Narcisisti perversi, successi, soldi e donne: la Caporetto travestita di gloria

Le donne indimenticabili nella vita di un narcisista perverso sono coloro che non l’hanno voluto oppure che non è riuscito a conquistare. Una compagna di vita e di battaglia è troppo alla mano per essere all’altezza delle donne capaci di rifiutare i suoi doni vampireschi.

Le donne ritenute dagli altri le “migliori” che abbia mai avuto non sono considerate le migliori da lui, anzi, sono ritenute poco intelligenti per averlo creduto. Ecco perché il soggetto n.p. inferisce ancor di più sulle donne che lo credono, perché credono al ruolo che lui ha deciso di rappresentare in quel momento.

I narcisisti perversi, essendo bugiardi patologici, amano essere creduti. Tuttavia, quando ciò accade le persone diventano automaticamente indegne del loro “rispetto”, perché ritenute poco sveglie.

Quando ci dedichiamo a questo tema impariamo a osservare meglio le dinamiche relazionali. Anche una semplice sosta al bar per un caffè diventa un ambiente privilegiato per comprenderle meglio.

Molti n.p. usano il denaro come parte della seduzione, perché nella loro testa i soldi sono necessari per ostentare la sicurezza “che tanto piace alle donne”. Appartiene alla strategia di conquista della donna far buona impressione sfoggiando una situazione finanziaria, oppure uno “status” fuori dalla loro realtà. Soprattutto quando non sono in una condizione economica favorevole, oppure quando non hanno avuto l’auspicato riconoscimento nella loro professione  e/o posizione sociale desiderata, i narcisisti perversi evadono ostentando ciò che non possiedono, non sono e non fanno.

Parliamo di persone che non misurano gli sforzi per sostenere un’immagine di prosperità e di successo, anche con enormi difficoltà. Alcuni amano regalare qualcosa alle donne che vogliono conquistare, altri si dimostrano avari e materialisti, anche se inizialmente erano la generosità fatta persona. L’importanza che danno ai soldi è intrinseca nella loro personalità.

Nonostante i soggetti n.p. sembrino trovarsi in posizioni professionalmente elevate grazie alla loro dedizione e/o talento, buona parte di loro presto passa dalle stelle alle stalle. Tendenzialmente riescono ad arrivare a livelli molto alti, dopodiché subentra il declino per i più svariati motivi. La causa principale sta nell’impulsività di questi soggetti, incapaci di dimensionare i rischi di forma adeguata. Conseguentemente pianificano la loro vita di modo megalomane e scellerato: riflettono poco, ma pensano alla grandissima! Tutto desiderano, ma di modo immediato, senza la pazienza e la costanza di attendere lo sviluppo definitivo degli affari e dei progetti che s’impegnano di portare avanti in un primo momento.

Uso la metafora del pozzo di petrolio: è come se s’impegnassero nello scavare un pozzo di petrolio potendo contarci con una sola pala che viene condivisa con altri due soci. Un’impresa immane, sproporzionata per le loro forze, ma ci credono talmente tanto da impiegare tutte le loro energie nello scavo. A metà strada, però, qualcosa accade. Subentrano la noia, la stanchezza o la pigrizia, le incomprensioni tra i soci, i dubbi sull’effettiva esistenza dell’oro nero in quel preciso punto del deserto e l’impressione di fare una fatica inutile, di sprecare la propria vita rincorrendo “qualcosa che forse non c’è!”. Un soggetto normale va avanti comunque, si auto convince della validità dei suoi sforzi e cerca di sorvolare sulle incomprensioni tra i soci perché sicuro sui dati che ha in mano, avendo pianificato con cura ogni dettaglio dell’impresa. Il narcisista perverso, invece, cosa fa? Sabota il progetto seminando zizzania tra i soci, perché a quel punto ha già partorito un’altra idea ugualmente “avvincente”.

La maggior parte degli n.p. riflette poco sui costi impiegati per mantenere magari una famiglia, le amanti e le gite, le spese con dei ristoranti, alberghi e viaggi. Questo perché non hanno abbastanza responsabilità per equilibrare piacere e vita professionale. La mancata costanza fa sì che loro successo professionale raramente si mantenga nel tempo.

L’intelligenza che possiedono per razionalizzare determinate situazioni, creare strategie,  vendere le loro idee, persuadere e sedurre una platea interessata, offre loro la possibilità di iniziare progetti professionali che presto danno risultati positivi. Tuttavia, ai primi ostacoli, l’energia necessaria per sorpassarli viene “misteriosamente” a mancare per mancanza di rifornimento umano e di capitale.

È nell’apice del fallimento e della frustrazione che lo psicopatico/n.p cerca disperatamente l’evasione attraverso il corpo delle donne.

