I principali segnali di allerta psicologico nelle vittime di abuso narcisistico

Fonte: https://blogs.psychcentral.com/recovering-narcissist/2017/08/11-signs-youre-the-victim-of-narcissistic-abuse/
Autrice: Shahida Arabi, psicologa e psicoterapeuta (Columbia University), specializzata in bullismo e violenza domestica. Opere The smart girl’s Guide to self-care e Becoming the narcissist’s nightmare: how to devalue and discard the narcissist while supplying yourself
Trad. C. Lemes Dias

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Pensate alla vostra intera realtà come deformata e distorta. Avvertiti di essere stati abusati, manipolati, imbrogliati, ridicolizzati, umiliati, che avete subìto gaslighting e creduto di immaginare cose.

Il tutto senza pietà.

La persona che pensavate di conoscere e la vita che avevate costruito insieme ora vi sembrano distrutte in milioni di piccoli frammenti.

Sentite che il vostro senso dell’io è stato eroso, ridotto ai minimi. Siete stati idealizzati, svalutati e poi fatti cadere dal piedistallo.

Forse siete stati persino sostituiti e scartati più volte, attirati ancora e ancora in un ciclo di abuso solo per essere “spazzati via” in un modo più tortuoso della volta precedente.

Forse siete stati implacabilmente inseguiti, molestati e costretti a rimanere con il vostro aggressore.

Sappiate che non si trattava di una separazione o di una relazione normale: si trattava di un set-up per l’uccisione non dichiarata e insidiosa della vostra psiche e del vostro senso di sicurezza nel mondo.

Eppure potrebbero non esserci cicatrici visibili che vi aiutino a raccontare la storia: tutto ciò che avete a vostra disposizione per ricomporvi sono i vostri stessi pezzi rotti, i ricordi frammentati e le ferite da guerra che vi portate dentro.

Ecco in cosa consiste l’abuso narcisistico.

La violenza psicologica da parte dei narcisisti maligni può includere l’abuso verbale ed emotivo, la proiezione tossica, l’ostruzionismo, il sabotaggio, le campagne diffamatorie, la triangolazione e una pletora di altre forme di coercizione e controllo. Una simile violenza è imposta da qualcuno che manca di empatia, dimostra un eccessivo senso di diritto e si impegna nello sfruttamento interpersonale per soddisfare i propri bisogni a spese dei diritti degli altri.

Come risultato dell’abuso cronico, le vittime possono lottare contro sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress, o del Disturbo Post-Traumatico da Stress Complesso se hanno avuto traumi aggiuntivi – come l’essere stati maltrattati in passato da genitori narcisisti – o persino l’ormai nota “Sindrome da vittima narcisistica” (Cannonville, 2015; Staggs 2016).

Le conseguenze dell’abuso narcisistico possono includere depressione, ansia, ipervigilanza, un pervasivo senso di vergogna tossica e flashback emotivi che fanno ritornare alla mente della vittima gli episodi di maltrattamento, infliggendo ulteriori travolgenti sentimenti di impotenza e inutilità.

Quando siamo nel bel mezzo di un ciclo di abusi in corso, può essere difficile individuare esattamente ciò che stiamo vivendo. Questo perché i maltrattanti sono in grado di distorcere e trasformare la realtà per soddisfare i propri bisogni e di impegnarsi in intensi bombardamenti amorosi ad ogni incidente violento pur di convincere le loro vittime che sono loro le vere maltrattanti.

Se state affrontando gli undici sintomi sottostanti e siete tuttora dentro o avete avuto una relazione tossica con un partner che non vi rispetta, vi svaluta e vi maltratta, potete essere caduti/e nella trappola di un predatore emotivo.

  1. ESPERIENZA DI DISSOCIAZIONE COME MECCANISMO DI SOPRAVVIVENZA

Vi sentiti addirittura emotivamente e fisicamente distaccati dal vostro ambiente, sperimentate vuoti di memoria, difficoltà con la vostra percezione, coscienza e senso di sé. Come scrive il Dr. Van der Kolk (2015) nel suo libro, The Body Keeps the Score, “La dissociazione è l’essenza del trauma. L’esperienza travolgente è scissa e frammentata, cosicché le emozioni, i suoni, le immagini, i pensieri e le sensazioni fisiche prendono vita da soli.”

La dissociazione può portare all’intorpidimento emotivo di fronte a circostanze orribili, generando incubi, ossessioni, dipendenze e blocchi che possono diventare uno stile di vita per offrirvi una via di fuga dalla realtà vissuta. Il vostro cervello trova modi per bloccare emotivamente l’impatto del dolore, cercando di impedirvi di dover affrontare la terribile realtà.

Potete anche sviluppare ‘parti interiori’ traumatizzate e disgiunte dalla personalità che sfoggiate con il vostro aggressore o persone care (Johnston, 2017). Queste parti interiori possono includere le parti interne del/la bambino/a affettivamente malnutrito/a che eravate, la vostra vera rabbia, il disgusto che provate nei confronti del vostro aggressore o parti di voi che sentite di dover soffocare pur di non urtare l’aggressore.

Secondo il terapeuta Rev. Sheri Heller (2015), “Integrare e reclamare aspetti dissociati e disconnessi della personalità dipende in gran parte dalla costruzione di una narrazione coesa, che consente l’assimilazione di realtà emotive, cognitive e fisiologiche.” Questa integrazione interiore può essere meglio fatta con l’aiuto di un terapeuta esperto in relazioni traumatiche.

  1. CAMMINATE SU DEI GUSCI D’UOVO

Un sintomo comune del trauma è quello di evitare qualsiasi cosa rappresenti ​​riviverlo – che si tratti di persone, luoghi o attività che rappresentino questa minaccia. Che si tratti di un amico, del vostro partner, di un parente, collaboratore o capo, vi ritrovate a guardare costantemente ciò che dite o fatte attorno a questa persona per timore di incorrere nella sua ira o punizione, oppure per paura di diventare oggetto della sua invidia.

Presto scoprite, però, che anche questo non funziona e che continuate comunque ad essere il bersaglio prescelto ogni volta che lui o lei si sente in diritto di usarvi come sacca da boxe emotiva. Diventate perennemente ansiosi per paura di “provocare” il vostro aggressore in qualsiasi modo e cercate di evitare il confronto o di stabilire dei limiti. Potete anche estendere il vostro comportamento compiacente alle persone al di fuori della relazione abusiva, perdendo la vostra capacità di essere spontanei o assertivi quando navigate nel mondo esterno, specialmente con persone che assomigliano o sono associate al vostro aggressore o all’abuso.

  1. METTETE DA PARTE I VOSTRI BISOGNI E DESIDERI DI BASE, SACRIFICANDO LA VOSTRA EMOTIVITÀ E PERSINO LA VOSTRA SICUREZZA FISICA PER COMPIACERE L’AGGRESSORE

Potete essere stati una volta pieni di vita, guidati dai vostri obiettivi e orientati alla realizzazione dei vostri sogni. Ora sentiti di vivere unicamente per soddisfare i bisogni e le necessità di un’altra persona. Se una volta l’intera vita del narcisista sembrava girare attorno a voi; ora tutta la vostra vita ruota attorno a lui/lei. Potete aver messo i vostri obiettivi, hobby, amicizie e sicurezza personale nel dimenticatoio solo per assicurarvi che il maltrattante si senta “soddisfatto” della relazione. Certo, vi siete resi conto che lui o lei non è mai stato veramente soddisfatto/a… indipendentemente da ciò che avete fatto o fatte tuttora.

  1. LOTTATE CON PROBLEMI DI SALUTE E SINTOMI SOMATICI CHE RAPPRESENTANO IL VOSTRO TUMULTO PSICOLOGICO

Potete aver guadagnato o perso una quantità significativa di peso, sviluppato gravi problemi di salute che prima non esistevano e sintomi fisici di invecchiamento precoce. Lo stress dell’abuso cronico ha mandato in tilt il vostro livello di cortisolo e il vostro sistema immunitario ha preso un duro colpo, rendendovi vulnerabili a disturbi fisici e malattie (Bergland, 2013). Non riuscite a prendere sonno o fatte incubi terrificanti quando riuscite a dormire, rivivendo il trauma attraverso flashback visivi o emotivi che vi riportano al luogo delle ferite originali (Walker, 2013).

  1. SVILUPPATE UN DIFFUSO SENSO DI SFIDUCIA.

Ogni persona ora rappresenta una minaccia e avvertite l’ansia per le intenzioni degli altri, specialmente dopo aver sperimentato le azioni malevole di qualcuno di cui vi fidavate una volta. La vostra solita cautela diventa ipervigilanza. Dal momento che l’aggressore narcisista ha lavorato duramente attraverso il gaslighting per farvi credere che le vostre esperienze non erano valide, combattete contro la difficoltà a fidarvi di qualcuno, incluso voi stessi.

  1. ESPERIMENTATE L’IDEAZIONE SUICIDARIA O LA TENDENZA A FARSI DEL MALE.

Insieme con la depressione e l’ansia può venire un aumentato senso di disperazione. Le circostanze diventano insopportabili, come se non ci fosse una via di fuga, anche volendo. L’impotenza appresa prende il via, facendovi sentire incapaci di sopravvivere un altro giorno. Potete persino farvi del male fisicamente per sentirsi ancora vivi. Come osserva il dottor McKeon (2014), capo della sezione per la prevenzione del suicidio nelle linee guida della SAMHSA (Substance Abuse and Mental Health Services Administration) le vittime di violenza da parte di un partner hanno il doppio delle probabilità di tentare il suicidio più volte. Quando, purtroppo, la tragedia si avvera, è come se i maltrattanti commettessero essenzialmente un omicidio che non lascia tracce.

  1. VI AUTO ISOLATE.

Molti maltrattanti isolano le loro vittime, ma anche le vittime si isolano quando si vergognano dell’abuso che stanno vivendo. Data la colpevolezza delle vittime e le idee sbagliate sulla violenza emotiva e psicologica nella società, le vittime potrebbero persino essere ri-traumatizzate dalle forze dell’ordine, dai familiari, dagli amici e dai membri dell’harem del narcisista che potrebbero invalidare la loro percezione dell’abuso. Temono che nessuno possa capirle o crederle, quindi invece di chiedere aiuto decidono di ritirarsi dagli altri per evitare il loro giudizio e la rappresaglia dei maltrattanti.

  1. COMINCIATE A PARAGONARVI AGLI ALTRI, SPESSO FINO AL PUNTO DI ASSUMERVI L’INTERA RESPONSABILITÀ DELL’ABUSO

Un narcisista è altamente abile nella produzione di triangoli amorosi. Porta deliberatamente un’altra persona nella dinamica della relazione per terrorizzare ulteriormente la vittima. Di conseguenza, le vittime di abusi narcisistici interiorizzano il timore di non essere abbastanza e possono costantemente sforzarsi di “competere” per l’attenzione e l’approvazione del maltrattante.

Le vittime possono anche confrontarsi con persone che vivono relazioni felici e più sane o chiedersi perché il loro aggressore sembra trattare gli estranei con più rispetto. Questo può spingerle nella botola della meraviglia, “perché con me è così?”. Cadono nell’abisso dell’auto-biasimo, ma la verità è che il maltrattante dovrebbe essere l’unica persona a sentirsi in colpa: non siete in alcun modo responsabili delle azioni della persona che vi maltratta.

  1. VI AUTO SABOTATE O PROVATE AD ANNIENTARVI

Le vittime spesso si ritrovano a rimuginare sull’abuso e ad ascoltare la voce del/la narcisista nelle loro menti, amplificando il rimuginare negativo e la tendenza all’auto sabotaggio. Il programma dei narcisisti maligni condiziona le loro vittime all’autodistruzione, a volte fino al punto di indurle al suicidio.

A causa delle accuse velate o palesi, dell’abuso verbale e dell’ipercriticismo, le vittime sviluppano la tendenza a punire se stesse per colpa di un senso di vergogna tossica. Possono sabotare i propri obiettivi, i loro sogni e le loro ricerche accademiche.

Il narcisista instilla in loro un senso di inutilità talmente grande che cominciano a credere di non meritare le cose buone che capitano nella loro vita.

  1. AVETE PAURA DI FARE CIÒ CHE AMATE E DI RAGGIUNGERE IL SUCCESSO

Dal momento che molti predatori patologici sono invidiosi delle loro vittime, cercano di punirle appena si accorgono che hanno qualche probabilità di avere successo. Ciò condiziona le vittime, che passano ad associare le loro gioie, interessi, talenti e aree di successo a trattamenti crudeli e destabilizzanti. Questo condizionamento fa temere alle vittime che si verifichino rappresaglie e rimproveri quando provano gioia per le loro conquiste.

Di conseguenza, possono cadere nell’abisso della depressione, diventare ansiose e sfiduciate fino al punto di nascondersi dai riflettori per permettere al maltrattante di “rubare” la scena ancora e ancora.

Rendetevene conto che il vostro aggressore non sta negando i vostri meriti perché davvero crede alla vostra inferiorità; ma perché ogni vostra vittoria minaccia l’influenza e il controllo che adopera su di voi.

  1. PROTEGGETE IL MALTRATTANTE E APPLICATE IL GASLIGHTING SU VOI STESSI

Razionalizzare, minimizzare e negare l’abuso spesso sono i meccanismi di sopravvivenza utilizzati dalle vittime in una relazione abusiva. Al fine di ridurre la dissonanza cognitiva che prende il sopravvento quando capite che la persona che afferma di amarvi è la stessa che vi maltratta, vi convincete che il maltrattante non può essere “così male” e che avete fatto “qualcosa” per “provocare” l’abuso.

