, il libro del Dott. Pier Pietro Brunelli “Se l’amore diventa un inferno”.
    Un abbraccio

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    1. Cara Elisa,
      anch´io come te ho avuto una storia con un narcisista e anche lui mi ha lasciata di punto in bianco.
      Tu scrivi che hai dovuto mettere dei paletti… ti ha lasciata dopo o prima? Perché il mio ex mi ha “accusata” di averli messi non andando più a letto con lui!! Ovviamente questa sua affermazione conferma il fatto che per lui sono stata solo un giocattolo!

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      1. Cara Jasmine, piano piano il mio narcisista ha tolto alla relazione qualsiasi forma di tenerezza e di affettività, esigendo da me una assoluta e completa disponibilità a livello sessuale e mettendo a tacere a furia di silenzi punitivi i e sparizioni improvvise la mia normale esigenza di affetto e di tenerezza. La sessualità si faceva sempre più aggressiva e umiliante anche in virtù del fatto che non c’era mai un “dopo” tenero e conciliante ma anzi c’era un dopo fatto di giorni a volte settimane di brevi messaggi in cui si dichiarava troppo impegnato anche solo per messaggiare con me. All’inizio non era così….poi dopo un lungo addestramento fatto di silenzi e chiusure è andato via via a togliere….E a pretendere il mio restare alle sue condizioni….alla fine ero un suo oggetto….mi sentivo così poco più di una sedia sulla quale se aveva voglia si sedeva o che altrimenti doveva rimanere lì in attesa che lui avesse bisogno di sedersi. Stavo male….ma non riuscivo a chiudere….Ho semplicemente chiesto che ci fossero dei momenti teneri fra di noi, perché stavo male, mi sentivo usata. Mi ha detto che non gli piacciono le cose complicate, mi ha scritto dopo quattro anni: ti scriverò in futuro ora ciao. Ed è sparito. Lui pensava di avermi punito, e che sarei tornata strisciante. Già un’altra volta in cui avevo cercato di lasciarlo ero poi tornata io a cercarlo, e lui mi aveva detto ” tanto non ce la fai, ne hai troppo bisogno!… Per me era un droga… ma stavolta no…..stavolta BASTA, mi sono attaccata al blog, ho letto di tutto e di più….BASTA…..non voglio più stare male non voglio essere più l’oggetto di nessuno, voglio amare ed essere amata e lui, ormai mi è chiaro, non ne è in grado.
        Un abbraccio forte…ce la faremo Jasmine a buttarci tutto alle spalle, ce la faremo a non pensarli più e ad andare avanti con la nostra vita, dobbiamo solo tener duro….siamo state ferite, ci siamo fatte ferire, ora ci vuole un po’ di tempo, il tempo della guarigione.

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  3. Cara Elisa,
    ho letto la tua storia e in tante cose mi ci sono ritrovata. Anche il sesso con il mio ex era diventato umiliante e solo concentrato su di lui! Purtroppo all’epoca non ho avuto la forz di chiudere e ora so che avrei dovuto farlo da moltissimo tempo. Quando mi ha lasciata ero davvero disperata ma ora posso solo dire che e’ stata una fortuna e spero di non rivederlo mai piu’. Non lo vedo e non lo sento da settembre e spero che vada avanti cosi! E’ pazzesco di come questi soggetti siano in grado di manipolare la nostra mente e portandoci ad essere totalmente dipendenti da loro. Io avrei dovuto ascoltare fin dall’inizio il mio istinto e se avessi avuto piu’ stima di me stessa non l’avrei nemmeno cominciata questa storia!
    Dobbiamo cercare di andare avanti e di stare lontano da queste persone tossiche che non fanno altro che rovinare la vita agli altri! Se penso a tutto quello che ho fatto per lui e a quanto ho sofferto mi sento male.
    Un forte abbraccio e continua cosi sulla tua strada! Riprendiamoci la nostra dignita’!

