Arriverà il momento in cui ringrazierete il silenzio: come vi tengono legati a vita attraverso il linguaggio e il dolore

Fonte: http://www.luke173ministries.org/templates/System/details.asp?id=39548&PID=466817
AUTRICE: Dott.ssa Renee Pittelli, avvocato specializzato nella difesa di bambini, adolescenti e adulti vittime di maltrattamenti familiari. Ha pubblicato diversi libri e fondato a New York l’associazione Luke 17:3 Ministries for Adult Daughters of Abusive, Controlling, or Abandoning Birth-Families. Il suo ultimo saggio s’intitola “The Christian’s Guide to No Contact: How to End Your Relationships With Narcissistic, Psychopathic, and Abusive Family and Friends, and Still be a Good Christian”. 
Trad. C. Lemes Dias

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LE MISURE DISPERATE

(Quando sentono di perdere il loro controllo su di voi) 

5 modi sorprendenti per mantenere l’attaccamento

Un tempo avevo una fantasia molto piacevole.

Fantasticavo che dopo aver detto a mia madre che il suo comportamento mi faceva stare male lei si sarebbe scusata, avrebbe detto che neanche per sogno avrebbe continuato a ferirmi e che, da quel momento in poi, si sarebbe presa cura di me come si deve, promettendomi di interrompere immediatamente il suo comportamento offensivo. Quindi, fedele alla sua parola, mia madre non lo farebbe mai più, permettendo alla nostra relazione di essere felicemente ripristinata. Avremo ricominciato tutto da capo.

Sì, ragazzi, vivevo a “La-la-land.”

Quando questa fantasia è miseramente fallita, la successiva è stata leggermente più complessa. Nella mia nuova illusione, mia madre avrebbe ascoltato la sua intera lista di maltrattamenti – ma avrebbe continuato comunque a farmi del male – di modo che avrei smesso di manifestare qualsiasi segno di stress in sua presenza, evitando così di ritrovarmi in determinate situazioni. Comincerei a prendere una certa distanza da lei fino al punto di decidere di prendermi una pausa dalla relazione per qualche settimana o mese. In questa fantasia, avrei potuto scegliere di informarla oppure no sul mio bisogno di lontananza per mettere insieme i miei pensieri e su cosa avrei fatto dopo. La mamma, avvertendo il mio ritiro, avrebbe capito i suoi errori e si sarebbe preoccupata, cercando di salvare il nostro rapporto. Temendo di poter davvero allontanarmi sarebbe tornata in sé, avrebbe immediatamente interrotto i suoi comportamenti offensivi e avrebbe fatto ogni sforzo per essere il più gradevole possibile. La sua inversione di rotta mi avrebbe finalmente permesso di provare piacere in sua compagnia e la nostra relazione sarebbe stata felicemente ripristinata. Sì, come no! In che parte del mondo si era perso il mio immaginario?

Non stiamo parlando di persone normali che sanno amare e prendersi cura di coloro che provano dei sentimenti per loro, per far sì che questo davvero accada. In realtà, il motivo per cui proviamo a parlare ancora con una persona cara che ci sta facendo del male è perché speriamo, contro ogni evidenza, nel lieto fine. Quelli di noi che hanno avuto la sfortuna di provare a far ragionare un maniaco del controllo – oppure una persona maltrattante – presto hanno imparato che si trattano di fantasie senza alcuna possibilità di applicazione ai nostri casi.

Non importa con quanta calma e cortesia chiedete un cambiamento, le cose andranno a rottoli velocemente. Ogni tentativo fatto per avere una discussione amorevole e razionale degenera rapidamente in una discussione folle e piena di cattiveria. Veniamo abbandonati con una serie di grattacapi e senza capire cosa diavolo abbiamo fatto per fare andare tutto storto. Non riusciamo a spiegare a noi stessi perché una semplice richiesta di chiarimento e di considerazione sia stata fatta saltare in aria come una bomba, diventando un affare più grosso del dovuto.

Se osservati superficialmente, i maltrattanti sembrano non avere assolutamente alcuna sensibilità per gli altri. In realtà sono acutamente “sensibili” ai cambiamenti delle vittime quando esse cominciano a diventare più forti, iniziano il loro processo di guarigione oppure cercano di allontanarsi dalla loro tossicità. I maniaci del controllo avvertono immediatamente quando iniziano a perdere la presa sulla loro vittima, perché implica perdere la loro capacità di controllarla. Cercano disperatamente di impedire che ciò accada e tirano fuori tutte le armi che hanno a disposizione per mantenerla aggrappata a loro.

Un maltrattante non vi permetterà di prendere alcuna distanza, non vi darà spazio per respirare o vi concederà un momento per pensare. Tante volte abbiamo provato a limitare il tempo trascorso con certi parenti, perché non volevamo tagliare tutti i ponti. Alcuni di noi hanno deciso di prendersi una “vacanza” di diverse settimane o mesi dai propri parenti, per vedere se riuscivano a schiarire le idee con il fine di cercare una riconciliazione in un secondo momento, strada facendo, partendo da una nuova prospettiva.

Far passare un po’ di tempo può aumentare la nostra autostima, indipendenza e crescita, ma è l’ultima cosa che un maltrattante vuole.

I maltrattanti non rispetteranno la nostra richiesta di pausa o di tempo per pensare. Ci permetteranno non più di pochi giorni prima di intromettersi nel nostro “anno sabbatico” con una nuova chiamata oppure e-mail. Assolutamente privi di autocontrollo o di qualsiasi rispetto per quello che possiamo desiderare, non vedono l’ora di continuare la discussione, di aggiungere qualcos’altro a ciò che hanno già detto oppure mettere più benzina sul fuoco. Quando LORO decidono che abbiamo preso abbastanza tempo, allora è scaduto il NOSTRO tempo! Chiederanno di farsi ascoltare, faranno pressione, perseguiteranno e faranno il diavolo a quattro, insistendo per parlare con noi prima del tempo che abbiamo deciso che ci serviva. Se, invece di insistere per far rispettare il tempo che abbiamo chiesto, lo interrompiamo, torniamo a essere il loro pubblico: prima che ci accorgiamo, rieccoci catapultati dentro la stessa vecchia discussione.

Alcune delle loro tattiche sono abbastanza ovvie, ma altre sono molto più subdole.

In questo articolo discuteremo cinque strategie molto intelligenti progettate per manipolarvi e per farvi restare connessi, a disposizione, sotto il loro controllo.

Le strategie sono decisamente ingannevoli e niente è ciò che sembra. A prima vista appaiono mirate a spingervi il più lontano possibile e vi sfidano a chiudere il rapporto con loro.

È come se il vostro aggressore vi dicesse: “Non puoi dirmi cosa fare- Ti faccio vedere io – se non ti piace così, allora vattene!”

Tuttavia, nessun aggressore si aspetta MAI che ve ne andate VERAMENTE! Simulare il vostro rifiuto sempre con maggiore intensità è un travestimento molto intelligente per stringere ancor di più il cappio sul vostro collo e farvi annaspare. Tenete presente che contrariamente alle apparenze, questi stratagemmi NON sono pensati per allontanarvi – LO SCOPO È FARVI RESTARE A DISPOSIZIONE, CONNESSI A LORO, COSTRINGERVI PSICOLOGICAMENTE A CONTINUARE A RISPONDERE ALLE LORO PROVOCAZIONI! L’obiettivo prefissato è portarvi a interagire con loro anche quando il “discorso” è un monologo. Se vincono, continuerete a dover affrontare lo stesso argomento, e quindi resterete attaccati alla speranza di farvi capire nel minimo per un altro anno.    

Strategia n. 1

AUMENTARE L’ABUSO                

Le persone normali, dopo aver appreso che stanno causando dolore a qualcuno fanno del loro meglio per cambiare immediatamente i comportamenti incriminati. La maggior parte di noi non ferirebbe mai deliberatamente un’altra persona, specialmente qualcuno che abbiamo amato e che ci ha amato. Quindi, restiamo naturalmente di sasso quando il nostro parente/partner maltrattante fa l’esatto contrario. Quando un maniaco del controllo percepisce che vi state tirando indietro o guadagnando forza, invece di fermare il suo comportamento dubbioso, sceglie di continuarlo, o addirittura di intensificarlo.

Dopo essere stati rimproverati, non solo molti maltrattanti non fermano il loro comportamento doloroso, ma combinano di peggio! Non vi permetteranno mai di dire a loro cosa devono fare oppure no! È come se vi sfidassero dicendo “Ah, sì? E cosa hai intenzione di fare riguardo a questo e quello?”. Ricordatevi, anche se sembra che stiano cercando di cacciarvi via dalla loro vita, che non lo vogliono affatto. Cosa pensano di fare, esattamente, comportandosi di modo sempre più esecrabile? Farvi rimanere in contatto con loro attraverso una dichiarazione di guerra. Si tratta di una dinamica che possiamo chiaramente intravedere quando si mettono ad agire con spirito antagonistico anziché uno spirito cooperativo.

Quando iniziate a porre dei limiti, il vostro/la vostra maltrattante vi contatterà per riprendersi il controllo su di voi. Nella sua mente lo/la state sfidando per il dominio o il potere. State crescendo e diventando più forti di lui/lei, ecco la posta in gioco. Non siete più intimiditi dal loro istrionismo. La vecchia tattica che hanno sempre adoperato non funziona più con voi. Quindi, invece di fermarsi, aumentano la soglia di dolore.

Quando ciò accadrà, avrete certamente difficoltà a comprenderlo.

Sarete sbalorditi, confusi, turbati e forse anche arrabbiati, perché vi siete riavvicinati dalla persona con spirito di buona volontà per risolvere un problema, ma siete stati ripagati col peggioramento ulteriore del modo di comportarsi che tanto vi faceva soffrire. Dopo che avete detto in tutte le salse cos’è che non andava nel loro comportamento, osservarli continuare ad agire allo stesso modo – se non peggiore – rimuove ogni dubbio sul fatto che intenzionalmente cercano di farvi stare male. Ora sapete che sin dall’inizio il male che vi faceva era deliberato: avete rivelato i vostri sentimenti e ora che sa l’effetto che fa ha imparato persino a dosare la quantità di abuso da somministrarvi, personalizzando il colpo per meglio assestarlo sulla vostra faccia.

Facciamo sempre fatica a credere che la persona che amiamo e che abbiamo sempre trattato bene agisca così. È qualcosa che ci distrugge e ci addolora.

E così vi vedete costretti ad esprimere la vostra giusta indignazione per dire ancora una volta al vostro maltrattante il quanto state male, che provate un immenso dolore per come si comporta. Nel farlo vi tenete in comunicazione con lei/lui, restando pur sempre connessi.

Bingo! – è proprio così che vi tengono agganciati! 

Strategia n. 2

STRAVOLGERE L’ARGOMENTO PRINCIPALE              

L’escalation di aggressività durante la discussione è un altro modo che trovano per reagire. Dimostra, però, che state crescendo e diventando abbastanza forti da porre dei limiti o allontanarvi. Questo accade quando il vostro parente/partner reagisce in modo esagerato al vostro reclamo, indipendentemente da quanto siete stati educati e avete attentamente formulato la vostra lamentela. Probabilmente avete passato molto tempo riflettendo su come avvicinarvi al maltrattante nel modo più rispettoso possibile. Avevate grandi speranze di risolvere il problema nel modo più soddisfacente per tutti, ma ora potete costatare che la vostra preoccupazione è stata del tutto inutile.

