Fonte: https://kimsaeed.com/2020/02/18/6-types-of-spiritual-bypassing-holding-back-your-abuse-recovery/
Autrice: Kim Saeed, è autrice di diversi libri di auto-aiuto di fama internazionale. È specializzata in recupero e ricostruzione dopo relazioni tossiche. È la fondatrice di Let Me Reach, un sito di trasformazione della vita che insegna alle persone a sopravvivere agli abusi narcisistici. È autrice di bestseller come How to Do No Contact Like a Boss! e 10 Essential Survivor Secrets to Liberate Yourself from Narcissistic Abuse.
Trad. C. Lemes Dias
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In tutti gli anni in cui ho guidato gli altri nel recupero dagli abusi narcisistici, ho visto alcuni consigli pericolosi. Ovunque io guardi, sembra che ci sia un insegnante o un autore che promette una rapida guarigione, l’integrità, l’equilibrio e l’annientamento completo rispetto agli inneschi traumatici per il resto delle vostre vite.
Il recupero da un abuso narcisistico, tuttavia, non è facile, né è lineare, veloce o permanente.
Il recupero è estenuante, impegnativo, e vi costringe a mettere in discussione tutto ciò che pensavate di sapere su voi stessi. Chiunque vi dica il contrario promuove il bypass spirituale piuttosto che il vero recupero.
Gli abusi emotivi non svaniscono da un giorno all’altro. Inoltre, il mondo è pieno di persone tossiche e narcisiste.
Non possiamo evitare i “cattivi” e isolarci in una bolla pseudo-spirituale per sempre.
Non è una vera guarigione – quando ci impegniamo in pratiche che scavalcano chi davvero siamo, stiamo solo dissociando e trascurando il vero recupero.
Se siete pronti per alcune verità crude e reali, continuate a leggere, perché una vera guarigione dall’abuso narcisistico è possibile se siete pronti ad affrontare la profonda sfida spirituale.
CHE COS’È IL BYPASS SPIRITUALE E PERCHÉ È PERICOLOSO?
L’insegnante e psicoterapeuta buddista John Wellwood ha coniato per la prima volta il termine “bypass spirituale” nei primi anni 80, definendolo come la “tendenza a usare idee e pratiche spirituali per aggirare o evitare di affrontare questioni emotive irrisolte, ferite psicologiche e progetti di sviluppo incompiuti”.
Alcuni possono definire l’industria dello yoga occidentalizzato come un bypass spirituale di ampia portata, perché capitalizza lo yoga a scopo di lucro e rimuove il vero aspetto spirituale della pratica.
L’acquisto di un tappetino yoga da 200 dollari fatto con il lavoro minorile per inchiodare la posa perfetta non è esattamente spirituale o denota consapevolezza di sé – soprattutto se si esce dallo studio, si entra in uno Starbucks e si tratta male il cameriere accusandolo di non aver preparato bene il proprio drink.
Le persone si sentono auto-responsabili e dicono a se stesse che stanno vivendo una vita spirituale, ma la loro spiritualità a volte può essere priva di auto-riflessione e di miglioramento. Non stanno lavorando per cambiare le condizioni materiali negative della società o di se stessi.
In termini di recupero dall’abuso narcisistico, il bypass spirituale è pericoloso perché si finisce per ignorare la propria condizione umana a favore di qualche grandioso viaggio pseudo-spirituale.
Tutta la psicologia positiva del mondo non può strappare nessuno dalla povertà e non può nemmeno aiutarvi a evitare un futuro rapporto abusivo. Dobbiamo riconoscere la nostra programmazione sbagliata, accettarla e cambiarla se vogliamo superare l’abuso narcisistico.
Non si possono aggirare le carenze emotive, spirituali e mentali che hanno permesso di tollerare l’abuso. Dovete lavorare attraverso di esse per migliorare voi stessi e la programmazione disfunzionale in cui siete stati indottrinati.
6 TIPI DI BYPASS SPIRITUALE CHE FRENANO IL RECUPERO DA ABUSI NARCISISTICI
È difficile mettere il dito sul proprio bypass spirituale, ma lo si può vedere negli altri.
