Contatto zero: un esercizio per deprogrammare i pensieri tossici e ripristinare l’autostima

PREMESSA

Cosa significa vivere una relazione tossica?

Questo tipo di relazione è caratterizzata da comportamenti da parte del partner tossico che sono emotivamente distruttivi dal punto di vista psichico e/o fisico alla persona che crede di amarlo. Mentre una relazione sana contribuisce alla nostra autostima ed energia emotiva, una relazione tossica danneggia l’autostima e prosciuga l’energia. Una relazione sana implica cura reciproca, rispetto e compassione, un interesse per il benessere e la crescita del nostro partner, una capacità di condividere il controllo e il processo decisionale, in breve, un desiderio condiviso per la felicità della controparte. Una relazione sana è una relazione in grado di far emergere le nostre migliori qualità, un luogo in cui ci sentiamo a nostro agio e al sicuro di esprimere le nostre debolezze senza paura che vengano sfruttate o ridicolizzate.

Una relazione tossica è il rovescio di tutto ciò: avete l’impressione costante di essere in un luogo non sicuro che vi fa letteralmente AMMALARE.

Tale impressione, che corrisponde alla verità del vostro sentire più profondo, viene dettata dai comportamenti irrispettosi e incompatibili con la vita di coppia di un partner tossico che ha su di voi l’effetto di un reattore esploso: in sua presenza provate insicurezza, angoscia, ansia, soffrite per il suo egocentrismo, la sua ambivalenza, il suo bisogno di dominio e di controllo esclusivo della relazione.

Sentite di rischiare la vostra salute mentale e/o fisica se restate.

Allo stesso tempo credete che l’allontanamento di punto in bianco dal vostro “reattore” potrebbe significare un salto nel vuoto quando, in realtà, si tratta di abituarsi all’idea che il vostro cervello merita di essere ossigenato con l’aria più pulita del Pianeta e che il vostro corpo andrebbe guardato come un’area “bonificata” in assenza di qualsiasi elemento metta a repentaglio il vostro benessere psicofisico.

Dire che una relazione tossica è disfunzionale è, nel migliore dei casi, un eufemismo.

Una relazione tossica può, naturalmente, verificarsi non solo tra due individui in una relazione affettiva ‘amorosa’, ma anche tra amici o genitori e i loro figli adulti. Il controllo in queste relazioni, così come nelle relazioni affettive ‘amorose’, viene esercitato inducendo il senso di colpa nella persona che si sente indebolita da una serie di comportamenti irrispettosi: ogni volta che la persona bersagliata dai comportamenti tossici fa qualcosa che “non piace” alla persona tossica, ella fatalmente si sentirà male.

Non di rado il “reattore” indurrà qualcun altro a trasmettere il suo senso di “delusione” o “dolore” a voi. Ad esempio, vostro fratello vi chiama per dirvi quanto è stata dispiaciuta vostra madre perché non siete andati a cena da lei quando avevate deciso di festeggiare il vostro anniversario di matrimonio unicamente con i figli.

Un “reattore” non solo vi controlla inducendo sensi di colpa, ma anche temporaneamente “rimuovendo” il senso di colpa che vi ha appioppato quando finite per fare l’azione che lui o lei vuole che realizzate. Per gli individui condannati a provare forti sensi di colpa sin dall’infanzia, qualsiasi cosa o qualcuno che rimuova la colpa diventa un essere desiderabile e potenzialmente da adorare (a prescindere se la negatività proviene proprio da lui/lei), di modo che il veicolo induttore della colpa ha a disposizione un mezzo di controllo estremamente potente che dovete assolutamente sconfiggere.

L’esercizio che ho sviluppato sotto vi offrirà uno stimolo visivo quotidiano per andare avanti senza più mettere in dubbio la vostra personale luce.

ESERCIZIO DI DEPROGRAMMAZIONE DEI PENSIERI TOSSICI E RIPRISTINO DELL’AUTOSTIMA

PASSO 1. La creazione del vostro “personale reattore”

Dentro una scatola di colore cupo (nera, grigia, marrone), adagiate un foglio in cui scriverete tutti gli episodi rimasti impressi nella vostra memoria in cui la persona tossica:

  • Vi ha sminuito nel privato o in pubblico davanti a sconosciuti, amici e/o familiari;
  • Non ha mantenuto le sue promesse o ha dipinto in modo subdolo un futuro falso per mantenervi sotto controllo;
  • Si è presa gioco di voi: qualsiasi cosa dicevate, dalle idee alle credenze o desideri era sciocca, ingenua o stupida;
  • Vi ha fatto credere che non avevate alcun valore o talento e che le vostre conquiste erano niente se paragonate alle sue;
  • Non ha considerato un vostro parere facendo prevalere esclusivamente la sua decisione, rivelatasi poi fallimentare;
  • Vi ha sfruttato economicamente per soddisfare un suo capriccio (senza mai avervi ringraziato);
  • Vi ha fatto credere di essere fortunati per averla come partner;
  • Vi ha convinti che nessun altro uomo o donna vorrebbe accanto una persona come voi;
  • Vi ha distrutto psicologicamente, ma varcata la soglia di casa ha cambiato totalmente personalità con gli altri imponendovi di sorridere per salvare le apparenze;
  • Ha triangolato via telefono o personalmente per infondervi gelosia;
  • È scomparsa e poi riapparsa come se niente fosse, accusandovi di essere “pesanti” alla vostra richiesta di spiegazione;
  • Vi ha costretto a rispettare i suoi programmi ricattandovi emotivamente: cercate di ricordare se vi costringeva a stravolgere la vostra giornata, a fare assenze a lavoro, a smettere di studiare, a trascurare i vostri figli, ecc. per inseguirla. Il tutto sotto il ricatto velato o dichiarato di trovare al volo persone molto più “disponibili” di voi;
  • Ha verbalizzato o espresso attraverso dei gesti o espressioni del viso, il quanto disprezzava il lavoro che facevate, i vostri talenti e sentimenti;
  • Ha infierito sul vostro fisico con battute sgradevoli, triangolazione o rifiuti netti (accusandovi posteriormente di aver interpretato male le sue parole o gesti, o di aver semplicemente “scherzato”);
  • Ha rinnegato clamorosamente responsabilità evidenti dando la colpa a voi o agli altri – figli inclusi;
  • Ha maltrattato, aggredito o sminuito i vostri figli;
  • Ha maltrattato, aggredito o sminuito i vostri o i suoi cari;
  • Ha mentito spudoratamente per ottenere un vantaggio – e poi si è vantato con gli altri;
  • Vi ha fatto provare vergogna per la vostra storia personale;
  • Vi ha appioppato epiteti negativi, per esempio “folle”, “visionario”, “matto”;
  • Vi ha fisicamente aggredito;
  • Ha proiettato su di voi le sue azioni;
  • OGNI ALTRA AZIONE O COMPORTAMENTO VI ABBIA RECATO UN DISAGIO EMOTIVO.

PASSO N. 2. Mettete la vostra “SCATOLA NERA” in un angolo di casa in cui RARAMENTE andate:

Trovate un luogo che rappresenterà la vostra area contaminata. Se non avete un angolino di casa che non vi piace, createlo apposta. Va bene anche un posto all’esterno come un garage, una cantina o una soffitta. L’importante è che renda l’idea di un luogo desolato, abbandonato e tossico, appunto. Un luogo dal quale tutti scappano per sopravvivere e vivere molto meglio.

La scatola del reattore dovrà essere avvicinata da voi unicamente quando la vostra memoria vi tradirà portandovi a ricordare “i bei momenti” che SOLTANTO VOI avete passato con la persona tossica. Ricordatevi: per le persone tossiche i bei momenti appartengono a un COPIONE CINEMATOGRAFICO collaudato per mascherare la loro vera personalità, atto a rendervi mentalmente schiavi impiantandovi falsi ricordi della loro presunta autenticità sentimentale o passione. Le persone tossiche hanno BISOGNO di credersi le protagoniste di un film di successo. I vostri bisogni, tuttavia, non combaciano più con una tale finzione.

PASSO N. 3. A questo punto siete pronti per creare la vostra SCATOLA ROSSA

La scatola rossa sarà l’elemento che rappresenterà tutto ciò che porta gioia nel vostro cuore. Mettete sulla carta e poi nel contenitore che avete scelto, magari comprato apposta:

– Il nome delle persone disponibili e gentili che conoscete;

– Le cose che vi ispirano: una storia di resilienza, un obiettivo da raggiungere, un sogno nel cassetto…;

– I vostri pregi e qualità;

– Una foto in cui sorridete;

– Le vostre conquiste (il superamento di un esame, il conseguimento di una laurea, aver vinto un concorso, aver preso la patente, le conquiste dei vostri figli, le personali decisioni che hanno contribuito al miglioramento della vostra qualità di vita, la nascita di un nipote che vi adora, ecc.);

– I vostri doni (so cantare, sono un pollice verde, so ballare, ci so fare con i bambini, amo gli animali, so ascoltare/consigliare, scrivo, dipingo, so cucinare bene, sono un/a bravo/a professionista, so decorare un ambiente, amo l’artigianato e so fare X, so restaurare un vecchio mobile, …);

– Episodi in cui siete stati caparbi e persistenti: il risultato che aspettavate è arrivato;

– Episodi in cui le persone hanno dichiarato di trovarsi bene in vostra compagnia;

– Le volte in cui senza che niente di particolare fosse accaduto, vi sentivate comunque in pace con voi stessi. Ad es. un particolare giorno in cui siete andati a fare una passeggiata e avete avvertito una sensazione di benessere indimenticabile da volerla “congelare” per sempre con voi – (tali momenti non devono avere niente a che fare con la persona tossica);

–  tutte le volte che in passato avete avvertito una sensazione di libertà e di indipendenza: Vi ricordate la prima volta che siete andati da soli a scuola? Quando avete smesso di essere insicuri alla guida? Quando siete usciti per la prima volta con il vostro motorino? Quando avete guadagnato il primo stipendio? Quando siete andati via di casa? Quando avete scelto di vivere in un altro posto? Cercate di elencare tutti i momenti cruciali della vostra vita in cui vi siete sentiti LIBERI.

PASSO N. 4. Mettete la vostra scatola rossa in un luogo ben visibile, nell’angolo più accogliente e luminoso di casa vostra, preferibilmente vicino a un bel fiore dal quale vi prenderete cura.

Apritela sempre che avvertirete il bisogno di farlo.

Man mano che vi capitano cose belle nella vita quotidiana mettete l’avvenimento sulla carta e depositate amorevolmente dentro la vostra scatola.

Il fiore che crescerà accanto alla scatola rappresenterà la vostra forza. Sceglietelo bene e osservatelo sempre che potete.

Da qualche parte sapete che c’è un reattore che potrebbe esplodere e causare una nuova ondata di contaminazione che potrebbe farvi ammalare.

È il caso di avvicinarsi? Avete proprio bisogno di lui?

Potete salvare le persone che inconsapevolmente vivono accanto a questo reattore?

È possibile avvicinarsi senza contaminarsi e senza dover ricominciare da capo il lavoro di bonifica della vostra anima e corpo?

La risposta a queste domande dovrà essere sempre un perentorio NO: tutto ciò di cui avete bisogno è nel luogo più luminoso di casa vostra, sotto l’ombra del bel fiore che imparerete a prendervi cura e ammirare.

Sarete voi (E SOLTANTO VOI) a decidere quando la sola presenza di una scatola che raffiguri il vostro reattore personale non servirà più. 