Ciò che dovrebbe essere così semplice da risolvere, se soltanto gli interessati avessero la capacità di prendersi cura l’uno dell’altro, si trasforma sempre in un’enorme battaglia. Non importa con quanta delicatezza provate ad iniziare la discussione, le cose andranno in discesa velocemente. Non vi è alcun motivo per un grande combattimento, ma un maltrattante si attaccherà a qualsiasi cosa, non importa il quanto sia detta in modo carino, per far saltare in aria la vostra intera costruzione mentale.

La persona maltrattante fa sempre una tempesta in un bicchier d’acqua, trasformando un leggero disaccordo in qualcosa di assolutamente inconciliabile.

Ancora una volta: le persone normali non reagiscono in questo modo. Quanto sarebbe facile per il vostro familiare/partner dire “Oh, mi dispiace tanto. Non accadrà mai più!“. Fine della discussione, problema risolto e vissero tutti felici… Facile, vero? Invece, no. Bisogna trasformare tutto nella Terza Guerra Mondiale!

Perché? Di nuovo: è lo spirito contraddittorio CONTRO lo spirito cooperativo. Coloro che abusano considerano tali discussioni come l’opportunità d’oro per sfogare e avere scoppi d’ira. Il vostro aggressore non sta cercando un compromesso, una soluzione reciproca o una relazione in cui tutti possano dichiararsi finalmente soddisfatti. Sta lottando per il POTERE e il CONTROLLO. Non vuole una partnership: vuole essere il BOSS! Come osate sfidarlo alla leadership? Chi credete di essere per parlargli così? Siete solo degli insetti da schiacciare sotto i suoi piedi!

Ora, ovviamente non possono dirvi le cose come stanno, che non accettano niente di meno del dominio totale. Se lo dicessero con onestà, probabilmente provocherebbero una fuga di massa verso le colline e nessuno più si farebbe prendere a calci da loro. Ma possono, pur sempre, diventare più oltraggiosi ed esigenti, ben sapendo che vi sentite sempre più costretti a rispondere. Possono agitarsi e infuriarsi, consapevoli che probabilmente farete il possibile per cercare di calmarli e farli ragionare. Dopotutto, turbarli non è mai stata la vostra intenzione. Finché cercate di spiegarvi, di giustificare la vostra posizione – anche urlando e gridando –  hanno vinto loro: perché ribadite comunque a ciò di cui vi accusano.

Quando vi rendete conto che il vostro tentativo di avere una discussione calma, razionale e rispettosa si sta trasformando in una brutta discussione, riprendete il controllo VOI e CHIUDETE. Basta smettere di parlare e ribadire, voltare le spalle e andarvene il più velocemente possibile.

Strategia n. 3

METTERVI SULLA DIFENSIVA               

Mettervi sulla difensiva può assumere svariate sfumature, potete partire dal tentativo di dare voce a un vostro reclamo e finire per dovervi difendere da un tentato omicidio.

La persona che vi maltratta potrebbe affermare che avete torto per come cercate di difendervi dal suo comportamento offensivo. Potrebbe mettere in dubbio le vostre motivazioni quando vi rifiutate di continuare a fare da zerbino. Potrebbe dire che vi meritate tutto ciò che vi è capitato di male nella vita oppure che avete provocato gli eventi. Potrebbe dire che siete emotivamente o mentalmente instabili (“Sei troppo sensibile.”, “Prendi tutto per il verso sbagliato”, “Hai frainteso quello che ho detto”, “Fai sempre una tempesta in un bicchier d’acqua”, ecc.). Mia madre convenientemente “si dimenticava” tutte le liti che lei stessa aveva avuto con mio padre e la sfilata degli ex amici e parenti che, per tutta la vita, si erano lamentati di lui, affermando senza muovere un unico muscolo del viso, che ero “L’UNICA ad aver avuto un problema con lui.”

 Il vostro partner/parente potrebbe fare un’accusa oltraggiosa o dire una palese menzogna – più oltraggiosa e sfacciata meglio è, perché gli garantisce l’arrivo della vostra pronta risposta. Quanti di noi non si sentirebbe costretto a rispondere per difendersi da qualcuno sta palesemente mentendo o accusandoci di qualcosa che non abbiamo mai fatto? I nostri maltrattanti ci conoscono, a volte molto meglio di quanto noi stessi ci conosciamo. Sanno esattamente come spingere i nostri pulsanti. Sanno della nostra volontà di essere più buoni, gentili, dolci e virtuosi. Sanno che facciamo del nostro meglio per essere amorevoli e di buon cuore, quindi mirano giusto per quanto riguarda i tratti della nostra personalità, le caratteristiche che sanno che apprezziamo di più in noi stessi. Contano sul fatto che l’idea che qualcuno possa effettivamente pensare che non siamo brave persone CI TERRORIZZA.

Una volta che siete caduti nella trappola di difendervi, non riuscirete a dormire per tutta la notte. Un maltrattante navigato vi farà giustificare ogni parola che abbiate detto da quando siete nati. Vi troverete a cercare di spiegare la logica dietro ogni vostro pensiero perfettamente ragionevole e ogni sensazione perfettamente consona con la situazione che avete provato.

Ricordate, però, di una cosa: il vostro maltrattante non crede davvero a tutto ciò di cui vi sta accusando. Sa che non è vero, di modo che non siete costretti a convincerlo di nulla. Non sta cercando di risolvere qualcosa tra di voi, ma semplicemente provando a tenervi legati a lui attraverso le vostre risposte alle sue accuse. Si divertono molto mentre lo fanno, amano farvi inalberare, comprendere fino a che punto possono farvi arrabbiare e sconvolgere. Finché permettete questo, sapranno di avere ancora tanto potere su di voi.

Fratelli e sorelle, non dovete dimostrare niente a nessuno, solo al Creatore per voi che siete credenti. Non accontenterete mai né renderete pienamente soddisfatti i vostri parenti/partner ipercritici, non importa il quanto ci provate. Potete risparmiarvi tantissimo tempo e molti problemi semplicemente rinunciando a discutere con loro.

Più di una volta ho dovuto dire ai miei genitori, ipercritici sin dalla mia nascita, che l’opinione che avevano su di me aveva smesso di fare la differenza nella mia vita. Non c’era modo di accontentarli, era sempre stata comunque negativa. Sembrava avessero molte difficoltà a comprendere che non mi importava più.

È difficile per un maniaco del controllo rendersi conto che una delle armi più efficaci che una volta usava per controllarvi non funziona più e che qualsiasi cosa pensa di voi non vi fa alcun effetto. Di fronte a un’affermazione stupida e priva di senso la risposta migliore è semplicemente scrollarsi le spalle e dire: “Ciò che dice è ridicolo e non ho intenzione di giustificarmi regalandoti una risposta”.

Strategia n. 4

PROLUNGARE LA DISCUSSIONE FINO ALLA NAUSEA  

Sono stata testimone di un’interessante conversazione tra la mia amica Rachel e suo padre, con il quale ha avuto una relazione tesa per tutta la sua vita, specialmente dopo il divorzio dei suoi genitori. Il suo caro papà era un uomo arrogante, odioso, intimidatorio e bellicoso, che ha passato anni a maltrattare Rachel e sua madre. Per qualche ragione, quando Rachel compì 30 anni, improvvisamente il padre decise che era ora di migliorare il suo rapporto con lei, oramai “abbastanza vecchia da prendere le sue decisioni”. (Anziché rivedere i suoi comportamenti, con questa affermazione suo padre voleva dire che l’ex-moglie aveva messo Rachel contro di lui). E così convocò Rachel per un faccia a faccia. Lei mi chiese di accompagnarla per un supporto morale.

Anche se sono rimasta in silenzio per la maggior parte dell’incontro, ho avuto alcune intuizioni che sono riuscita a trasmetterle in seguito. Il problema più evidente, secondo me, era che ogni volta che Rachel esprimeva – molto chiaramente – i suoi pensieri o sentimenti al padre, lui “voltava gli occhi verso il Cielo” fingendo di non avere idea di cosa lei stesse parlando. Ad esempio, quando lei disse che era stato “cattivo e crudele” con sua madre, lui subito chiese: “COSA intendi per ‘crudele’?”. Rachel allora riportò uno specifico episodio di maltrattamento. Il padre, però, invece di riconoscere la sua memoria accurata, assumersi la responsabilità per quello che aveva fatto e mostrare qualche rimorso, la mise sulla difensiva chiedendo, con finta innocenza, “E QUANDO l’avrei fatto?”

ATTENZIONE: NON AVEVA COMUNQUE NEGATO quello che la figlia gli stava dicendo. La domanda era stata fatta per indurla ad arrabbiarsi e concludere la conversazione. Eppure aveva solo DOMANDATO di cosa lei stesse parlando.

Questa tattica non è stata progettata solo per indurre una persona a dubitare delle sue percezioni e dei suoi ricordi, ma anche per costringerla a continuare a rispondere. Quando Rachel ha risposto, invece di ammettere qualcosa, lui ha fatto un’altra domanda, prolungando così la conversazione all’infinito.

Colui che porge le domande è nel controllo della conversazione e indica la piega che la discussione prenderà. Il padre di Rachel sapeva che riuscendo a far funzionare la tecnica abbastanza a lungo, fino alla fine, l’operazione di annebbiamento delle sue responsabilità sarebbe stata un successo: avrebbe potuto condividere alcuni “buoni” ricordi e fare qualche battuta per, fondamentalmente, addolcire la figlia. L’obiettivo di questa strategia è sedurre la vittima, “persuaderla” a continuare ad accettare lo status quo e mantenere una relazione con l’aggressore, senza mai pretendere nulla da lui.

Interrogandovi interrompono il flusso dei vostri pensieri. Vi portano letteralmente fuori strada rispetto a quello che volevate discutere. Vi mettono nella posizione di rispondere alle loro domande, senza che nessuno risponda alle vostre. Fate caso che nessuno dei punti che volevate affrontare viene mai considerato. Vi bloccano e vi fanno riflettere su tutt’altra cosa, vi costringono a ricordare dettagli inutili e ripetere date, circostanze, ecc. Il maltrattante CONOSCE PERFETTAMENTE L’ARGOMENTO CHE AVETE IL BISOGNO DI AFFRONTARE: il suo è solo un diversivo, ma molto efficace.    

Rachel era a disagio per la piega che la conversazione aveva preso, che includeva molte tattiche abusive o prepotenti e numerose critiche velate a sua madre. Riusciva a intuire che non stavano arrivando da nessuna parte, ma ogni volta che provava a liberarsi e porre fine alla discussione, suo padre continuava a martellarla con delle domande e sopraffacendola con le sue chiacchiere. È incredibile per quanto tempo un abile manipolatore può portare avanti una discussione, riuscendo comunque ad arginare ogni responsabilità a suo carico. Dopo tre ore abbiamo chiesto una pausa, eravamo esauste, ma lui ci ha inseguite fino al parcheggio, continuando a parlare per altra mezz’ora, finché Rachel non ha chiuso lo sportello della macchina in faccia.