Quando sperimentiamo un bypass spirituale non riusciamo a identificarlo mentre è in corso. È come se la spiritualità ci accecasse alla verità.
Quando osserviamo qualcun altro che sta attraversando un bypass spirituale, tuttavia, arriviamo persino a rabbrividire perché è così ovvio che sta sovracompensando qualcosa – proprio come quelle barzellette sugli uomini che guidano macchine potenti e fanno girare il motore ad ogni semaforo!
Ecco alcuni tipi di bypass spirituali che ho notato in anni di esperienza nel recupero dagli abusi narcisistici.
1. Pensiero positivo
La psicologia positiva può essere un modo efficace per cambiare i modelli di pensiero negativo. Tuttavia di solito non è il miglior punto di partenza per chiunque voglia guarire da un abuso narcisistico.
Tutti abbiamo visto qualcuno su Facebook postare “solo buone vibrazioni”. Molti di noi si rendono responsabili di questo, certe volte, perché è uno strumento facile (ma a volte malsano) per affrontare la situazione.
Mentre la psicologia positiva può essere coniugata con l’equilibrio, è pericolosa come filosofia sfrenata perché vi incoraggia a reprimere importanti emozioni considerate negative che non si dovrebbero reprimere: emozioni come la rabbia, la tristezza e il dolore sono normali!
Certo, agire sulla rabbia con aggressività o violenza è sbagliato, ma riconoscere di essere arrabbiati è salutare.
Il mondo è pieno di persone, luoghi e cose negative. Non dobbiamo lasciare che la negatività ci controlli, ma ignorarla è altrettanto dannoso.
Se tutti aderissero ciecamente all’ideologia delle “buone vibrazioni” nessuno cercherebbe di risolvere problemi come la fame, la povertà e la disuguaglianza, perché tutti avrebbero i paraocchi. Tentare di usare “solo buone vibrazioni” come un modo per guarire da abusi narcisistici è altrettanto infruttuoso.
2. “Forse dovresti guardarti allo specchio”
Ci può essere una certa verità nell’idea che ciò che non vi piace in altri è un tratto non riconosciuto e che non vi piace in voi stessi. Tuttavia, non è tutto così in bianco e nero come alcuni dei cosiddetti guru dicono che sia.
L’ideologia del “tu odi negli altri ciò che odi in te stesso” è uno dei tipi più pericolosi di bypass spirituale, perché è radicata nel vittimismo.
Mettiamo le cose in chiaro: L’autoriflessione è un bene. Guardare le situazioni tossiche o i propri comportamenti dannosi e chiedersi “come sono arrivato qui e cosa posso fare di diverso per evitarlo?” è salutare.
Guardare ad abusi narcisistici e dire “forse sono io quello manipolatore” non è guarigione. Vi mantiene bloccati e vi spalanca le porte ad abusi futuri. Troppe persone che hanno subito abusi emotivi, soprattutto a lungo termine, attribuiscono ai loro meccanismi di difesa una caratteristica narcisistica. A loro volta, sentono di dover perdonare il vero narcisista nella loro vita, trascurando comportamenti realmente abusivi.
Quando si riconoscono i comportamenti di una persona come abusivi, ciò non significa che anche voi siete maltrattanti. È molto probabilmente una giusta indignazione e può essere una potente arma di cambiamento positivo, anche se bisogna sapere come sfruttarla e usarla.
3. La Legge di Attrazione
“Tu attrae quello che esterni”. La legge dell’attrazione è un altro tipo di bypass spirituale che affonda le sue radici nel fare vergognare le vittime.
Nessuno attrae i narcisisti e gli abusi. Non è colpa vostra se vi ritrovate in una relazione di abuso, indipendentemente dal fatto che si tratti di un partner, di un amico o di un membro della famiglia.
Ma è vostra responsabilità imparare dall’esperienza per evolvere, in modo da poter smettere di ripetere gli stessi modelli di relazioni disfunzionali. Non state “attirando i narcisisti” – state sperimentando la coazione a ripetere, aggrappandovi a una dinamica familiare.
Detto questo, i narcisisti sono esperti nel trovare e creare una buona offerta. Usano tattiche di manipolazione per costruire legami emotivi unilaterali, mettere alla prova i vostri limiti e prendere tutto ciò che avete.