Con affetto, 

Claudileia

Trad. testo “O que foi feito deverá” (Milton Nascimento/ Elis Regina): 

Ciò che è stato fatto dovrà

Che cosa è stato fatto, amico/ Di tutto ciò che abbiamo sognato? Cos’è stata fatta della vita?/ Cos’è stato fatto dell’amore?/ Avrei voluto ritrovare/ Quel verso, bambino/ Che ho scritto tanti anni fa/ Parlo così senza nostalgia/ Parlo così perché so/ Se molto vale ciò che è stato fatto/ Vale di più ciò che avverrà/ (Vale di più ciò che avverrà)/ E ciò che è stato fatto è necessario conoscere/ Per meglio proseguire/ Parlo così senza tristezza/ Parlo perché credo/ Che è ricordando ciò che siamo stati/ Che cresceremo/ (Che cresceremo)/ Altri ottobre arriveranno/ Altre mattinate/ Piene di sole e di luce/ Lanciate tutti gli allerta/ Che l’uomo che ero è tornato/ Che la tribù si riunisca/ Per sotto il sole dividere il cibo/ (Della nostra Vera Cruz)/ Quando il riposo era lotta per il pane/ E avventure infinite/ Quando la stanchezza era un fiume/ Ma ogni fiume era navigabile/ E la testa girovagava d’amor/ E persino la fede/ Non era cieca né niente/ Ma solo nuvola in cielo e radici/ Oggi questa vita soltanto entra/ Nel palmo della mia passione/ Spero non finiscano mai/ Le api che producono il loro miele/ Non andate a dormire come delle pietre/ Dimenticandovi ciò che è stato fatto di noi.

109 pensieri su “Contatto zero: un esercizio per deprogrammare i pensieri tossici e ripristinare l’autostima

  1. Claudileia, Ti ringrazio più di sempre, perchè questi passaggi voglio davvero provare a farli e solo leggerli mi sprona a rompere le “catene mentali” che mi trascino.
    Mi ritrovo in molti punti, seppur in altri li ho vissuti in modo più subdolo non così chiaro come descritto, non so se sia stata l’unica, ma io non venivo sminuita, o meglio non chiaramente. Mi venivano fatti un sacco di complimenti… ma effettivamente dirmi nel mezzo, e ricordarmi spesso… che voleva andare con altre è di fondo uno “sminuirti” ma sei così “piena” di complimenti che non lo avverti come quello.. e probabilmente fa parte degli sbagli che ti fanno continuare su quella strada.
    Così come non mi ha mai detto che sono fortunata ad averlo avuto come partner però nelle discussioni mi diceva che mi ero giocata un’altra occasione per poterlo riavvicinare, per cui penso sia la stessa cosa…
    Non so spiegarlo ma se non diretto, i concetti negativi assumevano un sapore quasi insapore, indifferente. Eri più centrata sulle cose buone che potevi avere o che ricordavi di lui…
    Assurdo ? sì ma certe cose le vedo solo ora. E non basta per esserne comunque fuori

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    1. Cara Morgana, anche se non basta per essere comunque fuori, hai compreso dall’ultimo incontro che ogni volta verrai sminuita, svalutata e sottoposta all’ennesima umiliazione. Restare lì ad ascoltare che ti sei giocata un’altra occasione per poterlo riavvicinare è assolutamente deleterio. Questo perché una persona che fa questa affermazione ha ben fissa nella propria testa la convinzione di valere molto più di te. E giacché ci siamo, visto che “lui vale” e che dovresti rincorrerlo, dovrai sottostare alla sua personale legge in cambio del nulla. In più dire “Oh, quanto sei bella e meravigliosa e stupenda ma… mi servono altre!” appartiene alla catena di paradossi quotidiani che un n.p. ti vomita addosso. Incluso dire: “Ti amo tantissimo!” e poi trattarti con indifferenza totale nel momento successivo, non ascoltarti, non valorizzarti e provare a sminuire ogni tuo traguardo per paura che anche tu (non si mai!) ti metta a pensare di valere tanto. Ecco perché nel cuore di una persona consapevole del suo valore il peso delle sentenze dettate da un narcisista patologico dovrà equivalere allo ZERO. Abbracci a te, cara!

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      1. Spero di arrivare anch’io a dare valore zero alla sua parola, ai suoi sguardi… e vorrei alla sua stessa presenza.
        Un abbraccio e grazie ancora

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      2. Cara Morgana, intanto la terapia atta al recupero di ogni sorta di dipendenza prevede azioni concrete. Gli stimoli visivi, uditivi e tattili, così come le azioni positive che fai per te stessa contano enormemente nel processo di guarigione. E’ evidente che la decisione di iniziare o mantenere il contatto zero è il primo passo da dare per far sì che tutto funzioni. In parole povere, se il tuo orticello o il tuo giardino viene coltivato in un posto contaminato non mangerai mai roba buona e ti ammalerai annusando i tuoi fiori. Puoi avere tutta la buona volontà che vuoi, credere all’apparenza stupenda di una rosa stranamente senza spine o al sapore squisito di legumi fin troppo lucenti ma… prima o poi il tuo corpo mostrerà i segni di un’effettiva intossicazione. Il primo segno è la perdita della luce nei tuoi occhi. Non ne vale la pena!

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      3. Cara Claudileila le parole che hai scritto a Morgana calzano benissimo anche a me, anche a me è stato detto che mi ero bruciata l’ultima possibilità che gentilmente mi aveva concesso (non mi risulta avergli chiesto nessun’altra possibilità, ma evidentemente si sentiva talmente potente da dirmi una cosa del genere).
        Gli episodi da immagazzinare nella scatola nera ci sono tutti tranne quelli relativi ai figli e all’aggressività fisica.
        Quelli da inserire nella scatola rossa ci sono e sono sicura che ci sono anche per tutte le persone empatiche che scrivono qui sul blog.
        Io ti ringrazio per i consigli preziosi che ci dai e per la possibilità di confrontarci.

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      4. Cara Oliver, è necessario prendersi cura sempre di più di se stessi, imparando a dare più valore ai sentimenti positivi man mano che il contatto zero avanza. Il principio deve essere il detox. Il contatto zero non va visto come una forzatura, altrimenti diventa una sofferenza. Ecco perché la scatola che veramente conta va messa in un posticino speciale e la brutta preferibilmente fuori dai piedi.

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      5. Col contatto zero ne ho guadagnato sicuramente in tranquillità, non è affatto una forzatura, niente più timore che non risponde ai miei messaggi e alle mie telefonate, niente più triangolazioni con altre con un fisico migliore del mio, niente più attese interminabili prima di vederlo, niente più umiliazioni e denigrazioni.
        Purtroppo ci penso ancora, soprattutto la notte lo sogno, ma penso sia normale, fa parte del processo di disintossicazione.

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      6. Ciao cara,
        Dopo 36 anni di vita insieme ad un narcisista perverso covert e, a due anni dallo scarto ,sono risorta anche grazie all’aiuto del tuo blog perché, se non capisci le dinamiche è difficile uscirne.
        Ho scritto un breve racconto ispirato ad un episodio della mia vita .
        Il racconto tratta temi relativi alla promiscuità sessuale, alla manipolazione e alla misoginia .
        Se pensi che possa essere di supporto a qualcuna delle persone cadute nella trappola te lo manderei per una tua valutazione .
        Non credo serva specificare che considererei un onore la pubblicazione da parte tua e che quindi ti invierei questo modesto racconto a titolo completamente gratuito
        Ciao Simonetta

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  2. Dopo quello che aveva combinato (l’essere venuto nella mia città farmelo sapere e non chiamarmi considerato un anno e mezzo in cui non ci si vedeva) gli avevo vomitato addosso tutto il rancore chiamandolo bugiardo. Per un mese e mezzo con foto whatsapp ha cercato di far leva sul mio senso di colpa. A Natale i famigerati auguri a cui io ho risposto in maniera leggera ma forse non ha gradito la risposta infatti ha chiuso la conversazione mah

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    1. Cara Aria, erano passati circa un anno e mezzo che non vi vedevate, eppure il contatto zero non era mai stato impiantato. Lui ha continuato a inquinarti la mente attraverso il flusso di negatività proveniente dall’uso strumentale del telefonino. Per un n.p. il suo telefono è la sua vita. Lo usa come uno strumento di controllo pazzesco. Lo stesso, purtroppo, accade anche con le sue prede: attraverso gli stati e le foto su what’sapp e il controllo degli orari sanno quando escono dal lavoro, quando sono con la nuova fiamma, si preoccupano quando non aggiornano le informazioni, ecc. Direi che il rifiuto di sottrarsi totalmente a questo gioco che avvelena l’anima può partire unicamente da te perché lui non cambierà mai numero. Se un n.p. sa di avere un gran numero di schiave psichiche che combattono per non chiamarlo e che pensano tuttora a lui perché dovrebbe farlo? Potrebbero chiamarlo a qualunque momento, no? E’ vantaggioso per lui sapere che sei ancora nel giro dopo un anno e mezzo in cui ti ha trattato con assoluta sufficienza. Il contatto zero è l’unica alternativa di detox. Finché non sarà impiantato lui sarà assolutamente convinto che la tua vita è bloccata in attesa di una sua apparizione sporadica. Non c’è altra via. Abbracci a te.

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      1. Dal 31 dicembre ho deciso di dire basta. Non vedo più nulla di lui (e devo dire che non sapendo più nulla si comincia a stare sicuramente un po’ meglio) e di conseguenza lui non vede più nulla di me.
        Grazie per le parole di incoraggiamento!

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  3. Come se gli fosse interessata la sola risposta manco il contenuto. Comunque il giorno 31 gli ho scritto io lui da subito è stato contento che lo avessi cercato si è lasciato andare pure ad un ‘tesoro’ (mai fatto prima) ed io a quel punto gli ho comunicato la mia intenzione di chiudere. Al che lui ha cominciato a dirmi che: testualmente ‘aveva il cuore in fitto ad un altra persona, la sua era una relazione di alti e bassi, la sua vita sentimentale era un casino”…(mah). Mi ha proposto di vederci per parlarne de visu (io ho rifiutato), al che lui mi ha invitato a richiamarlo in un momento d ella mia vita più spensierato. Io gli ho comunicato che pur
    Volendogli bene avrei cancellato il suo numero. Mi ha risposto: sei libera! A presto e mandandomi un bacio! Contatto zero: senso di angoscia che vive in me ormai da 3 settimane! Penso e ripenso alle parole dettemi: a questa fantomatica donna di cui mi ha parlato e di cui prima non mi aveva parlato avrei evitato così di espormi e di subire tante delusioni e umiliazioni! Mi sono aggrappata a questo contatto zero perché il dolore che vivo mi sembra senza fine! Scusate se il racconto è scritto un po’ in maniera confusa ma è Lo stato di sofferenza in cui verso

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    1. Cara Aria, intanto credo che l’hai chiamato fantasticando una sua reazione affranta al tuo bisogno di una chiusura netta. Credimi: ogni sua parola è immondizia tossica. In realtà la chiusura non verrà mai fatta nel modo più assoluto, perché significa una preda in meno a sua disposizione. Il delirio di onnipotenza narcisistico impone che ogni donna che ha minimamente sfiorato sia per sempre sua e vada resa sterile ai sentimenti futuri verso gli altri. Non cadere in questa trappola. Cerca di fare azioni concrete che alleggeriscano la tua angoscia. Il contatto zero non è un muso che porge a lui. Non lo stai facendo per orgoglio ma per salvarti in via definitiva. Se poi lui ha un’altra persona, cerca di comprendere che la prossima godrà nel giro di poco dell’identica o ancor peggiore tossicità alla quale ti ha sottoposta. Non c’è scampo per nessuno. Coraggio e prova a mettere in atto l’esercizio. Vale tutto ciò che in modo sano ti tiene lontana dai pensieri tossici.