Più tardi, riflettendo sulla conversazione, Rachel si rese conto che nessuno dei problemi che voleva affrontare era stato risolto. La maggior parte non era nemmeno stata discussa. Suo padre aveva completamente monopolizzato l’intera conversazione con il solito schema che conosceva. L’obiettivo di Rachel quando accettò l’incontro era quello di dare al padre la possibilità di dimostrare che fosse cambiato, sperava che volesse riparare il rapporto con lei. I motivi del padre, tuttavia, erano altri: voleva “sedurla” con le chiacchere, forzando un tipo di relazione con lei che non includeva alcuna assunzione di responsabilità per le cose che aveva fatto a lei e a sua madre, addirittura senza impegnarsi di promuovere dentro di sé alcun tipo di cambiamento.

Se le crepe fossero state veramente riparate e una felice riconciliazione fosse avvenuta durante la conversazione, entrambe le parti coinvolte avrebbero provato gioia e pace con il riallaccio dei rapporti. Rachel, però, si era allontanata dalla discussione sentendosi stressata, inquieta e a disagio: si era resa immediatamente conto che nulla era cambiato e che non ne poteva più dei tentativi di cercare di portare avanti un rapporto normale con il padre. Era sfinita, prosciugata e sentiva di aver passato tre ore quasi sotto costrizione.

Ciò che la turbava di più era sapere che a posteriori suo padre – al quale ben conosceva la malafede – avrebbe usato l’intero episodio contro di lei, dicendo a tutti che non riusciva a capire perché non voleva vederlo, nonostante avessero trascorso insieme un “bel” pomeriggio. Insomma, era riuscito a ripulire l’aria talmente bene, salutandola in termini così “amichevoli” che non avrebbe mai riflettuto su se stesso e sulle sue responsabilità, ma avrebbe certamente continuato a sostenere la solita cosa: che sua madre l’aveva nuovamente messa contro di lui, oppure che Rachel doveva avere qualche tipo di problema mentale per serbare ancora “tanto rancore”. E lei aveva ragione, perché qualche settimana dopo suo padre ha agito esattamente come aveva previsto.

Quando lavoravo nel settore immobiliare gli avvocati generalmente mi chiamavano per fare le trattative verso le 23.00 oppure a ridosso della mezzanotte, sostenendo che erano rimasti “bloccati in Tribunale per tutto il giorno”. Alla fine ho capito che si trattava di una strategia per prendermi alla sprovvista quando non ero al meglio. Una persona stanca o assonnata non ragiona chiaramente, di modo che possono portarla a commettere qualche errore o fare uno scivolone, oppure a concedere qualcosa che normalmente non accetterebbe. Quando ho capito cosa stava succedendo, ho iniziato a spegnere il mio telefono alle 21:00. Non c’era nulla di così urgente che non potesse aspettare fino al mattino successivo, quando ero rinfrescata e lucida.

Un predatore che continua a inseguirvi per lungo tempo dopo che vi siete stancati di discutere con lui/lei usa la stessa strategia: cerca di capire il momento in cui siete un po’ ‘storditi’ per esaurirvi o confondervi fino a portarvi a non ragionare più in modo diretto e a rinunciare alla vostra pretesa di renderlo responsabile di qualcosa. Cerca di convincervi a fare delle concessioni che vanno a suo esclusivo beneficio fino a portarvi a “vedere le cose a modo suo”.

A volte credete che la discussione è bella finita, che tutto è oramai sistemato e che la relazione stessa non c’è più. Poi, cosa succede? Eccovi con il vostro predatore ancora una volta a telefono che ricominciate tutto da capo. Questo perché lui/lei sente di non aver “vinto” la prima volta e che è arrivato il momento del secondo round: ma solo perché vogliono loro non significa che dovete accorrere per forza!

Quando la conversazione fa il giro girotondo e non si risolve nulla è il momento di dire “Non arriviamo da nessuna parte così. FINE. Adesso basta.”

Potete sempre rivedere la persona più tardi SE avete qualche indicazione che un’ulteriore discussione possa effettivamente servire a portare qualche risultato.

Strategia n. 5

TI RIFIUTO IO!  

Tra tutte le tattiche utilizzate per tenervi invischiati, essere rinnegati dalle persone che vi hanno maltrattato è davvero il massimo! È intrinsecamente affascinante, soprattutto perché è davvero contraddittoria. La chiamo l’ossimoro dell’artiglieria abusiva.

Il rifiuto è una minaccia, un ricatto implicito che raramente viene eseguito, anche se potrebbe accadere, il che nella maggior parte dei casi equivale a una benedizione. Si va dal fare il broncio per riagganciarvi al rifiuto di parlare con voi, dal non essere più invitati per stare in famiglia a essere tagliati completamente fuori. Vi stanno dicendo: se non fate la fila, siete fuori! È un vistoso ricatto emotivo.

Il rifiuto è spesso minacciato o accennato, ma raramente messo in atto.

I vostri predatori non vogliono che la relazione con voi finisca in via definitiva: dopotutto, se loro vi perdono mettono a repentaglio anche l’abilità di controllarvi, una vera ragione di vita per loro. Se siete totalmente fuori dalla loro vita, da chi potranno usare e abusare? Ammettiamolo, per tutto questo tempo il vostro rapporto è stato squilibrato nella migliore delle ipotesi e a senso unico nella peggiore – con voi che li inseguivate e loro che facevano il buono e il cattivo tempo. Quale idiota vorrebbe rinunciare veramente a voi? Il vostro maltrattante non vuole liberarvi (perché la libertà potrebbe davvero piacervi!), ma vuole solo mettervi in riga, ecco il perché della minaccia di tagliarvi completamente fuori dalla sua vita.

Può capitare che un maltrattante esegua davvero la sua minaccia e vi regali il suo silenzio. Tuttavia, quando sente che state diventando più forti, che vi state allontanando definitivamente da lui – e qui abbiamo a che fare molto spesso con l’ultimo sforzo dei maniaci del controllo per mantenerlo, a prescindere delle circostanze – egli vi scarica prima che lo fatte voi.

Ovviamente, cambiare le sue abitudini per rendere possibile una relazione piacevole con qualcuno è fuori questione nella mente di chi è abituato a maltrattare. Trattarvi con amore e rispetto non è semplicemente un’alternativa valida: qualcuno che scarica qualcuno… ecco l’unica alternativa per loro!

È una questione di orgoglio. In nessun modo vi mollano il controllo o vi permettono di prendere questa decisione salvifica. Preferiscono terminare la relazione prima di voi soltanto per dimostrare chi comanda (mentre si preparano per mentire al resto della famiglia su cosa è realmente accaduto). Soltanto a loro è concesso di controllare la direzione della vostra relazione fino alla fine amara, e qualche volta anche dalla tomba!

Quando la stessa persona che vi ha maltrattato vi rifiuta oppure vi minaccia, l’ultima cosa che si aspetta è che voltate le spalle. Non immagina mai di sentire da voi: “Ok, se è quello che vuoi veramente…“. Non vuole essere abbandonata alla sua sorte, non è questo il copione che ha scritto per la soap opera della sua vita. Quello che dovete fare, come da copione, è iniziare a piangere supplicandola di non andarsene e, attaccati alle sue caviglie, urlare “No, per favore resta! Farò tutto quello che vuoi!“, mentre loro, infastiditi, si trascinano verso la porta. Quindi, quando vi hanno umiliato abbastanza e vi siete degradati da soli, allora possono “perdonarvi” e accettare di rimanere… ma solo dopo CHE AVETE PROMESSO DI CAMBIARE IL VOSTRO COMPORTAMENTO!

Per fortuna questa tattica di solito si ritorce contro i maltrattanti. Molte vittime sono sollevate e fin troppo felici di lasciare che i loro predatori vadano via. Sentono di poter andare avanti molto meglio e con la coscienza pulita sapendo che è stata una loro decisione porre fine alla relazione, nonostante tutti gli sforzi che avevano fatto per cercare di migliorarla.

Nel mio caso, quando mia madre mi ha rinnegato, ho preso la decisione di andarmene in solitudine e di smettere di provare e riprovare a riparare le cose.  Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha chiamati alla pace”, 1 Corinzi 7:15. Sentivo fortemente che la Provvidenza mi aveva tolto da una situazione molto tossica che non mi apparteneva più. Quindi non l’ho chiamata oppure fatto tentativi per ripristinare il nostro rapporto. Siccome era stata lei a decidere di porre fine alla nostra relazione, nel caso in cui avesse avuto un cambiamento dentro il suo cuore, sarebbe stato compito suo provare a ripristinare le cose. All’inizio ero affranta, ma alla fine sono riuscita a raggiungere la mia pace interiore. Dopo un po’ provai sollievo, gioia e profonda gratitudine. Compresi che un Potere Superiore mi proteggeva e mi amava così tanto da aver tolto ogni fardello del mio cuore. Questa sensazione mi ha portato a scrivere l’articolo “Who’s Your Daddy?” nella sezione “Our Real Father” del sito.

NE ABBIAMO ABBASTANZA!            

Guardiamo in faccia la realtà: quando tutti sono mossi da un sentimento d’amore e ci si chiede un favore (come un cambiamento positivo che migliorerà la relazione) si arriva sempre a un accordo.

Basterebbero cinque o dieci minuti, al massimo, per chiarire la cosa.

Quando tutto si trascina faticosamente è perché qualcuno è testardo. Quando procede per ore, giorni o settimane, è perché qualcuno si rifiuta di collaborare e sta intenzionalmente sabotando la risoluzione del problema. La persona che ostacola sta deliberatamente impedendo che lo scontro finisca.

I maltrattanti non sono interessati a conversazioni costruttive che si traducano in buone soluzioni: sono interessati unicamente a VINCERE.          

Poiché siamo così prevedibili, il nostro aggressore sa che reagiremo sempre nello stesso modo. È così che finiamo per ripetere i soliti schemi lasciandoci trascinare verso gli stessi argomenti più e più volte. Per liberarci, dobbiamo iniziare ad essere imprevedibili. Il nostro parente/partner manipola gli scontri per tenerci impegnati e costringerci a rispondere a lui/lei. Tutto ciò che dobbiamo fare è agire diversamente, fare l’opposto di ciò che sta cercando di farci fare, ovvero DISINNESCARE IL MECCANISMO e SMETTERE DI RISPONDERE.        

Dopotutto, così come nessuno spreca il suo tempo discutendo con i pazienti di un manicomio è altrettanto inutile continuare a discutere con un irragionevole e ostile soggetto maltrattante quando spara cose assurde, da folle e agisce come un pazzo irrazionale.

Dobbiamo lasciare andare la nostra necessità di mettere le cose in chiaro, di cercare di difenderci ad ogni costo pur di risolvere le cose e accettare ANCHE il nostro bisogno di avere un po’ di pace e di tranquillità!

Finché continuiamo a rispondere alle assurdità di un maniaco del controllo, la vittoria sarà sempre sua. Quando smettiamo di rispondere e lo lasciamo andare, vinciamo sempre! L’idea è di STACCARVI, lasciarli senza l’ennesima vittima con cui discutere.  Quando iniziano con gli stessi vecchi argomenti e diciamo un sonoro basta, restano con uno schiavo in meno per ascoltarli e MAGARI avranno un po’ più di tempo per “riflettere sui loro errori” e “cambiare il loro atteggiamento”. Cosa assai improbabile perché non importa quanto ci proviate, se una persona è del tutto RESTIA a iniziare a trattarvi con amore e rispetto non c’è verso di farla comprendere che parte col piede sbagliato.