Ecco perché il recupero dell’abuso narcisistico è così importante, soprattutto per imparare a creare e mantenere i limiti anche nei momenti più duri. Il più delle volte, i narcisisti non lasciano che il loro vero sé si mostri fino a quando non vi mettono in una posizione di vulnerabilità. Per questo motivo, imparare a creare e mantenere dei confini non è mai scontato per gli empatici e le persone sensibili che sentono di dover salvare il narcisista o i narcisisti nella loro vita a tutti i costi.
Se avete capito quali sono i vostri limiti – e li usate effettivamente – non dovete preoccuparvi più di attrarre narcisisti: potete concentrarvi sull’uso della Legge di Attrazione per le cose buone che la vita vi offrirà.
4. Tutto accade per una ragione
Cavolo, è così facile rimuovere TUTTI i vostri poteri personali con questo, vero?
Incontrare il narcisista era semplicemente il vostro DESTINO. Chi lo sa? Forse un giorno ne incontrerete un altro e vi ritroverete bloccati nello stesso ciclo… Perché tutto accade per una ragione, no?
Anche se è comprensibile considerare l’incontro con un narcisista una un’esperienza di apprendimento, l’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare strumenti per evitare future situazioni di abuso. L’idea alla base dell’essersi ritrovati bersaglio è quella di imparare a dire di NO e a riprendere in mano la vostra vita. Ad un certo punto dovete essere in grado di implementare dei limiti nelle vostre relazioni e non gettare le mani in alto come se venire depredati da persone narcisiste fosse scritto nel vostro destino.
Si tratta di una reazione comune agli empatici che hanno difficoltà a lasciare andare i narcisisti nella loro vita. Non considerano la possibilità di entrare in relazione con un narcisista per avere una particolare esperienza di trasformazione, o per imparare a dire di no. Amano pensare di andare dove porta il cuore, che aver trovato qualche briciola di “amore” e affinità è tutto sommato una bella cosa; e che non esiste ciò che è giusto o sbagliato.
E’ necessario chiedersi sinceramente: è equilibrato ciò che sto vivendo/ho vissuto? È/era sano?
Purtroppo, il problema comune a molti empatici è che spesso guariscono gli altri a loro danno, il che è molto malsano. Ecco perché alzare le mani in segno di rassegnazione come se l’abuso narcisistico fosse la vostra sorte nella vita è una delle cose più deleterie che potete fare a voi stessi.
5. Puoi considerarti forte solo quando non avrai più bisogno di nessuno
Il cosiddetto messaggio spirituale di oggi è che si può essere forti e potenti solo quando si arriva in un luogo dove non si ha bisogno di nessuno nella propria vita.
Gli esseri umani non sono progettati per essere soli. Siamo animali da branco. Alcuni psicologi evoluzionisti ipotizzano che, man mano che gli esseri umani si sono evoluti, hanno imparato che far parte di un gruppo ha dato loro una maggiore possibilità di sopravvivenza. Essere separati dalla tribù potrebbe letteralmente significare morte certa. Per questo motivo, abbiamo potenti forze emotive che ci dicono che abbiamo bisogno di stare con gli altri per sopravvivere e fiorire.
Questo significa permettere alle persone tossiche di rimanere nella vostra vita? Significa tornare ad uscire con qualcuno dopo aver lasciato un narcisista? Per niente.
Significa che non dovete costringervi a restare soli per la convinzione di essere sulla via della guarigione e dell’illuminazione.
Significa lasciare nella propria vita soltanto persone della vostra cerchia ristretta che vi amano e vi rispettano e se questo significa che dovete rimanere soli per un po’ di tempo mentre vi liberate da persone e situazioni tossiche, allora va bene così! Quando fate questo, fate spazio alle persone buone nella vostra vita, perché così facendo fate spazio per la vera guarigione e trasformazione.
A volte, mentre vi lasciate alle spalle le persone e le relazioni tossiche, vi ritroverete da soli per un po’ di tempo. Questo va bene. Ci si sente male, sì… ma fa parte della vostra trasformazione. Vi dà il tempo e lo spazio per fare amicizia con voi stessi e riflettere su come trasformare la vostra vita in modo diverso.