E così, disposto a sperperare ciò che non ha pur di ottenere tali corpi – a pagamento oppure no – egli marcia allegramente verso il fallimento, naufraga nei conti in rosso, abbraccia la bancarotta,  annega nei prestiti con dei tassi esorbitanti, pretende soldi dagli amici e/o parenti, aumenta la morsa dello sfruttamento economico dell’eventuale compagna di vita fin troppo accondiscendente, parassitandola fino ad intaccare il personale patrimonio di lei.

Ci sono, certamente, soggetti n.p. che non raggiungono mai l’apice della carriera, riconosciuti più per la parsimonia o la avarizia che per la generosità.

Buona parte, però, pur di far colpo sulla nuova preda non bada a spese – mentre sfrutta economicamente le altre donne del giro pur di risparmiare i soldi necessari per impressionare la nuova!

Che ci crediate o meno, i narcisisti perversi sono predatori compulsivi quotidiani nella conquista di “rapporti affettivi”, essendo ossessionati dall’idea di portarsi a letto il maggior numero possibile di donne. Ci sono due spiegazioni possibili per questo tipo di  comportamento sessualmente bulimico:

  1. Si tratterebbe di una forma di aggredire le donne restando impuniti, una sorta di vendetta subconscia. I soggetti narcisisti perversi sarebbero consapevoli della propria inadeguatezza nei confronti delle donne, tanto è vero che raramente le loro fantasie sessuali includono donne normali, con dei comportamenti reali. Ecco perché molti n.p. lasciano a desiderare sessualmente. Quando la scissione tra la donna di carne ed ossa che hanno di fronte e le immagini della propria fantasia è totale, i problemi erettivi sono sempre in agguato. La soluzione non è affatto semplice, poiché le fantasie sessuali di un soggetto n.p vanno a braccetto con il suo carattere perverso. La bellezza della donna conta ben poco in questi momenti perché a prescindere della partner un soggetto n.p. fa sesso esclusivamente con se stesso. Questo perché è quasi sempre frustrato con le dimensioni del suo pene oppure con la sua erezione, concentrandosi su questi due particolari.
  2. La seconda spiegazione sta nel soddisfacimento dell’Ego. I narcisisti perversi si sentono vincenti quando ingannano le persone simulando un rapporto affettivo. È interessante osservare che nonostante la grande esperienza vantata con le donne, a sentire le loro prede arriviamo alla conclusione che raramente hanno avuto a che fare con dei bravi amanti. Questo perché buona parte del tempo trascorso a letto lo passano concentrati su loro stessi, sull’erezione che cercano di mantenere a lungo per una specie di scommessa personale. D’accordo, molti uomini comuni agiscono così, tuttavia, negli n.p. la faccenda è molto più accentuata. Soltanto nei rapporti con gli uomini comuni esiste una sana reciprocità, la ricerca del piacere di entrambi. Per un narcisista perverso l’obiettivo finale di ogni suo rapporto sessuale è sfidare i limiti del suo corpo, liberarsi da un bisogno, “assaggiare” una nuova preda per sentirsi capace di conquistare l’ennesima… La donna con chi sta è soltanto un dettaglio, ma sa dissimulare abbastanza bene.

A questo punto possiamo concludere che quando uno psicopatico/narcisista perverso penetra la donna egli si sente dominante, sovrano e intriso di potere. E quando riesce a farlo senza alcun tipo di precauzione, alza il suo immaginario trofeo energetico: è la dimostrazione di aver ottenuto la totale fiducia della malcapitata!

È ironico costatare che tali soggetti – che oscillano dalla mancata bravura a letto al ridicolo atteggiamento meccanico da pornostar! – abbiano tante donne disposte a lottare fra di loro pur di averne o conservare uno pseudo rapporto amoroso.

Cosa si scatena nella mente di queste donne? Ecco una domanda interessante. Due sono gli elementi  fondamentali da prendere in considerazione quando riflettiamo su questo fatto. Anche se vampirizzano l’energia sessuale altrui, a volte senza riuscire a soddisfare le loro partner, i soggetti n.p. sanno trascinarle dove vogliono grazie ai meccanismi della seduzione di cui abbiamo parlato qualche riga prima.

Il secondo aspetto è che hanno l’accortezza di scegliere donne empatiche che non sono alla ricerca del sesso “tanto per”, ma di un uomo da amare – e gli psicopatici/n.p. sanno vendere molto bene l’illusione dell’amore! Sono donne che credono di aver trovato l’amore vero, duro e puro. Solo così il sesso diventa un elemento secondario, perde l’importanza nei confronti dell’immensità dell’amore promesso da questi individui. Ossia, molte delle prede semplicemente tollerano la loro condotta sessuale, la superficialità nei modi e la sbrigatività,  nella speranza che la loro sopportazione serva a salvaguardare un bene maggiore: l’amore.

Le donne opportuniste e menefreghiste, fredde o sprovviste di empatia non interessano allo psicopatico: troppo prese da se stesse per riverirlo!