È importante contrastare la dissonanza cognitiva andando nella direzione opposta al fine di informarvi sulla personalità narcisista e sulle tattiche di manipolazione e abuso che amano mettere in atto. In questo modo sarete in grado di confrontare la vostra realtà attuale con il Falso Sé del narcisista, riconoscendo nella persona maltrattante dietro la facciata affascinante, è il suo Vero Sé.

Ricordatevi che spesso tra una vittima e un maltrattante si forma un legame traumatico intenso. Accade perché la vittima è “addestrata” a fare affidamento sul narcisista per la sua sopravvivenza (Carnes, 2015). Le vittime possono proteggere i maltrattanti dalle conseguenze legali, ritrarre un’immagine felice della relazione sui social media o sovracompensare “condividendo la colpa” dell’abuso.

HO SUBÌTO MALTRATTAMENTI DA UNA PERSONALITÀ NARCISISTA. E ADESSO?

Se siete attualmente in una relazione violenta di qualsiasi tipo, sappiate che non siete soli, anche se vi sentite così. Ci sono milioni di sopravvissuti in tutto il mondo che hanno sperimentato quello che state vivendo. Questa forma di tormento psicologico non è esclusività di un genere, cultura, classe sociale o religione. Il primo passo è diventare consapevoli della realtà della vostra situazione e convalidarla – anche se il vostro maltrattante prova a farvi credere che non è così.
Se potete, scrivete un diario delle esperienze che avete vissuto per iniziare a riconoscere la realtà dell’abuso. Condividete la verità con un professionista della salute mentale che ispira la vostra fiducia, con sostenitori che lottano contro la violenza domestica, familiari, amici o conoscenti sopravvissuti. Iniziate a “curare” il vostro corpo attraverso modalità come lo yoga focalizzato sul trauma e la meditazione consapevole (mindfulness), due pratiche che lavorano le stesse aree del cervello spesso colpite da un trauma (van der Kolk, 2015). Chiedete aiuto se riscontrate uno di questi sintomi, in particolare l’ideazione suicidaria. Consultate uno esperto in rapporti traumatici che può aiutarvi e guidarvi verso il superamento dei sintomi del trauma. Create un piano per mettervi in sicurezza se avete dubbi sul fatto che il vostro partner vi stia psicologicamente maltrattando.
Non è facile lasciare una relazione squilibrata. A causa degli intensi legami traumatici che possono svilupparsi, degli effetti del trauma e del pervasivo senso di impotenza e disperazione prodotti dall’abuso, avvertirete un dolore maggiore. Tuttavia dovete sapere che è possibile ripartire ed iniziare il viaggio verso il contatto zero o contatto minimo – nel caso co-genitorialità o parentela. Il recupero da questa forma di abuso è impegnativo, ma vale la pena spianare la strada verso la libertà per rimettere insieme i vostri pezzi.

Se voi o qualcuno che conoscete ha pensieri suicidi, assicuratevi di chiamare i numeri nazionali per la prevenzione dei suicidi (In Italia potete chiamare il Telefono Amico al 199.284.284.)  

RIFERIMENTI

Bergland, C. (2013, January 22). Cortisol: Why “The Stress Hormone” is public enemy no. 1. Retrieved August 21, 2017, from https://www.psychologytoday.com/blog/the-athletes-way/201301/cortisol-why-the-stress-hormone-is-public-enemy-no-

Clay, R. A. (2014). Suicide and intimate partner violence. Monitor on Psychology, 45(10), 30. Retrieved August 21, 2017, from http://www.apa.org/monitor/2014/11/suicide-violence.aspx

Canonville, C. L. (2015). Narcissistic Victim Syndrome: What the heck is that? Retrieved August 18, 2017, from http://narcissisticbehavior.net/the-effects-of-gaslighting-in-narcissistic-victim-syndrome/

Carnes, P. (2015). Betrayal Bond: Breaking Free of Exploitive Relationships. Health Communications, Incorporated.

Heller, S. (2015, February 18). Complex PTSD and the realm of dissociation. Retrieved August 21, 2017, from https://pro.psychcentral.com/complex-ptsd-and-the-realm-of-dissociation/006907.html

Johnston, M. (2017, April 05). Working with our inner Parts. Retrieved August 21, 2017, from https://majohnston.wordpress.com/working-with-our-inner-parts/

Staggs, S. (2016). Complex Post-Traumatic Stress Disorder. Psych Central. Retrieved on August 21, 2017, from https://psychcentral.com/lib/complex-post-traumatic-stress-disorder/

Staggs, S. (2016). Symptoms & Diagnosis of PTSD. Psych Central. Retrieved on August 21, 2017, from https://psychcentral.com/lib/symptoms-and-diagnosis-of-ptsd/

Van der Kolk, B. (2015). The body keeps the score: Mind, brain and body in the transformation of trauma. London: Penguin Books.

Walker, P. (2013). Complex PTSD: From surviving to thriving. Lafayette, CA: Azure Coyote.

97 pensieri su “I principali segnali di allerta psicologico nelle vittime di abuso narcisistico

  1. In merito all’articolo, tutto vero, tutto vissuto sulla pelle.
    Torno qui dopo qualche giorno di intenso lavoro, che continua anche oggi, e soprattutto di confronti forzati (da lei); anche se ho tentato in tutti i modi di sottrarmi ad un confronto diretto, lei mi ha esplicitamente chiesto cosa intendo fare, vista la mia distanza, e mi ha proposto di riprovarci sulle sue basi, ormai note, ovvero non c’è più passione ma ci piace fare un sacco di cose insieme, ripartiamo da lì. Io ho cercato di glissare ma alla fine ho giocato a carte scoperte, e non avevo alternativa; o bluffavo, ma poi mi sarei dovuto comportare di conseguenza, cioè avrei dovuto simulare un riavvicinamento che non riesco proprio nemmeno a immaginare senza star male, oppure dovevo dire come stanno le cose per me; le ho detto che il nostro rapporto per me non esiste più e che quindi ritengo che ognuno debba fare la sua vita, condividendo finchè necessario spazi fisici e tempi di cose che non si possono evitare. Un eventuale mio silenzio avrebbe solo alzato il livello della tensione e io sarei passato per quello stronzo anche di fronte ai ragazzi che hanno assistito alla richiesta di confronto.
    La sua posizione è per quanto mi riguarda risibile: lei non ha collaborato in terapia di coppia perchè io non ho accettato una condivisione delle colpe, cioè io dovevo rinunciare alla mia posizione che le mie sofferenze attuali derivino da lei, ipotizzando una serie di mie problematiche personali che mi portano a soffrire, nonchè riconoscere appunto una posizione alla pari nelle responsabilità della distruzione del nostro rapporto. Ciaone……
    Mi ha esplicitamente fatto notare che non ci possiamo permettere un altro affitto, richiamandomi ai miei doveri verso i figli (curiosamente siamo andati a vedere quanto costa l’iscrizione ad un’università). Stamattina mi ha scritto un paio di sms del tipo “sarei pronta a provare anche altre strade, quelle che sento più conformi a me”, “dopo tutte le mazzate che preso (????) (non dimenticando anche quelle che ho dato) sarei ancora pronta a cercare una strada. Mi dispiace che tu le definisca briciole”, “io non voglio mollare”.
    Insomma sta tentando la carta del senso di colpa e della sua vittimizzazione.
    Le ho risposto alla fine con un laconico “capisco”, che ha chiuso il confronto.
    Ora veramente temo un aggravarsi della vivibilità e si accelera la necessità di trovare una sistemazione, ma veramente non so dove sbattere la testa e oggettivamente un altro affitto a prezzi di mercato non ci sta.
    Grazie del solito ascolto e della comprensione.
    Un abbraccio a tutti.

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    1. Caro Gianni, mi spiace molto che tu viva questa situazione, purtroppo quando i rapporti raggiungono e superano certi limiti e l’idea di “riprovarci” ti fa solo stare male e’ il segno che non è più possibile recuperare e bisogna in qualche modo accettare l’evidenza che la storia è finita. Purtroppo tu sei la fonte primaria per tua moglie, ha bisogno di rifornimento narcisistico e visto che non glielo dai più sta tentando varie vie per riprenderselo….alla fine vedrai che sarai pure tu a passare per quello che non ha voluto “salvare il matirmonio” e lei passerà di nuovo per la vittima della situazione.
      Purtroppo non so cosa dirti se non che sono solidale…capisco che per te è difficile separarti per cause economiche e quindi devi cercare di sopravvivere dentro questa situazione. Comunque fai bene a non fingere di assecondarla per il quieto vivere e ad essere sincero su quello che senti. Perchè se anche fingessi di accettare la sua proposta di riprovarci poi lei ti direbbe che non fai abbastanza, che la trascuri ecc. ecc…la verità è che con loro non funziona nulla.

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      1. Cara Spirito Libero, grazie della comprensione. So benissimo che tutto quello che scrivi è vero.
        Le sue argomentazioni attuali ne sono la prova evidente; le porta solo nel momento in cui io mi allontano e non contengono in nessun modo alcun tipo di reale apertura, sono solo un tentativo di non perdere il rifornimento primario. Mi ha anche accusato di farla soffrire nel non parlarle; devo essere proprio un cattivone. Colpevolizzazione e vittimismo, nient’altro.
        Pensa che come massima espressione di empatia e amore è riuscita a dirmi che prova ancora un “sentimento di fondo” nei miei confronti. Io un sentimento di fondo lo provo per il gatto….
        Un abbraccio.

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      2. “Un sentimento di fondo”, “del tenero”, “un qualcosa che non so bene identificare”, “ci ‘apparteniamo’ e quindi non è giusto”… ecco, sono frasi tipo usate esclusivamente per tenere lo schiavo a disposizione attraverso la speranza di un cambiamento. Giocano con il ‘domani si vedrà’, con l’incertezza. Non sbilanciandosi e rimanendo sempre nell’ambiguità non devono rendere conto di alcunché e nemmeno responsabilizzarsi per le parole impegnative che pronunciano nel momento del riaggancio. Ossia, anche quando c’è il tentativo di hoovering restano sul vago affinché l’impegno sia esclusivamente tuo ancora una volta. Cosa succede quando una persona prende il ‘sentimento di fondo’ come qualcosa di serio e si nutre di speranza? Torna nel circuito e si fa zerbinare ancor di più. Appena le vittime si rendono conto che nulla è cambiato, comprendono che il ‘sentimento di fondo’ era la rabbia, altroché amore.

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      3. A me Claudileia è stata detta una frase del genere “Siamo amici o non so“…cioè… siamo amici o qualcosa d’altro? Oppure “Ho una persona ma non stiamo realmente insieme”…
        Proprio come dici tu….l’ambiguità ai massimi livelli per lasciare aperti spiragli di (false) speranze e poi poterti dire che comunque hai travisato tu….e uscirne sempre puliti.

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      4. Cara Claudileia, io ho la reazione lenta, nel senso che devo sempre pensare al significato profondo di quello che viene detto, non ho quasi mai reazioni immediate. Ma questa del “sentimento di fondo” me la sono digerita ben bene e ci ho pensato bene su.
        Se non fosse estremamente triste, e anche subdola nel senso che hai ben descritto, mi verrebbe da ridere. Ma si può dire a tuo marito, nel tentativo di convincerlo a restare con te, che nutri “un sentimento di fondo” per lui? Scusa la parola: che cazzo vuol dire? Ma mi credi veramente scemo, o che? Come dirmi che non hai collaborato in terapia perchè io ti reputo responsabile di tutti i miei problemi (come se non fosse proprio così, almeno in questo momento). Ma di cosa stiamo parlando?
        In realtà forse dovrei ringraziare mia moglie in questo momento, mi sta dando ulteriori spunti di consapevolezza e spinte per prendere ancora maggiori distanze.
        Ciao cara, un abbraccio!

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    2. Ciao Gianni,
      mi chiedo perché lei ti abbia richiamato alle tue responsabilità, e lei non ne ha, anche verso se stessa? Che senso ha rimanere in una relazione in cui lei per prima non prova passione? Le serve un amico, un coinquilino oppure un tetto sulla testa e qualcuno che riempia il frigo? Quale di queste di grazia? Adesso non vuole mollare… ma cosa?
      Non è ci si debba amare per sempre o per forza, ma la coerenza che fine ha fatto?
      Boh, un abbraccio.

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      1. Giuliana, i narcisisti per quanto manipolatori delle vite altrui sono i primi a non avere dignità e rispetto di sé. Sono persone squallide che pur di conservare un guadagno materiale si mercificano e sono disposte a portare avanti situazioni in cui si viva forzatamente insieme per puro interesse e con constante astio reciproco -praticamente un suicidio morale che nei casi limite esplode talvolta in violenza nei casi di cronaca-, il problema per loro non si pone tanto vivono da sempre nella falsità! Il punto é che loro vivono al di fuori della realtà oggettiva, vivono il qui ed ora, incapaci di vedere le conseguenze delle loro azioni: situazioni del genere infatti non potrebbero durare in eterno alle loro condizioni, perché i partner non sono insensibili come loro, covano risentimento, talvolta non sopportano più la loro presenza, spesso hanno già fatto il salto in termini di consapevolezza e ricercano ormai una vita diversa, e in breve le convivenze forzate in cui non si condivide un bel niente se non il denaro, esploderebbero comunque. Le relazioni finiscono, non tutte hanno i requisiti per durare a vita, a loro chiaramente interessa il rifornimento narcisistico e per questo motivo impongono semplicemente le loro condizioni come fosse legge: ho un fratello che si é lasciato alle spalle una situazione con una donna simile, fortunatamente prima che in condizioni di convivenza forzata arrivassero alle mani. Situazioni simili di vero e proprio ricatto da parte di uno dei partner dovrebbero poter essere denunciate e sanzionate, perché abbruttiscono le persone, creano ulteriore sofferenza ai figli e talvolta sfociano in crimini veri e propri.