Credere alla montatura che dovreste bloccare l’amore e le relazioni fuori dalla vostra vita per la falsa convinzione che si può diventare forti soltanto da soli è deleterio per voi.
Quando finalmente si sfugge a una relazione con un narcisista (sia esso un coniuge, un genitore o un amico), è comune gettarsi all’altro capo dello spettro con l’individualismo spirituale: tutte le persone hanno i loro problemi su cui lavorare, e voi avete i vostri, fine della storia!
Invece non viviamo nel vuoto. Le nostre azioni hanno un impatto sugli altri e viceversa.
Una parte importante del recupero è comprendere l’interdipendenza e come crescere con le altre persone – non a dispetto o senza di loro. Non tutte le persone nascono per derubarci e per distruggerci. Alcune persone arrivano anche per risanare.
6. Concentrarsi sul perdono
Serbare rancore non è un bel modo di vivere.
Detto questo, parte del superamento degli abusi narcisistici consiste nell’ammettere che si perdona troppo facilmente.
Quante volte avete perdonato il narcisista per avervi fatto vergognare, per avervi fatto sentire inutile e per avervi usato come uno zerbino? Probabilmente più di quante ne potete contare, vero?
La maggior parte dei sopravvissuti agli abusi narcisisti ha un problema: vuole compiacere alle persone. Molti di loro vogliono solo rendere felici le persone – spesso a spese delle proprie emozioni.
Per qualcuno che si sta riprendendo da un abuso narcisistico, questa mentalità è pericolosa.
Dobbiamo invece imparare a esprimere le nostre emozioni in modo sano. Dobbiamo imparare ad alzare la voce quando siamo feriti e a far rispettare i nostri sani limiti.
Il perdono arriverà naturalmente con il tempo, man mano che ci riprendiamo. Forzare il perdono solo per sentirci illuminati e auto-giustificati fa solo più danni, come ogni altra forma di bypass spirituale.
COME LAVORARE ATTRAVERSO IL VERO RECUPERO DELL’ABUSO NARCISISTICO?
Non si può andare su, oltre, o intorno al recupero dagli abusi narcisistici – l’unica via da percorrere è quella dritta.
E il vero recupero è una strada dura.
Dovrete affrontare a testa alta gli inneschi emotivi. Dovrete accettare il fatto che i limiti sono salutari – non importa quanto faccia male farli rispettare. Sarete costretti a provare una serie di emozioni: gioia, tristezza, dolore, libertà, rabbia, vergogna, solitudine.
Le emozioni sono buone, normali e salutari anche quando a prima vista non sembrano.
Se non ci si lascia lavorare ed elaborare queste emozioni, non ci si riprenderà mai del tutto. L’uso di un’esplosione psichedelica e di un bypass spirituale non fa altro che mettere una benda su una ferita aperta: potete non vederla, ma si infetterà e tornerà a farvi del male più tardi.
Buongiorno cara Claudileia, complimenti per questo interessantissimo articolo. Io penso che tutte noi che siamo approdate in questo blog, abbiamo bisogno di sentirci dire queste cose. Sono un balsamo per la nostra anima, per troppo tempo calpestata e ferita. Il bypass spirituale e’ dannoso, è’ vero, serve solo a nascondere il vero problema….io mi sento in colpa, faccio fatica a perdonarmi per aver permesso ad un “essere” così palesemente disturbato di farmi tanto male. Per avere briciole d’amore, ero disposta a farmi calpestare ripetutamente, anche perché sapevo che dopo la tempesta, tornava sempre il sereno….il love bombing che mi riportava al punto di partenza e che mi faceva stare così bene. Oggi mi rendo conto che ero stata deprogrammata, quasi privata della mia volontà , dovevo solo accondiscendere a tutto quello che voleva lui per far si che tutto andasse bene, per regalarmi un po’ di serenità che, naturalmente, non era duratura. Per raggiungere questa consapevolezza, ho avuto bisogno di tanto tempo, ma oggi mi ritengo una persona nuova, una persona che ha imparato a volersi bene. Quando si parla di perdono…..io sinceramente penso che devo riuscire a perdonare me stessa. Grazie di esserci Claudileia, ti mando un forte abbraccio.