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      1. Non c é scsmpo per nessuno!! Quante volte mi.sono ripetuta questa frase.
        Povera la prossima.!!!..i narcisisti patologici non sanno amare…non sono in grado !!
        Consolati mia cara …pensa a quanto ti ha fatto stare male….a quanta ansia avevi prima!!
        Il cammino é in salita, ma poi sarà in discesa! Potrai dedicarti alle persone che ami ,ai tuoi amici,alla tua famiglia, senza l’ansia, senza la paura!
        Coraggio !!

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    2. Cara, carissima Aria, mi dispiace per quello che stai vivendo.

      Il cuore in affitto… sono senza parole, come il venditore della fontana di Trevi sta alienando qualcosa che non possiede.

      Però una semplice frase e la scelta delle parole dice tanto sulla precarietà del loro mondo affettivo e anche del ‘costo’ che richiede farne parte.
      L’ affitto implica che la sistemazione della poveraccia non solo è precaria che ma che richiede un ‘pagamento’ in qualche moneta o in molte monete.
      Per curiosità mi piacerebbe sapere quanto le costa, se lei sa di essere in affitto, se è un contratto 4+4 o uso foresteria… niente scusami ma se non fosse tragico sarebbe da ridere.

      Spero che tu riesca a stare meglio, 3 settimane sono poche ma è un passo. E tutti i più grandi viaggi cominciano con un passo.
      Ti abbraccio forte.

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    3. Cara Aria, le cose che lui ti ha scritto sono il classico tentativo di np di non chiudere mai definitivamente e mantenere sempre un aggancio quando capiscono che la preda si è divincolata. Tutto questo è crudele perché poi ti chiedi se davvero hai fatto bene a chiudere….ma fidati che hai fatto bene.
      La sua triangolazione disperata è stata solo un patetico tentativo di metterti alla corda. Ma figuriamoci….se hai scelto di stare con un’altra quando potevi avere me, hai chiuso.

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      1. Ben detto Spirito Libero, se scelgono un’altra o altre anziché noi con noi chiudono.
        Il problema è che io gliel’ho detto in tutte le salse che se avesse scelto un’altra o altre con me avrebbe chiuso ma ha avuto la faccia tosta di ritornare.
        E poi sarei io quella senza dignità… la dignità non ce l’hanno loro.

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  4. La deprogrammazione mentale é un passaggio molto importante per liberarsi da una relazione tossica infatti ho notato che il no contact da solo non basta se non é poi accompagnato dalla volontà di sganciarsi anche mentalmente ed emotivamente dalla fonte tossica, non solo dalla comunicazione.
    Con il primo narcisista ho provato diverse volte nell’arco della relazione a “sganciarmi” perché non sostenevo le sparizioni e le triangolazioni…ma di fatto ero ancora emotivamente coinvolta e ogni suo ritorno riaccendeva la speranza che le cose potessero migliorare. Questa speranza, che è molto umana, è dannosa con un np perché crea illusione e permette a questi soggetti di proseguire nel danno.
    Nel momento in cui ci si sgancia emotivamente (deve essere un atto razionale) si riesce a comprendere meglio come l’altro ci abbia solo usati facendo appunto leva sul nostro lato emotivo.
    Mi sono stati utili dei video che spiegavano come la nostra parte razionale può aiutare quella emotiva, un pò come un genitore che aiuta un figlio a prendere una decisione importante, sostenendolo e non facendogli mai mancare l’appoggio. Il mio esercizio è stato per diverso tempo quello di “parlare” alla mia parte emotiva incoraggiandola ad emanciparsi da quello che la faceva soffrire. Anche l'”esercizio proposto nell’articolo può essere utile..scrivere giù tutto quello che ci ha fatto male é il un modo per razionalizzare e aiutare la parte emotiva ad emanciparsi. Anche scrivere i nostri commenti qui secondo me é terapeutico perché ci aiuta a metabolizzare le cose successe. Anche nelle terapie cognitivo-comportamentali si suggerisce di scrivere anche più volte, il resoconto di un evento traumatico…può sembrare una specie di tortura rivangare i traumi invece è un ottimo sistema per liberarsene. Provare per credere.

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    1. Anche secondo me può aiutare l’esercizio dato. E molto lo scrivere qui, perchè ci si confronta, e si comprende che non si è matti, non si è una piaga umana che nessuno può comprendere e non si è soli, tutto questo aiuta a prendere sicurezza, è come un colpo di reni se si ha anche solo la volontà di risalire.

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    2. Cara Spirito Libero, l’approccio che suggerisco è leggermente diverso. Diciamo che è un po’ ‘montessoriano’ perché prevede la visualizzazione degli oggetti. Ecco il perché del simbolismo delle scatole. La guarigione va VISUALIZZATA. I passi importanti verso il traguardo non possono restare in astratto nella mente della persona che soffre. Mentre il dolore va “tenuto a bada” in lontananza, con il suo carico di brutture accumulate, la bellezza quotidiana va custodita gelosamente e COLTIVATA. L’esercizio va fatto quando si decide per il contatto zero, altrimenti la scatola nera sarà sempre aperta per depositare nuovo materiale tossico e si continuerà a rivangare l’elenco dei traumi passati e quelli nuovi. Abbracci a te, carissima!

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  5. Buongiorno Claudileia,
    Interessante articolo, come sempre.
    Ma io al momento faccio fatica ad identificarmi: ho la mia immaginaria scatola rossa sempre ben visibile, la spolvero e apro ogni giorno per guatdarla e cercare sempre di metterci qualcosa di nuovo o di ingrandire qualcos’altro che c’è già.
    Poi ho quella nera sepolta sotto un cumulo di terra. Purtroppo però nonostante la fatica fatta e per quanto abbia profondamente scavato per metterla lì, a tratti continua a diffondere il suo tipico olezzo di sterco.
    …che mi disturba, che contamina (solo l’esterno) della mia scatola rossa.
    Sono piena di rabbia e mi sento del tutto ipotente. L’unica cosa che vorrei fare è bruciarla e fare in modo che con lei bruci anche l’autore delle malefatte che ci sono dentro.
    Non ho ripensamenti Claudileia, solo tanta tanta sete di vendetta… voglio che chi ha fatto tanto male gratuito e per divertimento finalmente paghi.
    Scusate, sono sicuramente pensieri non sani e che probabilmente non dovrei esprimere pubblicamente, spero siano solo un passaggio, una fase…
    A chi è ormai “distante”, come me.. è capitato? …per capire.

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    1. Ciao Device,
      come te , credo e spero di essere, se non fuori, almeno avviata verso l’uscita.

      La rabbia è stata una compagna costante sin dal primissimo giorno, da quando ho intuito le prime avvisaglie, dalla foto del suo ‘profilo migliore’ 😀 ho pensato ma tu vedi questo cesso (letterale) come osa mancarmi di rispetto!!
      Devo ammettere che mi ha aiutata a non umiliarmi, a chiudere immediatamente qualsiasi tipo di contatto. A reagire furente ai tentativi di recupero – gli ho fatto capire che potevo raggiungere la moglie in un attimo e da lì è scomparso.

      La rabbia è un’ emozione e come tale è sempre sana, bisogna esprimerla è inutile soffocarla o rinnegarla, bisogna piuttosto gestirla, elaborarla e incanalarla in maniera più costruttiva possibile.
      Con l’umanità che abbiamo e la possibilità di sbagliare, ho già scritto che mi piacerebbe fosse colpito da un fulmine o raccoglierlo a pezzetti sull’autostrada, ma non solo lui per sincerità mi piacerebbe che facessero questa fine tutti gli escrementi che hanno rovinato la vita a tante belle persone anche molto più che a me.
      Devo anche ammettere che dare spazio a certe emozioni, qui, con la terapeuta, scrivendo etc, mi ha consentito di non ‘agire’ perché in totale sincerità sarei stata capacissima di fare qualche stupidata come rigargli la macchina, così avrebbe sofferto sul serio, poi non so se ne sarei stata capace davvero ma who knows?
      Di sicuro, anche se mi è indifferente non perdono né dimentico niente.
      Ancora oggi a 7 mesi dal contatto zero totale, la rabbia non è sparita, è più rivolta verso me stessa ma con un po’ di aiuto vediamo di superare anche questo scoglio. Concedersi la possibilità di essere arrabbiate in un certo senso implica riconoscere di aver subito un abuso; di cui siamo in parte responsabili.
      Significa aver capito che c’è stato un atto violento nei nostri confronti e che abbiamo tutti i motivi per provare rabbia, oltre che dolore.
      Poi rabbia e vendetta non sono la stessa cosa e su questo bisogna lavorare.
      Un abbraccio.

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      1. Anche io ho avuto questi sentimenti di rabbia e vendetta fino a un paio di mesi fa. Ora, con 7 mesi di contatto zero, la cosa si è affievolita, ma temo sia solo assopita, non so, quel che so con certezza che sto meglio, molto meglio.
        L’esercizio di scrivere su un quaderno lo cominciai 3 anni fa quando ebbi consapevolezza di chi fosse lui, ne scrissi ben 3 di quaderni e farlo mi aiutò parecchio e quando ho iniziato il contatto zero li ho bruciati, non so perché ho agito cosi, ma so che è stato un gesto liberatorio.
        Dire che sono fuori non me la sento mi sembra azzardato, ma che ho smaltito un bel po’ di tossine lo percepisco ed è un bel sentire, eppure si può dire che ci penso ogni giorno, anche solo il fatto di leggere/scrivere qui avviene per forza, ma non c è più quella angoscia iniziale dell’ astinenza, non ci sono più i pensieri distorti di falsi ricordi e false nostalgie, la nebbia non c è più, e anzi, quando riavvolgo il nastro del passato vedo solo cose brutte, tutte quante dal primo giorno che l ho incontrato.
        Ma so che per mantenere e continuare a migliorare questo status devo rimanere rigorosamente al contatto zero, blocco assoluto ovunque.

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      2. Io ho scritto addirittura un blog intero nei tre anni di relazione con il primo np e alla fine, quando finalmente ho elaborato le cose fino in fondo, ho cancellato tutto ed in quel momento mi sono sentita libera. È stato qualcosa in cui ho creduto molto ma che alla fine non meritava di continuare ad esistere nemmeno in forma scritta.

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    2. Assolutamente si cara Device…anche io ho covato (e ogni tanto covo) un certo desiderio forse più che, di vendetta in sé (le vendette paradossalmente li gasano!) di rivalsa…
      Vorrei venire a sapere che la nuova storia di np1 è fallita e che magari provi a cercarmi e io gli dico “sto benissimo con un altro”….anche se conoscendolo so già che la cosa non lo ferirebbe e anzi si proporrebbe subito come amante..
      Insomma, é più che umano avere certi desideri.