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      2. Desolatamente vero Claudileia… aggiungo solo che tristezza.
        Soprattutto per Gianni, all’angolo in una condizione di non potersi difendere efficacemente per evitare danni collaterali, per lei (anche se non merita alcuna compassione) che si presterebbe a qualsiasi compromesso, per i ragazzi che si trovano in mezzo.

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      3. Cara Babi, condivido in pieno; lei per prima dovrebbe sentire il bisogno di essere felice per sè stessa, ma la sua posizione, espressa anche alla terapeuta di coppia, è che lei nella sofferenza ci sa stare e quindi non è un problema; come dici tu le serve solo compagnia (rifornimento primario) e ha il terrore dell’abbandono. Lei per prima voleva lasciarmi e ora è la santa donna che vuole salvare il matrimonio. Lei per prima mi ha massacrato umanamente costringendomi ad una reazione che a me per primo non piace ma che è stata necessaria alla mia sopravvivenza, anche fisica.
        Già una volta mi ha convinto a rinunciare alla mia scelta, e in quell’occasione ho pure rinunciato all’unica possibilità di avere una sistemazione gratis. Quindi adesso mi sento oltre a tutto anche messo in gabbia.
        Lei coerenza?? Ma scherzi….
        Grazie ancora e un abbraccio anche a te!

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    3. Infatti Gianni…il “sentimento di fondo” è solo un modo patetico per farti credere che provi qualcosa per te perchè sa che tu l’hai amata e così vuole cercare di riprenderti facendo leva su quello.
      Il ricatto sentimentale è un’arma molto usata dai narcisisti quando altri modi non funzionano (gaslighting, colpevolizzazione ecc.) ma hanno bisogno di ricatturati nella loro rete. Un abbraccio

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    4. Buongiorno Gianni
      intanto ben ritrovato anche se leggendo gli ultimi sviluppi ti immagino molto affaticato. È più che comprensibile data la situazione. Però Gianni noi non siamo macchine quindi è normale che dopo un po’ non riusciamo più a fingere e usciamo allo scoperto. Lei forse ha sempre sottovalutato il tuo atteggiamento pensando che fosse un periodo di passaggio. Oggi scopre che non è così e la cosa la mette in ansia, la agita quindi fa del “tutto” per recuperare. Ma il loro “tutto” è farti sentire colpevole e/o atteggiarsi a vittime. Sia mai che si facciano un esame di coscienza!
      Non le piacerà scoprire che in questi mesi tu hai acquisito una maggiore consapevolezza riguardo alla vostra relazione ma soprattutto riguardo all’uomo che sei tu, ciò di cui hai bisogno, ciò che desideri per te e questo ti rende più forte. Perdere il controllo è una cosa che non sopportano e se tu sei più forte esci dal suo controllo, iniziate finalmente ad essere alla pari e lei non è abituata.
      È triste vedere tanta agitazione solo ora e solo perché tu non la assecondi nel suo intento e immagino che questo ti procuri un grande dolore. Però Gianni io, da profana, sento che avrai la forza per affrontare le difficoltà che verranno. L’uscita allo scoperto, se da un lato ti espone alla sua rabbia, dall’altro ti rende protagonista della tua vita finalmente incentrata su di te oltre che ai tuoi figli. Sarà anche capitato per caso ma il caso ti ha trovato pronto e questo lo vedo un grosso passo avanti, di chi esce dal pantano emotivo in cui ci ritroviamo quando abbiamo a che fare con personalità disturbate. Forse ti sei anche tolto il peso di chi era obbligato a fingere un comportamento che non sentiva più aderente a sé, rispettandoti e questo è molto se pensi da dove eri partito (siamo partiti tutti).
      Bravo Gianni! Sono proprio contenta per te!

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      1. Cara Mirò, come sempre hai una enorme sensibilità per la mia storia e una capacità di lettura perfette. Io forse speravo proprio che fosse lei a portarmi allo scoperto; ora so che sarà ancora più dura resistere e che la tensione salirà finchè sarò lì, ma perlomeno sono maggiormente in pace con me stesso e con i miei sentimenti. Certo lei ha pensato fosse solo una fase di passaggio e ho dovuto chiarirle il contrario; le ho detto che non mi comporto così perchè sono arrabbiato, per vendetta o per ottenere qualcosa (tutte dinamiche che lei capirebbe benissimo), ma solo perchè questo è ormai quello che provo. Lei ci è rimasta di sasso.
        Come dici tu, vedere tanta preoccupazione solo adesso è veramente triste; con una persona normale si potrebbe anche pensare di concedere un’altra possibilità, in questo caso no.
        Ti ringrazio anche per la considerazione sulla positività della mia reazione; è quello che penso anche io; nonostante non possa nascondere di stare male, sento di aver fatto la cosa giusta e di aver portato rispetto a me stesso, e anche io la vedo una cosa positiva.
        Un abbraccio!

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    5. Gianni, la figura narcisista usa in modo ciclico argomentazioni che rientrano in schemi precisi: la colpevolizzazione, le lusinghe, il vittimismo, gli attacchi. Oscillerà in eterno tra questi schemi, non avrai altre argomentazioni. Sono capaci di dichiarare amore e poi insultarti nel giro di poche ore. Sono come robot già programmati. Quando una carta delle quattro non funziona, passano freddamente alla successiva e così via ciclicamente. Ovviamente non pensare che ammetta di avere problemi, i problemi saranno sempre solo tuoi. Lo scopo é zittirti facendoti passare per colpevole, e riportarti sotto controllo usufruendo del denaro e passare per vittime sacrificali. Puoi star certo che quando si finisce così non si risolve un bel niente, la rabbia aumenterà ancora di più ed esploderà in modo sempre peggiore perché sei cosciente dell’ennesimo inganno. Due piccioni con una fava per loro, ma una persona che ormai ha compreso ovviamente non riuscirà più a sopportare in silenzio. Mio fratello alla fine mise fine ad una convivenza forzata di questo tipo e fece una diffida per stalking alla ex moglie, fu il primo passo che portò alla chiusura dei contatti e alla separazione.

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      1. Cara Cling, concordo in pieno, e infatti mi aspetto anche un ritorno a qualche attacco più diretto, soprattutto se un mio allontanamento fisico la dovesse costringere a qualche sacrificio personale.
        Ormai io ho messo una pietra sopra alla possibilità di recuperare il rapporto, è che per motivi materiali in questo momento non posso andarmene.
        Per adesso devo pensare solo a difendermi adeguatamente e a stare meno male possibile.
        Grazie e un abbraccio!

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    6. Caro Gianni, cosa pensare da chi non ci vuole ‘mollare’ ma vuole che restiamo unicamente alle loro condizioni, ovvero, inghiottendo dosi di manipolazione e gaslighting quotidiani e crogiolandoci nel disamore assoluto per il resto della nostra vita? L’assurdità è che non vedono le loro ‘proposte’ come un invito alla schiavitù psicologica. Dai, su, non sono mica così ‘cattivi’! Nella loro testa è tutto ‘normale’, tanto che riescono a trasmettere questa idea di ‘normalità’ al resto del mondo per far sì che ‘la gente’ riesca incredibilmente a dispiacersi PER LORO. Sei stato onesto, anche per i tuoi figli: non sopporti più un matrimonio di facciata, non reggi più l’ipocrisia, non accetti più di prendere per vero il falso solo per ‘quieto vivere’. Ora non soffermarti ai suoi machiavellici tentativi di gaslighting, perché ben sai identificarli per quel che sono: strategie per portarti a rimuginare o perdere la calma. Conta solo la tua decisione e il benessere dei tuoi figli, non le parole che escono dalla sua bocca e che avrebbe potuto pronunciare in sede terapeutica per evitare di falsare il percorso che avete fatto insieme, posando da ‘donna piedi per terra’ e ridicolizzandoti mentre elemosinavi una briciola di autenticità, di affetto sincero e di passione – come è NORMALE in ogni matrimonio decente. Caro Gianni, se avevi qualche dubbio sul suo narcisismo patologico, ora è il momento di costatare che userà tutte le armi che hai letto qui sul blog per riprendere il controllo su di te. Nella sua testa sta ‘salvaguardando il matrimonio’… ma come si può salvaguardare una istituzione così importante, che richiede la cura reciproca e la comprensione, con parole come ‘cinismo’ e con un atteggiamento del tipo ‘conta la mia soddisfazione, della tua me ne frego” oppure ‘è tutta colpa tua”, “io comunque ci resto perché sono realista e quindi sopportiamoci’? Tutti abbiamo bisogno di sentirci amati dalla persona che abbiamo sposato, altrimenti che razza di matrimonio è? Se siamo monogami è così che funziona. Se non siamo monogami è un’altra questione, perché possono subentrare nel ‘matrimonio’ in questi casi, a volte di comune accordo, una miriadi di altri soggetti per renderlo quantomeno sopportabile. Conveniamo, se sei monogamo e non sei ricambiato dalla persona sulla quale hai investito ogni tuo sentimento il risultato è una sofferenza atroce e la sterilità affettiva. Quindi è come essere seppelliti vivi. Un abbraccio forte e CORAGGIO che il primissimo passo è stato dato. Sei stato leale con lei e con te stesso quando, in altre occasioni e senza il supporto professionale che hai avuto, hai fatto marcia indietro pagando un salatissimo prezzo. Basta soffocare i tuoi desideri e bisogni per compiacere chi non ha mai saputo apprezzarti per quel che sei. Ora ti apprezzi e ti rispetti, stai ritrovando la tua forza originaria. Insomma, W te!

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      1. Cara Claudileia, le tue parole sono speciali, mi fai sentire più sereno, e soprattutto ancora più consapevole.
        La vita è fatta di bivi, a volte evidenti a volte quasi nascosti, magari ti accorgi dopo di aver preso una certa strada; io oggi mi sento un po’ ad un bivio. Finora tutte le mie consapevolezze è come se fossero in parte rimaste nella mia testa, erano una specie di grande esercizio e sforzo mentale; in questi ultimi giorni ho fatto qualche passo in una nuova direzione, quella del rispetto totale per me stesso e i miei sentimenti, i miei bisogni e la mia vita.
        Quello che mi viene proposto e che viene spacciato al resto del mondo come una prova di bontà e magnanimità nei miei confronti altro non è che l’ennesima manipolazione, l’ennesima dose di assurdità con l’unico scopo di soddisfare sè stessa e il suo bisogno di avere qualcuno a disposizione.
        Ho riletto un paio di passaggi dei suoi messaggi di stamattina; lei vuole provare altre strade “più conformi a lei”: si è detta da sola che le interessa solamente il suo punto di vista; e nel dirmi che non prova più passione per me afferma di dirlo perchè vuole essere onesta con sè stessa. Io e i miei sentimenti e punti di vista non entriamo nel discorso, c’è solo lei, come sempre, anche se a parole si spaccia per la persona più altruista del mondo, che ha fatto l’errore di essere troppo buona con me nel nostro matrimonio….
        Grazie ancora e buona notte, un abbraccio e W noi!

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    7. Gianni se puoi vai via, non rimanere in una relazione cosi, sono ultima a poter dare consigli…lei continua a manipolarti o almeno pensa di farlo, non vede che tu sai adesso con chi hai a che fare!!!!

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      1. Ciao Ilaria, per adesso quello che posso fare è stare fuori casa il più possibile, compatibilmente con la necessità di vedere i miei ragazzi; per esempio questa settimana siamo in emergenza al lavoro e colgo l’occasione per stare via anche giovedì che sarebbe festa.
        Lei fa la finta contrita e ferita, ma ormai non ci casco. Se veramente ci crede ha bisogno di uno bravo che la segua, ma chiaramente non lo ammetterà mai, quindi la faccenda non cambia.
        Cerco di ricavare spazi tempi e modi per rimanere sereno, ma non è facile.
        Bisogna trovare alla svelta una soluzione.
        Intanto grazie a voi tutti del sostegno.
        Tu come stai? Non ho più letto di te.
        Un abbraccio.

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      2. Gianni vado avanti….più consapevole di aver avuto a che fare con un……sono ricaduta ma mi sono rialzata subito senza soffrire come lo scorso anno. Mi ronza intorno ma non ci casco adesso. Sabato ho avuto un momento no!!! Ma è la mia vita che è in un momento no. …

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      3. Coraggio Ilaria, non mollare. Un passetto alla volta anche se è dura. Ormai sai come funziona e ogni giorno che passa non può che farti diventare più forte.
        Un abbraccio!

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  2. Quando il narcisista maligno psicopatico hovert è il padre e la sorella psicopatica maligna Covert che facciamo????tutto sperimentato diciamo il malessere, non certo la mia vita nelle loro sporche mani. Un narcisista inferiore lui ,manipolato contro di me da una maligna superiore.

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  3. Articolo che spiega molto bene l’evoluzione a livello psicologico degli abusi durante e dopo la relazione narcisistica. Il trauma da narcisismo è qualcosa che probabilmente è ancora poco studiato, ci sono milioni di articoli sui narcisisti e la loro personalità mentre le conseguenze degli abusi sulle vittime sono ancora poco approfonditi ma è proprio lì che il narcisismo esprime tutta la sua carica di distruzione.
    I rapporti narcisistici si fondano sull’abuso e sulle conseguenze di tale abuso non solo durante ma soprattutto dopo la fine della relazione.
    Quando ho attuato il mio no contact ho capito che il grosso del dolore doveva ancora arrivare, che aver interrotto la girandola degli abusi non era la fine di tutto perchè dopo e’ subentrato lo stress post traumatico: ecco come si perfeziona l’opera malefica del narcisista.
    Anche dopo tempo dalla chiusura (voluta o subita) si prova infatti la sensazione di essere deprivati dei fondamenti stessi della nostra persona: autostima, voglia di vivere, speranza e fiducia nel futuro e nel prossimo.
    Gli scopi del narcisista sono solo due: la distruzione dell’altro o lo sfruttamento continuativo per il proprio tornaconto personale.
    Non si tratta di un povero malato mentale che agisce inconsapevolmente a causa di traumi infantili, ma di una persona che vuole fare del male intenzionalmente e nel modo più subdolo, ovvero catturando l’iniziale fiducia della sua preda e ottenerne l’abbassamento delle difese allo scopo di poter colpire meglio quando se ne presenterà l’occasione.
    Io ho compreso tardi questo meccanismo perverso, nelle mie relazioni con narcisisti ho sempre pensato che ci fosse un modo per potersi relazionare con loro alla pari, o comunque limitando i danni partendo dal presupposto (errato) che conoscere cosa li porta ad essere come sono possa aiutarti a relazionarti meglio con loro.
    Ciò è impossibile.
    Sia che ci si relazioni da vittime inconsapevoli che da persone consapevoli, e quindi capaci di prevedere le loro mosse e controbatterle, il risultato non cambia.
    L’abuso avrà luogo comunque e sarà tanto più devastante quanto più tempo spenderemo all’interno di queste relazioni.