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Carissima Lucia, grazie per questo tuo commento e per l’affetto! Concordo con te che c’è stata una ‘deprogrammazione’ di base che ha praticamente azzerato quelle difese malconce che avevamo a stento messo in piede per proteggerci dalle prime intemperie dell’infanzia. L’istinto e l’intuizione vengono a mancare sempre di più nel corso di questi pseudo rapporti perché falsati dal dovere di accudimento malsano che ci portava a vedere l’altro non come un nostro pari, ma come il metro della nostra realizzazione personale e benessere psicofisico, il tutto in cambio di briciole. L’intero lavoro di deprogrammazione e addestramento emotivo narcisistico ha un solo obiettivo: renderci servizievoli. Sai quand’è che subentra l’auto perdono? Quando capiamo che sono VERAMENTE disturbati. Non basta dirlo forte, scriverlo mille volte. Dobbiamo introiettare il fatto che soltanto i professionisti della sanità mentale AVREBBERO POTUTO identificare un individuo altamente manipolatore e disturbato e ANCHE COSI’ correre il rischio di sbagliare la diagnosi e impantanarsi in terapie che non servono a niente. Cioè: che alternative avevi? Quando nulla sappiamo quale sono le nostre possibilità di difesa? Avvertiamo il colpo, ma subito dopo arriva l’abbraccio che lenisce e quindi il cervello non riesce più a decodificare cosa sta accadendo. Lentamente l’altalena diventa routine e quando accade è troppo tardi per comprendere che c’è stata una deprogrammazione e re-programmazione per ballare conforme la musica che il soggetto disturbato ha deciso che dovevamo ballare. Nessuno è immune, carissima. Ecco cosa bisogna comprendere con tutto il cuore affinché l’auto perdono diventi la tua realtà di oggi. Un abbraccio gigante a te e ancora GRAZIE.
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Purtroppo in questo momento riesco solo a dire: GRAZIE. State bene, siate prudenti, abbiate cura di voi.
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Un forte abbraccio a te, caro S.W.A e GRAZIE per le parole affettuose. 🌻
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Infinite grazie Caludileia per questo articolo a dir poco illuminante!!! Mi ha regalato un respiro profondo!! Mi sono ritrovata in tutti i passaggi!! Innumerevoli volte ho provato grande frustrazione perché, a causa della mia rabbia ed il mio dolore, sono stata etichettata come una persona incapace di vedere il buono negli altri o incapace di perdonare. Una donna, in buona sostanza emotivamente immatura che proiettava la sua incapacitá di saper “abbracciare” tutto il creato. Finalmente confermo a me stessa che io non sono come hanno cercato di dipengermi dall’alto della loro “spiritualitá cristiana o buddista”. Troppo facile elargire saggezza spirituale quando non sei stata abusato da genitori o compagni. Quando negli anni, ho riprovato a fidarmi di un buon amico (che considero ancora tale) esente da ogni corrente religiosa ho comunque riprovato la medesima frustrazione di chi non viene compreso. Mi sono sentitata dire che “non so sdrammatizzare” con riferimento agli attacchi di mia sorella. Io ci sto provando da anni a trovare un mio equilibrio. Uscire da casa é stato salvifico ma anche a migliaia di km di distanza, trovano il modo ferirti. É dura.