Molte delle prede riferiscono di essere rimaste legate a queste persone per anni non per ciò che accadeva durante l’atto sessuale, ma per l’emozione di sentirsi in intimità con la persona che credevano di amare, oppure per l’attrazione che fisicamente provavano per loro.

Che i soggetti n.p. sappiano qualcosa in più sul sesso e sulle donne grazie alla loro promiscuità è un mito duro a morire. Sono sì, grandi esperti nei meccanismi della manipolazione delle virtù e dei difetti delle persone, cosa assai diversa.

38 pensieri su “Narcisisti perversi, successi, soldi e donne: la Caporetto travestita di gloria

  1. Quanta tristezza e quanto dolore a leggere quello che scrivi Claudileia.
    l’intimità con lui non c’era. .. rapporti sessuali rigorosamente al buio e meccanici privi di tenerezza e complicità. Persino falsi argasmi da parte di lui convinto che non me ne accorgessi… evidentemente pensava che io fossi veramente stupida…e invece non gliene parlavo per non ferirlo, mentre io invece mi sentivo frustrata pensando di non essere all’altezza di soddisfare il mio uomo.
    Quanto dolore e quanta rabbia mi porto ancora dentro….
    Usata … usata..usata…questa la parola che mi martella l’anima.
    E non mi consola pensare che sarà così con ogni altra donna, perché 20 anni di vita li ha sottratti a me…
    Certo quando penso alle sua oramai disfunzione erettile me ne compiaccio, ma è ben poca cosa rispetto alle rabbia che provo non solo nei suoi,ma anche nei miei confronti…come ho potuto permettergli di accostare il suo corpo al mio, come ho potuto dargli i miei soldi, come gli ho potuto permettere di farmi sentire stupida e ignorante. Perché non gli ho dato un calcio nel sedere la prima volta che ha criticato i miei figli e i miei parenti oppure quando con ironia mi riducolizzava davanti a familiari e amici…
    Quanta amarezza !!!

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    1. Carissima Luisiana, le tue parole vengono dal profondo. Sei in una fase di transizione tra la vergogna (“come ho potuto?”) e l’auto perdono (“mi perdono per aver amato”). Quando amiamo una persona o crediamo fermamente di amare le decisioni che prendiamo non sono dettate da valutazioni e calcoli, ma dal desiderio di fare stare bene l’altro (“se lui si sente amato tutto cambierà, si comporterà diversamente!”) e di consolidare il rapporto con tutti i mezzi a nostra disposizione, anche economici. Cara Luisiana, amare non è un peccato. Perdonati perché non sei la sciocca, l’ingenua, la stupida o tutto ciò che in momenti così critici crediamo di essere. Soltanto chi non prova dei sentimenti può iniziare un rapporto senza donarsi al 100%. Tu non potevi sapere che il comportamento intimo del tuo (fortunatamente) ex marito era una caratteristica della sua personalità disturbata, uno esercizio ginnico che nulla aveva a che fare con il sesso. Certo che non ci rincuora sapere che la prossima preda subirà il medesimo trattamento (o peggiore!) appena svanito l’effetto novità. Ci rincuora sapersi vive e in salute, pronte per trascorrere il resto della nostra vita lontane da loro. Invecchiare accanto a questi individui, subendo giorno dopo giorno le loro angherie e svalutazioni è la pena più umiliante che una donna può concedersi. Un abbraccio fortissimo!

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    2. Cara Luisiana ho vissuto la tua stessa esperienza,identica. Oggi è un mese che è andato via e sto iniziando a realizzare che effettivamente respiro, sono libera di muovermi in casa come e quando voglio,libera di indossare ciò che mi piace,libera di chiacchierare con chi mi pare,libera dalla sua angoscia,dalla sua tristezza e dalla sua costante rabbia,libera dalla sua violenza …libera dalla paura che qualunque cosa io dicessi o facessi potesse scatenare la sua ira e la sua cattiveria. L’unica nota positiva è che grazie a questa esperienza ho capito che ho bisogno di aiuto,che se ho permesso ad una persona di farmi trattare così,significa che devo lavorare un po’su me stessa. Mi rattrista il fatto che lui non sarà mai felice,sereno,a causa di questo suo disturbo,ed io avrei voluto vederlo sereno,lucido…invece ho conosciuto un contenitore vuoto e buio che da folle ha tentato di riempirsi attingendo alla mia luce…. . Un abbraccio affettuoso a tutte le donne che vivono situazione come queste..solo chi le vive può capire . Coraggio!