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    1. Ciao Spirito, condivido in toto: la parte peggiore arriva dopo. Per quanto mi riguarda, al di là dell’importantissimo aspetto di tutela dei figli e parlando invece dell’aspetto personale, il nostro intimo terrore che rimane appiccicato come vischio sulla roccia umida non ha possibilià di essere superato, nemmeno con tutte le terapie del mondo: perché il senso di ingiustizia e di impotenza ci annienterà finché campiamo. Ergo, o troviamo il modo di rimettere in asse quanto subito, di avere qualche forma di giustizia e risarcimento anche solo morale, o siamo destinati (una parte di noi, dipende anche per quanti anni della nostra vita ci hanno truffati, di piantarla di sentirci impotenti rispetto al torto subìto, o restiamo povere prede che invecchiano senza più fiducia in se stesse e negli altri. Perché altrimenti si farebbe tanto chiasso per ottenere giustizia per (S. Cucchi, G. Regeni eccetera come esempi mediatici)? Il parente è morto, indietro non possono tornare, ma la famiglia NON potrà mai avere pace fino a che i colpevoli non avranno ciò che gli spetta, fino che avranno la verità sull’accaduto. Pertanto ha voglia la mia terapeuta a dirmi lascia andare l’odio che ti tiene ancora agganciata: col cavolo: io l’odio lo lascerò andare quando chi ha rovinato la mia vita e prova a fare lo stesso con quella di un figlio, avrà avuto la usa condanna. Prima no, è umanamente impossibile lasciar andare. Altro che pensiero positivo o perdono o comprensione: GIUSTIZIA. O moriremo nell’inerzia di non poter mai, ma, mai, vederci di nuovo attivi e fautori di un destino che ci ha tirato un brutto scherzo e noi ci siamo rimasti sotto.
      Parlo per me, ovviamente. Io sto appassendo, mi sto spegnendo anche fisicamente per quel senso di ingiustizia e impotenza. Quindi agire, e basta serve. Altro che terapeuti (ben vengano anche quelli, parzialmente) e sistema giudiziario: se anch’essi falliscono, noi siamo di nuovo nel terrore. Quindi trovare un nuovo modo per sentirci attivi nel portare giustizia a noi stessi e a ai nostri cari è l’unica via di vita, e non di mera, inerte, sopravvivenza. Pensate alla sorella di Cucchi: come è diverso il suo mondo ora che giustizia sta essendo fatta, che l’omertà è riuscita a romperla. Senza questo riconoscimento, le vittime SONO GIA’ MORTE IN VITA.

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      1. Cara Lucia, sono addolorata nel capire quanto male tu e il figlio possiate aver subito. Anche io non sono una buonista, nel senso che chi fa del male deve pagare e non può e non deve passarla liscia. I casi che citi (Cucchi, Regeni) sono terribili….io non ci ho dormito la notte al pensiero delle torture che hanno subito questi ragazzi, ed é per vero…anche noi vittime (e talvolta complici consenzienti) dei narcisisti subiamo continue forme di tortura psicologica, talvolta anche fisica. Ma le ferite del corpo si rimarginano nel tempo, mentre quelle dell’anima no. Quelle restano e resteranno sempre. Per questo anche io non riesco a “perdonare”….l’unica persona che vorrei perdonare è me stessa per aver permesso certe cose, e a volte mi incavolo con me stessa per la mia debolezza….ho reagito solo quando non ne potevo più.
        Purtroppo un narcisista, se non connette reati gravi, non può essere punito legalmente per come di comporta….ma credo che alla fine sarà la vita stessa a punirlo. Perdono per strada affetti, famiglia e figli. Chi gli resta accanto è solo per dipendenza e non per amore. Fanno vite misere e soprattutto improntate alla falsità, e già questo è un enorme fallimento. Sono esseri senza speranza.
        Ma noi la speranza di vita migliore possiamo e dobbiamo coltivarla. Non roviniamocela più di quanto non abbiano già fatto loro stando male per chi non lo merita. Se la legge degli uomini non sarà in grado di punirli sarà la vita stessa a farlo.
        Quello che noi possiamo fare é il cercare di vivere la nostra serenamente senza di loro. E questa è già una grossa rivincita perché loro senza prede non sopravvivono. Noi si.
        Un grande abbraccio

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  4. E’ terribile che riescano a sfruttare i sentimenti e le debolezze degli altri per ridurli così…leggevo che un narcisista può fare la stessa fine se si invaghisce di qualcuno che lo rifiuta o (peggio) lo tratta con sufficienza…attacca le sue stesse debolezze, che sono 100 volte più enormi di quelle delle vittime, per proiettare la propria fragilità.
    “Non sono fragile, io sono forte, i fragili siete voi! Guardate come vi ho ridotti”. La realtà è che lui ci mette anni per ridurre qualcuno in queste condizioni, ma se capitasse a lui basterebbe un pomeriggio.
    E’ corretto?

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    1. Ciao Giovanni, sai che non ne sono sicura? Da quel poco che ho capito di rado si ingaggiano con chi non li considera, seminano esche avvelenate ovunque ma si limitano a raccogliere ciò che catturano. Se vedono che non rispondi si rivolgono abbastanza rapidamente altrove. Credo che siano in grado di odiarti ferocemente se gli fai credere di essere coinvolto e poi ti ritrai a quel punto basta anche meno di un pomeriggio, basta molto meno perché sono già disastrati in partenza.

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    2. Ciao Giovanni….si è no. Nel senso che dipende sempre tutto da come stanno messi a livello di risorse. Se stanno messi bene sono loro che dirigono il gioco, se sono in fase di necessità si adeguano a farsi pure zerbinare un pò pur di arrivarre allo scopo.
      Sicuramente se una persona li tratta con una iniziale sufficienza possono sembrare più coinvolti ma é solo qiestione di tempo…appena la clessidra si gira si vendicano facendoti scontare il prezzo della tua indipendenza con gli interessi.

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  5. Caro Gianni, condivido la tua fierezza per come ti sei comportato. Sei stato onesto e coraggioso. Ora però ti devi salvaguardare dalle ritorsioni che la sua consapevolezza ti porterà. Ti posso suggerire una strategia per combattere ad armi pari: se puoi registrare ciò che ti dice lontano dai figli, fallo. Lei ti metterà in bocca parole che nemmeno hai pensato per scagliarti contro i figli. Inoltre rispondile subito sullo stesso argomento su cui ti attacca prima che lei divaghi su altri e ti sommerga di accuse o che rigiri tre frittate al secondo (sono dei maghi in questo). Infine non restare mai SOLO con lei… ne va della tua incolumità non solo fisica. Loro mentono, mentono, mentono e ti mettono nei guai senza che tu ne sappia nulla. Non abbassare mai la guardia e spero per te che tu riesca ad uscire presto da casa.
    Un abbraccio e coraggio

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    1. Grazie Mary, ormai rimanere con lei mi mette solo ansia ed è un po’ che cerco di evitarlo. Ieri sera ad esempio sono partito anticipatamente per il lavoro per un’emergenza e l’ho fatto più in fretta possibile; stamattina mi ha fatto notare che sono quasi scappato, ed è vero!
      Spero non sia necessario adottare le contromisure che hai descritto, in ogni caso sono pronto ad un inasprimento dello scontro e a una maggior sottigliezza dei metodi.
      Loro mentono anche a loro stessi, figurati agli altri; la ricostruzione che sta facendo della nostra vicenda è a mio avviso surreale e solo una persona in malafede o completamente fuori di testa, o entrambe le cose, può sostenerla.
      Il problema è che lei dà l’impressione di crederci veramente, e sono certo che così sia per tutto l’entourage che frequenta, che sono sicuro sia nei mie confronti di per sè in buona fede, solamente non conosce la verità dei fatti. La stessa terapeuta di coppia non l’ha voluta sentire, forse per metodo, ma a mio avviso soprattutto perchè lei ha da subito indirizzato la terapia a suo piacimento, prima di tutto provocandomi e facendomi poi passare per aggressivo e quasi violento.
      So chi ho di fronte ma qualcuno che me lo ricordi esplicitamente mi aiuta molto.
      Grazie.
      Un abbraccio.

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      1. che razza di situazione…non so di dove sei, ma eventualmente non puoi cercare una stanza con universitari o altri lavoratori? So che non è il massimo, anzi, però potrebbe aiutare un pochettino a contenere le spese e ad allontanarti dalla tua compagna.

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      2. Caro Giovanni, io lavoro lontano da casa due settimane su quattro e questo mi aiuta, ma al tempo stesso ti assicuro che vivere da solo in una stanza sopra l’ufficio è parecchio triste e deprimente. Per cui in parte faccio già quello che dici.
        Poi ci sono i figli. Già li vedo poco; ho bisogno di uno spazio adeguato in cui possa stare con loro facendoli sentire in una casa.
        E la scelta deve essere definitiva, non posso allontanarmi qualche mese per stare un po’ meglio e poi dover rientrare non sapendo dove andare o non avendo trovato una sistemazione accettabile. Sarebbe una sua vittoria che non le posso concedere per dignità.
        Sto chiedendo ad amici di aiutarmi a trovare un appartamento a condizioni appunto amichevoli, non dico a costo 0, ma a poco. E già, se fosse, sarò comunque accusato di mettere in difficoltà la famiglia….
        Ciao, notte.

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      3. Ti auguro di trovare la soluzione che più si addice ai tuoi bisogni, non demordere le occasioni si trovano.

        Dalle mie parti gli affitti ed i prezzi delle case dove qualcuno è morto di morte violenta sono piuttosto bassi, non le vuole nessuno per superstizione (sono del sud), magari se anche da te c’è questo tipo di mentalità e queste cose non ti mettono a disagio puoi provare questa carta.

        Credo sia fondamentale tu prenda le distanze da questa persona il più possibile, per il tuo benessere e di riflesso anche per quello dei figli a cui giustamente pensi.

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      4. Caro Giovanni, dalle mie parti per fortuna le case vuote per morte violenta sono molto rare, almeno così credo….. non saprei proprio dove cercare…
        Si scherza naturalmente, ma la di là di tutto trovare qualcosa di decoroso a un prezzo per me accessibile è veramente arduo, anche perchè la mia città è piuttosto cara.
        Ma ci sto provando e per fortuna alcuni amici conoscono gente piuttosto facoltosa che ha qualche appartamento; per adesso nessuno disponibile, ma perlomeno mi possono fare un trattamento da amico.
        Cerchiamo di essere positivi, dai, di disgrazie ce ne sono anche troppe in giro.
        Grazie della solidarietà!

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  6. Vi presento quello stron.zo assoluto con cui mi tocca avere a che fare da svariati anni. Sono sicuro che riconoscerete i vari stronzi che avete incontrato voi. Una descrizione magistrale.

    ” Insisti, pungola, assilla. Esaspera, fomenta, irrita. Scompiglia, tormenta, disturba. Infastidisci, tedia e scoccia. Eroderemo le tue difese, colpendo e punzecchiando mentre cerchiamo di farti ribollire il sangue, montarti sui nervi, arrivarti sottopelle, farti schiumare e testare la tua pazienza finché non ne potrai più. Possiamo sentire l’emozione sorgere dentro di te. Notiamo le risposte brevi, gli occhi che si restringono, guardano al cielo, i sospiri, lo scuotere della testa, le mani sui fianchi, il palmo alzato, la mandibola sporgente e così via. Più provi a dirci che non arriveremo a te, più veniamo incoraggiati. Sappiamo che la tua emozione si sta costruendo dentro di te. Sappiamo che sta crescendo e non importa quanto stai tentando di mantenere quella freddezza esteriore, sappiamo cosa si sta sviluppando.

    Non solo abbiamo un mix di modi con cui provocarti, ma siamo esperti nello scegliere il migliore (peggiore) momento per intraprendere questo comportamento. Qualcuna di queste frasi ti sembra familiare?

    – Mentre stai cercando di prepararti per uscire

    – Mentre stai cercando di avere una conversazione al telefono con qualcun altro.

    – Mentre tenti di cucinare.

    – Mentre cerchi di fare qualche lavoro domestico.

    – Mentre stai cercando di addormentarti.

    – Quando varchi la porta dopo una lunga giornata.

    – Mentre siamo seduti accanto a te in macchina durante un lungo viaggio.

    – Mentre sei seduto di fronte a noi al ristorante.

    – Mentre siamo a qualche evento di tua scelta.

    Sceglieremo un momento inopportuno per cominciare la nostra provocazione in modo che tu abbia la guardia abbassata, mentre sei stanco, quando sei affamato, quando sei ansioso o stressato. Il momento deve andare bene per noi ed essere del tutto inappropriato per te e allora possiamo liberare la relativa forma di provocazione. Sappiamo cosa arriva veramente a te. Potrebbe essere l’argomento. Potrebbe essere il modo di esprimerlo, per esempio in maniera paternalistica verso di te o in un modo spocchioso.