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Carissima Valeria, per fortuna le famiglie narcisiste sono poche. Possono esserci altre disfunzioni negli ambienti familiari delle persone che ti hanno giudicata oppure nessuna, il che porta certe volte alla totale incomprensione del livello di abuso che abbiamo subito. Se non riescono a comprendere il nostro vissuto familiare, tanto meno ci arrivano alla tremenda coazione a ripetere che ci ha portato a provare attrazione per esseri bugiardi, manipolatori, opportunisti, sleali e/o psicologicamente violenti. Chi non ha vissuto una devastante esperienza del genere tende ad attribuirci caratteristiche psicologiche che non abbiamo: “sei piena di odio dentro”, “sei tu quella ossessionata da lui, hai visto come sta andando avanti benone?”, “sei vendicativa e non accetti la fine”. Ecco, dietro a questi giudizi che a un primo sguardo si assomigliano tanto alla mancanza di empatia per chi soffre, c’è la mamma di tutte le disgrazie l’IGNORANZA. Non ci arrivano, cara Valeria. Per questo solo chi ha vissuto sulla propria pelle questo tipo di maltrattamento può comprendere che alcuni tratti caratteriali sono stati trasferiti a te dal maltrattante stesso, impiantati nel tuo cervello per andare avanti spensierato dopo aver scaricato su di te tutti i difetti del mondo. Continuare a vivacchiare dentro di te a lungo era il suo piano. Ciò che non sapevi era che il vincolo che si stava creando si reggeva più sul dispiacere e sul dolore che sulla gioia vera e la cura. Ognuno di noi impiega il suo tempo per capire, ma una volta arrivati la percezione della vita cambia in meglio perché parte la vera ricerca su chi sei, cosa vuoi e cosa ti rende felice. Un abbraccio gigante!!! Buona giornata, cara. Non ti curar di loro, ma solo della tua verità!
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Bellissimo, grazie Claudileia! É proprio così….
In realtà saper perdonare, sapersi analizzare, vedere i propri difetti sono delle qualità, ma diventano quasi pericolosi quando si ha a che fare con certe persone.
Soprattutto quella del perdono é una strada davvero pericolosa. Questo lo so per esperienza e credo lo sappiano tutti qua. Credo sia abbastanza normale volere perdonare chi ci ha fatto del male e volere chiudere in maniera decorosa con le ferite del passato, ma con queste persone non si può, é addirittura controproducente. Il perdono per loro diventa semplicemente un pretesto necessario a ricominciare il gioco da capo… Neanche capiscono quanto costi ad una persona mettersi in dialogo con loro, volersi aprire e parlare in maniera adulta. A loro é tutto dovuto.
Perdonare una persona di questo tipo non ha senso, perché non si sente veramente in colpa. Come si fa a perdonare qualcuno che non ammette sinceramente le proprie colpe e non riconosce la propria responsabilità ? Non ha senso dare il proprio perdono a chi non lo vuole. É come regalare un libro di poesie ad un bambino che non sa leggere e pretendere che lo legga.
L´unica cosa da fare é cancellare queste persone dalla propria vita in maniera permanente e perdonare sé stessi per il male che ci è stato fatto. Questo significa evitare di darsi la colpa, fustigarsi, analizzare il passato, le parole, cercare spiegazioni, chiarezza su comportamenti che non hanno alcun senso, compararsi ad altre persone, sentirsi inadeguati, inferiori, mancanti .
Persone che sanno e nonostante questo dicono “sei troppo sensibile” invece che “lui/lei é troppo disturbato” , “forse ti immagini tutto”, sono da evitare e tenere fuori dalla propria vita. Non solo perché persone che reagiscono così sono di un relativismo e di una superficialità impressionante , ma anche perché senza volerlo, continuano a rinforzare cose di cui ci si convince dopo avere avuto una relazione con una persona del genere.
Un abbraccio, cara Claudileia e buon pomeriggio!
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PiccolaStella, impeccabile questo tuo commento. Tocchi un tasto importante, che è quello dell’iper analizzare per perdonarci e perdonare. Rivivere costantemente il trauma non per abbandonare in via definitiva la barca e ripartire leggeri ma ANCORA UNA VOLTA, cercare di comprendere le motivazioni di un disturbato e accarezzare mentalmente il suo Io – trattandolo da bambino maleducato che merita punizione e perdono – ci fa solo restare dentro più a lungo del dovuto. Cosa in realtà c’è da perdonare? NIENTE. Il perdono è un passaggio spirituale a criterio della persona offesa, non va usato come uno escamotage per guarire un trauma così profondo. Possiamo parlare di accettazione, ma non di perdono puro e semplice, anche perché un soggetto affetto da un disturbo della personalità andrebbe curato, anziché perdonato da tutti perché “poverino, non sa quello che fa”! Dopodiché non c’è dialogo quando uno parla il linguaggio dell’affetto e l’altro dello sfruttamento emotivo. Concordo con te che ritornare indietro soltanto per tendere la mano e dire “ti perdono” nuoce tantissimo alla tua psiche. Puoi arrivare con i discorsi più profondi dell’universo che l’accoglienza che riceverai sarà nella migliore delle ipotesi molto superficiale. Subito la solita indifferenza farà la sua apparizione: debbono pur sempre ricordarti che sei solo un altro insetto “perdonante” che gira attorno a loro… Abbraccio grande!