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    3. Cara Device, considera che sei stata messa di fronte recentemente a una fonte inquinante non indifferente. Insomma, hai scoperchiato un vaso di Pandora in cui la ex Device è apparsa nella sua totale fragilità raffigurata nelle sofferenze di un’altra donna. Ecco, dopo un periodo in cui hai fatto incredibili passi in avanti il ricordo tossico di un vissuto che vorresti accantonare in ogni modo è ritornato prepotente attraverso la lettura di quei messaggi. Se da una parte hai ora la convinzione che lui non è cambiato per niente e che continua a intossicare un’altra vita, è subentrando il famigerato senso di ingiustizia che PROVIAMO TUTTI. Pensare a una vendetta umana o divina è normalissimo. Siamo esseri empatici, cavolo! Non abbiamo sangue freddo abbastanza per dire: “E chi se ne frega, che faccia pure soffrire mezzo mondo, saranno cavolo suoi e di chi vuole continuare a soffrire, no?”. Ecco, nella testa di un empatico è inconcepibile che esseri così continuino a campare alla grande. Nella testa di un empatico loro DEVONO PAGARE… Solo così potrà mettere la testa sul cuscino con un sorriso tra le labbra finalmente convinto che la vita è bella! Cerchiamo, invece, di guardare questa sete di vendetta da un’altra prospettiva. Cosa significa? Significa che l’apatia non è di casa per noi, che proviamo dei sentimenti per gli altri, che vogliamo bene all’umanità e a noi stessi, che abbiamo la nozione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto, che capiamo cosa ha senso e cosa non ha, che odiamo la falsità, la miseria umana, la povertà di spirito… Insomma, che la PASSIONE NON E’ MORTA in noi, come lo è per loro. PROVARE QUALCOSA è la nostra maggior ricchezza e costituisce la grande differenza tra noi e loro. La tua sete di vendetta va vista sotto questa ottica: sei viva, sei passionale, hai una grande energia dentro di te. Essere vivi, provare passione e avere tanta energia è per un n.p. un UTOPIA, altrimenti che bisogno c’è di parassitare gli altri? Il motivo per il quale questo soggetto ha bisogno di parassitare le donne e farle soffrire è perché è fondamentalmente MORTO. Lui semplicemente non esiste. Mi spiego meglio: la sua dimensione esistenziale consiste nel vivere per farsi inseguire da belle donne, giusto? Se nessuna lo insegue nella sua testa è come se non esistesse. E’ la condizione di “perseguitato da donne innamorate” a renderlo una persona. Voler vendicarti di lui è avvallare la tesi che lui sia vivo e vegeto. Sai perché tutte le donne che cercano vendetta, dopo essere riuscite nell’intento provano un enorme senso di vuoto? Perché capiscono che hanno vilipendiato un cadavere. Sono parole dure e lo so perfettamente, ma le loro azioni non ci lasciano dubbi sulla pulsione di morte insita nel loro agire. Cercano di portare le persone all’auto annientamento e ai comportamenti autodistruttivi perché fondamentalmente non sanno cos’è la vita – e quando sentono che è a portata di mano anche per loro, che possono essere davvero felici e realizzarsi, non sanno interpretare cosa sta capitando e quindi finiscono per sabotarla. Non cadere in questa trappola. Canalizza i tuoi sentimenti negativi. Non ne vale la pena. Abbraccio enorme!

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      1. ….Il senso di giustizia. La scimmia volante che collabora con tutti e due mi ha detto che ‘non esiste un giuso o sbagliato’ (in riferimento al fatto che lui da subito sembrava star bene, post chiusura, e io reagivo così). Per avvalorare questa cosa ha tirato in ballo il pensiero orientale, che tutto nasce come reazione a come noi viviamo le cose. E’ un qualcosa che ho provato a fermare subito. Vero, le reazioni sono soggettive..ma distruggere la dignità di una persona è qualcosa che metterei tra quelle oggettivamente riprovevoli. Soprattutto se non c’è un motivo che porta ad insultare gratuitamente. Il senso di ‘vendetta’ o ‘giustizia’, per me, nasce da quello…poi ok, la parte razionale inizia ad accettare che con loro ‘giustizia’ non vuol dire nulla. Perfino negli effetti sul lavoro, al di là di provare collaborazioni diverse e ridurre, per ora, le comunicazioni comuni a mail collettive. Ma grazie per quella frase ‘perseguitato da donne innamorate’…hai perfettamente reso il personaggio, hai ragione cercare vendetta o giustizia con loro serve ..a loro. Resta da gestire il senso di impotenza e le sue possibili derive (rabbia vs. resa).

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      2. Esatto, cara Eva. Considera che le scimmie volanti riproducono la visione alienata e deturpata del manipolatore. Sono al suo servizio, cervelli arruolati apposta per difendere le sue tesi. “Non esiste un giusto e uno sbagliato” è la massima perversa. Mettere in dubbio le regole morali ed etiche nei rapporti – spesso perché non in grado di seguirle – appartiene al repertorio classico dei soggetti altamente manipolatori e di buona parte del loro entourage: se tu non sei “tanto vittima” io non sono “tanto carnefice”. Dopodiché NESSUNO E’ PERFETTO e LE PERSONE POSSONO SBAGLIARE, MA NON FANNO APPOSTA. Quindi, si tratta di una massima che cancella automaticamente l’abuso che hai subito, che invalida il tuo sentire e assolve la persona tossica perché “fatta così” e tu, siccome l’hai accettata in un primo momento (perché fingeva di essere un’altra, ma… oh, le scimmie volanti non “entrano MAI nel merito” di questo “particolare”!) ora dovresti stare zitta e smettere di lagnarti quando la vede “andare avanti”. Insomma, le scimmie fanno il loro sporco lavoro… con contratto a tempo indeterminato e stipendio garantito (almeno fino a quando il soggetto n.p. non combina qualcosa di grosso con loro, di solito quando non servono più.)

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      3. Grazie Claudiadileia, il tuo post lo salvo e lo stampo e me lo porto dietro!..Nei mesi scorsi faticavo anche a mettere insieme dei pensieri lineari, semplici. Come quello che hai espresso tu…le persone sbagliano, ma non lo fanno di proposito. Un punto che ho faticato prima a dimostrare a me stessa (‘ma io gli spiego cosa mi ha ferito/causato dubbi’, “si era arrivati a un punto comune, perché lo rifà e peggio?”) e poi agli altri. Con questa persona ‘amica’, dopo quella frase sul giusto e sbagliato, ho ridotto le comunicazioni al minimo, per l’organizzazione delle attività di collaborazione. Evito di dire come sto etc., tanto ho capito che è strumentale. Mi dispiace..perché lei stessa si era stupita di alcune reazioni di lui (e senza il confronto con lei non sarebbero uscite fuori le cose dette alle spalle), ma la perversione è anche questa, in una coppia normale si è in grado di dire in faccia cosa non va bene, non ricorrere a terze persone o a sottintesi. Grazie ..la sensazione di non sapere più cosa è giusto o sbagliato è disorientante, l’idea -poi- che non esistano dei limiti (sani) è agghiacciante. Un abbraccio grande.

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  6. Grazie devo dire che questi tre anni di conoscenza con lui mi hanno portato a prender peso (dopo che avevo faticosamente perso sei chili)! C’è una cosa che mi aiuta: l’attivita Fisica che adesso ho incrementato per recuperare il peso forma! C’è una cosa che ho omesso prima di dire: lui mi ha dett che mi vuole bene come si può voler bene alle persone care della sua vita (caspita se penso quello che mi ha fatto passare: accenno di triangolazione (quella amica si che mi conosce bene, umiliazioni (vengo in citta – poi non si fa sentire e me lo sbatte pure in faccia che è venuto, sadismo (sugli animali e poi raccontato – sua madre malata e il dispiacere per me di saperla malata (strumentalizzata nel momento del mio silenzio con una foto come stato whatsapp)! Quindi ha aggiunto che lui è per natura freddo! C’è qualcosa che mi sfugge sul significato del voler bene a qualcuno ed il bello è che non glielo ho potuto mando contestare perché mi ha detto: “ vedi tu Ti eri raccomandata dichiarandoti che io non ti facessi soffrire, che non deridessi i tuoi sentimenti hai visto non l’ho fatto!!!”. Ma questo è pazzo…ecco cosa ho pensato in quel momento!!! Ho avvertito la follia o forse io non so cosa significa voler bene

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    1. Incredibile come siano simili questi personaggi, anche a me diceva che era venuto nel mio paese e me lo spiattellava pure in faccia che era venuto…

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    2. Si Aria, hai colto bene la follia, è super freddo perché è seriamente disturbato, non sa cosa voglia dire volere bene.
      Non vogliono bene a nessuno, di sicuro non alla madre seriamente ammalata né a persone care e neppure a se stessi. Non hanno niente di buono da dare, solo scena solo finzione e menzogna, ma prendono fino allo stremo, e poi passano oltre.

      Lo fanno per minare la tua autostima per essere certi che tu, paralizzata dal loro comportamento ambiguo, rimanga a disposizione sempre e per sempre.

      Continua con l’attività fisica, se puoi fai qualche colloquio con una terapeuta esperta, esci più possibile e cerca di passare del tempo con persone positive.
      Tutto, fai qualsiasi cosa per distrarti, tranne stare in casa a rimpiangerlo o cercare di ricontattarlo.

      Leggi, se non l’hai già fatto, gli articoli sulla dissonanza cognitiva e sul meccanismo della dipendenza biochimica, il gaslighting sono davvero chiarificatori.
      Capire è un passaggio importante, realizzare che non sei tu difettosa, che i matti sono loro e che piano piano si può ritornare a vivere sono elementi importanti che ti aiuteranno a fare progressi.

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  7. Cara Oliver, ma perché? Per far crescere il senso di frustrazione, per sadismo? Da me poi manco richiesto il vederci, giuro che faccio fatica! Ma no che stupida fa sempre parte del voler bene ad una persona! Ma che schifo…

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    1. Cara Aria, per sadismo, per farti stare male e farti sentire meno di zero.
      Infatti neanche io gli chiedevo di vederci la domenica mattina, mica ho tempo di andare al bar, ho troppo da fare la domenica mattina, lavatrici, stirare, pulire la casa, cucinare, non sono mica come una delle sue tante amiche ventenni che hanno la mamma che cucina, lava e stira e che possono tornare all’una a casa e trovano il piatto pronto a tavola, io devo fare tutto da sola. Con questo non voglio denigrare le ventenni, lo sono stata anch’io e anche io ho avuto la mamma che faceva tutto.

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  8. E non dimenticherò che lo ha fatto dopo che mi ero dichiarata a lui dopo 3 anni di conoscenza! Mi ha detto che sarebbe venuto in città per uno spettacolo teatrale, mi ha ricordato tramite uno stato whatsapp una settimana prima l’evento! Poi il giorno dello spettacolo mentre io attendevo una sua chiamata ha messo un altro stato whatsapp per farmi capire che era venuto! Ho pianto per notti intere, l’ho affrontato dicendogli che mi aveva fatto soffrire per come si era comportato mi ha risposto che non era solo ecco perché non mi aveva chiamato (ma sono convinta che fosse una menzogna sennò non si sarebbe prodigato per farmi sapere che era qui)! Adesso ha finito con gli Stati, non ho più numero, non vede più le mie foto non vedi più i miei accessi! (Tutt cose che controllava maniacalmente e me lo faceva intendere). Rien ne va plus

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    1. Non era solo? E con chi era venuto?
      Anche a me controllava gli accessi e le foto su WhatsApp e la cosa buffa è che accusava me (in un meccanismo di classica proiezione) di controllarlo su WhatsApp perché non avevo di meglio da fare.