    Alla fine arriva l’eruzione. Puoi sopportare solo fino ad un certo punto e immancabilmente quando questa provocazione viene ad allearsi con lo stato emotivo che ti rende più suscettibile alle nostre provocazioni, l’esplosione è più che mai soddisfacente. Una misura copiosa di carburante negativo zampilla da te mentre gridi, urli, sbatti le porte, sbatti la mano sulla scrivania, dici parolacce e così via. Dentro ci stiamo librando con il potere che viene dall’offerta di un carburante eccellentissimo. Tu, il modello di virtù, il più paziente dei santi è stato condotto al punto di ebollizione e siamo stati noi ad ottenerlo. Hai risposto al nostro controllo. La nostra superiorità ancora una volta è stata affermata, siamo i maestri burattinai, siamo onnipotenti nel nostro agire e tu hai risposto come volevamo. Quale meraviglioso carburante spruzza da te e noi ne assaporiamo ogni goccia.

    Non solo ci stiamo assicurando di fare il bagno nel tuo traboccante carburante, stiamo usando questa eruzione come prova di quanto squilibrato sei. Non sorprenderti se questa provocazione minuziosa e punzecchiante avviene mentre altri la vedranno.

    -“Chi io sergente? Non ho fatto nulla. E’ lei che è esplosa. Succede sempre, ha un problema di gestione della rabbia. John qui lo potrà confermare, lei ha semplicemente dato di matto e ha iniziato a colpirmi.” (esempio che richiede un Luogotenente – complice fedele del narcisista)

    -“Non so perché ha litigato con suo padre, semplicemente è scoppiata. Hai visto com’era al compleanno di mamma. Ecco con chi devo vivere.”

    Ti provocheremo. Attingeremo il delizioso carburante che ci fornirai e poi useremo il tuo scoppio contro di te come prova della tua mente folle, del tuo brutto carattere e del tuo stato mentale in disequilibrio.

    La provocazione verrà sempre usata contro di te.

    Ad ogni modo, con chi pensi di avere a che fare? ”

    (H.G. Tudor)

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    1. H.G.Tudor, come ogni narcisista che si rispetti, provoca dipendenza 🙂

      Caro Massimo secondo me tuo fratello non è un ‘semplice’ np è proprio sociopatico, violento e pericoloso, ha perfettamente ragione Claudielia, non sottovalutarlo cerca di tutelarti e guardia altissima. Sei a rischio anche solo a condividere gli spazi.
      Certe dinamiche familiari disfunzionali sono purtroppo comuni, nel tuo caso temo ci sia molto di più e di peggio, se non ha avuto pietà della sua stessa madre. Temo che lui ti veda ancora come il fratellino che, ultimo di una lunga serie, gli ha tolto attenzioni e cure, ho il timore che non esiterà a farti piangere ma sul serio.
      Fai tutti i passi legali che ritieni necessari ma il più importante, e il primo da attuare appena le condizioni minimamente lo consentono, sarà togliersi dalla sua traiettoria.
      Tanta solidarietà.

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    2. Tudor è un bravo scrittore, Massimo. Piuttosto ti incita alla rabbia, ecco perché non lo condivido mai. Comunque sia, ci sono modi e modi di gestirla e certamente molti lo fanno anche con le parolacce. A me non piacciono, mi danno un senso di negatività solo a leggerle. Abbracci e a te e vacci piano con certe letture.

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    3. Si, quello che Tudor scrive ci sta tutto…perdonami, forse ti avevo scritto qualcosa di simile nei giorni scorsi, ma davvero non riesco a capacitarmi che il pubblico non si accorga del trucco. Questa cosa mi provoca una discreta rabbia.

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  7. Claudileia, questo mi sentivo di condividerlo perché è uno dei post che sta davvero cambiando la mia prospettiva in questi giorni ( insieme a moltissimi post qui sul Blog ). E’ il post sulla provocazione.
    Quante volte mi sono trovato in queste situazioni, difficile dirlo, decine, centinaia. Ho portato pazienza per giorni e poi sono esploso, dando di matto. Una situazione che conosco benissimo.
    Le ultime volte è intervenuta anche la polizia e lo stronzius assolutus ha iniziato la sua commedia ” è un pazzo, ve lo dovete portare, io non mi sento al sicuro qui in casa “.
    Tutto secondo copione.

    Quando Mamma era ancora viva il suo giochetto preferito era dare fastidio a lei, perché sapeva che la cosa mi urtava e prima o poi intervenivo. A quel punto Mamma si spaventava moltissimo per paura che venissimo alle mani e si sentiva male, e lui aveva quel ghigno infame su quella faccia di caz#o orribile che si ritrova.
    Carogna vigliacco, prega mattina e sera che non ti faccia pagare tutto.
    Ma tanto già sta acchiappando calci da tutte le direzioni sto lurido infame.

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  8. è capitato anche a me purtroppo…solo che questa persona era un mio amico (o almeno credevo lo fosse) non la mia compagna, ma mi ha distrutto lo stesso. sembrava che la sua soddisfazione più grande fosse riuscire a farmi disprezzare dagli altri e farmi fare brutta figura davanti a loro, per convincerli che in fondo non ero così “eccezionale” come sembravo. non capisco perchè tutto questo odio nei miei confronti. so solo che sono una persona distrutta da molti anni ormai, nessuno mi vuole più, la mia vita è rovinata e non riesco più a riprendermi. ma sopratutto ho perso tutte le cose buone che avevo e tanto di quel tempo…la mia gioventù,la mia vita, di me non è rimasto più nulla. solo il dolore e la vergogna. in più lui è amato e felice e io che non ho mai fatto niente di male a nessuno sono schifato e dimenticato. e senza nessun aiuto. questo mondo è ingiusto, le persone non pagano per il male che fanno ma solo per i loro errori

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      1. Ciao, non mi aspettavo una risposta, grazie. La mia storia è lunga purtroppo, ed è anche diversa. non sono una ex innamorata, maltrattata e tradita. Questo tizio prima si iniziò facendomi sentire in colpa, dicendo che non aveva amici e che senza di me sarebbe rimasto solo. Poi mi presentò una sua amica e mi convinse a mettermi con lei. Poi scoprii che questo tizio di amici ne aveva più di me, aveva il suo “harem” di amiche e la ragazza che mi aveva presentato era in cima nella scala gerarchica delle sue “ammiratrici”, quella che lo ammirava di più. Ed è stata quella che lo ha aiutato di più a distruggermi. All’inizio lei sembrava innamoratissima, ci volle poco ed iniziò a maltrattarmi, a umiliarmi, a ridermi dietro e raccontare bugie in giro…a lui è bastato infierire un po’. Forse lei era una di quelle che in alcuni articoli chiamano “scimmie volanti”. Poi non so spiegare, ma questo tizio mi copiava…sembrava quasi che volesse prendersi il mio posto nel mondo e vivere la mia vita al posto mio. Prima ridicolizzava tutto quello che facevo e poi, dopo un po’ di tempo, faceva le stesse cose. sembrava si volesse sostituire a me, voleva fare le cose che facevo io, portarmi via gli amici, avere successo nelle cose in cui avevo successo io ma non perchè gli piacessero ma per un suo capriccio…e se non ci riusciva iniziava ad insultare e fare scenate isteriche. E io passavo per il cattivo. Quel tipo mi aveva preso di mira e non so nemmeno il motivo, sembrava che io non avessi il diritto di essere felice. Solo che quando provavo a parlare di questo con gli psicologi mi guardavano come se fossi un pazzo, e alla fine ho smesso di chiedere aiuto. Mi sono isolato, mangiavo e dormivo pochissimo , mi sono venute malattie croniche, soffrivo e mi sono lasciato andare per la tristezza e la delusione…ho passato anni in uno stato penoso. adesso che sono cresciuto e leggo tutte queste cose, ripenso alle crisi e ai pianti in famiglia, ripenso ai miei nonni e ai miei cugini piccoli che a un certo punto non mi hanno più visto e pensavano che io fossi troppo occupato per stare con loro, penso che vorrei fare qualcosa per mio nipote ma non posso fare nulla perchè non ho soldi, sono malconcio e isolato…sono inutile. Ho perso i miei vecchi progetti di vita, ho perso le mie qualità e gli anni migliori della mia vita, ormai ho solo difetti e disturbi cronici, non posso dire a nessuno “puoi contare su di me”. Però loro sono passati per vittime senza che nessuno gli avesse fatto nulla, hanno avuto sostegno e amicizia…io che non ho fatto del male a nessuno sono diventato per tutti il pazzo da evitare. Poi ricordo che un pomeriggio incontrai per strada una vecchia “amica” che in lacrime mi disse che il suo fidanzato, da quando frequentava quel tizio, la trattava male e la offendeva e alla fine si lasciarono…e ho iniziato a capire che quello lì non si era divertito a rovinare solo la mia felicità. Mi chiedo come mai non ho reagito e non ho fatto niente per difendermi…forse aspettavo di trovare qualcuno che fosse dalla mia parte e mi dicesse “sei una brava persona”. Invece quelli che non hanno infierito sono stati a guardare. Avere a che fare con quei due è stato come essere investito da una macchina e sono rimasto sdraiato lì per terra…da solo non ce l’ho fatta a rialzarmi e nessuno mi ha soccorso. Come se a nessuno importasse nulla di quello che mi era successo e di come stavo, questo forse è stata la cosa peggiore da accettare.
        Grazie molte per aver aperto questo blog, tante persone hanno bisogno.

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      2. Ciao, non mi aspettavo una risposta, grazie. E non so neanche fino a che punto posso approfittarmi di questa disponibilità. La mia storia è lunga purtroppo, ed è anche diversa. non c’era un rapporto di coppia tra noi eravamo “amici”. Questo tizio prima mi faceva sentire in colpa dicendo che non aveva amici e che senza di me sarebbe rimasto solo. Poi mi presentò una sua amica e mi convinse a mettermi con lei. Poi scoprii che questo tizio di amici ne aveva più di me, aveva il suo “harem” di amiche e la ragazza che mi aveva presentato era in cima nella scala gerarchica delle sue “ammiratrici”, quella che lo ammirava di più. Ed è stata quella che lo ha aiutato di più a distruggermi. All’inizio lei sembrava innamoratissima, ci volle poco ed iniziò a maltrattarmi, a umiliarmi, a ridermi dietro e raccontare bugie in giro…a lui è bastato infierire un po’. Forse lei era una di quelle che in alcuni articoli chiamano “scimmie volanti”. Poi non so spiegare, ma questo tizio mi copiava…sembrava quasi che volesse prendersi il mio posto nel mondo e vivere la mia vita al posto mio. Prima ridicolizzava tutto quello che facevo e poi, dopo un po’ di tempo, faceva le stesse cose. sembrava si volesse sostituire a me, voleva fare le cose che facevo io, portarmi via gli amici, avere successo nelle cose in cui avevo successo io ma non perchè gli piacessero ma per un suo capriccio…e se non ci riusciva iniziava ad insultare e fare scenate isteriche. E io passavo per il colpevole. Quel tipo mi aveva preso di mira e non so nemmeno il motivo. Solo che quando provavo a parlare di questo con gli psicologi mi guardavano come se fossi un pazzo, e alla fine ho smesso di chiedere aiuto. Mi sono isolato, mangiavo e dormivo pochissimo , mi sono venute malattie croniche, soffrivo e mi sono lasciato andare per la tristezza e la delusione… adesso che sono cresciuto e leggo tutte queste cose, ripenso alle crisi e ai pianti in famiglia, ripenso ai miei nonni e ai miei cuginetti che a un certo punto non mi hanno più visto e pensavano che io fossi troppo occupato per stare con loro, penso che vorrei fare qualcosa per mio nipote ma non posso fare nulla perchè non ho soldi, sono malconcio e isolato…sono inutile. Ho perso i miei vecchi progetti di vita, ho perso le mie qualità e gli anni migliori della mia vita, ormai ho solo difetti e disturbi cronici, non posso dire a nessuno “puoi contare su di me”. Però loro sono passati per vittime senza che nessuno gli avesse fatto nulla, hanno avuto sostegno e amicizia…io che non ho fatto del male a nessuno sono diventato per tutti il pazzo da evitare. Poi ricordo che un pomeriggio incontrai per strada una vecchia “amica” che in lacrime mi disse che il suo fidanzato da quando frequentava quel tizio la trattava male e la offendeva e alla fine si sono lasciati…lì ho iniziato a capire che quello lì non si era divertito a rovinare solo la mia felicità. Mi chiedo come mai non ho reagito e non ho fatto niente per difendermi…forse aspettavo di trovare qualcuno che fosse dalla mia parte e mi dicesse “sei una brava persona”. Invece quelli che non hanno infierito sono stati a guardare senza fare una piega. Avere a che fare con quei due è stato come essere investito da una macchina e niente, sono rimasto sdraiato lì per terra…da solo non ce l’ho fatta a rialzarmi e nessuno mi ha soccorso. A nessuno è importato nulla di quello che mi era successo e di come stavo, questo forse è stata la cosa peggiore da accettare.
        grazie per aver aperto questo blog.