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  2. La donna perversa ha l’aggravante di usare e abusare del suo presunto istinto materno trattando la sua preda IN UN PRIMO MOMENTO come un cucciolo bisognoso fuori dal letto. In questo senso, se ha più potere economico di lui lo vizia (per poi ricattarlo e rinfacciarlo alla prima occasione). Non avendo dei sentimenti da dare, può soltanto pretendere cose come servilismo e dedizione assoluta dal “suo” uomo. La gestione dei soldi può essere complessa e altalenante come nel caso degli uomini n.p., tuttavia, la stragrande maggioranza delle donne perverse finge di aver bisogno della protezione dell’uomo per sentirsi sicura e quindi economicamente lo sfrutta per i suoi capricci: viaggi, gioielli, vestiti e ristoranti costosi, facendo passare il tutto come un suo assoluto bisogno, inculcando nella nuova preda che gli altri uomini avuti in precedenza la facevano sentirsi una principessa. Sono donne molto spietate nell’uso della triangolazione: sanno perfettamente come “castrare” un uomo, facendolo sentirsi un essere inferiore, un fallito. Quando mollano un uomo (e sono quasi sempre loro a mollare!) rinnegano tutto ciò che hanno dato: se sessualmente sembravano libere e senza tabù, pur di tenere legato un uomo economicamente benestante attraverso il solo sesso, affermano di essere state raggirate e costrette da lui a fare ciò che non volevano. È la classica donna che in sede di separazione si inventa abusi sui figli.

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  3. Il mio adorava il suo membro. Me lo mostrava sempre come una reliquia e mi teneva costantemente aggiornata su quanto si era eretto durante il giorno e sulla quantità di liquido seminale e la potenza in uscita che otteneva durante le sue sedute in solitaria.
    A parte i primissimi tempi in cui bene o male c’era un po’ di fantasia e ci si guardava negli occhi, non curandosi mai comunque delle richieste che gli avevo fatto riguardo a come mi piaceva che mi toccasse determinate parti, in brevissimo tempo è passato alla posizione che diceva preferire, ovvero girata su un fianco, in modo che potessi essere chiunque e a volte se non spesso mi raccontava storielle incestuose e perverse per eccitarsi. Alla fine c’era sempre il commento sulla qualità dell’orgasmo (suo) ottenuto e naturalmente il controllo del liquido seminale. Io scambiavo tutto questo come una speciale complicità sessuale con me, compresi i racconti di ogni tipo di esperienza: trans, rapporti con uomini nei boschi, ragazzini adescati su siti per incontri, pornostar, serate in bordelli dove lui diceva di non consumare perché al massimo erano le prostitute a dover pagare lui perché troppo figo rispetto agli sfigati degli amici con cui ci si recava, oltre ad episodi di sessualità infantile già segno di un disordine che lo accompagna da tutta la vita e che si è poi evoluto in altre esperienze di vita ai margini della società.
    Un fallito con un lavoro umile ma ben pagato con altre forme di guadagno ai limiti della legalità e qualche soldo in banca frutto di eredità. Macchine, moto, vestiti, viaggi, ristoranti e alberghi costosi erano le uniche cose che lo interessavano.
    Io non apprezzavo queste cose e con me aveva cambiato look in tutto per irretirmi, ma in ogni caso aveva fatto di tutto per convincermi che non dovevo preoccuparmi di niente, che non serviva che lavorassi, che mi voleva sposare, mi ha ristrutturato la casa e creato intorno a me un’atmosfera perfetta di amore per sempre e calda intimità. Io i segnali li ho sempre visti tutti, fin dall’inizio, ma vi assicuro che alla fine vinceva il famoso ‘con me sarà diverso perché sono speciale’.
    Il finale lo conoscete già.

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    1. Apprezzo enormemente la sincerità del tuo racconto. Non ho dubbi che hai sorvolato sulle sue perversioni per la convinzione di essere la donna che l’avrebbe fatto “rasserenare” la sua “anima turbata”. Sono rari e perversi che si svelano totalmente alle loro prede. Il tuo racconto è la dimostrazione palese della sessualità impersonale di questi soggetti, della loro ricerca ossessiva per situazioni ai limiti della legalità. Sono persone che NON PROVANO NULLA nei rapporti normali, non mi stancherò mai di dirlo: trans, ragazzi/ragazze giovani, vecchie “amiche”, amanti, moglie… Sono tutte figuranti che nulla valgono per loro. Appartengono a un mucchio indistinto di oggetti che vanno presi qua e là per assecondare l’umore del momento. Ti ha fatto dei doni vampireschi come una forma di riconoscenza per l’eccessiva tolleranza che hai dimostrato nei confronti delle sue perversioni. Ora toccherà a te ridefinire tutti i tuoi limiti. Non sarà facile perché i suoi racconti sono dentro il tuo cervello, non ti appartengono ma sono lì. Devi cercare un modo di buttare fuori l’immondizia psichica che questo soggetto ti ha lasciato per andare avanti molto più leggera. Un abbraccio

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  4. “Questo perché è quasi sempre frustrato con le dimensioni del suo pene oppure con la sua erezione, concentrandosi su questi due particolari.” Domanda: ma da dove viene questa frustrazione di cui parli Claudileia? perché Spesso sono begli uomini, affascinanti, perché proverebbero questa frustrazione?
    Un abbraccio.