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Semplicemente grazie dal più profondo del mio cuore. Ti abbraccerei!
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Un abbraccio grande anche a te, cara Tati!!!
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Un articolo molto interessante, complimenti! Vorrei aggiungere all’elenco un settimo by-pass emotivo, che mi riguarda personalmente, il FATALISMO:
-faccio no-Contact perché tanto non posso vedere np d.o.c. (da cui tento di prendere le distanze da cinque anni!) perché c’è la pandemia, ma so di non essere guarita, alla prima occasione utile temo di ricascare;
-faccio no-Contact perché non posso vederlo (sempre il “signore” di prima) perché non ho tempo libero dal lavoro, oppure perché devo stare con i miei figli, oppure perché non mi sento in quel momento fisicamente all’altezza di poter incontrare un tale campione di bellezza.
Insomma il no-Contact è quasi sempre dettato da un evento esterno, che diventa una sorta di by-pass emotivo, raramente l’allontanamento da parte mia avviene per amor proprio, ed in questo caso dura poco.
Mi consolano le parole dell’autrice nel punto in cui afferma che il processo di guarigione dagli abusi narcisistici non è affatto lineare e presuppone un cambiamento radicale di noi stessi. Forse cerco negli eventi esterni una forza che non sono certa di avere dentro di me? L’immagine consolatrice di una Forza Superiore che mi sorregge benevola impedendomi di cadere? E allora mi chiedo, cosa è realmente più utile alla mia guarigione dagli abusi: confidare nelle mie malconce forze o sperare che qualche evento inatteso mi distragga dalla coazione a ripetere la danza macabra del narciso?
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Beh, anche un colpo di culo esterno a noi e del tutto imprevedibile (qualche lieto evento inatteso) ci sta tutto: magari non dettato da una Forza Superiore ma dovuto proprio a Sua Maestà il Caso… anche la condizione particolare che giocoforza oggi ci costringe a stare isolati può essere l’occasione per riprendere in mano se stessi (se non si ha la sfortuna di doversi fare la quarantena con con np, ovviamente…) e dare una mano alla “forza superiore” o al “caso”…
Il punto è che se pure non esiste nessuna forza esterna a noi dotata di volontà e intenzione (né in bene né in male), esiste però la nostra personale predisposizione ad accogliere nella nostra vita gli eventi nuovi (non legati a np). In questo momento di chiusura nelle nostre case, possiamo anche trovare dimensioni di solidarietà inaspettata, vedere il valore degli altri, magari di un vicino su cui non avremmo mai puntato una lira… Io sto scoprendo il valore o il senso di relazioni che non avevano avuto prima alcuna importanza per me, prima, e tantomeno nel tunnel mentale orientato solo verso np… Mi sembra di avere accesso a una dimensione mentale differente: la pandemia del mondo, che non posso fare nulla per evitare al mondo, mi rende più ricettiva verso tanti piccoli atti, porta lontano dalle enfasi teatrali di e con np, metto in atto la calma e la pazienza verso me stessa, metto le cose che so fare al servizio degli altri e di chi ne ha bisogno… Insomma, c’è una zona di crescita che per sua natura spinge lontano da np e dalle sue perversioni.
Jung parla delle”coincidenze significative”: fenomeni non collegati da principi di causa-effetto, apparentemente slegati tra loro, che però si manifestano in contemporanea perché “appartengono ad un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che siano sincronizzati su una stessa ora”. Cioè, certi eventi si manifestano a noi come tali perché siamo pronti a coglierli: se vale per le cose brutte, deve valere anche per le cose salvifiche.
Gli eventi inattesi verranno, se avremo lavorato su noi stessi in modo da renderli significativi nel nostro contesto psichico.