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  9. Marco, io capisco perfettamente come ti senti.
    Quello che provi è stato per me causato da altre situazioni prima di incontrare il narcisista ed è stato talmente forte e doloroso che mi ha reso una preda perfetta!
    Quando il NP si è parato nel mio orizzonte riempendo tutto il vuoto, la solitudine, la carenza di stima e riconoscimento ho disatteso con massima cura tutti i criteri di valutazione di bene e male che avevano guidato la mia vita fino a quel momento.
    E l ho fatto sapendo di farlo e cosa più triste volendolo fare anche ora.
    Io so davvero quello che senti ed è una forma di depressione da cui si può uscire con fatica e aiuto.
    Non perdere le speranze di riuscirci e cerca di trovare il terapista giusto che faccia al tuo caso.
    Vorrei dirti che io lo so per esperienza ma purtroppo non è così però tutte le care persone che interagiscono qui con noi e Claudileia lo credono fermamente… e chi siamo noi per dubitarne? 🙂

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    1. sì ma…io prima di conoscerli,quando ero ragazzo, stavo bene ed ero anche una persona di un certo valore. adesso, dopo molti anni di buio e di angoscia, non valgo più nulla. ho perso anni e anni della mia vita nel vuoto… e in solitudine. come faccio a rimediare o a sopportare tutto questo…? cioè, a conti fatti la mia vita vale meno del capriccio di un bambino viziato

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      1. Sono confusa Marco e Francesco10101, siete/sei lo stesso?

        Comunque si, anche io ero fino a 43 anni una persona molto diversa e serena.

        Il dolore grande è anche il fatto di non ritrovare la forza di vivere e tornare quella di prima.

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      2. comunque…io avevo 18 anni allora e la cosa mi ha rovinato completamente la gioventù, mentre gli altri studiavano e poi mettevano su famiglia io semplicemente sono stato male e niente, fine della storia.

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  10. Aiuto! A me vengono in mente, da un po’ di giorni, solo le cose carine del love-bombing, benché io sia consapevole della loro falsità. Ho un senso di perdita rinnovato, nonostante il passare del tempo. Non me lo spiego. Sapete che condivido le mie scoperte con voi e quasi mi vergogno di questa regressione… però questo è: mi manca da morire, a volte. Più che altro, mi manca quell’illusione e quello che io sognavo di me stesso alla luce del rapporto. Ma dov’è finita tutta la rabbia che mi ha fatto andar via?

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    1. Caro S.w.a, considera che l’idealizzazione è stata enorme da parte tua. Sei arrivato qui dicendo testualmente che era la donna più bella che avessi mai visto, talentuosa, alternativa, ecc. In più era apparsa mentre ancora stavi elaborando il lutto per la perdita della tua compagna di vita. Tutta questo splendore è finito come abbiamo letto qui: ti ha praticamente confinato in una casa di campagna, forte del fatto che non guidavi, e ti ha reso il suo tuttofare. Questo la dice lunga sul modo come lei ti vedeva. Tu scrivi: “mi manca quell’illusione e quello che io sognavo di me stesso alla luce del rapporto”. Ovvero, ti manca ‘il sogno’. Capisco cosa intendi dire. Quando esiste un’affinità lavorativa e il rapporto è tra due persone creative c’è sempre l’utopia del casale di campagna che fa da fucina di idee. Si crede che due cervelli pensino meglio di uno, che si possa mettere in atto una partnership di amore, sesso, creatività e lavoro sodo. Chissà una famiglia ideale, dei figli bellissimi e pieni di talento… Insomma, la posta in gioco è altissima e la nostra caduta altrettanto disgraziata. Dai retta a me: è l’illusione ciò che ti manca, non lei. Bisogna sempre rispettare la nostra situazione di quasi morte, portare rispetto per il nostro dolore. Superata la rabbia subentra la malinconia per tutti ed è altrettanto dura da superare. Credimi, la rabbia era finora il tuo scudo. Ora ti sentirai più indifeso che mai e la voglia di andare a cercarla sarà talmente grande da portarti a credere di aver sbagliato tutto e che forse lei non era così ‘cattiva’ con te. Caro S.w.a, non demordere. Hai talento abbastanza, sei forte abbastanza, hai coraggio abbastanza e hai delle capacità che non hanno bisogno della convalida di una bella donna per continuare a fiorire… Un abbraccio e avanti a testa alta.

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    2. Ciao S.w.a. non ho preparazione specifica ma mi ricordo di avere letto qualcosa circa le fasi di elaborazione del lutto, shock, negazione, rabbia, etc etc etc.
      Quello che però mi aveva davvero colpito, e che ho sperimentato di persona, è che queste fasi non si esauriscono in continuità, ovvero finito lo shock subentra la negazione poi terminata questa fase compare la rabbia e così via, ma le emozioni vanno e vengono, ovvero anche se sei in una fase un po’ più avanzata di negoziazione ad esempio può tranquillamente ripresentarsi lo shock, magari causato da una notizia che ti riporta letteralmente indietro. L’aspetto positivo è che la fase ‘vecchia’ si riesce a superate in tempi più brevi della volta precedente e in genere si governa meglio.
      L’aspetto che condivido è la consapevolezza di essere in lutto per se stessi e non per l’np, questo è un ottimo segno a mio avviso, non ci struggiamo più per lo/a stronzo/a ma per noi stessi.
      La faccenda non è meno dura ma a mio parere meno inutile.

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      1. Sono consapevole di tutto ciò e proprio per questo molto spaventato. Considera che la mia compagna per 12 anni è morta improvvisamente, prima del mio incontro con la n.p., e che ho sperimentato le varie fasi. La perdita è stata davvero enorme, traumatica, veloce, terrificante e triste. Eppure tutto è andato, lentamente, nella direzione giusta di un’elaborazione sana. Che non significa non avere nostalgia, non sentire tristezza o perdonare il caso o la vita per una morte tanto precoce. Poi ho avuto altre storie finite male, anche in modo difficile da digerire (tradimenti, bugie, ricatti), eppure questa volta qualcosa sta andando per il verso sbagliato. O forse è proprio perché ne ho già passate tante che l’ultima, che magari non è nemmeno la più grave, mi pare più pesante. Resta il fatto che in certo giorni l’assenza pare soffocante e onnipervasiva. Ancora grazie per le tue parole!

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      2. Caro S.w.a. mi dispiace veramente tantissimo. La tua mi sembra una spiegazione plausibile, e in effetti il carico emotivo è insostenibile. Vorrei saperti confortare, vorrei essere capace di alleviare sul serio la sofferenza. So bene che ognuno di noi ha un punto di rottura, e quando è troppo è troppo.
        Senza pretese di fornire soluzioni, posso ricordarti che anche tu sei un sopravvissuto e che hai una resistenza (quelli bravi direbbero resilienza 🙂 ) fuori dal comune.
        Ti abbraccio e spero che oggi vada un filo meglio.

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  11. Non posso che ringraziarti, semplicemente. Mi chiedo quanto possa ancora durare. Diciamo che il condizionamento a rinforzo casuale (quello dei topi di Skinner), che ha attuato, ha trovato in me la cavia adatta. È un lutto incredibile. L’amarezza c’è. Gli altri rapporti sono disastrosi. Quanti danni!

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  12. Il problema è che se non smetto di sognarla ogni notte (figlia compresa, cui volevo molto bene), non posso smettere di pensarci di giorno. E di cose da fare, problemi da risolvere, imprese da compiere, sogni da (in)seguire ne avrei…

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    1. Caro S.w.a, i sogni rendono l’idea di come la tua coscienza sia stata inquinata dall’illusione di una partnership amorosa-lavorativa avvincente circondata di amore e di energia creativa. Proviamo a fare un piccolo esercizio di immaginazione: facciamo finta che tu, da quella casa immersa nel nulla in cui cucinavi per i suoi amici “no vax” e venivi pure sminuito quando lei era semplicemente di cattivo umore, non sei ancora andato via. Immaginati lì dentro, mentre lei va in giro per i concerti con i suoi migliori abiti da sera. Mi chiedo se tu avresti l’energia di fare ciò che oggi ti proponi di fare in un ambientazione che non rispecchiava i tuoi reali bisogni creativi. Il tuo problema, insieme a quello di Kolisch, c’entra anche con l’attaccamento ai bambini. Quindi, indubbiamente non è un gatta semplice da pelare. Tu, però, sei un artista. E un artista cosa fa? SUBLIMA. Potresti scrivere qualcosa per la bimba. E’ un esercizio doloroso, ma liberatorio. Non risolve il problema ma piano piano il dolore comincia a ridimensionarsi in nome della tua arte. Sei andato via per rispettare te stesso e per rispettare l’energia vitale che ti ha portato a diventare ciò che sei oggi. Restare sarebbe stata la morte psichica per te. I sogni svaniranno nel momento in cui riuscirai a sublimare il tuo dolore. Dimenticare non si dimentica, ma s’impara a convivere. Abbracci.

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      1. Be’, da allora ho scritto un bel po’, va detto. Ma nulla che si allontani troppo dal requiem. Purtroppo mi rendo conto che la bambina vada considerata perduta. Per sua fortuna, credo mi abbia dimenticato in fretta. Sembrava anche molto legata alla bisnonna, ma quando questa è morta non le ha fatto – come si suol dire – né caldo, né freddo. Insomma, l’educazione che riceve va verso la soppressione di ogni sentimento e l’allontanamento di ogni emozione che non sia spendibile socialmente. Sappiamo che funziona così. E purtroppo non c’è nulla da fare. Non sarà una canzone a cambiare le cose. E sinceramente, a questo punto della vita, sono anche un po’ stanco di sublimare. Grazie per l’incoraggiamento!

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    2. Anche io sogno continuamente…. però è la parte della mancanza e della malinconia che mi piace.
      È come se fosse un contatto non dipendente dalla mia volontà e quindi in qualche modo lecito. E comunque mi allevia la mancanza.
      Più sono in no cont. meno lo vedo più sogno.

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      1. Un conto è la malinconia, un conto è questa sensazione soffocante di irrimediabilità, nostalgia struggente, perdita dolorosa, assenza spietata. Non è meno lieve di quella che si prova per una morte. E non sono meno drammatici i risvegli. La differenza è che queste cose mettono in discussione e pericolo parti noi che i lutti di solito non vanno a toccare. Insomma, quando ti muore la compagna dici che avresti preferito piangerla viva e stronza, quando è viva e stronza, in fondo ti dici che preferiresti piangerla morta (ho provato entrambe le cose). Non piangiamo mai come preferiremmo.

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      2. Ciao S.w.a. mi hai fatto sorridere, “non piangiamo mai come preferiremmo” desolatamente vero.

        Magari non ti importa ma esci in chiaro con il gravatar

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  13. Purtroppo darò una delusione a tutti, ma anche stanotte, pur avendo letto e riflettuto, l’ho sognata. Con tutte le facce da stronza che potrei ricordare, mi torna in mente sempre con un’aria dolce che devo averle assegnato io. Nel sogno, però, sapevo che baciarla era sbagliato e sarebbe stata la mia rovina. Forse è un miglioramento. Nella veglia, per fortuna, nessuna avvisaglia, nessun riaggancio, nessun passo indietro. Ma quanta pena.

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    1. Nessuna delusione 🙂 non siamo certo qui per misurarti o giudicare. Quello che conta è che nella veglia sei granitico.
      Magari nel sogno stai costruendo una realtà meno spiacevole che consola e che, fino a quando rimane confinata alla dimensione onirica, forse troppi danni non può fare. Insomma te la stai raccontando ma anche nel sogno sei consapevole che non ti fa bene. Sicuramente si presta a una lettura positiva.

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      1. La lettura sarà pure positiva, ma mi fa un male incredibile e anche un po’ assurdo. Assurdo nel senso che è passato… quanto? Quasi un anno? Va detto che ero abituato ai corsi e ricorsi dello scarto e del riaggancio. È come se la mia vita fosse infettata, settata su tempi e mancanze, ferma su un lutto perenne. So che molti proveranno cose simili, magari non identiche, però sono certo che ci intendiamo. Ecco: mi pare tutto incredibilmente recente. Un cadavere ancora caldo che non ne vuole sapere di restare sepolto. E la croce che pianti sulla tomba, accidenti, fa malissimo al cuore!

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  14. Si s.w.a. è proprio come dice Babi!
    Nei sogni ci sono sia i desideri coscienti che quelli inconsci. Spesso il tutto si mescola in modo incomprensibile ma a volte no.
    A me la mia terapista fa sempre pressione perché mi ricordi i sogni che faccio e vuole sapere da me il significato che io gli attribuisco.
    A volte è facile, come in quello che racconti tu ma altre volte sono pieni di simboli e raffigurazioni che io non so interpretare ma che a Lei dicono molto.
    Potresti provare anche tu a scriverli e vedere col tempo se e come cambiano…

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    1. Li scrivo sempre. Scrivo sempre tutto, a dire il vero. Il problema è che è passato, in teoria, abbastanza tempo per giustificare non dico la pretesa, ma almeno la speranza di essere un po’ meno “in the thick of it” (come canta Bob Dylan). Mi fanno paura queste recrudescenze, questi ricordi tanto vividi, questa continuità. E non so a che cosa attribuirla, se non al fatto che sono stato condizionato anche dai ritorni. Coi morti le cose si risolvono prima: se ne vanno una volta sola e per sempre. I Vampiri, invece, tornano eccome. E lo sappiamo. E visto che lo sappiamo, ce lo aspettiamo. E visto che ce lo aspettiamo… va a finire che li aspettiamo. Mi ricordo nel ciclo di no contact precedente (che va a cicli, come la chemioterapia, in effetti), che una volta ho pensato una cosa tragica e banale nella sua tragicità: se tornasse, non cederei, ma cedo ora, ora che non torna. Ovviamente, quand’è tornata, mi sono riconsegnato al coltello, contento di farmi sgozzare. Per fortuna, dopo qualche mese ne ho avuto abbastanza. Sono stato lasciato circa sette volte, da lei. Io l’ho lasciata una volta sola. Per ora, non sono tornato indietro, tranne che in sogno.