Dobbiamo allenarci a riconoscere il punto in cui un’ulteriore discussione cessa di essere produttiva. Una regola generale è che il limite viene raggiunto quando ci si trova a RIPETERE PER LA TERZA VOLTA UNA RICHIESTA SEMPLICE.

Quando si arriva a questo punto è il momento di FERMARCI e scegliere una delle seguenti affermazioni, dirla con fermezza e poi andare via:

  1. “Stiamo girando in tondo. Ne ho avuto abbastanza.”
  2. “Abbiamo già discusso, non continuerò a farmi ridicolizzare da te.”
  3. “Lo prenderò come un “No”. Se vai avanti così prenderò delle misure per proteggermi.”
  4. “Non ho intenzione di perdere altro tempo discutendo le solite cose. Questi sono i miei termini: è prendere o lasciare.”
  5. “Ho preso una decisione e non ho intenzione di discuterne più”.
  6. “Non stiamo andando da nessuna parte con questo. Me ne sto andando.”
  7. “Non ho intenzione di ripetermi di nuovo. Se non ci vedremo più, allora è così che doveva andare”.
  8. “Tutta questa discussione non ci porta da nessuna parte, quindi per me è chiusa. Sto riattaccando ora. Non chiamarmi più finché non sei d’accordo con quello che ti sto chiedendo “.
  9. “Ti ho detto quello di cui ho bisogno da te. Non è negoziabile. Dimmi se ti comporterai diversamente, oppure no. Quando mi farai sapere la tua decisione, allora ti farò sapere se è il caso di andare avanti.”
  10. “Non posso spiegarlo meglio di quanto ho già fatto. Se ti rifiuti di ascoltare cosa dico, allora non ha senso continuare a discuterne.”
  11. “Capisco che non siamo d’accordo su questo. Fammi sapere quando sei pronto a fare quello che ti sto chiedendo.”
  12. “Ho parlato in modo chiaro. Non ho altro da dire.”

Qual è il punto qui? Fondamentalmente, i maniaci del controllo vogliono la vostra attenzione. Non hanno nulla di positivo da offrirvi, come gentilezza o l’amore, elementi che potrebbero persuadervi a restare nei paraggi per concedere l’attenzione che vogliono, e così vi manipolano reclamandovi come pubblico attraverso l’arma del conflitto. Vi spingono a ripetere le vostre supposizioni ancora e ancora. Vi turbano e vi manipolano chiedendovi perché state facendo questo e quello, ma solo per coinvolgervi in una discussione infinita e inutile. Vi hanno esasperato tante volte molto prima, ma siete sempre rimasti bloccati nel tentativo di chiarire la faccenda. Questa è proprio la reazione che si aspettano ANCHE in questi momenti.

Quindi, la prossima volta che vi troviate in una simile situazione, cercate di far nascere una piccola sorpresa: rompete con il vecchio schema, siate duri e dite molto chiaramente e con fermezza che ne avete abbastanza!

Dobbiamo imparare a dire “Ok, ci ho provato. Ora me ne vado. Addio!”

RIFIUTATEVI DI TORNARE A DISCUTERE SULLA MEDESIMA COSA, CERCATE DI SCONNETTERE, DATEVI PER DISPERSI, LASCIATE ANDARE, RINUNCIATE A RISPONDERE A QUEL TELEFONO, CAMMINATE VERSO QUELLA PORTA, FATTELO PER VOI!

Se, a un certo punto della sua vita il vostro parente/partner decidesse di onorare la vostra richiesta di cambiamento e di farla finita con il suo modo di comportarsi, c’è sempre un modo per farvi sapere che il cambiamento è reale.

Mostrare al vostro aggressore che discutere con voi è un cattivo affare in fondo è l’unico linguaggio che capisce.

 

 

44 pensieri su “Arriverà il momento in cui ringrazierete il silenzio: come vi tengono legati a vita attraverso il linguaggio e il dolore

  1. Se lo avessi saputo che quelle discussioni interminabili e snervanti senza senso avevano solo lo scopo di dimostrare chi fosse il capo, avrei risparmiato un po’ di sana energia. D’altronde lo disse fin dai primi mesi che in una coppia è sempre uno che comanda, e alla mia domanda – ah si? E tra noi quindi chi sarebbe?- “beh io”. .. disse tronfio! E davanti alla mia incredulità (io un po’ prepotente e femminista) ribadì: siiiiiiii (gonfiandosi) con le buone o con le cattive!”. Ma io cavillosa non mollavo mai le discussioni. Volevo risposte alle mie domande. Ma non risposte a caso o bugie o peggio ancora l’ammissione della verità parziale suggerita da me “vuoi che ti dica che è come dici tu? Vuoi sentirti dire questo? Dopo la smetti di rompere i c….ni!”… il cervello mi andava in tilt. La nostra intelligenza la mettono nel frullatore e le risposte ce le dobbiamo cercare da sole. È vero, ti fanno sentire sostituibile (e lo siamo per loro, in realtà) ma non vogliono perderci. Era solo una minaccia per intimorirmi quando diceva – se non ci sei tu c’è un’altra anzi altre dieci. Se non ti fidi di me non ci stare, che il mondo è pieno di femmine e di altri uomini…. Non dobbiamo stare insieme per forza…” e siccome la mia risposta era “ok. Infatti. Portami a casa!” …a volte faceva finta di non sentire, continuava a strillare senza dire nulla di sensato poi di calmava e chiedeva di abbracciarlo.. .oppure faceva inversione tornava indietro urlando, prepotente, bambino, poi si zittiva aspettando il mio crollo che non arrivava, allora all’ultimo momento cambiava registro “dai vieni qui io ti amo non voglio perderti”. Altre volte arrivava fin sotto casa in attesa della mia sottomissione. Ma io dura. Ferma. Allora senza dire una parola sfilava le chiavi dall’auto per costringermi ad entrare. E una volta dentro riusciva a riprendermi. Una lotta di potere. Intelligenza vs astuzia, femminismo vs maschilismo e via dicendo. Tutti i valori invertiti. Perché restavo? Love bombing. Mi ha reso dipendente dal sesso, dalle attenzioni, dalle premure, dalla presenza (mai un’assenza, mai un silenzio, mai una scomparsa. Quelle le attuavo io per difesa, perché la testa mi diceva vattene ma il corpo tremava e mi riportava li). Dipendente dalle carezze, dalla sua vicinanza, dai baci, dal contatto costante, dagli abbracci, dalle giornate folli insieme. Fino alla fine è stato love bombing perché se avesse smesso sarei riuscita ad andarmene prima. Ma non potevo sopportare di non avere risposte. Non amo la menzogna e l’ambiguità. E combatto per arrivare alla verità. Questo forse lo faceva sentire amato. Questo mio combattere per la giustizia invece di mandarlo a quel paese e buonanotte. E questo mio accanimento forse è stata la mia fortuna altrimenti non avrei mai scoperto tutto il resto. Tutto lo schifo che nascondeva. Ho letto e riletto il capitolo di Barbablu in Donne che corrono coi lupi. Non importa quanto ci può dare un uomo, se ci è precluso di “aprire quella porta”, se ci è negata la conoscenza, se sono snobbati i nostri bisogni di sapere, se le nostre domande non possono avere risposte… allora, è inutile restare.

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    1. Carissima Lilith, infatti è soltanto la lotta per il potere la roba “eccitante”. Vogliono piegare le persone alla sottomissione totale. Studiano molto bene le tecniche persuasive sin da quando sono nati attraverso l’acuta osservazione delle nostre reazioni. Potere e controllo (anche delle menti, soprattutto delle menti). Non so quanti anni ha il tuo ex, ma molti n.p sui 50-60 anni risultano essere affascinati dalle sette e dal misticismo in età adolescenziale. Si sentono come dei santoni, come se il loro sguardo fosse “ipnotico”. Quando prendi la giusta distanza riesci a vedere il ridicolo…

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    2. Lilith questa è la prima storia identica alla mia. Anche se sembra che tutte si somigliano ed è vero. Questa è proprio simile. Un abbraccio

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  2. 50 e sicuro di leggere il comportamento delle persone fin da piccolo. Ci aveva studiato tanto, diceva, pur sostenendo di aver sempre avuto quelle capacità. Lo trovavo anche a guardare trasmissioni idiote tipo quei similreality dove ci sono storie montate. Studiava, diceva. Le reazioni umane. Al primo incontro con una persona ti diceva chi era e com’era così a volte facevamo il giochino con quelli che conoscevo. Gli facevo il test. Ci prendeva. A volte però mentre eravamo in giro, prendeva cantonate paurose. Scambiava le reazioni. Ma riteneva di avere ragione. “Di quello che vuoi ma io lo sento, una cosa che ho da quando sono piccolo”. Ah il suo studio consisteva sempre nel: quella ci sta subito, questa è fragile le fai fare ciò che vuoi, quella è fredda… questa è sola basta ascoltarla, l’altra è iperattiva ha bisogno di sc…e, e il mondo pareva popolato solo di donne. Ne sono uscita da poco grazie a un nc sempre più serio. Grazie.

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  3. L’ho capito dal vostro blog e dalle vostre traduzioni ho risposto a test sulla psicopatia su 60 punti lì riconoscevo tutti. Ascoltato il video di Paolo Cianconi sulle maschere della psicopatia. Man mano che mi documentavo mi si gelava il sangue. Il fatto è che facciamo fatica ad ammetterlo che quella non è stranezza o prepotenza, autodifesa squilibrata piuttosto che un disturbo così pericoloso. Ad aggravare quella percezione sopravviene il sentimento e la dipendenza psico-chimica. Tuttavia se non avevo voi, la mia curiosità , amiche con la stessa esperienza forse ero ancora là.

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  4. Lilith, riconosco le umiliazioni subite attraverso le tue parole. Quanto è importante la condivisione per riuscire a capire e ad aprire la mente!
    Ricordo con quanta freddezza mi disse ma possibile che con te è tutto bellissimo prima, poi dopo l’amore, quando cominci a parlare riesci a rovinare tutto. Eppure, dopo, parlava solo lui, dei suoi successi, dei suoi problemi, di politica, arte, conquiste amorose, sempre sul palcoscenico e io la sua platea affascinata da lui, anche per me love bombing. Non siamo giovanissimi sui 60 eppure da quasi 10 anni è riuscito ad ipnotizzarmi e a rendermi dipendente pur lasciando dentro di me, dopo esserci visti un grande vuoto, la sensazione di non essere stata neanche vista, non so neanche spiegarmi. Un fantasma d’amore. Credo che Claudileia riesca ad inquadrare questa mia sensazione.