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  9. Ciao a tutti, “celo” quasi tutti i punti, “manca” (per fortuna) le aggressioni fisiche. Tutto il resto appartene al suo repertorio, in varie sfumature. Quante volte mi ha detto che ero “fortunata” ad essermi messa con lui! Le sue espressioni di superiorità, che le può dimenticare? L’avermi chiama “Nosferatu” riferendosi a quando ero senza capelli per le chemio, per dirmi ridendo che stava “scherzando” ! Le triangolazioni che continua a negare! Le tante volte che mi ha mancata di rispetto rinfacciandomi al contempo che io sono sempre venuta prima di ogni cosa!
    Ora, a quasi 5 mesi da quando l’ho mollato non nutro sentimenti di vendetta. Gli auguro comunque ogni bene, che campi fino a 100 anni insieme a mammina sua, np a sua volta.
    Rabbia invece ne ho nei confronti di me stessa per essermi fatta prendere in giro per 17-18 anni (non so neppure io il tempo che abbiamo passato insieme, tutto è diventato un magma confuso) con menzogne a 360 gradi su tutto.
    E dissonanza cognitiva perché continuano ad assalirmi i dubbi che non sia io a vederlo come una persona maligna, visto che lui continua a ripetermi che persona meravigliosa io abbia lasciato…lo so, sono mie pippe mentali. Eppure i dubbi continuano ad insinuarsi.
    E quando mi assalgono, mi vengo a leggere il blog, trovando un aiuto enorme.
    Grazie!

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    1. Cara Aomane sei stata molto coraggiosa a chiudere dopo tanti anni…immagino quanto hai dovuto sopportare per arrivare a questo. Inqualificabile a dir poco quel che ti ha detto durante la chemio….in un momento così delicato e terribile per la tua vita ha pensato solo a deriderti. Ma quale essere umano fa una cosa del genere Hai fatto strabene e liberartene. Un abbraccio

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  10. Oliver con chi era venuto? Bella domanda! Ricordo che Gli ho risposto in quel frangente: non deve essere stata comunque una grande compagnia se ti preoccupavi di mettere stati per farmi sapere che eri nei paraggi!
    Babi grazie di cuore davvero!
    Comunque se ci penso nel periodo che eravamo colleghi lo ho aiutato in mille difficoltà a tutte le ore del giorno mi telefonava e mi inondava di lamentele sulla sua vita infelice: la malattia di sua madre quella di sua fratello! Ore ed ore! Ed io li ad ascoltarlo a tendergli la mano! Avrebbe dovuto telefonarmi e dirmi che era qui anche solo per una questione di educazione e di rispetto! Vocaboli sconosciuti però per questi soggetti…
    Ora cerco disperatamente di voltare pagina ma poi dentro di te quando provi a fare i conti con la loro follia c’è qualcosa che ti induce a pensare: forse non è così, poverino, imparerà a voler bene! Maledetti pensieri 😦

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  11. Ciao a tutte e tutti .
    Clauedeleia io leggendo questo articolo non posso dire di essere passata attraverso questo perché come ben sai e stato più love bombing ,controllo e manipolazione e presenza costante ma credimi e bastata una settimana dello schema del silenzio anzi due giorni con scarto finale da me indotto poiché ho voluto e ribadisco voluto scoprire e buttare giù una maschera. Quello che ho scoperto se pur non grave per molti ,per me lo era. E alla fine attraverso una situazione ambigua che non capivo e venuta fuori la sua parte …mi e bastato quello…forse sarò stata veloce nel mio no contact ma se pur con un immensa sofferenza proprio per il cambiamento repentino di rotta ,l ho attuato senza appelli. Ad oggi posso dire che il discorso delle scatole l ho fatto fin da subito perché da subito ho capito di essere una persona sicuramente migliore di lui e di aver fatto il massimo per capire. Ma da capire c erano solo gli schemi tipici che conosciamo,approfondire mi sarebbe costato oltre e sinceramente l avevo già provato anni prima con uno simile. Che dire…Ogni curiosità che avevo l ho trattata come una mina…poteva scoppiarmi in mano e quindi il no contact e stato totale. Soprattutto senza prendermi in giro. Lo dovevo a me stessa. Avevo già sofferto troppo ..oltre non mi sembrava il caso. Ad oggi ogni tanto un Po di rabbia mi viene se ci ripenso ma non voglio sapere con chi è, cosa fa,come vive perché questo mi deconcentrerebbe da me stessa e dal mio star bene che è prioritario su tutto. Quando qualcuno lo nomina preferisco se posso non ascoltare …so per certo che nessuna persona accanto a lui potrà stare bene e ripeto provo dispiacere per tutte quelle donne che sono ignare di tutto è che davvero avranno passato e passeranno magari anche dolore più grande perché si ostineranno a capire e a stare. Io non potevo. Ho capito che davvero il mio volermi bene e il mio amor proprio nonostante il dolore e stato molto più importante. Mi chiedo ancora perché. Ma è stato così. Ovvio il percorso di crescita e rinascita e un lavoro dove non ci si può permettere di mollare però deve assolutamente servire per guardarci davvero dentro e intorno. La vita e già dura e difficile così come è.. una persona accanto di quel calibro ,nonostante ripeto cose gravissime non ha fatto,ma il solo fatto di destabilizzare e avere una maschera se pur vestito da principe azzurro rimane un grave danno . E quindi via di corsa. Perché poi la vita è la nostra e di cose belle ce ne sono tante. Un abbraccio a tutti

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  12. Leggendo voi, ripassando tutto ciò che ho passato, subito e superato mi rendo veramente conto quanto il contatto zero definitivo sia stato cercato, voluto e salvifico. L’ho messo in atto quando ero decisa, nessun ripensamento nè nostalgia. Ed è passato quasi un anno, senza troppi tentennamenti se non quelli che ho dovuto fronteggiare per colpa dei suoi tentativi di ritorno. E questi giorni, che seppur non direttamente sono stata ricatapultata nel “suo mondo”.
    Non c’è stato un secondo, da quel giorno in cui ho definitivamente deciso di chiudere, in cui abbia pensato a lui con un sentimento che sia stato diverso da rabbia e rancore.
    Ed essere certa – dopo tutto quello che ho passato – che non c’è nulla da fare per fargliela pagare che non implichi tornare a respirare la sua tossicità mi trasmette un senso di ingiustizia che credo di non meritare… che credo che tutti noi non meritiamo.
    Non so rassegnarmi a questo, almeno oggi.
    Purtroppo non va sempre come vorremmo, e noi lo sappiamo bene… mi rendo conto che è già molto quello che sono riuscita ad ottenere finora.
    Anche grazie a tutte voi… che condividete tutto questo con me.

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    1. Idem. Quando lasceremo andare l’ultimo risentimento potremmo dire di esserci liberate di loro. Io no ho più avuto contatti di nessun tipo da quando l’ho bloccato, ma so che se accadrà potrei avere di nuovo un ritorno più ampio di rabbia e rancore di quanto ne abbia ora.
      Si, fondamentale il contatto zero intrapreso, anche da parte mia, con decisione, senza dubbi e rimpianti e grazie anche al grande sostegno che si trova qui.

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    2. Cara Device comprendo e condivido questo senso di impotenza nonché di profonda ingiustizia che sicuramente non meritavamo. Come te vorrei che in qualche modo pagassero per il male che ci hanno fatto ma sembra che questo non accada, almeno nel mio caso visto che procede a gonfie vele.
      Ti confesso però che mi procura altrettanta rabbia dedicargli la mia rabbia perché vorrei potergli dedicare solo indifferenza, il nulla, quel vuoto cosmico che ho ricevuto, quel terrificante gelo che ho visto in lui.
      Vorrei non averlo mai incontrato. Vorrei che sparisse dalla mia memoria. Quando anche il nostro sarà solo gelo allora avremo avuto la nostra giustizia.
      Un abbraccio

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    3. Lo so Davice.perche si vorrebbe una giustizia invece il più delle volte non ce . Per questo secondo me è meglio non sapere,non indagare su nulla perché è come essere colpiti ogni volta. Però è normale e ti capisco ….mi piacerebbe sapere che una giustizia umana esista.ma credimi secondo me sono dei dannati ,sai che brutto vivere così… Un abbraccio.

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    4. Cara Device a me a volte è stato detto che non è il caso di prendersela e che nella vita bisogna rassegnarsi alle relazioni che non vanno e farsene una ragione ecc. ecc.
      Si certo…se parliamo di relazioni normali ci può stare benissimo che le cose possano iniziare magari bene e finire male o malissimo, questo va sempre messo in conto come possibilità connaturata ai rapporti umani.
      Credo però che il senso di ingiustizia che proviamo con i narcisisti derivi dal fatto che non sono appunto relazioni normali ma basate su manipolazione psicologica e inganno…ci si sente derubate di cose importanti: autostima, fiducia nel prossimo, sogni, speranze…spesso anche soldi.
      Mi vengono in mente quelle ignobili truffe a persone anziane, con il tizio gentile in giacca e cravatta che suona al campanello per venderti qualcosa, tu lo fai entrare perché sembra una persona per bene, e poi mentre prepari il caffè lui chiede di andare al bagno e in un battibaleno ti svuota i cassetti e poi con un sorriso e le tasche piene dei tuoi pochi averi se ne va impunito.
      Non so se il paragone sia calzante ma credo sia proprio questo a farti stare male in queste storie…il male travestito da bene che si impossessa della tua vita. E poi vedere che continuano indisturbati le loro, di vite, con altre vittime inconsapevoli raccattate nel giro di pochissimo, mentre tu ci metti una montagna a riprenderti e a fidarti di nuovo del prossimo.

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      1. Claudileia, Babi, Spirito, Mirò, Mirna, Alma… e poi anche Oliver Morgana e Aria e tutti qui. E’ di conforto, veramente, leggervi e capire che non sono la sola a provare tutto ciò, condividere con voi addirittura che sia EMPATICO = VIVO provare rabbia. Che è un sentimento negativo, ma è pur sempre un sentimento.
        Rimane avvilente, come per me lo è sempre stato, pensa di dover quasi annullare una parte di sé per salvarsi totalmente, è – come dice Spirito – dover assistere allo spettacolo che continua a somministrarmi il lupo travestito da pecora che continua a scannare indisturbato che mi manda su tutte le furie.
        Non posso dilungarmi in particolari ma ha messo a repentaglio per anni e consapevolmente tanto della mia vita, non è riuscito a fare terra bruciata solo perché ho delle persone fantastiche attorno, perché in un certo qual modo ogni volta ho avuto la forza di reagire e rialzarmi, anche a carponi. Il danno sarebbe stato ENORME sotto moltissimi aspetti che mi riguardavano, e lui lo sapeva.
        E avere a questo punto la CERTEZZA, nero su bianco, che non c’è stato un giorno in cui quello che rischiavo ne valesse la pena mi annienta, ma non perché lo volessi (come dicevo ho smesso molto presto di desiderare una vita con lui e questo avrebbe già dovuto dirla tutta ai tempi), ma per la presa in giro, per la noncuranza, per il valutare meno di zero quello che ero, che avevo e che ho rischiato più volte di perdere per causa sua.
        Sapere che dietro tutto non c’è mai stato qualcosa di vero mi riduce come mi sento oggi.
        Ma ho capito grazie alle vostre parole che ora non ho sbagliato qualcosa io, ma che è la situazione che mi è capitata (non assolutamente cercata) a intossicarmi di nuovo… perché sono consapevolezze che in un certo qual modo avevo acquisito ma ora si sono rivelate senza beneficio del dubbio, e non lo auguro a nessuno.
        A questo punto cercherò di fare in modo che queste certezze acquisite siano carburante per me stessa, per apprezzare ciò che ho fatto e continuerò a fare, mi eserciterò a trasformare queste sensazioni negative in qualcosa di positivo per me, per chi mi vuole bene.
        Grazie, a tutti voi, di cuore.