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    1. Verrebbe dalla profonda insoddisfazione che hanno verso tutto ciò che appartiene a loro. Avere la donna più bella del mondo non basta, un mucchio di soldi pure, un quadro familiare appagante è noioso… L’insoddisfazione è cronica, negativa. In questo senso avere un grande fallo diventa qualcosa di molto importante, una vera fissa.

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  5. E anche : l’insoddisfazione cronica é indice di che tipo di personalità ? Perché anche i perfezionisti e i mitomani non sembrano mai soddisfatti di quello che vivono o che possiedono. Che cosa li accomuna ? Grazie.

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    1. Cara Laura, l’insoddisfazione cronica è UNA delle caratteristiche dei soggetti narcisisti perversi/psicopatici. Dopodiché ci sono tutti gli altri elementi descritti su questo blog. Qui parliamo di soggetti che non hanno una coscienza e che NON PROVANO dei sentimenti per le persone, quindi molto diversi da un semplice perfezionista o mitomane. Ciò non toglie che un soggetto n.p. può essere anche perfezionista e/o mitomane.

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  6. Claudileia buongiorno non ho capito bene la tua risposta a Laura. Non ho letto quel libro ma ne ho sentito palare perché leggo il giornale a cui la psicologa collabora, e mi sembra che lei parlasse dei narcisisti semplici, cioè di persone esaltate e egocentriche, non degli psicopatici malevoli di cui tratta il tuo blog. Lei appariva quasi divertita da quella tipologia, quindi non penso potesse riferirsi ai PN, esseri tragici e pericolosi che ti rovinano la vita.

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    1. Cara Paola, credo che dobbiamo avere la mente aperta e leggere tutto ciò che ci capita sull’argomento senza alcun tipo di pregiudizio, di modo che ti consiglio di leggere il libro in questione e valutarlo secondo il tuo sentire e il tuo vissuto se le situazioni elencate e i consigli dati sono compatibili con un rapporto affettivo in cui la donna si senta realizzata. Il titolo del libro parla chiaro: “Manuale di sopravvivenza per donne innamorate.” Be’, conveniamo che non c’entra molto con i contenuti del mio blog… Dopodiché mi vien da pensare che se fosse messo sul mercato qualcosa come: “Manuale di sopravvivenza per uomini innamorati” in cui si cerca di “insegnare” i maschi a sopportare con abnegazione e deferenza tutte le angherie, tradimenti, fughe e ritorni delle donne narcise “semplici” descritte nell’ipotetico libro sarebbe un grandissimo flop! Ahimè, credo ai rapporti alla pari. Chi non ci crede segue i consigli dati nel manuale.

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  7. Un manuale per illuderci…
    Avevo un’amica che conoscevo dai tempi dell’adolescenza. Da 15 anni sta con uno di questi narcisista da manuale. Io e lei stavamo da anni sempre a recitare lo stesso copione…quello dell’amica lamentosa e io quello dell’amica saggia malgrado vivessimo distanti 3000 km l’una dall’altra. Ahi voglia a darle consigli, lei testarda faceva sempre di testa sua e passava da momenti in cui ti diceva lo lascio basta a momenti in cui lo giustificava come una mamma protettiva. Mesi fa ho detto basta. Per caso mi ha trovata nel periodo giusto, era mentre divorziavo dal mio caro psicopatico. Ho chiuso punto. Mi è dispiaciuto ma non ce la facevo più. Il suo compagno finalmente le ha chiesto di sposarla e lei ha accettato immediatamente. Sposerà uno che quando era incinta un paio di volte (o forse più) l’ha presa a botte. Uno che dopo il parto la criticava cinicamente e ripetutivamente per la sua maniera di essere e di vivere mentre lei tentava di allattare la figlia. Quando ho scoperto che il mio ex marito è un narcisista patoligico ho condiviso subito tutte le informazioni raccolte con lei per aiutarla ad aprire gli occhi e riconoscere che o con o senza perversione da parte del compagno, quel rapporto era tossico sia per lei che per la figlia. Non è servito a niente e a quel punto ho detto no! Basta! Non per rabbia e neanche per delusione per carità. Ognuno è libero di fare le sue scelte ma quell’amicizia da anni mi lasciava sempre con un retrogusto amaro in bocca.
    Dopo questa terribile disavventura con uno psicopatico e prendendo in analisi l’esperienza con la mia amica, ho capito che spesso noi donne andiamo alla ricerca dell’amore ideale e dell’uomo ideale… quello alla nostra altezza. Credo sia anche per questo che a volte, sia che si tratti di psicopatici o di narcisisti semplici come indica la psicologa del manuale, incappiamo e perpetuiamo certe relazioni tossiche. E quello già non è amore… almeno penso io in questo momento della mia vita. L’amore è qualcosa di libero, magico, travolgente, imprevedibile… se lo idealizzamo non lo è più. È altro. Stiamo chiudendo l’amore in uno schema. “Vorrei l’amore che c’era tra mio nonno e mia nonna e faró di tutto che tra me e il mio compagno si realizzi. Mi sacrificheró. Mi adatteró. Resisteró. Imparerò a saper gestire il suo narcisismo e sopravviveró.” Così diceva la mia amica. Non voleva accettare che lei e il suo compagno non erano i suoi nonni.
    Insistendo in certe relazioni, stiamo imponendo uno sforzo energetico eccessivo a noi stesse… la mia amica si meravigliava sempre del fatto che lei e sua figlia stavano sempre male…pertosse, influenze, otiti, allergie, congiuntiviti ecc.
    Insistendo in certe relazioni stiamo manipolando l’altro senza accorgercene. Stiamo praticando del controllo. Ci stiamo aspettando qualcosa dall’altro. Stiamo utilizzando l’empatia aspettandoci che il miracolo avvenga. Ma perché pretendere un cambiamento del nostro patner? Non è amore quello. L’amore è fluido… se iniziano i problemi oh scusate ma meglio lasciar perdere. Per cui per me quel manuale é indecente. Bisogna andare alla ricerca della verità e aiutare gli altri a risvegliarsi non a lasciarli dormire. Sono uscita dal tema dell’articolo, scusate, ma sentivo di condividere queste esperienze.