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      1. Caro S.w.a. ti prego non prenderla male ma trovo i tuoi commenti … divertenti, humor un po’ nero forse ma “un cadavere ancora caldo che non ne vuole sapere di restare sepolto” mi ha fatto sorridere e pensare a una qualche scena di un film di comico.
        Pure nel paragonare i cicli di no contact alla chemio ho trovato trovo una vena ironica irresistibile.
        Bene direi, non ti conosco e ti prego ancora non averne a male, in genere quando si fa strada l’ironia – si intravede la luce in fondo al tunnel.
        Purché non siano i fari di un camion 🙂 .

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  15. Quella non mi ha mai abbandonato. Lei, infatti, odiava il mio umorismo. Ovviamente, all’inizio no. Anzi, ne praticava uno simile. Che poi è svanito, del tutto. Verso la fine – una delle tante fini e poi quella che dura ancora – era sempre taciturna e torva, più di me che sono torvo d’aspetto ma comunicativo… e se scherzava, era quello scherzo innocuo, che non graffia sulla parete levigata del giorno. Diceva che prendevo troppo seriamente anche la comicità, dicendo le cose più paradossali senza ridere a mia volta. Ma pure le sue risate erano strane e parevano registrate. Era quasi un campionamento: un verso sempre identico a livello ritmico e timbrico. Ecco una cosa che non ho amato mai. Il resto sì. E il problema è che dentro di me l’amore non è passato. È una malattia latente pronta ad approfittarsi di un calo delle mie difese immunitarie emotive. Spero che non sia inguaribile o mortale. Ah, diamine, almeno potessi chiedere una pensione d’invalidità!

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    1. In effetti il passaggio di tali m*rd* una certa disabilità la procurano, non so se sufficiente a fini pensionistici… si potrebbe tentare 🙂 .
      Ho sempre pensato che nel registro ironico ci fosse la verità porta con mano lieve, non è da tutti capirlo e apprezzarlo. Pazienza.
      Sei innamorato, come tutti, di un’idea ed è difficilissimo rinunciare, è contro natura realizzare che noi siamo innamorati e loro non sono amabili. E nessuno li può (e ci può) salvare.

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      1. Tenterò con una pensione incivile: farmi pagare per non far danni a mia volta. E poi da vecchio avrò quello asociale. A parte gli scherzi, è una guerra che non mi pare si possa vincere. E per ritirarsi in tempo si ha comunque bisogno dei rinforzi.

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      2. 🙂 🙂 🙂
        occhio che usando incivile e asociale c’è il rischio che la pensione l’abbiano loro.

        Confido nell’oblio che piano piano soccorre tutti e la vita che prepotente si insinua nelle crepe e negli anfratti, pervasiva come l’acqua e altrettanto dirompente.
        Finirà, prima che spiriamo, ne sono certa.
        All’80%

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  16. Sei una persona molto ottimista. Io do ragione a Jacques Brel, che cantava: “Non si dimentica niente, ci si abitua e basta.” Diciamo che almeno fingere che sia un insegnamento, se le nostre vite durasse almeno il doppio di quanto durano, sarebbe una parziale consolazione. La verità è che si tratta di un lutto terribile, forse anche peggiore di quello legato a veri decessi, e insieme di un furto. Ci rubano tempo prezioso, sentimenti, cura e brandelli della parte migliore di noi. In cambio ci lasciano dubbi, sospetto, nostalgia e una sorta di febbre sentimentale. A volte, ho il dubbio di essere diventato narcisista anche io, poi mi ricordo che loro non soffrono mai per amore e mi dico che non c’è niente di più lontano da me. Però la riaffermazione delle mie istanze esistenziali ha delle ombre di egoismo. E il mio rinato bisogno di conferme ha l’aspetto di un’infantile vanità. L’amavo tanto e in sogno l’amo ancora. “All of my fond love I blow to Heaven tis gone” ha scritto Shakespeare. Mamma mia, che matusa che sono!

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  17. Caro S.w.a. ottimista è decisamente una parola grossa ma il tempo perso ossessiona anche me, per una manciata di settimane di delirio gli ho tributato (e temo di farlo ancora) quasi un anno e mezzo di ‘legame’ a vari livelli.
    Piuttosto sono pragmatica, ho capito che stavo perdendo tempo, che è notoriamente il crimine peggiore visto che è l’unica risorsa non rinnovabile, e ho deciso basta. No contact assoluto e una preparazione sull’argomento quasi ossessiva, pensa che non avevo nessuna idea che esistesse questo disturbo 🙂 .
    Non lo voglio più, non voglio che torni, non credo di amarlo, o meglio amo ancora una persona che so non esistere, come se fosse davvero morto. Anzi all’inizio mi faceva bene pensare che il mio amato fosse stato sequestrato e soppresso dal mostro che mi trovavo davanti. E in effetti, sarò completamente pazza anche io, in certi momenti mi sembrava di non riconoscerlo proprio un viso diverso, odioso.
    Me la sono raccontata? Può darsi, ma ogni metodo è buono purché funzioni. Con me ha funzionato questo pensiero. Ho fatto un continuo inventario di quello di bello che avevo nella mia vita ( molto) e che per inseguire un simulacro svalutavo.
    La mia situazione è diversa, non ho mai convissuto, è stata una relazione clandestina per entrambi, breve e relativamente ‘profonda’ ma ho pagato un prezzo assurdo, immagino cosa debba costare in caso di convivenza e anni insieme e figli etc etc.
    La vita prevale, in qualche modo, magari sgombrato il campo dai detriti puoi costruire qualche altra cosa… ne sono sicura, al 90% 🙂 🙂 :).

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    1. Io non voglio neanche immaginare che cosa sia la vita dopo per chi ha vissuto a lungo con un mostro simile e per chi ha addirittura procreato con un esemplare di questa stirpe infernale. Sono sicuro del fatto che sia andata relativamente bene, che se sommo tutti i momenti insieme tra un abbandono e l’altro, poi sottraggo quelli in presenza della bambina, alla fine mi ritrovo con pochissimo tempo, la metà del quale passata a soffrire svalutazioni, trattamenti del silenzio e tutto il resto del corollario che sappiamo. Mi domando come il love bombing abbia potuto funzionare tanto. Mi chiedo come abbia potuto funzionare quel cribbio di hoovering. Mi interrogo su come io – che ho un carattere spesso fiero e orgoglioso – abbia potuto sopportare vere e proprie angherie psicologiche e averne ancora nostalgia. Sono una cavia sfortunatamente perfetta per certi esperimenti che Skinner non avrebbe osato nemmeno sui topi. Non si tratta di negarsi il perdono, né di mitigare l’odio (che fa male, ma serve), quanto di rimanere sospesi, sorpresi e increduli di fronte all’entità del danno. L’unica cosa certa è che dopo tanta attesa, tante disgrazie, tanto dolore e tanta irragionevole speranza, quella che mi sembrava una tardiva ricompensa del fato s’è rivelata l’ennesima e forse definitiva sciagura. Però ora ho una gatta che amo molto. Spero che non si trasformi in anaconda mentre dormo.

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      1. Considerazioni ineccepibili.
        Credo di averlo già scritto, alla fine devo pure ritenermi fortunata perché la devastazione è limitata al cuore infranto e qualche disagio lavorativo.
        Il love bombing funziona perché riescono a intercettare un bisogno profondo, per lunghi mesi mi sono interrogata su come mai, quale fosse il suo ‘potere’ , perché in quel momento, perché lui , perché fosse così doloroso, perché … non è il primo ‘amore’ andato male, oppure il primo uomo con cui ho un rapporto di amicizia pluriennale.
        La verità è che ha trovato l’abito giusto, è stato gentile e presente, delicato, tenero oserei, per mesi e mesi una presenza affettuosa e discreta in un momento faticoso e complicato, è stato al mio fianco e mi ha sostenuta, mi ha ascoltata sul serio (purtroppo) ed è stato solidale, tanto per dire quando ho accennato le mie difficoltà al partner in carica mi ha liquidata con “hai voluto la bicicletta….” non ha forzato la situazione se non quando riteneva di avermi in pugno e comunque non ha quasi mai chiesto esplicitamente nulla.
        Quando ho capito il danno era fatto, la dipendenza era instaurata e aveva fatto il suo dovere.
        Paradossalmente la tipologia di relazione, diciamo immorale, mi ha obbligata a tenere altissima la guardia, non volevo passare alle vie di fatto prima di essere certi della natura dell’attrazione fortissima che si era sprigionata. Ero consapevole che potesse trattarsi di gratitudine… lo so pare poco ma è un aspetto per me essenziale, nel senso che non sono capace di ‘tenere’ niente se mi danno restituisco, sempre, nel bene e nel male.
        Non sei una cavia perfetta, non credo, penso che sia capitata la persona sbagliata al momento giusto un po’ come a me. In un altro tempo, in un altro contesto non lo avrei guardato 2 volte.
        Incredulità è la perfetta descrizione di quello che ho provato anche io, ma come è possibile, a me? Neppure da ragazzina ho provato una cosa simile, e mi sono chiesta a più riprese cosa sarebbe successo se avessi incontrato un mostro del genere da giovane.
        Ti dirò ho la sensazione che loro desiderano, vorrebbero, in qualche modo, essere te, non vogliono la tua persona ( mi sembra di farneticare 🙂 ), vogliono le tue qualità attraverso la vicinanza, la fusione fisica. Non è ovviamente possibile, allora tolgono, cercano di toglierti quello che hai e che vorrebbero avere: serenità, fiducia nel prossimo, creatività, capacità di innamorarsi, competenza, autostima, bellezza, sicurezza economica, aggiungi a piacere… in modo che tu non sia mai più lo stesso.
        In certi casi l’appropriazione funziona, e il love bombing dura a lungo, in altri no e allora si procede alla demolizione e allo scarto. Ma è come seppellire un barile di rifiuti radioattivi, l’effetto è diluito nel tempo ma letale, anzi peggiore.
        Un abbraccio.

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  18. È proprio così. E all’inizio portano un sacco di pazienza. Più di chiunque altro. Trovano i tuoi difetti, li elencano persino, ma ti dimostrano quanto li possano perdonare. A quel punto, ti senti finalmente accettato. Talvolta, persino adorato. Una parte bisognosa di te si scopre, un’altra, vanitosa, abbassa la guardia per farsi guardare. Credo che la cosa più sana da fare sia confrontarsi con quell’indole da vittima perfetta che ci si scopre dentro, come una malattia, e anche con le nostre eventuali posizioni narcisistiche… Io mi sono anche spaventato, durante la lettura di molti articoli, perché sono io il rosicone-invidioso (in verità credo che la mia sia nemesis aristotelica: indignazione per il successo dell’immeritevole) e a volte anche il bambino capriccioso, però nessuno potrà mai dire che non ho sofferto per amore e nessuno potrà mai sostenere che io manchi d”empatia come Chi So Io. Un amico sostiene che certi comportamenti scostanti e sgarbati sono normali quando qualcuno si è stancato di te e non ha il coraggio di dirtelo… Ma lui non sa. Se è vero che è una tentazione frequente, quella di attribuire una forma di follia all’ex partner, è anche vero che ciò che ho letto qui non ho dovuto farlo combaciare a forza. Anzi, è tutto così uguale, nell’esperienza altrui, da privare il mio dramma anche del suo quid d’originalità. Funzionano proprio così, TUTTI, e grossomodo hanno gli stessi cicli… perché poi, per l’appunto, lei tornava. Fino a quando non ho capito che più che lettere accorate, disperate, ferme, comprensive e comprensibili, argomentate, ricche di spunti di riflessione, disponibilità al dialogo per salvare almeno il ricordo, più di tutto questo è servito un distacco ironico ma non crudele, un “ah, sei in città? peccato, ho già mangiato? una birra con te? ne ho appena bevuta una. concerti in giro? sì, prova in centro, uno lo trovi.” E poi no contact, spero eterno. Ma quanto ne soffro, io, a ricordare, e quanto non dimentico! Lei avrà già dimenticato alla grande. Nessuna vendetta è possibile. Né utile. E se Neruda scriveva la celebre frase “è così breve l’amore, è così lungo l’oblio” e pure vero che il finale della poesia mancava dal libro di testo delle medie ed è invece adatto a questo forum: “benché sia l’ultimo dolore che mi causa e questi gli ultimi versi che scrivo per lei”.

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  19. Buona sera a tutti, 4 mesi di No Contact..scusate se non è questo il post adatto ma è incominciata la campagna diffamatoria nei miei confronti… Ho iniziato a provare un senso di rabbia e panico ultimamente quando qualcuno che incontro invece di salutare non risponde e cambia strada ;ecco, penso è arrivato anche qui.. Poi subentra la vergogna a uscire e incontrare gente e mi verrebbe voglia di tornare a casa e buttare la chiave… Chissà cosa avrà detto di me in giro penso… Io qui piegata in due e lui in giro con la sua bella faccia e la nuova fiamma belli baldanzosi… Ho avuto anche pensieri suicidari lo ammetto, ma non voglio lasciare solo il mio bimbo… Grazie a tutti.

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    1. Piegata in due è l’immagine giusta di come ci si sente quando il dolore è così forte che arrivi a pensare che non valga più la pena vivere o che sia l’unica soluzione per porre fine a quel dolore.
      Credo che il perdono sia un processo lungo e molto personale a cui non tutti arriviamo e forse non è nemmeno necessario arrivarci.
      Quello che è certo è che non possiamo più permettere a nessuno di farci desiderare di andare a letto la sera e non svegliarci più la mattina.
      Un abbraccio

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  20. Ciao a tutti/e, è la prima volta che scrivo un commento anche se seguo e leggo da tempo. Io ho interrotto la relazione col presunto narcisista un anno fa circa. Scarto tremendo e senza ripensamenti: situazione personale, familiare, di salute e lavorativa pessima. Ci siamo incontrati casualmente solo una volta in tutti questi mesi, quasi non salutava, ed io mi stavo persino fermando per chiedere come stesse, perché mi ritengo una donna civile… Vorrei chiedere se è normale continuare a dubitare. Ho passato un anno a studiare questo disturbo e a relazionarmi con i miei dolori. Leggendo le vostre storie mi sento sempre “meno”..come se a me avesse inflitto meno penitenze, perlomeno palesi. Credo fosse un covert, molto intelligente e anche subdolo a livelli pazzeschi. Non ho mai avuto prove di tradimento, solo tanti sospetti. La verità è che non son andata a cercare molto: niente scenate di gelosia, mai controlli sul telefono, mi son fatta triangolare per 4 anni, e questo 5° lo sto passando a cercare di venirne fuori. Non ho una diagnosi, in terapia non ci è mai voluto venire. E’ normale cercare di giustificarli, perché magari non hai scoperto tutte le verità? Dopo la relazione son entrata in depressione.