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      2. Cara Device anche a me dà conforto capire che passiamo le stesse cose….credo che provare rabbia faccia parte del percorso…prima l’incredulitá, poi il dolore, poi la rabbia e poi finalmente un sereno distaccco..direi che siamo a buon punto. Dico sempre che per noi alla fine tutto questo scavare nelle ferite porterà alla nascita di una persona nuova e più consapevole, mentre loro non avranno mai questa soddisfazione nella vita perché condannati da sé stessi a rivivere all’infinito gli stessi schemi ogni volta con persone diverse. Ricordiamoci sempre che i loro sono solo teatrini di finte felicità messe in atto per continuare a manipolare (pensa quanta fatica!) , anche perché non si può essere autenticamente felici dopo aver fatto del male ad altri. Un abbraccio

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      3. È proprio così Spirito Libero, loro sanno benissimo di farci del male, ne sono consapevoli e di certo non è una bella vita la loro, fatta di vuoto assoluto e senza sentimenti.

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      4. Cara Spirito Libero, l’esempio che hai usato è più che calzante.
        Proprio ieri sera ho detto a mia sorella che mi sento come se mi hanno scippata per strada oppure picchiata e lasciata per terra solo che i segni fisici non ci sono mentre quelli emotivi si ma purtroppo non si vedono.

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      5. Ti capisco cara Oliver…io invece sentivo ogni volta come se qualcuno mi avesse dato una bastonata in testa…la nostra mente violentata elabora il dolore con queste immagini di tipo fisico, come quando si dice che una spada ha trafitto il cuore, o ti è arrivato un camion addosso. Il dolore psicologico non é per nteente inferiore a quello fisico come gravità anche se “non si vede” ma si sente eccome….a volte per alcune persone é così insostenibile che arrivano persino a gesti estremi. Poi magari la gente intorno dice “ma che é successo, sembrava stare bene”.

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      6. Ricordo ad Agosto quando mi triangolò a parole per telefono con mia sorella che andai a letto con le gambe che mi facevano male, come se davvero mi avessero presa a bastonate.
        È incredibile come il dolore emotivo possa essere somatizzato.

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      7. É proprio così Oliver, il dolore si esprime anche in questo modo. La triangolazione è una cosa schifosa, mi pento spesso di non aver chiuso subito di fronte a certi comportamenti, di np1. Devo dire però che l’esperienza mi è servita perché in seguito ho mandato di corsa a quel paese un tipo con cui ho avuto una breve relazione che non faceva altro che inserire altre donne in ogni suo discorso…l’ho avvisato che la cosa mi infastidiva parecchio e non appena lo ha rifatto l’ho mandato al diavolo e poi lui ha riprovato a cercarmi in tutti i modi e l’ho bloccato dappertutto. Avessi avuto la stessa forza di fare così anche con np! Ma questo altro tipo in effetti non é che mi piacesse poi tanto…penso che nel caso di np l’attrazione fisica molto forte abbia giocato un suo ruolo notevole nel “reggere” così a lungo gli abusi.

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      8. Vero, anche la finta gentilezza è una loro arma molto potente. Negli ultimi periodi della storia np1 aveva persino iniziato a rivolgersi a me chiamandomi “cara”…ma ormai non gli credevo più. Pensavo a tutte le volte che lo avevo cercavo e non mi rispondeva o era freddissimo e quanto ci ero rimasta male. Ora se qualcuno mi chiama cara mi da pure fastidio.

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      9. Non lasciare che siano loro a padroneggiare le parole, cara Spirito Libero. Anche la parola “amore” sanno vilipendiare alla grande, eppure non credere a questo meraviglioso sentimento ci rende un po’ amara la vita. Abbracci!

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      10. Hai ragione cara Claudileia…mai come in questi casi le parole sono usate in modo del tutto strumentale e senza alcun vero sentimento alla base. Un abbraccio

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      11. Cara Spirito Libero l’esempio dell’anziano truffato è perfetta ed è la stessa che a un certo punto ho iniziato a usare anch’io quando cercavo di spiegare come mi sentivo. Perché è veramente una truffa beffarda perché siamo stati derubati sotto il naso nella maniera più candida possibile cioè da chi si mostrava persona per bene e ci ha convinti di esserlo per poi scoprire che vigliaccamente si stavano solo prendendo gioco di noi. Solo che ormai era troppo tardi, ci avevano svaligiato la casa mentre noi nemmeno ce ne siamo accorti.
        Buonanotte

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    5. Carissime,
      spero di riuscire a spiegarmi correttamente. A volte i pensieri si coagulano in maniera imprecisa e poi si prendono forma successivamente.

      Nella mia personale esperienza, l’evoluzione della relazione (non so come chiamarla) è stata ‘naturale’.
      I passaggi dolorosi, distruttivi, devastanti riguardanti la scoperta, il distacco, la ricostruzione successiva sono venuti da soli .
      E’ stata una consapevolezza cresciuta alimentata quasi in autonomia un processo di cui sono stata quasi spettatrice.
      Non voglio dire che non si può fare niente anzi, il percorso può e deve essere agevolato, supportato e accelerato, con l’informazione, l’aiuto terapeutico, la condivisione, senza dubbio in no contact è essenziale.
      Ma deve scattare qualcosa e questa cosa deve partire da dentro di noi, non serve forzare o sentirsi il obbligo di ‘lasciare andare’ di non ‘fissarsi’, piuttosto serve farsi aiutare, accettare la propria fragilità e concedersi tempo necessario (feat Speranza :* ) per capire, per riprendersi, per guarire, rispettando i propri ritmi e tempi di metabolizzazione.
      Sono abbastanza sicura che anche la rabbia mi abbandonerà al momento opportuno, quando sarò più forte e capace di perdonarmi, quando avrò capito meglio e di più e sarò in grado di accogliere una Babi tutta nuova.
      Per il momento non è così ma non voglio sentirmi in dovere di fare niente più di quello che mi sento – senza interrompere il contatto zero, la terapia i mille piccoli espedienti per gratificarmi ed allenarmi a mettere al centro me stessa per una volta, per questa volta- e ascoltarmi, credo lo abbia detto Lucia, a partire da esigenze di base, ho freddo, ho fame, sono vestita comoda?
      Banalità che noi donne impariamo a posporre a tralasciare, per rispettare standard imposti, curiamo il nostro benessere fisico e un pezzetto alla volta migliorerà autostima e umore il resto se ci concediamo tempo verrà da se.
      Un bacione a tutte.

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      1. Forse è questo, Babi: più che lui ancora non perdono me.
        Perché per quello che mi riguarda ho sempre saputo che carattere ho e di non potermi forzare in nulla: sono dovuta arrivare all’esasperazione vera, a pensare con ogni cellula che fosse un uomo di… anzi, nemmeno un uomo prima di riuscire a lasciarlo andare definitivamente, senza rimpianti e senza – soprattutto – tornare più indietro.
        Quindi il passaggio per me è avvenuto quasi un anno fa.
        L’avere ora prove certe della sua triangolazione in realtà dovrebbe lasciare le cose come stanno perché – diciamocelo – in fondo ne sono stata sempre certa. Certa delle sue bugie quindi e su che razza di mostro sia, rabbia e desiderio di vendetta dovrei averli avuti da prima.. e ci sono stati, ma poi sono passati, scivolando come lui nel nulla, in quelle cose su cui non puoi nulla salvo che prendere atto che sono accadute e non farle capitare più.
        Ma credo sia dura dover – in qualche modo nuovamente – accettare di aver subito tutto questo… oramai sono io, lui è e continuerò a difendermi affinché sia, sempre, fuori dai giochi.

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      2. Cara Device, credo che qui un po’ tutti siamo arrivati a toccare il doppio fondo prima di decidere che era arrivato il tempo di fare qualcosa per risolvere una situazione così insostenibile e dolorosa.
        Quello che voglio dire è che non sei tu ma il tipo di relazione che si vive con questo soggetti che ci portano a questo.
        Per me è stato identico, anche io non mi davo pace per aver fatto passare 6 anni prima di bloccarlo ed entrare in contatto zero assoluto. Quante schifezze ho sopportato? Tante, troppe. Ma non devi biasimarti per questo.
        Poi per la triangolazione, eh va be ma che ti importa ormai, hai le prove? Cosa cambia? Cambia la valutazione che avevi già di lui? Anche per me è stato uguale, ultimamente mi triangolava con la ex prima di me, è ritornato da lei come é ritornato da me una miriade di volte.
        Sai che ti dico, a me non importa un bel niente se sta con lei o no, non lo so è non mi interessa saperlo, peggio per lei che si è ripresa un uomo che l’ha sempre umiliata, tradita, usata, perché è con lei che stava quando mi ha conosciuto. Non dobbiamo perdonarci di niente, è stata una situazione ingestibile, che ha dell’incredibile e ciò che conta ora che siamo lontani da loro, l’importante è mantenere questo.
        Un abbraccio

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      3. Ciao Alma cara,
        no che non mi importa niente.. per me può triangolare.. anche esagonale guarda.
        Può stare con la ufficiale, con quest’altra… oltre a provare compassione perché sono persone che conosco non c’è altro, può andarsene con altre mille.
        Credo di essere entrata in crisi vendicativa perché mi sono sentita ancora più rabbiosa con me stessa avendo le prove di quanto ho sempre e comunque sospettato e poi creduto.
        E’ stato uno scossone e proveniendo da lui ovviamente non positivo.. solita zaffata di sterco.
        Un abbraccio a te.

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      4. Si Babi e proprio così…E un passo alla volta ci si riprenderà in mano la propria vita.. rimanendo sempre fedeli a noi stesse. Con la capacità e la voglia di amare ancora e di innamorarci..con una consapevolezza diversa. Cara Babi siamo insieme e ci teniamo per mano. E già una bella cosa. Un abbraccio

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    6. Carissima Device e carissimi compagni di viaggio,
      Vi ho letto in questi giorni e provo a rispondere alla domanda che pone Device sul sentimento di rabbia che spesso continua a essere dentro di noi anche quando ne siamo “fuori”.
      A tale proposito, io non credo di esserne fuori, so solo che mi impegno per essere ogni giorno più vicina al traguardo (cioè non pensarlo più). Ho l’impressione però che questo traguardo si sposti in avanti, ma non demordo.
      Faccio sogni assurdi in cui lui si aggira come uno zombie in sala operatoria nudo e con le gambe terribilmente gonfie e rigide (ti puoi immaginare come mi sveglio il giorno dopo); accetto con paura la proposta della terapeuta di iniziare a diradare le sedute (il che dovrebbe essere un buon segno e invece…); il quadro prende ogni giorno ancora più nitidezza e spesso sento di essere sul punto di urlare di rabbia, prenderlo a sassate alla prima occasione, spifferare tutto a sua moglie e che si becchi pure lei un po’ di m… (sì sempre quella bella donna che quando non sono posseduta dalla rabbia descrivo con garbo); lo insulto mentalmente dandogli dello sfigato di m…
      Alla fine di tutto ciò sono esausta e allora comincio la guerra con me col solito repertorio: “avrei potuto tagliare corto subito, mi è stato bene così, i segnali c’erano tutti” e avanti fino a esaurimento argomenti e anche di me stessa. Infine, rimetto insieme i pezzi e ritrovo la posizione eretta. Non so quanto dovrò ancora smontarmi e rimontarmi, ma ho imparato che in “officina” ci sono ogni giorno più attrezzi e la rabbia la uso per stringere con più forza certe viti ancora troppo allentate.
      Perdona questa metafora da autorimessa, quello che voglio dirti è che la rabbia ce l’ho sotto il primo strato di pelle, pronta ad esplodere, volendo. Ma tu ed io e tutti noi, vogliamo esplodere o preferiamo canalizzare quell’energia in altra direzione?
      Quell’energia che – come dice Claudileia – è testimonianza di vita viva e non di morte (possibile che ogni volta che penso a lui mi vengano solo immagini di morte?).
      Certo, quando nostro malgrado riviviamo esperienze che ci risucchiano per qualche minuto nel vortice, ecco che riemergiamo pieni di schifo e rabbia: ci siamo sporcati di nuovo, avevano lavorato così bene per pulirci e loro sono riusciti di nuovo a macchiarci. Allora anche a me scatta la rabbia verso me stessa, per non essere capace di risolvere un problema chiaro i cui termini conosco molto bene.
      Quindi avvito i bulloni di cui sopra. E mi dico che pretendere di guarire e pure presto è omaggiare tutti coloro che ci hanno sempre chiesto di essere perfetti e non hanno fatto altro che evidenziarlo quando non lo eravamo.
      Ebbene:
      Sento rabbia? Assolutamente e la cosa – a volte – mi rende pure simpatica
      Vorrei spaccargli la faccia? Assolutamente ma il contatto zero è molto più utile (e non mi manda in tribunale)
      Vorrei non pensarlo più? Assolutamente, infatti ci sto lavorando
      Vorrei guarire più in fretta? Assolutamente, ma devo accettare che non è possibile perché sennò non è credibile tutto ciò che abbiamo appreso sul nostro trauma
      Mi sento una stupida? Assolutamente, ma anche in grado di capitalizzare l’esperienza con np mentre lui è ancora a giocare a “stuzzicare le donne”. Quindi “stupida in evoluzione”
      Infine, cosa farei se una persona a me cara stesse come sto io? La abbraccerei, cuore a cuore, e le direi di avere compassione per se stessa e pazienza tutte le volte in cui la parola perfezione proverà a tormentarla di nuovo.
      Vi abbraccio tutti con affetto