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    1. Cara Girasole, ti ringrazio tantissimo per queste parole che esprimono esattamente ciò che penso. A me dispiace che esistano professionisti che adottino la linea “sdrammatizza tutto e lascia la porta aperta. Non disperarti: tanto poi tornano!” “Lodalo, non criticarlo e fatti umiliare se lo vuoi tenere.” Credo che sia una linea molto superficiale che non tiene conto della salute della donna in primis, tanto fisica quanto psichica. La tua amica sente di aver vinto la battaglia contro l’uomo violento che crede di amare. Non sa (o fa finta di non sapere) che quando un uomo picchia una donna smette immediatamente di esserlo. Sopraffare un’altro essere umano con la violenza è da creatura indegna di essere amata e desiderata. Infatti, in questi casi c’è ben poco da fare perché la donna resta legata a queste bestie non solo per la paura ma anche per quel qualcosa di primitivo e di animalesco che c’è in questi rapporti e che nemmeno lei ci sa spiegare. Ci vuole un cambio di valori per fare il salto verso la libertà, altrimenti si resta in prigione. Flirtare con la morte non può essere più bello che baciare la vita, eppure è così che funziona in fin troppi rapporti malsani. Bisogna dirlo chiaro e tondo che non c’è felicità in queste pseudo interazioni e che l’amore non può essere confuso con la scarica di adrenalina generata dall’ansia di non sapere se oggi c’è la carota oppure il bastone per cena. Un forte abbraccio e grazie infinite!

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  8. Ciao Girasole,
    dopo le tue giuste osservazioni e considerazioni non ci sarebbe più nulla da aggiungere e/ o da scrivere, vero Cla’???
    Invece la nostra Claudileia , nella sua infinita pazienza e perseveranza, si troverà
    ancora a pubblicare articoli, dare spiegazioni a qualcosa che se solo potessimo vedere con lucidità sarebbe così ovvio, così banale e così evitabile. Ma queste cose si pensano soltanto dopo, dopo essersi liberati di queste persone, dopo aver riacquistato lucidità (sempre per chi ci riesce e purtroppo non tutte riescono a comprendere).

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    1. No Anna. Da scrivere e da aggiungere c’è ancora tanto. L’argomento è vasto e pieno di sfumature e le esperienze di ognuno di noi sono tutte importanti perché chiariscono aspetti e dettagli sempre nuovi e interessanti su cui meditare. Il mio non era un commento moralista cucito su di una vecchia amica per cui soffro ancora sapendola in certe condizioni. Mi dispiace essere stata fraintesa. Ognuno di noi sceglie la sua strada. È libero. Ho chiuso i ponti non perché l’ho giudicata male in quanto incapace di risvegliarsi. È perché era un rapporto tossico per me da anni. Ma la cosa buona (purtroppo e menomale) é che dalla sua esperienza ne ho fatto dono per questo gliene sarò sempre grata.