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  21. Ciao a tutti/e, è la prima volta che scrivo un commento anche se seguo e leggo da tempo. Io ho interrotto la relazione col presunto narcisista un anno fa circa. Scarto tremendo e senza ripensamenti: situazione personale, familiare, di salute e lavorativa pessima. Ci siamo incontrati casualmente solo una volta in tutti questi mesi, quasi non salutava, ed io mi stavo persino fermando per chiedere come stesse, perché mi ritengo una donna civile… Vorrei chiedere se è normale continuare a dubitare. Ho passato un anno a studiare questo disturbo e a relazionarmi con i miei dolori. Leggendo le vostre storie mi sento sempre “meno”..come se a me avesse inflitto meno penitenze, perlomeno palesi. Credo fosse un covert, molto intelligente e anche subdolo a livelli pazzeschi. Non ho mai avuto prove di tradimento, solo tanti sospetti. La verità è che non son andata a cercare molto: niente scenate di gelosia, mai controlli sul telefono, mi son fatta triangolare per 4 anni, e questo 5° lo sto passando a cercare di venirne fuori. Non ho una diagnosi, in terapia non ci è mai voluto venire. E’ normale cercare di giustificarli, perché magari non hai scoperto tutte le verità? Dopo la relazione son entrata in depressione.

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    1. DolceEco, intanto benvenuta! Se tu avessi vissuto una relazione normale con una rottura civile nella quale ti viene spiegato che l’amore è venuto sempre meno per delle vicissitudini che possono capitare tra persone dotate di una certa maturità emotiva, quasi certamente non saresti qui a cercare delle risposte oltre un anno dalla fine. La carica di dubbi che i narcisisti lasciano alle spalle è tale da portarti all’ossessione. Molta gente sottovaluta gli effetti della triangolazione usata a lungo… Ebbene, si tratta di una ferita che intacca la percezione che hai di te stessa, andando a stendere i suoi tentacoli certe volte per anni e anni dopo la fine della relazione col narciso. Una cosa è certa: un narciso mai e poi mai ti dirà la verità, perché verrebbe a mancare il suo controllo della situazione e sulla tua mente. Dirti le cose come stanno equivale per loro alla perdita del potere su di te: se sei piena di dubbi vuol dire che la verità può essere alterata da loro a qualunque momento. Tu provi a giustificarlo perché lui evidentemente ora fa l’offeso e questo genera in te, che sei una persona empatica, una carica di angoscia insopportabile. Semplicemente non puoi concepire di averlo ferito TU – perché è così che si comportano, come se stessero soffrendo per te, la cattivona che ha mandato tutto a monte! Un buon terapeuta ti aiuterà a fare una rilettura salvifica della tua storia. Ci credo che lui non ha voluto andare in terapia: gli esseri perfetti non hanno bisogno di aiuto. Ti consiglio questo articolo sulla triangolazione e i suoi effetti https://artedisalvarsi.wordpress.com/2017/06/05/la-triangolazione-narcisistica-come-metodo-di-tortura-psicologica/. Un abbraccio grande, cara!

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      1. Grazie Claudileia, per la risposta e per il blog intero, è un salvagente miracoloso nel mare di ignoranza di questo Paese.
        Io sono stata scartata dopo esser stata portata all’autolesionismo. Ovviamente una che si fa del male fisico ha le sue responsabilità, nel non amarsi in primis, ma potrei giurare che gli abusi psicologici subiti (gaslighting continuo, triangolazioni, risatine inspiegabili senza un senso con un’ansia da parte mia sempre più invalidante, future faking ad hoc, isolamento sociale dovuto al suo non aver mai voglia di uscire con i miei amici (e ovviamente io non potevo conoscere i suoi), continui rinvii sulla progettualità di un noi, proiezioni, con quella tremenda, perenne paura dell’abbandono, mi ci hanno davvero spinta. E lui lì si è liberato di me, probabilmente con la scusa (non del tutto errata) che mi fossi bevuta il cervello.
        Sono stata lasciata dopo che mio padre (una persona con tratti narcisistici, ma in confronto al mio ex un santo) mi ha sbattuta fuori di casa; sono stata lasciata mentre facevo analisi su analisi per capire che malattia avessi (perdita di peso, capelli, non digerivo più niente, sbalzi di umore da clinica psichiatrica, litigavo con tutti e nessuno sembrava capire, io prendevo a odiarmi sempre più, a imbruttirmi, infine ho mollato il lavoro, la mia grande passione perché lavoro in ambito artistico-teatrale); mi ha lasciato senza lasciarmi. Non ha risposto per giorni al telefono, nel frattempo caricava sui social foto e post evocativi dei nostri ultimi momenti insieme… mi ha evitata per settimane finché non ne son piovuta a casa sua, lacerata dal dolore, e gli ho anche portato un mazzo di rose rosse, gli ho chiesto scusa, per sentirmi dire:
        -Io ho paura di te, potresti farmi del male, perché chi non si rispetta non rispetta gli altri
        -Tu sei imperdonabile; vacci tu dallo psicologo, che ci vado a fare io, per sentirmi dire ciò che so? Cioè che se non raddrizzi i tuoi comportamenti otterrai sempre le stesse cose?!
        -Non ho voglia di pensare alle mie responsabilità, è passato troppo tempo e in 4 anni non abbiamo costruito niente, io con te non sono più me stesso, è meglio se stiamo lontani e lo capirai presto anche tu. Ora devo stare solo, magari crescerai e starai con qualcun altro in futuro, sempre che non farai un casino della Madonna per ogni scemenza, come hai fatto con me.
        E infine:
        -Tu non mi ami. Se mi avessi amato, per il mio bene, sapendo che sto male e che non mi diverto mai coi miei amici, non mi avresti coinvolto nell’ennesimo problema con tuo padre. Se sai che una persona è fuori per svagarsi, se la ami pensi prima a lei, non le rovini la giornata.
        Sono stata lasciata così, con lui che ha capovolto ogni prospettiva in suo favore, e sul piano logico dell’amore incondizionato (quello che io pensavo esistesse) mi ha fregata.
        Volevo solo riparlarci, abbracciarlo, avrei voluto mi restituisse alcune cose, invece… SILENZIO STAMPA. E a malapena un Ciao, quando già non ci si vedeva da 3 mesi e son sprofondata nell’assoluto rispetto della sua decisione. Forse dovevo disperarmi e stargli ancora dietro, e gli è andata male. Non so quale campagna diffamatoria abbia fatto contro di me ed ho paura di scoprirla…

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      2. DolceEco, qualunque fosse il tuo comportamento il risultato non verrebbe alterato in nulla: lui ti avrebbe comunque lasciata con una scusa qualunque, più consona ai suoi nuovi bisogni del momento. E’ inutile torturarti a posteriori pensando che avresti potuto fare questo e quello per migliorare il vostro rapporto. Le persone affette da DNP non hanno ‘costanza dell’oggetto’, il che significa che nemmeno Wonder Woman potrebbe mai soddisfare le esigenze del tuo ex. Il fatto che tu non abbia mai potuto conoscere i suoi amici e che lui non voleva frequentare i tuoi la dice lunga sulla sua non volontà di progettare qualcosa con te seriamente. Una coppia non è un’isola, non vive in pieno deserto umano e affettivo, ma lui a quanto pare voleva portare la relazione a questo livello, proprio perché era più facile da gestirla e distruggerla con le sue mani quando arrivasse il momento ritenuto (nella sua testa) opportuno. Tu hai rispettato la tua dignità, non hai strisciato, ricattato o minacciato, ecco perché ora ti torturi. Le persone empatiche quando si rispettano e escono da una relazione abusiva si sentono ‘cattive’ oppure sentono di dover chiedere scusa al loro maltrattante per il semplice fatto di essersi rispettate. Il suo frasario è raccapricciante! PURO GASLIGHTING. Lui non ha capovolto ogni prospettiva a suo favore. Agli occhi di una persona esterna, che sa cosa sia il gaslighting, la sua prospettiva è quella di una persona squilibrata. La frase: “Ora devo stare solo, magari crescerai e starai con qualcun altro in futuro, sempre che non farai un casino della Madonna per ogni scemenza, come hai fatto con me.” è un tentativo chiaro di renderti STERILE alla vita, incapace di fidarti di te stessa e dagli altri. Cerca di capire che si tratta di un vecchio trucco per poter tornare indietro quando i suoi nuovi rapporti fatalmente falliranno: finché crederai alla sua retorica penserai che davvero nessuno ti vuole, il che è una tremenda ingiustizia. Lascia perdere la campagna diffamatoria che avrà fatto (perché è scontato il fatto di averla fatta per ripulirsi) e concentrati su com’eri prima di conoscerlo, perché si tratta del primo passo per comprendere il quanto le sue parole sono intrise di menzogne. Se hai tagliato i ponti con le tue amicizie per lui non aver paura di cercarle e di chiederle scusa: è importante riconoscere quando sbagliamo. Dopodiché le persone hanno bisogno di sapere che la ragione è tornata sulla nostra vita per potersi fidare di noi come un tempo. Un abbraccio grande a te e buona serata!

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  22. Io sono stata vittima di abuso narcisistico da parte del mio compagno convivente,
    io mi sento inutile…lui mi fa promesse su promesse che non sa mantenere..
    è andato a scrivere su facebook che io sono disabile e l’ha detto anche a una persona al cellulare che io non conosco e sicuramente l’ha detto anche ad altri,
    lui adesso sembra un fantasma non si fa ne sentire ne vedere io sono tornata a casa con i miei genitori. Lui in 2 anni ha fatto debiti e non ha mai messo via soldi per noi…io con lui ho avuto una gravidanza naturale trasformatasi in biochimica…perchè avevo interrotto la pillola improvvisamente ed è successo.
    Poi mi ha fatto tante altre cose che fanno parte dell’abuso narcisistico. La gravidanza l’ho voluta e desiderata tanto per ciò non centra con l’abuso narcisistico.
    Sua madre mi tratta malissimo,mi ha fatto capire che un nostro figlio sarebbe una disgrazia x lei,è andata a dire a mia madre al cellulare che non potrò mai avere figli e a lavorare nel suo negozio ha preso una ragazza raccomandata da un carabiniere(la compagna del carabiniere)per lavorare al posto che me che ne ho e ne avevo davvero bisogno…sua madre mi fa capire che non so badare al mio coniglio e nemmeno al figlio ma che mi devo badare da sola mi mortifica continamente,dice che la mia casa è un disastro che non è assolutamente vero….

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  23. Non riesco a usare con lui il no contact anche se è tornato a cercarmi sul cellulare lui fa parte della categoria più pericolosa dei narcisisti. Non riesco a superare questo shock è da Dicembre quando mi ha lasciata che cerco di riprendermi e non riesco
    ho attacchi di panico, crisi di pianto…non riesco a dimenticarlo
    con lui ho avuto una gravidanza anembrionica con aborto a inizio gravidanza,sono andata a convivere con lui faccio ancora più fatica. Sono in difficoltà

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  24. Ciao Valentina, purtroppo la scelta è soltanto nostra. Nessuno può convincerti, gli altri possono solo informarti. Io non avrei mai immaginato di ritrovarmi (anche io) dall’altra parte. Pensavo che il mio caso fosse a sé stante, che io fossi più debole delle altre; un narcisista me lo son dovuta tenere perché è mio padre… l’altro si è stancato solo dopo avermi martoriato per anni l’anima ed avermi ridotta a brandelli. Credimi, il No contact è una cosa più che fattibile rispetto a quello che sarà il lungo percorso di recupero che molte di noi devono affrontare. Io ho avuto 15 mesi di crisi di astinenza, attacchi di panico. E in quei 15 mesi non lo ho mai visto (solo una volta di sfuggita), ho cambiato città, ho riniziato da zero… sennò non credo sarei riuscita in così “breve” tempo. Ce la farai solo se deciderai che ne hai abbastanza, spero tu abbia intenzione di consultare un professionista… ci sono soluzioni anche per chi non ha tanto denaro da spendere in uno studio privato. Fatti aiutare e ti assicuro: non si dimenticano i narcisisti, ma si polverizzano nella loro stessa nullità, rimanendo intrappolati nel passato che non ti farà più del male.

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    1. Hai proprio ragione,adesso mia mamma l’ha chiamato e gli ha detto di non scrivermi più perchè mi sta facendo già soffrire e mi ha fatta soffrire lui ha negato che è stato lui il primo ad iniziare a scrivermi ma è stato davvero lui che ha ricominciato a scrivermi, ha iniziato a farsi sentire dopo un lungo periodo di silenzio da quando mi ha lasciata per mettermi al corrente sulla salute di suo zio che lo conoscevo e mi ha scritto che suo zio era in fase terminale della malattia,mi ha mandato la foto di suo zio tramite whatsapp e mi aveva chiesto se in amicizia uscivamo a mangiare una pizza o a bere qualcosa… da quando mia mamma l’ha chiamato non si è più fatto sentire via whatsapp.
      Sento che mi manca però è dura io lo penso

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