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    1. Vero Jasmine, piano piano, un giorno alla volta….ti dico la verità per me è stato vitale trovare questo blog. Io qui mi sento accolta e capita, da persone che hanno vissuto come me l’assurdo. E che forse come me riescono a parlarne solo con chi a sua volta ha vissuto e può capire. Ho trovato nel blog una comunità virtuale di mutuo aiuto che mi aiuta a stare ferma nel mio proposito di continuare con un No contact totale, anche se qualche volta il.dolore sembra insostenibile, no contact costi quel che costi. Un caro abbraccio anche a te.

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  4. Brave ragazze!!! Credetemi, piano piano il dolore scema, quasi impercettibilmente, ma continua a diminuire, come l’astinenza dalla sigaretta. Meno li sentiamo, e più vediamo noi stesse, non più” ma io come ho fatto a non vedere”, ma “io che cosa voglio? Di cosa ho bisogno?” Non smettete mai di pensare che passerà. Un bacio a tutte.

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  5. Oh Alba grazie, chiusa in bagno mentre dall’altra parte della porta la vita continua e mi chiama, stavo proprio pensando che non sarebbe mai passato questo irragionevole dolore….quando il dolore è così forte non lo so gestire e mi sembra che non finirà mai…che non può finire….grazie per la speranza che danno le tue parole….

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  6. Ieri sera mi è preso questo tipo di dolore assurdo imprevedibile incontrollabile….di punto in bianco…è semplicemente salito da dentro mentre mangiavo. Mio figlio mi chiede:” mamma sei triste?” Io: “no ho mal di testa”…. e lui : “ancora!?!?!” Questo mi fa disperare non riuscire a tenere sotto controllo il dolore…. non essere una buona madre. ..questo mi fa disperare….io mi sento distrutta….la maggior parte del tempo fingo una tenuta sulla realtà sulle cose da fare che non ho….ma volte non riesco a fingere ed è solo vuoto…..

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    1. Coraggio cara elisa, ti ascoltiamo e ti siamo vicine, sento il tuo dolore per averlo provato. Fatti forza della decisione che hai preso, e datti il tempo per smaltire le emozioni, che pian piano si trasformeranno. Hai preso la decisione giusta, ora c’è la parte difficile della lotta con te stessa. Paradossalmente lottare con un altro è più facile che tenere quel conflitto dentro parti diverse di sè. Stenditi quando puoi sul divano, sul letto, ascoltati e lascia andare, come le onde del mare.
      Un forte abbraccio

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  7. Ieri sera, mia figlia (18 anni quest’anno) mi ha detto: “sto ritrovando il mio equilibrio”. Senza più le manipolazioni del narcisista, con una pace in casa, anche se è piena di incognite, incominciamo a vedere la nostra vita, e avere la forza mentale di modificarla e renderla migliore. Anche io incomincio a vedere la mia vita da sola, e dire: “come posso migliorarla? Che cosa vorrei completare?” Ecco la mia vittoria, serenità e forza per fare meglio. È impagabile. Il dolore c’è ancora, ma è relegato solo più, a parti della giornata. A quasi un anno dalla fuga…….capiterà anche a te, ne sono sicura. Non perdere mai la speranza!

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  8. Grazie Alba, cerco di non perdere la speranza e sentire da voi che avete vissuto questo dolore, che le cose miglioreranno col tempo, aiuta a non disperare….GRAZIE….un abbraccio….

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  9. Ciao a tutti, seguo questo blog da quando sono finalmente riuscita a liberarmi del mio psicopatico dopo 20 anni. Ho sofferto molto, ora sono in fase di recupero e comincio ad riassaporare le piccole cose della vita che danno gioia. L’informazione sull’argomento mi ha aiutato molto, soprattutto perché mi ha aiutato a sentirmi meno stupida per essere caduta nella trappola. Ho trovato questo articolo in rete e penso che sia utile a tutti voi, quanto lo è’ stato per me, per capire meglio.
    Eccolo di seguito:
    http://www.medicitalia.it/news/psicologia/3850-psicopatici-godono-far-soffrire-ricerca-conferma.html
    Buon percorso di guarigione a tutti.
    Con grande solidarietà 🙂

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