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  5. Sì, è vero, ipnotizzano. Con le parole. Con la voce. Con lo sguardo che riescono perfino a rendere dolce… Tutto studiato. Ma una come fa a saperlo? Io non lo ammettevo, ma aveva ragione lui quando diceva… “che ingenua che sei!”. Mi arrabbiavo perfino, perché ingenua non sono mai stata. Cioè, non mi ci sono mai sentita. Per niente. E invece sì. Ero fiduciosa. Piena di me. E forse è stato questo a rendermi debole, in realtà. Il credermi forte. E l’essere fiduciosa. Risultato: fottuta. Ho letto una cosa sulla psicopatia: spiegava che alcune volte si può cogliere il loro lato oscuro se presi di sorpresa, o appena svegli, in quel frangente in cui, disorientati, non hanno ancora messo la maschera che usano con noi. (Sì, perché per ognuna credo abbiano una maschera diversa). Ebbene, mi capitò che si svegliasse di soprassalto ancora abbracciato a me e iniziasse ad insultarmi relativamente ad una discussione avuta prima di addormentarci. Discussione che avevamo già ampiamente chiarito e aver fatto l’amore… Dovevo allora ricordargli che avevamo già discusso e trovato la quadra (incredula dal doverglielo ricordare), allora si calmava. Capii che la sua natura era quella lì, quella malvagia, quella ostile, poi si addolciva per necessità. Un’altra cosa. Mi capitò più volte di fare la stessa strada, dopo aver passato il pomeriggio insieme a fare sesso, darci baci, abbracciati in auto o in casa. Poi se dovevo andare via mi accompagnava all’auto, mi tratteneva per salutarmi con tanti baci e abbracci e parole dolci. Infine, ognuno saliva sulla sua auto per andare al lavoro. Più volte lo sorpassai in quelle occasioni. Lui già al telefono. Faccia scura. Non si voltava neanche a guardare o a salutare come farebbe chiunque. Un’altra persona. Scuro. Brutto. Non me lo spiegavo. Non era quello che mi aveva salutato amorevolmente due minuti prima. Quindi lo chiamavo. Se era al tel. metteva giù e gli facevo notare la cosa. Il contrasto era agghiacciante. Sì, credo di avere incontrato uno dei peggiori. Il fatto è che io non sono molto accomodante. Né tantomeno remissiva. Siamo arrivati alle botte più volte. Altre volte qualcuno si è fermato per strada per chiedere se andava tutto bene. Ci siamo presi a calci, a sberle a sputi in faccia e molto altro. Io con uno così ho davvero rischiato di non uscirne viva.

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  6. Vero…in alcuni momenti il lato oscuro….il viso duro contratto…..In un momento di intimità ad avvenuta soddisfazione….la sua .. solo e sempre la sua….: “levati! Cazzo levati!” Lo sguardo duro, io basita….stordita da tanta violenza, che strideva con quello che avevamo appena vissuto..io l’ho guardato con paura e tristezza….e lui “scusa, scusa non so cosa mi ha preso”….Con il senno del poi….attimi di visione chiara…poi dissimulazione? Credo di sì….questo è uno di tanti episodi in cui come se per un attimo cadesse la maschera…in momenti di distrazione è come se scivolasse fuori da lui tutto il vuoto rabbioso e disperato che aveva dentro… atteggiamenti paranoici, aggressivi, parole dure offensive…che avevano su di me un effetto spiazzante…..straniante….mi dicevo ma cosa sta dicendo? Ma ha proprio detto questo?…Ma è la stessa persona di ieri?
    Ma io che pure vedevo e sentivo….. avevo forse inconsapevolmente l’illusione che nonostante un suo fondo duro e rabbioso che intravedevo, il nostro stare insieme, il mio volergli bene lo rendeva una persona migliore….che cretina!!!!…ma ora distante da lui sto incominciando a vedere il ” quadro da lontano” e inizio ad avere una visione più dell’ insieme….e penso che forse il lato gentile fosse appunto una maschera, uno sforzo sì ma non per essere una persona migliore, ma per manipolarmi meglio… tutta una messa in scena per legarmi a sé, per far crescere il mio stato di dipendenza, e ottenere quello che desiderava come e quando lo desiderava….per prendere…..senza dare….o forse meglio, in un’ottica meno vittimistica…..per darmi quel poco che gli consentiva di avere tanto…di avere TUTTO quello che voleva come è quando lo voleva…Non so, in questi giorni in cui lui pensa di avermi messo nell’ennesima straziantr punizione del silenzio…..io vedo le cose…..tutte insieme….e sono tante…..e come ho fatto a non vedere? E perché nonostante io le veda le metto ancora parzialmente in dubbio? È molto doloroso…..

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  7. Chi vuole molto tempo. Io ho avuto tante ricadute anche dopo aver scoperto cose che non avrei lasciato passare a nessuno. Lo lasciavo ma poi non resistevo e tornavo anche solo x un week end, anche solo x il sesso, anche solo x passare con lui due giorni sapendo che non era più la storia di prima, che non sarei mai più stata con lui. Ma ho dovuto procedere al distacco come una drogata, con dosi piccole come il metadone x il tossicodipendente. Poi tanto, trascorsi quei due giorni scomparivo di nuovo perché il cervello prendeva il sopravvento sulla emotività intossicata. Ero lucida (non su quello che era stato ma su quello che non volevo) nonostante fossi spezzata in due ma non potevo procedere diversamente. Il mio vuoto senza di lui era devastante. Mi sembrava tutto banale e insignificante. Tutto e tutti. Così mi sono tolta piano piano e maggiore diventava il distacco, maggiori erano le cose che vedevo e che mi facevano rabbia e schifo. Quando ero con lui, anche in quel periodo pareva non ci fossimo mai lasciati. Continuava lo show come nulla fosse. Devo dire che incontrarlo così, da ex, mi chiarì ulteriormente il quadro. Da ex vedi tutto quello che ti faceva, perché stai dall’altra parte e completi il puzzle delle tessere che ti mancavano. E vedi che mentre tu non riesci più a stare con nessuno, lui non solo frequenta altre, ma ci fa da subito il fidanzato perché gli accessi al tel finivano al sabato matt per ricomparire il lunedì. Ci dormiva insieme! Ecco perché quando stava con me il tel non squillava mai o era spento o in silenzioso (a parte il fatto che aveva altre sim). Capito questo, che stava insieme ad altre donne attuando lo stesso love bombing mi fece schifo e dal momento che avevo letto qui sul blog del ruolo delle ex, e vissuto in prima persona il delirio della triangolazione, mi feci di nebbia. Così, come avevo promesso a lui quando stavamo insieme :”quando non saremo più insieme non pensare che io diventi una ossessione per la tua prox compagna come la tua ex ha fatto con me. Tu non mi vedi più”. Ci è voluto del tempo. Ma così è. Io sono dalla parte delle donne. Gli uomini non hanno la minima idea di cosa voglia dire la solidarietà, la complicità e la forza che hanno le donne quando si rispettano e si uniscono. Una forza tribale a favore della vita. Loro non lo poptranno mai sapere. Arrivano, inseminano… e così hanno svolto il ruolo primario per cui sono stati concepiti. Ecco, credo che questi predatori non si siano umanamente e spiritualmente evoluti da questo ruolo primitivo assegnatogli dalla natura. Per questo devono ingannarci, per questo non capiscono cosa vogliono questi esseri tanto complicati che sono le donne. Loro, i predatori non emancipati, semplicemente fanno quello per cui secondo loro sono stati creati. “Siamo bestie”… diceva…Claudileia…. ridammi un po’ di fiducia… Grazie a tutti

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    1. Scusa mai hai scritto una cosa priva di senso “Gli uomini non hanno la minima idea di cosa voglia dire la solidarietà, la complicità e la forza che hanno le donne quando si rispettano e si uniscono. Una forza tribale a favore della vita. Loro non lo poptranno mai sapere. Arrivano, inseminano… e così hanno svolto il ruolo primario per cui sono stati concepiti. Ecco, credo che questi predatori non si siano umanamente e spiritualmente evoluti da questo ruolo primitivo assegnatogli dalla natura. Per questo devono ingannarci, per questo non capiscono cosa vogliono questi esseri tanto complicati che sono le donne. Loro, i predatori non emancipati, semplicemente fanno quello per cui secondo loro sono stati creati.”
      Queste sono cose fuori dalla realtà . Ne sei fuori dici? Sicura?
      A quanto pare hai capito poco. Non è questione di sesso , maschietto o femminuccia . Qui si parla di malattie mentali e dei comportamemnti che ne derivano . Perchè se facessimo statistica , non è che le “femmine” siano tutte pure e prive di difetti , il mobbing e le molestie subite da donne da altre donne(le capette) su luoghi di lavoro è per caso una fantasia?
      Come la mettiamo con le madri narcisite, con la quantità spropositata di donne affette da disturbo Bordeline e in crescente aumento?
      Forse il problema non sta nel sesso dello psicopatico , ma di come e da chi è stato cresciuto.

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      1. Sottoscrivo il tuo pensiero, caro Yuri. Nel mio caso la persona disturbata, la vampira originale, era proprio la mia mamma. I danni che ha fatto a tutte le vite che ha incrociato fanno un elenco fino alla luna!

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    2. Cara Lilith, la tua sfiducia verso gli uomini nasce dal fatto che il tuo ex è riuscito a renderti sterile – affettivamente parlando -facendo ampio uso della generalizzazione. Ne faccio alcuni esempi: “Tutti gli uomini hanno delle fantasie come le mie, è solo che non te lo diranno mai. Io, invece, sono sincero. Voglio proprio vedere come fai a trovare uno come me.”; “I miei amici vanno TUTTI a puttane. Io sono l’unico maniaco dell’igiene. A me fanno schifo!”. Sono due affermazioni opposte ma che producono lo stesso effetto perché ti fanno pensare che GLI UOMINI non valgono niente, quando in realtà la merda sta nel cervello perverso di chi ti ha fatto credere in questa MENZOGNA ABISSALE.

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  8. Il mio non mi cerca più, come se 26 anni li avesse buttati nel cesso, e avesse tirato l’acqua. Ci pensavo con un enorme dolore! Poi riflettendo ho capito che se non mi cerca più è opera mia! Nel senso che ho smesso di fare le cose che mi chiedeva, o mi induceva a fare con i sensi di colpa e le maleparole! Avete presente quel tormento che abbiamo “ma come ho fatto a permettere questo?” Ebbene se non avessimo obbedito come burattini, li/le avremmo persi. Noi lo sapevamo! Perlomeno io non volevo perderlo, credevo nella storiella dell’infanzia difficile, nella vita faticosa, nella povera vittima. Che balle! Era solo malato, l’avessi intuito l’avrei lasciato andare. IO NON HO NESSUNA COLPA! A parte il non credere abbastanza in me stessa. E comunque è successo anche a me, almeno 20 anni fa, l’ho svegliato per dargli un’informazione, al mattino, e il suo sguardo era una maschera orribile, in quel momento ho pensato ” ma gli faccio così schifo?” E invece lui era solo se stesso…….nessuna informazione……Che disastro……anche se devo ammettere che grazie a questa storia, sto diventando una persona migliore….roba da non credere, un giorno dovrò pure ringraziarlo…….