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      1. Il punto è: le persone sono veramente libere di scegliere dei “rapporti” in cui la loro qualità di vita scende prima o poi al meno zero? Pensiamo a noi. Siamo tutti stati liberi di scegliere oppure abbiamo creduto fino in fondo a una recita fatta alla perfezione? Se una persona guardandoti negli occhi ti dice: “Ti farò credere nell’amore”, impegnandosi poi per dimostrarlo in parole e gesti MA appena girato l’angolo si concede a chiunque senza precauzione DOVE VA A FINIRE LA TUA LIBERTÀ DI SCEGLIERE DI MORIRE DI VECCHIAIA, tanto per? Le persone affette da psicopatia si sentono perfette, sempre giovani, immortali. Tu sai che non è così, ma loro no. Grazie ad una sorta di specchio interno che riflette unicamente i loro angoli migliori, gli psicopatici restano convinti di essere speciali e di meritarsi il meglio. Allora incitano le persone a combattere per dimostrare di essere “quel meglio” che da una vita “stavano cercando”… Si concedono la libertà di giocare con la vita altrui. Un’altra libertà non c’è. Un abbraccio fortissimo!

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      1. Purtroppo lo psicopatico gioca con i nostri condizionamenti (la casa, il lavoro, i soldi, la famiglia, gli ideali, la morale, i valori, i sogni, ecc che sono quelli che generalmente spingono uomini e donne a sostare in relazioni tossiche non per forza con soggetti psicopatici o affetti da qualche disturbo di personalità) e ne crea altri al fine di ridurre al massimo la nostra libertà di scelta. Lo psicopatico crea volutamente confusione per impedirci di scappare. Si prende tempo… Il tuo tempo… La tua vita, in silenzio, con prepotenza e avidità. Entra in simbiosi con te facendoti credere che siete fatti l’una per l’altra con la convinzione che tu senza di lui non saresti niente e non potresti far niente. Incute timore con il suo tono cinico, sarcastico, minaccioso. Se per caso brilli più di lui ti aggredisce con rabbia offendendoti. Gioca con te come fa il gatto con il topo. Gioca sporco. È vero… un’altra libertà non c’è. Obrigada Claudileia!

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  9. Negli ultimi mesi prima dello scarto (di una relazione durata quasi due anni) non c’era interesse da parte sua ad avere rapporti sessuali e molto spesso aveva problemi a mantenere l’erezione. E’ un comportamento rionducibile al narcisismo?

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      1. Mi sono espressa male scusami, volevo sapere se e’ un comportamento normale dei narcisisti (oltre a tutti gli altri) usare il sesso come arma di potere in una relazione. Se il negarsi e’ un altro modo per avere il controllo e mortificare la persona che hanno accanto o semplicemente dopo un tot di tempo perdono interesse per la patner ufficiale.

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      2. Cara Veronica, il sesso è lo strumento di potere per eccellenza dei soggetti n.p. per eccesso oppure per difetto. Quando si negano e magari cerchi di chiarire il perché ti accusano di essere una ninfomane oppure un maniaco sessuale; mentre quando sono affetti da ipersessualità ci accusano di essere freddi per non riuscire a stare al passo con i loro bisogni, giustificando così i loro tradimenti. Un soggetto normale che perde l’interesse per la partner può comunque tenerci alla persona e quindi segue rispettandola fino alla fine del rapporto, magari prova a salvarlo in ogni modo. Il soggetto n.p. non agisce in questo modo perché vuole rendere sterili i suoi partner prima di andarsene.

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  10. Cara Veronica, il mio np sin dai primissimi mesi mi faceva agognare un rapporto sessuale, pur non mostrando problemi di erezione. Tante volte gli ho detto che avevo la necessità di avere una vita sessuale più frequente ed appagante ( non dico tanto, ma almeno 3 volte al mese) e lui non mi rispondeva, era come se non sentisse…. allora eravamo ancora giovani entrambi.
    Nell’ultimo anno ha iniziato ad avere anche problemi di erezione e lui sempre a far finta di niente nonostante gliene parlassi, come se la cosa non lo riguardasse, non si mostrava nè preoccupato nè dispiaciuto…Puoi immaginare come mi sentissi: frustrata, impotente, amareggiata e… brutta, orribile , non più desiderabile…
    Questi esseri non sono umani, sono bestie, più ti vedono star male, più cerchi di comunicargli il tuo malessere e più ti ignorano…
    Ora sono quasi 4 mesi che ho interrotto ogni contatto. Da qualche giorno anche lui mi ha bloccato su messenger e watsapp…
    A tale proposito vorrei chiedere a Claudileia e a chi ha avuto esperienze simili : è un buon segnale questo? cosa vuol dire secondo voi ? forse ha capito che deve starmi alla larga e posso sperare e credere che non si farà più vivo? Quando ho capito che mi aveva bloccato mi sono rallegrata “perfetto” mi sono detta ” ora posso stare tranquilla, non mi cercherà più”…poi mi sono venute in mente le frasi di Maritienne ” il narcisista torna sempre dalla sua preda” e ho avvertito un brivido…

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    1. Già. Purtroppo non hanno la nozione del tempo, come ho descritto in questo articolo https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/03/04/lesercito-degli-smemorati-di-collegno-perche-ritornano-come-se-niente-fosse/, quindi possono tornare nella tua vita quando le cose vanno male per loro e non hanno abbastanza fonti di rifornimento energetico. Ti ha bloccata perché è indispettito dalla tua forza, ma poi vedrai che ti sbloccherà solo per farti pensare: “COME MAI MI HA SBLOCCATA?”. Per loro è tutto un gioco mentale, ricordati.