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      1. Sul discorso sogni…Non preoccuparti perché io a distanza di mesi lo sogno ed è molto realistico. Per cui immagina. ..però anche vero che io ho una vita onirica molto forte. Del resto si …bisogna anche darsi tempo . Pretendere di guarire in velocità e senza passare attraverso il fuoco..la vedo dura…scorciatoie non ce ne sono. Un abbraccio

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  13. Grazie Claudileia, grazie davvero. Anche perché all’esterno quando racconti quello che ti accade o ti è accaduto le amiche, pur volendoti bene, ti dicono: “fossi stata io l’avrei già spedito da un pezzo, come fai a farti trattare così, non vedi che persona è, con me non ci sarebbe riuscito”. Queste frasi non sono di aiuto perché sono meccanismi difficili da spiegare e qui invece tutti voi sapete benissimo, purtroppo aggiungerei, di cosa stiamo parlando.
    Non auguro manco al mio peggior nemico quello che ho vissuto e che vivo, di come la tua autostima viene erosa giorno per giorno, di come vivi per una briciola d’affetto, di tutti i momenti in cui ti chiudi in te stesso e di come perdi il gusto delle cose più semplici e ce ne sarebbe da elencare (meno male che tra me e lui non ci sono stati situazioni di intimità). Non provo però rabbia nei suoi confronti, l’ho solo lasciato andare…
    Grazie grazie

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    1. Rispondi loro che nelle situazioni, bisogna trovarcisi. La gente fa presto a parlare quando non vivono le cose sulla loro pelle, poi vorrei proprio vederle … Tutte con le palle..ma per favore.
      Ti capisco, anch’io, mi ci sono trovata più di una volta, anche con amiche vere.
      Non fa piacere.

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      1. Purtroppo ragazze credo che se non ci si passa non si possa avere la percezione di quanto si è legate a doppio, triplo filo.
        Questo non vuol dire che chi ci ascolta ci debba giudicare ma anche io se non lo avessi passato avrei faticato a capire l’annientamento che si subisce. Non per niente ho trovato comprensione al 100% solo qui.

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      2. Sì ma al dei rapporti tossici, del doppio filo con sto personaggi, io ne ho viste poche tenere il punto e salvaguardare a tutti i costi la propria dignità. Sono cose che si imparano con il tempo e l’esperienza, a volte, e comunque, anche se non ci sei passata, la frase Io al posto tuo la trovo sempre fastidiosa e poco veritiera. Ripeto, si fa presto a parlare da fuori.. parafrasando sempre il mitico De Andre “…si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio …”

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  14. quanto è vero tutto quello scritto….a parte qualche punto li ho vissuti tutti quei momenti negativi…..tornava e andava via….è tornato anche ultimamente ….il solito vigliacco che quando lo metti alle strette scappa…ultimo messaggio…SARA’ DURA, HAI RAGIONE SU TUTTO MI RASSEGNERO’ e dopo un’ora me lo sono trovato a lavoro e giù casa…..poi silenzi x gg aspettava che la stupida ci cadesse….ed io ci cadevo ….le scatole??? riempirei solo quella nera…perc sonostata troppo debole con lui….anche se un po’ di forza l’ho trovata….e sinceramente non mi fa più nulla ne il suo allontanamento ne le sue cattiverie…perc pensava di trattarmi ancora come se fossi il suo oggetto…non vi racconto gli auguri di Natale quanto c’e’ di più umiliante….purtroppo la mente non si libera del tutto.

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    1. Cara Ilaria, non credo tu non abbia nulla da mettere nella scatola rossa, in primis hai l’empatia e poi sono sicura che hai tante altre qualità ☺

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  15. Leggervi fa sempre cosi’ bene,soprattutto in giornate come queste, dove i ricordi si fanno piu’ vivi e dove la voglia di sentirlo, anche un secondo ,ritorna.A volte mi detesto da sola,perche’ nonostante tutto, mi viene da pensare che un anno fa ero all’estero con lui e comunque mi sentivo viva…Avevo voglia di farmi bella,di comprarmi cose nuove e mi sentivo felice.Certo,idealizzavo tutto,perche’ se devo essere sincera di cosi’ bello, non c’era un granche’:io che pagavo tutto,io che dovevo organizzare tutto alla perfezione(e ci riuscivo) e alla fine, se ero davvero brava,un bacio sulla guancia me lo dava! e mi diceva pure grazie!per poi dopo poche ore magari rifiutarmi sessualmente perché doveva stare al telefono…anche se eravamo nel posto piu’ romantico del mondo.Il giorno dopo si riniziava tutto,io che annaspavo per paura di non farcela,per paura di non farlo sentire come un re e mi sentivo sfinita,perche’ davvero avevo paura di non dare mai abbastanza.lui che non era mai soddisfatto,come un bimbo capriccioso,non lo diceva sempre apertamente ma glielo si poteva leggere sul volto.Una volta mi disse pure, che era evidente che da quando lo conoscevo, la mia vita era cambiata in meglio e io ci credevo e ringraziavo Dio di averlo con me.Poi mi ritrovavo sola,a casa, a pensare che nel giro di pochi mesi gli avevo risolto un sacco di problemi,mentre lui l’unica cosa che aveva saputo fare divinamente era stata prosciugarmi le energie e anche il conto!Se lo guardavo bene era davvero piccolo,anche se si dipingeva come un re.Non so quindi cosa mi manca,forse proprio quel bel film che mi ero immaginata,con noi due come protagonisti.Mi arrabbio con me,perche’ quando ripenso a quel film,mi manca e faccio cose assurde,come andare a cercare su Google maps la sua strada,per rivederla e sentirmi piu’ vicino a lui.Pero’ continuo con il no contact e passi falsi non ne faccio.Mi auguro di dimenticarmi tutto,perche’ certe persone se si ha la sfortuna di incontrarle,complicano solo l’esistenza.Certo ora la mia vita,mi sembra piatta e insignificante,ma magari tra qualche mese capiro’ che solo essermi liberata di lui,è uno di quei traguardi meravigliosi che ho raggiunto!Lo auguro a me e a tutti voi.Vi abbraccio e vi ringrazio di esserci.

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    1. Cara Michelle mi dispiace tanto leggere quanto hai fatto per il tuo np e come sia stato capace così bene di “prendere” tutto quel che poteva ma di non averne mai abbastanza….
      Guarda…leggendo della tua vacanza ho pensato al mio secondo narcisista che a Natale é stato andato all’estero con la sua donna…ovviamente quando l’ho saputo non posso dire di esserne stata felice e li ho immaginati felici mano nella mano a godersi il luogo ecc. ecc….. mentre con grande probabilità si sarà comportato come il tuo ex la vacanza l’avrà voluta e organizzata lei e forse anche pagata, visto che lui non lavora stabilmente.
      Quando più mi ha cercata per farmi gli auguri di buon anno e gli ho chiesto se avesse passato delle buone feste mi ha detto “insomma…ni”….cioè…chiaramente sta vacanza non ei stata per lui così bella eppure se l’è fatta. Ecco, io mi chiedo quanta pazienza ci vuole per tenersi accanto dei tizi del genere….
      Credimi…non hai perso nulla. Probabilmente quando era al telefono e t rifiutava stava chiacchierando con la tipa segreta e mettendosi d’accordo per vedersi al rientro del vostro viaggio…so che sono cose brutte da dire ma purtroppo (io ne sono la prova) loro fanno proprio così!
      Un grosso abbraccio

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      1. Bè, cara Spirito.. il Nì è d’obbligo per riuscire a tenerci ancora agganciate.
        Il mio bello faceva / fa di peggio: ovvero organizzare qualche uscita (perché di vacanze vere non se ne parla, non ho mai capito perché) con l’ufficiale in posti in cui io sono stata precedentemente e dei quali gli ho parlato. Certo “non dipende da lui la meta” quando gliel’ho fatto notare o “andarci con me sarebbe stato tutt’un’altra cosa”… ma tant’è.
        Ridicolo. E basta. Come gli ho spesso detto alla fine.

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      2. Si Device infatti sono tirchissimi e spendono solo se devono conquistare una…una volta presa o si fanno pagare i viaggi o scelgono di non andarci nemmeno…
        Io non ho creduto a quel “ni” rificolo…figuriamoci, con me questi giochini non attaccano…chiarmente ha cercato di minimizzare la cosa ma prima ci ha tenuto a dirmi che a Natale non aveva potuto mandarmi gli auguri perché appunto si trovava in vacanza con la donna la quale secondo il suo dire lo controlla maniacalmente ecc. ecc…si sono falsissimi….per fortuna ho ben chiaro chi è. Un abbraccio

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      3. Ahah “non aveva potuto mandarmi gli auguri perché appunto si trovava in vacanza con la donna”…
        No che non sono mica abili contorsionisti quando si tratta di massaggiare di nascosto o fartela sotto il naso.
        A questo proposito mi viene in mente una volta in cui eravamo a cena insieme e lui è stato colto da una terribile cistite credo… a ogni portata andava a fare pipì… e la mia stupidità di arrivarci solo dopo mesi cosa andava a fare!
        Oppure altro episodio comico – e lì si è reso veramente ridicolo – quando per giustificare una sua mancanza nei miei confronti ha inventato una storia assurda di dissenteria improvvisa.
        Ecco, al cesso tutta la vita dovrebbero marcire.