Un abbraccio.
Supereremo la pandemia e di certo anche np.
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Certo cara Blume, supereremo la pandemia ed anche np, se solo sapremo accogliere il “nuovo e l’inaspettato” anche dentro di noi. Quasi mi vergogno al pensiero del sollievo che provo per questa inaspettata sospensione della vita normale, perché ho l’occasione di riprendere fiato dopo anni di batoste senza tregua e di situazioni che mi sembravano senza via d’uscita. Finirà, ma nulla sarà più come prima, nel bene e nel male, neanche il nostro sguardo su chi ci sembrava tanto importante. Un abbraccio!
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Carissima Foxy, la mia personale opinione è che qualunque manovra di distrazione è deleteria e ci fa restare per anni e anni inchiodati mentalmente alla rete. Se lui era un tipo che triangolava troppo, ad esempio, possiamo rimanere preziosi anni prigionieri dai paragoni che ci portavano a fare con le altre. Il danno di tutto ciò che ci hanno fatto lo avverti unicamente quando l’allontanamento avviene non per fatti esterni, ma grazie alla tua forza di volontà e consapevolezza acquisita. Solo allora riesci a far lavorare bene il tuo cervello verso il cambiamento di cui ha bisogno per arrivare alla guarigione totale. Penso che il periodo peggiore per te è passato, che era quello di ignorare persino gli accadimenti esterni e trascurare tutto, figli inclusi, pur di raggiungerlo ovunque si trovasse. Ci sono due articoli molto belli, sempre di Kim Saeed, che ti consiglio vivamente di leggere, perché parlano di questo ‘viaggio della guarigione’ come un processo diviso in tappe e passaggi NECESSARI che dobbiamo superare se vogliamo davvero lasciare andare il soggetto tossico. Eccoli: https://artedisalvarsi.wordpress.com/2018/12/07/preparandovi-per-il-viaggio-di-recupero-dallabuso-narcisistico/ e https://artedisalvarsi.wordpress.com/2019/01/07/le-5-tappe-del-recupero-del-trauma-post-abuso-narcisistico/. Abbraccio grande, cara!
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E WOOOOOW!! L’importanza di chiamare le cose col loro nome. Mi piace.👍
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Cara Claudileia, grazie al tuo aiuto durante il mio no contact,non sono caduta in molte trappole autosabotanti.
Ormai ne sono uscita, nonostante il ritorno ,la madre e la sorella…
Ed ora se vuoi ha ricominciato il silenzio…dopo avermi bombardata di video, messaggi e telefonate: il silenzio.
Non cambiano mai…ma ora rido e ne sono sollevata!
Ormai la osservo e prevedo tutto.
Forse la vera salvezza per le vittime, è la prevedibilità del ciclo..in qualche modo ci permette di assumere strategie difensive.
In questo momento disastroso…sono felice di non averla piu inchiodata nella mia testa a manipolarmi.
Auguro a Voi tutte…di riavere questa libertà interiore.
Un abbraccio
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Carissima Ribelle, già. Diciamo che vi ha lusingato e “lisciato il pelo” perché vi stavate dando da fare per aiutare sua madre e quindi lei doveva dimostrare PER FORZA – non perché il cuore gli dettava – un certo apprezzamento per la vostra umanità. Fatto sta che l’umanità non viene mai del tutto apprezzata dai narcisisti perché implica ritrovarsi di fronte a una serie di valori che non hanno. Quindi, consolidata la facciata della gratitudine (nella sua testa!) subito è avvenuta la provvidenziale scomparsa. Niente di novo sul front: la gratitudine è elemento troppo impegnativo per loro. Semplicemente non ce la fanno a sopportare e presto si sentono umiliati per l’ipotetico debito che contraggono con chi si comporta bene. Un forte abbraccio a te e famiglia!
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Hai ragione cara Claudileia…purtroppo sono personalità fragili e disturbate.
L importante è non farsi rubare più l anima e le energie.
Un grande abbraccio a te ,sperando di conservare la salute e la speranza.
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Ottimo articolo. Importanti spunti. Molto importanti! Dio, quanto lavoro da fare!
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