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  9. Penso che quello di Lilith fosse solo uno sfogo dovuto al tanto dolore….non ad un giudizio sugli uomini in generale….ma su quel tipo di uomini che feriscono le donne senza aver nessun tipo di rimorso o conseguenza nella vita, che le azzannano e lentamente le divorano con la tranquillità del serpente che ingoia la preda con calma dopo averla opportunamente immobilizzata e soffocata…ovviamente questo non riguarda il genere uomo o donna ma il fatto di essere un uomo e una donna e non un essere umano disabile nei sentimenti che invece di costruire distrugge….che annienta l’altro che lo ama e facendolo annienta anche sé stesso come essere umano….quanto dolore che siamo in grado di creare come esseri umani….perché?….perché non è possibile amare ed essere riamati? Perché i conflitti..le strategie..le bugie.. I sotterfugi….perché godere nel fare del male? Nel sottomettere l’altro e poi negarsi…fino a farlo morire di fame?….Credo che sia tutto questo dolore che circola nelle esistenze di molti essere umani…. amati poco e male quando erano magari solo dei bambini a creare in alcuni delle strategie di fuga dell’orrore di sentirsi soli, impotenti e vuoti….non è per giustificare che lo dico….il male è male e non ha giustificazioni….ma credo che un certo sguardo che anche se non salva vede anche in loro in fondo un disagio, una malattia, uno scollamento dalla realtà salvi NOI complementari, uomini e donne, vessati, prosciugati, sfiniti, affranti e derubati, da quel sentimento di odio rancoroso che è un altra forma di catena che ci fa rimanere lì, legati al carnefice. Abbiamo bisogno di essere liberi…e l’odio che è il rovescio della medaglia dell’amore…ci lega come ci legava l’amore. Penso che abbiamo bisogno di consapevolezza senza scivolare nell’odio….l’una libera l’altro incatena….non so.eh…magari sbaglio…..pensieri sparsi in un mare burrascoso di chi cerca una strada senza colui il quale ha rappresentato per anni il senso assoluto del mio stare al mondo…..è molto difficile e come dice la cara Lilith ci vuole tempo….piano piano…..un caro abbraccio a tutti….

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  10. È vero. Ho completamente perso la fiducia. “A puttane gli uomini ci vanno tutti!” lo diceva infatti. Ma il problema è che parlando da single con gli uomini che incontro, con amici, con ex ecc ho continuamente conferma di uno schifo, di un sottosuolo marcio, di sesso a pagamento, di una finzione e superficialità di cui non mi capacito e non credo riuscirò più ad abbandonarmi. Soprattutto in questo periodo di chat, siti di incontri, locali per sesso facile, privee, escort ovunque, fb usato per rimorchiare…esistono uomini puliti? È questa l’eredità lasciatami. No Yuri, non ne sono fuori infatti. Mi sono staccata finalmente, sono in nc da qualche mese, nonostante la storia sia finita da almeno due anni, ma non ho detto che ho vinto e che sono guarita. Anzi sono a pezzi. Non mi riconosco più non mi piacciono più le cose che mi piacevano prima, non mi attraggono più le stesse persone (ma questo forse è un bene). Sto cambiando pelle e non so ancora cosa sto diventando. Yuri, non credo più nella nella sincerità degli uomini e sapere che esistono invece persone come te è una cura per mio cuore. E soprattutto non volevo ferire la tua sensibilità. Grazie a tutti.

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  11. Come ho già scritto in questo magnifico blog (grazie Claudileia) questi esseri sono indubbiamente dotati di due capacità sconosciute agli esseri normali. Una è quella di percepire al volo, dal primo istante, di cosa ha bisogno la persona che incontrano (molti psicopatici sono estremamente intelligenti e perspicaci quindi non sto parlando di empatia) sfruttandone a loro unico vantaggio tutte le debolezze (ed è questa la vera porcata). La seconda micidiale capacità è quella di cambiare atteggiamento (maschere) anche nel volgere di pochi istanti senza farvelo capire. E’ sconvolgente. Unico punto debole di queste bestie è essere rifiutate, allontanate e trovarvi completamente indifferenti (vedi post sulla pizza che ho scritto sempre in questo blog). Soluzione: dire BASTA! “Io sono un essere umano ricco di sentimenti, ho un grande cuore, questi esseri no!”. Quindi aff******o. Ma che stiamo lontani. Niente più contaminazioni della nostra stupenda esistenza.
    Ciao a tutte/i.

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  12. L’articolo è indubbiamente illuminante, io però ho un problema leggermente diverso (anche se identico per le modalità). Oltre ad una madre narcisista, ho anche un fratello narcisista-psicopatico, il quale, per questioni familiari legate alle solite cose soldi/eredità (non determinate da me), mi sta tormentando da anni con comportamenti da stalker….lo abbiamo assecondato con delle estenuanti “riunioni familiari” che lui aveva richiesto e che non hanno portato a nulla se non al massacro costante di tutti i membri da parte sua…riunioni da cui io sono uscita emotivamente e psicologicamente devastata fino al ammalarmi….da qualche tempo (oramai è quasi un anno), dopo che io ho opposto il mio fermo rifiuto, lui ha ripreso a perseguitarmi, con telefonate continue, sms, lettere nella posta fino a fare appostamenti sotto casa…ho bloccato i suo numero sul telefono ma da una settimana viene a suonarmi il campanello ogni sera….mi sento davvero devastata. ieri, però che ‘ho trovato sotto casa, dopo essermi fatta una seria analisi sul perché non riesco mai ad essere abbastanza assertiva con lui (almeno non quanto penso che dovrei) sono stata risoluta nel dire”no! non ci saranno più altri incontri né niente!lasciami stare!” ma dopo 3 ore di inutile ed estenuante discussione in mezzo alla strada ero devastata……ho già combattuto la mia battaglia con la madre narcisista (con cui ho interrotto i rapporti grazie al cielo), ho una vita da mandare avanti un lavoro impegnativo e un bambino piccolo….non so se mi bastano le energie……..so che dovrei denunciarlo ma temo di aggravare la situazione…devo confessare anche che mi ha fatto anche pena perché lui (primogenito) è così perché ha subito tutto prima di me….ma dall’altra parte il mio amor proprio mi fa dire che è inaccettabile tollerare simili persecuzioni…aiutatemi un po’ se ne avete voglia.
    Un grande abbraccio solidale a tutti…
    Valeria

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    1. Cara Valeria,
      innanzitutto togliti dalla testa di denunciarlo. Sono troppo furbi. Passeresti per visionaria e dalla parte del torto. Leggo che hai un lavoro impegnativo e un bimbo piccolo. Bene. Pensa SOLO a LUI e a TE! Il resto dimenticalo. Non rispondere al telefono, SMS, whatsapp o altro. Se ti scrive e capisci che è lui NON aprire nemmeno la lettera ma gettala direttamente nella spazzatura. Se ti suona al campanello di casa non aprire. E se per caso devi per forza avere un incontro con lui non aprire bocca, nemmeno se ti chiede qualcosa di importante. Rispondi al massimo così: “Ho già parlato di questo e non ho voglia né tempo per ridiscuterne!”. Se insiste, prendi e vai via. Non provare pena per lui. Troppo comoda la scusa del “Poverino, anche lui ha subito un trauma”. Che vada da uno psicoterapeuta e si faccia curare. Il tuo bimbo ha bisogno di te e di tutte le tue energie. Non puoi sprecarle con tuo fratello. Vuoi ammalarti per davvero? Vuoi che il tuo bambino cresca forte e sano? Allora metti uno STOP! E BASTA!

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    2. Cara Valeria, il punto è che se si tratta di un n.p oppure psicopatico non mollerà l’osso finché non riuscirà a strappare da te ciò che vuole. Hai un supporto legale? Una persona neutrale che potrebbe farvi da tramite? Se la sua richiesta è folle una persona razionale, che anche lui rispetta, potrebbe cercare di farlo capire intellettualmente che così non otterrà nulla. Un abbraccio e Buone Feste.

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  13. è da un po’ di giorni che ormai leggo articoli, ogni giorno provo qualcosa di diverso, sento lo schifo che sale sempre di più… però stavolta commento perché essendo in no contact da pochissimo tempo sono preoccupata; l’ultima volta che ci siamo sentiti, la scorsa settimana, lui insisteva nel chiedermi se lavorassi questo weekend e il 18 (faccio la barmaid in una discoteca).
    so che non lo chiedeva per vedermi, ma per controllarmi, e fin qui ok. mi ha addirittura sconsigliato di lavorare il 18 in quanto è il compleanno della sua ex e probabilmente lei avrebbe festeggiato lì. in quel momento ho collegato il suo “consiglio” ad un azione di premura nei miei confronti, siccome l’anno scorso io e lei avevamo avuto un incontro proprio mentre lavoravo e mi ero sentita estremamente umiliata (lo avevo raccontato in un altro commento, non è ora questo il succo del discorso). poi mi sono resa conto che questo tipo di azione non coincide con la sua personalità, ed ho capito che probabilmente vuole sapere se lavoro così da poter andare nel locale con la sua nuova “fiamma” che lui puntualmente mi dice di non avere ma so che io ha (coazione a ripetere, aveva fatto lo stesso giochetto con me quando stava ancora con la sua ex, ma anche per il fatto che si è allontanato moltissimo da me nell’ultimo periodo, quando prima mi voleva a casa sua ogni giorno)

    non so come comportarmi, ho paura di andare al lavoro, so che potrebbe fare apposta a fare qualcosa solo per farmi del male, ieri mi ha scritto un email (l’unica cosa che non sono riuscita a bloccare) in cui mi accusava di essere entrata nel suo profilo (mai avuto la sua password e mai stata interessata ad averla) e ad aver lasciato dei commenti offensivi mentre lui registrava una diretta live. quando sono andata a vedere il video ho sentito che diceva “Nora smettila, non ti devi permettere, come hai fatto ad entrare nel mio profilo”… ma i commenti non c’erano. sono abbastanza certa quindi che si stia servendo di me non sono per denigrarmi ma anche con l’interesse di farmi passare per la nuova “ex psicopatica che gli sta addosso” con la ragazza con cui si starà frequentando ora.

    questo è l’unico lavoro che ho al momento, sono solo 10 h a settimana e a fatica ho deciso di mettere da parte un po’ di soldi e partire, da una parte penso di riuscire ad essere abbastanza forte da sopportare, dall’altra so che sono emotivamente ancora molto suggestionabile ed influenzabile, ma non voglio rinunciare ai miei progetti per stare ai suoi giochetti malati… ho paura 😦 magari avresti un consiglio da darmi, Claudileia?

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    1. Cara Nora, è EVIDENTE che il soggetto sta programmando qualcosa per ferirti ancora. Questa storia dei commenti offensivi mai fatti è da brivido, ma potrebbe essere solo un modo per cercare di strappare da te una reazione emotiva e quindi iniziare l’ennesima discussione da pazzi su qualcosa che non esiste. Detto questo, capisco che è il tuo unico lavoro MA ci sono beni più preziosi di questo, ad esempio il tuo benessere psicofisico! Da ciò che hai scritto salta agli occhi il tipico gioco mentale dello psicopatico doc per costringere gli altri a pensare a lui seminando un sacco d’ansia e punti interrogativi. Insomma, fino al 18 tu avrai una serie di pensieri intrusivi fissi del tipo: “Cosa combinerà adesso? Verrà da solo o con un’altra? E se proporrà qualcosa a me, resisterò? E se non viene?”. Capisci il gioco mentale che sta facendo con te? Non so cosa deciderai di fare, ma sappi che ogni tua reazione verrà estremizzata da lui. Un abbraccio e molta attenzione.