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      4. Assolutamente Claudileia…quello che li rende davvero ridicoli e anche offensivi non sono tanto le scuse pietose ma la loro convinzione che siamo così stupide da credere loro. Eppure in certi momenti tutte siamo cascate nella loro rete di menzogne, perché umanamente non si può credere che possano mentire cosi spudoratamente e come dici tu, in modo così infantile. La più grande balla che mi è stata propinata, (e alla quale non ho mai creduto), è stata quando np1, dopo una delle sue “fughe” mi ha ricontattata dicendomi di essere stato in vacanza nel Mar Rosso con una sua “carissima amica” che era stata lasciata dal fidanzato poco prima delle vacanze ma siccome ormai aveva prenotato il viaggio e non voleva andare sola ha chiesto a lui di accompagnarla….e ovviamente hanno dormito in letti separati….
        Ma chi ci crede a una cosa simile??
        La cosa ridicola è che lui mi ha cercata proprio mentre era in vacanza con questa sua “povera” amica piantata dal fidanzato.
        Chissà come mai.
        Forse a letto la cara amica é stata una una delusione?
        Vanno tutti kn vacanza con amiche e fidanzate e poi cercano me.
        Ma che vadano tutti a quel paese guarda😄

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      5. Guarda, il “must” è quando trovano un’amica, poverina, che ha un appartamentino che non riesce proprio ad affittare e quindi… visto che è vuoto, perché non andare a fare un riposino ogni tanto, rigorosamente da soli, visto che lei è tanto buona e cara da mettere a disposizione le sue chiavi? E perché non trovare un’altra amica che non conosce nessuno in città, e che ha un marito molto malato che deve visitare in ospedale tutti i giorni… Ecco, e perché non accompagnare questa povera donna disperata e innamorata a far visita al suo amore morente, giacché lo ama così tanto? Non è invidiabile il sentimento che prova per lui? Come faccio a non aiutarla? Allora ti pianto e accompagno la mia povera amica in ospedale per mesi, ok? Dettaglio: il marito era morto da anni! Cara Spirito Libero, ciò che emerge da questo tipo di situazione e da tutto ciò che mi arriva da voi e altrove è l’innata tendenza allo sfruttamento emotivo e economico di questi individui. Ecco, resto sempre basita del loro parassitismo esistenziale. Pensa al vuoto cosmico che devono provare quando non fanno questi giochetti! Per inventarsi tutte queste situazioni limiti, PENSA AL LIVELLO DI NOIA! Magari andassero tutti a “quel paese”, ma temo che nemmeno gli abitanti di “quel paese” hanno voglia di aver codesti individui per compaesani. Figuriamoci se pagherebbero le tasse! Farli fuori dalle nostre vite è già tanto di guadagnato. Notte a voi! Abbracci collettivi!

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      6. Sottoscrivo in pieno Claudileia…la noia mortale è il filo conduttore di queste misere esistenze, usano le persone per questi pietosi triangoli solo per sollazzarsi…come dici tu nemmeno a quel paese li vorrebbero e come ha scritto Device l’unico posto degno di loro é un gabinetto. Abbracci e buona notte🌸

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      7. Hahaha Device la scusa della cistite del tuo ex np per assentarsi é veramente geniale nella sua penositá😂
        Ma infatti quella di np2 è stata una scusa ridicola…ci sono mille modi di mandare un messaggio anche se sei con un’altra persona, mica uno può starti addosso 24h…che dire…sono ridicoli guarda, soprattutto quando si incartano con queste scuse senza senso. Io ho preferito lasciar perdere il discorso….é stato pietoso vederlo tornare con la frase “Buon anno mia compagna di tresche”……😅No comment.

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    2. Sono sulla tua stessa lunghezza d onda e capisco sensazioni che sento anche io. Purtroppo credo che noi siamo innamorate dell amore perché ne abbiamo bisogno. Non della persona ma dello stato dell innamoramento . Un abbraccio

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      1. Si cara Mirna sicuramente quello che lega sono le sensazioni che si provano, io provavo euforia prima di un incontro, come un drogato davanti alla dose. La persona é solo il tramite….pensiamo di esserci innamorate di qualcuno in realtà lo siamo solo di quello che suscita in noi….quando ci fanno sentire desiderate, uniche ecc…per chi come noi ha bisogno di qualcuno che ci “guardi” perché quello sguardo d’amore ci é mancato. E per un pò hai questa illusione….di qualcuno che ti “vede” ma in realtà sta solo rispecchiando sé stesso in te ed esiste grazie ai tuoi occhi innamorati.

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      2. Sottoscrivo, cara Spirito: “pensiamo di esserci innamorate di qualcuno in realtà lo siamo solo di quello che suscita in noi”. A me erano proprio le attenzioni continue e l’essere messa sul piedistallo così, perché ero io, che mi ha conquistato. Il suo love bombing mi ha letteralmente messo due fette di prosciutto, anzi due fiorentine sugli occhi. Sono andata contro me stessa e contro i miei principi, per questo a volte penso anche di essermelo meritato. Penso però anche che se avessi tenuto fede a me stessa non riprendendolo dopo aver saputo che c’era una compagna ufficiale non avrei – è vero – vissuto tutto lo schifo che ho vissuto ma sarei morta dentro.. per il rimpianto di aver rinunciato a quello che credevo l’uomo della mia vita.
        Che dire, tutto serve e ora farsi una bella risata ripensando a quando – mentre mi stava lasciando ed io ero in lacrime – mi ha porto una caramella come se mi stesse dando un solitario (ebbene sì) è una delle più grandi soddisfazioni che posso avere.
        “Io sono tutto e tu non sei un c….!”
        E stavolta è vero, caro mio!

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  16. Io sono arrivata al punto di dovere impormi di stare lontano all’uomo che credo un narcisista per sopravvivere. Ormai mi ero completamente persa: nn ero più la donna di prima. Ho pagato questa storia a caro prezzo e ora ogni giorno che passa x me è una vittoria.
    Ho conosciuto quest’uomo qualche anno fa; lui è molto più grande di me, come dice lui “libero” e io invece no. Io mi sono innamorata di lui poco alla volta, anche se già all’inizio c’erano tanti segnali che la ns era una relazione sbagliata da parte di entrambi: io che x avere un po’ di amore mi sono accontentata anche di briciole e lui con dei gravi problemi mentali, insomma una bomba. Io sono arrivata al punto di essere disposta a mandare all’aria tutta la mia vita per lui, ma anche in questo è stato un vigliacco, perché quando gli ho detto che volevo di più dalla nostra relazione lui è sparito….
    Io ho vissuto tutte le fasi descritte negli articoli, compreso la violenza verbale e psicologica, e la cosa peggiore con lui ho tuo rivissuto l’esperienza dell’abbandono.
    Ora che ho messo le distanze mi rendo conto anche del diverso significato del silenzio: il mio è un no contact per sopravvivere per cercare di andare oltre a tutta questa sofferenza, mentre il suo è un silenzio di scarto.
    Un giorno parlando con la mia psicologa di quest’uomoi ha detto una frase che mi ha fatto molto pensare: lui nn riesce ne a stare dentro una relazione ne a starne fuori. Che tristezza!!!!
    Ora scrivendo mi rendo conto questa è stata una delle grandi differenze tra noi: io l’ho amato e gli ho semplicemente chiesto di vivere un rapporto tra un uomo e una donna e anche ora sto cercando di andare avanti avendo rinunciato a questo rapporto perché impossibile, mentre lui nn è in grado di amare.
    Grazie, perché sto comprendendo che nn siamo le sbagliate, anzi noi sappiamo provare dei sentimenti, al contrario di loro che sono vuoti.

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  17. Mi correggo: è sparito per poi ricomparire a suo piacimento. Circa due mesi fa, quando forse ha capito che nn ero più così malleabile mi ha persino importunato sul posto di lavoro, ha tentato di triangolare attraverso la mia psicologa e tanto altro.
    Io, per cercare di spezzare quel filo che mi ha legato a lui, ho cominciato a dare un significato a tutte gli avvenimenti che sono accaduti tra noi negativi, e nn nascondo che mi rendo conto che per me sono stati tanti traumi.

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  18. Device e spirito libero il concetto che abbiamo compreso non è una cosa da poco e ci fa capire quanto è grande e immenso il desiderio di approvazione , l esigenza adrenalinica,l essere amati e corteggia te…eh cara Device credimi anche se andavi via prima soffrivi ugualmente..Io che con np2 l ho fatto non è stato meno doloroso…anzi mi è rimasto il dubbio dopo mesi di love bombing che avrei dovuto chiarire ulteriormente. Non ho voluto .forse appunto la storia precedente mi aveva insegnato o forse è bastato un segnale inequivocabile per capire che rientrava in queste dinamiche . Indulgenza zero per me. Per cui Device stai tranquilla tu sei consapevole di aver fatto tutto il possibile e oltre come avevo fatto io nella storia precedente per 5 anni tra tira e molla. Non mi stancherò mai di ripetere che già capire alcuni concetti e una grande presa di coscienza per tutte noi. Un abbraccio

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    1. Buongiorno Mirna cara,
      probabilmente hai ragione, una volta incontrati sei segnata e, come dice Spirito, una mente normale e non preparata a questi individui abbocca a ogni amo che viene lanciato perché mai e poi mai si potrebbe immaginare tanta crudeltà gratuita.
      Che dire… continuo nel percorso e spero di non incorrere ancora in elementi di tossicità, ma se ce ne fossero so come affrontarli.
      Ho rivisto la luce, dopo il buio di questi giorni, grazie alla forza che ho maturato e soprattutto a Claudileia e tutte voi, sempre di supporto e a strappare una risata…
      Proporrei una pagina dedicata alle cavolate che ci hanno propinato, così, tipo una pagina di barzellette da consultare quando ci si sente giù.
      Un abbraccio forte a tutte/i ❤

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  19. Per spirito libero
    E svaligiato la casa nel vero senso della parola. Oltre che la mente. Ancora oggi il dubbio di cose d oro che sono scomparse magicamente senza spostare un millimetro ancora ce l ho…si e precipitato a casa mia alle 11 di sera tutto preoccupato forse voleva vedere lo stato di confusione nel quale mi trovavo. Il giorno dopo arriva con regali ,anello ecc ecc non d oro ovviamente. Ma nei syoi occhi io quella sera ho letto qualcosa di strano …comunque stop al pensiero ormai l oro non ce più…😂

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    1. Continuo anche io a tenermelo come dubbio….anche se so essere una certezza.Stessa identica dinamica con il mio primo np.Mi fa venire i brividi rileggere la tua storia,sembra la stessa persona.

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  20. A proposito di cavolate che ci hanno propinato: una volta mi disse che in famiglia suo padre lo voleva nominare tutore dei suoi due fratelli (due persone in perfetta salute)…tutore lui!!!! Cose da pazzi…non una palla qualsiasi un pallone aerostatico!!

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  21. Cara Cla, grazie per avermi linkato questo articolo del blog.
    In maniera forse più elementare già ho fatto questo esercizio. Ho una cartella sul mio cellulare in cui conservo video (purtroppo solo da novembre 2017) in cui parlo, in preda alle lacrime e al dolore, di quanto mi faccia sentire male questa storia.
    Ogni volta che ci litigavo mi erano utili quei video per farmi stare un po’ meglio.
    Poi avevo una cartella con altri video “di rinascita”.. ma pochissimi rispetto alla cartella del dolore.
    La verità è che anche questi video hanno perso la loro efficacia a volte.. perché io stessa mi sono sentita ridicola per essere tornata da lui.
    Una volta una mi amica con estrema crudezza mi giudicò per questa relazione dicendomi che ero diventata una stupida che non vedeva l’ora di farsi “svaginare” da uno stronzo. Fosse stato così banale, non sarei qui adesso. Però esternamente sono apparsa così banale e cogliona.

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    1. Cara Olga, non dare retta a coloro che non comprendono il tuo vissuto perché perpetrano inconsapevolmente il danno che hai subito diffondendo luoghi comuni. Sì, cercano di farlo “per il tuo bene”, ma ottengono l’effetto opposto: farti vergognare ancor di più. L’unica vergogna concessa è quella di averci precluso la conoscenza. Ora non è più così!

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