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      1. Claudia…. nooooo. ..allora è stata solo una mia illusione…piango mentre scrivo…un incubo..mi sembra di vivere un incubo.. sto lavorando tanto su di me, con l’aiuto di una giovane terapeuta vittima anche lei di un n.p… pensare che si possa rifare vivo mi mette angoscia e mi sembra di tornare indietro… mi rendo conto che basta solo l idea che possa rispuntare per mandami in tilt… Non certo perché io possa tornarci ma per l’energia e l’impegno che dovrò nuovamente metterci per affrontarlo. Grazie Claudileia…tu non immagini l’aiuto che ricevo da te e da tutti coloro che con la loro testiamza hanno scritto a continuano a scrivere in questo blog. Quando mi sento debole e riaffiora la sofferenza vengo qui’ che oramai è diventato il mio rifugio e la mia forza..grazie… grazie a te e a tutti noi .
        Vi abbraccio tutti

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      2. Luisiana, carissima!!!! Non volevo farti piangere con le mie parole, ma ci serve un bagno di realtà PRIMA che cerchino di riagganciarci, DOPO è troppo tardi. Ecco due articoli che possono aiutarti nel caso in cui “tornasse come niente fosse” https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/03/09/perche-contatto-zero-non-e-fuga-la-metafora-del-leone-e-del-rinoceronte/ e https://artedisalvarsi.wordpress.com/2016/11/24/cercate-di-avere-una-rappresentazione-mentale-del-nulla/

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  11. Claudia hai ragione. .. ” per loro è tutto un gioco mentale”… questa frase voglio scolpirmela nella mente e ripetermela tutte le volte che mi sento vacillare…
    Sempre più dimostri quanto profonda e minuziosa sia la tua conoscenza riguardo questo tipo di perversione. È proprio vero..per lui è tutto un gioco mentale….con questo metodo ha sfibrato non solo me, ma anche i suoi figli e i suoi fratelli.

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  12. Lemes Dias:Semplicemente azzeccato in tutto il post.Direi distinto nei minimi particolari.Unico particolare:il mio np era povero e ci teneva ad sottolinearlo.Tu dovevi aiutarlo per poi scoprire che tutto l’harem lo aiutava economicamente.I suoi compitini sessuali se proprio otteneva i suoi benefici; forse li eseguiva,ma non sempre.Il più donava il rifiuto ed essere rifiutati; per una donna e praticamente umiliante e rifornimento narcisistico per il np.Due piccioni con una fava. Tre in più il benefit.

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  13. Cara Lemes Dias se vorrai ,un post su ‘ignorare un narcisista e cosa prova se la vittima gli dona per sempre il silenzio tombale’,sarebbe gradito.Cosa prova il np, se tu vittima sparisci dalle sue grinfie lasciandolo alle altre.Grazie

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    1. Cara Paola, se ammettiamo che la parte del cervello che dovrebbe “produrre” empatia è decisamente compromessa possiamo escludere che il soggetto n.p. possa provare ciò che proverebbe una persona normale quando viene scaricata: dolore, tristezza, nostalgia, senso di impotenza e di sconfitta… Ecco, tutto ciò è ESCLUSO dalla mente del n.p. quando viene “abbandonato alle altre”. Al massimo può provare temporaneamente rabbia per aver rotto il suo giocattolo (te), dopodiché “AVANTI LA PROSSIMA!”.

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  14. Il lavoro per loro deve essere qualcosa di aleatorio, di anarchico, che li faccia divertire e dove si recano soltanto quando vogliono. Inoltre devono essere pagati più del dovuto, magari avere il comando per far vedere ai “subordinati” che hanno una leadership innata… Lowen afferma che potrebbero perfettamente fare gli attori. Come non essere d’accordo? È nel loro Dna amare le luci della ribalta!

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  15. Vero non provano nulla quando li lasci alle altre.Ma sparendo dal loro radar non lo sopportano e ti spiano tentando un goffi riagganci.Per testare il tuo attaccamento.Se nemmeno quello attacca, dovrebbero in teoria sparire per sempre giusto.È smascherato e ci prova ancora non capisce ciò?

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    1. Infatti si potrebbe osservare, già in questa sede e dalle nostre esperienze personali, quanta poca empatia abbia un/una n.p. con un animale. Per quanto mi riguarda, io ho un rapporto paritario con la mia gatta, di rispetto e fiducia. Mio marito ci osserva invidioso e goffamente si intromette per esigere la sua parte di fusa. Ma dopo dispetti e grossolane effusioni da parte sus alla povera micia, questa lo evita accuratamente, senza nessun rimpianto. Dobbiamo prendere esempio dai nostri animali domestici?

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