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      1. sotto consiglio di mia madre, gli ho scritto questo messaggio:
        “due cose importanti:
        1. non permetterti mai più di usare il mio nome, pubblicamente e non, accusandomi di cose con cui non c’entro nulla, qualsiasi siano i tuoi fini (si chiama diffamazione ed è perseguibile penalmente)
        2. evita di crearmi problemi al lavoro, se vuoi venire al living vieni, ma se tu o altre persone oserete crearmi problemi ci saranno delle ripercussioni.”

        lui mi ha risposto dicendomi di sparire e che sono ridicola (ieri mi chiedeva di vederci lunedì – sarebbe stato il nostro “”””””””anniversario”””””””) e mi ha bloccata anche lui (buon segno). so che posso contare sugli addetti alla sicurezza per quanto riguarda le serate da qui al 18, mentre per il 18 penso che seguirò il mio intuito e chiederò di cambiare il turno con qualcun altro… è la prima cosa che ho pensato di fare appena ho ricevuto il piano dei turni, perché quella serata mi puzza già da prima del suo commento!

        ti ringrazio 🙂 ❤

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      2. Cara Nora, fai benissimo a cambiare turno. Il messaggio inviato è chiaro, ma deve essere assolutamente il DEFINITIVO. Niente più commenti a posteriori. Penso che questo soggetto sta cercando prede per triangolare perché si annoia a morte. La paura è un’avvisaglia da non sottovalutare MAI. Basta guardare le scene delle prede nel regno animale quando avvertono la presenza del predatore: raddrizzano tutti i peli e scappano via senza tentennare. Spero davvero che il tuo progetto di andartene vada in porto e tante energie positive per farti trovare un altro lavoro in cui l’ombra di questo soggetto stia lontanissima da te!!! Abbracci!!!

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  14. Brava! Se si esce dai loro schemi, vedendoli per quello che sono, alla fine si possono riconoscere soluzioni alternative al loro modo di manipolare. Molto probabilmente dirà peste e corna comunque di te, ma tu non ci sarai all’incontro che aveva organizzato per farti soffrire. Starai male comunque, ma sottrarsi alle maglie delle loro reti, dà una forza interiore magnifica. Sputa pure, tira calci, fai il diavolo a quattro, ma io troverò, sempre di più, il modo per fare quello che voglio io! Tie’.

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  15. Vi ringrazio di cuore per le parole e per il sostegno… mentre scrivo piango a dirotto, mi sento ridicola come dice lui perché è la trecento milionesima volta che sono in questo stadio, è vero, ogni volta mi sento un po’ più forte, un po’ più distaccata, ma la paura di ricascarci c’è sempre, avendo potuto vedere quanto è facile.

    mi rabbrividisce ricordare come fino a pochi giorni fa’ mi guardava negli occhi dicendomi, sorridendo “Nora, ormai è da un po’ di tempo che non sono più stato disonesto con te, eppure le tue insicurezze sono sempre di più. so di averti fatto del male, e tanto, ho sbagliato, ma il tuo non sentirti abbastanza è sempre più forte. io tengo a te e non ti lascerò andare via”.

    tralasciando il mio cercare di spiegargli che se davvero aveva deciso di essere onesto con me non sarebbe bastato un “ora voglio fare sul serio” per cancellare tutto lo schifo dei mesi precedenti, in tutto questo, nei suoi occhi, il NULLA totale. no rabbia, no compassione, no risentimento, no dolcezza, no affetto… nulla. per la prima volta mi sono resa conto che ciò che pensavo di aver sempre visto nei suoi dolci occhi era semplicemente il riflesso dei miei…

    ed ora sono qui, angosciata, a cercare modi per distrarmi da questo pensiero tartassante, mentre lui vive tranquillo la sua vita…

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  16. dice di non essere pronto, vorrebbe che lo aspettassi, ma io è una vita che aspetto… sempre incontrato persone che, dopo avermi trattata come una dea, sentendosi così fortunati ad avermi incontrata, si sono tirati indietro dicendo di aver capito di non essere pronti… lui ha fatto la stessa cosa, ma intanto mi ha tenuta legata a lui, prima dicendomi che dovevo dimostrargli di tenerci davvero, ora dicendomi semplicemente che sono una “sua proprietà”. si accolla a scuse approfittandosi della mia disponibilità per chiedermi soldi in prestito, sigarette… poi mi saluta con un bacio sulla bocca, dicendomi “ci sentiamo dopo”, e scompare.

    è diventato bravissimo a capire quali punti toccare, addirittura è riuscito a tirar fuori la teoria della crocerossina, che lui dice di apprezzare ma che non si sente alla mia altezza e questo non gli permette di starmi a fianco in maniera serena… insomma, discorsi così maturi, è incredibile quanto sia riuscito ad evolversi. ma io sono troppo, troppo piena di tutto per potergli credere, mi sento davvero una pazza paranoica che è convinta che dietro ad ogni suo gesto, ogni sua parola si nasconda un secondo fine. così è sempre stato, è impossibile che il rapporto con me abbia cambiato questo.

    “non sei in grado di capire, ho provato a spiegartelo più volte… forse un giorno capirai”

    un walzer manipolatorio. ma spero che sia questa l’esperienza che finalmente mi porterà a buttarmi e iniziare a vivere la vita come artefice e non come vittima! un abbraccio a tutte ❤

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  17. Cara Nora intanto un abbraccio da tutti noi grande grande…poi il dolore è dolore fa male, è normale che tu stia male, sei stata ferita, la ferita sanguina….devi avere pazienza.
    poi una cosa che devi ripeterti sempre sempre come un mantra….quello che lui non ti ha dato in termini di affetto, di rispetto, di amore, di cura, di gioia, non ha a che fare con te ma con lui, non ha a che fare con il tuo valore ma con la sua incapacità di amare. Ti meriti una persona che ti faccia stare bene e non solo a parole ma con i fatti e cara Nora mi sembra che in questo caso i fatti parlino chiari….e allora presa la decisione basta….basta…chiuso…via lontano….un passo alla volta te ne vai e non torni più…sto ascoltando ora il brano Mil pasos di Soha meraviglia!!!…sei tu Nora ..un passo alla volta te ne vai e non torni…perché ti meriti di essere felice e con lui non lo sei. Un abbraccio forte, basta piangere Nora, da oggi inizi una nuova vita senza chi ti fa soffrire!!!!!!

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    1. Cara Elisa, la canzone che mi hai consigliato mi ha emozionata molto; tristezza, paura di lasciare andare, speranza… è molto bella, l’ascolterò ancora 🙂
      prima ero un po’ in crisi, in uno stato di confusione, ma a differenza di qualche tempo fa’ ora sono più consapevole, quando mi prende l’angoscia nel vedere che anche lui mi ha bloccata mi rendo conto che è dovuta al mio bisogno di potere, di controllo, e mi dico “okay, questo non ha nulla a che fare con l’amore, vivilo, riconoscilo, lascialo andare.”
      o quando mi focalizzo sul discorso da lui fatto sul fatto delle mie insicurezze mi viene da pensare “cavoli, però ha ragione! non sono più come prima, sto distruggendo tutto!” sento la mia mente che inizia a frullare – spengo l’interruttore, stop – e mi chiedo “ma tutto cosa?”

      è difficile per una persona come me che ha sempre fatto autocritica ed introspezione accettare che non tutto si può prendere con filosofie dualistiche – ad esempio la classica frase “la colpa dei problemi fra coppie è sempre al 50%” oppure “se qualcuno fa qualcosa che ti infastidisce è perché riflette qualcosa di te che non accetti di te stesso” – qui si ha a che fare con pura violenza psicologica, e nonostante tutto l’impegno e l’amore possibili non vi è nulla da fare che allontanarsi da qualcosa che non ci appartiene – o meglio, che in realtà non esiste.
      credo però fermamente nella complementarietà – soprattutto quando ho letto questo articolo poco fa: https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/03/21/lattrazione-verso-soggetti-narcisisti-perversi-fattori-scatenanti-e-coppie-stile-bonnie-and-clyde/
      mi sono rivista così tanto, mi sono spaventata molto… ho sempre pensato ed espresso fieramente “io voglio una persona con cui lottare contro il mondo”, è vero, ho sempre visto il mondo come un posto pericoloso. ho sempre voluto stare con una persona che riconoscesse quanto io fossi speciale, non rendendomi conto di poterlo essere senza il bisogno di ricercare un’approvazione dall’esterno.
      e dopo il terrore iniziale ed essermi sentita un mostro mi sono ripetuta “okay, vivi questa emozione, riconoscila, lasciala andare”. l’evoluzione sta anche in questo – mettere in conto che il tuo punto di vista, i tuoi ideali possono sempre cambiare – e questo non ti rende una persona fragile, anzi… proprio grazie a questi articoli posso rendermi conto di quali sono i pensieri “malsani” e ben radicati dentro me che in realtà non sono veri ideali ma solo impedimenti verso ciò che è la vita. piano piano, un passo alla volta, come dice la canzone, la consapevolezza aumenta, la serenità arriva, basta non dimenticarsi che siamo sempre e comunque noi ad avere la capacità di scegliere cosa vogliamo meritarci.

      era già da anni che mi documentavo sul narcisismo, ma solo pochi giorni fa’ ho scoperto questo blog, che da delle spiegazioni meno “mediche”, e vi sono tante testimonianze che mi fanno sentire più compresa.

      ora, dopo essere stata completamente distrutta, voglio prendere questa possibilità per ricostruirmi, con mooolta calma, riflettendo bene su quali pezzi tenere e quali sostituire.

      grazie, grazie, grazie ❤ un grande abbraccio

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  18. Ciao Nora, ciao a tutti.
    Vorrei chiarire due soli punti secondo me importantissimi.
    1. Questi esseri infami sono dotati in forte percentuale di una notevole intelligenza ed intuizione, superiore alla media. Capiscono immediatamente i vostri bisogni e desideri e costruiscono la maschera adatta.
    2. Di voi non gliene frega una bel niente. Vogliono solo giocare.

    Sono stato ricontattato dopo una paio di mesi dalla mia ex.
    “Ti devo assolutamente parlare” mi dice. Come da abitudine ormai, non rispondo.
    “E’ importante. Ti devo parlare”.
    Allora un po’ stufato rispondo:
    “Prima di tutto, per educazione, si usa di solito il condizionale … “Ti DOVREI parlare per favore”. E aggiungo: “Dimmi per cortesia dove e quando e sii puntuale altrimenti me ne vado”.
    Propone ore 14.00 di domenica scorsa a casa sua.
    “No, non mi va bene. L’orario si ma il posto no. Al bar qui vicino. Ore 14.00 in punto.”
    Arriva puntuale. Inizio del suo solito soliloquio con tanto di espressione pentita.
    Non rispondo a nessuna provocazione. Ascolto.
    Alla fine dico solo: “Ne ho preso atto. Ciao e grazie per il caffè”.
    Se poteva lanciarmi un missile aria-terra lo avrebbe fatto.
    Le parole che escono dalla loro bocca non contano un bel niente. Menzogne, bugie, raggiri, inganni sono solo questo Nora.

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    1. Concordo con ciò che dici, infatti la persona con cui ho avuto a che fare io ha (aveva?) un 170 di QI, mai sfruttato adeguatamente probabilmente anche dovuto al fatto di essere stato imbottito di ritalin fin da quando era piccolo (iperattivo).

      Rispetto alla mia storia precedente però, lo trovo molto più subdolo, sottile, calcolatore. Nonostante siano entrambi manipolatori, il ragazzo di prima era molto più teatrale (insulti molto fantasiosi, minacce aperte, demolitore di tutti i miei oggetti di valore), un po’ più clown insomma. Forse si parla di overt vs. covert? – non mi sono ancora documentata a dovere – lui invece non esce mai di casa, non lavora, rifugge qualsiasi tipo di luce naturale ed è estremamente dipendente dai contatti virtuali, vive di notte e dorme di giorno.
      Mi sembra molto più studioso (d’altronde è stato lui in primis a vantarsi con me di come per lui le persone siano semplici pedine da manovrare), me lo immagino mentre si dice “allora, con Nora dirle che l’amo, che voglio stare con lei, che è l’unica per me non funziona perché ormai non mi crede, quindi provo a spingere sul fatto dell’attesa di un futuro migliore, avendomi raccontato il suo passato so che è un tasto che le duole molto!”

      Come ti sei sentito dopo essertene andato, Kolisch?

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  19. Come mi sono sentito? Distrutto!
    Perché ingannato, tradito, preso per i fondelli, usato.
    Purtroppo o per fortuna, come ho già scritto in questo forum, avendo avuto una vita difficile, ne sono uscito in fretta. La vita è una sola. Gettarla nel perdere tempo con questi esseri è un peccato.
    Non ti dò consigli perché ognuno è fatto in modo diverso. Ti dico solo di lasciar perdere. Sono dei pazzi malati seriamente. Passano tutto le giornate ricolmi di rabbia e rancore. E a qualcuno devono farla pur pagare. Noi gente sana siamo linfa vitale per loro. Non ne possono fare a meno. Non cambieranno mai. E non possiamo in alcun modo aiutarli. Non hanno sentimenti. Sacchi vuoti. Involucri di quello che dovrebbe essere una persona sana di mente. Imitano i gesti altrui e se vedono che funzionano li usano senza saperne nemmeno il motivo. Mai niente di spontaneo.

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  20. Ciao,

    quando ho iniziato a non fidarmi più e smisi di dire ti amo (motivando il perché) inizi l’attacco continuo del “è evidente non mi ami abbastanza altrimenti saresti diverso”. Credendo che la tranquillità e vivere la coppia più alla giornata senza pressioni (lei voleva assolutamente che dopo pochi mesi fosse ufficializzato il fidanzamento) avrebbe risolto le cose le chiesi tempo e serenità, lei accettava per qualche giorno poi torna alla carica “ti senti più sicuro ora?” “non mi ami” etc…avrò ribadito il concetto decine di volte fino ad esaurimento. Ricordo i discorsi come vite senza fine.
    Non ho mai alzato la voce in vita mia tranne che non lei.

    Altre frasi di quel periodo:
    – dimmi che per te ci sono solo io
    – chiamami amore
    – io rivoglio il ragazzo che mi faceva sentire unica
    – se hai paura rimanga incinta vuol dire che non mi vuoi
    – se dovessi rimanere incinta non lo verresti a sapere
    – tu comandi a letto io fuori dal letto

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  21. Ciao Claulelia e a tutti
    Ho letto ora questo articolo come tutti gli altri in cui si parla dell’abbandono del narcisista
    Ho un dubbio ho bisogno di un’opinione per sapere anche cosa aspettarmi perché quello che sta succedendo non mi è accaduto in 4 anni
    Ebbene il 24 marzo mattina ero andata a trovarlo e mi aspettavo un bacio di saluto nell’unico momento in cui eravamo soli e non c’è stato. Lui vedendo la mia faccia ha capito ed e’ esploso in un gesto brutto al che me ne sono andata…silent treathment! Torna il giorno dopo e si mezzo scusa…il giovedì 29 si offende per un mio messaggio che nulla conteneva di così grave e minaccia di chiudere la storia al che gli dico che se è qllo che vuole nessun problema visto che le sue minacce sono assurde e non le sopporto più. Il giorno dopo si sveglia con un saluto algido e non si fa sentire per ore. Vado a trovarlo e lo vedo nell’ombra nera più assoluta al che ci diamo appuntamento per la sera…qui succede tutto perché me ne vado a casa mia e lui si presenta in ritardissimo senza nemmeno avvisami (cosa mai successa). Io ci sono rimasta male perché dopo qlla assoluta freddezza mi sono sentita usata per i suoi porci comodi al che glielo faccio notare dicendogli che io nn avevo nemmeno da mangiare e lui mi risponde che era venuto per dormire non per mangiare…io sempre più umiliata gli faccio notare che non mi sta bene qsto modo di fare e che si dovrebbe vergognare nei miei riguardi per qlla assoluta freddezza distanza e mancanza totale nei miei riguardi di questa settimana allucinante! Beh prende e se ne va offeso poi discussione via messaggio e nuovamente punizione del silenzio. Tutto sabato Pasqua e Pasquetta In punizione!…è tornato la settimana dopo col solito freddissimo buongiorno e con richieste lavorative (sempre cose gratuite per lui!)
    Io distaccata, avevo detto alla psicologa che non ce la facevo più. Da lì si fa sentire pochissimo fino al venerdì in cui lo vedo dare il buongiorno alla sua ex e basta…lo chiamo e gli dico che si deve vergognare per questi 4 anni di maltrattamenti e che nn sono più a sua disposizione. Sono passata a portargli le Chiavi del suo ufficio e gli ho augurato buona Pasqua lasciandogli il regalo del suo uovo (che nn ha aperto e che ovviamente a me manco ha regalato) e che non avevo altra scelta che andarmene…ho concluso dicendogli di salutarmi le sue amichette
    Lui non ha detto una parola ne’ al telefono quando gli ho dato la possibilità di replicare al suo comportamento ne’ quando sono passata da lui
    Non si è più fatto sentire e poi ho deciso di bloccarlo e fine definitiva della storia

    In ttti gli articoli che leggo si parla sempre di chiarimenti fatti ad arte di ritorni ma lui sta nel suo
    La domanda è questa: posso finalmente pensare e sperare che si sia offeso a morte e non torni mai più? Posso sperare che con ql comportamento reiterato di silenzi e freddezza aveva finalmente deciso di chiudere? Posso sperare che ql buongiorno alla ex sia l’inizio del suo nuovo trastullamento e che quindi sono uscita dai giochi e avrò pace?
    Sto affrontando con immenso dolore sto percorso difficile e non voglio più ritorni
    Anche la mia psicologa dice che spera tanto che finalmente mi lasci in pace così ho speranza di farcela finalmente xch giustamente sono dei malati di mente
    Grazie per i vostri consigli

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    1. Cara Eris, puoi sperare solo di essere forte abbastanza da non interagire più con il soggetto disturbato. Su di loro non c’è da sperare alcunché, solo una cosa: che ritornino per darti il colpo di grazia. PS: fatti controllare perché se lui ha veramente avuto la febbre per tanto tempo e veramente potrebbe avere di tutto e di più. Cerca di volerti bene perché pensare alle future mosse del soggetto e non pensare mai alla tua salute ti rende ancora più fragile.

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  22. Aggiungo anche un dettaglio
    Lui sono 2 anni e mezzo che mi dice di avere un tumore
    Ultimamente vedevo sempre febbri e mi sembrava un po’ peggiorato di salute
    Io mi sono sentita molto in colpa per essermene andata proprio ora anche se non so cosa abbia di preciso (mai vista una carta)
    Il problema è che non ce la facevo più a farmi trattare così
    Ho paura che mi abbia mandata via di proposito per stare solo o che non mi abbia più cercata per via del fatto che l’ho abbandonato quando stava male più del solito anche se so che niente di tutto ciò giustifica i suoi maltrattamenti di anni…ho subito tutti i tipi tranne la violenza fisica il resto c’è stato tutto
    Grazie

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  23. Ciao Eris,
    Premetto che ti rispondo senza alcun titolo se non la mia esperienza, quindi prendi le mie parole per quello che sono.
    Quello che racconti mi colpisce perché (ovviamente) ci rivedo “lui”.
    Iniziare a non curarsi di me, parlare coi silenzi, avere ritmi strani rispetto ai soliti… tutti segni dell’inizio dello scarto, che ogni singola volta andava avanti con me inizialmente paziente, poi mano a mano sempre più nervosa e bisognosa di spiegazioni che non dava, fino a culminare con scenate tipo quella dell’uovo che gli hai fatto tu. E non avevo mai davanti un lui “emozionato”.. in senso negativo o positivo. Era semplicemente impassibile. E non c’è niente di più frustrante. A quel punto io non mi facevo più sentire e lui nemmeno. E la cosa durava un paio di mesi di media.. poi ritornava.. comparsate sui social, messaggi e le ultime volte telefonate. Tutto a basso impegno per vedere se c’era ancora “trippa per gatti”.. e a quel punto si rimetteva giù nella conquista perché io ero – soprattutto le ultime volte – difficilmente gestibile e condizionabile. Invece le prime volte, in cui non avevo capito, tornava, io mi scioglievo, durava un mese e puff di nuovo.
    La mia esperienza mi dice che indipendentemente da come si fanno lasciare (perché loro non lasciano!) Tornano sempre… a meno che non capiscano che non ci sia più niente da spremere.
    Fatti forza, Eris. É molto difficile in situazioni come queste in cui non ti danno qualcosa di “forte” a cui aggrapparsi per cancellarlo… ma basta mettere i soprusi l’uno sull’altro. Cerca di fare di quello che è successo la fine della storia: pensa alla tua dignità, al tuo star bene… appoggiati a chiunque ma non a lui.
    Spero di esserti stata utile. Un abbraccio.

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  24. Dimenticavo… la malattia il mio la usava al bisogno. Ha fatto star male di cuore, tumori, rogne tutti i parenti, cani, gatti e pappagalli. Erano tutti molto sofferenti al momento dello scarto… e per magia non se ne sentiva più parlare quando tornava. Vedi i miracoli, a volte!

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  25. Che ridere mi hai fatto 😂
    Speravo in una risposta del tipo che a volte spariscono per l’allontanamento che non tollerano. Anche perché lui puci puci ci ha provato col solito buongiorno e altre scuse e per la prima volta l’ho piantato solo negandogli i miei servigi il giorno prima dei suoi eventi lavorativi
    Continuerò a fare la carcerata in casa mia
    Allucinante per tornare a casa nelle ore critiche in cui potrei incontrarlo faccio 7 km al posto di 1….devo sempre parcheggiare in box anche per 10 minuti
    Non rispondo al citofono se squilla ma soprattutto mi aspetto ritorsioni o lettere di cattiveria che francamente spero non arrivino perché ho già avuto abbastanza! Grazie per la tua risposta
    Questo blog è stupendo

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  26. Eris buongiorno, di malattie , tumori e bugie ne ho la nausea, un uomo adulto che dice ancora bugie credimi è da voltastomaco. Non credere a nulla, spariscono perc ora gli dai solo fastidio , poi se gli servi torna. Di te non si preoccupa ne se stai male, ne se ti fa del male.

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  27. Ho appena, per puro caso, visto questo video. Ignoranza mia, non so chi sia il tipo né cosa faccia… ma sentire queste parole mi ha mosso dentro, mi ha fatto esplodere un pianto a pieni polmoni misto a una fragorosa risata. E’ vero, ce la sto facendo, ce la stiamo facendo.

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  28. È una lotta di potere, esattamente. E loro non cambiano, lo fanno credere, indossando diverse maschere, assumendo diversi atteggiamenti, tornando più volte, dicendo che hanno capito ma non cambiano. Grazie Claudileia, ho riletto la mia esperienza in questo e tanti altri post presenti sul tuo blog.

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